SISTEMI E DIRITTO Luisa Avitabile 1.Considerazioni fenomenologiche e sistemi1. Attualmente l‟interesse di alcuni studiosi è concentrato sui rapporti intercorrenti tra due sfere, due sistemi, della vita sociale quali il diritto e l‟economia2, si fa strada un‟interpretazione del diritto che si muove dalle analisi cibernetiche di von Foerster3 e, prima ancora, dalla delineazione dei sistemi biologici analizzati dai due studiosi sud-americani Maturana e Varela. Questa interpretazione specifica del diritto attraversa, con l‟opera di Niklas Luhmann, soprattutto con Die Wirtschaft der Gesellschaft e Das Recht der Gesellschaft4, l‟ambito della cognizione giuridica fino a registrare notevoli modifiche sul piano giuridico influenzato da quello economico, in particolare dai mercati, definiti „anima biologica‟ dell‟economia. 1 Questo saggio è presentato come studio parziale di un lavoro futuro più ampio, che si propone di analizzare in modo completo le due opere di N. Luhmann Die Wirtschaft der Gesellschaft e Das Recht der Gesellschaft; lo studio presentato qui, invece, si sofferma sulle questioni ritenute principali nel rapporto tra economia e diritto, vale a dire la penuria e il mercato, la funzione del mercato nel diritto; il lavoro futuro mirerà ad analizzare, in maniera più estesa ed articolata, ad esempio i prezzi, il denaro e la tassazione per il sistema economia e le forme di programmazione, di codificazione e di argomentazione giuridica, per il sistema diritto. 2 Si veda N. IRTI, L‟ordine giuridico del mercato, Bari, 1998, passim. 3 Cfr. H. von FOERSTER, Sistemi che osservano, Roma, 1987 passim; tra gli studi dedicati all‟interpretazione si segnalano P.RICOEUR, L‟interpretation, Paris, 1995, passim; AA.VV., Interpretation et droit, Paris, 1995; C.ATIAS, Epistémologie du droit, Paris, 1994; O.MANNONI, Un commencement qui n‟en finit pas: transfert, interpretation, theorie, Paris, 1980. 4 Cfr. N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, Frankfurt am Main, 1994; Das Recht der Gesellschaft, Frankfurt am Main, 1995. Per quel che si conosce fino ad ora non esiste una traduzione parziale o integrale di queste due opere. 6 Il nodo speculativo, che incide sui rapporti giuridici, non è determinato dalle connessioni tradizionali di diritto e politica, o diritto ed economia, o economia e vita sociale; l‟analisi si avvia da uno schietto parallelismo tra i sistemi biologici, da una parte, il sistema dell‟economia, del mercato, e il sistema del diritto, dall‟altra. La società complessa attuale, che si differenzia dalle società precomplesse, stratificate, gerarchiche del passato, in ragione della novità apportata dal fenomeno della complessità, si riferisce alla nozione convenzionale di post-moderno e alla differenziazione della stessa complessità tramite la selezione sistemico-funzionale. Si apre un nuovo diverso dibattito sul rapporto tra il mercato e il diritto; il mercato non è più inteso come luogo del baratto o dello scambio ma, in una visione raffinata e altamente complessa dell‟economia, quale „anima biologica‟, vero fulcro dell‟economia; il diritto o, usando il lessico di Niklas Luhmann, il sistema diritto entra in rapporto con il sistema economia in una direzione che conduce ad una questione centrale che si impone all‟attenzione dello studioso del diritto perché riguarda la specificità del diritto stesso5, la sua dimensione di peculiarità e di differenziazione dalle altre dimensioni della vita sociale. La precisa formulazione di una tale questione centrale si manifesta secondo le linee di un orizzonte bipartito che stimola alla discussione di una possibile alternativa: il diritto si caratterizza soltanto per una sua specificità funzionale o attualizza e realizza innanzitutto una specificità fenomenologica? In questo studio lo spettro problematico di una simile domanda si restringe alla prospettiva offerta dalla teoria dei sistemi delineata da N. Luhmann ed è possibile un‟argomentazione solo se si prendono in considerazione due 5 Nella forma della specificità, il diritto è avviato ad elaborazione da Jaspers come cifra in relazione al linguaggio nella dimensione del trascendimento del Selbst. Cfr. K.JASPERS, Von der Wahrheit, Muenchen, 19582, p.1032 e ss. Cfr. anche S.COTTA, Il diritto nell‟esistenza. Linee di ontofenomenologia giuridica, Milano, 1991, passim. 7 aspetti principali del diritto nella società complessa: la funzione del sistema diritto, come funzione immunitaria dei sistemi sociali, e le corrispondenti operazioni interconnettive: il diritto può uniformarsi a questi due aspetti del sistema diritto? Le domande centrali si indirizzano alla specificità funzionale e alla specifità fenomenologica del diritto e disserrano a loro volta l‟interrogativo prioritario: si può affermare ed argomentare convincentemente che le operazioni di diritto, attualizzano, esteriorizzano una loro intrinseca giuridicità corrispondente e omologabile solo alla funzione sistemica del diritto, alle sue operazioni, oppure si deve affermare, invece, che le stesse operazioni del diritto sono „giuridiche‟ solo quando sono conformi, omogenee alla specificità fenomenologica del diritto rispetto ai fenomeni con i quali confina, come la politica, l‟economia, la religione ecc.? La lettura dell‟esposizione di un‟economia sistemica induce senza dubbio a delineare i possibili orizzonti dell‟influenza della funzione del mercato, come si è detto „anima biologica‟ dell‟economia, sul diritto; si coglie qui l‟attuale questione centrale per la filosofia del diritto. Considerato che la società contemporanea, vive, opera come società complessa, differenziata attraverso l‟emersione di una pluralità di sistemi sociali, interconnessi esclusivamente dal successo delle loro operazioni in un rapporto di reciproca funzionalità, senza che risulti all‟occhio dell‟osservatore alcuna gerarchia incentrata su una specifica differenziazione dell‟uomo rispetto agli altri viventi e alle cose, considerato tutto questo si impongono, come nodo linfatico della filosofia del diritto, una serie di interrogativi che possono essere formulati secondo alcune linee. Esiste diritto solo perché è riferito in maniera esclusiva alla dimensione sistemico-funzionale oppure se corrisponde anche alla sua dimensione fenomenologica? E‟ chiaro da questi interrogativi che non si può affermare la dimensione fenomenologica del diritto come definita e completamente esaurita nella dimensione funzionale; anzi, 8 spostando criticamente l‟asse equilibratore di tutto il sistema funzionale, ne deriva che l‟attenzione viene a concentrarsi su un‟analisi fenomenologica dell‟uomo, sulla considerazione che proprio questa analisi fenomenologica sia in grado di dimostrare in quale modo si possa continuare a pensare al fenomeno uomo come distinto dagli altri fenomeni della vita dei vegetali, degli animali, dei sistemi biologici; questo fenomeno, descrivibile come uomo, si manifesta e si realizza nella situazione che gli appartiene in modo esclusivo e peculiare dal punto di vista fenomenologico, la comunicazione, luogo creativo delle forme di storia6. Il non-umano è infatti sia senza storia in generale, sia senza diritto e storia del diritto. La creazione comunicativa di forme di storia implementa una condizione cui afferiscono i diritti primi, irriducibili a una funzione sistemica, che sia quella del diritto o quella dell‟economia o quella della religione ecc.; implica allo stesso tempo l‟esistenza di diritti inviolabili che, nel momento della loro negazione, comportano necessariamente la negazione dell‟essere-uomo. Questi cosiddetti diritti primi, letti e considerati in prospettiva della visione fenomenologica dell‟uomo, sono, si può dire oggi, il motore del diritto del soggetto a prendere la parola, a dire di se stesso riconoscendo gli altri come altri se stessi7. Il diritto a prendere la parola, nella condizione odierna della società complessa, rischia di essere trasformato in un 6 Cfr. anche K. JASPERS, Psicopatologia generale, Roma, 1965, passim: l‟uomo, nella patologia, viene analizzato da Jaspers nelle sue differenze dagli altri sistemi biologici. 7 La questione della comunicazione come relazione esistenziale primaria è posta in primo piano da K. JASPERS, che sviluppa il concetto di comunicazione sulla base della tensione oggetto-soggetto, inserendola nel complesso quadro dell‟Umgreifendes. Cfr. K.JASPERS, Filosofia, II, p.520 e ss. “L‟uomo (...) non si risolve nell‟io formale dell‟intelletto, né nella semplice vitalità dell‟esserci, ma è portatore di un contenuto che o si mantiene nell‟oscurità di una comunità primitiva, o si realizza attraverso una totalità spirituale di cui l‟uomo diventa cosciente senza tuttavia conoscerla a sufficienza”. Cfr. B. ROMANO, La legge del testo. Coalescenza di logos e nomos, Giappichelli, 1999, p. 235. 9 obbligo ad eseguire le operazioni dettate dalle aspettative economiche del mercato, che costituiscono la fisiologia interna dell‟economia. Su questa via si può organizzare un complesso, una serie di ordinamenti giuridici positivi, conformati come „gusci‟ il cui contenuto è costituito dalle norme positive prodotte in un momento contingente, nella sola immanenza del presente, fautore delle operazioni del mercato, in quanto ambiente sistemico interno del sistema economia. La situazione appena descritta non può essere considerata un fenomeno localizzato e da combattere, anzi la sua dinamicità su basi evolutive porta a considerare il mercato come un fenomeno di globalizzazione e un centro vitale irrinunciabile, perché la sua estinzione, o anche solo una sua caduta di intensità, produrrebbe la regressione della società in forme di esistenza che si consumavano nella lotta primitiva al solo scopo della sopravvivenza; tuttavia, non si può pensare alla trasformazione totale, radicalmente controgiuridica che questa direzione sistemico-funzionale può comportare nelle istituzioni principali dell‟organizzazione e della strutturazione giuridica di un Paese. La funzione invasiva dei mercati permea le attività che attengono al diritto e che sono suddivise in attività legislativa, giurisdizionale e di polizia8. Per quel che attiene all‟attività legislativa, cioè l‟attività formativa di leggi, dovrebbe essere interamente trasformata in attività adeguativa alla dinamica del mercato, dovrebbe, caso per caso, essere in una sintonia di contestualità temporale con l‟emersione di alcune operazioni del mercato, che esigono di essere normativizzate, esclusivamente perché sono le operazioni vincenti in quel momento, secondo l‟equilibrio imposto dal mercato monetario, quale percettore principale e gerarchizzante. Si riconosce, in tale questione, la caratteristica temporale differenziante tra diritto e mercato, posto nel linguaggio della moneta, sinonimo di prezzi e denaro; si tratta della differenza costituita dal ritardo del diritto e dalla velocità del mercato. La velocità del 8 A. KOJEVE, Linee di una fenomenologia del diritto, Milano, 1989, p.181 e ss. 10 denaro è invisibile, ma intensa, è sempre contingentemente presente. La funzione principale del diritto, invece, è costituita dalla garanzia della durata (si pensi all‟istituto del testamento), a differenza della moneta, che assicura l‟adempimento di un pagamento immediato e momentaneo. Poiché il diritto, secondo la sua specificità fenomenologica, conferisce durata alle relazioni e la garantisce, non possiede inoltre la velocità della moneta e del mercato; il diritto è temporalmente in ritardo verso l‟economia; se dovesse conformarsi alla velocità della sua specificità solo funzional-sistemica, dovrebbe essere l‟eco momentanea della momentaneità del mercato e della moneta che lo annuncia. Una sorte omogenea dovrebbe toccare all‟attività giurisdizionale, che si vedrebbe costretta a formulare e formare, a seconda della casistica, giudizi conformi all‟emersione di un momento monetariamente vincente che appartiene alle operazioni del mercato. Anche l‟attività collegata alle operazioni di polizia dovrebbe di conseguenza conformarsi continuativamente all‟emersione di un insieme di operazioni del mercato, che si afferma con successo rispetto ad altre. Considerato quindi che sia l‟attività legislativa, sia l‟attività giurisdizionale che quella di polizia configurano, secondo il lavoro e l‟analisi a tratti behavioristica di A. Kojève9, le tre forme sostanziali della terzietà giuridica, se ne dovrebbe concludere che la funzione del mercato sul diritto dovrebbe tendere a rendere ogni volta in modo alternativo una di queste tre figure semplicemente servili rispetto all‟emersione dei singoli momenti vincenti e dominanti del mercato; le situazioni del mercato sono, per definizione sistemica, sempre momenti contingenti, agerarchici, coordinati secondo una programmazione inter-intrasistemica, che rappresenta solo una combinatoria contingente delle operazioni del mercato; al riguardo è significativa la vita quotidiana, anzi momentanea della Borsa. 9 Cfr. A. KOJEVE, idem, p.110. 11 Inoltre, un‟ulteriore conseguenza, successiva ma non di certo secondaria, è la circostanza che la contingenza, come momento, Zeitpunkt, dovrebbe configurare ogni volta una norma omogenea, così che tra il momento legislativo, il momento giurisdizionale e quello di polizia vi sarebbero degli intervalli temporali successivi e contemporanei allo stesso tempo, eterarchici, privi di una dimensione gerarchicamente prioritaria; in realtà, il momento legislativo nasce, secondo la prospettiva di Kojève, perché diretto ad orientare quello giurisdizionale e quest‟ultimo ad orientare quello di polizia. Invece, nella dimensione detemporalizzata e despazializzata del mercato, ambiente sistemico interno dell‟economia, il momento del legislatore, del giudice e della polizia è quel singolo momento che, rispetto agli altri due, emerge in modo più veloce perché si adatta repentinamente all‟operazione del mercato, è un momento che trova incidenza applicativa perché è „più funzionale‟ dal punto di vista dell‟equilibrio sistemico, è supportato dal vettore del successo che declassa sia la legittimazione che l‟istituzione normativo-giuridica. Dalle considerazioni appena svolte la prospettiva si allarga fino ad abbracciare inevitabilmente l‟attività strettamente ermeneutica dell‟esperienza giuridica; in realtà, la distinzione della qualificazione funzionale del diritto da quella fenomenologica comporta degli effetti che incidono proprio sull‟attività di interpretazione nell‟esperienza giuridica. Il lavoro di interpretazione è insuperabile nella sua essenzialità, perché la norma nasce con una scissione intrinseca rispetto al fatto da disciplinare: il fatto non è la norma, perché la norma considera prima le fattispecie astratte e regola poi il giudizio sulle fattispecie concrete. La questione ermeneutica rappresenta un problema centrale nell‟architettura degli studi di Luhmann lì dove si sostiene la possibilità che, mediante il parallelismo tra sistemi biologici e sistemi sociali, si acquisisca una nozione 12 temporale differente da quella voluta e per lungo tempo sostenuta dalla filosofia classica della vetero-Europa10. La dimensione dell‟attività ermeneutica richiede un‟inesauribile attività da parte dell‟interprete; se si assume la bipartizione dell‟interpretazione del diritto -specificità funzionale sistemica e specificità fenomenologica- e il diritto si qualifica esclusivamente nell‟ordine sistemico-funzionale, se l‟opera del diritto si esaurisce nella funzione immunitaria dei sistemi sociali, si avrà allora un orientamento dell‟ermeneutica soltanto lungo la direzione immunitaria della vita dei sistemi sociali, in una dimensione di indifferenza rispetto alla qualità della relazione tra gli uomini, lasciata indistintamente alla violenza dell‟esclusione oppure al riconoscimento. Ancora una volta il risultato sarà determinato e canalizzato dalla combinatoria della molteplicità operazionale che, nella momentaneità emergente, riscuote successo rispetto ad altre operazioni che falliscono. Seguendo questa traiettoria, l‟interpretazione si qualificherà come giuridica per il solo fatto di poter continuare ad assumere le fattezze della controfattualità, ma la caratteristica rilevante saranno le sue forme di adeguamento alla fattualità, al successo delle operazioni del mercato. Il vuoto tra la norma e il fatto sarà colmato da un‟interpretazione fattuale che, riconducendo inevitabilmente al paradosso che avvolge l‟intera opera di Luhmann, consiste nell‟attingere controfattualità dalla fattualità. Con il risultato che la controfattualità diventa quindi uno dei prodotti seriali della produzione economica, che è solo di natura fattuale: la fattualità costituisce la stessa controfattualità. L‟alternativa a questo esito contraddittorio è che si lavori, dal punto di vista interpretativo, su una griglia costituita dalla specificità fenomenologica del diritto, fornendo uno strumentario ermeneutico non solo immunitario, ma basato sulla qualità della relazione intersoggettiva, che diviene così 10 N. LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalität, Tübingen, 19772, p.51 e ss. 13 una misura misurata misurante11 della relazione che si costituisce fenomenologicamente come la relazione giuridica prima; si tratta della relazione che supera il paradigma escludente, o l‟inclusione articolata in modo funzionale, e che afferma il diritto come superamento del fatto che esclude, secondo la terminologia dello Hegel della Filosofia dello Spirito di Jena. Dalla lettura di Luhmann, soprattutto dalla lettura di Die Wirtschaft der Gesellschaft, si evince, almeno immediatamente, una posizione molto vicina a Marx12, quindi una sorta di ratifica post-moderna delle posizioni di Marx; il diritto viene presentato come risultato di una produzione seriale, un prodotto tra gli altri, un risultato produttivo del sistema economia in quanto appunto sistema della produzione; d‟altro canto sembra inglobare anche una reazione di rigetto della tesi centrale di Hegel sul diritto, poiché -secondo Luhmann- l‟opera dell‟interprete è un‟operazione in cui i numeri che formano il mercato -prezzi, moneta, mercato monetario-, detto altrimenti il linguaggio dei prezzi, si metamorfosizzano in linguaggio adeguativo, assumendo la stessa velocità di trasformazione dei prezzi, coincidendo e adeguandosi alla fattualità produttiva del mercato. In opposizione alla tesi dello Hegel di Jena: il diritto è superamento del fatto che esclude, Luhmann afferma che il diritto è l‟eco del mercato, della sua fattualità. Si ravvisa nella posizione di Luhmann un‟apologia tardiva di Marx, ma allo stesso tempo una critica radicale per la formulazione marxiana 11 Sul concetto classico di legge giuridica come „misura misurata misurante‟. Tommaso D‟Aquino, Summa Theologiae, I a IIa 91-97. 12 Per una panoramica del dibattito su Marx nell‟intensità degli anni „70, ampiamente elaborato da Bruno Romano; K. HARTMANN, Die marxistiche Theorie, Berlin, 1970, pp. 69 e ss.; W.PAUL, Marxistische Rechtstheorie als Kritik des Rechts, Frankfurt am Main, 1974, p. 85 e ss. Per una prospettiva del diritto in direzione „burocratica‟, B.ROMANO, Il compimento del soggettivismo come prassi democratica ed estinzione del diritto, Milano, 1981, p.101 e ss. Cfr.anche J.