AMERICA LATInA - Cc-Ti

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Eventi
America Latina: trend e opportunità
Cari lettori,
vi proponiamo di seguito un dossier che tocca le tematiche
emerse nell’incontro organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con Osec, Credit Suisse e Euler Hermes intitolato “Dove
sta andando l’America Latina? Tendenze e prospettive di
business”, tenutosi lo scorso 9 maggio all’Hotel Parco Paradiso di Lugano. Il ricco programma della giornata ha visto
susseguirsi brillanti relatori che hanno intrattenuto con dati,
spiegazioni ed aneddoti il folto pubblico presente.
L’America Latina è un’area geografica dalle notevoli differenze sotto diversi punti di vista: estensione territoriale,
numero di abitanti e densità della popolazione nei centri
urbani, livello di sviluppo economico, presenza o meno di
risorse naturali, infrastrutture più o meno moderne, ecc..
Molteplici sono gli accordi commerciali in vigore, si pensi
ad esempio alla Comunità Andina, al Mercosur, al NAFTA
e ai vari accordi con l’UE. Di particolare importanza per la
Svizzera sono però gli accordi di libero scambio che taluni
Paesi dell’America Latina hanno concluso con l’AELS: con
Messico e Cile tali accordi sono già in vigore, mentre con
Colombia e Perù lo saranno entro l’anno. Brasile, Messico
e Argentina sono i partner principali del nostro Paese in
quest’area. Tra i prodotti maggiormente esportati dalla
Svizzera nel continente sudamericano figurano i prodotti
chimico-farmaceutici, i macchinari e le apparecchiature
elettroniche, come pure gli strumenti di precisione, gli
orologi e la bigiotteria. Le importazioni, invece, riguardano principalmente i prodotti dell’agricoltura e i prodotti chimici. Vi ricordiamo infine che sul sito della Cc-Ti
(www.cc-ti.ch) è possibile scaricare tutte le presentazioni
dell’evento. Inoltre vi segnaliamo un blog dedicato all’argomento, sviluppato da Osec: si tratta di una pagina web
appositamente dedicata all’evento, creata a complemento
di quanto già messo a disposizione dalla Cc-Ti sul suo
stesso sito. Alle varie presentazioni si aggiungono quindi
anche delle schede informative sui Paesi trattati nel corso
dell’incontro. L’export blog si trova all’indirizzo:
www.exportblog.ch/it/go/k7iFo.
Per potere accedere al blog è richiesta una password,
che vi invitiamo a voler richiedere scrivendo un’e-mail a
Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino all'indirizzo:
[email protected] oppure telefonando allo +41 91 911
51 35.
Nei prossimi numeri di Ticino Business continueremo a
riportarvi i migliori spunti di riflessione che emergono dagli eventi che organizziamo.
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Eventi
I relatori dell'evento
L’ARGENTINA
Intervista con Norma Alemann,
Direttrice della Cámara de Comercio
Suizo Argentina
Norma Alemann
Nel 2010, l’Argentina è cresciuta del 9,2%, ossia a uno
dei ritmi più rapidi della regione. Quali sono i fattori che
hanno determinato questa espansione?
“L’Argentina, la seconda economia dell’America Latina,
nel 2010 è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo, raggiungendo il 9,2%. La ripresa del Paese, che nel 2009
registrava una crescita di soli 0,9%, è dovuta ai prezzi
delle materie prime e alla domanda estera, soprattutto quella brasiliana, di prodotti finiti e industriali. Le
principali materie prime sono i semi di soia, i derivati
(olio e farina di soia) e i prodotti dell’industria mineraria
(rame, oro, litio e argento). Quale terzo produttore al
mondo di semi di soia, l’Argentina ha beneficiato di una
raccolta da record l’anno scorso e di un incremento del
55% dei prezzi per i semi oleosi nel secondo semestre del 2010. Il Paese è in procinto di diventare uno
dei maggiori esportatori di biodiesel al mondo. Come
in Europa, la miscela di diesel contenente il 5% di
biodiesel è obbligatoria, ma con percentuali diverse.
Inoltre, il forte apprezzamento della valuta brasiliana
(real), il principale partner commerciale dell’Argentina,
32 Ticino Business
ha contribuito a migliorare la competitività dell’industria locale”.
L’economia argentina dipende dalla disponibilità di risorse naturali, da un settore agricolo orientato all’esportazione e da un ramo industriale diversificato. Rappresenta
il terzo mercato dell’export svizzero nell’America latina.
