SISTEMI E DIRITTO
Luisa Avitabile
1.Considerazioni fenomenologiche e sistemi1.
Attualmente l‟interesse di alcuni studiosi è concentrato
sui rapporti intercorrenti tra due sfere, due sistemi, della vita
sociale quali il diritto e l‟economia2, si fa strada
un‟interpretazione del diritto che si muove dalle analisi
cibernetiche di von Foerster3 e, prima ancora, dalla
delineazione dei sistemi biologici analizzati dai due studiosi
sud-americani Maturana e Varela. Questa interpretazione
specifica del diritto attraversa, con l‟opera di Niklas Luhmann,
soprattutto con Die Wirtschaft der Gesellschaft e Das Recht
der Gesellschaft4, l‟ambito della cognizione giuridica fino a
registrare notevoli modifiche sul piano giuridico influenzato da
quello economico, in particolare dai mercati, definiti „anima
biologica‟ dell‟economia.
1
Questo saggio è presentato come studio parziale di un lavoro futuro più
ampio, che si propone di analizzare in modo completo le due opere di N.
Luhmann Die Wirtschaft der Gesellschaft e Das Recht der Gesellschaft; lo
studio presentato qui, invece, si sofferma sulle questioni ritenute principali
nel rapporto tra economia e diritto, vale a dire la penuria e il mercato, la
funzione del mercato nel diritto; il lavoro futuro mirerà ad analizzare, in
maniera più estesa ed articolata, ad esempio i prezzi, il denaro e la
tassazione per il sistema economia e le forme di programmazione, di
codificazione e di argomentazione giuridica, per il sistema diritto.
2
Si veda N. IRTI, L‟ordine giuridico del mercato, Bari, 1998, passim.
3
Cfr. H. von FOERSTER, Sistemi che osservano, Roma, 1987 passim; tra
gli studi dedicati all‟interpretazione si segnalano P.RICOEUR,
L‟interpretation, Paris, 1995, passim; AA.VV., Interpretation et droit,
Paris, 1995; C.ATIAS, Epistémologie du droit, Paris, 1994; O.MANNONI,
Un commencement qui n‟en finit pas: transfert, interpretation, theorie,
Paris, 1980.
4
Cfr. N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, Frankfurt am Main,
1994; Das Recht der Gesellschaft, Frankfurt am Main, 1995. Per quel che si
conosce fino ad ora non esiste una traduzione parziale o integrale di queste
due opere.
6
Il nodo speculativo, che incide sui rapporti giuridici, non
è determinato dalle connessioni tradizionali di diritto e politica,
o diritto ed economia, o economia e vita sociale; l‟analisi si
avvia da uno schietto parallelismo tra i sistemi biologici, da
una parte, il sistema dell‟economia, del mercato, e il sistema
del diritto, dall‟altra.
La società complessa attuale, che si differenzia dalle
società precomplesse, stratificate, gerarchiche del passato, in
ragione della novità apportata dal fenomeno della complessità,
si riferisce alla nozione convenzionale di post-moderno e alla
differenziazione della stessa complessità tramite la selezione
sistemico-funzionale. Si apre un nuovo diverso dibattito sul
rapporto tra il mercato e il diritto; il mercato non è più inteso
come luogo del baratto o dello scambio ma, in una visione
raffinata e altamente complessa dell‟economia, quale „anima
biologica‟, vero fulcro dell‟economia; il diritto o, usando il
lessico di Niklas Luhmann, il sistema diritto entra in rapporto
con il sistema economia in una direzione che conduce ad una
questione centrale che si impone all‟attenzione dello studioso
del diritto perché riguarda la specificità del diritto stesso5, la
sua dimensione di peculiarità e di differenziazione dalle altre
dimensioni della vita sociale. La precisa formulazione di una
tale questione centrale si manifesta secondo le linee di un
orizzonte bipartito che stimola alla discussione di una possibile
alternativa: il diritto si caratterizza soltanto per una sua
specificità funzionale o attualizza e realizza innanzitutto una
specificità fenomenologica?
