Eventi America Latina: trend e opportunità Cari lettori, vi proponiamo di seguito un dossier che tocca le tematiche emerse nell’incontro organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con Osec, Credit Suisse e Euler Hermes intitolato “Dove sta andando l’America Latina? Tendenze e prospettive di business”, tenutosi lo scorso 9 maggio all’Hotel Parco Paradiso di Lugano. Il ricco programma della giornata ha visto susseguirsi brillanti relatori che hanno intrattenuto con dati, spiegazioni ed aneddoti il folto pubblico presente. L’America Latina è un’area geografica dalle notevoli differenze sotto diversi punti di vista: estensione territoriale, numero di abitanti e densità della popolazione nei centri urbani, livello di sviluppo economico, presenza o meno di risorse naturali, infrastrutture più o meno moderne, ecc.. Molteplici sono gli accordi commerciali in vigore, si pensi ad esempio alla Comunità Andina, al Mercosur, al NAFTA e ai vari accordi con l’UE. Di particolare importanza per la Svizzera sono però gli accordi di libero scambio che taluni Paesi dell’America Latina hanno concluso con l’AELS: con Messico e Cile tali accordi sono già in vigore, mentre con Colombia e Perù lo saranno entro l’anno. Brasile, Messico e Argentina sono i partner principali del nostro Paese in quest’area. Tra i prodotti maggiormente esportati dalla Svizzera nel continente sudamericano figurano i prodotti chimico-farmaceutici, i macchinari e le apparecchiature elettroniche, come pure gli strumenti di precisione, gli orologi e la bigiotteria. Le importazioni, invece, riguardano principalmente i prodotti dell’agricoltura e i prodotti chimici. Vi ricordiamo infine che sul sito della Cc-Ti (www.cc-ti.ch) è possibile scaricare tutte le presentazioni dell’evento. Inoltre vi segnaliamo un blog dedicato all’argomento, sviluppato da Osec: si tratta di una pagina web appositamente dedicata all’evento, creata a complemento di quanto già messo a disposizione dalla Cc-Ti sul suo stesso sito. Alle varie presentazioni si aggiungono quindi anche delle schede informative sui Paesi trattati nel corso dell’incontro. L’export blog si trova all’indirizzo: www.exportblog.ch/it/go/k7iFo. Per potere accedere al blog è richiesta una password, che vi invitiamo a voler richiedere scrivendo un’e-mail a Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino all'indirizzo: [email protected] oppure telefonando allo +41 91 911 51 35. Nei prossimi numeri di Ticino Business continueremo a riportarvi i migliori spunti di riflessione che emergono dagli eventi che organizziamo. 31 Eventi I relatori dell'evento L’ARGENTINA Intervista con Norma Alemann, Direttrice della Cámara de Comercio Suizo Argentina Norma Alemann Nel 2010, l’Argentina è cresciuta del 9,2%, ossia a uno dei ritmi più rapidi della regione. Quali sono i fattori che hanno determinato questa espansione? “L’Argentina, la seconda economia dell’America Latina, nel 2010 è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo, raggiungendo il 9,2%. La ripresa del Paese, che nel 2009 registrava una crescita di soli 0,9%, è dovuta ai prezzi delle materie prime e alla domanda estera, soprattutto quella brasiliana, di prodotti finiti e industriali. Le principali materie prime sono i semi di soia, i derivati (olio e farina di soia) e i prodotti dell’industria mineraria (rame, oro, litio e argento). Quale terzo produttore al mondo di semi di soia, l’Argentina ha beneficiato di una raccolta da record l’anno scorso e di un incremento del 55% dei prezzi per i semi oleosi nel secondo semestre del 2010. Il Paese è in procinto di diventare uno dei maggiori esportatori di biodiesel al mondo. Come in Europa, la miscela di diesel contenente il 5% di biodiesel è obbligatoria, ma con percentuali diverse. Inoltre, il forte apprezzamento della valuta brasiliana (real), il principale partner commerciale dell’Argentina, 32 Ticino Business ha contribuito a migliorare la competitività dell’industria locale”. L’economia argentina dipende dalla disponibilità di risorse naturali, da un settore agricolo orientato all’esportazione e da un ramo industriale diversificato. Rappresenta il terzo mercato dell’export svizzero nell’America latina. Quali sono i prodotti svizzeri