11-10-2007 12:57 Pagina 447 Contributi pratici 10_ottobre_2007_DEF.qxp Insetti Imenotteri in ambiente urbano Proposta di gestione dell’emergenza Giovanni Formato Stefano Saccares IZS delle Regioni Lazio e Toscana Giuliano Vari Azienda USL Roma D Elisabetta Lasagna Adriano Mantovani I.S.S. Roma Introduzione La presenza di insetti Imenotteri (api, vespe, calabroni) in ambito urbano è considerata una “emergenza veterinaria minore”, fondamentalmente connessa alla sciamatura delle api ed alla localizzazione dei nidi di vespe e calabroni in prossimità di luoghi frequentati. Gli Imenotteri in ambiente urbano possono essere riscontrati nei luoghi più disparati: rami di alberi, cucce di cani, contatori della luce, intercapedini di serrande, canne fumarie, soffitte, cornicioni di edifici od altri ripari urbani dati da balconi, tetti, tegole, ecc. Le principali specie coinvolte nell’emergenza insetti Imenotteri in ambiente urbano sono l’ape domestica (Apis mellifera), la vespa (Vespa spp. e Polistes spp.) ed il calabrone (Vespa crabro). A tal proposito è opportuno sottolineare le principali differenze morfologiche esistenti tra i suddetti insetti (figura 1). Il corpo dell’ape si presenta più “tozzo” e di colore marrone-ambrato; in posizione di riposo le api mantengono le ali ben distese lungo il corpo sopra l’addome. Figura 1 - Differenze morfologiche tra ape, vespa e calabrone (foto Dr. Palazzetti). Ape comune Apis Mellifera Lunga circa 1,3 cm con livrea comunemente poco vistosa (marrone giallastra) e rivestita di peli più o meno estesi e fitti. 1,3 cm Vespa Vespa spp. Da 1,5 a 2 cm di lunghezza, presenta una colorazione brillante nera con strisce o macchie gialle vivaci. 1,6 cm Calabrone Vespa E’ la più grossa vespa presente in Italia; ha lunghezza variabile da 2,2 a 3,4 cm. La livrea è colorata in giallo vivace e nero con sfumature rossastre. 10 / 447 2,4 cm 10_ottobre_2007_DEF.qxp 11-10-2007 12:57 Pagina 448 Contributi pratici Le vespe ed i calabroni, invece, hanno fisionomia più “longilinea”, colore del corpo giallo vivace ed a riposo mantengono le ali chiuse a ventaglio. Il calabrone, in particolare, possiede la stessa forma della vespa ma è 3-4 volte più grande di quest’ultima e possiede sfumature rossastre. A differenza delle vespe e dei calabroni, che posseggono un apparato buccale di tipo tagliente e sono quindi causa di nocumento a frutta e verdura (figura 2), le api posseggono un apparato buccale di tipo lambente-succhiante specializzato nel prelevare il nettare dai fiori (figura 3). voluta, le api possono diventare pericolose per l’uomo e rappresentare una vera e propria emergenza. Come noto, questa è strettamente correlata con il fenomeno della sciamatura delle api (figura 4), evento naturale che rappresenta la modalità che questi Imenotteri utilizzano per perpetrare la propria specie e che risulta dalla divisione di una colonia di api (“famiglia di api”) giunta al massimo del suo accrescimento. Figura 4 Sciame di api tra i rami di un albero (foto Dr.ssa Zottola) Figura 2 Apparato boccale tagliente di vespa Figura 3 Ape: appendice boccale (da Contessi) Le api in ambito urbano possono essere molto utili ai fini di un loro impiego quale insetto indicatore di inquinamento ambientale. Quando però la loro presenza non è Ogni sciame è composto da un gruppo più o meno numeroso di api operaie con una piccola quantità di fuchi ed a capo un’ape regina che, allontanandosi dal loro ceppo originario, si organizza in vita autonoma. La numerosità di api che costituisce lo sciame non è costante ma può arrivare fino ad un massimo di 30.000 api (ed un peso di circa 3 kg). Maurice Maeterlinck, pensatore belga nato a Gand nel 1862, definisce la sciamatura come: “il momento in cui un popolo intero, raggiunto il fastigio della prosperità e della potenza, abbandona improvvisamente alla generazione futura tutte le sue ricchezze, i suoi palazzi, le sue dimore ed il frutto delle sue fatiche, per andare a cercar lontano l’incertezza e l’inopia di una patria nuova”. La permanenza dello sciame nel riparo trovato può essere definitiva o, più spesso, di breve durata (1-4 giorni), a vantaggio di una dimora più adatta. Vespe e calabroni sono particolarmente attratti da frutta, carne ed altri alimenti, per 10 / 448 cui possono infastidire chi consuma tali cibi in luoghi esposti. Esiste un andamento stagionale del fenomeno della sciamatura che coincide con il periodo primaverile ed estivo. Anche le vespe ed i calabroni in primavera ed in estate aumentano fortemente di numero. Aumentano conseguentemente, in tali circostanze, anche le richieste di intervento dei servizi veterinari pubblici per risolvere le emergenze urbane che si vengono a creare. Il fenomeno “insetti Imenotteri in ambito urbano” deve essere considerato un problema sanitario emergente per l’aumento dei fenomeni allergici intervenuto in questo