OBESITA’ E SOVRAPPESO TRA FARMACI E DIETE PERICOLOSE Periodicamente tornano alla ribalta della cronaca fatti e testimonianze di persone che, dopo essersi sottoposte a diete con nomi fantasiosi che promettono miracoli a tempo di record -o in seguito all’assunzione di pillole di sconosciuta natura per dimagrire-, accusano sintomi fastidiosi che talvolta comportano persino il ricovero in strutture ospedaliere. Il problema è che, quando ci sentiamo a disagio a causa del nostro sovrappeso, saremmo disposti a qualsiasi sacrificio pur di rientrare in una taglia “socialmente accettata”, e lo vorremmo nel minor tempo possibile. Purtroppo però la bacchetta magica non esiste! E quando ci viene proposta una soluzione miracolosa con risultati garantiti , occorre prestare molta attenzione ed essere bene informati in proposito. E’ facile farsi allettare dalla promessa di risultati immediati, ma ricordiamoci sempre che i nostri desideri devono fare i conti con il nostro corpo, che non è un’entità astratta la quale “obbedisce” esclusivamente ad ambizioni estetiche; esso infatti è dotato di una fisiologia, di meccanismi di adattamento e salvaguardia della vita e della salute che hanno la precedenza assoluta. Quindi ogni comportamento pericoloso a discapito del corretto funzionamento del corpo -come, per esempio, una dieta squilibrata o l’assunzione di farmaci dimagranti dove non sia necessario- viene interpretato come una minaccia e a questo punto vengono attuate contromisure per preservare la salute e la vita dell’individuo. L’alimentazione deve essere bilanciata, contenere tutti i nutrienti necessari e nelle quantità raccomandate dal SINU (Istituto Superiore di Nutrizione Umana), e differenziata personalmente a seconda del consumo energetico individuale e di altre variabili, come il sesso e l’età. Esistono poi situazioni particolari in cui è necessaria una pianificazione alimentare particolare per esigenze di salute, che può essere integrata anche dall’utilizzo di farmaci. L’obesità, essendo universalmente riconosciuta come una malattia, rientra in una delle condizioni per cui è legittimo l’uso di farmaci, che hanno in tal caso uno scopo terapeutico. Questo passaggio è importante perché evidenzia la differenza tra obesità e sovrappeso, distinguendo una condizione patologica (obesità) da una condizione fisiologica (sovrappeso) e ci aiuta a fare un po’ di chiarezza su chi può ricorrere all’aiuto farmacologico per dimagrire e chi invece lo fa per pigrizia o per smania di risultati veloci. In commercio esistono diversi farmaci, i cosiddetti “anoressizzanti”, che hanno la capacità di agire sulla fame, direttamente od indirettamente; questi farmaci possono essere prescritti esclusivamente dal medico che, dopo aver valutato attentamente le condizioni del soggetto, potrà decidere sull’opportunità della terapia farmacologica. Tra questi farmaci si annovera la sibutramina, vero e proprio antifame che agisce a livello del SNC. Di questo farmaco è consentita la vendita soltanto come specialità (non come preparazione galenica) e necessita di prescrizione da parte di un medico che abbia una delle seguenti specializzazioni: CARDIOLOGIA DIABETOLOGIA ENDOCRINOLOGIA MEDICINA INTERNA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE Il farmaco è indicato per pazienti con BMI superiore a 30 Kg/m² (obesi), oppure per pazienti con BMI uguale o superiore a 27Kg/m² che presentino però ulteriori fattori di rischio come diabete tipo 2 o dislipidemie. La prescrizione inoltre deve essere accompagnata da una scheda informativa che lo specialista consegnerà al paziente. Talvolta la prescrizione di una terapia farmacologica per la riduzione del peso contiene sostanze che, pur essendo consentite ed in commercio, non vengono prodotte direttamente da alcuna industria farmaceutica (non esiste specialità) e quindi si rende necessaria la preparazione galenica da parte del farmacista, sulla base delle indicazioni impartite dal medico. In questi casi le sostanze prescritte sono diverse, ed in particolare quelle che hanno azione anoressizzante sul SNC sono le seguenti: Anfepramone (dietilpropione) Fenbutrazato Fendimetrazina Propilexedrina Norefedrina (fenilpropanolammina) Benfluorex Tutti questi farmaci richiedono ricetta medica “non ripetibile” che il farmacista deve trattenere. Tra queste sostanze anfepramone e fendimetrazina sono quelle sottoposte alle limitazioni maggiori: le ricette dovranno essere