più richiesti? “I principali prodotti svizzeri esportati verso l’Argentina sono: Prodotti farmaceutici 35% Prodotti chimici 5% Pigmenti e inchiostri 2% Alluminio e prodotti derivati 2% Orologi2%” Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara de Comercio Suizo Argentina: www.suiza.org.ar (sito in spagnolo e inglese), oppure il sito istituzionale del Governo argentino, all’indirizzo www.argentina.gov.ar (sito in spagnolo, portoghese e inglese). IL BRASILE Intervista con Stephan Buser, Direttore della Câmara de Comércio Suíço-Brasileira Stephan Buser L’Economist Intelligence Unit prevede che il Brasile sorpasserà l’Italia e diventerà la settima economia mondiale nel 2011, con un PIL di 2 miliardi di dollari. Quali sono i fattori che hanno contribuito a rafforzare la situazione economica del Brasile? “In primis, il piano REAL (nuova valuta introdotta dal Presidente Fernando Henrique Cardoso nel 1994) ha creato stabilità finanziaria, allontanando l’iperinflazione. Grazie alla crescente domanda di materie prime (minerali di ferro, semi di soia e altri) dall’inizio del 20° secolo, il Brasile è diventato un importante esportatore di questi prodotti, facendo affluire molti capitali nel Paese. Inoltre, si può affermare che gli «sforzi di marketing» del Presidente Lula hanno attirato l’attenzione del mondo sull’economia brasiliana, portando ulteriori investimenti e rafforzando quindi la crescita. Il Brasile non ha sentito gli effetti della crisi economica nel 2008/2009, che ha colpito duramente altre nazioni del mondo. Una misura intrapresa per promuovere l’economia è stata la sospensione temporanea della tassa sui prodotti industriali quali i veicoli a motore, grandi elettrodomestici come i frigoriferi e i materiali edili. Un ulteriore progetto lanciato dal Governo brasiliano è il piano «my house, my life» volto a facilitare l’accesso della popolazione con reddito basso ai mutui ipotecari. Questo incentivo statale promuove contestualmente l’industria edile. Infine, gli importanti eventi sportivi del prossimo futuro, come i Campionati mondiali di calcio nel 2014 e le Olimpiadi, generano nuovi progetti infrastrutturali”. Dal 1° gennaio 2011, Dilma Rousseff è la prima donna Presidente del Brasile, succedendo al più popolare leader nella storia del Paese, il Presidente Lula. Cosa ci si può attendere dal suo Governo? “Benché la Signora Rousseff sia alla guida del Brasile da oltre 100 giorni, non si delinea ancora una sua direzione politica. In linea di massima, ci si attende che segua la linea politica del suo predecessore Lula (che proviene dallo stesso partito). Constatiamo che adotta qualche nuova idea e direzione, pensiamo, per esempio, alla posizione del Brasile nei confronti dell’Iran. Ha saputo riscuotere un primo successo di politica interna in occasione dei negoziati sul salario minimo. Grazie al sostegno di cui gode nel parlamento, ha stabilito un salario minimo di 545 real invece degli 560 o 580 previsti dall’opposizione. Questa ritenuta era necessaria poiché ogni real supplementare crea ulteriori spese statali di 286 milioni (http://veja. abril.com.br/tema/salario-minimo)”. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della SWISSCAM – Câmara de Comércio Suíço-Brasileira: www. swisscam.com.br (sito in portoghese, inglese e tedesco), oppure il sito istituzionale del Governo brasiliano, all’indirizzo www.brasil.gov.br (sito in portoghese, inglese e spagnolo). Un momento delle presentazioni con alcuni dei relatori 33 Eventi IL CILE Intervista con Ladina Baniclès, Direttrice della Cámara Chileno-Suiza de Comercio A.G. Ladina Baniclès L’economia cilena è aperta, dinamica e molto dipendente dal commercio internazionale. Questo fatto è confermato dai numerosi accordi commerciali stipulati (non tutti sono effettivamente accordi di libero scambio) con partner quali USA, UE, Mercosur, Cina, India, Corea del Sud, Messico e AELS, quindi anche con la Svizzera. Quali vantaggi può trarre il «piccolo topolino» Svizzera da questa convenzione rispetto ai sopra citati «grandi elefanti»? “Sono del parere che le Nazioni piccole costruiscono buone piattaforme per sviluppare e produrre prodotti di ottima qualità, che possono essere proposti esentasse e con un alto