-P. SARTRE, Critica della ragione dialettica, Milano, 1963, I, p. 270 e ss. 14 del diritto, in quanto si dimostra l‟incongruenza di poter pensare il diritto come controfattuale derivato dal fattuale, che è una conseguenza circolare e paradossale all‟interno della catena sistemico-funzionale, costituita autopoieticamente. Le considerazioni presentate fino a qui si cristallizzano intorno ad un nucleo: il linguaggio dei prezzi è il linguaggio della dimensione temporale del presente, della contingenza: il prezzo rappresenta il corrispettivo pagabile in un determinato momento, su un determinato mercato e per una ben definita quantità di beni; questa dinamica appena descritta funziona solo perché le contrattazioni di pagare o non pagare a quel determinato prezzo e le successive decisioni in una o nell‟altra direzione possono avvenire solo nel presente. Nella contrattazione di mercato, un prezzo riferito al passato o al futuro non trova un corrispondente di validità sensata: il passato e il futuro sono dimensioni temporali slegate dall‟operazione del pagamento in denaro; infatti, i numeri costitutivi dei prezzi sono qualificati dal carattere principale del prezzo e quindi dell‟intero linguaggio dei prezzi, che consiste nella capacità di assolvere a un pagamento, di saldare con un pagamento nella momentaneità del presente, in cui si realizza l‟atto di pagare, che rappresenta l‟atto primo e qualificatore del mercato, come anima biologica del sistema economia. Inoltre, il futuro non può essere dominato in modo integrale e quindi non può essere pagato nel presente della contingenza; il passato, in quanto passato, non produce più i suoi effetti, quindi non può essere pagato nel presente perché non esiste; anche nel momento in cui si dilaziona un pagamento, rateizzandolo nel tempo, si fa riferimento al saldo in quanto è soltanto ciò che del passato può permanere nel presente del pagamento; così come quando si anticipano dei pagamenti, questi vengono comunque pagati qui e ora, per un prezzo formatosi nel presente. E‟ chiaro allora che il linguaggio dei prezzi rappresenta semplicemente il linguaggio della presenzialità assoluta, esattamente come il linguaggio del mercato che incide sul 15 diritto, esigendo una costante adeguazione sistemica; a questo livello, che si può senz‟altro definire contingente, il risultato sembrerebbe consistere in un‟ermeneutica che direziona il linguaggio giuridico sulla falsariga della produzione seriale del mercato il cui valore è misurato dai prezzi, che si affermano nell‟assolutezza della dimensione temporale del presente, il saldabile hic et nunc. In questo modo e secondo questa linea interpretativa, anche il linguaggio e l‟opera dell‟interpretazione giuridica, a causa della spinta radicale del mercato, dovrebbero consumarsi nell‟assolutezza della presenzialità, come accade nella dimensione temporale dei prezzi che sono solo ciò che rappresentano nel presente in cui si formano13. Allora, ritorna la domanda sulla temporalità del diritto: il lavoro ermeneutico può assimilare, come attività giuridica, le strutture temporali del presente in modo così radicale come accade nel mercato? Se la risposta è affermativa, nel senso di una dimensione temporale contingente che si esaurisce nel presente e che prevede un‟attività interpretativa orientata in modo assolutamente contingente, allora viene meno l‟attenzione principale alla dimensione soggettiva delle condotte, che costituiscono il materiale primario dell‟opera dell‟interprete. Il giudizio giuridico è tale se e fino a quando si riferisce a condotte umane, considerate nell‟interezza della temporalità, ossia espletate in un prima, un passato, ed eseguite in un presente, che incide su un futuro. 13 Cfr. M. HEIDEGGER, Essere e tempo, Milano, 1995, passim. Per una visione critica della temporalità giuridica cfr. anche A. KOJEVE, idem, p. 102 “Il diritto in quanto diritto non si riconosce in una natura temporale o comunque storicamente condizionata. Una norma è valida „per ogni epoca (futura): essa non muta mai. Se il diritto muta, ciò significa che alcune norme sono sostituite da altre. Ma nessuna di esse può variare in se stessa: se si applicano a un certo caso, si applicheranno a tutti gli altri casi identici a questo, finché restano ciò che sono, cioè norme giuridiche in vigore, e non il mero ricordo di ciò che fu un tempo una norma giuridica. Questo ricordo non ha nulla di giuridico, così come non ha nulla di giuridico l‟evoluzione del diritto. Il diritto del passato (una legge abrogata) non è diritto, alla stessa stregua del diritto futuro (un progetto di legge). E il diritto presente, il diritto che ha una sua presenza reale nel mondo, non varia”. 16 Nel diritto, sia nei diritti sostanziali che nelle procedure, ogni condotta dell‟uomo è giuridicamente rilevante solo nel momento in cui risulta costitutiva la presenza integrale della temporalità del soggetto, così che quando l‟interprete la analizza, la valuta anche e necessariamente nel suo „essere stato‟ come passato e nella sua intenzionalità proiettata nel futuro, quindi nelle due dimensioni temporali del passato e del futuro, sottratti al presente assoluto dei prezzi, rappresentante funzionale-sistemico del linguaggio del mercato. Questo quadro iniziale presenta il mercato simile ai sistemi biologici: l‟elemento principale, in quanto percettore dell‟orientamento sociale, è il prezzo che si aggiorna, nella contingenza del presente, mediante la variazione delle dimensioni dei tassi e dei cambi. Il diritto, invece, ha a che fare con l‟istituzione delle leggi che presentano ogni volta un problema di legittimazione omologabile ai numeri che costituiscono i prezzi del mercato; la legittimazione non è configurabile in un sistema biologico, ma esiste come procedura creativa solo nel diritto e lo costituisce nella sua specificità fenomenologica, oltre una specificità sistemicofunzionale. Il mercato, il denaro, l‟economia monetaria, trasferendosi, sotto forma di aspettative economiche cognitive, nel diritto, rendono evanescente, fino a farlo scomparire, l‟istituire connesso alla questione della legittimazione; si viene formando, quale vettore mercatorio, costituito dal successo operazionale, il successo di una terzietà - legislatore, giudice, polizia- che non estrinseca la sua ragione operante nella legittimazione, e nell‟istituzione, ma nella fattualità di una gerarchia concorrenziale, „mercantile‟, attualizzata nell‟asservimento ai programmi condizionali provenienti dalla globalità del sistema economia, che realizza nel mercato la sua potenzialità di ambiente interno. 2. Sistema globale e sistemi parziali. 17 La prospettiva assunta da Niklas Luhmann, attraverso l‟occhio dell‟osservatore sistemico, contribuisce a considerare una gamma di dimensioni dei sistemi sociali permeate da senso vitale ed emergenti con il solo scopo di sopravvivere, in direzione di un‟inesauribile concatenazione meccanica. Risulta utile chiarire, infatti, che Luhmann si serve di un‟architettura generale posta su una base autopoietica in direzione evolutiva, che ridimensiona l‟uomo come concetto classico. La crisi, nel presentarsi come il nuovo giudizio di cui l‟uomo si rende portatore, costringe lo stesso uomo a riflettersi come sistema, con il risultato di osservare il presente mediante la congiunzione di attualità e contingenza14, privo della dimensione temporale integrale, connessa ai tre momenti di passato, presente e futuro. L‟impossibilità di una disamina completa dell‟opera di Luhmann è determinata dall‟ampio spettro che abbraccia e che comprende la società, come sistema globale, la religione, il diritto, la scienza, l‟economia, l‟educazione, l‟amore, la famiglia, ecc., come sistemi parziali; si consideri anche che ognuna di queste dimensioni, in cui l‟uomo si esprime come entità sistemica, si sviluppa mediante caratteristiche sistemico-funzionali originali. Ognuno di questi segmenti, eccetto la società15, è parcellizzato, sezionato ed analizzato come un sistema, o meglio, un subsistema o sistema parziale che, in coordinazione con l‟intero arco sistemico, offre un panorama di equilibrio funzionalista. Il singolo sistema 14 La prospettiva della contingenza non è confinabile in una definizione semplicistica. La contingenza ordina, coordina, programma non solo le relazioni intrasistemiche, ma anche quelle intersistemiche, questo significa che è la stessa contingenza a programmare se stessa secondo una procedura di autocontingenza. A tal proposito è utile riportare quanto scrive Luhmann: “perché il sistema sia chiuso ricorsivamente, può strutturarsi internamente per episodi e riguardo a ciò ammettere alte, ricoltivabili contingenze” questo significa che le contingenze interne si rendono garanti dell‟unità differenziata del sistema. N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 72. 15 Cfr. N. LUHMANN, Die Gesellschaft der Gesellschaft, Berlin, 1997, passim. 18 emerge dall‟atto cognitivo che costituisce l‟osservatore16 che osserva se stesso e attualizza una differenziazione che emerge secondo una procedura sistemica. Prima di giungere a valutare in modo analitico la dinamica che corrisponde alla filosofia economico-giuridicofunzionale, bisogna delineare, in modo generale e con un respiro più ampio, di quali riferimenti si avvalga N. Luhmann per costruire in modo complesso una teoria dei sistemi, sulla base di un ingranaggio autopoietico. Ogni singolo sistema è interconnesso con la globalità degli altri sistemi, ma soprattutto esercita delle pulsioni su se stesso; ciascun sistema costituisce, usando un‟espressione impropria, la ragione d‟essere di ogni altro sistema, perché funge contemporaneamente da specchio, nel senso che ogni sistema si riflette specularmente nell‟altro; ogni sistema funge anche da polo contrapposto, poiché possiede e si evolve secondo caratteristiche che sono proprie e che si riferiscono agli altri sistemi solo come procedura organizzativa ma non come funzione. Nella lettura di Luhmann si può commettere, quindi, l‟errore di porsi, con Luhmann stesso, come osservatore interno del sistema invece di concepire criticamente una visuale esterna e osservarlo, allora, come un complesso di situazioni differenziate; l‟osservazione dei sistemi comporta una discrepanza tra il „fuori‟ e il „dentro‟; se il sistema è osservato dall‟interno, la visibilità dei meccanismi permette di giustificare le reazioni esterne; se lo si osserva dall‟esterno è possibile soffermarsi soprattutto sui meccanismi intercorrenti tra sistema e ambiente, dimensioni rilevanti e reciprocamente dipendenti. L‟osservazione deve 16 Il panorama filosofico letterario dedicato, sia in modo esplicito che implicito, all‟osservatore è abbastanza vasto, qui se ne danno alcuni riferimenti attuali vd. innanzitutto N. LUHMANN, Osservazioni sul moderno, Roma, 1995, p. 62 e ss.; poi cfr. S. TOENNIS, Reduktion von Komplexitaet. Zur politischen Theorie Niklas Luhmanns, in W.ROEHRICH, Neue politische Theorie, Darmstadt, 1975; H.-J.UNVERFERTH, System und Selbstproduktion, Frankfurt am Main, 1986; A.M.ANDREW, SelfOrganizing Systems, New York, 1989; G.SCHULTE, Der blinde Fleck in Luhmanns Systemtheorie, Frankfurt am Main, 1993. 19 essere sempre bidirezionale, mai univoca, poiché, nell‟assunzione di un unico punto di vista, il problema è costituito soprattutto dall‟attribuzione ai sistemi di una capacità, di un volere o di uno scopo che il sistema non possiede per sua natura, ma sviluppa per via degli inputs degli altri sistemi secondo una dinamica programmatica: il sistema non è dotato di alcuna capacità o volere intrinseco, ma produce ogni singolo elemento in connessione con l‟ambiente e quindi in connessione programmatica con gli altri sistemi, che producono i loro programmi, specificati funzionalmente. Il sistema è frutto di una semplificazione della complessità, che mira a sua volta a creare ulteriore complessità, ipercomplessità, da sanare mediante successive ed ulteriori differenziazioni. La difficoltà, quando si tratta il sistema da un punto di vista riflessivo, consiste nell‟addentrarsi talmente in esso da poter pensare che le dinamiche di uno possano corrispondere a quelle di un altro, seguendo una procedura di uniformità o di concordanza che Luhmann, però, non considera neanche in potenza, anche se non mancano molteplici similarità, configurabili a volte in una serialità sistemica; per esempio, tutti i sistemi sono dotati di un codice attivato dai programmi condizionali in connessione intrasistemica, ogni sistema emerge per differenziazione funzionale ecc. La terminologia usuale di Luhmann, che rinvia a concetti ormai classici della teoria sistemico-funzionale, in particolare al segmento dei sistemi sociali come l‟economia e il diritto, è: sistema, contingenza, ambiente, funzione, autoriferimento, paradosso, mano invisibile17, ambiente interno sistemico, differenziazione strutturante, codice, programmazione, codificazione; come si avrà modo di costatare, si tratta di una terminologia poco innovativa rispetto a quella di altri sistemi, ma è rilevante la configurazione che 17 N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 99; il termine è mutuato dall‟inglese „invisible hand‟, significa semplicemente che al posto della differenziazione di piani “sarebbe posta l‟invisibilizzazione del paradosso”, garanzia di sviluppo e di evoluzione. 20 questi elementi acquistano nel sistema economia e nel sistema diritto18. Sia nell‟uno che nell‟altro di questi sistemi, gli ordini di osservazione sono due; un primo e un secondo grado, che nel sistema diritto è rappresentato dal giudice, osservatore dei materiali già osservati dall‟osservatore di primo grado, il legislatore19; nell‟economia il secondo grado è costituito dalle osservazioni del rischio. Questa articolazione osservativa si radica nell‟opera di Heinz von Foerster, iniziatore dell‟analisi del secondo ordine cibernetico, che sviluppa alcune teorie considerate, in qualche modo, parallele alle riflessioni e alle analisi teoriche di H.Maturana e F.Varela, in cui il ruolo dell‟osservatore è un‟entità sistemica20, riproposto in modo esteso anche da studiosi successivi21. L‟approccio autopoietico di Luhmann è determinato dunque dall‟approfondimento, direzionato, in questa fase, verso una dimensione economica e giuridica delle prospettive di lavoro di Maturana e Varela, per i quali l‟autopoiesi è un prius dal quale partire per osservare il mondo22; Luhmann 18 Cfr. D. KRAUSE, Luhmann-Lexicon, Stuttgart, 1999; vd. anche N.BRIESKORN, Rechtsphilosophie, Stuttgart-Berlin-Koeln, 1990, p.55 e ss. 19 N. LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.237. 20 Id., Sociologia del rischio, Milano, 1996, p.251: “Si giunge ad un‟osservazione di secondo ordine soltanto se si osserva un osservatore in quanto tale, laddove „in quanto tale‟ significa: in riferimento al modo nel quale egli osserva e a sua volta questo significa: in riferimento alla distinzione che egli utilizza per indicare uno e non l‟altro lato. Oppure, nella terminologia di Spencer Brown: in riferimento alla forma che egli pone alla base delle sue osservazioni”. 21 Cfr. L. D.INTRONA, Management, Information and Power: a narrative of the involved manager, London 1997. In questa opera viene messa in discussione, per le questioni relative al moderno management, sia la filosofia di Heidegger che quella di Habermas, e allo stesso tempo i complessi di temi delineati da Maturana e Varela. 22 F. Varela cita, tra l‟altro, come predecessore fenomenologista M. MERLEAU-PONTY, La structure du comportement, Paris, 1942. L‟opus magnum di Varela sull‟autopoiesi è Priciples of Biological Autonomy, New York, 1979 in cui espone la teoria dell‟autopoiesi direzionata al concetto più generale di autonomia, inoltre è contenuta un‟esplorazione del concetto di 21 definisce l‟autopoiesi “Reproduktion der Elemente des Systems durch die Elemente des Systems”23. L‟importanza del concetto di autopoiesi risiede nella sua estrinsecazione attraverso l‟apertura; il sistema concepito da Luhmann non è autopoieticamente chiuso, anzi le sue possibilità sono nell‟essere autopoieticamente aperto in quanto teso all‟organizzazione programmatica con riferimento informativo agli altri sistemi; la sua autopoieticità segue quindi una tipologia strutturale, ma non organizzativa, anche se ogni sistema ha un proprio linguaggio, attivabile tramite il proprio codice, che rende possibile l‟attualizzazione di eventi economici nel sistema economia, di eventi giuridici nel sistema diritto ecc., consentendo così le loro osservazioni primarie e secondarie. Dapprima Luhmann applica il concetto di autopoiesi alla società -sistema globale-, in seguito, per evoluzione diretta degli altri sistemi, l‟autopoiesi è applicata anche a sistemi come il diritto e l‟economia -sistemi parziali. Il sistema diritto emerge, sempre per via di osservazione differenziante, ma con una sua specifica funzione immunologica24, che gli permette di ergersi a sentinella dei sistemi sociali, seguendo delle modalità di intervento che sono necessariamente anticipatorie di fattispecie concrete. Prima di inoltrarmi nelle riflessioni su due sistemi parziali, come sono appunto concepiti il diritto e l‟economia, desidero, nel tentativo di una presentazione ed una discussione che siano libere da equivoci, delineare la caratteristica che „distinzione‟ analizzato da G.SPENCER BROWN, Laws of Form, London 1994, come atto fondamentale della cognizione. D‟altronde, proprio sulla base delle osservazioni fatte da Maturana e Varela si ha l‟applicazione del concetto di autopoiesi dalla società, come sistema generale, alla famiglia, come sistema particolare; su questo itinerario Luhmann costruisce le sue analisi della famiglia. F. J. VARELA, Reflections on the circulation of concepts between a biology of cognition and systemic family therapy, „Family Process‟, vol.28, n.1, 1989, pp.15-24. 23 N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.71. 24 Id., Das Recht der Gesellscahft, p.125 e ss., cfr. anche F.J. VARELA, A. COUTINHO, Immune networks: getting onto the real thing, „Res.Immunol.‟, vol.140, 1989, pp.837-845. 22 differenzia i sistemi parziali dal sistema globale. La società, in quanto sistema totale, integra le comunicazioni, solo essa può costituirsi come unità, intesa come “autopoiesi di comunicazione”; questo significa che i sistemi parziali della società non hanno la forza per attualizzare le intercomunicazioni, in quanto operano nell‟ambiente all‟interno della società stessa, comunicano con i sistemi nel loro ambiente, ma non vanno oltre25. D‟altronde il concetto di economia può essere espresso solo autopoieticamente e l‟atto unitivo, quello che formula il sistema economia, è costituito dal pagamento (Zahlung)26, questo indica che la base dell‟economia è rappresentata dal pagamento, centro anche della chiusura ricorsiva. Se l‟unità del sistema economia è caratterizzata dal pagamento, la successione delle sue operazioni non può essere che in direzione dello schema a due versanti pagare/non pagare e poiché il sistema si regge sul pagamento, di conseguenza le decisioni inerenti l‟uno o l‟altro dei due versanti necessitano del denaro come valore di scambio; se ne concluderà che ogni operazione economica è connessa al denaro in quanto mezzo di pagamento27; in questa dimensione acquistano una luce diversa tutti i singoli elementi che compongono questo sistema e che tornano ricorsivamente, nella connessione appunto dei singoli elementi come il denaro, la penuria, il mercato, la concorrenza, il rischio, la tassazione, all‟unità differenziata costituita dal pagamento. L‟affermazione di Luhmann “l‟autopoiesi dell‟economia trascende però ogni scopo economico e lo rende perciò sensato” significa che l‟autopoiesi governa ogni singolo episodio sia esso economico, giuridico, religioso superandolo in quanto è essa stessa 25 N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 50: “solo la società può essere compresa come sistema comunicativamente chiuso”; cfr. anche Das Recht der Gesellschaft, p. 55. 26 Cfr. N. LUHMANN, idem, p.52. 27 Infatti il denaro viene reso fisso, viene confinato, dal prezzo che rappresenta sostanzialmente una serie di informazioni puntuali su avvenimenti determinati, cfr. N. LUHMANN, idem, p. 18. 23 “accadimento senza fine”, ateleologico28. La definizione di autopoiesi del sistema economia, come anche di altri sistemi, è determinata dalla ricorsività nella produzione di operazioni tramite elementi che lo stesso sistema produce in interconnessione con altre operazioni sistemico-funzionali, secondo l‟apertura informativa verso il suo esterno, che il sistema traduce in chiusura operativa. 3. Aspettative, tra mercato e diritto. In questo studio, come ho già anticipato, intendo sviluppare un confronto tra sistema economia e sistema diritto assumendo argomentazioni economico-giuridiche, supportate da alcune considerazioni intese contemporaneamente come centripete e centrifughe, rispetto al sistema diritto e al sistema economia; nel caso „centrifugo‟ perché spingono l‟osservazione verso l‟esterno, in direzione di nuove differenziazioni, e nel caso „centripeto‟ perché, mediante una differenziazione, definita da Luhmann “strutturante”, costringono all‟autoosservazione. La prospettiva proposta da questo lavoro si avvale quindi di un obiettivo principale costituito sì dall‟analisi dei sistemi economia e diritto, ma attraverso la lente della funzione del mercato e della penuria; il mercato perché permette al denaro di circolare, producendo altro denaro, e la penuria perché si caratterizza come la funzione stessa del sistema economia, connessa alla funzione giuridica, in un costante equilibrio con il polo opposto costituito dall‟abbondanza29. Lo scritto di Niklas Luhmann Die Wirtschaft der Gesellschaft è del 1987, come precisa lo stesso Luhmann nella 28 N. LUHMANN, idem, p.58-59. È utile ricordare, ancora una volta, che il sistema economia è costituito da un atto unitario, il pagamento, che dà vita all‟unità-opposizione di capacità di pagare e incapacità di pagare, penuria e abbondanza. N. LUHMANN, idem, p.54. 