Quali sono i prodotti svizzeri più richiesti?
“I principali prodotti svizzeri esportati verso l’Argentina
sono:
Prodotti farmaceutici
35%
Prodotti chimici
5%
Pigmenti e inchiostri
2%
Alluminio e prodotti derivati
2%
Orologi2%”
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della
Cámara de Comercio Suizo Argentina: www.suiza.org.ar
(sito in spagnolo e inglese), oppure il sito istituzionale del
Governo argentino, all’indirizzo www.argentina.gov.ar (sito
in spagnolo, portoghese e inglese).
IL BRASILE
Intervista con Stephan Buser,
Direttore della Câmara de Comércio
Suíço-Brasileira
Stephan Buser
L’Economist Intelligence Unit prevede che il Brasile sorpasserà l’Italia e diventerà la settima economia mondiale
nel 2011, con un PIL di 2 miliardi di dollari. Quali sono i
fattori che hanno contribuito a rafforzare la situazione
economica del Brasile?
“In primis, il piano REAL (nuova valuta introdotta dal
Presidente Fernando Henrique Cardoso nel 1994) ha
creato stabilità finanziaria, allontanando l’iperinflazione.
Grazie alla crescente domanda di materie prime (minerali
di ferro, semi di soia e altri) dall’inizio del 20° secolo, il
Brasile è diventato un importante esportatore di questi
prodotti, facendo affluire molti capitali nel Paese. Inoltre, si può affermare che gli «sforzi di marketing» del
Presidente Lula hanno attirato l’attenzione del mondo
sull’economia brasiliana, portando ulteriori investimenti
e rafforzando quindi la crescita. Il Brasile non ha sentito
gli effetti della crisi economica nel 2008/2009, che ha
colpito duramente altre nazioni del mondo. Una misura
intrapresa per promuovere l’economia è stata la sospensione temporanea della tassa sui prodotti industriali quali
i veicoli a motore, grandi elettrodomestici come i frigoriferi e i materiali edili. Un ulteriore progetto lanciato dal
Governo brasiliano è il piano «my house, my life» volto a
facilitare l’accesso della popolazione con reddito basso ai
mutui ipotecari. Questo incentivo statale promuove contestualmente l’industria edile. Infine, gli importanti eventi
sportivi del prossimo futuro, come i Campionati mondiali
di calcio nel 2014 e le Olimpiadi, generano nuovi progetti
infrastrutturali”.
Dal 1° gennaio 2011, Dilma Rousseff è la prima donna
Presidente del Brasile, succedendo al più popolare leader
nella storia del Paese, il Presidente Lula. Cosa ci si può
attendere dal suo Governo?
“Benché la Signora Rousseff sia alla guida del Brasile da
oltre 100 giorni, non si delinea ancora una sua direzione
politica. In linea di massima, ci si attende che segua la linea politica del suo predecessore Lula (che proviene dallo
stesso partito). Constatiamo che adotta qualche nuova
idea e direzione, pensiamo, per esempio, alla posizione
del Brasile nei confronti dell’Iran. Ha saputo riscuotere
un primo successo di politica interna in occasione dei negoziati sul salario minimo. Grazie al sostegno di cui gode
nel parlamento, ha stabilito un salario minimo di 545 real
invece degli 560 o 580 previsti dall’opposizione. Questa
ritenuta era necessaria poiché ogni real supplementare crea ulteriori spese statali di 286 milioni (http://veja.
abril.com.br/tema/salario-minimo)”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della
SWISSCAM – Câmara de Comércio Suíço-Brasileira: www.
swisscam.com.br (sito in portoghese, inglese e tedesco),
oppure il sito istituzionale del Governo brasiliano, all’indirizzo www.brasil.gov.br (sito in portoghese, inglese e
spagnolo).
Un momento delle presentazioni con alcuni dei relatori
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Eventi
IL CILE
Intervista con Ladina Baniclès,
Direttrice della Cámara Chileno-Suiza
de Comercio A.G.
Ladina Baniclès
L’economia cilena è aperta, dinamica e molto dipendente
dal commercio internazionale. Questo fatto è confermato
dai numerosi accordi commerciali stipulati (non tutti sono
effettivamente accordi di libero scambio) con partner quali USA, UE, Mercosur, Cina, India, Corea del Sud, Messico
e AELS, quindi anche con la Svizzera. Quali vantaggi può
trarre il «piccolo topolino» Svizzera da questa convenzione rispetto ai sopra citati «grandi elefanti»?
