RELAZIONE ATTIVITÀ SCIENTIFICA 1999-2002 LINEA DI RICERCA “GENETICA DEI TUMORI” CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Alghero (Sassari) Responsabile Scientifico della Linea di ricerca Dr. Giuseppe Palmieri, Primo Ricercatore C.N.R. Personale C.N.R. impegnato sulla Linea di ricerca Dr. Antonella Manca, Ricercatore ex art.23 Dr. Marina Pisano, Ricercatore Dr. Carla Rozzo, Ricercatore Membri del Gruppo Collaborativo costituito sulla Linea Istituto Anatomia Patologica, Università degli Studi di Sassari Prof. Francesco Tanda, Professore Ordinario Dr. Antonio Cossu, Dirigente medico Istituto Nazionale Tumori “Fondazione Pascale” di Napoli Dr. Giuseppe Castello, Direttore U.O.C. Immunologia Clinica Dr. Paolo Ascierto, Dirigente medico Immunologia Clinica Centro di Osservazione Epidemiologica Multizonale, Azienda Unità Sanitaria Locale n.1, Sassari Dr. Mario Budroni, Dirigente medico Enti o Associazioni che supportano/hanno supportato la Linea Assessorato Igiene e Sanità ed Assistenza Sociale Regione Autonoma della Sardegna Assessorato alla Programmazione, Progetto “Genetica e Tumori nel Nord Sardegna”, Regione Autonoma della Sardegna Assessorato alla Sanità, Regione Campania Ricerca Finalizzata, Ministero della Sanità Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero ALTRO PERSONALE IMPEGNATO SULLA LINEA DI RICERCA - Dr. Paola Baldinu, biologa, contrattista ex art.37 Regione Autonoma Sardegna - Dr. Milena Casula, biologa, contrattista Co.Co.Co Regione Autonoma della Sardegna - Dr. Maria Colombino, biologa, contrattista Co.Co.Co Regione Autonoma della Sardegna - Dr. Grazia Palomba, chimica, dottoranda Università degli Studi di Sassari - Sig.ra Maria Paola Satta, tecnico di laboratorio, contrattista Co.Co.Co Regione Autonoma della Sardegna - Dr. Maria Cristina Sini, biologa, contrattista Co.Co.Co Regione Autonoma della Sardegna ALTRO PERSONALE CHE HA CONTRIBUITO ALLO SVILUPPO DELLA LINEA - Sig. Antonello Arba, tecnico di laboratorio (attualmente dipendente A.S.L.) - Dr. Cinzia Loddo, chimica, dottoranda Università degli Studi di Sassari - Dr. Rosella Muresu, biologa, ricercatrice C.N.R. - Dr. Silvia Tore, studentessa in Scienze Biologiche dell’Università di Sassari Altre Collaborazioni essenziali all’attività della Linea di ricerca Gruppo Cooperativo sul Melanoma-Melanoma Cooperative Group, Istituto Nazionale Tumori “G. Pascale” di Napoli Centro clinico di Ricerca per lo studio delle Malattie Genetiche (Presidente Dr. Domenico Milano), Gioia del Colle (Bari) Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica, C.N.R., Napoli Dr. Michele D’Urso, Dirigente di Ricerca C.N.R. Istituto di Scienze dell’Alimentazione, C.N.R., Avellino Dr. Antonio Malorni, Dirigente di Ricerca C.N.R. Wellcome Trust Sanger Institute del Regno Unito Dr. Mike Stratton, Direttore 2 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero INDICE Premesse essenziali ……………………………………………………………………… pag. 4 Presupposti dell’attività scientifica sviluppata dal gruppo …… pag. Obiettivi perseguiti ……………………………………………………………………….. pag. 10 Fasi della ricerca ……………………………………………………………………………. pag. 11 9 Arruolamento dei pazienti e segnalazione dei casi ………………… pag. 11 Preparazione ed analisi del materiale biologico ……………………… pag. 13 Analisi mutazionale mediante DHPLC e sequenziamento ………. pag. 13 Genetica dei tumori: risultati ottenuti dal gruppo …………………. pag. 17 carcinoma della mammella ……………………………………………………. pag. 17 carcinoma dell’endometrio ……………………………………………………. pag. 18 carcinoma del colon-retto …………………………………………………….. pag. 20 melanoma maligno ……………………………………………………………….. pag. 21 Sviluppo di nuovi marcatori molecolari come fattori prognostici nel melanoma …………………………………………………. Flow charts ………………………………………………………………………………. pag. 26 pagg. 28-32 Produzione Scientifica della Linea (1999-2002) ………………….. pag. 33 Pubblicazioni ………………………………………………………………………….. pag. 33 Pubblicazioni Atti di Congressi ………………………………………………. pag. 35 Partecipazioni e Comunicazioni a Congressi …………………………. pag. 38 Progetti Finanziati nell’ambito della Linea di ricerca “Genetica dei Tumori”………………………………………………………………. pag. 39 3 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero PREMESSE ESSENZIALI I tumori maligni rappresentano nel mondo occidentale e in Italia la seconda causa di morte. La loro distribuzione a livello mondiale non è uniforme: vengono infatti descritte grandi variazioni geografiche nella loro incidenza legate prevalentemente a fattori ambientali e genetici. I dati che provengono dal mondo occidentale, relativi all’incidenza e mortalità per cancro, segnalano una crescita notevole, verosimilmente anche in relazione al generale invecchiamento della popolazione. Approssimativamente, un individuo su tre in Europa e nel Nord-America si ammalerà di uno dei 200 differenti tipi di cancro nella sua vita; inoltre il cancro causa la morte di un individuo su cinque, nel mondo occidentale. Qui di seguito è rappresentata la distribuzione delle percentuali di mortalità totale relative agli Stati Uniti: Malattie cardiovascolari 31,4 Tumori 23,3 Malattie cerebrovascolari 6,9 4,7 4,1 3,7 2,7 1,3 0,9 0,7 Malattie croniche polmonari Incidenti Broncopolmoniti Diabete mellito Suicidio Omicidio Infezioni da HIV Adattato da Greenlee RT, et al. CA Cancer J Clin. 2000; 50: 22 Per l’Italia l’andamento appare simile a quello di altri Paesi Europei. I dati relativi alla sopravvivenza da tumore nel corso dell’ultimo decennio indicano un miglioramento lento ma progressivo e continuo. Infatti, la mortalità per cancro in Italia è scesa di cinque punti percentuali tra l’inizio e la fine degli anni Novanta (Onconews 2001; 4: 8-9). Secondo gli esperti epidemiologi, ciò è il risultato dell’anticipazione della diagnosi (per esempio, in tumori come quelli della mammella, del colon-retto e del testicolo, la diagnosi precoce gioca un ruolo fondamentale ed incide notevolmente sulla sopravvivenza globale) nonchè 4 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero dell’estensione dell’accesso alle cure (in tutte le forme neoplastiche per le quali non esiste ancora la possibilità di una diagnosi tempestiva il potere di modificare la sopravvivenza dipende dalla disponibilità di terapie efficaci). In Sardegna non sono disponibili dati che consentano di fornire le tendenze storiche per le incidenze e mortalità, ma i dati provenienti dal Registro Tumori della Provincia di Sassari [l’attività scientifica svolta per la stesura di tale Registro (è da sottolineare che, nel Sud Italia, gli unici Registri Tumori attivi sono quelli di Latina, Ragusa e, appunto, Sassari) si è basata sulla rilevazione dei casi incidenti di neoplasie maligne relative all’area geografica del Nord Sardegna, sulla rilevazione dei dati di mortalità dalle schede ISTAT e sul calcolo dell’incidenza x 100.000 ab. per tutti i tumori rilevati] indicano una frequenza globale di neoplasie, causa molto importante di mortalità, analoga a quella rilevata nel resto del Paese. Tra tutti i tipi di tumore, il melanoma maligno cutaneo, responsabile dell’1% di tutti i tumori, del 3% di tutte le neoplasie cutanee, e del 65% delle morti per cancro della cute, è divenuto un problema sanitario e sociale di rilevanza sempre crescente a causa dell’impressionante aumento di incidenza di tale patologia. L’incremento dei casi di melanoma registrati ogni anno è superiore a quello di tutti gli altri tipi di tumori (in Italia ogni anno si verificano circa 6.000 nuovi casi ed oltre 1500 morti). Significativo appare il risultato epidemiologico secondo il quale il rischio relativo di sviluppare il melanoma nel corso della vita è in continuo aumento nel corso dell’ultimo secolo, senza significative differenze tra le diverse regioni italiane (come evidenziato nel seguente schema): 1/75 1/105 1/150 1/250 1/600 1/1500 1935 1960 1980 1985 1991 2000 5 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero I fattori implicati nella cancerogenesi possono dividersi in: estrinseci, che includono sia fattori propriamente ambientali (agenti fisici, chimici e biologici ad attività cancerogena o co-cancerogena) sia fattori collegati allo stile di vita ed al tipo di alimentazione; intrinseci, che includono sia fattori genetici specifici (alterazioni a carico dei geni coivolti nell’insorgenza e nella progressione neoplastica) sia fattori cosiddetti costituzionali (stato immunitario, equilibrio endocrino, efficienza dei sistemi di detossificazione, ecc). I fattori ambientali interagiscono con quelli intrinseci con il risultato che un