Personal Accessori ■ E-Motion Wood di Faber-Castell è una stilografica dalla linea bombata realizzata in legno di pero color marrone, moka oppure nero. Il cappuccio e il fondello sono in metallo cromato lucido. Questo modello è corredato di sistema di caricamento a cartuccia o converter. Il pennino è in acciaio. Prezzo: 89 euro. Info: 02.43069636 Investire nella Qualità della Vita ■ ■ ■ Salute Si esegue una volta nella vita e indica il rischio di un soggetto sano di avere un infarto Un test genetico salvacuore Può essere eseguito a casa grazie a un prelievo indolore. Costa circa 750 euro di Annika Abbateianni S Stile ■ Patagonia ha creato Streamlined Jacket, un capo impermeabile e antivento. La traspirazione è garantita mentre il corpo rimane al caldo. L’utilizzo di un tessuto particolare all’interno del colletto e sul flap del mento evita sfregamenti durante l’attività sportiva. Prezzo: 320 euro. Info: 0474.497106 Gusto ■ Per rendere unica la sera di San Valentino Moët & Chandon presenta gli accessori ideati dalla designer inglese Daisy de Villeneuve. Il Flower Rosé Mini Moët Gift Set racchiude una bottiglia di rosé e due flûtes mignon, per un incontro da organizzare anche all’ultimo minuto. Prezzo a partire 85 euro. Info: 02.6714111 tress, fumo, sedentarietà, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e un’alimentazione scorretta sono tra i principali fattori di rischio per l’infarto, una delle principali cause di morte nelle società industrializzate. Negli ultimi anni, però, è emerso un dato decisamente curioso, che ha mostrato come la metà delle persone con infarto del miocardio abbia sempre avuto uno stile di vita sano. Tale evidenza ha spinto i ricercatori ad approfondire gli studi in materia, arrivando alla conclusione che questa patologia cardiovascolare è provocata anche da una predisposizione genetica. «Di fatto la risposta alla causa dell’infarto anche nei soggetti sani si trova nei geni», spiega Federico Lìcastro, immunologo del dipartimento di patologia sperimentale dell’università di Bologna, a cui si deve la nascita di un nuovo test in grado di prevedere il rischio a cui va incontro un soggetto di incorrere in una necrosi di una zona del miocardio, «grazie agli studi condotti dal mio team negli ultimi cinque anni su un campione di centinaia di soggetti sani è stato possibile individuare dieci polimorfismi (ossia gli assetti genetici che possono condizionare la capacità di ogni gene di esprimersi in modo diverso da individuo a individuo) che determinano il rischio genetico di infarto del miocardio». L’analisi del Dna cellulare ha permesso quindi di stabilire i profili genetici da analizzare per determinare il livello infiammatorio di alcuni geni che, se non controllato, può sviluppare la patologia anche nelle persone sane e con uno stile di vita regolare. «Occorre sottolineare», spiega Lìcastro, «che il test non è una diagnosi, bensì un profilo in grado di esplorare una predisposizione specifica che, nel caso in cui sia media o alta, offre a specialisti come il cardiologo la possibilità di prescrivere precocemente ai propri pazienti approfondimenti e terapie mirate per evitare l’infarto». L’innovativo esame genetico appena messo a punto con la collaborazione del laboratorio di Ngb genetics, la società di biotecnologie partner dell’università di Ferrara, si esegue una sola volta nella vita ed è consigliato alle persone dai 40 anni in su e a tutti coloro che hanno avuto in famiglia casi di infarto e ictus. Allo stato attuale, chi desidera effettuare il test, del costo di circa 750 euro, può rivolgersi all’Imgep (l’Istituto di medicina Genetica preventiva e personalizzata a Milano) o alla Ngb genetics, richiedendo il kit per l’esecuzione dell’esame da parte del proprio medico curante o, data l’estrema semplicità, da soli. Il test consiste infatti nel prelievo, assolutamente indolore, di Dna cellulare sulla mucosa all’interno della bocca, mediante una micro-spatola (da sfregare come uno spazzolino sulle gengive e sulla superficie interna delle guance per almeno 30 secondi). Questo materiale viene poi rispedito agli istituti e analizzato dall’équipe che ha messo a punto il test e che emetterà il referto, classificando il rischio individuale a contrarre l’infarto in basso, medio o alto. Questa novità permette anche di migliorare la sinergia fra i medici specialisti. È frequente, infatti, che i sintomi di un infarto vengano malinterpretati e sottovalutati. (riproduzione riservata) ■ ■ Medicina Molti geni sono uguali nell’uomo e nella mosca. Al via studi su tumori e demenze Il segreto delle malattie svelato dal piccolo moscerino drosofila di Galeazzo Santini I l moscerino della frutta, la Drosophila Melanogaster, diffuso in tutto il mondo, è diventat, lo specchio biologico dell’uomo. Studiando questo moscerino i ricercatori hanno compiuto passi da gigante nella genetica e sono convinti di potere un giorno vincere numerose malattie gravissime. Oggi più di 5 mila scienziati stanno lavorando in 1.600 laboratori del mondo sulla biologia della drosofila e l’università americana di Bloomingdale ne conserva 25 mila ceppi microbici, mentre pre- vede di stoccarne altri 10 mila nei prossimi anni. Nonostante la parentela sia molto lontana (risale a 600 milioni di anni), l’uomo e la mosca hanno numerosi geni in comune. Di 289 geni umani capaci di provocare una malattia, ben 177 possiedono equivalenti presso la drosofila. Studiandoli, la ricerca medica conta di far luce sul cancro del colon e sul melanoma, sulla dipendenza alla cocaina. Un esempio particolare riguarda il morbo di Alzheimer, la cui origine genetica viene ricercata da diversi anni nella drosofila, il cui cervello, dotato solo di 200 mila neuroni e cellule gliali, costituisce un puzzle infinitamente meno complesso di quello dell’uomo. I ricercatori francesi del Cnrs hanno quindi testato la memoria delle drosofile per comprendere meglio alcune patologie neurodegenerative che colpiscono la capacità mnemonica dei malati di Alzheimer. Se a queste mosche si fa respirare un odore loro gradito, ma associato a una scossa elettrica, nel giro di un minuto la lezione viene compresa e l’odore in questione evitato per alcune ore. Più tardi però il profumo non viene più associato alla scossa. Solo sottoponendole a dieci cicli di odore e shock, a 15 minuti l’uno dall’altro, le drosofile eviteranno per tutta la vita il profumo anche se gradito. Questi due esperimenti, che provano l’esistenza di due tipi di memoria, a breve e a lungo termine, hanno portato alla scoperta di un gene mutato che produce il Crammer, una proteina che svolge un ruolo importante nella memoria sia della drosofila sia dell’essere umano. (riproduzione riservata) “ Lampi nel buio La casa è dove si trova il cuore Plinio il Vecchio ”