La filosofia giovanile di nietzsche è legata a due nomi: schopenhauer e Wagner. Da schopenhauer recupera l’idea che il mondo è governato da leggi irrazionali, ma a differenza di schopenhauer che approdò ad un totale pessimismo Nietzsche invece giunge ad una accettazione totale e coraggiosa del mondo e della vita. A Wagner è legato perché il musicista considerava la musica l’unico momento creativo, produttivo e non concettuale della vita, il filosofo invece dava priorità al momento creativo e spontaneo dell’interiorità. Siccome negli anni giovanili nieztsche era molto legato a Wagner, fece un tipo di filosofia il cui punto di partenza era estetico, nel senso che prese in considerazione la musica e l’arte, e per esprimere la sua concezione estetica nietzsche si rifece alle figure del mito greco, in particolar modo la tragedia. La nascita della tragedia La tragedia è la massima espressione artistica e culturale di tutta la città greca perché all’interno della tragedia si incontrano le due piu grandi forze, l’apollineo e il dionisiaco (l’equilibrio e la forza irrazionale e caotica). Apollo è il dio della chiarezza, della misura e della forma, Dioniso invece è il dio dell’ebbrezza, dello smisurato e del caotico; nella tragedia l’apollineo e il dionisiaco si uniscono grazie alla struttura stessa della tragedia che è composta da: canto, danza (del coro) e azione drammatica. La lotta dionisiaco-apollineo, che trova la sua espressione nella tragedia greca, in realtà è la lotta tra l’apollineo e il dionisiaco che è all’interno di ogni uomo. Secondo il filosofo, quando lo spirito scientifico-socratico ha preso il sopravvento su quello musicale-dionisiaco, la tragedia è morta. In particolare la tragedia muore con l’ultimo dei tragici greci, Euripide, in quanto in scena viene portata la realtà attraverso una serie di concatenazioni reali (Euripide è il primo che toglierà l’uso delle maschere nel teatro, rendendolo piu umano e allontanando tematiche quali quelle degli dei. In un certo senso lo rende piu reale, togliendo spazio alla fantasia. Lo stesso accade con socrate che sarà il primo a rendere la filosofia concettuale, e quindi non piu spontanea. Con Euripide è morta la tragedia, ma non è morto il senso tragico, cioè quella contraddittorietà tra gioia e dolore che nietzsche rintraccia nell’opera musicale di Wagner, in quanto la musica di Wagner racchiude parola, gesto e musica: quindi è un opera d’arte completa, pari alla tragedia greca. “Su verità e menzogna in senso extramorale” in quest’opera nietzsche fa una critica al concetto di verità elaborato dagli scienziati e dai positivisti. Secondo il filosofo la verità non esiste, essa è solo il momentaneo delinearsi di alcune opinioni che prevalgono in un gruppo. Contro il positivismo, e quindi contro la scienza esatta o meglio contro la scienza di fatti, nietzsche afferma che nel mondo non ci sono fatti ma solo interpretazioni, non esistono verita o falsita ma esistono solo diverse prospettive sulla realtà: in questi termini il mondo è incerto, mutevole, ed è il risultato di giochi prospettici (non a caso questa teoria nitzchana è detta prospettivismo, cioè che ognuno ha la sua prospettiva) “Considerazioni inattuali” in quest’opera il filosofo critica la cultura, o meglio tutta la civiltà occidentale; ma la sua prospettiva non è quella di fondare una cultura diversa, non vuole delineare una società alternativa ma vuole attuare una riforma dall’interno, cioè bisogna ritrovare all’interno della società quelle forze sane e creative che sviluppino nei singoli uomini un forte senso critico. Le considerazioni inattuali sono 4: 1) la prima è una critica al teologo Strass: attaccando questo singolo uomo in realtà il filosofo vuole criticare tutta la nuova cultura tedesca nata in seguito al primo Reich, cultura tutta fondata sulla ragione e sul progresso. 2) La seconda inattuale è una critica alla storia. Critica la mentalità storicistica a lui contemporanea, dice il filosofo che l’800 è interamente legato al passato e così facendo si è creato un atrofizzarsi della società che ha eliminato gli elementi attivi e creativi. Secondo il filosofo per vivere felicemente il presente bisogna dimenticare il passato. Con questa affermazione il filosofo non vuole eliminare la storia ma rendere la storia al servizio dell’uomo e della sua vita. Nietzsche rintraccia tre modi per porsi in un rapporto positivo con la storia; questi tre modi danno vita a tre forme positive di storiografia: storiografia monumentale, storiografia antiquaria, storiografia critica. La prima (monumentale) corrisponde all’atteggiamento di chi è attivo e si proietta nel futuro, questo tipo di storia a quegli uomini potenti, a quegli eroi che per agire eroicamente hanno bisogno di alcuni modelli; l’unico rischio che può incorrere questa storia è di mitizzare il passato e renderlo pura imitazione. La seconda (antiquaria) appartiene invece a quegli uomini che sono conservatori e che tengono particolarmente ad aver cura delle proprie origini; il rischio di questo tipo di atteggiamento è quello di inaridire, mummificare il presente e non riuscire piu a far nascere il nuovo. La terza (quella critica) è l’atteggiamento di chi è aperto al presente e si serve del presente per giudicare il passato. 