Prof. Diego Manetti Filosofia Friedrich Nietzsche (Röcken - Sassonia, 1844 – Weimar 1900) Apollineo e dionisiaco Nietzsche apre un’età di crisi e transizione nella cultura europea; la sua figura è stata oggetto di una brutale strumentalizzazione nazionalsocialista, favorita dalla sorella Elisabeth che intervenne pesantemente in La volontà di potenza (1906). Il filosofo attaccò invece in modo esplicito antisemitismo e pangermanesimo, pur elaborando una filosofia fortemente ambigua, nella quale tenta di fare chiarezza l’edizione critica delle sue opere, cominciata però solo nel 1967. La vastissima produzione scritta e la pazzia fanno di Nietzsche una personalità assai difficilmente riducibile a una sola e univoca interpretazione, anche in virtù del genere letterario prescelto, cioè l’aforisma, sempre bisognoso di approfondimento e decifrazione. Con La nascita della tragedia (1872) il filosofo indaga l’originale compenetrazione tra apollineo e dionisiaco, i due elementi fondamentali cui è da ricondurre il valore della tragedia greca. Il primo corrisponde alla armonia e alla bellezza rasserenante del mondo rimpianto dalla nostalgia classicista; l’elemento dionisiaco agisce al fondo dell’apollineo, rappresentando l’ebbrezza e la vitalità originarie che nella tragedia attica si esprimono nella musica e nel coro. Rifiutando il pessimismo ascetico di Schopenhauer, Nietzsche esalta questa vitalità primitiva, cui si oppone l’uomo teoretico che nega la volontà di vivere, esemplificato in Socrate. Incapace di cogliere le profonde istanze vitalistiche dell’esistenza, l’uomo si rifugia in una visione metafisica consolatoria, certa dell’ordine razionale del mondo. Il culmine di questo processo di negazione si ha con Platone e con il cristianesimo. Incapace di cogliere le ricche potenzialità del presente, l’uomo preferisce idolatrare il passato, rifugiandosi nel culto del passato e della storia. Nietzsche si scaglia contro la ‘malattia storica’ del suo tempo, rifiutando ogni venerazione del passato che prevarichi diritti del presente. La filosofia del sospetto Allontanatosi da Schopenhauer e Wagner, Nietzsche contrappone ai miti tardoromantici e decadenti l’atteggiamento sobrio e rigoroso della ricerca scientifica. Viene elaborando una filosofia capace di attaccare gli idoli metafisici e morali su cui si fonda la civiltà occidentale. Accanto a Marx e Freud, Viene considerato uno dei ‘maestri del sospetto’, in quanto la sua opera si propone di attaccare i pregiudizi più radicati e i valori più sacri (Umano, troppo umano), affermando che dietro a ogni valore si cela una genesi storica e determinata, capace di andare oltre ogni pretesa di valore assoluto e astorico. Genealogia della morale Santuario intoccabile della nostra cultura fino a oggi è parsa la morale. L’errore fondamentale è che non si è mai dubitato della naturalità dei valori né del fatto che dovesse esserci una morale. I grandi ideali secondo Nietzsche nascono però da interessi ‘inferiori’ della vita: sono i deboli che hanno elevato a valore l’esatto opposto di quanto non riuscivano a raggiungere nella loro vita: incapaci di cogliere la vita nel profondo, hanno rinunciato a vivere; incapaci di forza e potenza hanno eletto a valori supremi la mitezza e la pace. Errore e autoinganno sono all’origine della morale contemporanea, nata dal risentimento dei deboli verso i più forti. Si tratta dunque di una morale ‘degli schiavi’ e del ‘gregge’, fondata su una selezione a rovescio dei valori. La volontà di potenza, che nell’uomo aristocratico cerca di affermarsi Prof. Diego Manetti Filosofia con i valori vitali che su essa si fondano, viene invece espressa come forza reattiva dalla maggioranza. Il