ultimo decennio in Europa. Da studi epidemiologici, infatti, è stato evidenziato che, dopo puntura di Imenotteri, il 3% della popolazione europea manifesta reazioni di tipo sistemico e che il 26% manifesta estese reazioni locali. Il meccanismo di azione del veleno può essere dovuto ad un’azione tossica primaria diretta (in genere associata ad un numero elevato di punture) ma, nella maggior parte dei casi, viene indotta una sensibilizzazione allergica Ig-E mediata. Malgrado (fortunatamente!) in Italia non esiste l’ape africanizzata, particolarmente temuta per la sua aggressività e la propensione a sciamare, la presenza di sciami in ambito urbano può avere ripercussioni dirette sulla salute dei cittadini sottoforma di: - reazioni anafilattiche, anche mortali; - fenomeni di intossicazione da veleno (per l’elevato numero di punture ricevute); - gonfiori localizzati, che possono creare comunque forti disagi e l’allontanamento dal posto di lavoro per alcuni giorni. Possono poi esserci anche ripercussioni indirette sui cittadini per impedimenti nel normale svolgimento della vita sociale, come in caso di blocco del traffico urbano, interruzione delle lezioni scolastiche, eccetera. Non vanno neanche trascurati eventuali fenomeni di panico che si possono verificare nella popolazione. Ovviamente, i servizi veterinari pubblici non possono farsi carico, da soli, dell’emergenza sciami in ambito urbano, ma devono collaborare con altri Enti o figure professionali, quali i vigili del fuoco, i vigili urbani, le associazioni degli apicoltori, ecc. 10_ottobre_2007_DEF.qxp 11-10-2007 12:57 Scopo del presente lavoro è quello di proporre una linea di intervento coordinata tra le diverse figure professionali coinvolte nell’emergenza sciami, al fine di accelerare i tempi della sua risoluzione. Proposta d’intervento per la risoluzione dell’emergenza “insetti Imenotteri” Interventi di formazione dovranno essere previsti per tutte le figure professionali (vigili del fuoco, vigili urbani, veterinari, apicoltori, ecc.) potenzialmente coinvolte nell’emergenza. Questi dovranno, infatti, disporre di personale appositamente preparato a questo tipo di emergenza. Gli apicoltori che interverranno dovranno inoltre essere muniti di assicurazione che li possa coprire per eventuali infortuni sul lavoro. Dovrà comunque esistere un responsabile della risoluzione dell’emergenza avente anche funzioni di coordinamento tra le diverse figure professionali coinvolte. Ciascun Servizio Veterinario ASL disporrà di almeno un professionista competente in materia, provvisto di idonea attrezzatura (affumicatore, leva, guanti, maschera/tuta) per far fronte a questi tipi di interventi (fig. 5). Presso le associazioni di apicoltori verranno predisposte liste di apicoltori disposti a collaborare (volontari); questi potrebbero anche essere suddivisi in funzione dei Comuni di residenza. La figura dell’apicoltore risulterà fondamentale per il recupero “materiale” degli sciami e sarà comunque sempre assistita, dal punto di vista tecnico, sia dai i vigili del fuoco che dai veterinari. Pagina 449 Una ricompensa degli apicoltori per la collaborazione prestata potrà avvenire mediante convenzione con le Aziende USL (potranno anche essere utilizzati fondi pubblici destinati all’apicoltura) e/o con la cessione diretta dello sciame recuperato alla persona intervenuta nell’emergenza. I servizi veterinari pubblici, chiamati ad intervenire dai privati cittadini o da altre istituzioni (vigili del fuoco, polizia municipale, carabinieri, ecc.) secondo accordi già previsti, dovranno anzitutto fornire consulenza tecnica per l’identificazione degli Imenotteri: prima di tutto si dovrà infatti capire se ci si trova di fronte ad api (Apis mellifera spp.), vespe (Vespula germanica) o calabroni (Vespa crabro). Mentre le api potranno essere recuperate e poste in arnie adatte, per le vespe ed i calabroni sarà bene procedere ad un loro spostamento (eventualmente notturno) in ambienti silvestri, in considerazione della loro pericolosità e dell’impossibilità di gestirli da un punto di vista zootecnico. Qualora non esistesse un vero pericolo per i cittadini, sarà possibile anche ricorrere ad un confinamento e segnalamento dell’area pubblica occupata dagli Imenotteri. Solamente nei casi in cui risulterà particolarmente difficile il recupero degli Imenotteri con pericolo per l’incolumità pubblica, si opterà per l’eliminazione degli insetti. Il recupero e l’eventuale eliminazione degli Imenotteri sarà effettuato sotto la supervisione di un medico veterinario per la verifica del rispetto del benessere animale. I vigili del fuoco interverranno per fornire supporto tecnico specifico (ad esempio, per arrivare ad altezze elevate od a sedi particolarmente difficili da raggiungere, per facilitare l’accesso agli insetti per l’apicol- tore e/o il veterinario, per confinare le