“Sono del parere che le Nazioni piccole costruiscono buone piattaforme per sviluppare e produrre prodotti di ottima qualità, che possono essere proposti esentasse e con
un alto valore aggiunto nei mercati dei «grandi elefanti».
Contestualmente, gli accordi di libero scambio offrono
condizioni interessanti per il trasferimento di capitali e di
moneta, che permettono al settore finanziario – soprattutto in Paesi quali la Svizzera e il Cile – di beneficiare di
crediti supplementari e tassi d’interesse attrattivi. Inoltre,
il ramo industriale e produttivo può disporre di ulteriori
possibilità di finanziamento a condizioni più interessanti
sul mercato dei capitali. Le Nazioni piccole, che vantano
una buona infrastruttura, offrono una piattaforma eccellente in cui costituire uffici per operazioni transnazionali
volte a entrare sui grandi mercati. In altre parole, si può
accedere a un mercato di 4-5 miliardi di consumatori attraverso questi piccoli Paesi hub. Altri esempi di
questo fenomeno sono Singapore, Taiwan, Dubai, ecc..
Un ulteriore aspetto interessante di questo sviluppo è la
possibilità offerta alla popolazione di piccole Nazioni di
accedere a prodotti high-tech e di punta, alzando il loro
status sociale e il know-how. Infine, occorre citare le possibilità educative e formative che questi accordi offrono
a tecnici, studenti e personale laureato”.
Il «Global Competitiveness Report 2010-2011» pubblicato
dal Foro economico mondiale situa il Cile al 30° posto
dei Paesi più competitivi al mondo e alla 1° posizione in
America Latina, ben prima di Brasile (58°), Messico (66°),
Colombia (68°) Perù (73°) e Argentina (87°). Oltre all’apertura del mercato e alla rete di accordi commerciali, su
quali altri pilastri si fonda l’economia cilena?
“Da quasi 100 anni, la fonte principale di reddito rimane la produzione di rame. L’industria mineraria in genere
costituisce un pilastro essenziale e sembra che si possa
rafforzare nei prossimi decenni, diventando ancora più
redditizia. Il Nord del Paese vanta enormi riserve e i prezzi alti in continua crescita non sono destinati a diminuire
a breve. Ulteriori importanti investimenti sono quindi già
previsti per i prossimi anni. Inoltre, i guadagni miliardari
conseguiti in questo ambito da molte imprese cilene hanno
34 Ticino Business
permesso loro di attivarsi a livello transnazionali in altri Paesi asiatici e africani, che risultano interessanti dal punto di
vista minerario. Le aziende minerarie cilene sono diventate
attori globali. Inoltre, il Paese ha un potenziale enorme
nell’industria agricola. Il suo ampio paesaggio e la terra
fertile gli permetterebbero di diventare uno dei maggiori
produttori di frutta, verdura e prodotti alimentari. Il clima
privilegiato consente di sviluppare e produrre importanti
quantità di alimentari. Infine, il Cile offre una struttura con
bassi costi di produzione, che serve da ampia piattaforma,
da cui vendere nelle zone coperte dagli accordi di libero
scambio a prezzi attrattivi, con un’alta qualità e margini
interessanti. Sappiamo che alcune multinazionali hanno installato in Cile capacità produttive da 2 a 10 volte superiori
alle capacità del Paese per poter esportare i prodotti verso
grandi mercati senza gravarli di tasse all’importazione. Un
altro pilastro emergente è il settore finanziario e dei servizi,
con modelli d’investimento e tassi d’interesse vantaggiosi.
Sappiamo che il settore del private banking svizzero ha avviato nuove attività e operazioni in Cile poiché le condizioni
sono migliori e più sicure che in altre Nazioni della regione
quali Argentina, Bolivia, Venezuela, Ecuador, ecc.. Il Cile è
un Paese emergente, che agisce velocemente e in modo
professionale, prendendosi cura della popolazione e migliorando il livello dei più poveri. Pare che i politici e i «gruppi
finanziari» storicamente dominanti abbiano capito che sono
i lavoratori e la classe media a costituire il settore di consumatori più ampio e interessante, permettendo all’industria
e ai servizi di conseguire profitti constanti e crescenti”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della
Cámara Chileno-Suiza de Comercio A.G.: www.swisschile.
cl (sito in spagnolo e tedesco), oppure il sito istituzionale
del Governo cileno, all’indirizzo www.gob.cl (sito in spagnolo e inglese).
Da sinistra: N. Alemann, T. Foerst, S. Gutiérrez Díaz, L. Baniclès e C.