platonismo è colpevole in particolare di aver inventato un preteso mondo vero e ideale da contrapporre al mondo reale spacciato per falso e apparente. Il platonismo ha inventato l’anima per disprezzare il corpo e si è poi codificato nella versione popolare attraverso il cristianesimo, che nel paradosso della croce ha elevato a valore supremo la sofferenza e la morte. L’ideale ascetico rappresenta la forma moderna del cristianesimo, laddove la vita viene negata in quanto incapaci di goderne i frutti; l’asceta rinuncia alla vita per vendetta contro di essa e ricerca la sofferenza, giungendo al massimo del paradosso. Le pulsioni più naturali dell’uomo vengono negate, interiorizzate e colpevolizzate. L’uomo viene pensato libero per poter essere riconosciuto colpevole. In questa deformazione dell’io originario sta però un pregio: l’anima e la colpa sono concetti che hanno originato gran parte della cultura moderna. La critica della verità Dopo la morale, il bersaglio della filosofia del sospetto è la metafisica, a partire dal concetto di verità: in essa Nietzsche non vede altro che un’invenzione dell’uomo per rispondere la suo bisogno di stabilità e sicurezza. Ogni categoria metafisica non è che invenzione umana per rendere più rassicurante il mondo: ‘sono i nostri bisogni che interpretano il mondo’. Non ci sono fatti, ma solo interpretazioni; lo stesso linguaggio non è che l’espressione delle relazioni che l’uomo ha instaurato con le cose. Oltre queste illusioni, oltre ogni proiezione di valore metafisico e morale (Al di là del bene e del male) non c’è alcun senso ultimo. Anche il soggetto non è che un’illusione: al soggetto spirituale e conscio Nietzsche oppone un soggetto corporeo e inconscio; ‘l’io è costruzione sociale’: lo stesso ‘io penso’ cartesiano non è che il prodotto di un’interpretazione. Nichilismo e morte di Dio Forma suprema di menzogna e negazione della vita è il cristianesimo. Dio è la più grande obiezione contro la vita, è la negazione per eccellenza della dimensione ‘vitale’ dell’uomo (nichilismo). Una seconda forma di nichilismo si realizza quando la morale cristiana si spinge alla ricerca della verità a smaschera la stessa nullità dei valori morali inventati dall’uomo: si tratta di una seconda forma di nichilismo, nella quale la morale cristiana si rivolge contro se stessa: ‘sono proprio gli uomini devoti a dover uccidere Dio per moralità’. La morte di Dio è un evento, non una semplice teoria/interpretazione (Feuerbach, l’ateismo moderno, la fede positivista nel progresso e nella scienza). Morto Dio, viene meno ogni ‘valore superiore’ creato con esso, e si rivela in pieno l’angoscia dell’uomo contemporaneo . Dissolto il mondo apparente dei valori inventati dall’uomo, non resta che un unico mondo, né buono né cattivo, in cui il protagonista sarà il ‘super – uomo’, l’uomo capace di andare ‘oltre’ (über) il tipo antropologico elaborato dall’umanesimo morale – cristiano. Risuona così l’invito di Zarathustra: ‘Rimanete fedeli alla terra!’, ovvero l’invito a riscoprire il corpo, la fisicità, andando oltre ogni invenzione rassicurante in ambito metafisico, morale o religioso. Il dionisiaco ‘dire sì’ alla vita diviene obiezione alla condanna metafisica al ‘divenire’ e consacrazione del presente e dell’istante nella teoria dell’eterno ritorno. L’anello del tempo si chiude su di sé, ogni istante torna uguale a se stesso, e solo il superuomo è capace di vivere senza rimpianti per il passato e accettando gioiosamente ogni istante dell’esistenza. Non è questa una teoria/interpretazione ma una concreta decisione sull’esistenza che ogni individuo è chiamato a compiere per riscoprire un nuovo senso del sacro: Dioniso contro il Cristo crocifisso.