29 24 prefazione, quindi precede, anche se di poco, Das Recht der Gesellschaft del 1993, ed è peraltro successivo alla teorizzazione del sistema economia così come delineata in Soziologische Aufklaerung (1970); anche se la cronologia non ha un peso determinante, è utile sottolineare che lo studio dell‟economia nelle forme sistemiche influenzerà poi, in maniera significativa, l‟analisi del diritto come sistema; si può affermare che si è di fronte ad un‟influenza sia di tipo terminologico che di tipo strutturale. Lo studio e le riflessioni sull‟economia sono un riferimento costante nell‟opera di Niklas Luhmann; il rinvio non può che essere a uno dei suoi primi lavori appunto Soziologische Aufklaerung, ma anche a Soziologie des Risikos (1991) e a Beobachtungen der Moderne (1992), tradotti in italiano rispettivamente con Illuminismo sociologico, Osservazioni sul moderno e Sociologia del rischio. In questi studi l‟economia acquista una valenza sistemico-funzionale in una prospettiva globale dei sistemi su base autopoietica, anche se con forme più attenuate rispetto poi allo scritto specifico, che viene qui considerato. Proprio a partire da tali premesse, intendo discutere, lungo le pagine di questo lavoro, in modo analitico la posizione di Luhmann rispetto alla questione del diritto e dell‟economia, che acquistano una loro evidenza, nel suo laboratorio scientifico-sperimentale, solo nella forma e nella procedura dei sistemi. Data l‟articolazione complessa e sempre coordinata dell‟opera di Luhmann, ho ritenuto di restringere, come ho già accennato, il campo delle mie riflessioni attuali al sistema diritto con riferimento particolare alla discussione della posizione del diritto nell‟ambito sistemico-funzionale e con attenzione alla sua funzione e, in modo corrispondente, alla posizione della penuria30, centrale nel sistema economia; in 30 Id., Illuminismo sociologico, Milano, 1983, p. 239: “La scarsità non è sinonimo di rarità o di mancanza di oggetti, di fenomeni di penuria, di situazioni di emergenza o di pericoli. Essa non è una qualità della natura e neppure una relazione naturale fra bisogni e possibilità di soddisfarli che dovrebbe essere data per scontata. Si tratta piuttosto di un criterio di raffronto astratto, in riferimento al quale i bisogni possono essere trattati 25 questa prospettiva, è rilevante la connessione con quel micromacrosistema che è il mercato, indicato da Luhmann come ambiente interno sistemico del sistema economia31. E‟ chiaro che l‟ambito di discussione affrontato permette anche di analizzare e di osservare le trasformazioni della questione centrale della terzietà del diritto; infatti, gli esiti attuali della cosiddetta metamorfosi del terzo attengono all‟affermazione dominante di una prospettiva finanziaria della terzietà, che conduce a chiedersi quale nuova conformazione abbia raggiunto il terzo giuridico e soprattutto quali siano gli effetti delle sue operazioni nei diversi sistemi che sono in rapporto con il sistema diritto32. Ogni riferimento ad una terzietà classica diviene qui inessenziale; Luhmann qualifica il lavoro „terzo‟ esclusoincluso, ma al di là di questa figura di terzietà, plasmata sugli studi di M. Sèrres, è possibile intravederne una arcaica quasi quanto l‟uomo: il denaro, che, da mezzo di scambio, diventa medium universale di comunicazione dell‟economia, proprio in ragione dell‟atto unitivo economico, costituito dal pagamento, si presenta come paradossalmente e funzionalmente super partes33; il denaro rappresenta se stesso come terzo, in un indipendentemente dalla situazione. Conferendo loro la forma della scarsità, i bisogni vengono espressi in modo stabile nel tempo e parificati attraverso la trasposizione del meccanismo monetario.” 31 N. LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.178 e ss. 32 N. LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p. 297. Nel sistema diritto, è utile precisarlo, il giudice è considerato terzo portatore di funzioni, dove per funzioni si intende un ruolo, una Stellung, determinata all‟interno del sistema stesso; il giudice diventa un sostituto del tribunale, infatti il luogo giuridico per eccellenza è il tribunale come luogo seriale in cui si amministra una giustizia che è serialmente „uguale per tutti‟; il giudice come terzo escluso-incluso è un elemento della connessione programmatica che emette decisioni risolvibili con un‟argomentazione giuridica confinata nella dimensione temporale dello Zeitpunkt. 33 Per Luhmann i mezzi di comunicazione non sono “conseguenze della differenziazione sistemico-funzionale, bensì catalizzatori per la differenziazione dei sistemi funzionali” N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 101. Per la figura della terzietà cfr. L.LOMBARDI VALLAURI, La scienza giuridica come politica del diritto, Firenze, 1974; 26 conflitto permanente ingaggiato dal paradosso della penuria, che mostra come nel trattamento di una condizione di scarsità di beni si producono altre forme di scarsità34 legate all‟emersione di situazioni giuridiche economiche. Il problema di fondo rimane l‟influenza che il mercato, come ambiente sistemico interno dell‟economia, esercita sul diritto e sulle sue interconnessioni operazionali; proprio a causa di queste connessioni, si può discutere di una funzione del mercato nel diritto e non del contrario, nel senso che la riconversione da aspettative normative in aspettative cognitive è conseguenza del condizionamento mercatorio sul diritto35. La funzione del mercato nel diritto consiste, quindi, nell‟apporto di contributi sistemici di tipo finanziario che includono una visione virtuale priva di materialità tangibile36; inoltre, la funzione mercatoria incide sui contenuti di quelle aspettative cognitive divenute normative, riconvertendole da normative in cognitive: è il caso, per esempio, della privatizzazione di imprese pubbliche o il caso della partecipazione pubblica che incrementa il mercato pubblico37 ecc. La conversione può però J.CLAM, Phénoménologie du droit chez Niklas Luhmann: de la déphénoménologisation de la sociologie à la dépolémisation du droit, „Archives de philosophie du droit‟, 39, 1999, p.335; K. SEIDEL, Rechtsphilosophische Aspekte der „Mauerschuetzen‟-Prozesse, Berlin 1999; N. IRTI, Teoria generale del diritto e problema del mercato in AA.VV, Diritto e economia, Padova, 1999, p.278; B. ROMANO, Terzietà del diritto e società complessa, Roma, 1998. 34 L‟argomentazione giuridica tipica del terzo sistemico è diretta, non alla costruzione del futuro, bensì a corrispondere ad una struttura programmatica. N. LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.246. 35 Come è noto la funzione del diritto, tramite il suo codice diritto/non diritto, attivato dai programmi condizionali, è di convertire apettative cognitive, che possono essere deluse dai fatti, in aspettative normative che una volta proposte al giudizio del giudice devono essere risolte o con un rigetto o con un accoglimento. 36 Cfr. Le droit et l‟immatériél, „Archives de philosophie du droit‟, n.43, 1999. 37 Cfr. P. SCHULTZ, Eléménts du droit des marchés publics, Paris, 1996, in cui viene messo in rilievo il quadro giuridico del mercato pubblico che si 27 risolversi anche in senso inverso: le aspettative cognitive diventano normative in seguito ad una pretesa giuridica che si forma e proviene dal mercato, è, per esempio, il caso di un regolamento antitrust. Luhmann rende evidente in modo costante che paradigma procedurale di ogni sistema è la disparadossizzazione; questo significa evitare che si possano verificare degli squilibri pericolosi (=disfunzionali) nella vita inter-intrasistemica; in effetti dalla „costrizione‟ ad un equilibrio costante, possono derivare dei problemi nell‟ambito delle aspettative. L‟equazione mercato-diritto indica una pretesa confinabile nella normativizzazione, questo significa che un‟aspettativa normativizzata è resa più forte rispetto ad un‟aspettativa cognitiva economica; l‟esito negativo sarebbe costituito dalla circostanza che, divenendo il mercato sempre più forte attraverso la circolazione monetaria, è possibile che pretenda la normativizzazione di aspettative che non condividono nulla con il concetto di giuridicità nella sua specificità fenomenologica, non riducibile alla sua specificità funzionale; la trasformazione rileva anche per il giudizio giuridico che può risolversi nell‟attualizzare il calcolo mercatorio, mediante un terzo „finanziario‟. Nel sistema diritto Luhmann argomenta questa direzione discutendo del paradosso dell‟indecidibilità; innanzitutto, il giudice è tenuto sempre a decidere, la sua è una necessità dettata dalla funzione del ruolo, dall‟impossibilità di potersi rifiutare, il giudice deve (muss) decidere, ma la sua decisione nel post-moderno prescinde da un‟argomentazione giuridica classica38, quindi decide sull‟indecidibile, su ciò che non può essere trattato con i canoni classici dell‟argomentazione logicobasa su diritto generale di contratti amministrativi, l‟evoluzione recente del mercato ha contribuito alla sua analisi in una prospettiva vettoriale di corruzione: il problema relativo al mercato pubblico viene trattato da Luhmann come “richiesta di beni pubblici (...) determinata dalla concorrenza della politica”, N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 110. Cfr. anche H.-G.HUBRECHT, Droit public économique, Paris, 1997. 38 N.LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.338. 28 giuridica che forma la decisione classica. A questa idea di decisione indecidibile si accosta l‟idea di un giudizio emesso come eco sistemica di un calcolo economico, diretto dai mercati, dalla dimensione del „finanziario‟ che incide in modo inequivocabile sulla giuridicità della decisione stessa39. Nei progetti iniziali di Luhmann, l‟economia sarebbe dovuta essere un sistema parziale della catena dei sistemi sociali; alla lettura di Die Wirtschaft der Gesellschaft ci si accorge, invece, della forza invadente di un tale sistema parziale e se ne traggono conclusioni proprie, invece, di un sistema che ha un‟incidenza globale. Il sistema economia partecipa, per differenziazione interna strutturante, a una serie di subsistemi interni, quali ad esempio i diversi mercati, raggruppati sotto la definizione di ambiente sistemico interno che altri sistemi non posseggono o fanno emergere in una forma così ridotta da non poter quasi vantare la presenza specifica di un ambiente interno al loro sistema40. Questa vita così intensa e polidimensionale del sistema economia, poiché, secondo Luhmann, quando si discute di economia si discute soprattutto di polimorfia dei mercati, è all‟origine delle motivazioni che mi hanno spinto a chiedermi quali possano essere gli effetti dell‟economia, del mercato in modo più intenso e più radicale, sul diritto e se questi effetti siano in grado di modificare, in qualche modo, le aspettative normative, di contenuti normativizzati, considerato che è impossibile che possano modificare la funzione del diritto che è e rimane sempre quella immunitaria dei sistemi sociali41. Le connessioni di ordine teorico tra mercato e diritto si deducono anche nell‟ambito economico-giuridico di quella che Luhmann definisce vetero-Europa; si pensi ai reati contro la proprietà, ai cosiddetti reati economici in generale e ai collegamenti tra diritto e proprietà che conducono sulla via 39 N.LUHMANN, idem, p.308. Id., idem, p.189. 41 Id., idem,, p. 137. 40 29 della discussione generale dei diritti di proprietà42. Alle opere di Luhmann ho accostato criticamente J.-P. Sartre, per una sorta di comunanza filosofico-sperimentale non immediatamente appariscente, e ho tentato peraltro di analizzare sia Die Wirtschaft der Gesellschaft che Das Recht der Gesellschaft con l‟aiuto della Critica della ragione dialettica, che diviene quasi propedeutica per comprendere in modo globale le tesi sostenute da Luhmann; non potevano neppure mancare alcuni, pochi, riferimenti a Linee di una fenomenologia del diritto di A. Kojève, che rappresenta, questa volta per una vera e propria successione cronologica, per entrambi l‟ispiratore filosofico e, in qualche modo, il „maestro‟43. 4. Policontestualità e dimensioni del sistema economia. 4.1 Linee introduttive. Le analisi e le riflessioni di Luhmann, sempre con riferimento ai sistemi dell‟economia e del diritto, rinviano ad alcune considerazioni relative ai caratteri di ipercomplessità e gerarchia, estranei ed assenti negli altri sistemi; questo non significa che i sistemi diritto ed economia siano dotati di una loro gerarchia interna che manca o è resa invisibile negli altri sistemi, a mo‟ di files invisibilizzati da un particolare sistema di programmazione informatica, ma indica che il sistema economia è più complesso dal punto di vista dell‟interconnesione su base sistemico-programmatica; paradossalmente possiede innanzitutto una sua binarietà codicistica, ma allo stesso tempo non ne ha nessuna, perché si trova a rappresentarsi come diffuso nella molteplicità dei codici interni dei suoi sistemi/ambienti, mercato, denaro, penuria, 42 A. KOJEVE, idem, p. 488. Cfr. A. KOJEVE, idem, passim; cfr. J.-P.SARTRE, Critica della ragione dialettica, passim. 43 30 lavoro, proprietà, ecc.; questa circostanza lo rende particolarmente forte e radicato nel suo costituirsi ed emergere forse come il sistema dei sistemi, acumen acuminis, in concorrenza con il sistema diritto, che, a causa del suo sistema decisionale interno, i tribunali, può essere considerato, in misura ridotta, con le stesse caratteristiche del sistema economia. Se in Illuminismo sociologico Luhmann rinvia ad un‟idea di economia come sistema parziale della società44, accanto ad altri sistemi parziali, in Die Wirtschaft der Gesellschaft è già più difficile sostenere linearmente e per intero una simile tesi; indubbiamente se si analizzano l‟economia e il diritto come sistemi parziali, l‟idea che ne deriva è che questa parzialità valga molto di più per il secondo che per il primo, in considerazione del fatto che l‟economia ha uno sviluppo maggiore della differenziazione rispetto agli altri sistemi, e ciò consente un livello di autonomia, di autoregolazione che per gli altri sistemi, come il diritto, è impensabile. Nell‟analisi dell‟architettura di un sistema giuridico e di un sistema economico, per Luhmann, la tesi di fondo rimane, comunque, delineata dall‟analisi della funzione dei due sistemi; in particolare per l‟economia, e di conseguenza per il mercato, inteso come fattore di incremento, o meglio, di produzione e mantenimento paradossale della penuria e di limitazione delle comunicazioni; questa analisi consente di avere, in tal modo, la possibilità di fronteggiare le questioni e le eventuali incongruenze legate all‟allocazione e redistribuzione dei beni. Inoltre, la circostanza che permette al sistema economia, con il suo apparato di mercati, di attualizzarsi, attraverso una serie di programmi decisionali, determinati dal medium denaro, giustifica la sua autonomia e motiva soprattutto lo sgravio di responsabilità che dovrebbe essere assunto dalla società; in questo modo la società, strutturata dall‟economia, si lascia pervadere da una sorta di innocenza, di decentramento delle responsabilità perché costituita come luogo centrale senza 44 Vd. anche A.KOJEVE, idem, p. 467 e ss. 31 circonferenza, secondo il lessico di Sartre. E‟ utile sottolineare ulteriormente che le decisioni condizionali assunte sul piano economico e in particolare nell‟ambito del mercato non influenzano direttamente, così come potrebbe sembrare ad una prima lettura, le altre dimensioni sociali, perché queste decisioni attivano un „sistema‟ di adattamento della società, che si vede „costretta‟ ad assimilarle per non rischiare la perdita di un elemento della catena dei sistemi sociali e, allo stesso tempo, assume su di sé una situazione i cui parametri decisionali sono sempre altrove45, mai in un‟entità definibile. 4.2 Dinamiche sistemico-funzionali. Abbandonate le teorie borghesi e marxiste, nel senso di una qualificazione certa e definita relativamente alla distribuzione dei beni, senza lasciare però il punto di vista di un materialismo storico che acquista ora connotati sistemici, Luhmann pone in evidenza e chiarisce alcune caratteristiche intrinseche al sistema economia, come sistema parziale della società, necessario e contingente in una prospettiva funzionale46 e di conseguenza al sistema diritto, referente immunitario dei sistemi sociali. E‟ in gioco e in discussione il concetto classico di sistema, la sua coerenza logica interna, la funzionalità e il funzionamento attraverso l‟interconnessione di programmi condizionali. Nella prospettiva sistemico-funzionale appena delineata, l‟osservazione più immediata è quella relativa alla forma dei sistemi, in particolare dei due sistemi del diritto e dell‟economia, analizzata nella polimorfia dei mercati; le considerazioni e le analisi svolte da Luhmann non offrono la possibilità di definire, da un punto di vista formale, il sistema, anche se il formalismo sistemico-funzionale è uno degli 45 La costrizione è puramente sistemica e corrisponde al calcolo rischi vantaggi del Servo di Kojève, secondo il principio numerico dell‟equivalenza. 46 N.LUHMANN, Illuminismo sociologico, p. 236. 32 elementi strutturali per la connessione intrasistemica; è utile chiarire anche, a tal proposito, che il sistema non rappresenta un oggetto nello spazio, tanto meno sistemi complessi come quello dell‟economia e quello del diritto. Viene così a cadere, con l‟analisi di N. Luhmann, la consueta contrapposizione di oggetto/soggetto, perché, mediante l‟affermazione che il sistema non può essere considerato un oggetto alla stregua di altri oggetti sulla base del nesso interiorità-esteriorità di Sartre, viene a decadere non solo la possibilità, ma soprattutto il motivo di una simile contrapposizione soggettivo-oggettiva. E‟ scontato che accanto ad un oggetto vi sia un soggetto; l‟io per poter qualificare un oggetto „casa‟ deve avere un‟idea o rappresentazione soggettiva di ciò che si intende con la definizione di casa e deve astrarsene in maniera tale da poterla osservare come oggetto. J.-P. Sartre, con il suo „monismo della materialità‟, incrementa, secondo una modalità completamente negativa, la discussione sull‟uomo, nelle forme della disumanità; Sartre indica, traccia l‟esistenza di un uomo, che non è più tale nel senso tradizionale, ma costituisce la base per tre forme di socialità: a) disgregazione di un collettivo, b) formazione dei gruppi, c) ricostituzione della serialità circolare. Luhmann si spinge oltre l‟orizzonte di Sartre e rende chiaro che non intende muovere dall‟uomo in quanto contrapposto all‟oggettività nella sua dimensione di soggetto, sempre disumanizzato, ma da un sistema così come può essere descritto da un neurologo che osserva l‟uomo secondo la neurologia; questo sistema -l‟uomonon può più essere considerato sia da un punto di vista economico, che da uno giuridico, secondo i criteri dell‟uomo della vetero-Europa, latore di una tradizione basata su dimensioni classiche dell‟economia e del diritto, ma è l‟uomo Beobachter, un uomo che osserva e che progressivamente si trasforma da uomo osservatore in osservatore puro47, fino a 47 Le domande critiche che investono quello che qui ho definito l‟osservatore puro sono anticipate e sviluppate nella configurazione di un uomo cosiddetto macchina, un semplice elemento dell‟universo al pari di 33 raggiungere un doppio livello, quello acquisito dall‟osservatore di secondo grado; quest‟ultima qualificazione dell‟uomo si configura, nel sistema diritto, con il ruolo del terzo-giudice e nel sistema economia, nei mercati, come l‟osservatore dei rischi di investimento. La contrapposizione soggetto\oggetto è permeata di un significato definito, poiché nell‟ambito dei sistemi economia e diritto, i rispettivi schemi di „economico‟ e „giuridico‟ si basano, secondo il pensiero classico, sulla visibilità dei soggetti e sulla loro contrapposizione con l‟oggetto di scambio e di contesa; nel caso dell‟economia sulla visibilità dell‟acquirente e dell‟offerente, come dell‟investitore; nel caso del diritto, sulla visibilità dell‟attore e del convenuto, dell‟imputato e della persona offesa, e in seguito del terzo imparziale e disinteressato - secondo il lessico di Kojève - che interviene per dirimere la controversia o per annullare l‟azione controgiuridica di uno dei due soggetti. Nella cosiddetta società post-moderna, ipercomplessa, differenziata dall‟emersione dei sistemi, il mercato, come piazza visibile, è sostituito dal mercato virtuale, finanziario. Nel sistema diritto, di conseguenza, il terzo giudice è escluso-incluso attraverso il dinamismo operazionale della programmazione attivatrice della binarietà codicistica, si trova quindi a dover decidere seguendo una linea programmatica che non è quella dell‟argomentazione giuridica. altri cfr. OFFROY DE LA METTRIE J., L‟homme-machine, Paris, 1999; cfr. anche MORILHAT C., La Mettrie. Un matérialisme radical, Paris, 1997; T.PARSONS, Il sistema sociale, Milano, 1965; G.SPENCER BROWN, The Laws of Form, London, 1994; H. MATURANA F.VARELA, L‟albero della conoscenza, trad. di G.Melone, Milano, 1992; Autopoiesi e cognizione, Venezia, 1992.; E.MAYR, Storia del pensiero biologico, Torino, 1999; E.BONCINELLI, Il cervello, la mente e l‟anima, Milano, 1991, passim; J.