Raccolta di lavori di diverse classi terze LE TEORIE SULL’EVOLUZIONE Nel corso dei secoli molte teorie hanno trasformato la concezione che l'uomo ha della natura (ad esempio la teoria eliocentrica).Si può ben dire che Darwin, con la teoria dell'evoluzione, abbia contribuito notevolmente a questa trasformazione. Egli infatti fece si che l'uomo perdesse la sua posizione privilegiata fra viventi. Quasi tutti gli antichi biologi fino a Linneo non dubitavano che le specie animali e vegetali che popolano il nostro pianeta fossero state create con atti distinti e si fossero perpetuate nei secoli con le caratteristiche originarie. La teoria dell’evoluzione, contrariamente a quella creazionistica, afferma che sulla terra sono apparsi dapprima esseri molto semplici da cui, in tempi più o meno lunghi, sono poi derivati quelli più complessi ,i quali sono quindi i naturali discendenti dei primi. Per arrivare a questa teoria fu fondamentale lo studio dei fossili. I fossili erano già noti agli antichi e molti avevano riscontrato la somiglianza con strutture tipiche dei viventi. .Durante il medioevo si negò risolutamente che i fossili potessero essere resti di antichi organismi, perchè secondo la Bibbia la terra e il mare furono creati nel terzo giorno, mentre gli animali furono creati il quinto; era dunque impossibile che i resti si trovassero inglobati nel mare. Solo all’inizio del 1800 la scoperta di nuovi fossili e soprattutto la comprensione della loro natura fece sorgere l’ipotesi che in tempi remoti le specie viventi sulla terra fossero diverse dalle attuali.Le specie non sarebbero quindi fisse e immutabili (teoria del fissismo) ma in via di continua trasformazione (evoluzionismo o trasformismo). La teoria dell’evoluzione che fu sostenuta con diverse argomentazioni da vari studiosi (Cuvier, J.B.Lamark, C.Darwin, ecc.) afferma che tutti gli organismi viventi si sarebbero evoluti a partire da antenati comuni a loro volta evolutisi dalle cellule primordiali. Cuvier Uno scienziato di nome Cuvier ipotizzò la cosiddetta teoria delle catastrofi. Secondo tale teoria Dio 1 avrebbe creato i viventi non una sola volta ma tante volte. Periodicamente, infatti una catastrofe avrebbe ucciso tutti gli esseri viventi e Dio li avrebbe ricreati leggermente diversi. Come si vede in questa teoria non c’è ancora il concetto di evoluzione ma è un tentativo di conciliare le osservazioni con quanto riportata dalla bibbia. In seguito si cominciò a sviluppare il concetto di evoluzione. LAMARCK Uno scienziato molto importante fu Jean Baptiste Lamarck che si occupava dello studio degli invertebrati. Egli propose una teoria per spiegare i cambiamenti avvenuti nel corso dei millenni degli esseri viventi. La teoria di Lamarck era basata su quattro punti fondamentali:: a) Nella natura c'è una forza che spinge gli animali alla semplicità; b)Ogni essere possiede una forza interiore che lo spinge a migliorare; c)Gli organi si sviluppano se sono usati, altrimenti si indeboliscono e scompaiono.(teoria dell’uso e non uso) d)Le modificazioni che un essere subisce nel corso della sua vita vengono trasmesse ai discendenti.(ereditarietà dei caratteri acquisiti) Ad esempio dai fossili si capisce che gli antenati del cavallo erano più piccoli dei cavalli odierni. Lamarck ipotizzava che esercitando i muscoli nella corsa e sforzando lo scheletro i precursori dei cavalli fossero riusciti a provocarne gradualmente l’accrescimento. Al contrario si sa che un gruppo di antiche tigri aveva delle zanne simili a quelle degli elefanti. Lamarck riteneva che esse fossero scomparse semplicemente perché non venivano utilizzate. L’errore più evidente della teoria di lamarck è l’affermazione che una qualunque modificazione avvenuta nel corso della vita si possa trasmettere ai figli . Nel 1800 i meccanismi di trasmissione dei caratteri non erano conosciuti ma oggi sappiamo che solo i caratteri presenti nel DNA sono ereditabili quindi anche se un individuo si esercita per tutta la vita ad usare un organo i figli non potranno evolversi a partire da questa situazione ma dovranno ricominciare dall’inizio. 