3 e 4) La terza e la quarta inattuale sono dedicate a schopenhauer e Wagner: sarà l’ultimo omaggio che nietzsche gli dedicherà, perché ben presto abbandonerà del tutto il pensiero di schopenhauer e litigherà con Wagner. Secondo nietzsche, schopenhauer è la figura piu esemplare di maestro ed educatore e l’uomo delineato da schopenhauer è ben accettato da nietzsche perché è un uomo che ricerca la verità. Quest’uomo, che ha come sua missione la ricerca della verità, è un uomo superiore, è un uomo che nelle considerazioni inattuali è definito genio, ma che nelle opere successive sarà definito superuomo. “Umano troppo umano” quest’opera segna una svolta: c’è stata la totale rottura con la filosofia e la metafisica di schopenhauer e con la concezione divina che aveva Wagner dell’arte, da questo momento in poi gli scritti avranno uno stile piu aggressivo, piu polemico e la struttura sarà spesso aforistica. In questa fase nietzsche si rende conto della rinascita della cultura tragica, che lui tanto voleva realizzare, non si poteva piu trovare nel dramma musicale di Wagner, la rottura con Wagner darà vita anche ad un opera intitolata “nietzsche contro wagner”: l’opera nasce in seguito alla scrittura dell’opera wagneriana “il Parsifal”: in quest’opera il musicista si ispirava alla leggenda del santo graal e quindi si avvicinava al cristianesimo; nietzsche vide quest’opera come un tradimento. Questa fase della filosofia nietzschiana è stata anche definita illuministica, in quanto il filosofo abbandona l’idea che la rinascita della cultura tragica possa avvenire attraverso l’arte e la religione e si appella alla scienza, ma non la scienza positiva, ma alla scienza vista come un analisi critica per aiutare gli uomini a ritrovare forza in sé stessi, e in questa fase infatti che nietzsche si avvicina all’antropologia, si interessa all’uomo come singolo che deve ritrovare in sé stesso la forza e la spontaneità che gli appartenevano prima del razionalismo. E’ sempre in quest’opera che nietzsche critica violentemente il concetto di trascendenza e tutte quelle filosofie che hanno duplicato il mondo; considera le ipotesi metafisiche al pari di quelle religiose, cioè il frutto di un inganno. La metafisica e la religione sono bugie che l’uomo ha inventato per sopportare la propria infelicità, la propria debolezza (è un po’ anche vicino a marx in questo punto). Oltre alla religione e alla metafisica, attacca anche la morale, perché la morale, con i suoi valori e le sue forme, blocca la vita stessa, la vita considerata come esplosione e come spontaneità. Nell’opera “ecce omo”, nietzsche criticherà tutta la cultura occidentale che ha voluto per forza cercare le risposte e i dubbi in cose superiori, ad esempio in dio: nietzsche invece è per una ricerca che va fatta nel mondo stesso, tra gli uomini, nelle piccole cose, infatti in “ecce omo” afferma: “voi vedete cose ideali, io invece vedo cose umane anzi troppo umane”. “Aurora” e “gaia scienza” Se nelle opere precedenti ad “umano troppo umano”, il protagonista della filosofia era il genio wagneriano o schopenhaueriano, ora il protagonista sarà un uomo con lo spirito libero, e sarà proprio a partire da questo concetto di uomo con lo spirito libero, che nietzsche darà vita all’ultima parte della sua filosofia, quella da lui soprannominata la filosofia del mattino (intesa come filosofia nuova). Le due opere in cui ne parla sono “aurora” e “gaia scienza”. Le due opere esprimono la nuova filosofia, la filosofia del mattino la quale esprime uno stato d’animo nuovo, uno stato d’animo che non deve piu sottostare alla religione, alla morale e alla metafisica, ma ad uno stato d’animo libero che non solo è uno spirito critico (quale era quello di “Umano contro umano”), ma è anche uno spirito che ha il coraggio di inventarsi e sperimentarsi. In queste due opere (aurora e gaia scienza) sono preannunciati i concetti (la morte di dio, il superuomo, l’eterno ritorno e la volontà di potenza) che troveranno poi largo spazio nell’opera principale “così parlò zaratustra”. Così parlo zaratustra Gia nella gaia scienza viene annunciata la morte di dio: che cosa intende nietzsche