Crimen et Delictum, VIII (November 2014) International Journal of Criminological and Investigative Sciences 72 White-collar crime: da Sutherland alla pubblicità ingannevole e alla frode alimentare. Sabrina Apa1 Abstract (versione italiana) La tematica della criminalità economica, portata in auge da Edwin Sutherland ha avuto il merito di ampliare lo spettro di riflessione dell’ambito criminologico. L’attenzione sarà concentrata sulla pubblicità ingannevole e sulle sue implicazioni con la frode ai danni della salute del consumatore in un contesto multimediale come quello attuale. I danni concernono l’uso di messaggi decettivi riguardo i costi, la qualità o l’effettiva consistenza dei prodotti. Inoltre, la nocività di cibi e prodotti farmaceutici comporta un danno fisico per il consumatore. Ne consegue che questo tipo di illecito coinvolge non solo il settore economico, dove provoca una distorsione della concorrenza e la perdita di fiducia dei consumatori, ma soprattutto un diritto fondamentale: la salute umana. Parole Chiave: colletti bianchi, pubblicità ingannevole, frode alla salute del consumatore, reato economico. Abstract (english version) The issue of economic crime, brought into vogue by Sutherland, has broadened the spectrum of reflection scope criminological. The focus will be on the misleading advertising and its implication withfraud to consumer health in a multimedia context like the present. This offense involves the deliberate use of deceptive statements about the cost, quality, or effectiveness of a product. In addition, consumers suffer physically as a result of dangerous products such as food, pharmaceuticals, and medical equipment. It follows that this crime involves not only economic sector, where it produces distortion of competition and loss of confidence, but also the individual’s health, a fundamental right. 1 Dottore in Legge, Università La Sapienza di Roma. Praticante Avvocato. Master in Business Law. Researcher and Assistant in Criminology at Unised International University of Milan. Crimen et Delictum, VIII (November 2014) International Journal of Criminological and Investigative Sciences 73 Keywords: white-collar, misleading advertising, heath care fraud, economic crime. La nascita dei White-collar crimes L’espressione white-collar crime fu coniata da Edwin H. Sutherland per identificare gli illeciti commessi in campo economico, politico e professionale da imprenditori e soggetti appartenenti agli strati più elevati della società. Invero, il criminale dal colletto bianco può essere definito come «quella persona con un alto stato socio-economico che viola le leggi designate a regolare le sue attività occupazionali». L’apporto di Sutherland alla Criminologia si rivela di tale importanza da ridimensionare le teorie del comportamento criminale, perché mette in evidenza come la delinquenza non sia confinata esclusivamente tra le maglie dei ceti socioeconomici inferiori. Fino ad allora, infatti, gli studiosi spiegavano la criminalità sulla base di fattori patologici, sociali o individuali. Tra le patologie sociali si dava particolare rilievo alla povertà, alla mancanza di istruzione e alla disgregazione familiare, mentre fra le patologie individuali rilevavano l’inferiorità intellettuale e l’instabilità emotiva. Sutherland pone in essere una vera e propria rivoluzione copernicana2 di questo paradigma, sottolineando come le teorie criminologiche che hanno il loro sostrato nelle condizioni patologiche o connesse alla povertà risultino inadeguate a fornire una spiegazione del comportamento criminale tout court. Invero, Sutherland sostiene che, se è vero che il reato3 presenta un’incidenza più elevata tra i ceti socio-economici inferiori, molti fatti afferenti al comportamento criminale non possono essere spiegati in base alla povertà e alle patologie sociali e personali ad essa correlate. Pertanto, il fattore causale dei reati va rintracciato altrove, e precisamente, nei rapporti sociali e interpersonali che, come da un lato si accompagnano alle condizioni di miseria, dall’altro sono concernenti la ricchezza. 2 Così G. FORTI, Percorsi di legalità in campo economico: una prospettiva criminologicopenalistica (6 novembre 2006), Quaderno n° 15 del Ciclo di conferenze e seminari “L’uomo e il denaro”, organizzati dall’Associazione per lo sviluppo degli Studi di Banca e Borsa e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, reperibile sul sito www.assbb.it/CMI/quaderno_etica_15.pdf, p. 22. 3 Sutherland con il termine “reato” si riferisce qui alle violazioni del codice penale che all’epoca avevano una risonanza maggiore dei reati economici, quali l’omicidio, la violenza privata, il furto con scasso, la rapina, il furto comune, i reati sessuali e l’ubriachezza in pubblico.