tumore può essere indotto da fattori diversi e uno stesso fattore può provocare tumori diversi. Come accennato, i fattori intrinseci includono sia mutazioni a carico di specifici geni di suscettibilità sia più comuni polimorfismi genetici a carico di geni coinvolti nel metabolismo di sostanze chimiche endogene ed esogene e/o nei processi di detossificazione ed escrezione di diversi metaboliti (capaci di influenzare notevolmente la risposta individuale all’esposizione ai fattori ambientali). E’ stato dimostrato che individui con varianti genetiche di particolari geni del metabolismo ossidativo presentano un maggior rischio di sviluppare tumori (soprattutto, carcinomi del polmone e della vescica). Infine, alterazioni del sistema immunitario, coesistenza di altre malattie debilitanti e deficit nutrizionali (per esempio, riduzione dell’apporto degli antiossidanti nella dieta) sono i principali fattori acquisiti che aumentano la suscettibilità ai carcinogeni ambientali (l’interazione tra fattori genetici predisponenti e fattori ambientali, intesi come fattori estrinseci all’individuo, è indicata dagli anglosassoni come gene-environment interaction ed è ritenuta critica nello sviluppo di tutte le malattie complesse o multifattoriali). La persistenza di uno stimolo cancerogeno, in particolari condizioni (presenza di agenti co-cancerogeni e/o di una maggiore sensibilità individuale a quello stimolo), può provocare un'alterazione della normale fisiologia della cellula per interazione del complesso cancerogeno con il DNA stesso della cellula. La cellula a questo punto può riparare il danno subito oppure “fissare” il danno che si traduce in una mutazione somatica. A tal proposito bisogna sottolineare che è ormai chiaro che i tumori sono malattie genetiche, nel senso che sono dovute ad alterazioni del DNA. In genere, i tumori sono il risultato di mutazioni somatiche, che avvengono, cioè, solo nel DNA delle cellule che subiscono la trasformazione maligna in uno specifico organo o distretto anatomico. In qualche caso, le mutazioni possono verificarsi nel DNA delle cellule della linea germinale e, pertanto, possono essere trasmesse ai 6 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero figli. Questi ultimi presentano, quindi, una mutazione germinale a carico di particolari categorie di geni in ogni cellula del loro corpo e sono maggiormente predisposti allo sviluppo di particolari neoplasie. Sulla base delle conoscenze attuali, solo una minima frazione di tumori presenta una distribuzione familiare con trasmissione ereditaria delle mutazioni germinali di tipo monofattoriale (tumori e sindromi tumorali ereditarie propriamente dette). Un esempio in tal senso è fornito dal carcinoma del colon-retto, la cui distribuzione percentuale delle diverse forme della malattia è riportata nel seguente schema: FAP 1% HNPCC 5% FH 15-20% Sporadic 75% FAP, familial adenomatous polyposis; HNPCC, hereditary nonpolyposis colorectal cancer; FH, family history (presence of multiple affected members in the family) da Winawer, J Clin Oncol. 2001; 19 (suppl): 6s-12s Come per il carcinoma del colon-retto, la maggior parte dei tumori umani, pur classificato come sporadico, si adatta ad uno schema multifattoriale con effetto soglia: ipotizza, cioè, un accumulo di contributi diversi, genetici (mediante un processo a più stadi dovuto a un succedersi di cambiamenti genetici nella popolazione di cellule che evolve verso il tumore) ed ambientali (comprende anche il tipo di alimentazione e lo stile di vita). Un modello di cancerogenesi progressiva, con acquisizione di nuove mutazioni genetiche partendo dal tessuto normale fino ad arrivare alla lesione benigna e, successivamente, a quella primitiva maligna, è stata infatti proposta per spiegare la patogenesi di quasi tutte le neoplasie. La tumorigenesi è stata così associata ad alterazioni sequenziali a carico di specifiche regioni cromosomiche dove i recenti progressi della genomica hanno consentito di mappare e caratterizzare un buon numero di geni. 7 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Qui di seguito è riportato uno schema di trasformazione e progressione maligna relativo alla sequenza adenoma-carcinoma a livello colorettale (inclusi i geni e le alterazioni genetiche coinvolte nelle varie fasi della tumorigenesi). Lo studio e l’analisi della storia clinica per tumori in ogni singola famiglia diventa fondamentale per almeno due motivi: a) definire il rischio di ricorrenza di particolari tumori tra i diversi membri della famiglia (favorendo l’attuazione di specifici programmi di prevenzione per gli individui con un rischio maggiore rispetto a quello della popolazione generale) b) identificare nuove mutazioni germinali e nuovi geni coinvolti nel processo di trasformazione neoplastica (aiutando a comprendere meglio l’origine e la natura dei tumori). Una più mirata prevenzione, che includa anche la consulenza genetica ed i tests molecolari mirati, permetterebbe l’identificazione degli individui a rischio e, quindi, la diagnosi ed il trattamento precoce della malattia, con notevole riduzione degli indici di mortalità per tumore. 8 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero PRESUPPOSTI DELL’ATTIVITÀ SCIENTIFICA SVILUPPATA DAL GRUPPO DI RICERCA In questi ultimi anni, è stato costituito un gruppo di ricerca multidisciplinare che vede la stretta collaborazione di diverse istituzioni (C.N.R., Università, A.S.L., I.R.C.C.S.) volto a focalizzare la propria attenzione sull’analisi genetico-molecolare delle neoplasie. In particolare, attraverso una sistematica integrazione delle diverse competenze ed “expertises”, ci si propone di identificare quei fattori di rischio (con preminente riferimento alla componente genetica) coinvolti nella suscettibilità ai tumori, sia più comuni, come il carcinoma della mammella, del colon-retto e dell'endometrio (il rischio di sviluppare uno di questi tumori nel corso della vita è molto alto nei paesi occidentali), che meno frequenti, come il melanoma maligno (divenuto, come detto precedentemente, un problema sanitario e sociale notevole per l’impressionante aumento di incidenza negli ultimi anni soprattutto tra gli individui giovani, andando ad incidere in maniera negativa sulle potenzialità di una fascia importante del tessuto sociale). Allo scopo di meglio caratterizzare le alterazioni genetiche coinvolte nei diversi processi di cancerogenesi, si è ritenuto di attuare in maniera capillare l’analisi genetica sui pazienti neoplastici ed sulle relative famiglie, allo scopo di selezionare sottogruppi di casi familiari con particolare predispozione a specifiche forme neoplastiche. In quest’ottica, ci si propone di studiare soprattutto le famiglie con elevata ricorrenza di tumori della Sardegna, caratterizzata da una comunità umana di dimensione relativamente piccola rimasta nel tempo isolata geograficamente. Il presupposto, derivante da altri studi genetici condotti in precedenza, è che insediamenti fondati da un numero limitato di individui mantenutisi isolati contribuiscono a creare una certa omogenità genetica che è in grado di favorire e facilitare la definizione dei fattori genetici alla base di malattie complesse e/o multifattoriali come il cancro. 9 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero OBIETTIVI PERSEGUITI - Creazione di un database contenente tutti i casi di neoplasie maligne, con ricostruzione delle genealogie al fine di individuare e classificare sia i casi familiari (caratterizzati da ricorrenza nella famiglia di specifici tipi di tumore) che quelli sporadici. Tale database include casi provenienti da: - Nord Sardegna, attraverso una fase di raccolta gestita dal Centro di Osservazione Epidemiologica Multizonale dell’Azienda USL 1 di Sassari (Responsabile di Unità: Dr. Mario Budroni), in stretta collaborazione con l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Sassari (Responsabili di Unità: Prof. Francesco Tanda, Dr. Antonio Cossu); - Altre regioni del Sud Italia (in particolare, per i casi di melanoma), attraverso l’utilizzo di strutture assistenziali adeguate (ambulatori ed una équipe multidisciplinare ad hoc) presso l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli (Responsabili di Unità: Dr. Giuseppe Castello, Dr. Paolo Ascierto); - Identificazione di mutazioni sui geni di suscettibilità per neoplasie già noti; - Isolamento di nuovi geni di suscettibilità per neoplasie mediante sia caratterizzazione molecolare di specifiche regioni a livello somatico che analisi di linkage su famiglie a livello germinale; - Correlazione dei dati molecolari ottenuti al sottotipo istologico, tumor grading, stadio clinico-patologico della neoplasia; - Valutazione con metodiche immunoistologiche della presenza o assenza nelle cellule neoplastiche dei prodotti di espressione dei geni candidati; - Definizione delle alterazioni molecolari correlate alla diagnosi e prognosi. 