-P. CHANGEAUX-P.RICOEUR, La natura e la regola. Alle radici del pensiero, Milano, 1999, passim; per una completezza del pensiero di Changeaux si veda anche J.-P.CHANGEAUX, Ragione e piacere. Dalla scienza all‟arte, Milano, 1995. Cfr. inoltre A.SERRA, Le origini biologiche dell‟uomo, „La Civiltà Cattolica‟vol.IV, 3559 (1998). Cfr. anche, in una prospettiva che si discosta da simili posizioni, K.JASPERS, Psicopatologia generale, Roma, 1964, 1965. 34 Il punto di convergenza tra le teorie sistemiche e quelle cibernetiche è costituito proprio dalla dimensione osservativa, negatrice della classica contrapposizione oggettivo\soggettiva, che Luhmann assume come punto di partenza per discutere di osservazione, non solo di osservazione passiva, ma soprattutto di osservazione attiva: “chiameremo „persone‟ quei sistemi psichici che vengono osservati da altri sistemi psichici o da sistemi sociali”48; attraverso questa definizione Luhmann configura una situazione pervasa da un dinamismo statico che solo il continuo entrare e uscire dei programmi condizionali dai sistemi rende inutilmente dinamico; statico non è inteso nel senso di passivo; infatti, l‟attivazione dell‟osservazione produce la differenza e di conseguenza l‟emersione del sistema49, d‟altronde se si presentasse solo un osservatore passivo non emergerebbero altri sistemi per differenziazione funzionale, non emergerebbero né economia, né diritto. 4.3 Scopo e volontà del sistema. La definizione di sistema non nasce con Luhmann, né si può immaginare nelle opere di Luhmann una sorta di propensione al sistema ideale o a quello reale nella delineazione dei sistemi economia e diritto; proprio questi concetti acquistano un significato diverso che non performativizza però un significato deformato, mette in evidenza piuttosto una valenza post-moderna, con le contraddizioni che questo modo di procedere presenta in relazione alla filosofia classica, seppur con una procedura di negazione50. E‟ indubbio che Luhmann riconosca l‟esistenza di alcuni a priori da ascrivere direttamente alla filosofia di Hegel, 48 N.LUHMANN, Sistemi sociali, Bologna, 1991, p. 211; cfr. anche Osservazioni sul moderno, p.63. Cfr. J.-P.SARTRE, La trascendenza dell‟Ego, Milano, 1992, p.44 e ss.; N. LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.175 e ss. 49 N. LUHMANN, Osservazioni sul moderno, p. 68. 50 Sul concetto di moderno vd. N. LUHMANN, idem, p.9 e ss. 35 Schelling o Fichte, ma abbandona la pretesa della reductio ad unum, affermando proprio il contrario, (i prodromi sono da vedere in Sartre con la sua serialità circolare) e cioè che la funzionalità organica può avere una sua concretizzazione in forme diversificate come quelle economiche e di mercato e quelle giuridiche. I modelli di diversificazione sono molteplici, e la restrizione di questo studio a soli due modelli ne è una prova, si pensi appunto ai sistemi del diritto e dell‟economia che possono concretizzarsi, attualizzarsi in forme molteplici, come i diversi mercati, le banche, i tribunali (non das Gericht scrive Luhmann ma die Gerichte). Così, in relazione al diritto e all‟economia, è inutile affermare che la conservazione del sistema economico o giuridico o la riduzione della loro complessità costituiscono una sorta di reductio ad unum, per esempio all‟idea di economia o a quella di giustizia che, una volta compiuta, assolverebbe il sistema da altri compiti; il fattore Dio nella religione è stato ritenuto una semplice forma di contingenza, così come lo è il denaro nell‟economia e il fattore giustizia nel diritto; non è la riduzione tradizionale che conduce Luhmann a discutere di sistema regionalizzato nelle forme economiche o giuridiche, anzi si tratta dell‟esatto contrario. Il sistema è custode delle forme della molteplicità economica nella forma dei mercati e della molteplicità giuridica, nella forma dei tribunali e dei gradi di giudizio ed è una condizione, questa della molteplicità, senza la quale questi due sistemi non avrebbero una ragione per esistere, per emergere e per evolversi su basi vitalistiche, secondo il modello dei sistemi biologici. La molteplicità dell‟economia, come è stato detto, consiste nelle diverse dinamiche mercantili, quella del diritto coincide con la pluralità dei tribunali, che costituiscono l‟area decisionale; la spinta economica di soddisfare alcune aspettative piuttosto che altre è basata sul binomio pagare/non pagare e sull‟equilibrio di scarsità e sufficienza, ma queste spinte sono polimorfe in quanto provengono da un luogo di continue contrattazioni come i mercati e soprattutto dal 36 mercato monetario, che essendo mercato di se stesso, imprime sui beni una doppia semantica: è esso stesso bene e mezzo di scambio. Ogni sistema, è noto, ha una sua funzione che lo differenzia dagli altri; ogni sistema può, in un arco temporale imprecisato, ma sempre definito e mai infinito, scomparire in quanto vive sotto la costante minaccia dell‟ambiente che può re-inglobarlo; se ci fosse una convergenza verso l‟unità, ogni elemento del sistema coordinerebbe le sue operazioni per evitare la re-immersione di qualsiasi sistema nell‟ambiente, ma così non è: ogni sistema adotta una procedura da Zeitpunkt, ossia il sistema economia adotta, tramite il mercato, operazioni contingenti, valide nell‟hic et nunc; così come il sistema diritto emette decisioni che non si avvalgono pienamente della terzietà giuridica temporale, primo grado, appello e cassazione, ma di una decisione che permette di conservarsi momentaneamente in attesa di altre operazioni. La riduzione della complessità è una semplificazione della realtà complessa, non è un motivo teleologico per giungere ad un obiettivo; la minaccia che sovrasta un sistema, come una spada di Damocle, non è la scomparsa nell‟ambiente, ma la con-fusione con gli altri sistemi, l‟assimilazione agli altri sistemi, la rassegnazione all‟anonimato funzionalista degli altri sistemi. Così, il sistema economia coordinerà, attraverso le attività del mercato, le sue operazioni in modo tale da farle corrispondere alla funzione dell‟economia, rappresentata dal costante equilibrio tra abbondanza e penuria e fondata autopoieticamente sul pagamento; il sistema diritto emetterà, nell‟ambito dell‟area decisionale, sentenze che siano in armonia con la funzione immunologica del diritto nei confronti degli altri sistemi sociali. Immaginare una scomparsa dell‟economia è inverosimile; significherebbe la scomparsa dell‟uomo, non solo come sistema, ma come entità dotata di capacità di interazione che si concretizza inevitabilmente nei beni disponibili sempre nel medio della penuria. E‟ più argomentabile una fusione del diritto con il sistema economia, tramite forme molteplici e 37 differenziate, adottate da un sistema che solo formalmente si costituisce come sistema diritto, mentre fattualmente può consistere in una serie di pretese provenienti dai mercati e quindi dall‟economia. L‟attenzione di Luhmann, relativamente alla vita dei sistemi diritto ed economia, si sposta dalla coerenza interna dei sistemi, all‟analisi dell‟ambiente; i sistemi sono collocati ed emergono da un ambiente, per cui, per quella che Sartre definisce „serialità d‟impotenza‟, si può affermare che l‟ambiente influenza i sistemi, compresa la loro formazione51; il problema dell‟esistenza di un sistema è determinato non dall‟impotenza che coglierebbe i sistemi una volta dissolti nell‟ambiente, ma più semplicisticamente dalla „paura‟ del vuoto, del nulla che coglie il sistema rifluente nell‟ambiente e che però è impossibile reperire nella dimensione sistemica, a causa della continua evoluzione e trasformazione di ogni elemento della catena sistemico-funzionale. In realtà in Luhmann la questione del vuoto non si pone, perché non può esistere una dimensione di nullità: ogni operazione è coordinata, ogni sistema è connesso, ma può accadere che nel momento precedente l‟osservazione in direzione della differenziazione, ci sia un momento di assenza di un movimento direzionato in modo marcato; la differenza con le tematiche sviluppate da Sartre sta proprio nella negazione di questa serialità d‟impotenza da parte di Luhmann: essere seriali, per Luhmann, non significa essere impotenti, se la serialità è eterarchica, mentre per Sartre il gruppo rappresenta la forza, la potenza che la serie, impotente, non è in grado di conseguire. Nell‟arco delle molteplici operazioni organizzate dal sistema non compare la domanda perché il sistema non voglia scomparire. Il sistema si muove su base vitale e la sua negazione comporta semplicemente una riconversione, che 51 N. LUHMANN, Illuminismo sociologico, p.236. Per il concetto di economia in Sartre cfr. anche Quaderni per una morale, Roma, 1991, p. 77 e ss. 38 costituisce anche il senso della sua autoconservazione e fondamentalmente della sua ratio. Il sistema, in quanto sistema, non si proietta in uno scopo che implichi una volontà intrinseca, secondo la procedura scopo-volontà-azione; la volontà del sistema è in direzione di una autoconservazione che non si pone nella prospettiva delle progettualità propria ed esclusiva di soggetti progettanti: il sistema non vuole, perché non può volere, non è nella sua essenza sistemica l‟estrinsecazione e l‟attualizzazione di una volontà52. Il sistema procede, in un‟armonia sistemico-funzionale con gli altri sistemi, all‟attuazione di operazioni puntistiche che siano positive e non fallimentari, ossia che diano esito positivo per la continuazione e la riuscita delle successive operazioni intrasistemiche. E‟ utile però porre in risalto che il sistema economia, così come il sistema diritto, „vogliono‟ continuare a vivere, „vogliono‟ continuare ad operazionalizzare sulla base di un programma, non di un progetto esistenziale, altrimenti si avrebbe un‟antropomorfizzazione dei sistemi economia e diritto; è anche chiaro che quest‟uomo -il sistema- non vuole estinguersi, ma mira alla sopravvivenza, attraverso la sopravvivenza dei sistemi che concorrono alla sua continuazione, quindi mediante la continuazione operativa soprattutto dei sistemi economia e diritto. Il senso e la direzione dell‟autoconservazione di un sistema è determinato senza dubbio dalla sua funzione. La funzione specifica del sistema diritto, è una funzione immunitaria, come la definisce Luhmann: il sistema diritto funziona esattamente sulla base paradigmatica della condotta del sistema immunitario per il corpo umano, che fisiologicamente tutela gli organi da cui promana; così il 52 Cfr. R. von JEHRING, Lo scopo della legge, Torino, 1972, p.309: “L‟esattezza del contenuto della volontà è racchiusa nel suo scopo. È con riferimento a questo „rapporto‟ con lo scopo, contenuto in ogni volontà, cioè con il fine del volere, che il linguaggio comune definisce un‟azione come „esatta‟ o „non esatta‟”. Il sistema non è orientato allo scopo classicamente inteso, anela programmaticamente a far confluire le proprie energie operazionali abuliche verso l‟autoconservazione autopoietica. 39 sistema diritto è custode del codice diritto/non diritto, che serve alla vita degli altri sistemi, istituendo alcune aspettative cognitive come aspettative normative. Immaginiamo la scomparsa del sistema diritto nell‟ambiente, la sua con-fusione con altri sistemi, la dispersione integrale in altri sistemi, in altri codici, il suo amalgamarsi con le funzioni di altri sistemi e immaginiamo anche che, per effetto di una successiva differenziazione, questo sistema possa riemergere, sempre sulla base di una procedura evolutiva: chi si rende garante che riemerga con la stessa funzione precedente? Potrebbe, per esempio, emergere per funzione distruttiva di alcuni sistemi sociali a vantaggio di altri; potrebbe articolare dei rinvii eteroreferenziali in direzione di alcuni sistemi piuttosto che di altri. A queste domande si potrebbe dare forse una risposta à la Sartre: il sistema, per quella condanna alla ripetitività che invade l‟uomo e che si concretizza nella serialià circolare, è destinato a ri-emergere anche se non con la stessa funzione perlomeno con le stesse programmazioni decisionali sistemico-funzionali. Questa ipotesi può diventare un motivo di discussione per una nuova forma di terzietà, come terzietà seriale, destinata ad essere tale nell‟immanenza della contingenza che si specifica nel mercato, come „anima‟ dell‟economia. 5. Analisi del concetto di sistema. 5.1 Interconnessioni etero-ambientali del sistema. Il nucleo costitutivo e fondamentale della teoria sistemico-funzionale è quindi che sia l‟individuo che la società sono osservati da Luhmann come sistemi, così come il diritto e l‟economia, cioè entità dotate di senso, di differenziazione di senso, regioni di senso confinate rispetto ad altre distinte regioni di senso. Sia il sistema diritto che il sistema economia si basano sull‟autoreferenza; autoriferimento indica, secondo 40 Luhmann, “l‟unità che un elemento, un processo, un sistema rappresenta per se stesso”; il per se stesso designa qui l‟indipendenza dalla “impostazione data dall‟osservazione altrui”53. I sistemi economia e diritto sono allo stesso tempo, similmente agli altri sistemi, auto ed eteroreferenziali, costituiscono una chiusura ed un‟apertura ricorsive e in questo sono indipendenti l‟uno dall‟altro, sono indipendenti per quello che attiene alle procedure. Autoriferimento non significa necessariamente tautologia, né isolamento autistico; è indubbiamente una chiusura circolare e ricorsiva, ma questa dimensione di chiusura non è una forma di garanzia del successo delle operazioni nel mercato per quel che attiene all‟economia, di sicurezza o di autoconservazione della funzione immunologica dei sistemi sociali, per quel che attiene al diritto. La chiusura è condicio di apertura: senza la chiusura non ci sarebbe apertura; infatti, nella discussione di una cosiddetta funzione teleologica del sistema economia e del sistema diritto, non è la chiusura ciò che il sistema si propone, anzi le operazioni autoreferenziali non adottano l‟attività totalizzatrice di Sartre, non hanno intenzione di assimilare la globalità sistemico-funzionale: con le loro operazioni, i sistemi dell‟economia e del diritto non fanno altro che compiere un‟apertura in direzione della totalità dei sistemi; il sistema economia, in particolare, non intende inglobare, sia pure astrattamente, la catena degli altri sistemi sociali. Tale autoriferimento è possibile solo in una condizione in cui si attualizza la differenziazione o differenza; tale differenza viene prodotta e conservata e utilizza, inoltre, i propri limiti per costituirsi come differenza; proprio la conservazione del confine, del limite suggella la conservazione del sistema; nel caso dell‟economia i limiti interni sono imposti dalla differenziazione dei mercati54. Ne deriva, allora, che questa differenziazione implica una direzione del sistema, ma anche 53 54 N.LUHMANN, Stato di diritto e sistema sociale, Napoli, 1978, p.7. Id., Sistemi sociali, p.60. 41 una comprensibilità di quali siano i limiti del sistema e quali quelli dell‟ambiente, anche se nel caso del sistema economia i limiti sono duplici, sia interni, i mercati, sia esterni, quelli dati dal funzionamento vitale di altri sistemi, poiché l‟economia agisce in un doppio ambiente, interno ed esterno. Che il sistema si sviluppi tramite differenziazione attualizza una serie di rinvii universali e trattare il senso diviene un‟operazione di differenziazione, ossia denota il ritorno della differenza; il senso rappresenta propriamente una differenza, vale a dire la differenza tra “l‟attualità e l‟orizzonte della possibilità”. Allora, la questione dell‟apparato sistemico-funzionale, e specificamente dell‟economia e del diritto, ruota intorno al problema della necessità della differenziazione, in altre parole, in che cosa consiste la necessità della differenziazione e quali sono gli elementi che ne causano la produzione? Per la discussione relativa a tale questione, Luhmann assume una posizione critica rispetto a una determinata filosofia classica. Le locuzioni differenza di senso e senso della differenza indicano due procedure diverse nella loro sostanzialità; mentre nel primo caso si tratta, come in Luhmann, di una differenza che emerge solo ed unicamente per osservazione e che attiva immediatamente i due poli dell‟osservazione attiva e passiva, solo in direzione della differenziazione funzionale; il senso della differenza discute, invece, un criterio differenziatore che non si evolva semplicisticamente dalla differenza, ma dal senso in quanto domanda sulla qualità esistenziale della comunicazione e della possibilità, in direzione della differenziazione fenomenologica. Questa distinzione necessita di un‟argomentazione bipartita; l‟attenzione è rispettivamente nella prospettiva di un miglior funzionamento dei mercati, per il sistema economia, mentre per il sistema diritto riguarda l‟attività legislativa e giurisdizionale. La seconda interpretazione del senso, la domanda sul senso della differenza, è argomentabile nella prospettiva 42 dell‟esistenza intesa come coesistenza55 che attinge senso dalla specificità fenomenologica dell‟uomo, non riducibile ad altri fenomeni vitali, come i vegetali e gli animali. In Luhmann, il carattere predominante e prioritario è costituito dal senso come differenza di senso -specificità funzionale del diritto-, attività di selezione funzionale che interdice l‟accesso al senso della differenza, alla specificità fenomenologica del diritto; vi è un momento in cui ogni elemento non può essere più messo in condizione di comunicare con altri elementi; in questo modo si forma una specie di crocevia per cui si configura una differenza di senso che seleziona la complessità scaturita da questa organizzazione, adottando un procedimento di adattamento che sopravvive solo per dirigersi verso la dissoluzione; il fenomeno della complessità induce a una precisazione della definizione di „insieme complesso‟ che Luhmann delinea, descrivendolo come “un insieme di elementi fra loro connessi se, a causa di limitazioni intrinseche della capacità di collegamento tra gli elementi, risulta impossibile collegare ogni elemento in qualsiasi momento con ognuno degli altri”56. Il concetto di „limitazione intrinseca‟, per il paradosso che caratterizza il procedere speculativo funzionale luhmanniano, rinvia al fenomeno della complessità, fattore interno degli elementi. Nell‟insieme dei sistemi costruiti da Luhmann, la complessità è un elemento giustificatorio per il rinvio alla necessità di selezione, che necessita di una dimensione temporale contingente (la contingenza) e di una situazione di rischio57. La circostanza dell‟incidenza della selezione nella 55 Il paradigma coesistenziale non è quello di Sartre, ma ad esempio quello di Jaspers così come lo stesso lo delinea e lo descrive nei tre volumi di Filosofia. 56 N. LUHMANN, Sistemi sociali, p.95. 57 “Contingente ciò che non è né necessario, né impossibile, ciò che, di conseguenza, può essere come effettivamente è, era, sarà, ma è possibile anche diversamente”, id., Sistemi sociali, p.208; id., N.LUHMANN, Osservazioni sul moderno, p.59: Luhmann ricava deduttivamente il concetto 43 complessità o nella ipercomplessità rende comprensibili le molteplici forme del reale, ma questo non significa minimamente che le possa rendere dominabili. Infatti, Luhmann lascia sempre un ampio spettro di eventualità, un cosiddetto surplus di rimandi difficile da incanalare. Ad esempio, nel sistema economia ogni operazione ha indubbiamente un proprio itinerario determinato: le operazioni bancarie possono incidere sui mercati e, di converso, le contrattazioni di Borsa influenzano l‟andamento dell‟economia nei singoli Paesi ecc. Resta quindi impossibile marcare con una certa esattezza quale sia il fine ultimo di un‟operazione, indubbiamente per fine ultimo si intende l‟autoconservazione che non è uniformabile al concetto di dominio. 