In questo studio lo spettro problematico di una simile
domanda si restringe alla prospettiva offerta dalla teoria dei
sistemi delineata da N. Luhmann ed è possibile
un‟argomentazione solo se si prendono in considerazione due
5
Nella forma della specificità, il diritto è avviato ad elaborazione da Jaspers
come cifra in relazione al linguaggio nella dimensione del trascendimento
del Selbst. Cfr. K.JASPERS, Von der Wahrheit, Muenchen, 19582, p.1032 e
ss. Cfr. anche S.COTTA, Il diritto nell‟esistenza. Linee di
ontofenomenologia giuridica, Milano, 1991, passim.
7
aspetti principali del diritto nella società complessa: la funzione
del sistema diritto, come funzione immunitaria dei sistemi
sociali, e le corrispondenti operazioni interconnettive: il diritto
può uniformarsi a questi due aspetti del sistema diritto? Le
domande centrali si indirizzano alla specificità funzionale e alla
specifità fenomenologica del diritto e disserrano a loro volta
l‟interrogativo prioritario: si può affermare ed argomentare
convincentemente che le operazioni di diritto, attualizzano,
esteriorizzano una loro intrinseca giuridicità corrispondente e
omologabile solo alla funzione sistemica del diritto, alle sue
operazioni, oppure si deve affermare, invece, che le stesse
operazioni del diritto sono „giuridiche‟ solo quando sono
conformi, omogenee alla specificità fenomenologica del diritto
rispetto ai fenomeni con i quali confina, come la politica,
l‟economia, la religione ecc.?
La lettura dell‟esposizione di un‟economia sistemica
induce senza dubbio a delineare i possibili orizzonti
dell‟influenza della funzione del mercato, come si è detto
„anima biologica‟ dell‟economia, sul diritto; si coglie qui
l‟attuale questione centrale per la filosofia del diritto.
Considerato che la società contemporanea, vive, opera come
società complessa, differenziata attraverso l‟emersione di una
pluralità di sistemi sociali, interconnessi esclusivamente dal
successo delle loro operazioni in un rapporto di reciproca
funzionalità, senza che risulti all‟occhio dell‟osservatore alcuna
gerarchia incentrata su una specifica differenziazione dell‟uomo
rispetto agli altri viventi e alle cose, considerato tutto questo si
impongono, come nodo linfatico della filosofia del diritto, una
serie di interrogativi che possono essere formulati secondo
alcune linee.
Esiste diritto solo perché è riferito in maniera esclusiva
alla dimensione sistemico-funzionale oppure se corrisponde
anche alla sua dimensione fenomenologica?
E‟ chiaro da questi interrogativi che non si può affermare
la dimensione fenomenologica del diritto come definita e
completamente esaurita nella dimensione funzionale; anzi,
8
spostando criticamente l‟asse equilibratore di tutto il sistema
funzionale, ne deriva che l‟attenzione viene a concentrarsi su
un‟analisi fenomenologica dell‟uomo, sulla considerazione che
proprio questa analisi fenomenologica sia in grado di
dimostrare in quale modo si possa continuare a pensare al
fenomeno uomo come distinto dagli altri fenomeni della vita
dei vegetali, degli animali, dei sistemi biologici; questo
fenomeno, descrivibile come uomo, si manifesta e si realizza
nella situazione che gli appartiene in modo esclusivo e
peculiare dal punto di vista fenomenologico, la comunicazione,
luogo creativo delle forme di storia6. Il non-umano è infatti sia
senza storia in generale, sia senza diritto e storia del diritto.
La creazione comunicativa di forme di storia implementa
una condizione cui afferiscono i diritti primi, irriducibili a una
funzione sistemica, che sia quella del diritto o quella
dell‟economia o quella della religione ecc.; implica allo stesso
tempo l‟esistenza di diritti inviolabili che, nel momento della
loro negazione, comportano necessariamente la negazione
dell‟essere-uomo. Questi cosiddetti diritti primi, letti e
considerati in prospettiva della visione fenomenologica
dell‟uomo, sono, si può dire oggi, il motore del diritto del
soggetto a prendere la parola, a dire di se stesso riconoscendo
gli altri come altri se stessi7.