Schirmer
LA COLOMBIA
Intervista con Silvia Gutiérrez Díaz,
Direttrice della Cámara de
Comercio Colombo Suiza
Silvia Gutiérrez Díaz
L’attuale indice «Ease of Doing Business Index» stilato dalla Banca mondiale cita la Colombia quale 39° economia
mondiale e seconda migliore piazza commerciale dell’America Latina (dopo il Messico). Quali riforme sono state
attuate negli ultimi anni per raggiungere questo risultato?
“Le principali misure sono la protezione degli investitori (nuovo regime per gli investimenti esteri dal 2008),
l’implementazione tecnologica per creare un’impresa
(camere di commercio), per dichiarare e pagare le imposte (sistema Muisca) nonché per versare gli oneri sociali
(sistema unificato, Planilla Integrada de Liquidación de
Aportes PILA). Inoltre, è stata migliorata la prassi per il
commercio transfrontaliero, riducendola a una sola finestra per snellire le procedure”.
La Svizzera è il quarto partner commerciale della Colombia, mentre la Colombia è la quarta destinazione delle
esportazioni svizzere. Quali sono i prodotti scambiati tra
i due Paesi e quali benefici porterà l’imminente accordo
di libero scambio?
“Beni scambiati: le esportazioni della Svizzera verso la Colombia ammontano a oltre 409 milioni di dollari e consistono principalmente in prodotti chimici e i loro derivati, strumenti di precisione e apparecchiature. I prodotti importati
in Svizzera dalla Colombia raggiungono gli 854 milioni di
dollari e sono soprattutto i prodotti dell’industria mineraria
(oro, smeraldi, carbone), il caffè e la frutta.
Benefici dell’accordo:
• l’abolizione di barriere che limitano la partecipazione
svizzera in Colombia quale mercato emergente;
• l’eliminazione di tariffe sulle esportazioni svizzere per
rendere più attrattivi i prodotti;
• la par condicio per il commercio svizzero rispetto ai
competitori che beneficiano di condizioni preferenziali
(accesso migliore rispetto agli Stati dell’UE/USA);
• entrata sul mercato facilitata per i prestatori di servizi
svizzeri in ambito finanziario (ingegneria), ambientale,
minerario, dell’olio e del gas, nei servizi infrastrutturali
ed edili;
• condizioni sicure e affidabili per gli investitori;
• prezzi più bassi e maggior offerta;
• vantaggi per tutti: nuove possibilità d’affari, di partenariati, di clienti, di investitori, di anelli della catena d’approvvigionamento e produttiva nonché miglior
scelta per i consumatori”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della
Cámara de Comercio Colombo Suiza: www.colsuizacam.
com (sito in spagnolo), oppure il sito istituzionale del
Governo colombiano, all’indirizzo www.presidencia.gov.
co (sito in spagnolo e inglese).
IL PERÙ
Intervista con Corinne Schirmer,
Direttrice della Cámara de Comercio
Suiza en el Perú
Corinne Schirmer
L’economia del Perù è aumentata dell’8,8% nel 2010 e ci si
attende un incremento del 7% nel 2011. Tuttavia, nell’anno
corrente si svolgono le elezioni, il Presidente García non
può ricandidarsi e dopo il primo turno del 10 aprile, un secondo si terrà il prossimo 5 giugno. Quale effetto può avere
questa incertezza sulla crescita economica?
“La basi macroeconomiche del Perù sono molto solide.
Le stime per l’anno corrente rimangono alte grazie alla
forte influenza del settore esterno e ai prezzi alti dei
prodotti d’esportazione nonché alla loro diversificazione.
Rame, piombo, acciaio, zinco e soprattutto oro e argento
manterranno l’attuale valore elevato. L’export di derivati
di pesci, tessili e dall’industria agricola sono risorse positive. La domanda internazionale rimane forte, particolarmente negli ambiti commerciale, dei servizi e dell’edilizia.
Se Keiko Fujimori fosse eletto, le tendenze favorevoli al
mercato e la crescita continuerebbero sulle stesse basi.
Benché Ollanta Humala non sia pro-mercato, il suo orien-
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Eventi
tamento populista contribuirebbe a sostenere l’attività
economica interna a breve e medio termine poiché è
piuttosto incline alle spese”.
Il commercio tra Svizzera e Perù è aumentato molto negli
ultimi anni. Un accordo di libero scambio tra l’AELS e il
Perù entrerà in vigore prossimamente. Cosa possiamo
attenderci da questo accordo?