10 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero FASI DELLA RICERCA Arruolamento dei pazienti e segnalazione dei casi. Allo scopo di attuare una corretta anamnesi familiare per l'identificazione delle famiglie significative per ricorrenza neoplastica, è stato predisposto ed utilizzato un apposito questionario, previa acquisizione del consenso informato da parte del paziente e dei familiari arruolati, resi edotti sulle finalità dello studio e sull’iter delle indagini di laboratorio che venivano eseguite. Questa fase di raccolta della casistica e di identificazione delle famiglie significative per neoplasie maligne nonchè la ricostruzione degli alberi genealogici dei pazienti individuati come utili per lo studio è stata coordinata dall’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Sassari. In particolare, l’attività scientifica svolta durante tale periodo si è basata sulla rilevazione dei casi incidenti di neoplasie maligne relative all’area geografica del Nord Sardegna, sulla rilevazione dei dati di mortalità dalle schede ISTAT e sul calcolo dell’incidenza x 100.000 ab. per tutti i tumori rilevati. I criteri di raccolta sono stati quelli universalmente utilizzati negli studi epidemiologici e sono stati rilevati i tumori maligni di qualunque organo e apparato, compresi quelli del sistema emopoietico e della cute. Le variabili che vengono annotate sono: A.S.L. di appartenenza; cognome e nome; luogo e data di nascita; stato civile e sesso; residenza e indirizzo; professione; medico curante; fonte di segnalazione e struttura sanitaria di cura; sede del tumore; familiarità per neoplasie; modalità di diagnosi; diagnosi; grading istologico; estensione malattia; trattamento primario; causa, luogo, data decesso. La raccolta dei casi di tumore è in parte attiva, in parte passiva. La raccolta attiva consiste in una ricerca effettuata presso tutti gli Ospedali della provincia, ambulatori oncologici e di endoscopia; strutture di diagnostica strumentale; uffici amministrativi delle A.S.L.. Da tali elenchi vengono identificati i casi certi o sospetti di tumore e per i casi arruolati si procede alla compilazione della scheda cartacea. Tali schede, codificate, vengono numerate progressivamente al momento della registrazione in computer e archiviate in appositi contenitori. La rilevazione dei suddetti dati si è svolta in tutte le strutture assistenziali di tipo oncologico presenti nell’intera provincia di Sassari, ed è stata coordinata dal Centro di Osservazione Epidemiologica Multizonale dell’Azienda Unità Sanitari Locale n.1 di Sassari. 11 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Per il melanoma, la raccolta della casistica è stata assicurata dall’esistenza, presso l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli, dell’Osservatorio per lo studio e la sorveglianza sui tumori della cute e lesioni a rischio, con particolare riferimento al melanoma (approvato con deliberazione della Giunta della Regione Campania). Tale équipe medica, che confluisce nel “Melanoma Cooperative Group (M.C.G.)”, si avvale delle più avanzate tecnologie diagnostico-terapeutiche; vengono effettuate visite di screening avvalendosi della microscopia in epiluminescenza-dermatoscopia, per facilitare la diagnosi precoce delle lesioni a rischio di trasformazione maligna. Inoltre, il gruppo si contraddistingue sia per l’elevato numero di pazienti con melanoma che afferiscono alla struttura (attualmente il gruppo M.C.G. ha in followup circa 700 pazienti) sia per il ruolo di centro di riferimento nazionale per tale patologia. La casistica di melanoma del gruppo M.C.G. (nel periodo di attività in oggetto sono stati individuati 33 casi di melanoma con ricorrenza familiare) è riportata nello schema che segue: Centro di Riferimento per i Tumori della Cute S e rv iz io d i Im m u n o lo g ia - D ia g n o s i is to lo g ic h e d i m e la n o m a c u ta n e o 1 9 9 6 -2 0 0 0 - S ta d io IA 1 9 ,3 3 % S ta d io IB 2 4 ,6 5 % S ta d io IIA S ta d io IIB 6 ,4 4 % S ta d io III 3 ,6 4 % S ta d io IV 4 5 ,1 0 % 0 ,8 4 % La suddivisione in stadi di malattia è in accordo alla classificazione dell’ American Joint Committee on Cancer (AJCC) 12 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Preparazione ed analisi del materiale biologico I pazienti, dopo previa acquisizione del consenso informato, sono stati sottoposti a prelievo di circa dieci millilitri di sangue periferico. In seguito, si è proceduto all’isolamento della porzione cellulare del sangue, e quindi alla estrazione di DNA (per l’analisi mutazionale dei geni interessati nonchè per le successive analisi di linkage) e, in alcuni casi, anche di RNA (per l’analisi dei prodotti trascrizionali). Tutti i campioni ottenuti sono stati conservati (in maniera anonima e codificata, a tutela della privacy) sì da costituire una genoteca di DNA/RNA, per tutti i possibili studi presenti e futuri. Ogni campione è infatti corredato di scheda con tutti i dati necessari alle successive correlazioni clinico-patologiche. Inoltre, è stato isolato sia DNA che RNA da sezioni di tessuto normale e tumorale incluse in paraffina. Per l’analisi di DNA ed RNA dei singoli pazienti sono state impiegate tecniche basate sulla PCR (Polymerase Chain Reaction) e RT-PCR (Reverse Transcriptase-PCR) in tutte le diverse varianti applicabili. A tale scopo si è resa necessaria la individuazione delle specifiche sequenze nucleotidiche da utilizzare come primer d’innesco per la reazione di amplificazione ciclica. Differenti devono essere i criteri di scelta per la costruzione di oligonucleotidi per l’analisi di DNA ed RNA. Mentre in entrambi i casi è opportuno che i prodotti di amplificazione non siano eccessivamente grandi (200-300 bp) così da garantire una buona risoluzione di analisi, nel caso dell’analisi del trascritto, e quindi dell’RNA, è necessario scegliere oligonucleotidi tali da poter essere certi che l’amplificato risultante provenga da uno stampo di RNA (trascritto) e non di DNA (genomico). A tale scopo è opportuno che i due primer di una coppia non siano localizzati sullo stesso esone (la presenza di introni non permette di ottenere un prodotto di amplificazione sul DNA genomico). Analisi mutazionale mediante DHPLC e sequenziamento automatico Abbiamo iniziato l’analisi dei geni candidati dimostrati coinvolti nella tumorigenesi, le cui strutture genomiche e sequenze nucleotidiche sono ampiamente conosciute. Per l’analisi di DNA ed RNA dei soggetti partecipanti allo studio sono utilizzate le tecniche di PCR ed RT-PCR. In ogni serie di amplificazioni ai campioni in esame sono stati affiancati alcuni DNA o RNA di controllo, provenienti da individui sani. Gli amplificati così ottenuti sono analizzati mediante DHPLC (Denaturing HighPerformance Liquid Chromatography) per la ricerca di mutazioni nei geni considerati, prima di confermare le eventuali mutazioni o polimorfismi mediante sequenziamento diretto. 