valore aggiunto nei mercati dei «grandi elefanti». Contestualmente, gli accordi di libero scambio offrono condizioni interessanti per il trasferimento di capitali e di moneta, che permettono al settore finanziario – soprattutto in Paesi quali la Svizzera e il Cile – di beneficiare di crediti supplementari e tassi d’interesse attrattivi. Inoltre, il ramo industriale e produttivo può disporre di ulteriori possibilità di finanziamento a condizioni più interessanti sul mercato dei capitali. Le Nazioni piccole, che vantano una buona infrastruttura, offrono una piattaforma eccellente in cui costituire uffici per operazioni transnazionali volte a entrare sui grandi mercati. In altre parole, si può accedere a un mercato di 4-5 miliardi di consumatori attraverso questi piccoli Paesi hub. Altri esempi di questo fenomeno sono Singapore, Taiwan, Dubai, ecc.. Un ulteriore aspetto interessante di questo sviluppo è la possibilità offerta alla popolazione di piccole Nazioni di accedere a prodotti high-tech e di punta, alzando il loro status sociale e il know-how. Infine, occorre citare le possibilità educative e formative che questi accordi offrono a tecnici, studenti e personale laureato”. Il «Global Competitiveness Report 2010-2011» pubblicato dal Foro economico mondiale situa il Cile al 30° posto dei Paesi più competitivi al mondo e alla 1° posizione in America Latina, ben prima di Brasile (58°), Messico (66°), Colombia (68°) Perù (73°) e Argentina (87°). Oltre all’apertura del mercato e alla rete di accordi commerciali, su quali altri pilastri si fonda l’economia cilena? “Da quasi 100 anni, la fonte principale di reddito rimane la produzione di rame. L’industria mineraria in genere costituisce un pilastro essenziale e sembra che si possa rafforzare nei prossimi decenni, diventando ancora più redditizia. Il Nord del Paese vanta enormi riserve e i prezzi alti in continua crescita non sono destinati a diminuire a breve. Ulteriori importanti investimenti sono quindi già previsti per i prossimi anni. Inoltre, i guadagni miliardari conseguiti in questo ambito da molte imprese cilene hanno 34 Ticino Business permesso loro di attivarsi a livello transnazionali in altri Paesi asiatici e africani, che risultano interessanti dal punto di vista minerario. Le aziende minerarie cilene sono diventate attori globali. Inoltre, il Paese ha un potenziale enorme nell’industria agricola. Il suo ampio paesaggio e la terra fertile gli permetterebbero di diventare uno dei maggiori produttori di frutta, verdura e prodotti alimentari. Il clima privilegiato consente di sviluppare e produrre importanti quantità di alimentari. Infine, il Cile offre una struttura con bassi costi di produzione, che serve da ampia piattaforma, da cui vendere nelle zone coperte dagli accordi di libero scambio a prezzi attrattivi, con un’alta qualità e margini interessanti. Sappiamo che alcune multinazionali hanno installato in Cile capacità produttive da 2 a 10 volte superiori alle capacità del Paese per poter esportare i prodotti verso grandi mercati senza gravarli di tasse all’importazione. Un altro pilastro emergente è il settore finanziario e dei servizi, con modelli d’investimento e tassi d’interesse vantaggiosi. Sappiamo che il settore del private banking svizzero ha avviato nuove attività e operazioni in Cile poiché le condizioni sono migliori e più sicure che in altre Nazioni della regione quali Argentina, Bolivia, Venezuela, Ecuador, ecc.. Il Cile è un Paese emergente, che agisce velocemente e in modo professionale, prendendosi cura della popolazione e migliorando il livello dei più poveri. Pare che i politici e i «gruppi finanziari» storicamente dominanti abbiano capito che sono i lavoratori e la classe media a costituire il settore di consumatori più ampio e interessante, permettendo all’industria e ai servizi di conseguire profitti constanti e crescenti”. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara Chileno-Suiza de Comercio A.G.: www.swisschile. cl (sito in spagnolo e tedesco), oppure il sito istituzionale del Governo cileno, all’indirizzo www.gob.cl (sito in spagnolo e inglese). Da sinistra: N. Alemann, T. Foerst, S. Gutiérrez Díaz, L. Baniclès e C. Schirmer LA COLOMBIA Intervista con Silvia Gutiérrez Díaz, Direttrice della Cámara de Comercio Colombo Suiza Silvia Gutiérrez Díaz L’attuale indice «Ease of Doing Business Index» stilato dalla Banca mondiale cita la Colombia quale 39° economia mondiale e seconda migliore piazza commerciale dell’America Latina (dopo il Messico). Quali riforme sono state attuate negli ultimi anni per raggiungere questo risultato? “Le principali misure sono la protezione degli investitori (nuovo regime per gli investimenti esteri dal 2008), l’implementazione tecnologica per creare un’impresa (camere di commercio), per dichiarare e pagare le imposte (sistema Muisca) nonché per versare gli oneri sociali (sistema unificato, Planilla Integrada de Liquidación de Aportes PILA). Inoltre, è stata migliorata la prassi per il commercio transfrontaliero, riducendola a una sola finestra per snellire le procedure”. La Svizzera è il quarto partner commerciale della Colombia, mentre la Colombia è la quarta destinazione delle esportazioni svizzere. Quali sono i prodotti scambiati tra i due Paesi e quali benefici porterà l’imminente accordo di libero scambio? “Beni scambiati: le esportazioni della Svizzera verso la Colombia ammontano a oltre 409 milioni di dollari e consistono principalmente in prodotti chimici e i loro derivati, strumenti di precisione e apparecchiature. I prodotti importati in Svizzera dalla Colombia raggiungono gli 854 milioni di dollari e sono soprattutto i prodotti dell’industria mineraria (oro, smeraldi, carbone), il caffè e la frutta. Benefici dell’accordo: • l’abolizione di barriere che limitano la partecipazione svizzera in Colombia quale mercato emergente; • l’eliminazione di tariffe sulle esportazioni svizzere per rendere più attrattivi i prodotti; • la par condicio per il commercio svizzero rispetto ai competitori che beneficiano di condizioni preferenziali (accesso migliore rispetto agli Stati dell’UE/USA); • entrata sul mercato facilitata per i prestatori di servizi svizzeri in ambito finanziario (ingegneria), ambientale, minerario, dell’olio e del gas, nei servizi infrastrutturali ed edili; • condizioni sicure e affidabili per gli investitori; • prezzi più bassi e maggior offerta; • vantaggi per tutti: nuove possibilità d’affari, di partenariati, di clienti, di investitori, di anelli della catena d’approvvigionamento e produttiva nonché miglior scelta per i consumatori”. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara de Comercio Colombo Suiza: www.colsuizacam. com (sito in spagnolo), oppure il sito istituzionale del Governo colombiano, all’indirizzo www.presidencia.gov. co (sito in spagnolo e inglese). IL PERÙ Intervista con Corinne Schirmer, Direttrice della Cámara de Comercio Suiza en el Perú Corinne Schirmer L’economia del Perù è aumentata dell’8,8% nel 2010 e ci si attende un incremento del 7% nel 2011. Tuttavia, nell’anno corrente si svolgono le elezioni, il Presidente García non può ricandidarsi e dopo il primo turno del 10 aprile, un secondo si terrà il prossimo 5 giugno. Quale effetto può avere questa incertezza sulla crescita economica? “La basi macroeconomiche del Perù sono molto solide. Le stime per l’anno corrente rimangono alte grazie alla forte influenza del settore esterno e ai prezzi alti dei prodotti d’esportazione nonché alla loro diversificazione. Rame, piombo, acciaio, zinco e soprattutto oro e argento manterranno l’attuale valore elevato. L’export di derivati di pesci, tessili e dall’industria agricola sono risorse positive. La domanda internazionale rimane forte, particolarmente negli ambiti commerciale, dei servizi e dell’edilizia. Se Keiko Fujimori fosse eletto, le tendenze favorevoli al mercato e la crescita continuerebbero sulle stesse basi. Benché Ollanta Humala non sia pro-mercato, il suo orien- 35 Eventi tamento populista contribuirebbe a sostenere l’attività economica interna a breve e medio termine poiché è piuttosto incline alle spese”. Il commercio tra Svizzera e Perù è aumentato molto negli ultimi anni. Un accordo di libero scambio tra l’AELS e il Perù entrerà in vigore prossimamente. Cosa possiamo attenderci da questo accordo? “Questo accordo è una premessa necessaria per rafforzare le relazioni economiche bilaterali; tuttavia, non basta solo l’entrata in vigore di un tale accordo. Esso apre le porte a nuove opportunità, ma occorre che i Paesi ne sappiano trarre vantaggio. Il Perù vanta molteplici possibilità produttive e d’investimento di cui la Svizzera potrebbe beneficiare, soprattutto quelle derivanti da questo accordo. Inoltre, tale convenzione permette alle imprese svizzere e peruviane di creare joint venture, che beneficerebbero dell’accesso peruviano ai mercati asiatici e del bacino del Pacifico”. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara de Comercio Suiza en el Perú: www.swisschamperu.org (sito in spagnolo ed inglese), oppure il sito istituzionale del Governo peruviano, all’indirizzo www.peru. gob.pe (sito in spagnolo). Gli aspetti macroeconomici del Continente latinoamericano Intervista con Nora Wassermann, Analyst Global Economics Research Emerging Markets, Credit Suisse Nora Wassermann Quali sono i punti chiave della situazione economica in America Latina? “L'America Latina ha visto un moderato tasso di crescita dopo un forte rimbalzo post-crisi. Nel 2010 l'attività economica ha recuperato da un calo del 2,1% del PIL regionale nel 2009 ad una crescita del 6,2% sostenuta da un forte progresso delle esportazioni (risultato dall'aumento dei prezzi delle materie prime e dalla ripresa economica mondiale), dal solido consumo interno così come dalle politiche monetarie e fiscali. Allo stesso tempo, l'aumento dei prezzi delle materie prime (il cibo in particolare, con un incremento medio del 30% negli indici dei prezzi al consumo) ha spinto l'inflazione vicino se non addirittura sopra il limite dei parametri target dettati dalle banche centrali. Il Messico è un’eccezione dato il suo stretto legame con l'economia statunitense (il 75% delle esportazioni messicane è verso gli Stati Uniti). Rispetto ad altri Paesi il Messico ha visto un calo del PIL seguito da un lento recupero. Se da un lato gli effetti di base dovrebbero contribuire a ridurre l'inflazione in America Latina entro il quarto trimestre di quest'anno, in quanto i prezzi delle materie prime dovrebbero aumentare meno rapidamente, dall’altro le strozzature nell'economia (ad esempio un basso tasso di disoccupazione) mantengono i rischi di inflazione più elevati rispetto alla maggior parte delle economie avanzate. Di conseguenza le banche centrali hanno iniziato ad elevare i tassi ufficiali e alcuni 36 Ticino Business Governi (per esempio Cile e Brasile) hanno annunciato tagli alla spesa pubblica per quest'anno. Ci aspettiamo che la combinazione tra il rallentamento della crescita della produzione industriale (dovuta al rafforzamento della moneta in termini reali) e il consumo domestico tendente al rialzo continui fintanto che i prezzi delle materie prime rimarranno elevati. Nel contempo, l'inasprimento delle politiche fiscali e monetarie dovrebbero contribuire alla decelerazione dei tassi di crescita del PIL nel 2011 e 2012”. Quali sono gli elementi comuni alle economie dei Paesi dell'America Latina? “Le esportazioni e in particolare quelle di materie prime continuano a giocare un ruolo predominante in America Latina, ciò è in parte dovuto alla crescente domanda di risorse naturali dall'Asia. Eccezion fatta per il Messico, le materie prime costituiscono oltre il 50% delle esportazioni totali nei Paesi dell'America Latina. Migliorare la competitività delle industrie non collegate alle materie prime sarà quindi un passo cruciale per queste Nazioni. Le vie da perseguire per raggiungere tale risultato includono lo sviluppo delle infrastrutture, l’innovazione e il progresso tecnologico, la riforma del sistema fiscale o del diritto del lavoro. Queste ed altre misure dovrebbero contribuire a diversificare le loro economie, così da ridurre la dipendenza dalle materie prime. Per attuare una tale strategia, i Paesi potrebbero anche usare fondi sovrani. L’America Latina nel suo complesso ha visto alcuni importanti miglioramenti in termini di stabilità politica e finanziaria negli ultimi anni. La maggior parte di questi Paesi (escludendo il Venezuela e l’Argentina) si sono relativamente aperti in termini di commercio e investimenti, hanno un minor rapporto debito pubblico/PIL rispetto alla maggior parte delle Nazioni sviluppate e grazie a regimi di