“Questo accordo è una premessa necessaria per rafforzare le relazioni economiche bilaterali; tuttavia, non
basta solo l’entrata in vigore di un tale accordo. Esso
apre le porte a nuove opportunità, ma occorre che i Paesi ne sappiano trarre vantaggio. Il Perù vanta molteplici
possibilità produttive e d’investimento di cui la Svizzera potrebbe beneficiare, soprattutto quelle derivanti da
questo accordo. Inoltre, tale convenzione permette alle
imprese svizzere e peruviane di creare joint venture,
che beneficerebbero dell’accesso peruviano ai mercati
asiatici e del bacino del Pacifico”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della
Cámara de Comercio Suiza en el Perú: www.swisschamperu.org (sito in spagnolo ed inglese), oppure il sito istituzionale del Governo peruviano, all’indirizzo www.peru.
gob.pe (sito in spagnolo).
Gli aspetti macroeconomici del
Continente latinoamericano
Intervista con Nora Wassermann, Analyst Global
Economics Research Emerging Markets, Credit Suisse
Nora Wassermann
Quali sono i punti chiave della situazione
economica in America Latina?
“L'America Latina ha visto un moderato tasso di crescita
dopo un forte rimbalzo post-crisi. Nel 2010 l'attività economica ha recuperato da un calo del 2,1% del PIL regionale nel 2009 ad una crescita del 6,2% sostenuta da un
forte progresso delle esportazioni (risultato dall'aumento
dei prezzi delle materie prime e dalla ripresa economica
mondiale), dal solido consumo interno così come dalle
politiche monetarie e fiscali. Allo stesso tempo, l'aumento dei prezzi delle materie prime (il cibo in particolare,
con un incremento medio del 30% negli indici dei prezzi
al consumo) ha spinto l'inflazione vicino se non addirittura sopra il limite dei parametri target dettati dalle
banche centrali. Il Messico è un’eccezione dato il suo
stretto legame con l'economia statunitense (il 75% delle
esportazioni messicane è verso gli Stati Uniti). Rispetto
ad altri Paesi il Messico ha visto un calo del PIL seguito
da un lento recupero. Se da un lato gli effetti di base
dovrebbero contribuire a ridurre l'inflazione in America
Latina entro il quarto trimestre di quest'anno, in quanto
i prezzi delle materie prime dovrebbero aumentare meno
rapidamente, dall’altro le strozzature nell'economia (ad
esempio un basso tasso di disoccupazione) mantengono
i rischi di inflazione più elevati rispetto alla maggior parte delle economie avanzate. Di conseguenza le banche
centrali hanno iniziato ad elevare i tassi ufficiali e alcuni
36 Ticino Business
Governi (per esempio Cile e Brasile) hanno annunciato
tagli alla spesa pubblica per quest'anno. Ci aspettiamo
che la combinazione tra il rallentamento della crescita
della produzione industriale (dovuta al rafforzamento della moneta in termini reali) e il consumo domestico tendente al rialzo continui fintanto che i prezzi delle materie
prime rimarranno elevati. Nel contempo, l'inasprimento
delle politiche fiscali e monetarie dovrebbero contribuire
alla decelerazione dei tassi di crescita del PIL nel 2011
e 2012”.
Quali sono gli elementi comuni alle economie dei
Paesi dell'America Latina?
“Le esportazioni e in particolare quelle di materie prime
continuano a giocare un ruolo predominante in America
Latina, ciò è in parte dovuto alla crescente domanda di
risorse naturali dall'Asia. Eccezion fatta per il Messico, le
materie prime costituiscono oltre il 50% delle esportazioni totali nei Paesi dell'America Latina. Migliorare la competitività delle industrie non collegate alle materie prime
sarà quindi un passo cruciale per queste Nazioni. Le vie
da perseguire per raggiungere tale risultato includono lo
sviluppo delle infrastrutture, l’innovazione e il progresso
tecnologico, la riforma del sistema fiscale o del diritto del
lavoro. Queste ed altre misure dovrebbero contribuire a
diversificare le loro economie, così da ridurre la dipendenza dalle materie prime. Per attuare una tale strategia,
i Paesi potrebbero anche usare fondi sovrani. L’America
Latina nel suo complesso ha visto alcuni importanti miglioramenti in termini di stabilità politica e finanziaria
negli ultimi anni. La maggior parte di questi Paesi (escludendo il Venezuela e l’Argentina) si sono relativamente
aperti in termini di commercio e investimenti, hanno un
minor rapporto debito pubblico/PIL rispetto alla maggior
parte delle Nazioni sviluppate e grazie a regimi di politica
monetaria hanno beneficiato di una bassa inflazione negli
anni passati (rispetto all’esperienza storica). La stabilità
riacquisita non solo ha creato un ambiente favorevole alla
crescita dei consumi, ma è stata ancora più importante per gli investimenti nazionali ed esteri. L'integrazione
delle borse cilena, colombiana e peruviana nella seconda
borsa più grande del Continente latinoamericano (dopo il
Brasile) è un esempio recente del progresso della regione
in termini di sviluppo finanziario”.