aree pubbliche, per eliminare gli Imenotteri). Convenzioni ed accordi possono anche essere stipulati con Ditte di Disinfestazione che saranno chiamate in causa per l’eliminazione degli Imenotteri; saranno comunque sempre i servizi veterinari pubblici che valuteranno la necessità di ricorrere a quest’estrema ipotesi. Subito dopo aver raccolto lo sciame, questo verrà trasportato in un “apiario di quarantena” (quest’ultimo potrà anche essere ubicato presso un apiario qualsiasi, ma a debita distanza - almeno 20 metri - dalle altre api in esso presenti) per il rispetto di un congruo periodo di osservazione sanitaria durante il quale si porrà particolare attenzione alla manifestazione sintomatologica di malattie trasmissibili delle api quali: la varroasi, la nosemiasi, la peste americana, la peste europea, le virosi. Il periodo di osservazione sanitaria durerà circa due mesi, con oscillazioni in funzione dell’andamento climatico e della forza vitale dello sciame raccolto. I Servizi Veterinari provvederanno ad effettuare le visite sanitarie ed effettueranno i trattamenti farmacologici, lì dove necessari (es. trattamento antivarroa). Operazioni, queste ultime, di fondamentale importanza per la sanità delle api raccolte. Lo sciame recuperato, una volta giudicato sano, potrà essere ufficialmente assegnato al destinatario finale (associazioni di apicoltori/singolo apicoltore). Tutte le precauzioni saranno prese per autorizzare un idoneo trasporto delle api (modello 4) e per comunicare gli spostamenti ai Servizi Veterinari delle ASL di destinazione ai fini dell’aggiornamento dell’anagrafe zootecnica. Figura 5 - Strumenti apistici ed indumenti di protezione individuale (da catalogo Lega) Affumicatore Leve Maschera Camiciotto con maschera 10 / 449 Tuta completa Guanti 10_ottobre_2007_DEF.qxp 11-10-2007 12:57 Pagina 450 Contributi pratici I Servizi Veterinari Pubblici provvederanno, infine, a registrare cartograficamente gli interventi di recupero sciami eseguiti sul territorio al fine di mettere in evidenza le zone urbane “più a rischio” di sciamatura. Tabella 1 - Compiti attribuiti alle diverse figure coinvolte nell’emergenza Imenotteri Vigili del fuoco: supporto tecnico agli apicoltori ed ai servizi veterinari (es. scale per raggiungere altezze elevate, aprire varchi per raggiungere gli Imenotteri, ecc.); compito di distruzione degli Imenotteri il cui recupero è impossibilitato e che mettono a repentaglio la salute pubblica; confinamento e segnalazione degli Imenotteri non raccolti. Apicoltori: recupero materiale dello sciame; possibile detenzione sciame in apiario di quarantena (osservazione sanitaria). Servizi veterinari: rispetto benessere animale; identificazione degli Imenotteri; decisione finale di eventuale eliminazione degli Imenotteri; possibile detenzione sciame in apiario di quarantena, valutazione stato sanitario dello sciame recuperato; trattamenti farmacologici da adottare; verifica del rispetto del tempo di osservazione sanitaria; verifica corretta compilazione del documento di trasporto (modello 4) e comunicazione dello spostamento degli sciami ai servizi veterinari della ASL di destinazione; registrazione cartografica degli interventi; formazione operatori. L’esperienza nella Regione Lazio In base alle esperienze maturate nella regione Lazio per la risoluzione dell’emergenza sciami in ambito urbano è stato possibile evidenziare una serie di difficoltà pratiche. Anzitutto è stato difficile reperire apicoltori interessati a rimuovere gli sciami (anche se di facile cattura!) per motivi di carattere sia economico che sanitario: 1) distanze per giungere sul posto dell’emergenza; 2) consumi non retribuiti; 3) scarso guadagno derivante dalla cattura delle api in rapporto al tempo investito; 4) remore di carattere sanitario basate sul rischio di introdurre in apiario patologie delle api (lo sciame potrebbe, effettivamente, provenire da apiari malati). Conclusioni Ma la più grossa difficoltà è stata la mancanza di un protocollo di azione predefinito per coordinare l’emergenza nel recupero degli sciami. Questo ha comportato modalità di intervento completamente diverse in funzione delle iniziative prese da chi per primo veniva coinvolto nell’emergenza. Da quanto sopra esposto, è possibile concludere sottolineando l’importanza di stendere un protocollo comune d’azione tra le diverse figure coinvolte nel recupero degli sciami in ambito urbano. Al tempo stesso, andrebbero previsti precisi impegni formativi per gli apicoltori, sensibilizzandoli sui vantaggi dell’applicazione delle buone pratiche d’allevamento finalizzate alla prevenzione dei fenomeni di sciamatura naturale. Particolare cura dovrà essere posta nella formazione di quegli apicoltori i cui apiari sono dislocati nelle adiacenze dei nuclei abitativi. La bibliografia è disponibile sul sito www.ilprogressoveterinario.it 10 / 450