5.2 Comparazione con la definizione classica di sistema. In questa prospettiva appena delineata la questione centrale ruota intorno ad un probabile tentativo di comparazione tra l‟opera di N. Luhmann e il concetto o le definizioni classiche di sistema. Il quesito non richiede necessariamente una risposta completamente negativa o completamente positiva; ma criticamente si può affermare che in Luhmann permangono „tracce‟ di sistema classico, senza per questo conservare o riproporre l‟architettura di un sistema classico come ad esempio quello „idealista‟. Quando si argomenta di sistema e metodi sistemici, si indica, con questa locuzione, la costruzione, l‟architettura appunto di un‟unitarietà mediante la composizione di elementi molteplici: gli elementi non sono da intravedere semplicisticamente come somma che costituisce il tutto, al contrario ogni elemento ha una sua propria, particolare funzione che acquista importanza e validità nel momento in cui è coordinata all‟incidenza della funzione degli altri. Nel caso del sistema economia, un‟operazione nel mercato monetario di contingenza dalla definizione di osservazione di primo e di secondo ordine; cfr. anche Sociologia del rischio, passim. 44 non avrebbe senso se non esistesse il coordinamento con gli altri mercati. Si tralascia di discutere che ciò che può comporre un sistema possono essere sia oggetti sensibili, e naturalmente il rapporto in tal caso si dirà reale, che relazioni puramente ideali, nel qual caso il rapporto si dirà proprio del sistema ideale. E‟ chiaro però anche che sia la qualificazione nell‟ordine dell‟ideale che quella nell‟ordine del reale devono essere necessariamente relative ad elementi congiunti in un sistema. Questo assunto è determinato dalla considerazione che vuole a priori una cosiddetta „progettualità‟ sistemica, per cui poi dalla progettualità ideale nasce o deriva deduttivamente quel rapporto reale alla base del sistema. Un esempio di tale costruzione è quella del sistema matematico legato da un vincolo di coerenza interna che lo costituisce come sistema ideale. Ma anche questo particolare tipo di sistema, il sistema matematico, trova nell‟esperimento una forma oggettiva e quindi una forma reale che lo fa passare da sistema puramente ideale a sistema reale. Superando queste qualificazioni di ideale e reale, si può esplicitare che in Luhmann ogni elemento „nuovo‟ è destinato ad essere trattato dal sistema, senza che vi sia la presenza di una progettualità che non sia quella programmatica e funzionale, estranea quindi al bene, al vero, al giusto ecc.; in Schelling, per fare solo un cenno esemplificativo di comparazione, che pur argomenta, discute, e propone una filosofia basata sul sistema, quello dell‟idealismo trascendentale, ogni elemento arricchisce il sistema di un‟ulteriore chiarificazione per l‟approdo all‟autocoscienza58, che costituisce il nucleo di formazione, misura e coordinazione tra una molteplicità di elementi. 58 F.G. SCHELLING, Sistema dell‟idealismo trascendentale, Bari, 1990, p.27: “l‟autocoscienza è il punto luminoso in tutto il sistema del sapere”; N.LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.171 e ss, p. 240 e ss. 45 6. L‟„anima‟ dell‟economia: aspettative normative economiche e mercato. Le considerazioni presentate fino a qui consentono di compiere un‟esplorazione all‟interno del sistema economia. L‟economia, infatti, seguendo il percorso di Luhmann, sembrerebbe avere una sorta di „anima biologica‟ che costituisce la „novità‟ differenziante rispetto ad altri sistemi: l‟anima dell‟economia è rappresentata dal mercato e il mercato non è più quel luogo dell‟economia elementare -si pensi ai fisiocrati- in cui si baratta, si scambia, si combinano affari di varia natura59, si pensi anche all‟applicazione lessicale mercatoria a fenomeni di criminalità più o meno diffusa (mercato dei bambini, mercato della prostituzione, mercato nero, mercato degli organi ecc.). Attualmente, nella società complessa, il mercato è un‟appendice diretta, funzionale e significativa della cosiddetta catena dei sistemi sociali; impropriamente lo si potrebbe definire un particolare sistema sociale, che si differenzia per una sua funzione, ma che rimane ambiente interno sistemico dell‟economia. Una delle varianti rilevanti all‟interno del sistema economia è la metamorfosi temporale dovuta al credito e al capitale; ne derivano un futuro contingente e un presente come punto temporale in cui decidere il futuro, punto in cui può essere „deciso‟ o meno il passato più idoneo a una tipologia di futuro60. E‟ chiaro che in questa prospettiva temporale mutano gli elementi, per esempio, del quadro giuridico, in cui la temporalità è misurata in relazione alle aspettative cognitive e alle aspettative normative; nell‟ambito economico, invece, proprio a causa della radicale astrattezza del diritto, vi è una conversione da situazioni normative a situazioni cognitive, 59 Si pensi a quel piccolo classico della letteratura jugoslava in cui la vita dei personaggi ruota intorno al mercato che ha “un innato e acuto senso delle cose essenziali” cfr. I.ANDRIC‟, La storia dell‟elefante del visir, in Racconti di Bosnia, Roma, 1995. 60 Cfr. N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 151 e ss. 46 relativa alle aspettative economiche61; questo significa che la pretesa normativa viene sostituita da un processo di adattamento, l‟esempio classico -come si è già discusso- è quello del prezzo: se il prezzo sale si paga di più e tutto si esaurisce in quell‟atto del pagamento, o più semplicemente si sceglie di non pagare e quindi di non comprare a quel prezzo determinato62; ma niente di più, non vi è l‟esperire proprio di una pretesa giuridica, qualificata come giuridica perché è un‟azione per la tutela giurisdizionale dei propri diritti da parte del venditore o da parte del compratore; in questo caso la funzione del diritto è quella di una “copertura astratta”63, per quel che riguarda le aspettative cognitive selezionate ed istituite come normative. Nell‟ambito della diversa valenza delle aspettative economiche rispetto alle aspettative normative, si potrebbe realizzare l‟ipotesi che i sistemi sociali, in seguito a vari adattamenti, acquisiscano preventivamente, come percettori, la posizione da assumere per una determinata situazione e la assumano prima che la fattispecie si realizzi concretamente secondo l‟incidenza del sistema diritto. Bisogna anche precisare che non sempre i sistemi sociali funzionano tutti come sistemi adattivi; nel caso del sistema diritto, ad esempio, reperiscono una funzione risolutiva e anticipatoria di conflitti. La dinamica è relativa alle interconnessioni tra sistema diritto e sistema economia; se il prezzo di alcuni beni primari (pane, acqua ecc.) aumenta, il consumatore si trova davanti 61 N.LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.77 e ss.; Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.278 e ss. Aspettativa è un termine che acquista una valenza economica nel sistema economia; “la pressione dell‟aspettativa -scrive Luhmann- può essere rafforzata dalla qualificazione normativa dell‟aspettativa; però già la semplice attesa , se diventa nota, conduce a che colui al quale è indirizzata, per ottiene la possibilità per questa ragione di corrispondere oppure deviare dall‟aspettativa, e deve quindi decidersi”. Cfr. anche N. LUHMANN, Illuminismo sociologico, p.246. 62 A.KOJEVE, idem, p. 473: “il prezzo (...) è determinato dalla produzione e dal mercato”. 63 N.LUHMANN, Illuminismo sociologico, p. 247. 47 all‟alternativa pagare/non pagare, che rappresenta in effetti il codice del denaro, ma anche la base equilibrante del sistema economia; se il consumatore, oltre a rifiutarsi di pagare, oppone anche una contestazione diffusa dai toni piuttosto decisi, la soluzione potrebbe essere rappresentata -dopo vari tentativi privati, non giuridici, eseguiti con la forzadall‟istituzione di una norma ad hoc. Viene anche da considerare la capacità chiarificatrice di un fenomeno diffuso come quello delle assicurazioni, che scaturisce dalla configurazione preventiva di un eventuale incidente; la gamma incidentale ha in effetti configurato il suo quadro di riferimento nelle assicurazioni; ormai, anche nel lessico comune, non si parla di incidente se non per chiedersi quale sia la copertura assicurativa per quella determinata tipologia; la procedura standard è basata sullo schema assicurazione-incidenterisarcimento. Da una casualità che apre la strada ad una problematica economica, come la perdita, si passa a una responsabilità e a un‟imputazione prevedibile da parte di una struttura come quella assicurativa. Si pensi anche all‟ambito medico-ospedaliero: un‟operazione chirurgica non riuscita menoma permanentemente il paziente, che esperisce un‟azione di risarcimento il cui equivalente monetario è coperto in caso di assicurazione del medico chirurgo imputato, qualora sia siano verificate determinate condizioni. Il diritto, garante dell‟immunità dei sistemi sociali, anticipatore oltre che risolutore dei conflitti, prevede quindi la formulazione di fattispecie astratte, di conflitti disciplinati giuridicamente; per la visione sistemico-funzionale del diritto, in questa sua anticipazione non è presente però alcun elemento creativo, ovvero proprio della soggettività progettante, ma solo elementi adattivi e conservativi, nel senso che il diritto si adatta, sia pure non costantemente, al pari della società che deve tutelare, alle sollecitazioni del sistema economico e della sua „anima‟, il mercato. Un adattamento può essere considerata la creazione della figura dell‟arbitrato64, derivante proprio da 64 C. PUNZI, L‟arbitrato, Milano, 1973, passim. 48 una situazione di litigiosità che non viene affidata ad un terzo in quanto tale, ma ad un arbitro, terzo convenzionale, che decide sulla base di un calcolo ecomico standardizzato sulle aspettative di mercato. Il mercato, pur distinguendosi come ambiente sistemico interno dell‟economia emerge, come qualunque sistema, per differenziazione; anche qui la differenziazione indica e significa “ripetizione della differenziazione di sistema e ambiente entro i sistemi”65; quindi anche il mercato è un sistema, infatti la locuzione „ambiente interno sistemico‟ indica che all‟interno del sistema si verifica una differenziazione, emergente nel momento in cui l‟osservatore distingue che, nel quadro del sistema economia, non si producono solo operazioni economiche, ma è presente una serie di operazioni relativa a forme di produzione diversificata, costituita da articoli di generi diversi, dall‟alimento base fino all‟informazione. Si può affermare, quindi, che l‟economia presenta due lati; da una parte è osservata come sistema globale e dall‟altra come ambiente dei suoi sistemi parziali e che il sistema economia, in quanto sistema globale, si lascia osservare allo stesso tempo dall‟esterno e dall‟interno. Dal punto di vista del sistema parziale, l‟economia si presenta come ambiente particolare dal quale si differenzia il sistema parziale; dall‟osservazione del sistema parziale deriva che l‟economia è un‟unità che “invade la differenza del sistema partecipante e l‟ambiente specificamente economico; è l‟unità che consiste nel sistema partecipante e nel suo ambiente economico-sistemico interno”66 . Da queste premesse scaturisce l‟idea stessa di mercato che è “l‟ambiente economico interno dei sistemi partecipanti del sistema economico, che per ciascuno è un altro e nello stesso tempo però è per tutti lo stesso”67, nel mercato agisce dunque una polimorfia di mercati. Dal continuo evolversi delle 65 N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 93. Id., idem, p. 94. 67 Id., idem, p.95. 66 49 singole operazioni, si può affermare che il sistema economia è un sistema che osserva se stesso, nel modo più assoluto, e il mercato è l‟ambiente interno del sistema economia che, nel momento in cui si differenzia, diventa un sistema appartenente alla stessa economia. Il mercato presenta quindi le stesse caratteristiche degli altri sistemi, ma l‟osservazione del mercato è resa possibile in modo specifico, a differenza degli altri sistemi, soltanto dal medium prezzo, nel senso che il prezzo „istituisce‟ il mercato, lo rende un‟istituzione agli occhi degli altri sistemi68. Il dinamismo interno al sistema economico si propone come un meccanismo circolarmente autoreferenziale, in quanto si differenzia per permettere che si possano effettuare quelle riduzioni che lo portano a potersi osservare, così da istituzionalizzare se stesso attraverso l‟osservazione. Il nucleo non risulta essere l‟autoosservazione dell‟economia, quanto la sua trasformazione mediante la consueta differenziazione dall‟ambiente per causa di sistemi partecipanti-parziali che possono, a loro volta, osservare l‟ambiente che loro appartiene. E‟ possibile affermare, arrivati a questo punto della discussione, una antropomorfizzazione sistemico-funzionale del sistema economia; la situazione descritta ed elaborata da Luhmann appartiene in effetti allo schematismo antropomorfico: il sistema economia possiede addirittura un‟egoità rappresentata dal sistema bancario, non solo, ma sviluppa anche un ambiente sistemico interno differenziato attraverso l‟istituzione dei mercati, che costituisce un „anima‟ che straripa dalla corporeità generale alla quale appartiene. Queste considerazioni, valide fra l‟altro per ogni tipo di economia sia essa capitalista o socialista, visibili però solo nell‟economia complessa, riconducono dalla differenziazione interna dell‟ambiente alle osservazioni proprie della penuria; il paradosso della penuria viene dis-paradossizzato proprio tramite una differenziazione che rappresenta una 68 Id., idem, p.13 e ss. Luhmann pone in risalto come il denaro debba essere considerato “autoreferenza istituita”, p.16. 50 differenziazione ulteriore rispetto a quella che istituisce il sistema mediante la sua emersione69. La differenziazione acquista in Luhmann la caratteristiche dell‟istituire70, ciò che viene inteso come istituzione in Luhmann è però rappresentato e fatto emergere in realtà dall‟osservazione di una differenziazione; l‟istituire diventa un‟operazione sistemica e non l‟opera scelta dalla soggettività coesistenziale. L‟istituzione, intessuta di una logica combinatoria funzionale, non fondazionale, si compie su base evolutiva sistemico-funzionale con implicazioni di carattere vitalistico; si tratta di un istituire che non prende distanza dall‟accadere contingente, ma che, al contrario, costituisce l‟accadere, il fatto contingente privo della sua funzione teleologica, senza fine71, privo di qualunque orientamento come esige lo svolgimento di un‟antropologia costruita sul primato della differenziazione funzionale, rispetto alla specificità fenomenologica. 7. Il paradosso della penuria e la dis-paradossizzazione come paradigma sistemico. 7.1 La penuria sartriana e la Knappheit sistemica. In un quadro filosofico d‟insieme, la lettura di Luhmann può essere compiuta considerando anche le intense riflessioni di J.-P. Sartre sulla penuria, intesa come un conflitto permanente che caratterizza l‟avventura umana. Nella Critica della ragione dialettica, Sartre definisce la penuria “prima unità che sorge nella materia per opera degli uomini e che si ritorce sugli uomini tramite la materia”72. Lo schema di lavoro 69 J.-P.SARTRE, Critica della ragione dialettica, I, p.248. Cfr. la visione integrale dell‟istituire, con riferimento al lessico del diritto romano, in P.LEGENDRE, Les enfants du texte. Etude sur la fontion parentale des Etats, Paris, 1992, p. 65 e ss. 71 N.LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.146-147. 72 J.-P. SARTRE, Critica della ragione dialettica, I, p.249. 70 51 per Sartre è il monismo della materialità basato sul nesso interiorità-esteriorità; la penuria viene rappresentata come unità che, dalla materia, influenza la praxis dell‟uomo fino a configurarlo come una minaccia per gli altri uomini. Con la locuzione „monismo della materialità‟ Sartre intende una sorta di riduzione dell‟„avventura umana‟ alla materia; in effetti, questa materialità influenza ogni azione dell‟uomo inteso come praxis, tale da poter esperire su ogni oggetto l‟esteriorizzazione della materialità interiorizzata, la dinamica interioritàesteriorità. Nel quadro generale delle sue riflessioni, Sartre, come in seguito Luhmann, pone al centro della Critica la contingenza, in quanto materialità pratico-inerte; nella specificazione di alcune connessioni teoriche, le riflessioni di Sartre sono ancorate ad un concetto di uomo e di lavoro dai quali scaturisce la riflessione sulla penuria. Se vi fosse -scrive Sartre- la possibilità di immaginare un mondo privo di penuria, si sarebbe costretti a vedere in esso la scomparsa del carattere di uomo, così come lo si è concepito lungo la Storia. La penuria rappresenta in realtà la relazione fondamentale dell‟uomo e “rende la Storia possibile”, ma non ancora reale, in quanto si costituisce come equilibrio storico, sempre in trasformazione, dell‟uomo stesso. La penuria è analizzata nella Critica come relazione fondamentale, perché basa la propria dimensione filosofica sulla coesistenza, secondo il modulo paradigmatico della disumanità; il conflitto determinato dalla penuria è radicato nell‟insufficienza di beni per tutti e questa scarsità di beni è collocata sia nel quadro degli eventi naturali che nella dimensione prodotta dall‟uomo73. Sartre costruisce l‟attività totalizzante dell‟uomo in una dimensione di dislocazione 73 Si tratta evidentemente della versione „laica‟ della finitezza, sulla questione della finitezza intesa come partecipazione all‟essere e non come essere pienamente cfr. S.TOMMASO, Summae contra Gentiles, L.II. Cfr. anche J. DE FINANCE, Essai sur l‟agir humain, Roma, 1962; Etre et agir dans la philosophie de S.Thomas, Roma, 1965. 52 spazio-temporale rinviante, che mette in discussione gli a priori kantiani; questa direzione viene ripresa da Luhmann in direzione di una crisi dell‟uomo post-moderno: i trascendentali kantiani, spazio e tempo, sono completamente messi in discussione, per l‟uomo post-moderno, diventato uomo della penuria, l‟uniformità dello spazio e del tempo è determinata appunto dalla penuria. La condizione di penuria non ingloba totalmente la condizione di povertà, anche se nella situazione despazializzata e detemporalizzata il povero si trova ai margini a Taiwan come a Roma, a Parigi o a Londra; la questione della privazione spazio-temporale non va connessa alla persona, bensì alla funzione: un povero a Parigi è l‟equivalente di un povero a Taipei, cioè la sua capacità economica è la stessa, non può pagare e quindi chi non può pagare -afferma Luhmannviene dimenticato dal sistema, la funzione del sistema economia lo esclude e lo espelle, dimenticandolo. La penuria è costitutiva di due poli: l‟io e l‟altro, dove entrambi vivono e fungono da reciproca minaccia. Il fenomeno della penuria (rarété) presenta caratteristiche che non sono vincolate a oggetti o individui. Un esempio è costituito dalla sovraproduzione, che indica eccesso di beni; la penuria colpisce l‟uomo in quanto fruitore: troppi beni, pochi individui economicamente rilevanti, quindi ne deriva che eccedenza di beni può significare difettività di persone che possono accedere a tali beni, e viceversa74; la penuria li definisce, li qualifica e li caratterizza anche dal punto di vista giuridico. L‟Altro rappresenta comunque un rischio, una minaccia costante, che Luhmann archivia sotto forma di sistema psichico, o di un insieme di sistemi sociali. Nella reciprocità prodotta dalla penuria, anche l‟Io rappresenta specularmente il rischio costante di cancellazione e di annientamento fisico dell‟Altro. Questo rapporto minaccioso forma la penuria, in quanto 74 Sartre descrive la situazione di una nazione in cui si programma una “riduzione numerica” attraverso il controllo delle nascite. 53 impone all‟uomo di interiorizzare un rapporto che lo trasforma in “uomo della penuria”75. L‟idea di fondo dello studio sartriano non è la medesima di quella che appartiene e guida lo schematismo funzionalista di Luhmann, anche se in Sartre si rilevano elementi prodromici rispetto alla teoria sistemico-funzionale. L‟uomo della Critica è un uomo del 1957, ma questo ha un‟importanza relativa se si pensa che lo schema adottato poi da Luhmann è, per alcuni versi, lo stesso di quello adottato da Sartre. L‟uomo di Sartre è indubbiamente un individuo totalizzante e tale azione totalizzatrice o totalità prassistica assume forme ponderali nel bisogno: il bisogno rappresenta la relazione totalizzante primaria, univoca e interiore; il bisogno trasferito nella materia costituisce “la prima negazione di negazione e la prima totalizzazione”76; nega l‟essere mancante e totalizza l‟intervento della prassi. In Sartre, la spiegazione del bisogno come doppia negazione è data dal suo costituirsi come una mancanza all‟interno dell‟organismo che l‟uomo tenta di combattere; esso, al pari del paradosso della penuria, è una contraddizione in quanto rende dipendente l‟organico dalla penuria, “l‟uomo mosso dal bisogno è una totalità organica che si rende di continuo suo proprio utensile nell‟ambito dell‟esteriorità”77. Per fare questo, l‟uomo ha bisogno di lavorare, quindi il lavoro si origina innanzitutto come “totalizzazione e contraddizione superata”, cioè l‟uomo cerca di unificare il campo praticoinerte attraverso la totalizzazione. Sartre afferma però anche un‟“unità di differenziazione” e per aversi questa unità di differenziazione è necessaria una subordinazione delle parti alla globalità, al tutto e un coordinamento tra le parti stesse. Nella Critica, Sartre pone gerarchicamente l‟uomo come elemento totalizzante che diviene poi fautore dell‟unità di differenziazione, ossia della 75 J.