13 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Qui di seguito sono rappresentati il profilo al DHPLC (A) ed la sequenza nucleotidica (B) di una variante genica, da noi identificata su un prodotto di PCR. A Mutate d Normal control B Le frecce indicano in (A), il picco anomalo nel DNA del paziente; e in (B), la corrispondente alterazione nucleotidica in eterozigosi. La tecnica basata sull’utilizzo del DHPLC presenta il vantaggio, rispetto alle altre metodiche impiegate (SSCP, DGGE, ecc.), di sensibilizzare e migliorare la procedura di screening dei campioni di DNA genomico. Tale metodica è una particolare evoluzione della ben nota tecnica di separazione mediante HPLC. Si tratta di un 14 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero sistema molto innovativo costituito da una particolare matrice per cromatografia liquida ad alta capacità di risoluzione costituita da co-polimeri alchilati, non porosi, di particelle di stirene-divinilbenzene. L’alta capacità di risoluzione della matrice permette di separare non solo frammenti che differiscono in lunghezza, ma anche frammenti di lunghezza identica che differiscono nella struttura secondaria come conseguenza di una destabilizzazione dell’-elica conseguente al cattivo appaiamento anche di una sola base. Tali molecole, note come heteroduplex, sono, ad esempio, il risultato della ri-naturazione tra singole eliche di alleli diversi di uno stesso gene. L’apparecchio è inoltre corredato da un software specifico per l’analisi e la rappresentazione grafica dei picchi di eluizione. In particolare, il gene in esame viene amplificato mediante PCR in un numero di frammenti corrispondente al numero di esoni e delle regioni di splicing o di controllo (promotore, ecc.) dello stesso. Mediante opportune condizioni si favorisce la formazione di eventuali heteroduplex a seguito di denaturazione e rinaturazione, prima di caricare i campioni sulla colonna. La temperatura della colonna può essere variata in modo da ottenere le migliori condizioni di separazione tra omo ed heteroduplex. I frammenti heteroduplex individuati dal profilo di eluizione sono facilmente recuperati e direttamente sequenziati per la definitiva caratterizzazione dell’alterazione genetica (mutazione o polimorfismo). L’analisi del campione con questo sistema implica un tempo di 5-10 minuti. Al momento sono state messe a punto le migliori condizioni sperimentali per l’analisi dei campioni di DNA genomico. Tutti i prodotti di amplificazione con alterazione del profilo cromatografico, rispetto al campione normale di controllo, sono sottoposti a sequenziamento nucleotidico diretto su sequenziatore automatico. In molte delle analisi molecolari a livello somatico, ci si è soffermati su due fondamentali eventi genetici connessi alla trasformazione neoplastica: la perdita di eterozigosità e l’instabilità dei microsatelliti. La perdita di eterozigosità (LOH) è indice di perdita di materiale genomico a livello di uno dei due alleli cromosomici; l’instabilità dei microsatelliti (MSI) riflette un’alterazione dei sistemi di riparazione del DNA con accumulo di errori di replicazione. Il verificarsi di uno o entrambi tali meccanismi è indicativo di una drammatica alterazione dei meccanismi di autocontrollo della cellula. I due eventi possono essere valutati mediante l’uso di marcatori polimorfici, ovvero piccole regioni di DNA altamente ripetuto che presentano una così ampia variabilità 15 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero nell’ambito della popolazione da garantire un’alta frequenza di eterozigoti per quel determinato locus nella popolazione. Il DNA ottenuto sia da tessuto tumorale che da tessuto sano dello stesso paziente viene amplificato mediante PCR con primer specifici per alcuni marcatori polimorfici; una differenza nel pattern elettroforetico dei campioni provenienti dai due tessuti (dovuto ad inserzioni o delezioni delle unità nucleotidiche che caratterizzano questi marcatori polimorfici, con conseguente alterazioni della loro lunghezza/grandezza) permette di evidenziare la LOH o la MSI. Qui di seguito sono riportati due esempi di tali alterazioni: MSI 170 175 Normale Tumore 180 185 LOH 190 195 Normale Tumore 16 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero GENETICA DEI TUMORI: RISULTATI OTTENUTI DAL GRUPPO Il nostro gruppo di ricerca ha approfondito diversi aspetti dei meccanismi geneticomolecolari alla base di alcuni tipi di neoplasie (carcinoma della mammella, carcinoma dell’endometrio, carcinoma del colonretto, melanoma maligno). Per il carcinoma della mammella, che rappresenta la neoplasia più frequente nel sesso femminile, è oramai chiaro che un fattore di rischio importante nella sua patogenesi è la familiarità: figlie o sorelle di pazienti con carcinoma mammario hanno rischio maggiore di sviluppare questo tumore rispetto alla normale popolazione femminile della stessa età. La costruzione di grandi alberi genealogici in famiglie sarde ci ha permesso di applicare un approccio per identity-by-descent (IBD) nello studio di tali patologie complesse. In pratica questa metodologia si basa sulla ricostruzione di cromosomi ancestrali associati a marcatori genetici che si trovano in vicinanza del locus/gene predisponente alla patologia in esame. Nel corso di una prima fase, sono state analizzate poche famiglie con ricorrenza di questa neoplasia (apparentemente non correlate ed originarie del Nord Sardegna). Mediante IBD, è stato evidenziato un aplotipo comune tra individui affetti nella regione del gene BRCA2. Dal sequenziamento diretto delle porzioni codificanti del gene BRCA2 degli individui affetti, è stata identificata una mutazione germinale con effetto fondatore, responsabile anche di altri tipi di tumore (in particolare, carcinoma della prostata e della vescica). Successivamente, abbiamo esteso lo studio ad una serie più ampia di famiglie del Nord Sardegna in cui l’analisi genetica dell’albero genealogico faceva ritenere potesse essere presente una predisposizione ereditaria al cancro della mammella. Utilizzando le metodiche di screening precedentemente descritte, è stata cosi evidenziata la presenza di mutazione germinali sia su BRCA1 che BRCA2. Nella seguente tabella sono riportate le tre mutazioni germinali identificate nelle famiglie con ricorrenza di carcinoma mammario del Nord Sardegna: Famiglie con ca. mammario (47 totali) 1 (2.1%) Gene-Esone Nucleotide Codone BRCA1-Esone 11 1714 A>T 6 (12.8%) BRCA2-Esone 20 8765delAG 1 (2.1%) BRCA2-Esone 27 10462 A>G Lys505Term Frameshift 2845, 2867Term Ile3412Val 17 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Qui di seguito è invece riportato un interessante pedigree (identificato nella popolazione del Nord Sardegna, nell’ambito di questo progetto) relativo a due pazienti con la mutazione del gene BRCA2 con effetto fondatore, che originano dallo stesso piccolo paese (Thiesi) e presentano antenati comuni nel 1700 (appartenendo, quindi, alla stessa estesa famiglia): I:1 II:1 III:1 IV:1 IV:2 V:1 VI:1 III:2 V:2 VI:2 45 II:2 III:3 III:4 IV:3 V:3 VI:3 II:3 III:5 IV:4 V:4 79 II:6 III:7 IV:6 V:6 VI:5 II:5 III:6 IV:5 V:5 76 VI:4 II:4 I:2 II:7 III:8 II:8 III:9 II:9 III:10 III:11 IV:7 V:7 VI:7 75 III:12 IV:8 V:8 VI:6 45 II:10 VI:8 V:9 VI:9 V:10 VI:10 78 V:11 VI:11 VI:12 69 II:11 III:13 IV:9 V:12 V:13 VI:13 59 VI:14 II:12 III:14 III:15 IV:10 V:14 VI:15 IV:11 V:15 V:16 VI:16 VII:1 44 FAM.48 Per il carcinoma dell’endometrio, i dati citogenetici suggeriscono la presenza di alcune ricorrenti alterazioni cromosomiche: riarrangiamenti del cromosoma 1, specialmente trisomie e tetrasomie 1q, trisomie del cromosoma 10 e, più sporadicamente, trisomie dei cromosomi 2, 7, e 12. In particolare, i cromosomi 1 e 10 sono risultati coinvolti nella patogenesi del carcinoma dell’endometrio, come confermato anche da analisi di ibridazione in situ (Fluorescence In III:16 Situ Hybridization, FISH) condotte in questi ultimi anni dal nostro gruppo. Recenti studi molecolari che valutano la perdita di eterozigosi (perdita di materiale genetico su uno dei due cromosomi omologhi) nel DNA tumorale rispetto al controllo normale, hanno dimostrato delezioni alleliche sul cromosoma 10q25-q26 nel 40% dei tumori dell’endometrio esaminati, suggerendo la presenza in queste 18 VI:17 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero regioni di geni oncosoppressori. In collaborazione con l'Istituto di Anatomia Patologica dell'Università di Sassari abbiamo intrapreso uno studio su casi sporadici di carcinoma dell'endometrio al fine di individuare eventuali geni presenti in questa regione e coinvolti in questa neoplasia. L’analisi molecolare è stata condotta su DNA estratto da tessuto tumorale e corrispondente tessuto sano inclusi in paraffina mediante PCR con marcatori polimorfici localizzati nella regione 10q25-q26, ed ha permesso di individuare tre sottogruppi di pazienti con carcinoma dell’endometrio: uno, senza alterazioni a carico della regione; il secondo, con delezione più o meno estesa della regione intorno al locus D10S190; ed il terzo, con prevalenza di instabilità microsatellitare. Il gruppo di pazienti con la delezione della regione 10q25-26 è stata ulteriormente analizzata mediante incremento della densità dei marcatori polimorfici. Abbiamo così ristretto la regione minima di delezione allelica (o LOH) ad un frammento genomico inferiore a 200 kilobasi, che include il locus candidato D10S190 (tra i marcatori D10S1236 e WIAF3299, come evidenziato nel sottostante schema): D10S610 D10S1236 D10S190 D10S542 WIAF3299 TEL CEN 170 kb 0.5 cM 0.6 cM Abbiamo quindi intrapreso la ricerca di sequenze trascritte localizzate in tale ristretta regione genomica, mediante analisi