I tassi di cambio hanno un’influenza sull'economia
di ogni Paese?
“La maggior parte delle valute dell’America Latina (ad
eccezione di quelle di Messico, Argentina e Venezuela)
hanno guadagnato rispetto al dollaro e alle altre valute
dei principali partner commerciali dal 2003. La valutazione post-crisi è più evidente in Brasile: il real brasiliano
è attualmente più forte del 30% rispetto a una media
pluriennale (prima della crisi) nei confronti del dollaro
americano e il 25% superiore a tale media se misurato
rispetto alle divise dei principali partner commerciali. La
conseguenza di questa situazione è che i produttori locali
lottano con una domanda dei loro prodotti che risulta
debole, in quanto i beni importati diventano più abbordabili e anche la competitività sui mercati esteri ne risulta
intaccata. L'aspetto positivo delle valute forti è il loro
effetto frenante sull'inflazione”.
Credit Risk Management
in America Latina
Intervista con Mark Schulz, Direttore Risk,
Claims & Collection, Euler Hermes Zurigo
Mark Schulz
Signor Schulz, può darci qualche informazioni sul mercato dell’America Latina, in merito al rating?
“Da un punto di vista europeo, l’America Latina viene
vista come una regione piuttosto omogenea, con Paesi che condividono la stessa lingua (ad eccezione del
Brasile ovviamente), cultura e religione. Questo però
non è totalmente corretto, visto che in verità le Nazioni
del Sud America si differenziano parecchio per quanto
concerne lo stato economico dei vari Paesi. Euler Hermes, quale leader mondiale dell’assicurazione crediti,
analizza anche il rischio Paese e stabilisce i cosiddetti
«country grades». I nostri «grades» non riflettono solo la
solvibilità di uno Stato, ma anche la sua stabilità economica e politica. Attualmente, i Paesi del Sud America
con i migliori grading sono Cile, Brasile, Messico ed è
in questi Paesi dove si sviluppano le maggiori attività
commerciali dei nostri clienti. L’America del Sud, assieme all’Asia, è considerata da Euler Hermes il mercato
del futuro”.
Quali sono le principali difficoltà di un’azienda svizzera
esportatrice in America Latina?
“A mio avviso sono tre le sfide principali che caratterizzano il rischio dell’esportazione, non solo per gli
esportatori svizzeri, ma per aziende europee in generale:
1. Stabilire la qualità delle aziende del Sud America
è spesso molto complesso. In alcuni Paesi è molto
difficile avere informazioni affidabili, come pure dati
finanziari.
2. Il rischio politico è sempre presente ed è una minaccia per gli esportatori. L’ultima crisi che ha subito
l’Argentina non è ancora stata dimenticata. La situazione di Paesi come il Venezuela è imprevedibile.
3. Molti Paesi non dispongono di un sistema legale funzionante, soprattutto se paragonato con gli standard
svizzeri. Le procedure di incasso esistono ma non
sempre vengono rispettate ed eseguite”.
Che genere di supporto può offrire un’assicurazione crediti? E in che modo l’assicurazione crediti diventa un
partner per le aziende svizzere esportatrici in America
Latina?
“L’analisi del rischio e la sua prevenzione sono il compito
giornaliero di un’assicurazione crediti. Operare su mercati esteri comporta rischi maggiori, anche a causa di
sistemi legislativi poco familiari e abitudini commerciali
diverse. Grazie alla nostra presenza mondiale disponiamo di un’ottima conoscenza dei diversi mercati e siamo
in grado di valutare e assicurare correttamente i vostri
rischi. Ci occupiamo di analizzare la solvibilità di milioni
di aziende in tutto il mondo e indennizziamo il cliente
in caso di mancato pagamento o fallimento. L’assicurazione crediti non solo copre i rischi derivanti da perdite
sui debitori, ma è anche possibile proteggersi dai rischi
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