politica monetaria hanno beneficiato di una bassa inflazione negli anni passati (rispetto all’esperienza storica). La stabilità riacquisita non solo ha creato un ambiente favorevole alla crescita dei consumi, ma è stata ancora più importante per gli investimenti nazionali ed esteri. L'integrazione delle borse cilena, colombiana e peruviana nella seconda borsa più grande del Continente latinoamericano (dopo il Brasile) è un esempio recente del progresso della regione in termini di sviluppo finanziario”. I tassi di cambio hanno un’influenza sull'economia di ogni Paese? “La maggior parte delle valute dell’America Latina (ad eccezione di quelle di Messico, Argentina e Venezuela) hanno guadagnato rispetto al dollaro e alle altre valute dei principali partner commerciali dal 2003. La valutazione post-crisi è più evidente in Brasile: il real brasiliano è attualmente più forte del 30% rispetto a una media pluriennale (prima della crisi) nei confronti del dollaro americano e il 25% superiore a tale media se misurato rispetto alle divise dei principali partner commerciali. La conseguenza di questa situazione è che i produttori locali lottano con una domanda dei loro prodotti che risulta debole, in quanto i beni importati diventano più abbordabili e anche la competitività sui mercati esteri ne risulta intaccata. L'aspetto positivo delle valute forti è il loro effetto frenante sull'inflazione”. Credit Risk Management in America Latina Intervista con Mark Schulz, Direttore Risk, Claims & Collection, Euler Hermes Zurigo Mark Schulz Signor Schulz, può darci qualche informazioni sul mercato dell’America Latina, in merito al rating? “Da un punto di vista europeo, l’America Latina viene vista come una regione piuttosto omogenea, con Paesi che condividono la stessa lingua (ad eccezione del Brasile ovviamente), cultura e religione. Questo però non è totalmente corretto, visto che in verità le Nazioni del Sud America si differenziano parecchio per quanto concerne lo stato economico dei vari Paesi. Euler Hermes, quale leader mondiale dell’assicurazione crediti, analizza anche il rischio Paese e stabilisce i cosiddetti «country grades». I nostri «grades» non riflettono solo la solvibilità di uno Stato, ma anche la sua stabilità economica e politica. Attualmente, i Paesi del Sud America con i migliori grading sono Cile, Brasile, Messico ed è in questi Paesi dove si sviluppano le maggiori attività commerciali dei nostri clienti. L’America del Sud, assieme all’Asia, è considerata da Euler Hermes il mercato del futuro”. Quali sono le principali difficoltà di un’azienda svizzera esportatrice in America Latina? “A mio avviso sono tre le sfide principali che caratterizzano il rischio dell’esportazione, non solo per gli esportatori svizzeri, ma per aziende europee in generale: 1. Stabilire la qualità delle aziende del Sud America è spesso molto complesso. In alcuni Paesi è molto difficile avere informazioni affidabili, come pure dati finanziari. 2. Il rischio politico è sempre presente ed è una minaccia per gli esportatori. L’ultima crisi che ha subito l’Argentina non è ancora stata dimenticata. La situazione di Paesi come il Venezuela è imprevedibile. 3. Molti Paesi non dispongono di un sistema legale funzionante, soprattutto se paragonato con gli standard svizzeri. Le procedure di incasso esistono ma non sempre vengono rispettate ed eseguite”. Che genere di supporto può offrire un’assicurazione crediti? E in che modo l’assicurazione crediti diventa un partner per le aziende svizzere esportatrici in America Latina? “L’analisi del rischio e la sua prevenzione sono il compito giornaliero di un’assicurazione crediti. Operare su mercati esteri comporta rischi maggiori, anche a causa di sistemi legislativi poco familiari e abitudini commerciali diverse. Grazie alla nostra presenza mondiale disponiamo di un’ottima conoscenza dei diversi mercati e siamo in grado di valutare e assicurare correttamente i vostri rischi. Ci occupiamo di analizzare la solvibilità di milioni di aziende in tutto il mondo e indennizziamo il cliente in caso di mancato pagamento o fallimento. L’assicurazione crediti non solo copre i rischi derivanti da perdite sui debitori, ma è anche possibile proteggersi dai rischi 37