La ginnastica del cuore: cosa fare dopo un infarto

“Pillole di salute” – gennaio 2017
"La ginnastica del cuore: cosa fare dopo un infarto"
L’infarto del miocardio è una patologia che colpisce il cuore quando una o più arterie coronarie si chiudono.
Tali arterie portano il sangue ossigenato e ricco di sostanze nutritive al cuore; se avviene un’improvvisa
occlusione, il sangue stesso non riesce a raggiungere una parte del muscolo cardiaco, (detto ‘miocardio’) e,
di conseguenza, accade un’ischemia e una parte di cuore diventerà necrotica.
Le arterie coronarie si occludono per diversi motivi che si possono ricondurre ai ‘Fattori di rischio
cardiovascolare’ riassumibili in parametri che riguardano l’età (invecchiamento dei tessuti e possibile
aterosclerosi, p.e), la familiarità (esiste una predisposizione genetica), il fumo, l’ipertensione arteriosa
(pressione alta), l’obesità, il diabete ed altre variabili che, a differenza dell’età e della familiarità, possono
esser modificate con uno stile di vita attivo e sano ed un’adeguata alimentazione.
Una volta affrontato il problema tramite opportuno intervento ospedaliero, è importantissima la fase della
riabilitazione cardiologica che dev’essere necessariamente seguita da professionisti del ramo fisioterapico o
delle scienze motorie specializzati nel settore cardioriabilitativo. Terminata questa prima fase postospedaliera, però, vi è necessità di una Ginnastica Adattata e Compensativa che accompagni per tutta la vita
la persona che ha subìto un infarto e tale compito spetta ai professionisti delle Scienze Motorie.
Generalmente, in fase di riabilitazione cardiologica, l’esercizio fisico ha lo scopo di far lavorare il cuore ad
una data intensità con un dispendio energetico minore, ossia può valere il detto “più lavoro, meno sforzo”; si
‘risparmia’ il cuore a pro di un esercizio che consenta una più lunga vita cardiaca. L’esercizio fisico, inoltre,
aiuta anche a prevenire i fattori di rischio cardiovascolare come l’ipertensione arteriosa e l’alterazione di
grassi nel sangue (diminuzione del colesterolo totale ed incremento del cosiddetto colesterolo buono HDL;
riduzione dei valori di glicemia). È importante spiegare alla persona qual è l’esercizio fisico che deve
eseguire, per quanto tempo e in che misura lo deve eseguire. Alla fine della fase di riabilitazione, il paziente
dovrà continuare il suo programma personalizzato anche se nel frattempo avrà imparato a eseguire
correttamente l’allenamento iniziale. Il movimento deve diventare un’abitudine ed uno stile di vita che,
assieme ad una corretta alimentazione, consentirà una vita migliore ed una prevenzione contro ulteriori
malattie cardiache. L’attività fisica adeguata per il cardiopatico è quella ‘sottomassimale’ e continuata nel
tempo, per almeno 3-4 sedute alla settimana; utile, pertanto, l’esercizio fisico di tipo aerobico ad intensità
medio-bassa, senza mai arrivare ad una fatica estenuante. Spesso viene utilizzata la cyclette, abbinata a
camminate, nuoto, sci di fondo e bicicletta, a seconda della scelta motoria della persona. Ottimale è l’uso di
un cardiofrequenzimetro per misurare l’intensità di lavoro del cuore.
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