bioinformatica della sequenza nucleotidica compresa tra i suddetti marcatori intorno al locus D10S190. Allo stato attuale due trascritti candidati sono stati identificati (come qui di seguito indicato): Gene 2 D10S12 36 I V I V II I I I I I I D10S19 0 II I 40 kb WIAF329 9 I V 130 kb Gene 1 19 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero I casi con instabilità microsatellitare, probabilmente causati da errori nel meccanismo di replicazione del DNA (mismatch repair), sono stati sottoposti a screening molecolare per identificare variazioni di sequenza nei geni candidati che controllano il mismatch repair (geni MMR). Sono state cosi identificate variazioni geniche germinali su MLH1 e MSH2, come qui di seguito riportato: Tipo Gene-Esone Nucleotide Codone Mutazione Polimorfismo MLH1-Exon 17 MLH1-Exon 8 1963 A>G 655 A>G Ile655Val Ile219Val Polimorfismo Polimorfismo Polimorfismo MLH1-Exon 15 MSH2-Exon 1 MSH2-Exon 10 IVS14-19 A>G IVS1+8 C>G IVS9-9 T>A - Polimorfismo MSH2-Exon 10 IVS10+12 A>G - Per il carcinoma del colon-retto, ci siamo prefissati di meglio indagare il ruolo dell’instabiltà dei microsatelliti (MSI) in tale patologia e dei principali geni MMR, MLH1 e MSH2, nella determinazione del fenotipo instabile (MSI+), mediante analisi condotte su un’ampia casistica includente sia casi sporadici che casi familiari. L’inattivazione dei geni MMR è stata dimostrata essere dovuta a mutazioni somatiche o meccanismi epigenetici di gene silencing (in particolare, la metilazione del promotore) di entrambi gli alleli genici con conseguente perdita completa della specifica funzione MMR e sviluppo di un tumore caratterizzato da fenotipo MSI+. Quest’ultima potrebbe essere considerata una manifestazione secondaria che tuttavia potrebbere essere correlata alla presenza di ulteriori alterazioni a carico di specifici geni o regioni cromosomiche bersaglio coinvolte nei processi di tumorigenesi. L' interesse per il fenomeno dell’instabilità genetica, è aumentato notevolmente dal fatto che esso non risulta essere limitato solo ai pazienti con una storia familiare positiva per tumori del colon-retto, ma è stato riscontrato in una percentuale variabile anche nei casi di carcinoma colorettale di tipo sporadico, nonché in altri tipi di tumore a sede extracolica (per esempio, come abbiamo già dimostrato, nel carcinoma dell’endometrio). Abbiamo quindi cercato di mettere in evidenza le correlazioni esistenti tra la presenza del fenotipo MSI+ con diversi parametri clinico-patologici nei pazienti affetti dal carcinoma. Non è stata osservata una correlazione tra lo stadio della malattia, classificata secondo Dukes, e l’instabilità dei microsatelliti. Questo sta ad indicare che l’instabilità genetica sembra non giocare un ruolo importante nella 20 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero progressione clinica del carcinoma (dalla fase di invasione a quella di metastatizzazione), quanto piuttosto nella fase di insorgenza della neoplasia. Per definire il ruolo dei geni mutatori, MLH1 e MSH2, nell’insorgenza e nello sviluppo del carcinoma del colon-retto sono state avviate analisi mutazionali delle regioni codificanti di questi due geni nei casi che presentavano il fenotipo MSI+ e ricorrenza famigliare della malattia. Tali analisi condotte su DNA germinale di pazienti appartenenti a queste famiglie hanno evidenziato la presenza delle seguenti mutazioni germinali: Positive families 34 total (%) 1 (2.9) 1 (2.9) 1 (2.9) 3 (8.8) 2 (5.9) 1 (2.9) 1 (2.9) 1 (2.9) 2 (5.9) GeneExon Nucleotide Codon Base Amino Acid Change Change 3AA deletion Mutation Designation small deletion, shortened protein 971del9 missense Lys618Arg MLH1-11 971_979 324 MLH1-16 1851 618 MLH1-19 2245 749 T>C LEU to PRO missense Leu749Pro MSH2-1 34_35 12 insG Stop 80 frameshift, truncated protein 34insG MSH2-1 38 13 G>T SER to ILE missense Ser13Ile MSH2-6 965 322 G>A GLY to ASP missense Gly322Asp MSH2-6 1024 342 G>A VAL to ILE missense Val342Ile MSH2-6 1076 - G>T - 594 insCT Stop 599 MSH2-12 1781_1782 del9 Mutation Effect AA>CG LYS to ARG splicing site IVS6+1G>T alteration frameshift, 1781insCT truncated protein Per il melanoma maligno, si ritiene che la trasformazione melanocitaria sia legata all’accumulo di diverse alterazioni genetiche. Un crescente numero di evidenze indica che: a) il melanoma può insorgere su nevi melanocitici preesistenti; b) nevi displastici o atipici possono essere considerati lesioni preneoplastiche. Inoltre, il rischio relativo è superiore in pazienti con storia familiare di melanoma. I riarrangiamenti e/o le delezioni del braccio corto del cromosoma 9 (9p) rappresentano l’evento genetico più comune nelle lesioni primitive di melanoma cutaneo, intervenendo negli stadi iniziali della malattia. Studi molecolari ed analisi genetiche di linkage hanno indicato la 9p21 come la regione cromosomica coinvolta 21 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero nella patogenesi del melanoma maligno. Riarrangiamenti della 9p21 potrebbero rappresentare gli eventi “iniziatori” della trasformazione in melanoma ed essere già presenti nelle lesioni in situ o perfino nei nevi atipici. In alternativa, difetti del gene oncosoppressore CDKN2A, mappato nella regione 9p21 e coinvolto nella patogenesi del melanoma familiare, potrebbero contribuire alla instaurazione del potenziale invasivo e, successivamente, di quello metastatico. Analisi delle mappe di delezione hanno indicato che altri geni oncosoppressori possono essere presenti nella 9p21 e coinvolti nella trasformazione neoplastica. Abbiamo quindi attuato uno studio per valutare il ruolo della 9p21 nell’insorgenza e progressione del melanoma maligno, mediante PCR di microsatelliti mappati in questa regione cromosomica ed amplificazione del DNA proveniente da tessuti inclusi in paraffina. Sono state analizzate sia le lesioni primitive che quelle secondarie provenienti dagli stessi pazienti ed è stata definita l’incidenza delle diverse alterazioni genetiche (perdita di eterozigosi e/o instabilità microsatellitare) nelle diverse fasi della progressione tumorale (dal tumore primitivo alla metastasi). I risultati ottenuti hanno evidenziato che la percentuale di delezioni alleliche a carico della 9p21 non varia molto fra tumori primitivi e metastasi, suggerendo che la perdita di eterozigosi in 9p21 sia un evento precoce nello sviluppo del melanoma. Inoltre è stata identificata una nuova regione di delezione allelica, a livello del marcatore D9S171 (evidenziato nel sottostante schema), in cui è stata avviata la Marker 61 70 76 90 102 82 68 79 67 12 56 15 107 65 53 71 72 73 36 21 103 105 62 55 52 80 77 ricerca di un probabile gene candidato coinvolto nella patogenesi del melanoma: O O O D9S162 D9S974 O O D9S1748 O O O O O O D9S259 O O O O O O O O O O X O O O X O X X O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O O D9S126 D9S263 X O D9S171 D9S169 O O D9S942 O X X O O O X O O O X O X O X O O O I marcatori sono ordinati dal più telomerico (in alto) al più centromerico (in basso). Ogni paziente è indicato dal proprio numero nella serie. Le caselle nere indicano LOH; quelle grigie, MSI; quelle bianche, assenza di alterazione. I segni O e X indicano omozigosi costituzionale (casi non infirmativi per LOH) e assenza di dati, rispettivamente. 22 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Abbiamo inoltre attuato un’analisi mutazionale di tutte le sequenze codificanti e delle regioni esone-introne dei principali geni di suscettibilità al melanoma (CDKN2A, CDKN2B, CDK4, and Id-1) nonché della regione del promotore di CDKN2A in famiglie del Sud Italia con ricorrenza di tale patologia. Eccetto una minoranza di famiglie con mutazione di CDKN2A (evidenziate in rosso nella seguente tabella), non abbiamo riscontrato alcuna mutazione negli altri geni candidati analizzati. Nucleotide Codon MM families (%) 110 G>C Arg24Pro 8 0 0 1-292 G>A - 8 0 0 CDKN2A-Exon 2 482 G>A Ala148Thr 23 23 8 CDKN2A-Exon 3 500 C>G 8 4 8 CDKN2A-Exon 3 540 C>T 15 12 12 Gene-position CDKN2A-Exon 1 CDKN2A-Promoter Sporadic Healthy MM pts controls (%) (%) CDKN2A-Promoter 1-191 A>G - 15 12 15 CDKN2A-Promoter 1-493 A>T - 23 23 8 ID.1-EXON 1 434 A>G Gly96Gly 15 n.t. 10 Id.1-Exon 2 IVS1-11 C>T - 8 n.t. 10 Id.1-Exon 2 IVS1-18 T>C - 39 n.t. 33 La frequenza delle varianti geniche è riportata per 13 famiglie con melanoma maligno (MM), 26 casi sporadici e 100 individui normali come controllo; n.t., non testato. L’identificazione di un’alta incidenza di “linkage” alla regione 9p21 nelle famiglie con melanoma e negative per mutazioni germinali nei geni del locus CDKN suggerisce che altri tipi di alterazioni [genetiche (mutazioni introniche) o epigenetiche (“gene silencing”)] potrebbero essere responsabili della predisposizione al melanoma. Mediante analisi FISH in un gruppo di sezioni di tessuto tumorale su vetrino da pazienti con melanoma, abbiamo inoltre confermato l’esistenza in situ di delezioni alleliche a livello del locus D9S171 (precedentemente identificato dal sottoscritto), suggerendo ulteriormente che tale regione sul cromosoma 9p21 potrebbe contenere altri geni di suscettibilità al melanoma maligno. 