26/05/2011 Cardiopatia Ischemica Patologia Cardiovascolare Sindrome anatomo-clinica caratterizzata da squilibrio tra richieste di O2 del miocardio e capacità di fornire O2 da parte delle coronarie – Angina – Morte coronarica improvvisa – Infarto miocardico – Cardiopatia ischemica cronica Angina Arresto o riduzione transitoria del flusso ematico in una zona del miocardio (ischemia miocardica transitoria) – A. da sforzo – A. vasospastica – A. instabile Non si documentano danni a livello miocardico o delle a. coronarie, se non pregressi Cardiopatia ischemica cronica Patogenesi • Riduzione del flusso coronarico – Aterosclerosi, vizi valvolari, shock, arteriti, embolia, dissecazione aortica, spasmo del circolo coronarico • Aumentate richieste metaboliche del miocardio – Esercizio fisico, gravidanza, ipertrofia cardiaca, ipertiroidismo • Riduzione del contenuto di O2 nel sangue – Anemia, ipossiemia (pneumopatie croniche) Cardiopatia ischemica cronica • Aterosclerosi coronarica con riduzione progressiva del flusso coronarico • Sofferenza a focolaio del tessuto miocardico (sostituito da tessuto fibroso) • Evoluzione in miocardiosclerosi parcellare disseminata • Cuore aumentato di volume ma rigido (scompenso cardiaco congestizio) Infarto miocardico • Area di necrosi a valle di un vaso occluso • Infarto bianco o anemico (circolazione di tipo terminale), forma irregolare e margini frastagliati • Da un punto di vista macroscopico – Infarto regionale – Infarto subendocardico 1 26/05/2011 Infarto regionale Infarto che si verifica in una regione del miocardio per arresto flusso ematico in ramo coronarico principale (occlusione trombotica persistente; placche instabili (trombosi occlusiva su placca fibroateromasica) pp a. coronaria sin a 2-3 cm dalla biforcazione e a. coronaria dx a livello del margine acuto del cuore) Infarto transmurale • Si può parlare propriamente di infarto transmurale solo nei casi nei quali non interviene una riperfusione terapeutica (procedura che arresta il fronte d’onda) • Infarto da occlusione ha sempre carattere segmentario, rispetta la distribuzione dei territori di irrorazione dell’arteria occlusa e lo mantiene anche in caso di riperfusione o di arresto dell’onda di necrosi Topografia dell’infarto transmurale (1) ++ ventricolo sin (con possibile estensione al ventricolo destro) Nella metà di casi è secondario ad occlusione di ramo disc ant: – anterosettale (2/3 ant del setto, punta e parte della parete ant del ventric sin) – anterolaterale In 1/3 dei casi occlusione dell’a. coronaria destra (in predominanza destra è infero-settale (terzo post del setto e parete inf del ventric sin), talvolta esteso allla parete post del ventric destro e segm post del ventric sin) Fenomeno del fronte d’onda Infarto miocardico inizia a livello del subendocardio (necrosi dopo 20’ dall’arresto del flusso) e si estende successivamente in direzione del subepicardio, fino a divenire totale, a tutto spessore (transmurale) – In funzione del tempo – In funzione dell’efficienza dei circoli collaterali Circolazione coronarica • Dominanza destra • Circolazione bilanciata (entrambe le coronarie partecipano all’irrorazione di ventricolo destro e sinistro) • Dominanza sinistra (CX della cor. sin. invia il ramo disc post-interventric; a. coronaria sin. irrora tutto il ventricolo sin.) Circolazione coronarica è regionale e funzionalmente di tipo terminale, ma non lo è da un punto di vista anatomico (anastomosi, circoli collaterali) Topografia dell’infarto transmurale (2) In 1/5 dei casi occlusione del ramo circonflesso (infarto posterolaterale) Raramente, occlusione primo ramo diagonale (infarto anteriore che non coinvolge il setto), occlusione dell’arteria del margine ottuso, o tronco della coronaria sinistra (in genere morte improvvisa) Infarto isolato del ventricolo destro è evenienza rara (1%) 2 26/05/2011 Infarto subendocardico (necrosi subendocardica diffusa) • Necrosi ischemica limitata al terzo interno della parete miocardica, a focolai multipli su un territorio esteso • Topografia è sempre uguale (indipendentemente dalla sede di occlusione) • Scarsa demarcazione di margini • Estensione variabile, “infarto laminare” se circolare e diffusa a tutto il subendocardio del ventricolo sin Infarto subendocardico (necrosi subendocardica diffusa) • Patogenesi: ipoperfusione generalizzata – Fattori coronarici (aterosclerosi, senza occlusione trombotica recente) – Fattori extracoronarici (ipotensione, tachicardia, steno-insufficienza aortica, ipossia secondaria a malattia polmonare cronica, anemia) Riparazione più rapida con formazione di bande di fibrosi endocardica; unica complicanza: trombosi endocardica Intervallo dall’occlusione dell’arteria Sali di tetrazolio • Diagnosi macroscopica di infarto (estensione, topografia) • Sezione biventricolare del cuore immersa in una soluzione incolore di sali di tetrazolio • Zone non