con l’affermazione “dio è morto”? di sicuro non significa che gli uomini non credono piu in dio, significa che non c’è piu nessun dio ma ci sono solo gli uomini e il resto è nulla. La morte di dio preannuncia il nichilismo, cioè la fine di tutti quei valori, quegli ideali cristiani su cui l’intera civiltà occidentale per anni si era basata. Sempre nella “gaia scienza” si accenna anche al nichilismo attivo: l’uomo dinanzi alla morte di dio non deve cadere nell’angoscia e non deve essere pervaso da un senso di nulla, ma il nichilismo deve essere attivo cioè l’uomo deve diventare protagonista del mondo. L’uomo cioè deve diventare superuomo. Il concetto di superuomo è uno dei concetti fondamentali del “così parlò zaratustra”. Il superuomo di nietzsche non ha alla sua base una concezione scientifica-naturalistica, non ha alla sua base una teoria evoluzionistica darwiniana, cioè non è l’uomo che si è evoluto dopo l’animale né tantomeno è un uomo superiore agli altri uomini come sarà visto da alcune ideologie razziste/naziste, ed è proprio per questo, cioè per sfuggire a qualsiasi fraintendimento ideologico, che lo studioso Gianni Vattimo ha preferito tradurre il tedesco “uebermensch” non con “super-uomo” ma con il termine “oltre-uomo”, anche per sottolineare la filosofia di nietzsche, cioè per sottolineare quest’uomo che nasce oltre la morte di dio. L’oltre-uomo ha uno spirito dionisiaco, cioè è un uomo che dice si alla vita, ed è caratterizzato dal suo legame con la terra nel senso che la sua vita è tutta terrena, in quanto dio è morto e quindi l’unica vita è questa qui. Strettamente connesso al concetto di super-uomo è il concetto di “eterno ritorno” in quanto essendo l’uomo tutto terreno, non essendoci una prospettiva di mondo ultraterreno, non c’è piu un fine, non c’è piu uno scopo, non c’è piu un piano provvidenziale e il tempo quindi non procede piu in maniera rettilinea, non c’è piu una concezione lineare del tempo, non c’è piu quindi la concezione ebraico-cristiana del tempo. Nietzsche riprende la concezione ciclica tipica della tradizione presocratica, teoria secondo la quale gli eventi si ripetono eternamente in maniera circolare. Alla base di questa teoria quindi c’è il concetto di ripetizione, cioè tutte le cose sono destinate a ripetersi eternamente. Mentre nella visione lineare ogni istante ha senso solo se legato agli altri che lo precedono o lo seguono, nella visione ciclica invece ogni momento ha senso in sé stesso ed è per questo che nietzsche esalta l’attimo, il presente, che va vissuto pienamente. La morte di dio è quindi strettamente connessa al concetto di eterno ritorno, ma è anche connesso al concetto di volontà di potenza. Infatti la morte di dio è la resurrezione dell’uomo. Un uomo la cui volontà è libera di affermarsi. Il superuomo è quel soggetto che ha la forza di affermare la propria volontà sul mondo: gia i greci avevano affermato che non esiste vita se non c’è istinto di potenza; presso i greci infatti era importante la competizione fra gli uomini. Gli ultimi anni L’ultima parte della filosofia è segnata da un prevalere dell’elemento negativo e distruttivo. Riprende alcune tematiche giovanili, ad esempio la critica alla storia, ma in maniera piu violenta. Critica gli uomini dell’800 che vivono in maniera anonima e ripetitiva, incastrati nella storia e nel passato. Riprende anche la critica alla morale, in particolar modo alla morale ebraico-cristiana, considerata da nietzsche la morale dei deboli nel senso che la morale cristiana promette all’uomo schiavo un mondo migliore e quindi un premio in un altro mondo (questi argomenti vengono trattati particolarmente nell’opera “l’anticristo”), cioè fa diventare la debolezza una virtu. Piu l’uomo soffre in questo mondo piu sarà premiato nell’altro mondo. Contro la morale e la religione nietzsche opta per una trasvalutazione dei valori, cioè l’invenzione di nuovi valori, quelli che appartengono al superuomo. La tra svalutazione dei valori oppone alla morale dei deboli e della sofferenza, una morale invece tutta incentrata sul coraggio e sulla forza. Per quanto riguarda la sua concezione politica, egli è lontano dalla nascente teoria di marx e in generale è contrario al socialismo; il filosofo ha una concezione individualistica e gerarchica, non prevede una cultura di massa o egualitaria perché questi concetti di eguaglianza e di massa potrebbero ostacolare l’affermarsi del superuomo. Questo non significa che nietzsche abbia tendenza antisemite, razziste e pangermanistiche, in realtà il filosofo non delinea neppure un progetto politico ben chiaro da realizzarsi, semplicemente da filosofo vagheggia l’idea di una rinascita e del sopravvento dello spirito dionisiaco.