23 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Qui di seguito sono riportati: (A) il risultato dell’analisi genotipica di una famiglia con ricorrenza di melanoma, negativa per mutazioni dei geni CDKN ma associata (in linkage) alla regione 9p21; e (B) un caso di melanoma che presenta delezione in eterozigosi a livello del locus D9S171, come evidenziato mediante analisi FISH: A I:1 II:1 II:2 54 I:2 II:3 III:1 II:4 I:3 II:5 III:2 26 12 4 6 2 7 11 3 6 6 5 4 6 2 3 1 1 5 1 IV:1 12 6 7 3 6 4 2 1 5 1 7 7 5 8 2 3 1 5 II:6 II:7 52 III:3 IV:2 II:8 I:4 II:9 III:4 54 4 1 2 1 11 11 4 6 6 5 2 6 1 3 1 1 6 1 IV:3 11 7 6 6 6 4 3 3 5 1 1 11 6 5 6 3 1 5 II:10 II:11 60 III:5 49 IV:4 24 11 1 7 1 6 11 6 6 6 5 4 6 3 3 3 1 5 1 IV:5 9 2 7 3 5 3 1 3 5 12 6 7 3 6 4 2 1 1 II:12 III:6 47 12 10 6 6 7 11 3 6 6 5 4 6 2 3 1 1 5 1 IV:6 9 2 8 3 8 2 3 1 1 12 6 7 3 6 4 2 1 5 IV:7 9 2 7 3 5 3 1 3 5 10 6 11 3 5 4 3 1 1 L’età alla diagnosi è indicata per i membri affetti (in nero; con il punto centrale è un idividuo con nevo atipico; gli altri tipi di “boxes” indicano altri tipi di tumore). Gli aplotipi condivisi a livello della regione 9p21 sono incorniciati. I marcatori sono ordinati dal più telomerico al più centromerico (dall’alto in basso): D9S285, D9S157, D9S162, D9S1748, D9S1846, D9S171, D9S1679, D9S126 e D9S259 (in roso sono indicati i due marcatori inclusi nella regione dei geni CDKN). 24 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero B Sezioni di tessuto tumorale da paziente con melanoma dopo ibridazione in situ con sonda specifica per il locus D9S171. La maggior parte delle cellule presenta un singolo segnale. In collaborazione con il gruppo del dott. Mike Stratton presso il Wellcome Trust Sanger Institute del Regno Unito, abbiamo inoltre contribuito all’identificazione di specifiche mutazioni a carico di un nuovo gene, denominato BRAF (coinvolto nei processi regolativi del ciclo cellulare), in circa due terzi (62%) dei casi di melanoma maligno (mutazioni di questo gene sono invece presenti in misura inferiore in altri tipi di tumore, come mostrato nella seguente tabella): BRAF Mutations Cancer Cell Lines Primary Tumours Nucleotide AA MM CRC Glioma Sarcoma Other MM CRC Ovarian Other Total G1388A G463E 1 1 G1388T G463V 1 1 G1394C G465A 1 1 G1394A G465E 1 1 G1394T G465V 1 1 G1403C G468A 2 2 G1403A G468E 1 1 G1753A E585K 1 1 T1782G F594L 1 1 G1783C G595R 1 1 C1786G L596V 1 1 T1787G L596R 1 1 T1796A V599E 17 5 4 5 2 16 2 3 1 55 TG1796AT V599D 1 1 Total 18 7 4 5 7 18 4 5 1 69 Samples Screened 34 40 38 59 375 24 33 35 286 924 % 52.9% 17.5% 10.5% 8.5% 1.9% 75.0% 12.1% 14.3% 0.5% 7.5% 25 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Inoltre, abbiamo dimostrato che il prodotto del gene BRAF, una proteina ad attività serina/treonina kinasica, possiede, quando mutato, una notevole attività oncogenica in vitro. Pertanto, difetti del gene BRAF anche se partecipano all’insorgenza di più tumori, sembrano svolgere un ruolo di primaria importanza nella patogenesi del melanoma maligno. Tutto questo ha quindi permesso di identificare una nuova tappa nel processo ad accumulo di difetti genetici che sta alla base della trasformazione neoplastica. Nel caso del melanoma, un probabile nuovo fattore diagnostico nonchè nuovo bersaglio di terapia è stato così identificato (ulteriori studi dovranno confermare o smentire queste ipotesi). Sviluppo di nuovi marcatori molecolari come fattori prognostici nel melanoma L’utilizzo di tecniche di biologia molecolare è stata rivolta alla valutazione dell’estensione della malattia. Allo scopo di definire nuovi fattori prognostici molecolari, abbiamo dimostrato che la RT-PCR con marcatori molecolari multipli (multimarker RT-PCR) permette di rivelare la presenza di cellule metastatiche di melanoma nel sangue periferico. In particolare, la RT-PCR con marcatori molecolari multipli è risultata altamente sensibile e abbastanza specifica (l’unico altro tipo di cellula tumorale identificato mediante tale approccio è il sarcoma di Kaposi) nell’identificazione di micrometastasi nei pazienti con melanoma, proponendosi come un test efficace per individuare la presenza di malattia residua e/o la progressione di melanoma durante il follow-up. Inoltre, il tasso di positività sul sangue periferico dei pazienti con melanoma sembra correlare allo stadio di malattia, probabilmente dovuto ad un maggior tumor cell burden circolante. Tutte queste analisi sono state condotte su un’ampia casistica di pazienti con melanoma a vario stadio di malattia; tutti i dati molecolari sono stati correlati con quelli clinici (disease-free survival e overall survival), per le valutazioni statistiche e la definizione della metodica come marcatore di progressione tumorale. Tuttavia, la presenza di cellule circolanti, anche se rappresenta una condizione sine qua non per il successivo sviluppo delle metastasi, non è sempre predittiva della reale formazione di lesioni secondarie (infatti, tutto dipende dalla capacità della cellula metastatica di sopravvivere in circolo associata al suo potenziale invasivo e, quindi, alla capacità di colonizzare tessuti a distanza). Allo scopo di definire un più attendibile indice di progressione neoplastica nonché un più dettagliato criterio di stadiazione nel melanoma, abbiamo attuato uno studio per la diagnosi delle 26 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero micrometastasi sui linfonodi regionali istologicamente negativi (come anche confermato mediante immunoistochimica convenzionale). La presenza di cellule occulte in tessuti inclusi in paraffina da linfonodi regionali istologicamente negativi (vedi rappresentazione esemplificativa qui di seguito riportata) è stata dimostrata statisticamente correlata sia allo stadio di malattia che, soprattutto, alla presenza di recidive. Analisi mediante RT-PCR di RNA messaggero (mRNA) in tessuti inclusi in paraffina di linfonodi istologicamente negativi per cellule neoplastiche da un gruppo di pazienti con melanoma. I marcatori specifici melanoma-associati (tyrosinase e MelanA/MART1) e quello di riferimento (GAPDH) sono marcati con radioattivo ed i prodotti di PCR separati su gel di poliacrilamide. Infine, è in corso di studio, in stretta collaborazione con altri gruppi europei, un nuovo protocollo basato sull’utilizzo della real-time RT-PCR per l’analisi quantitativa dei trascritti delle cellule di melanoma nel sangue periferico allo scopo di aumentare la sensibilità e la specificità di questa metodica. 27 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero FLOW CHARTS attività di ricerca svolta nell’ambito dello studio genetico-molecolare di carcinoma della mammella carcinoma del colon-retto carcinoma dell’endometrio melanoma maligno 28 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Breast Cancer (BC) Selection of BC families with multiple affected members from Sardinia Screening of candidate genes (BRCA1/2) in genomic DNA by single-strand conformation polymorphism (SSCP) and denaturing highperformance liquid chromatography (DHPLC) Direct sequencing on an automated sequencer of all abnormal PCR products Cases positive for mutations Cases negative for mutations Screening of candidate genes in unaffected family members (prevention) Search of other candidate loci by genome-wide search and linkage analysis (pathogenesis) 29 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Colorectal Cancer (CRC) Selection and collection of CRC patients and their families from Sardinia and South Italy Familial classification: Risk A and B (ACS) Amsterdam Criteria (ASCO) MSI Phenotype analisis of archival primary tumors No microsatellite instability (MSI-) LOH analysis of the regions spanning the mismatch repair (MMR) genes Microsatellite instability (MSI+) Immunohistochemistry (IHC) of tumor sections, using antibodies against MMR gene products Classification of the molecular phenotype in CRC