2 DARWIN Darwin, naturalista inglese (1809-1882), al termine di un lungo viaggio (1831-1836) che lo portò anche nell’America meridionale e nelle isole Galapagos sulla base delle osservazioni effettuate sulla flora, elaborò la teoria dell’evoluzione delle specie e scrisse il famoso libro: “L’ origine della specie attraverso la selezione naturale” che influenzò fortemente il pensiero scientifico e filosofico. Darwin nell’ elaborare la sua teoria prese spunto dalle teorie dell’ economista Malthus. Thomas Malthus esprimeva la sua preoccupazione che se la popolazione umana avesse continuato ad aumentare così rapidamente sarebbe stato impossibile sfamare tutti gli abitanti della terra. Darwin riteneva che le conclusioni di Malthus erano vere non solo per gli esseri umani ma per tutte le specie, per cui, ad esempio, sebbene una coppia di elefanti possa produrre in teoria 19 milioni di discendenti, in pratica ne produce, in media, solo due. Ma perché questi due particolari e non altri? Il processo mediante il quale questi due animali sono “scelti”è detto da Darwin selezione naturale. Questa osservazione fu molto importante per la scoperta di come funziona l’evoluzione della specie e per la selezione naturale. I capisaldi della teoria di Darwin sono:: a)variabilità intra-specifica Nella stessa specie gli individui non sono mai assolutamente identici fra loro ma presentano delle caratteristiche diverse; b )lotta per l’esistenza . A causa dei predatori, della scarsità di cibo o comunque delle condizioni ambientali molti dei figli che una coppia potrebbe avere non sopravvivono c) selezione naturale Nell'ambiente avviene una selezione e la specie si adatta sempre di più all'ambiente. In definitiva Darwin afferma che in ogni generazione alcuni individui nascono casualmente con caratteristiche che danno loro maggiori possibilità di sopravvivenza. Ad esempio se in ambienti glaciali un individuo nasce casualmente con la pelliccia leggermente più chiara dei compagni potrà mimetizzarsi meglio e quindi avrà minori possibilità di essere ucciso da eventuali predatori. Se un predatore nasce 3 casualmente con una vista più acuta o con muscoli più adatti alla corsa si nutrirà meglio e via così. Questi individui non solo vivranno di più e meglio dei compagni ma soprattutto si riprodurranno di più. Nella generazione successiva quindi il carattere sarà presente un po’ di più. Col passare delle generazioni i caratteri positivi si stabilizzeranno mentre i caratteri svantaggiosi diminuiranno. . LA SUA VITA Nacque il 12 febbraio del 1809 a Shrewsburi in una famiglia culturalmente raffinata; fu illustre scienziato e profondo pensatore. Si iscrisse a medicina all’ università di Edimburgo per volontà del padre senza tuttavia portare a termine gli studi poiché nel 1827 andò a Cambridge con l’intenzione di intraprendere la carriera ecclesiastica Qui Darwin incontrò due personalità decisive per l’elaborazione delle sue teorie : il geologo Adam Sedewich e il naturalista John Stevens Henslow i quali contribuirono a rafforzare i suoi interessi per l’osservazione meticolosa dei fenomeni naturali. Grazie alla raccomandazione di Henslow , nel 1831 Darwin riusci a imbarcarsi sul Beagle ,un brigantino britannico in partenza per una spedizione di ricognizione scientifica intorno al mondo, in qualità di naturalista non stipendiato. Il padre di Darwin si oppose risolutamente temendo, oltre che per il fisico debole del figlio, anche per il suo carattere, che si stimava poco fermo e mal definito ma, per intercessione di un suo zio, Darwin ottenne di poter partire. Darwin aveva allora sono 21 anni e si era appena laureato. Tornato nel 1836 compilò un lavoro sui risultati delle sue osservazioni nei paesi visitati durante il viaggio 4 della nave Beagle intorno al