accompagnate da un “piano terapeutico” redatto dallo specialista, che comprenderà: o Nome e cognome del paziente; o Data di compilazione; o Indicazione del nome del medicinale; o Dichiarazione del medico -sotto la propria responsabilità- che all’inizio del trattamento il BMI del paziente era maggiore di 30Kg/m²; o Dose giornaliera del farmaco e durata della terapia, che non può essere superiore a tre mesi; o Nome, cognome, indirizzo e firma del medico prescrivente e indicazione della specializzazione posseduta -scienza dell’alimentazione, endocrinologia e malattie del ricambio, diabetologia, medicina interna-. Le limitazioni relative all’utilizzo di questi farmaci devono indurci a riflettere sul loro impiego e soprattutto sulla tipologia di persone alle quali sono indirizzate. Gli effetti indesiderati di queste sostanze sono molteplici e a carico soprattutto del sistema cardiovascolare, visto che possono provocare aritmie, scompensi cardiaci, aumento della pressione arteriosa, con conseguenze molto gravi su soggetti predisposti o non sufficientemente monitorati. Inoltre presentano diverse controindicazioni e interazioni con altre sostanze e alcune di loro (gli anfetaminosimili, come la fendimetrazina) creano dipendenza se assunte per lunghi periodi. Altri principi attivi usati per dimagrire sono nati per altri scopi: la Fluoxetina (antidepressivo), usata per la “fame nervosa”; la Metformina (terapia del diabete) per controllare la glicemia; il Bupropione (disassuefazione dal tabagismo), antifame; il Clorazepato di potassio (indicato in nevrosi e stati d’ansia), viene prescritto in associazione alla fendimetrazina per contrastarne gli effetti ipereccitanti. Risulta evidente che i farmaci per dimagrire non possono essere assunti con superficialità e soprattutto senza una adeguata informazione ed una attenta valutazione del rapporto danno/beneficio fatta insieme allo specialista. Intanto tutti devono sapere che l’indicatore dell’entità di sovrappeso si chiama BMI (Body Mass Index o indice di massa corporea), che si calcola con una formula molto semplice: PESO (kg) ALTEZZA² (m² ) Per esempio: in un uomo di peso 90 kg e altezza 1,70 m avremo: 90 kg -------- ≈ 31 (1,70 m)² Il valore di BMI oltre il quale un soggetto si definisce obeso è 30. Quindi se il BMI del soggetto in questione è inferiore a questo valore avremo a che fare con una persona in sovrappeso (di entità più o meno grave), ma non obesa; sarà il medico a valutare se esistano fattori di rischio aggiuntivi per la salute tali da legittimare la prescrizione farmacologica. Qualora comunque si trattasse di un soggetto con i requisiti per la terapia farmacologica, dovrà essere seguito molto attentamente per evitare di incorrere in gravi problemi. In ogni caso si è visto che l’uso esclusivo di farmaci anoressizzanti od il sottoporsi a diete molto restrittive -seppur per periodi limitati- non garantisce il mantenimento dei risultati nel tempo. Infatti non c’è modo di conservare il peso raggiunto se non si modificano le abitudini di vita che hanno condotto al sovrappeso. Alimentazione senza eccessi ed una regolare attività fisica costituiscono il vero, unico, universalmente condiviso metodo per ritrovare e mantenere la forma migliore. Agli aspetti positivi di una regolare attività fisica, quali dimagrimento, rassodamento dei tessuti, potenziamento muscolare ed innalzamento del consumo calorico basale, vanno aggiunti numerosi benefici nel campo della prevenzione: riduzione del rischio di morte prematura per infarto o per malattie cardiache; riduzione del rischio di sviluppo di malattie cardiache e /o tumori del colon; riduzione significativa del rischio di sviluppare diabete di tipo 2; prevenzione e riduzione dell’ipertensione e delle dislipidemìe; prevenzione e riduzione dell’osteoporosi, con diminuzione del rischio di frattura dell’anca nelle donne; riduzione dei sintomi di ansia, stress, depressione, solitudine; benefici per l’apparato muscolare e scheletrico in genere; contributo considerevole a favore di un buon invecchiamento. Un corretto stile di vita mette d’accordo in modo concreto e sicuro salute e bisogni estetici e rappresenta un vero e proprio “investimento” per il futuro di ognuno di noi. Dr.ssa Michela Verardo Bibliografia e fonti: Farmacopea ufficiale, XI edizione, 2002 M. Giampietro, R. Spada, G. Calderone, “Attività fisica e Obesità. Prevenzione e terapia”, ed. Mediserve, 2001 www.ministerosalute.it