ischemiche: deidrogenasi delle cellule muscolari riducono i sali ad una sostanza colorata (blu o marrone), Formazan • Zone ischemiche rimangono incolori Istopatologia • Necrosi coagulativa: necrosi tipica di IMA, ad ampio focolaio e totale (miociti e stroma) • (Necrosi tetanica) • (Miocitolisi colliquativa) 12 h Quadro macroscopico Quadro microscopico Nessuno/pallore Ondulazione delle miocellule Area pallida, giallastra e soffice Miocellule ipereosinofile necrosi coagulativa Bordi: infiltrazione di neutrofili(+) (++) 3-5 d Zona centrale: gialla Bordi: iperemici Zona centrale: necrosi coagulativa: perdita di nuclei e della striatura. Presenza (+++) di neutrofili Bordi: presenza di macrofagi e fibroblasti 6-10 d Zona centrale: gialla, depressa Bordi: rosso-bruni Zona centrale: presenza di macrofagi e mononucleati; miocellule “mummificate” Bordi: tessuto di granulazione 10-14 d Zona centrale: giallo-bruna, depressa Bordi: grigio-rossastri Tessuto di granulazione (+++), depositi di collagene 2-8 w Cicatrice grigio-biancastra; eventuale assottigliamento della parete Zona centrale: può persistere miocardio “mummificato” Bordi: tessuto cicatriziale ricco di vasi 24-48 h Necrosi tetanica • A focolai disseminati, e selettiva (stroma non coinvolto) • Stato di ipercontrazione tetanica senza rilasciamento • Necrosi a bande • Evoluzione con macrofagi (non gn) in piccole cicatrici disseminate (senza tessuto di granulazione): miocardiosclerosi parcellare disseminata • Intorno a IMA, traumi cranici, morte coronarica improvvisa, tossicodipendenti 3 26/05/2011 Miocitolisi colliquativa Complicanze IMA • Necrosi che si instaura lentamente • Perdita progressiva miofibrille, membrana plasmatica ed infine nucleo; cell vacuolizzate • Evoluzione in miocardiosclerosi parcellare disseminata • Intorno a IMA, nel subendocardio, malattia ischemica cronica, ipertrofia miocardica Circa un quinto dei pazienti con ischemia miocardica acuta muore entro le prima 2 ore, in genere per insufficienza di pompa o aritmie Complicanze funzionali Complicanze funzionali • Turbe del ritmo (fibrillazione ventricolare) • Turbe della conduzione atrio-ventricolare • Shock cardiogeno (da disfunzione ventric. sin)* • Insufficienza ventricolare sin* (associata o meno ad edema polmonare acuto) * In • Funzionali • Organiche Insufficienza ventricolare sin (insufficienza di pompa), associata o meno ad edema polmonare acuto → riduzione della gittata sistolica (++ infarti anterosettali). Se il paziente sopravvive, può sviluppare ischemia cerebrale fino al rammollimento funzione dell’estensione dell’IMA, necrosi >40% della massa miocardica Complicanze organiche • Pericardite epistenocardica o epi-infartuale (fibrinosa, primi 4 giorni) • Pleuropericardite di Dressler (rara, dopo 10 giorni) • Endocardite non infettiva, reattiva • Rottura del cuore • Aneurisma (parete ventric. sx, infarti estesi) cronico del cuore • (Aneurisma acuto del cuore, con rottura di cuore) 4 26/05/2011 Rottura di cuore È una complicanza precoce, si realizza entro le prime 2 settimane dall’infarto (generalmente entro i primi 3 giorni (miocitolisi, necrosi colliquativa) oppure all’inizio della seconda settimana (tessuto connettivo giovane) – esterna – interna Rottura di cuore • Verso l’esterno: nel 10% degli IMA transmurali, interessa il ventricolo sin → emopericardio e tamponamento cardiaco – Rottura in 1°(+++) o 2°giornata, a margini netti, a limite con il tessuto sano – Rottura in 4°/5°-10°giornata, nella zona centrale dell’infarto, si sviluppa più lentamente (ventricoloplastica?) Rottura di cuore • Verso l’interno: – Nel 3% dei casi: rottura setto interventricolare →comunicazione interventricolare (entro 24h, incidenza in ↓, shunt sin-dx, decesso) – Nell’1% dei casi: rottura dei m. papillari (m. papillare post., insufficienza mitralica) Rottura di Cuore • Fattori di rischio: – ipertensione – sesso femminile – età avanzata – nessuna storia di precedente infarto – infarto anteriore Riperfusione precoce e presenza di circoli collaterali prevengono la rottura di cuore Infarto segmentale (transmurale) del miocardio dopo riperfusione coronarica • Trombolisi, angioplastica, by-pass aortocoronarico: – Riducono estensione IMA (<transmuralità, frequente localizzazione subendocardica) – Trasformano IMA da anemico in emorragico – Cicatrizzazione più rapida (prevenendo aneurismi e rottura di cuore), modifica i criteri di datazione 5 26/05/2011 Infarto segmentale (transmurale) del miocardio dopo riperfusione coronarica – Riperfusione rapida può determinare necrosi tetanica (a bande di contrazione) – Quando la lesione del microcircolo ne ha condizionato l’occlusione si ha il danno vascolare da riperfusione con un’area di mancata riperfusione (no reflow) – Può determinare alterazioni del ritmo – Non consente immediata ripresa funzionale del miocardio riperfuso (miocellule stordite per giorni: stunned myocardium) 6