mondo(1839) pubblicato con il titolo “Giornale delle ricerche di storia naturale e geologia” . In questa relazione sono descritti animali, piante, uomini di sconosciute isole oceaniche della costa sud-americana, vi si ritrovano già formate teorie per spiegare le diversità delle specie nei differenti ambienti geografici. Nello stesso anno 1839, Darwin prese in moglie sua cugina Emma Wedgwood. In seguito scrisse altri libri in cui si delinea in modo sempre più evidente la sua teoria. Il più importante di questi libri è “ Origin of species by means of natural selection, or de preservation of fauvorend races in the struggle for life ”, (sull’origine della specie per selezione naturale o la sopravvivenza delle razze migliori nella lotta per la vita –1859-). Altro libro importante è “ the descent of man and selection in relation to sex ” (la discendenza dell’uomo, e la selezione in relazione al sesso), uscito nel 1871. Darwin morì vecchio e malato il 12 aprile del 1832 nel Kent e venne sepolto nell’abbazia di Westimister. spazio per foto IL VIAGGIO SUL BEAGLE I l viaggio a bordo del brigantino durò 5 anni e permise al giovane naturalista di compiere numerose osservazioni di natura sia geologica sia biologica. Sulle isole e sui continenti incontrati lungo il percorso, in particolare Darwin rimase colpito dall’enorme varietà di forme presenti sulla superficie terrestre nei fossili e negli organismi viventi Le Galapagos sono un gruppo di isole vulcaniche dell’oceano pacifico poste oltre 950 Km a ovest dell’equatore. Su queste isole, nel settembre 1835, sbarcò Charles Darwin, allora ventiseienne, che stava compiendo un viaggio di studio intorno al mondo sul brigantino “Beagle”. In questo mondo isolato ed 5 intatto Darwin compì alcune osservazioni fondamentali per i suoi studi sull’evoluzione. Perciò questo “sperduto” arcipelago occupa un posto importante nella storia della scienza naturale. Spazio per foto Egli notò sulle isole ben 13 specie di fringuelli che differivano fra loro solo per alcuni piccoli particolari. Pensò quindi che queste 13 specie diverse potessero discendere da un comune antenato e che la loro differenza derivasse dalla specializzazione per la loro sopravvivenza. Iguana e tartarughe 6 LE PROVE DELLA SELEZIONE NATURALE Quante farfalle vedete in ciascuna immagine? Quali i predatori vedranno più facilmente ? Quali avranno la possibilità di vivere più a lungo e di generare più figli ? Quale carattere sarà trasmesso di preferenza alle generazioni successive? Biston betularia è una farfalla che vive in Inghilterra e la cui evoluzione è diventata un modello per dimostrare che la teoria di Darwin è basata su prove molto solide. Fino agli inizi dell’ottocento la maggior parte degli esemplari di Biston,che vive preferibilmente sugli alberi di betulla la cui corteccia è piuttosto chiara, erano di colore chiaro, in tal modo si mimetizzavano facilmente con la corteccia e non erano facilmente visibili ai predatori. Solo raramente nascevano esemplari di colore scuro. Durante la rivoluzione industriale,a causa del forte inquinamento , sugli alberi di betulla si depositavano particelle di polvere e smog che rendevano la corteccia molto più scura. Gradualmente il numero di Biston col il corpo marroncino aumentò fino a diventare quasi il 100%. Intorno alla metà del 1900 il governo inglese intraprese una forte azione di abbattimento dei fumi e la corteccia delle betulle tornò ad assumere il colore chiaro che le è proprio. Anche il colore della maggioranza delle Biston ridivenne chiaro. 