-P. SARTRE, Critica della ragione dialettica, I, p.257. Id., idem, I, p.206. 77 Id., idem, I, p. 208. 76 54 differenziazione dei singoli elementi parziali nella prospettiva totalizzante; Luhmann, invece, accentuando la desoggettivizzazione attraverso le sue analisi, nega l‟azione totalizzante del sistema, in quanto presuppone l‟eterarchia sistemico-funzionale. 7.2 La disparadossizzazione della penuria. La penuria (Knappheit), in quanto scarsità, è in generale una limitazione e per essere tale non deve necessariamente appartenere ad un campo determinato costituito dai sistemi; la penuria è quindi, e non può essere altrimenti, una restrizione. A differenza però di qualunque condizione di limitatezza e di limite inteso diversamente a seconda degli autori considerati78, la limitatezza o il limite sono intesi da Luhmann come sistema decisionale che riguarda, all‟interno s‟intende della struttura sistemico-funzionale della società, la distribuzione, l‟allocazione o l‟accesso stesso a determinati beni. Questo sistema decisionale alimenta e formalizza, dal punto di vista programmatico-organizzativo, l‟intero cosmo della penuria, creando il già citato paradosso della penuria; questo paradosso consiste semplicemente nel circolo vizioso che però non diviene mai tautologico e che la penuria alimenta attraverso la possibilità al suo accesso; questo significa che invece di aumentare i beni, una volta che si sia proceduto all‟accesso di quelli scarsi, se ne produce nuovamente la scarsità e parallelamente si riducono le possibilità di accesso dei beni a causa della fruizione che provoca l‟accesso e che riduce i beni. Si tratta di un paradosso, ma è proprio questo paradosso che permette ad un limite come la penuria di tracciare una distinzione tra tutto ciò che si classifica come naturale e tutto 78 Si pensi a Jaspers e al suo concetto di limite o di situazione-limite, cfr. Filosofia, II, p. 678-679: “Limite significa che c‟è qualcos‟altro che però sfugge alla coscienza del nostro esserci. (...) Il limite svolge così la sua autentica funzione, e cioè quella di essere nell‟immanenza, un rinvio alla trascendenza”. 55 ciò che si classifica come culturale. Non si tratta della distinzione classica di prodotti naturali e prodotti culturali79, ma di una differenza prodotta dall‟attività osservativa, da utilizzare nell‟ambito sistemico-funzionale, che realizza l‟emersione dei sistemi mediante l‟ormai noto paradosso della penuria, sviluppandola attraverso la limitazione della loro autoreferenza; nella trattazione dell‟economia, Luhmann introduce proprio il concetto di biforcazione, o meglio, di codificazione80. Poiché proprio attraverso l‟impiego di tale concetto è impossibile che la paradossia si costituisca come unità. Per inciso, si vuole ricordare quale importanza assuma nella teoria generale dei sistemi il concetto di unità: i sistemi, afferma Luhmann, “sono costituiti sulla base di un contesto unitario (autoreferenziale) di comunicazione”81, ora se questo contesto unitario viene meno il sistema rimane bloccato, a causa del paradosso che si potrebbe costituire come unità; la binarietà codicistica impedisce questo blocco e lo sostituisce con una differenza o, meglio, con un processo di differenziazione che permette le interconnessioni. La scena del paradosso della penuria può essere rappresentata dalle oscillazioni di una bilancia; su un piatto sono posti i beni scarsi, sull‟altro le possibilità di accesso; la scena che si presenta è la seguente: diminuendo la penuria, aumenta il peso sul piatto dell‟accesso, così diventano numerosi coloro che possono accedere ai beni scarsi; è chiaro però che, se la penuria diminuisce per alcuni, i fruitori, 79 G. CARCATERRA, Lezioni di filosofia del diritto, Roma, 1995, p.218 e ss. 80 Se il denaro è la codificazione delle operazioni economiche, la codificazione viene assunta come penuria duplicata, in quanto penuria di beni e penuria di denaro. N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 46. 81 “La comunicazione è un processo totalmente autonomo, chiuso in termini autoreferenziali, di trattamento di selezioni che non perdono mai il loro carattere di selezioni; un processo di continuo mutamento formale di materiali partitori di senso, un processo di conversione di libertà in libertà, accompagnata dal mutare dei condizionamenti”. N.LUHMANN, Sistemi sociali, p. 264. 56 aumenta per tutti gli altri, quindi per i rimanenti, che non hanno ancora avuto accesso a quella quantità limitata di beni, ulteriormente limitata dall‟accesso di alcuni, così che il piatto della penuria penderà sempre meno, ad indicare che sempre meno è la quantità dei beni ai quali accedere. Il viso della penuria presenta un‟ambiguità che si duplica per ogni situazione considerata; la penuria non si estingue mai, lì dove sembra scomparire da una parte, riemerge da un‟altra. Per esempio, si sopperisce alla penuria di informazioni attraverso le reti informatiche, Internet ne è un esempio, contemporaneamente, però, si presenta un problema di regolamentazione e controllo giuridici nell‟utilizzo delle vie telematiche. Decresciuta la penuria di informazioni, accessibili ormai a tutti, cresce però sia la penuria legislativa, la penuria nella regolamentazione dei reati commessi nelle reti di informazioni, sia la penuria degli accessi a simili sistemi o a simili ambienti. Lo stesso accade, per esempio, in relazione al fattore lavoro: cresce l‟occupazione, quindi si fa fronte alla penuria lavorativa, decrescono però i posti di lavoro offerti per l‟occupazione; la penuria si presenta sempre in questo modo, con un‟ambiguità di fondo che permette il superamento della complessità iniziale, ma ripristina, attraverso questo superamento, una successiva situazione di complessità. Ne deriva quindi che lì dove un fenomeno penurioso viene a mancare, attua semplicemente un‟osmosi sul suo corrispondente; nel caso di Internet, ad esempio, il problema è attualmente nella penuria di norme, di leggi giuridiche che disciplinino gli effetti di una rete così complessa. La penuria diviene motivo di istituzioni normative, che costituiscono però un istituire differenziale82, nel senso che solo l‟istituzione attraverso la differenziazione osservativa è un‟„istituzione‟, ancora una volta Luhmann si avvale di un linguaggio che reputa appartenente ormai agli schemi della vetero-Europa, declassato dalla nuova condizione dell‟uomo delineata dalle trasformazioni del post-moderno. E‟ utile precisare ancora una 82 Cfr. anche N.IRTI, L‟età della decodificazione, Milano, 19893 . 57 volta, che l‟osservazione è determinata da una combinazione di elementi contingenti, diretti al successo per la vita del sistema, che rende a sua volta possibile l‟osservazione in una direzione, su un versante, piuttosto che sull‟altro; quindi l‟istituire è costituito da elementi seriali, Gehaeuse, nel lessico di Jaspers, privi di un senso che sia quello della relazione riconoscitiva nella comunicazione; l‟istituzione giuridica non è la cifra jaspersiana rappresentata dal trascendimento del Selbst in direzione della terzietà giuridica, legislativa e di polizia. La soluzione del paradosso penurioso, per evitare che il sistema si blocchi a causa dell‟unità del paradosso, è possibile in realtà attraverso l‟introduzione di un‟articolazione codicistica e per quanto riguarda la penuria è lo stesso della proprietà, che si basa sul binomio avere/non avere83. L‟accesso a quantità ritenute scarse cristallizza alcune situazioni legate all‟avere e al non-avere, nel senso che propone una ripetizione della situazione di chi ha, destinato inevitabilmente a possedere sempre qualcosa, e di chi non ha, destinato di conseguenza a non possedere questo qualcosa. Queste due posizioni opposte costituiscono la codificazione della proprietà, basata sulla produzione di non-proprietà da parte della proprietà; la codificazione binaria si trasferisce dalla proprietà alla penuria che, diventando così formula di contingenza, rende decidibile, perché definibile, la indefinibilità. In sintesi, la proprietà si adatta al sistema monetario sotto forma di denaro vincolato; il passaggio dalla proprietà reale al denaro si ha, secondo Luhmann, nel corso del 17. secolo come effetto, appunto, della penuria. Accanto a una penuria di beni, vi è anche, non bisogna dimenticarlo, una produzione di penuria di denaro. Il contesto unitario di comunicazione è fissato, attraverso questa disparadossizzazione della penuria, nell‟ambito di un medium che è appunto la proprietà, misurata dal denaro. 83 A. KOJEVE, idem, p.477; è noto che il concetto di proprietà in A. Kojève sorge da un‟interazione, alla base della quale vi è la lotta per il riconoscimento. 58 Il fondamento economico è costituito proprio dalla proprietà: la base dell‟economia è la proprietà; Luhmann afferma che “il codice della proprietà indica (...) che in relazione a tutti i beni capaci di proprietà ciascuno è proprietario o non proprietario e che sono escluse terze possibilità”84. Questa affermazione è possibile solo in considerazione dello schematismo funzionale, perché Luhmann subito dopo afferma anche che la circostanza che qualcuno sia incluso è determinata soltanto dalla differenza e non di certo dal polo positivo del codice. In effetti se qualcuno esiste come proprietario, è perché qualcun altro esiste come nonproprietario ed è questa differenza che formula la codificazione binaria. L‟accettazione da parte del non-proprietario della sua condizione, che potrebbe sembrare inutile è paradossale, ha una sua logica se si pensa che il non-proprietario, accettando la propria condizione, permette a se stesso l‟accesso alla società, quindi l‟esclusione dalla proprietà provoca e garantisce, in senso pieno, l‟inclusione nella società. La differenza sostanziale tra denaro e proprietà è che l‟unica circostanza in cui il denaro può essere utilizzato è il pagamento, a differenza della proprietà. Questa sorta di procedura trova una sua giustificazione perché solo in questo modo è possibile il trasferimento della proprietà e quindi le rispettive trasformazioni di proprietà in non-proprietà e di conseguenza lo scambio, vera e propria ratio della proprietà. 7.3 La doppia penuria. Le questioni relative alle motivazioni della codificazione binaria sono molteplici. La prima domanda richiede una giustificazione basale della codificazione. Perché la codificazione? E, se è possibile esprimersi in questi termini, c‟è e qual è il fine ultimo al quale vuole arrivare la codificazione della penuria? Luhmann si avvia dalla penuria per analizzare 84 N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.189. 59 l‟economia, o meglio, fa della penuria il nodo centrale, il fulcro del sistema economico. Innanzitutto bisogna chiarire che vi è un‟osmosi tra penuria e proprietà; la proprietà cede, trasferisce la propria binarietà codicistica alla penuria in modo da trasformarla, come si è accennato, da fenomeno in formula di contingenza; la binarietà codicistica costituisce una sorta di salto di qualità della penuria, diviene “ambito limitato di altre possibilità”85. La formula di contingenza rende, come si è detto, delimitata l‟indefinibilità; questa operazione è fondamentale per dare una base alla teoria sistemico-funzionale, e soprattutto per darle il senso dello Zeitpunkt; la penuria è resa limitata, quindi da una parte necessaria per il sistema e dall‟altra contingente, esattamente -si dice- come Dio per la religione, la libertà per la morale, il bene pubblico per la politica. L‟operazione che Luhmann fa è quella di svecchiare il concetto di proprietà dai presupposti della filosofia classica e del diritto, per indirizzarlo verso la teoria dei sistemi, e questa operazione è possibile solo se in primo luogo si adatta la proprietà al sistema dell‟economia e non viceversa, diventando denaro vincolato nell‟economia di mercato; si afferma una nuova economia quindi, senza spazio e senza tempo, invisibile nell‟immediatezza, perché nella nuova economia, -il „finanziario‟-, il ricco e il povero non hanno una loro visibilità. Si pensi al fenomeno dei day-trader, investitori on line che giocano in Borsa attraverso la finanza telematica; si tratta di un sistema virtuale che è stato ipervirtualizzato dal momento in cui anche i brokers finanziari si sono trasferiti on line; mancano strumenti giuridici per tutelare l‟investitore sprovveduto, non solo, ma il problema sussiste proprio lì dove la virtualizzazione non permette l‟apparire, la materialità, la fenomenologizzazione di comportamenti economici. La questione della penuria subisce delle sostanziali modifiche, l‟asse equilibratore si sviluppa e ha un suo apice nel post-moderno, acquistando un posto nell‟ambito del denaro, 85 Id., idem, p.191. 60 del „finanziario‟ e non più nella dimensione della proprietà reale. La ragione per cui si sposta questo asse è determinata dal fatto che „tutto è vendibile‟; la locuzione tutto è vendibile ha un significato e un‟importanza particolari per il predominio del denaro86; è come se la proprietà si fosse consegnata mani e piedi al denaro, che ormai misura la qualità della vita, la salute, la personalità, la posizione sociale, i sentimenti, ecc. Storicamente il primo pensatore ad essersi accorto della valenza, della priorità e dell‟importanza del denaro è stato John Locke che, secondo Luhmann, ha individuato il nesso tra denaro e penuria. Nel post-moderno, la priorità che si dava al lavoro per la produzione di proprietà87, è stata declassata dal denaro, subordinato anch‟esso alla penuria, scrive Luhmann: “accanto alla penuria dei beni viene collocata una penuria del denaro”; in questo punto si costituisce una codificazione della penuria stessa, ne deriva che, essendo una delle differenze fondamentali tra la proprietà e il denaro costituita dal pagamento, è chiaro anche che poiché il denaro è mantenuto scarso, il pagamento diviene allora una decisione, che è una selezione; si tratta di una decisione priva dell‟identità dell‟enunciatore, quindi priva dell‟identità del soggetto enunciante. La penuria di denaro solidifica una biforcazione codicistica: una duplicazione della penuria come penuria di beni e penuria del denaro. Luhmann afferma, in effetti, che tutti i beni hanno una duplice esistenza, dapprima come beni e poi come denaro; il denaro totale è allora “la penuria duplicata artificialmente”. La questione e il nucleo fondamentale che privilegiano la posizione attribuita al denaro sono rappresentati dalla particolare funzione della penuria come latrice di una garanzia che è quella del valore monetario; l‟obbiettivo, anzi la funzione di tutto il sistema economico è allora riuscire a 86 Cfr. L‟argent et le droit, „Archives de philosophie du droit‟, 42, 1998. F.M. DE SANCTIS, Problemi e figure della filosofia giuridica e politica, Roma, 1998, p.123. A.KOJEVE, idem, p.467. 87 61 mantenere la penuria nello stato di equilibrio capace di poter garantire il valore del denaro. Vi è una doppia codificazione dell‟economia che Luhmann nomina “codificazione secondaria mediante il medium denaro”88; mediante questa codificazione secondaria emergono diverse possibilità per non rendere paradossale la penuria. Innanzitutto si modifica sì l‟economia, ma insieme all‟economia viene trasformato anche il concetto stesso di bene, per cui, in conclusione, il bene non è più legato al concetto di quantità o di povertà, ma piuttosto all‟astrazione monetaria che cristallizza, ancora una volta ed in un modo inequivoco, il circolo o meglio il legame indissolubile che collega il bene e quindi il bisogno al pagamento. Questo significa che chiunque può comprare o soddisfare qualunque bisogno a patto che possa pagare! Ci sono naturalmente dei rimedi al circolo paradossale della penuria e tali rimedi, modificandosi storicamente, acquistano la forma per esempio del credito pubblico che moltiplica la quantità di denaro. Poiché il denaro non può essere moltiplicato all‟infinito, Luhmann introduce una nuova differenza prodotta dalla Summenkostanz che conserva la complessità, si tratta della costanza addizionale, l‟invarianza di somme, l‟invarianza numerica; l‟unica via d‟uscita dal paradosso della penuria è ancora una volta una differenziazione, indubbiamente interna all‟economia, costituita dalla differenziazione tra domanda e offerta nell‟ambito del mercato; se questa differenza diviene stabile, allora si può affermare anche che il paradosso dell‟unità può riemergere sotto forma di „equilibrio‟ tra domanda e offerta. Questa differenza è “una differenziazione strutturante che interrompe l‟autoreferenza del sistema e che dunque può essere offerta nel sistema come un ordine naturale inevitabile in ogni caso dei rapporti”89, la differenza in questione si realizza peraltro anche in altri sistemi; il fenomeno del paradosso è una costante della teoria sistemico-funzionale, 88 89 N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.202. Id., idem, p. 203. 62 per il diritto si concretizza, per esempio, nella differenziazione tra diritto positivo e applicazione del diritto positivo per cui ne deriva che ogni decisione ha come base una legge, ma quest‟ultima non può decidere fattispecie concrete particolari; vale anche per genesi e validità del sapere nel sistema conoscenza; e ancora in economia nella differenziazione tra decisione allocativa e decisione quantitativa, per cui una determinata quantità può essere distribuita e assegnata, ma queste operazioni non modificano di certo la quantità subordinata a tali operazioni. 7.4 La nozione di contingenza nel sistema economia. La discussione, tutt‟altro che chiusa, sulla contingenza, pone alcune domande: innanzitutto, come è noto, essa scaturisce da una particolare e inusuale definizione di osservazione, ma bisogna anche rilevare che essendo composta da una doppia negazione “né impossibile né necessario” si evolve, nell‟ambito dell‟economia, in modo tale da non essere più costituita dai poli contingente e necessario; Luhmann argomenta intorno a tre distinzioni: una riguarda la decisione quantitativa, un‟altra quella allocativa e l‟ultima è in relazione a una concettualizzazione teoretica della distribuzione. Per quest‟ultimo caso vi è “la premessa che solo una data quantità può essere divisa e associata a scopi, mentre di converso questa ripartizione non modifica la quantità. Così la quantità di denaro deve essere innanzitutto fissata neutralmente per le spese. Essa può modificarsi perché ciascuno decide dove vuole spendere una somma di denaro. In queste condizioni la penuria monetaria serve quindi come formula di contingenza dell‟economia, senza che l‟unità della quantità sia legata all‟unità di un proprietario, di un soggetto giuridicamente capace”90 Per Luhmann, tutte e tre le distinzioni sono da considerare contingenti, in quanto “pongono entrambi i lati della decisione contingentemente”, quindi si afferma “l‟ordine 90 Id., idem, p. 206. 63 del valore (...) nel postulato di una relazione non contingente tra le contingenze” che esercita la sua funzione nella distinzione. Allora, se ne può dedurre che la differenziazione strutturante pone una “relazione tra le contingenze”, che però non è essa stessa contingente; questo significa che le distinzioni possono avere effetti di ordine circolare, ma allo stesso tempo “adempiono alla loro funzione solo limitatamente”; si tratta di una vera e propria finzione e “solo l‟osservatore vede più effetti di quelli che il sistema stesso mette in conto”91. La differenziazione strutturante diviene indubbiamente uno dei capisaldi nel sistema economia; Luhmann stesso invece di soffermarsi sui vari esempi di differenziazione strutturante si ferma solo a quello relativo alla determinazione di quantità e decisioni di ripartizione. La ragione che procede dalla differenziazione strutturante è in prospettiva di una definizione e di un incremento dell‟ipercomplessità, cioè Luhmann afferma che “l‟interdipendenza dei diversi utilizzi della proprietà aumenta talmente che la regolazione sociale delle relazioni tra diversi proprietari diviene inevitabile e richiede perciò nuovi criteri”92; è chiaro che questi nuovi criteri proposti da Luhmann non sono altro che quelli per la selezione della complessità. A questo reagisce, poiché abbiamo parlato di regolazione sociale, il sistema giuridico tramite l‟opera legislativa e quella giudiziaria, per cui si verifica che sono queste due tipologie giuridiche a fornire adattandovisi i criteri per regolamentare le conseguenze e gli effetti di una simile evoluzione della proprietà. Il sistema diritto può adottare nuovi criteri e nuove misure solo nel momento in cui il sistema economia „osserva‟, produce e si responsabilizza di fronte a questo nuovo cambiamento di caratteristiche intrinseche ed estrinseche della proprietà. Luhmann arriva allora alla conclusione che le differenze strutturanti non sono più costituite dalla base tipica 91 92 Ibidem. Id., idem, p.208. 