probands MSIMSI+ LOHIHC+ Selection of significative families for genome-wide search Correlation with clinical & histological parameters MSI+ LOH+ IHC- MSI+ LOH+ IHC+ MSI+ LOHIHC- Full mutation analysis of the selected MMR genes Identification of new loci for: a) Candidate tumor suppressor genes in MSI- group b) Candidate mismatch repair genes in MSI+ group Methylation studies of known MMR genes New somatic and germinal mutations Identification of founder mutations 30 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Endometrial Cancer (EC) Selection and collection of endometrial cancer patients from Sardinia Identification of a subset of tumors carrying a specific allelic loss Definition of a minimum consensus region of LOH LOH analysis at the candidate region 10q25-q26 Identification of a subset of tumors carrying microsatellite instability (MSI+) LOH analysis within the regions of the mismatch repair (MMR) genes Fluorescence in situ hybridization (FISH) analysis of primary tumors for presence of aneuploidy Correlation with clinical and histological parameters Immunohistochemistry (IHC) of tumors with anti-MMR proteins Classification of the molecular phenotype Identification of two candidate EST clusters Isolation of the candidate tumor suppressor gene Selection of families for genome-wide search Search for new candidate mismatch repair genes LOHIHC+ LOHIHC- Methylation studies of the MMR genes LOH+ IHC+/Mutation analysis of the MMR genes 31 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Malignant Melanoma (MM) Identification of melanoma patients from Sardinia and South Italy Tumor Genetics: definition of the role of the 9p21 region in: Tumor Genetics: selection of MM-prone families Mutational analysis of p16, p15, and p19 Positive Molecular Diagnosis: development of new prognostic factors Identification of micrometastases by RT-PCR on: Negative Peripheral Blood Tumorigenesis and melanoma progression (after analysis of 64 primary sporadic MM tumors and their metastases) New somatic and germinal mutations Identification of new loci by genome-wide search Identification of a new LOH region at 9p21 Correlation with clinical and histological parameters Search for a new candidate gene at 9p21 New Protocols and kits For patients’ management Results on patients followed-up at N.T.I. of Naples Regional Lymph Nodes Results on patients after analysis of histologicallynegative paraffinembedded tissue samples Cooperative work between: MCG - IMI - EORTC 32 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero PRODUZIONE SCIENTIFICA DELLA LINEA (1999-2002) PUBBLICAZIONI 1. G. Palmieri, M. Strazzullo, P.A. Ascierto, S.M.R. Satriano, A. Daponte, and G. Castello on behalf of the Melanoma Cooperative Group. Polymerase Chain Reaction-based detection of circulating melanoma cells as an effective marker of tumor progression. J. Clin. Oncol. 17: 304-311, 1999. 2. P.A. Ascierto, G. Palmieri. Adjuvant therapy of cutaneous melanoma. Lancet 353: 328, 1999. 3. (I.F. 8,773) (I.F. 10,232) Y. Feng, D.R. Hodge, G. Palmieri, D.L. Chase, D.L. Longo, and D.K. Ferris. Association of polo-like kinase with alpha-, beta- and gamma-tubulins in a stable complex. Biochem. J. 339: 435-442, 1999. 4. (I.F. 4,280) M. Pisano, I. Persico, G. Casu, G. Palomba, G. Palmieri, A. Cossu, F. Tanda, and M. Pirastu. BRCA2 small insertion in breast cancer. Hum. Genet. 104: 289, 1999. 5. (I.F. 3,422) M. Strazzullo, G. Palmieri, S.M.R. Satriano: Dal danno genetico al tumore; in G. Castello (Ed.): Esposizione ad agenti genotossici; Valutazione del rischio verso un approccio globale alla tutela della salute. Edizioni Scientifiche Cuzzolin, Napoli: 253-272, 1999. 6. G. Palmieri. Analisi genetiche in individui a rischio: un nuovo approccio per la prevenzione dei tumori. Obiettivo Vita Anno 3 (1): 2, 1999 7. M. Pisano, A. Cossu, I. Persico, G. Palmieri, A. Angius, G. Casu, G. Palomba, M.G. Sarobba, P.C. Rocca, M.F. Dedola, N. Olmeo, A. Pasca, M. Budroni, V. Marras, A. Pisano, A. Farris, G. Massarelli, M. Pirastu, and F. Tanda. A novel BRCA2 mutation with founder effect in Sardinia detected by identity by descent method. Br. J. Cancer 82: 553-559, 2000. 8. (I.F. 3,489) P.A. Ascierto, G. Palmieri, E. Celentano, R. Parasole, C. Caracò, A. Daponte, M.G. Chiofalo, M.T. Melucci, N. Mozzillo, R.A. Satriano, G. Castello and the Melanoma Cooperative Group. 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Olmeo, A. Contu, A. Pasca, M.P. Satta, I. Persico, A.A. Carboni, P. Cossu-Rocca, M. Contini, J. Mangion, M.R. Stratton, and F. Tanda. BRCA1 and BRCA2 germline mutations in Sardinian breast cancer families and their implications for genetic counseling. Ann. Oncol. 13: 1899-1907, 2002 (I.F. 3,249) 26. G. Palmieri, P.A. Ascierto, F. Perrone, S.M.R. Satriano, A. Ottaiano, A. Daponte, M. Napolitano, C. Caracò, N. Mozzillo, M.T. Melucci, A. Cossu, F. Tanda, C. Gallo, R.A. Satriano, and G. Castello on behalf of the Melanoma Cooperative 35 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Group. Prognostic value of circulating melanoma cells detected by reverse transcriptase-polymerase chain reaction. J. Clin. Oncol. 20: in press. (I.F. 8,773) 27. G. Palmieri, P.A. Ascierto, A. Cossu, M. Colombino, M. Casula, G. Botti, A. Lissia, F. Tanda, and G. Castello. Assessment of genetic instability in melanocytic skin lesions through microsatellite analysis of benign nevi, dysplastic nevi, and primary Melanoma Res. : in press. melanomas along with their metastases. (I.F. 1,862) PUBBLICAZIONI ATTI DI CONGRESSI 1. M. Pisano, A. Cossu, I. Persico, G. Palmieri, A. Angius, G. Casu, G. Palomba, M.G. Sarobba, A. Farris, G. Massarelli, F. Tanda, M. Pirastu. A founder mutation in Sardinian breast cancer families detected by identity-by-descent method. 31th Annual Meeting of the European Society of Human Genetics, Geneve, Switzerland, P-604. Eur. J. Hum. Genet. 7, Suppl. 1: 146, 1999. 2. G. Palmieri, M. Strazzullo, P.A. Ascierto, S.M.R. Satriano, M. Pisano, A. Daponte, C. Caracò, N. Mozzillo, G. Castello and the Cooperative Melanoma Group. PCRpositive mRNAs in peripheral blood of patients with malignant melanoma as an effective tumor progression marker. Thirty-Fifth Annual Meeting of the American Society of Clinical Oncology, Atlanta, USA, n. 2077. 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Identification of different patterns of genetic alteration (a new minimal LOH region at chromosome 10q25-q26 and genomic instability) in Sardinian patients with sporadic endometrial cancer and correlation with clinicopathological parameters. Thirty-Seventh Annual Meeting of the American Society of Clinical Oncology, San Francisco, U.S.A., n. 2473. Proceedings of ASCO 20 (2): 181b, 2001. 13. P.A. Ascierto, A. Daponte, G. Palmieri, G. Botti, N. Mozzillo, and G. Castello on behalf of Melanoma Cooperative Group of Naples. Melanoma from research to treatment. The experience of Melanoma Cooperative Group of Naples. ThirtySeventh Annual Meeting of the American Society of Clinical Oncology, San Francisco, U.S.A., n. 2888. Proceedings of ASCO 20 (2): 284b, 2001. 14. M. Pisano, A. Cossu, G. Palomba, M.G. Sarobba, A. Farris, M.F. Dedola, N. Olmeo, A. Contu, I. Persico, M.P. Satta, M. Ibba, M.R. Stratton, M. Pirastu, F. Tanda, and G. Palmieri. Screening for founder mutations in BRCA1/2 tumor susceptibility genes among breast cancer families from North Sardinia. Annual Meeting of the American Society of Human Genetics, San Francisco, U.S.A., n. 426. Am. J. Hum. Genet. 69 (4), Suppl.: 256, 2001. 15. G. Palmieri, P.A. Ascierto, A. Cossu, M. Casula, P. Cannada Bartoli, G. Botti, A. Daponte, A. Lissia, F. Tanda, and G. Castello. Genetic analysis of sporadic and familial malignant melanoma (MM): assessment of the role of 9p21 region and p16/CDKN2A gene in MM tumorigenesis and its clinicopathological correlation. The European Cancer Conference (ECCO 11), Lisbon, Portugal, n. 288. Eur. J. Cancer 37, Suppl. 6: S81, 2001. 16. M. Pisano, G. Palomba, A. Cossu, G. Palmieri, M. Ibba, M.G. Sarobba, M.F. Dedola, M.P. Satta, M. Pirastu, and F. Tanda. BRCA1 and BRCA2 analysis in breast cancer families from Sardinia: identification of two BRCA2 founder mutations with their clinical and pathological implications. 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Lissia, F. Tanda. From genetics to physiopathology of malignant melanoma (MM): assessment of the role of known genes (p16, CDK4, Id-1) and identification of a new candidate locus on chromosome 9p21 through combined genomic and functional approaches. Thirty-Eight Annual Meeting of the American Soc. of Clin. Oncol., Orlando, n. 1379. Proceedings of ASCO 21: 345a, 2002. 