Il diritto a prendere la parola, nella condizione odierna
della società complessa, rischia di essere trasformato in un
6
Cfr. anche K. JASPERS, Psicopatologia generale, Roma, 1965, passim:
l‟uomo, nella patologia, viene analizzato da Jaspers nelle sue differenze
dagli altri sistemi biologici.
7
La questione della comunicazione come relazione esistenziale primaria è
posta in primo piano da K. JASPERS, che sviluppa il concetto di
comunicazione sulla base della tensione oggetto-soggetto, inserendola nel
complesso quadro dell‟Umgreifendes. Cfr. K.JASPERS, Filosofia, II, p.520
e ss. “L‟uomo (...) non si risolve nell‟io formale dell‟intelletto, né nella
semplice vitalità dell‟esserci, ma è portatore di un contenuto che o si
mantiene nell‟oscurità di una comunità primitiva, o si realizza attraverso
una totalità spirituale di cui l‟uomo diventa cosciente senza tuttavia
conoscerla a sufficienza”. Cfr. B. ROMANO, La legge del testo.
Coalescenza di logos e nomos, Giappichelli, 1999, p. 235.
9
obbligo ad eseguire le operazioni dettate dalle aspettative
economiche del mercato, che costituiscono la fisiologia interna
dell‟economia. Su questa via si può organizzare un complesso,
una serie di ordinamenti giuridici positivi, conformati come
„gusci‟ il cui contenuto è costituito dalle norme positive
prodotte in un momento contingente, nella sola immanenza del
presente, fautore delle operazioni del mercato, in quanto
ambiente sistemico interno del sistema economia. La situazione
appena descritta non può essere considerata un fenomeno
localizzato e da combattere, anzi la sua dinamicità su basi
evolutive porta a considerare il mercato come un fenomeno di
globalizzazione e un centro vitale irrinunciabile, perché la sua
estinzione, o anche solo una sua caduta di intensità,
produrrebbe la regressione della società in forme di esistenza
che si consumavano nella lotta primitiva al solo scopo della
sopravvivenza; tuttavia, non si può pensare alla trasformazione
totale, radicalmente controgiuridica che questa direzione
sistemico-funzionale può comportare nelle istituzioni principali
dell‟organizzazione e della strutturazione giuridica di un Paese.
La funzione invasiva dei mercati permea le attività che
attengono al diritto e che sono suddivise in attività legislativa,
giurisdizionale e di polizia8. Per quel che attiene all‟attività
legislativa, cioè l‟attività formativa di leggi, dovrebbe essere
interamente trasformata in attività adeguativa alla dinamica del
mercato, dovrebbe, caso per caso, essere in una sintonia di
contestualità temporale con l‟emersione di alcune operazioni
del mercato, che esigono di essere normativizzate,
esclusivamente perché sono le operazioni vincenti in quel
momento, secondo l‟equilibrio imposto dal mercato monetario,
quale percettore principale e gerarchizzante. Si riconosce, in
tale questione, la caratteristica temporale differenziante tra
diritto e mercato, posto nel linguaggio della moneta, sinonimo
di prezzi e denaro; si tratta della differenza costituita dal
ritardo del diritto e dalla velocità del mercato. La velocità del
8
A. KOJEVE, Linee di una fenomenologia del diritto, Milano, 1989, p.181
e ss.