64 necessario-contingente, ma si basano su due poli, entrambi contingenti, costituiti proprio da questa „nuova‟ forma di differenza-differenziazione che “subentra -scrive Luhmann- al posto della sua origine problematica”93; d‟altronde questo è possibile anche all‟occhio dell‟osservatore profano che coglie, come si è accennato, il paradosso nella legittimazione alla legge che deriva appunto dalle leggi e quindi dal sistema diritto; la determinazione delle quantità monetarie consegue dallo stesso sistema monetario e di riflesso dal sistema economico e così anche per la teoria della conoscenza che fa derivare dalla produzione della stessa conoscenza i criteri di Geltungsbegruendung. Quindi, accanto ai codici e alle biforcazioni emergono anche le differenze strutturanti che permettono un processo di disparadossizzazione. Le riflessioni e l‟analisi di Luhmann contenute nel capitolo sulla penuria di Die Wirtschaft der Gesellschaft, fino al paragrafo VI escluso, considerano in modo evolutivo la disparadossizzazione, mentre lungo le restanti pagine viene evidenziato l‟elemento „lavoro‟ che si costituisce mediante la funzione diretta all‟eliminazione del paradosso della penuria. Muovendo dall‟interpretazione della penuria, Luhmann dimostra l‟interconnessione di lavoro e proprietà, nel senso che anche se si sostituissero tutti i codici proprietà/non proprietà con i codici lavoro/non lavoro, questo non eliminerebbe le connessioni dirette con la proprietà e quindi con il denaro. Anche il lavoro, sebbene con il nesso costitutivo della proprietà basato sulla stratificazione, assume il ruolo, secondo Luhmann, di una dis-paradossizzazione. L‟analisi che ne deriva è che, se dis-paradossizzare è possibile mediante la codificazione, la codificazione, nel quadro di un‟armonia globale dei sistemi, deve essere necessariamente binaria, ossia lì dove un polo è costituito, nello schema di Luhmann, da un valore positivo corrisponde nell‟altro polo un valore negativo (avere/non avere, pagare/non pagare, diritto/non diritto, vero/falso ecc.); la dinamica della 93 Id., idem, p.209. 65 binarietà codicistica è tale da non permettere né un terzo polo né un terzo elemento, poiché è solo mediante la semplificazione e la riduzione a due, né a più né a meno di due, che è possibile procedere con la semplificazione della complessità. La scelta della diade, invece della triade, viene motivata con l‟assunzione del concetto stesso di riduzione della complessità e della semplificazione di essa attraverso il ridimensionamento della stessa problematicità che scaturisce dalla complessità. Non si tratta di un problema solo schematico, ma diventa una questione terminologica, linguistica: in sintesi, la scelta della binarietà è una scelta semplificatoria che non esclude, da un punto di vista argomentativo, tutti gli altri elementi; anzi, li rimette in discussione come è il caso del lavoro, che risulta terzo esclusoincluso, nel sistema economia, il giudice nel sistema diritto, poiché è in una relazione di immediatezza con la penuria, che lo renderebbe pericoloso per la riattivazione del paradosso della stessa penuria; d‟altra parte rimane “una categoria diffusa” della quale si deve avere considerazione o, meglio, della quale non si può fare a meno di argomentare. Lo schema proposto da Luhmann formula sempre la binarietà codicistica: la penuria ha un proprio codice trasferitole dalla proprietà, come si è detto, avere/non avere. E‟ proprio qui però che si inserisce l‟argomentazione del concetto di lavoro: il codice eccita il lavoro che diviene tale solo nella prospettiva del conseguimento della proprietà: quindi, per quel circolo che si ripropone sempre in Luhmann, il lavoro trova il suo a priori nella proprietà, la sua ragione d‟essere nella contingenza, produce un profitto che può, e nella teoria sistemico-funzionale non può che essere così, essere depositato in qualità di denaro, diventando dunque una variabile dipendente dal mercato; tralasciando questo punto, il lavoro può divenire, da terzo escluso, terzo incluso solo se lo si rende scarso: con il crescere della prosperità, decresce la penuria e quindi il lavoro che agisce per superarla. Decrescendo la 66 penuria, diminuiscono di conseguenza anche le possibilità lavorative, quindi comincia a moltiplicarsi la penuria lavorativa: la disoccupazione che rende rilevante la distinzione con/senza posto di lavoro, attribuendo così un nuovo significato alla differenza tra lavoro e tempo libero. 7.5 I prezzi: percettori dell‟orientamento sociale. Questi elementi, nell‟interpretazione della Critica di Sartre, conducono ad un‟analisi del mercato come struttura di un ambiente e non di un sistema, cioè il mercato è parte della struttura dell‟ambiente e non di un sistema, anche se si configura, con la differenziazione, sulla base paradigmatica di un sistema parziale o partecipante del sistema globale. Da questo dato si deve partire -insiste Luhmann- per riformulare anche il concetto di concorrenza, ossia uno dei principi cardine del mercato. La concorrenza manca, nell‟ordine sistemicofunzionale, dell‟interazione sociale, anche se sente l‟orientamento sociale attraverso il prezzo che costituisce una riformulazione del paradosso generale della differenziazione; che un prezzo sia valido per una determinata serie di beni rende alta la probabilità che vi sia l‟accesso a quei beni, la diversità consiste nella circostanza di dover valutare quanti pagheranno quel determinato prezzo, quanti acquisteranno quei determinati beni, quali produttori produrranno a quel determinato prezzo. Tutto ciò giustifica l‟enunciato the Same is Different. Nel quadro di insieme del sistema economia si è potuto costatare che i versanti rilevanti sono quello interno e quello esterno; in base a questi due versanti è possibile argomentare una dinamica di prezzi, bisogni e denaro, rappresentabile secondo due linee essenziali: a) sul versante interno, vale a dire quello dei bisogni: la dialettica intercorrente tra prezzi e bisogni esige una differenziazione degli uni e degli altri sulla base di una divisione diseguale dei bisogni; questa ineguaglianza comporta in apparenza un‟uguaglianza dei prezzi dei beni. In realtà ciò 67 che appare non è l‟uguaglianza dei prezzi dei beni, ma l‟uniformità che il prezzo trasmette alla qualità del bene: il prezzo, in questo caso, si conforma linguisticamente al bene acquistato o da acquistare, è in pratica l‟espressione di un linguaggio puramente numerico, teso alla differenza calcolabile ma non è caratterizzato da nessuna differenza intrinseca. Si pensi alla potenzialità uniformante del prezzo come linguaggio: con 100 si può acquistare un biglietto per il cinema, mezzo chilo di caffé, un biglietto del treno ecc. Se acquisto un bene spendendo cento, non avrò pagato né più né meno di cento. Si pensi d‟altro canto alla potenzialità comunicativa del linguaggio non numerico, del linguaggio come inter-detto94, ovvero intervallo nel continuismo di un dire solo numerico, come è quello dei prezzi nel mercato; b) sul versante del medium universale di comunicazione, che si potrebbe affermare come versante esterno, si verifica una ripartizione diseguale del denaro, sempre nell‟ambito del sistema; la conseguenza logica è che un determinato bene, a un prezzo, sarà accessibile per alcuni, inaccessibile per altri, una via di mezzo per altri ancora. L‟argomentazione e la suddivisione in esame portano a considerare che, in caso di aumento del prezzo di un bene, alcuni lo percepiranno di poco, altri, invece, in modo eccessivo; significa anche che determinati beni hanno qualità intrinseche diverse, alle quali è permesso accedere solo a chi può pagare quel prezzo, escludendo gli altri e costringendoli a scegliere qualità minori95. Inseriti in un contesto economico-sistemico i prezzi fanno parte di quelle aree definite programmi decisionali, direzionati alla decisione di pagare o di non pagare, quindi il prezzo è latore di una caratteristica intrinseca, che è quella del 94 K. JASPERS, Von der Wahrheit, München, 1958; M. HEIDEGGER, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, Pisa, 1997; P. LEGENDRE, La 901e conclusion. Etude sur le théatre de la Raison, Paris, 1998, p.233 e ss. 95 N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 14 e ss. 68 piano strategico, programmato al fine di far emergere le connessioni dei bisogni, di conseguenza, i beni che corrisponderanno a quei bisogni, e le possibilità monetarie di investimento di ogni singolo che si esprimerà attraverso la scelta di un bene ad un determinato prezzo96. Il denaro, attraverso il percettore prezzo, assolve, in questo caso, ad una duplice funzione; da un lato, tramite appunto il prezzo, sonda lo stato d‟animo dell‟investitore, del compratore ecc., dall‟altro lato ne direziona espressamente, in qualità di strumento di risparmio, le scelte decisionali. Questa continua dialettica evolutiva tra prezzi e denaro rappresenta un gioco costante di rinvii, che escludono la considerazione e la valutazione di una dimensione temporale classica: i prezzi rinviano necessariamente al denaro, sia perché sono denaro sia perché costringono a spendere denaro; il denaro rinvia, a sua volta, ad una dimensione temporale che lo detemporalizza e lo despazializza: il denaro non ha tempo, non possiede una memoria, che sia riciclato, frutto di una vita di lavoro, che provenga dalla raffinazione delle droghe o dalle piantagioni biologicamente controllate, resta comunque la smemoratezza del denaro. La possibilità di „ricordo‟ del denaro è offerta dalle dimensioni dell‟investimento e del credito, di conseguenza dal sistema bancario centrale e periferico; in questa direzione l‟eventualità è che si incrementi la concorrenza, connessa al rischio dell‟investimento intrinseco alla concorrenza stessa. La concorrenza sembrerebbe essere l‟unico elemento del sistema economia connesso al rischio; in realtà l‟economia non è un sistema che rischia, si può dire che, essendo permeato dalla comunicazione tramite denaro, che è per antonomasia privo di memoria, scarica gli eventuali rischi su altri elementi che le appartengono, li scarica quindi nel mercato, attraverso un sistema immunitario costituito da deflazione e inflazione, a livello delle imprese e quindi dell‟investimento; se l‟imprenditore non vuole rischiare a causa della concorrenza non ha alcuna alternativa, se non ridurre il 96 Id., idem, p. 68 e ss, p. 194 e ss. 69 volume degli affari o uscire dal mercato97: rinunciare così ad operare nel sistema economia. Da queste analisi si può affermare che il sistema economia è costituito anche dai rischi, ma questi non lasciano un imprinting a livello economicosistemico, perché vengono trasmessi ad altre strutture del sistema, emerse per sanare l‟eventualità del rischio all‟interno del sistema economia. Essendo la concorrenza una delle strutture dirette ad assorbire il rischio, diviene anche una sorta di limitazione comunicativa che, attingendo materiali dal mercato, contribuisce alla formazione di osservazioni di secondo grado; è chiaro che la concorrenza, per definizione, non può essere considerata un sistema: che sia struttura di un ambiente e non di un sistema è lapalissiano considerato che il mercato è ambiente interno sistemico dell‟economia e non istituzione sistemica, inoltre “si tratta di una struttura della dimensione sociale (...) e non di un genere particolare di sistema sociale”; ed ancora, la concorrenza, così come lo scambio e la cooperazione, non costituisce nessun tipo di conflitto poiché il singolo concorrente tenderà ad evitare le conflittualità, non certo a porle in atto98. Si tratta di una semplice specificazione, non interessata alla comunicazione tra concorrenti, infatti la concorrenza non si comunica al concorrente e il concorrente non comunica nulla al suo simile, ma nella concorrenza i concorrenti agiscono tutti solo per raggiungere un determinato obiettivo; né la concorrenza comunica al mercato o, per vie dirette ed indirette, all‟economia, che reagiscono solo agli eventi e non alle comunicazioni. Non essendo latrice di nessun tipo di conflitto, di comunicazione e di qualunque forma di interazione con l‟altro, compresa l‟esclusione, la concorrenza nega la relazione instaurata da alter ed ego nella dinamica della doppia contingenza. 97 98 Id., Sociologia del rischio, p. 200 e ss. Id., Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.101 e ss. 70 8. Il mercato monetario: dinamiche del sistema bancario. 8.1 Il sistema bancario. La globalità della prospettiva sistemico-economica induce a chiedersi quali forme di mercati emergano con il moltiplicarsi e l‟incedere della differenziazione; i mercati sono molteplici e polimorfi, la peculiarità mercatoria è affidata a un particolare mercato, rappresentato dal mercato monetario, Eigenmarkt del sistema economia. In questo tipo di mercato la merce di scambio è il denaro stesso: si cambia, si compra, si vende, si dà denaro, si investe denaro in denaro; questo conferisce al mercato monetario un più alto tasso di autoreferenzialità e particolarità rispetto agli altri mercati e lo costringe ad una costante autoosservazione, perché non ha referenze estranee o esterne come altri mercati quali ad esempio -come precisa Luhmann- il mercato delle bevande o quello dei viveri in cui si può stabilire chi ha fame o sete, quando e perché da cosa possa dipendere una determinata fame o una determinata sete, come estinguerla ecc. Il denaro possiede unicamente un referente interno: si vende denaro per denaro, si compra denaro per denaro, si produce, si scambia, si deposita, si trasferisce ecc. insomma non ha modelli paradigmatici all‟infuori di se stesso. Il mercato monetario introduce così una nuova forma di doppia contingenza, alter ed ego contrattano entrambi la stessa, medesima cosa. Per far fronte a questa doppia contingenza, questo tipo di mercato crea al suo interno una serie di banche 99, a struttura gerarchica che sono punti di appoggio per 99 Id., idem, p.145 “Il sistema bancario si basa sul paradosso dell‟autoreferenza, sull‟unità di capacità di pagamento e incapacità di pagamento, di abbondanza e penuria, ed ha la funzione nonostante le operazioni di rendere possibile disparadossizzare il paradosso”. Il sistema bancario costituisce l‟unità che invisibilizza il paradosso, si crea un doppio circolo, quello interno rappresenta “la trasmissione della capacità di pagamento in direzione del pagamento. Il circolo „esterno‟ rappresenta la trasmissione dell‟incapacità di pagare in direzione opposta”, p. 137. 71 l‟orientamento e le operazioni; le banche costituiscono il nucleo del sistema economia, sono al centro del sistema economia, così come i tribunali sono al centro del sistema diritto, non solo sono centrali ma addirittura il sistema bancario è strutturato gerarchicamente mediante una combinazione di accentramento e decentramento, l‟accentramento è direzionato al mezzo di comunicazione universale, il denaro, mentre il decentramento ha ad oggetto l‟apparato decisivo delle operazioni che hanno sempre ad oggetto il denaro. E‟ chiaro che se vi è una struttura gerarchica, questa deve fondarsi, per definizione, su una banca centrale e via via si costituiscono le altre banche: la banca centrale rappresenta l‟egoità del sistema, che accompagna ogni singolo pagamento. Il denaro, anche nella sua caratteristica di mezzo di comunicazione, non è uniformabile ad altri mezzi di comunicazione quali il potere, la verità, l‟amore ecc. Luhmann applica al denaro la possibilità di libertà, l‟esercizio della libertà trova il suo culmine propria nelle operazioni del mercato monetario, nel senso di “complessità permanente di determinate possibilità di scelta”100. Il meccanismo di questa libertà di scelta va inteso secondo una terminologia sistemicofunzionale, si tratta, infatti, del libero accesso ai bisogni: ogni cliente, venditore, compratore, fruitore può scegliere tra varie possibilità disponibili e la condizione è che queste chances o possibilità rimangano sempre dello stesso numero, cioè non si riducano, né si accrescano; la conseguenza consiste in una mancata riduzione coatta della complessità tipica solo del mercato monetario e proprio per realizzare questa condizione, secondo Luhmann, si introduce, come si è già accennato, la Summenkostanz, cioè l‟invarianza di somma. La temporalità si inserisce nella struttura del mercato monetario invisibilizzata dalla contingenza, il denaro, inoltre, ha la caratteristica di poter sopperire alla condizione temporale: il tempo, inteso come l‟oscuro e incerto futuro in altri sistemi, nell‟ambito del sistema economia diventa, tramite il 100 Id., Illuminismo sociologico, p. 249. 72 meccanismo monetario, copertura del rischio, strategia mirante a soddisfare determinati bisogni, considerata la smemoratezza del denaro. In sintesi, il denaro diviene “mezzo di comunicazione universale dell‟economia” che invade il sistema diritto nella qualificazione di pretese giuridiche, che corrispondono ad una determinata tipologia operante sempre come apparato immunitario, adesso al servizio di un‟efficace circolazione del denaro. Bisogna precisare anche che il denaro incrementa la proliferazione di determinati rischi, che in sua assenza non si verificherebbero101. Il rischio si può affrontare seguendo tre diverse strategie: a) copertura del denaro; questa è una soluzione governata sia dalle banche centrali che da quelle periferiche, mediante una serie di operazioni che riguardano la variazione dei tassi, le possibilità di investimento, i fattori di rischio, la fiducia bancaria ecc.; è chiaro che se il denaro viene coperto, in previsione di rischi, con altro denaro amministrato dal sistema bancario, egoità del sistema economia, quest‟ultimo non può non caratterizzarsi come fulcro determinante per la richiesta di denaro necessario per fronteggiare determinate situazioni; b) distribuzione del rischio nei mercati, nelle aziende e nelle famiglie; con un adattamento immunitario quindi del sistema diritto; l‟economia non è un sistema che rischia, ma scarica i rischi sugli altri sistemi che si vedono costretti ad investire per non uscire dal mercato, questo può accadere nella dimensione aziendale, ma anche in quella sociale (comprare una casa è considerato un investimento, così come investire in titoli di borsa ecc.), Luhmann archivia, tra l‟altro, tutti quei fattori dell‟economia domestica e li consolida in una dimensione mercatoria che cristallizza anche situazioni di dolore (es. perdita monetaria in investimenti); di solidarietà (es. donare roba usata per il Terzo o il Quarto mondo); di gioia (es. vincita all‟Enalotto); 101 Cfr. F. EWALD, L‟Etat providence, Paris, 1986, passim. 73 c) discarico del rischio sul sistema politico. Il discarico del rischio sul sistema politico indica una forte coalizione tra economia e politica che però non riconduce al tradizionale collegamento, infatti, questo terzo momento non riporta il discorso di Luhmann indietro, a quando si pensava, secondo le teorie sociologiche della vetero-Europa, a una con-fusione catacretica tra politica ed economia, prima della differenziazione sistemico-funzionale. La teoria dei sistemi si è spinta oltre l‟orizzonte di una fusione tra politica ed economia, trasformando ogni sistema, del sistema globale società, in un sistema adeguativo delle proprie pretese finanziarie. Anche nell‟ambito dell‟investimento nei mercati, sia in quello monetario che in altri, la spinta non è sulla falsariga delle affermazioni politiche, ma sulla base di quelle finanziarie: non è più il premier di un governo a modificare il flusso degli investimenti in Borsa, quanto piuttosto le operazioni e gli effetti di queste operazioni a spingere un governo a ufficializzare determinate proposte politiche. Il mercato monetario, semantica del denaro, induce all‟investimento che a sua volta costringe, per poter permanere nel mercato, a un rischio. Ne deriva che il rischio102 in economia è affrontato attraverso una serie di strategie miranti a confondere il concorrente; la stessa struttura della concorrenza è formata da una gabbia di affermazioni e condotte -scrive Luhmann- attraverso la costante che “una strategia mirante al profitto può essere giusta solo se quella dei concorrenti è falsa (...) Una strategia è rischiosa se è giusta, se la strategia dell‟altro è falsa, ed è falsa se la strategia dell‟altro è giusta”. In questo passo il riferimento di Luhmann è G. Guenther e al suo „Rejektionswert‟: l‟addizionale è in funzione di un terzo valore tra giusto e falso che è rischioso e che ritorna al punto d‟avvio e cioè alla concorrenza; la questione si basa sulla bipartizione del valore del rischio in rischio accettabile e rischio 102 “„Rischioso‟ – scrive Luhmann – è un terzo valore, che riflette la differenza di entrambi gli altri”, entrambi gli altri sono i valori giusto e falso. N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 120. 