24. P. Baldinu, A. Manca, A. Cossu, M.P. Satta, M.C. Sini, S. Tore, M. Pisano, M. Casula, M.F. Dedola, S. Dessole, A. Pintus, A.A. Carboni, F. Tanda, and G. Palmieri. Search for candidate gene(s) at chromosome 10q25-q26 in endometrial cancer. 4th National Congress of Medical Oncology, Turin, Italy, n. F38. Ann. Oncol. 13, Suppl. 3: 88, 2002. 25. M. Casula, P.A. Ascierto, A. Cossu, A. Manca, C. Rozzo, M. Colombino, C. Loddo, S.M.R. Satriano, G. Castello, A. Lissia, F. Tanda, and G. Palmieri. Mutational analysis of candidate genes in families with malignant melanoma (MM): assessment of the role of the CDKN2A gene in MM predisposition. 4th National Congress of Medical Oncol., Turin, n. G42. Ann. Oncol. 13, Suppl. 3: 100, 2002. 38 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero 26. A. Manca, P. Baldinu, A. Cossu, M.P. Satta, M.C. Sini, S. Tore, M. Casula, M. Pisano, C. Rozzo, S. Dessole, A. Pintus, A. Lissia, A.A. Carboni, F. Tanda, and G. Palmieri. Identification of candidate transcripts at chromosomes 10q25-q26 and 9p21 in endometrial cancer and malignant melanoma. Annual Meeting of the American Society of Human Genetics, Baltimore, U.S.A., n. 434. Am. J. Hum. Genet. 71 (4), Suppl.: 246, 2002. 27. M. Colombino, G. Palomba, A. Cossu, M. Pisano, M.P. Satta, M.G. Sarobba, A. Farris, M.F. Dedola, A.A. Carboni, A. Manca, F. Tanda, and G. Palmieri. Screening for germline mutations of candidate genes in Sardinian cancer families. Annual Meeting of the American Society of Human Genetics, Baltimore, U.S.A., n. 449. Am. J. Hum. Genet. 71 (4), Suppl.: 248, 2002. 28. A. Cossu, M. Novelli, P. Carta, S.R. Lakhani, A. Pasca, G. Palmieri, M. Contini, N.A. Wright, F. Tanda. Demonstration of tumour clonality by RT-PCR amplification of G6PD gene in carriers of MED mutation. XXIVth International Congress of the International Academy of Pathology, Amsterdam, The Netherlands, n. P.22.246. Histopathology 41, Suppl. 1: 204, 2002. 29. G. Palomba, M. Colombino, A. Cossu, M. Pisano, M.P. Satta, A. Farris, M.F. Dedola, F. Scintu, A.A. Carboni, A. Manca, F. Tanda, and G. Palmieri. Germline mutations in candidate genes among cancer families from Sardinia. 27 th ESMO Congress, Nice, n. 33PD. Ann. Oncol. 13, Suppl. 5: 10, 2002. 30. G. Palmieri, A. Cossu, A. Manca, M. Casula, C. Rozzo, G. Botti, G. Castello, A. Lissia, F. Tanda, and P.A. Ascierto. Low prevalence of microsatellite instability in malignant melanoma. 27th ESMO Congress, Nice, France, n. 583P. Ann. Oncol. 13, Suppl. 5: 158-159, 2002. PARTECIPAZIONI E COMUNICAZIONI A CONGRESSI 1. P.L. Cherchi, G.A. Ruiu, A. Manca, G. Palmieri, M. Pisano, M. Pirastu, A. Cossu, F. Tanda, S. Dessole. Genomic instability of the human chromosome 10q25q26 in patients with endometrial cancer. The 4th Congress of the European Society for Gynecologic & Obstetric Investigation, Madonna di Campiglio, Italy: RT15, 1999. 2. M. Strazzullo, G. Palmieri, P.A. Ascierto, S.M.R. Satriano, A. Daponte, G. Comella, N. Mozzillo, G. Castello, and the Melanoma Cooperative Group. Detection of circulating mRNAs in melanoma patients using RT-PCR assays: an effective tumor progression marker. IV Meeting of Molecular Oncology, Positano, Italy, P93: 148, 1999. 3. G. Palmieri, P.A. Ascierto, S.M.R. Satriano, N. Mozzillo, G. Botti, C. Caracò, R. Parasole, A. Daponte, M.G. Chiofalo, M.T. Melucci, A. Cossu, A. Lissia, F. Tanda, G. Castello, the Melanoma Cooperative Group. The role of RT-PCR markers in peripheral blood and regional nodes in the management of melanoma (MM) patients. IV Conferenza “Melanoma: dalla biologia alla clinica”, Forli: 29, 2000. 4. F. Scintu, M.Giordano, P.Mocci, L.Marongiu, M. Melis, G. Palmieri, M. Pirastu, G. Casula. Prognostic implications of replication error phenotype in non-sporadic colorectal cancer. 4th Annual Meeting of European Society of Surgery, Krakow, Poland, n. 271. Przeglad Lekarski 57, Suppl. 6: 54, 2000. 5. G. Palmieri, P.A. Ascierto, G. Botti, N. Mozzillo, C. Caracò, S.M.R. Satriano, R. Parasole, A. Daponte, M.G. Chiofalo, M.T. Melucci, A. Cossu, A. Lissia, F. Tanda, and G. Castello. The RT-PCR markers in the management of melanoma (MM) patients: the experience of Melanoma Cooperative Group of Naples. Meeting on Sentinel Node, Santa Monica (CA), USA, n.12: 38, 2000. 39 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero 6. A. Manca, A. Cossu, G. Palmieri, M. Colombino, A. Curci, A. Avallone, M. Giordano, F. Scintu, M. Amoruso, M. Bonomo, M.F. Dedola, D. Pirino, F. Tanda. Instabilità genetica microsatellitare e prognosi del carcinoma del colon retto. XX Congresso Nazionale della Società Italiana di Patologia dell’Apparato Digerente (SIPAD), Alghero (SS), Italy: 216-219, 2001 7. G. Palmieri, A. Cossu, M. Pisano, P. Baldinu, M.G. Sarobba, A. Farris, M.F. Dedola, S. Dessole, N. Olmeo, A. Contu, G. Palomba, I. Persico, M.P. Satta, M. Casula, A. Manca, M. Ibba, A Pintus, M. Pirastu, and F. Tanda. Identification of founder mutations in tumor susceptibility genes among breast cancer families and endometrial cancer patients from Sardinia. International Meeting on New Trends in Molecular Carcinogenesis, Alghero (SS), Italy: 14, 2001. 40 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero PROGETTI FINANZIATI (SCADUTI ED IN CORSO) DI RICERCA GENETICA DEI TUMORI. QUOTE DI DALLA LINEA DI RICERCA PRESSO L’I.G.P. NELL’AMBITO DELLA LINEA FINANZIAMENTO RICEVUTE Assessorato alla Sanità, Giunta Regionale della Campania, Progetto “Approccio genetico molecolare nel melanoma maligno: studio dei fattori di predisposizione e di ricorrenza familiare come base per la produzione di vaccini antimelanoma”. Annualità 1999. Responsabile Scientifico: Dr. Giuseppe Castello, Immunologia Clinica, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli. Quota di finanziamento per la Linea presso l’I.G.P.: Lire 90.000.000 Ricerca Finalizzata Ministero della Sanità F.S.N. 1998, Progetto “Basi genetiche della suscettibilità al melanoma maligno: studio della predisposizione e ricorrenza familiare e definizione dei fattori di rischio e prognosi”. Annualità 1999-2000. Responsabile Scientifico: Dr. Giuseppe Castello, Immunologia Clinica, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli. Quota di finanziamento per la Linea presso l’I.G.P.: Lire 80.000.000 Ricerca Finalizzata Ministero della Sanità F.S.N. 1999, Progetto “Sviluppo di nuove metodiche per la diagnostica e la valutazione prognostica del melanoma: a) Identificazione precoce di micrometastasi da melanoma, non rilevabili con metodiche tradizionali, mediante utilizzo del frammento variabile ricombinante a single chain (scFv) diretto contro l’antigene melanoma associato ad alto peso molecolare (HMW-MAA); b) Sviluppo di nuove metodiche di analisi citogenetica e molecolare per la valutazione di specifiche alterazioni geniche correlate all’evoluzione e prognosi del melanoma”. Annualità 2000-2001. Responsabile Scientifico: Dr. Maria Luisa Lombardi, Immunologia, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli. Quota di finanziamento per la Linea presso l’I.G.P.: Lire 40.000.000 Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (A.I.R.C.), Progetto “Genotypephenotype analysis of tumors in Sardinian patients: identification of cancer genes using genetic isolates”. Annualità 2001. Responsabile Scientifico: Dr. Giuseppe Palmieri, Istituto di Genetica delle Popolazioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Finanziamento per la Linea: Lire 80.000.000 (pari a Euro 41.317) 41 Relazione attività scientifica 1999-2002 Linea Genetica dei Tumori, CNR, Alghero Assessorato alla Programmazione, Regione Autonoma della Sardegna, Progetto “Genetica e Tumori nel Nord Sardegna: correlazione tra epidemiologia, istopatologia e genetica”. Annualità 2001-2003. Responsabile Scientifico: Prof. Francesco Tanda, Istituto di Anatomia Patologica, Università degli Studi di Sassari. Quota di finanziamento per la Linea presso l’I.G.P.: circa Euro 330.000 (pari a circa Lire 640.000.000) Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (A.I.R.C.), Progetto “Genotypephenotype analysis of tumors in Sardinian cancer patients: identification of new genes using genetic isolates”. Annualità 2002. Responsabile Scientifico: Dr. Giuseppe Palmieri, Istituto di Genetica delle Popolazioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Finanziamento per la Linea: Euro 37.000 42