10
denaro è invisibile, ma intensa, è sempre contingentemente
presente. La funzione principale del diritto, invece, è costituita
dalla garanzia della durata (si pensi all‟istituto del testamento),
a differenza della moneta, che assicura l‟adempimento di un
pagamento immediato e momentaneo. Poiché il diritto,
secondo la sua specificità fenomenologica, conferisce durata
alle relazioni e la garantisce, non possiede inoltre la velocità
della moneta e del mercato; il diritto è temporalmente in ritardo
verso l‟economia; se dovesse conformarsi alla velocità della
sua specificità solo funzional-sistemica, dovrebbe essere l‟eco
momentanea della momentaneità del mercato e della moneta
che lo annuncia.
Una sorte omogenea dovrebbe toccare all‟attività
giurisdizionale, che si vedrebbe costretta a formulare e
formare, a seconda della casistica, giudizi conformi
all‟emersione di un momento monetariamente vincente che
appartiene alle operazioni del mercato. Anche l‟attività
collegata alle operazioni di polizia dovrebbe di conseguenza
conformarsi continuativamente all‟emersione di un insieme di
operazioni del mercato, che si afferma con successo rispetto ad
altre.
Considerato quindi che sia l‟attività legislativa, sia
l‟attività giurisdizionale che quella di polizia configurano,
secondo il lavoro e l‟analisi a tratti behavioristica di A.
Kojève9, le tre forme sostanziali della terzietà giuridica, se ne
dovrebbe concludere che la funzione del mercato sul diritto
dovrebbe tendere a rendere ogni volta in modo alternativo una
di queste tre figure semplicemente servili rispetto all‟emersione
dei singoli momenti vincenti e dominanti del mercato; le
situazioni del mercato sono, per definizione sistemica, sempre
momenti contingenti, agerarchici, coordinati secondo una
programmazione inter-intrasistemica, che rappresenta solo una
combinatoria contingente delle operazioni del mercato; al
riguardo è significativa la vita quotidiana, anzi momentanea
della Borsa.
9
Cfr. A. KOJEVE, idem, p.110.
11
Inoltre, un‟ulteriore conseguenza, successiva ma non di
certo secondaria, è la circostanza che la contingenza, come
momento, Zeitpunkt, dovrebbe configurare ogni volta una
norma omogenea, così che tra il momento legislativo, il
momento giurisdizionale e quello di polizia vi sarebbero degli
intervalli temporali successivi e contemporanei allo stesso
tempo, eterarchici, privi di una dimensione gerarchicamente
prioritaria; in realtà, il momento legislativo nasce, secondo la
prospettiva di Kojève, perché diretto ad orientare quello
giurisdizionale e quest‟ultimo ad orientare quello di polizia.
Invece, nella dimensione detemporalizzata e despazializzata del
mercato, ambiente sistemico interno dell‟economia, il
momento del legislatore, del giudice e della polizia è quel
singolo momento che, rispetto agli altri due, emerge in modo
più veloce perché si adatta repentinamente all‟operazione del
mercato, è un momento che trova incidenza applicativa perché
è „più funzionale‟ dal punto di vista dell‟equilibrio sistemico, è
supportato dal vettore del successo che declassa sia la
legittimazione che l‟istituzione normativo-giuridica.
Dalle considerazioni appena svolte la prospettiva si
allarga fino ad abbracciare inevitabilmente l‟attività
strettamente ermeneutica dell‟esperienza giuridica; in realtà, la
distinzione della qualificazione funzionale del diritto da quella
fenomenologica comporta degli effetti che incidono proprio
sull‟attività di interpretazione nell‟esperienza giuridica. Il
lavoro di interpretazione è insuperabile nella sua essenzialità,
perché la norma nasce con una scissione intrinseca rispetto al
fatto da disciplinare: il fatto non è la norma, perché la norma
considera prima le fattispecie astratte e regola poi il giudizio
sulle fattispecie concrete. La questione ermeneutica rappresenta
un problema centrale nell‟architettura degli studi di Luhmann lì
dove si sostiene la possibilità che, mediante il parallelismo tra
sistemi biologici e sistemi sociali, si acquisisca una nozione
12
temporale differente da quella voluta e per lungo tempo
sostenuta dalla filosofia classica della vetero-Europa10.