74 inaccettabile e Luhmann stesso afferma la soggettività della decisione che attiene ad una simile bipartizione, evidenziando che si può rischiare attraverso l‟investimento solo se si possiede una certa robustezza (Robustheit) economica di tipo finanziario103, una resistenza che il fattore rischio possiede intrinsecamente è costituita appunto dalla concorrenza e che è a sua volta una strutturazione dello stesso rischio. 8.2 Il mercato, criterio unificatore mediante la penuria. La costruzione di un sistema come quello dell‟economia implica uno sviluppo, su base evolutiva di ordine vitale e sistemico-funzionale, del mercato monetario che contiene gli elementi adatti all‟economia come sistema globale e li amplifica con un medium universale di comunicazione, il denaro, ma anche con la penuria come strumento limitativo di qualsiasi bene, compreso l‟uomo. L‟essere umano, che sia un sistema o un individuo o un soggetto, è limitato e costretto dalla penuria (Knappheit), che acquista, come è stato precisato, un rilievo così predominante in Die Wirtschaft der Gesellschaft da portare a chiedersi della sua responsabilità in relazione ad alcuni atteggiamenti giuridici. Abbandonata l‟idea di penuria come mancanza di un altro soggetto104, dando per scontate le tesi di Sartre, Luhmann avvia il suo discorso interamente teoretico sui risvolti economici di una situazione come la penuria. In un quadro di considerazioni di insieme della teoria dei sistemi secondo una prospettiva economica, vanno delineati 103 “La robustezza di un sistema viene riferita dunque alla resistenza della sua autopoiesi e non consiste così tanto nell‟abilità del suo impiego di chances di mercato oppure nella razionalità del calcolo dei rischi” N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellscahft,p.123 104 Cfr. K. JASPERS, Philosophie, II, Berlin, 1932; M.HEIDEGGER, Essere e tempo; J. LACAN, Le seminaire. L‟éthique de la psychanalyse. 1959-1960, Paris, 1986; M. BUBER, Il principio dialogico e altri saggi, Cinisello Balsamo, 1993; J. HABERMAS, L‟inclusione dell‟altro, Milano, 1998. 75 alcuni aspetti stabilizzanti dell‟equilibrio penuria-abbondanza. Innanzitutto, chi è il creatore, o meglio il sostenitore o portatore della penuria? Ma anche, quanto incide la penuria su un delicato processo come quello normativo? Vi è un‟origine ben determinata della penuria? Quali sono le interconnessioni tra la penuria, elemento strutturale del sistema economia, e gli altri sistemi? E ancora, la penuria è caratteristica di un solo sistema o è possibile scoprirla nelle pieghe strutturali degli altri sistemi e se è così, viene avviata dall‟attività rotatoria dei programmi condizionali? Per quel panorama che si è ricostruito fino a qui e che vuole, secondo la teoria generale di sistemi, che ogni sistema sia concatenato a tutti gli altri sulla base di un equilibrio funzionale, si afferma una tesi principale, determinata dalla costatazione che l‟azione economica è istituita in modo autopoietico-funzionale, in direzione di un‟azione sociale; questo significa che solo lì dove sono stati istituiti, tramite differenziazione funzionale, una serie di sistemi sociali è possibile, non certo gerarchicamente, affermare un sistema economico; entrambi, sia ogni sistema sociale che il sistema economia sono ricompresi nella catena di sistemi sociali, in un‟inesauribile „costellazione di reciprocità‟, secondo il lessico di Sartre, che trova spazio in quello strumentario adottato dalla differenziazione sistemico-funzionale. Nella descrizione di una tale azione programmatica coordinata da una serie di sistemi, Luhmann adotta indubbiamente una terminologia scandita da chiari e netti riferimenti neurologici e meccanici, tuttavia l‟accostamento alla biologia impedisce di considerare i sistemi secondo un‟ermeneutica classica che li porrebbe in un ambito oggettuale o oggettivo: la motivazione è da ascrivere alla riflessione che i sistemi non possono essere assegnati al campo spaziale degli oggetti; nel mondo sistemico solo la differenziazione può essere studiata e valutata come „oggetto‟ non oggettivabile dell‟osservazione, essa è in grado di produrre 76 le funzioni che rappresentano un sistema che si interconnette con altri sistemi, condizionandoli. Per via dell‟interconnessione dell‟osservazione per ogni sistema, ne deriva che il sistema economia è il sistema che in assoluto osserva se stesso attraverso l‟introduzione di alcuni limiti che rappresentano le condizioni riflessive e che la giustificazione della sua autoosservazione è determinata dal fatto che il sistema economia può trattare, scrive Luhmann, se stesso, può mettere quindi mano a se stesso, può operare in sé. Mediante questa differenziazione dal resto del sociale, dall‟Umwelt, l‟economia si evolve e si trasforma. La premessa per questa serie di riflessione deriva dalla circostanza che il sistema economia possiede un suo ambiente interno: il mercato, e tale affermazione è valida sia per le cosiddette economie capitaliste che per quelle socialiste. Il mercato, luogo delle trattative, dello scambio, delle transazioni non è considerato da Luhmann un sistema, bensì, come si è detto, un ambiente interno e questo ambiente interno può essere compreso pienamente soltanto se si comprende il cosiddetto paradosso della penuria; qualunque regime o forma di governo tende a far diminuire la penuria, cioè la scarsità di beni prodotti, proprio questa volontà di riduzione della penuria innesca il meccanismo della sua moltiplicazione. L‟equazione è: più cresce l‟accesso a beni scarsi, più aumenta la penuria. In effetti, l‟accesso a quantità scarse produce penuria, che, a sua volta, motiva l‟accesso a beni scarsi; essendo scarsi i beni si tenderà ad accedervi, ma questo rialimenta in maniera continua la penuria; questo accesso è autoreferenza; il paradosso corrisponde alla circostanza che l‟accesso alimenta proprio ciò che vuole eliminare cioè la penuria, in quanto desiderando garantire una quantità numerosa crea scarsità che a sua volta incita a procurarsi una quantità numerosa. L‟accesso diviene quindi un elemento, la chiave di volta in quanto riduce, moltiplica o produce la penuria; il blocco prodotto da questo paradosso può essere ovviato soltanto nel momento in cui si lascia il posto alla differenziazione; al mercato è affidata la 77 funzione di trasformare “il paradosso della penuria in un paradosso della differenza”105 “mediante la differenziazione e la differenziazione interiore nasce un ambiente interno”. Luhmann attribuisce al prezzo la formulazione di questa differenziazione, equilibratore, misuratore della capacità di coloro che concorrono nel mercato: si può produrre a un determinato prezzo, si può o meno pagare un determinato prezzo ecc. La locuzione the Same is Different, alla quale si è già accennato, significa che la medesimità differente del prezzo, il fatto che ci siano prezzi diversi per beni diversi offre la garanzia di una selezione accurata per l‟accesso a quel determinato prezzo. L‟identità del prezzo permette, d‟altra parte, la diversità e quindi la differenza: il prezzo è un medium, ma è soprattutto un calcolo mercatorio, incita a porre in evidenza non solo determinati bisogni, ma la qualità dei bisogni, l‟ammontare delle somme di denaro, la capacità di investimento e di rischio di ciascuno, ma anche determinati desideri o frustrazioni, vuoti di produzione, induce ad acquistare e crea bisogni indotti. Il termine prezzo rinvia al termine moneta o denaro e quindi al prezzo del denaro costitutivo del mercato monetario che rappresenta un particolare mercato del sistema di cui fa parte il sistema economia ed ha delle caratteristiche particolari, ma è il significante dell‟intero complesso mercatorio: si compra e si vende denaro, si scambia denaro, si incrementa denaro, insomma, il denaro diviene medium di se stesso; ciò che viene detto prezzo e corrisposto in denaro rappresenta, nel mercato monetario, un infinito, complesso, paradossale gioco di specchi che rimanda all‟ambiente sistemico interno dell‟economia, ma anche ad altre dimensioni dei sistemi sociali. Si pensi all‟arte e in particolare all‟intuizione di alcuni pittori di tradurre la propria opera in valore mercatorio; l‟esempio più calzante sembrerebbe essere la figura di Theo van Gogh, fratello di Vincent, e alla sua consapevolezza che 105 All‟intera questione della penuria Luhmann dedica un intero capitolo N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 177 e ss. 78 l‟opera d‟arte deve essere necessariamente resa visibile dal suo ingresso in un mercato, in questo caso il mercato dell‟arte, che rinvia poi al mercato monetario. Il gioco di specchi della polimorfia mercatoria ha un suo referente dominante che è e rimane il mercato monetario. 9.Alcune conclusioni. Le analisi e le riflessioni condotte sino a qui lasciano aperte una serie di considerazioni critiche rivolte alla teoria dei sistemi e in particolare ai rapporti tra i due sistemi dell‟economia e del diritto, considerati nella prospettiva autopoietica di N.Luhmann. Secondo una direzione critica proiettata verso un futuro, inteso come praxis individuale, di un uomo che si trova immerso nella società complessa, frazionata, differenziata da una serie di sistemi, è utile chiedersi se quest‟uomo abbia gli strumenti necessari per la tutela giurisdizionale dei propri diritti. Lo strumentario, seppure inserito in un quadro funzional-sistemico, lo riguarda come soggetto a rischio, ossia come soggetto non consapevole dei limiti della propria agibilità sociale nelle dimensioni dell‟economia e del diritto. L‟impressione che se ne ha è di un osservatore, sistema, uomomacchina o più semplicemente uomo che ignora lo spettro di azione, che non riesce più a misurare la distanza tra se stesso e le istituzioni cosiddette differenziate, allo stesso tempo viene privilegiato un uomo -sistema- „scaltro‟ perché riesce a misurare questa distanza attraverso il successo operazionale e la validità economica. Per una visione globale di questo sistema -l‟uomo-, un ulteriore elemento di confronto e di analisi deriva dalle considerazioni circa la complessa articolazione dei massenmedien, che Luhmann ritiene sistemi autoreferenziali che riescono a penetrare nella società sistemico-funzionale 79 sulla base dell‟interconnessione intrasistemica106. Così come nel sistema economia è il denaro ad evidenziare la differenziazione funzionale, nei mezzi di comunicazione di massa la differenziazione è determinata dallo sviluppo e dal cristallizzarsi delle tecnologie di divulgazione: sono queste in effetti le condizioni per l‟attualizzarsi della differenziazione funzionale del sistema informazione. I mass-media sono portatori di una realtà costituita dalla stampa, dalla televisione, dalla radio ecc. come mezzi di divulgazione, ma anche mezzi di manipolazione a loro volta manipolati. Il compito specifico dei mass-media dovrebbe essere quello di divulgare informazioni; è comprensibile la responsabilità che si assumano nell‟espletamento di un tale compito consistente, in primo luogo, nella selezione di materiali della divulgazione o della amplificazione di alcune informazioni piuttosto che di altre; tuttavia, la questione, gli interrogativi non riposano sul fondamento informativo, ma sul nesso costitutivo tra l‟uomo sistemico e il flusso di informazioni che costituiscono, anche se in minima parte, lo strumentario informativo idoneo o non, per esempio, a fornire indicazioni per esperire un‟azione a difesa dei propri diritti. Le aspettative del sistema, come quelle di un soggetto intenzionato esistenzialmente, sono in direzione del riconoscimento del torto o della ragione; posto che la funzione di un uomo come sistema è quella di sopravvivere, di vivere in armonia funzionale con gli altri sistemi ai quali egli stesso partecipa e dai quali è composto in quanto entità sistemica (cervello, sistema nervoso, sistema linfatico, ecc.), se il sistema -l‟uomo come sistema- adisce le vie legali per sopravvivere, la sopravvivenza dovrà essere realizzata nel migliore dei modi, cioè nella massima realizzazione del sistema stesso e se al sistema conviene scegliere la via del non-diritto per avere ragione lo farà, e viceversa. La questione investe la responsabilità di chi emette un giudizio diretto a modificare la condizione dell‟attore o del convenuto, nel diritto civile, dell‟imputato e della persona offesa, nel diritto penale; nella 106 Cfr. N. LUHMANN, Die Massenmdien, Wiesbaden, 1996, passim. 80 realizzazione del successo operazionale dei sistemi è compresa anche quell‟area decisionale del sistema diritto, tesa a modificare condotte rilevanti e controgiuridiche, la decisione verrà emessa in considerazione della prospettiva, peraltro già accaduta, che il sistema economia, mediante l‟opera rischiosa dei mercati, esige il riconoscimento delle proprie aspettative attraverso la loro normativizzazione107. Questa considerazione induce a concludere che il successo di un‟operazione in un Zeitpunkt, che altro non è se non la contingenza, significa successo del sistema nella sua interezza della catena dei sistemi: il singolo sistema non ha una vita autonoma confinata, ma condiziona ed è condizionata dal flusso dei programmi condizionali degli altri sistemi. La questione, considerate le analisi precedenti, permane questa: la spinta economica può modificare il concetto del diritto così come è stato concepito dalle civiltà greca e romana ad oggi, con le successive modifiche determinate da eventi storici come la Rivoluzione francese, la Rivoluzione americana ecc. Le situazioni del sistema economia sono emblematiche, a prescindere dalle interpretazioni telematiche dell‟economia; l‟economia esiste a prescindere dal diritto, la moneta, base dello scambio, posteriore al baratto, esiste anche per popoli che non hanno una forma giuridica. Non è necessario essere soggetti di diritto per acquistare qualcosa, solo successivamente si formalizza giuridicamente la posizione dell‟acquirente o dell‟offerente, ma al momento dello scambio vi è un‟esigenza vitale, materiale, detta economica; solo in un 107 Cfr. E.ZEMMOUR, Le coup d‟Etat des juges, Paris, 1997, passim. L‟autore si chiede appunto a quando il colpo di Stato da parte dei giudici; i diritti personali sono costantemente violati proprio da parte di coloro che dovrebbero a priori tutelarli, si pensi, l‟esempio è riportato dallo stesso autore, al segreto d‟istruzione che ormai non è più un segreto per nessuno a causa dell‟interposizione dei mass-media poiché “non passa un giorno senza che la stampa citi questi nuovi Cavalieri, che ci salveranno - si dice - dalla corruzione assoluta delle élites”, si è alla berlina di una nuova, libera interpretazione della legge rivestita dal mercato e svestita dal diritto. Cfr. anche W.SCHWEIDLER, Geistesmacht und Menschenrecht, 1994. 81 secondo momento vi è una formulazione giuridica, il diritto, normativizzando la spinta economica, la rende più forte. Sembrerebbe che il diritto acquisti una funzione puramente strumentale, vi è quindi una spinta economica a „servirsi‟ del diritto, a divenire essa stessa diritto: considerato che è questa la prassi, è chiaro che le preoccupazioni del diritto non possono combinarsi con quelle della funzionalistica dell‟economia, ma neanche con quelle della funzionalità dell‟etica come manicheismo intrinseco all‟agire umano. Il problema è, e rimane, e Luhmann lo pone in rilievo in Die Wirtschaft der Gesellschatf, che alla base dell‟agire umano vi è un bisogno che conduce l‟uomo a misurarsi con una realtà di cui non è più creatore, produttore, ma solo contribuente parziale e secondario; nei termini di Sartre, l‟uomo si manifesta sempre come fatto altrimenti da ciò che fa. Queste considerazioni sono il luogo per iniziare a presentare delle conclusioni di natura critica e non solo espositiva dei due sistemi del diritto e dell‟economia: l‟economia ha un suo rilievo dal punto di vista del mercato, un‟economia sistemica senza mercato è nulla, quindi quando si è discusso di mercato si è voluto discutere di economia e viceversa. E‟ la spinta del mercato che rende l‟economia sistema altamente autoreferenziale e complesso; se il mercato non fosse un ambiente sistemico interno, l‟economia lo osserverebbe ponendo lo sguardo fuori da se stessa, non lo avrebbe come la sua „anima‟; l‟incremento della complessità economica deriva proprio da questa autoosservazione dell‟autoosservazione: non solo l‟economia osserva i mercati, ma osserva le banche, fulcro dell‟intera dinamica economicamercatoria, che vengono osservate anche dal mercato e che a loro volta osservano il campo di investimento del mercato e le reazioni del sistema economia nel medium essenziale della moneta. Davanti alle questioni poste dalla funzione del mercato sul diritto, il nucleo del problema non consiste nella spinta economica sul diritto, perché se dal sistema bancario nasce il 82 diritto bancario, dagli scambi via mare, nasce il diritto della navigazione ecc., poiché ogni volta il diritto regola una serie di attività che hanno origine dall‟agire umano, il problema fondamentale rimane, come si è ribadito più volte, la spinta economica in direzione di riconoscimenti che non sono giuridici e che vengono giuridicizzati nel processo adeguativo del sistema diritto verso il mercato, in quanto „anima‟ del sistema economia. L‟esempio noto è quello riferibile al censo: coloro che contribuiscono in misura minore al fisco, potrebbero perdere il diritto sia all‟elettorato attivo che passivo; la prospettiva occupazionale femminile potrebbe dare adito ad un provvedimento legislativo limitativo, ad esempio, del diritto al lavoro e di conseguenza del diritto di voto; potrebbe essere anche il caso di adulti con menomazioni fisiche e psichiche, o solo con le limitazioni produttive dovute all‟età che, essendo elementi scarsamente rilevanti delle operazioni produttive del mercato, potrebbero essere trattati adattivamente da un sistema diritto che li riconosce come appartenenti ad un‟umanità di confine. Poiché il sistema reagisce solo ai fatti, agli avvenimento e non alle idee, alle astrazioni o ai pensieri concettuali, ex ante è necessaria una valutazione del profilo economico che poi accede a quello giuridico; in ogni condizione fattuale, il singolo fatto è costituito da un‟eventuale perdita economica e di potere della cosiddetta city finanziaria, costituita da un paradigma umano corrispondente a determinati requisiti economici emergenti come „più‟ funzionali. Si lede quella che nella vetero-Europa di Luhmann era definita la dignità umana, i diritti dell‟uomo. Si deve prendere atto che l‟uomo è al servizio di un sistema che non è più il sistema uomo, un‟entità sistemica biologica, poiché a volerlo definire così si rischia un‟antropomorfizzazione inutile e prolissa. Uno degli esempi inquietanti calzanti a proposito delle spinte economiche di direzioni e di sfere che non attengono al diritto e che si sviluppano attualmente in modo globale sono le cosiddette 83 economie di mafia108 o di altre forme alte di criminalità organizzata, che appartengono, nella prospettiva dell‟osservatore, o del codice, al polo non diritto, possano convertirsi funzionalmente e senza resistenza „giuridica‟ come polo diritto a causa del potente flusso economico-finanziario di cui sono portatrici. Questa eventualità è coerente con la differenziazione funzionale del diritto e della corrispondente antropologia, ma è in contraddizione con la differenziazione fenomenologica, che è costituita, dunque, da una chiara critica dei dinamismi della teoria dei sistemi che impone al diritto di rappresentare se stesso come apparato servile dei mercati. 108 La regionalizzazione della mafia (mafia americana, mafia russa, mafia cinese ecc.) tramonta nel tempo, ormai si discute di mafie internazionali, lo spettro di una mafia confinata in Sicilia, in Puglia, in Calabria, nel Brenta o semplicemente regionalizzata, è destinato a rimanere un sogno di legislatori ottimisti.