7 Come è potuto avvenire tutto ciò? La teoria della selezione naturale ne dà una spiegazione semplice e lineare: Gli esemplari scuri sono molto più visibili sulla corteccia chiara quindi i predatori li individuano ( e li mangiano) più facilmente. Essi quindi avranno meno discendenti rispetto agli esemplari più chiari e trasmetteranno il loro carattere a pochi individui della generazione successiva. Con l’avvento della rivoluzione industriale e il conseguente della corteccia delle betulle la situazione si rovescia e saranno gli esemplare di colore scuro ad essere “selezionati” per la sopravivenza. Quando l’ambiente si modifica di nuovo per effetto delle misure anti inquinamento anche l’aspetto della Biston si trasforma “adattandosi” alla nuova situazione 8 L’ORIGINE DELLA VITA Uno dei grandi interrogativi che già dall’antichità gli scienziati si erano posti era come abbia fatto il primo essere vivente a nascere. Infatti si sa che qualsiasi essere vivente nasce sempre da un progenitore suo simile (omne vivum a vivo) ma ovviamente questo non può essere valido per il primo essere. Si sono quindi elaborate delle teorie per spiegare l’origine della vita. LA VITA DAGLI SPAZI In passato si tendeva a sostenere che la vita fosse giunta dallo spazio con le meteoriti sotto forma di spore batteriche. La terra in effetti è continuamente sottoposta al bombardamento di meteoriti - frammenti di corpi celesti- alcuni dei quali possono contenere molecole caratteristiche dei corpi viventi, come gli aminoacidi ma in questi meteoriti non si sono mai trovate tracce di organismi. Così l’ipotesi che la vita potesse essere sorta spontaneamente anche nello spazio è stata a poco a poco abbandonata. L’ORIGINE ENDOGENA La terra si è formata 4,6 miliardi di anni fa , trasformandosi da una sfera incandescente a una sfera con la crosta solida. La vita è apparsa circa 4 miliardi di anni or sono originandosi in ambienti che per noi sarebbero stati tossici. L’atmosfera primordiale era quasi del tutto priva di ossigeno ; c’era metano (CH4), ammoniaca (NH3), idrogeno (H2) e vapore acqueo (H2 O). Inoltre la terra era sottoposta al calore delle continue eruzioni vulcaniche e perennemente bombardate dai fulmini e raggi ultra violetti. Quando la terra si è raffreddata le piogge, cadendo sulla superficie del pianeta, hanno formato gli oceani. Nelle acque lacustri si sono formati dei concentrati di sostanze organiche. In questo modo si è originato il brodo primordiale, dove, in tempi lunghissimi, ha avuto origine la vita. Le sostanze organiche disciolte in acqua hanno la tendenza a raggrupparsi 9 formando delle bolle al cui interno rimangono proteine ed acidi nucleici circondati da uno strato di grassi. Molto probabilmente strutture simili rimasero per milioni di anni immerse nel brodo primordiale a volte unendosi per caso,a volte dividendosi. Sicuramente quando una “bolla”superava determinate dimensioni era facile che si dividesse in due. In una di queste strutture-- al cui interno c’era del DNA -- devono essersi sviluppati per caso dei meccanismi tali che la divisione avveniva mantenendo intatto il patrimonio genetico. A quel punto è nata la vita ! I primi esseri viventi erano molto probabilmente simili agli attuali batteri e dovevano essere eterotrofi, cioè incapaci di produrre sostanze organiche. Si nutrivano di altre sostanze organiche presenti nel brodo primordiale. Nell’atmosfera non c’era praticamente ossigeno. Il poco che si formava era dovuto all’azione dei raggi ultravioletti sul vapore acqueo Si presume che casualmente un organismo primordiale abbia inglobato delle particelle contenenti clorofilla diventando quindi capace di sfruttare la luce del sole per produrre sostanza organica. In seguito queste particelle avrebbero cominciato a duplicarsi all’interno delle cellule. Sarebbero così nati gli autotrofi. Gli organismi autotrofi (alghe azzurre) erano capaci di sintetizzare le sostanze organiche partendo da quelle inorganiche. Questa abilità prende il nome di fotosintesi clorofilliana. Durante la fotosintesi si produce come prodotto di scarto dell’ossigeno. L’ossigeno prodotto da questi organismi cominciò ad accumularsi e, arrivato sulle parti superiori dell’atmosfera, originò uno strato di ozono che, bloccando i raggi ultravioletti provenienti dal sole, consentì ai viventi di emergere dalle acque. L’ESPERIMENTO DI MILLER La teoria spiegata prima non fu subito accettata ,molti scienziati ritenevano impossibile che la vita si potesse essere creata a partire da sostanze inorganiche. Nel 1953 però lo scienziato 10 Stanley Miller ideò un esperimento per dimostrare che le prime forme di vita si potevano essere sviluppate nel brodo primordiale .Usò due palloni di vetro : nel primo inserì una miscela di sostanze inorganiche simile a quella che c’era nell’atmosfera primitiva ( idrogeno, ammoniaca, metano e vapore acqueo), nel secondo inserì vapore acqueo prodotto per ebollizione. La miscela di gas veniva sottoposta a scariche elettriche che simulavano i fulmini che attraversavano l’atmosfera primitiva. Infine i gas che si formavano venivano raccolti in un tubo insieme al vapore condensato. Dopo qualche settimana, analizzando il contenuto, Miller si accorse che non c’erano più solo sostanze inorganiche ma si erano formati aminoacidi e glucosio. Questo esperimento confermò la teoria secondo la quale nelle condizioni primitive la vita si è potuta formare a partire da sostanze inorganiche. LE ERE GEOLOGICHE La parola “era” ha un duplice significato. Può indicare un determinato periodo storico, in corrispondenza di un avvenimento di grande importanza, oppure può riferirsi a un 11 momento della lenta trasformazione della Terra, a un’epoca contraddistinta da speciali caratteristiche. Le ere geologiche sono dei periodi in cui si divide la storia della Terra, prima e dopo la comparsa dell’uomo. L’era più antica è detta primitiva o arcaica. Probabilmente, nei periodi meno lontani di questa era, esistevano già degli esseri viventi sotto forma di organismi semplici, ma i loro resti furono poi distrutti dai processi di trasformazione dei primi strati, perciò questa era viene detta azoica cioè “in assenza di vita Nell’era successiva, detta era primaria, erano presenti esseri viventi già distinti in animali e vegetali. La flora (vegetali) era costituita da piante perenni senza fiori mentre la fauna (animali) era rappresenta da molluschi, crostacei, coralli etc. Verso la fine dell’era comparvero i primi pesci, anfibi e rettili.. All’era primaria segue l’era secondaria, o mesozoica cioè degli animali medi .Nella flora compaiono le conifere, le palme e anche piante da fogliame caduco . La fauna si accresce di pesci ossei, rettili, uccelli, mammiferi e primi insetti. COMPAIONO I MAMMIFERI L’era successiva è detta Terziaria o Cenozoica, ossia degli animali recenti”. In quest’ era gli strati di terreno sono meno compatti: vi sono in prevalenza calcari, argille e sabbie; sedimenti marini e lagunari si alternano a quelli continentali .Questa è un epoca di gradi modificazioni e convulsioni della crosta terrestre in cui si originano i principali sistemi montuosi. Nella flora si sviluppano le angiosperme cioè piante con fiori, come il mandorlo, il ricino etc. Dalla fauna scompaiono i grandi rettili ma si diffondono mammiferi, uccelli e compaiono le proscimmie e capostipiti del cavallo, del tapiro e del elefante. Alla fine di quest’ era troviamo le prime scimmie antropomorfe con forme simili a quelle umane. 12 L’ERA DELL’UOMO Infine abbiamo l’era Quaternaria o Neozoica ossia “degli animali nuovi. In questa era l’uomo fa la sua comparsa sulla Terra. Tuttora viviamo nell’era Quaternaria. Alla fine del pliocene (l’ultimo periodo del era terziaria) si ha una glaciazione dovuta alle condizioni climatiche della Terra. Il periodo glaciale è infatti la prima delle due fasi (Pleistocene, Eocene) in cui si divide quest’era. Molto probabilmente l’uomo compare quando i ghiacciai occupano immense estensioni; infatti risalgono a quel tempo le prime ossa rinvenute nelle caverne. Questo periodo è indicato come età Paleolitica, perché le armi utilizzate dall’uomo sono di selce scheggiata. Al periodo glaciale, segue quello post-glaciale con vasti cambiamenti di clima e con la sistemazione dell’assetto geografico. 13