La dimensione dell‟attività ermeneutica richiede
un‟inesauribile attività da parte dell‟interprete; se si assume la
bipartizione dell‟interpretazione del diritto -specificità
funzionale sistemica e specificità fenomenologica- e il diritto si
qualifica esclusivamente nell‟ordine sistemico-funzionale, se
l‟opera del diritto si esaurisce nella funzione immunitaria dei
sistemi sociali, si avrà allora un orientamento dell‟ermeneutica
soltanto lungo la direzione immunitaria della vita dei sistemi
sociali, in una dimensione di indifferenza rispetto alla qualità
della relazione tra gli uomini, lasciata indistintamente alla
violenza dell‟esclusione oppure al riconoscimento. Ancora una
volta il risultato sarà determinato e canalizzato dalla
combinatoria della molteplicità operazionale che, nella
momentaneità emergente, riscuote successo rispetto ad altre
operazioni che falliscono. Seguendo questa traiettoria,
l‟interpretazione si qualificherà come giuridica per il solo fatto
di poter continuare ad assumere le fattezze della
controfattualità, ma la caratteristica rilevante saranno le sue
forme di adeguamento alla fattualità, al successo delle
operazioni del mercato. Il vuoto tra la norma e il fatto sarà
colmato da un‟interpretazione fattuale che, riconducendo
inevitabilmente al paradosso che avvolge l‟intera opera di
Luhmann, consiste nell‟attingere controfattualità dalla
fattualità. Con il risultato che la controfattualità diventa quindi
uno dei prodotti seriali della produzione economica, che è solo
di natura fattuale: la fattualità costituisce la stessa
controfattualità.
L‟alternativa a questo esito contraddittorio è che si lavori,
dal punto di vista interpretativo, su una griglia costituita dalla
specificità fenomenologica del diritto, fornendo uno
strumentario ermeneutico non solo immunitario, ma basato
sulla qualità della relazione intersoggettiva, che diviene così
10
N. LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalität, Tübingen, 19772,
p.51 e ss.
13
una misura misurata misurante11 della relazione che si
costituisce fenomenologicamente come la relazione giuridica
prima; si tratta della relazione che supera il paradigma
escludente, o l‟inclusione articolata in modo funzionale, e che
afferma il diritto come superamento del fatto che esclude,
secondo la terminologia dello Hegel della Filosofia dello
Spirito di Jena.
Dalla lettura di Luhmann, soprattutto dalla lettura di Die
Wirtschaft
der
Gesellschaft,
si
evince,
almeno
immediatamente, una posizione molto vicina a Marx12, quindi
una sorta di ratifica post-moderna delle posizioni di Marx; il
diritto viene presentato come risultato di una produzione
seriale, un prodotto tra gli altri, un risultato produttivo del
sistema economia in quanto appunto sistema della produzione;
d‟altro canto sembra inglobare anche una reazione di rigetto
della tesi centrale di Hegel sul diritto, poiché -secondo
Luhmann- l‟opera dell‟interprete è un‟operazione in cui i
numeri che formano il mercato -prezzi, moneta, mercato
monetario-, detto altrimenti il linguaggio dei prezzi, si
metamorfosizzano in linguaggio adeguativo, assumendo la
stessa velocità di trasformazione dei prezzi, coincidendo e
adeguandosi alla fattualità produttiva del mercato.
In opposizione alla tesi dello Hegel di Jena: il diritto è
superamento del fatto che esclude, Luhmann afferma che il
diritto è l‟eco del mercato, della sua fattualità. Si ravvisa nella
posizione di Luhmann un‟apologia tardiva di Marx, ma allo
stesso tempo una critica radicale per la formulazione marxiana
11
Sul concetto classico di legge giuridica come „misura misurata
misurante‟. Tommaso D‟Aquino, Summa Theologiae, I a IIa 91-97.
12
Per una panoramica del dibattito su Marx nell‟intensità degli anni „70,
ampiamente elaborato da Bruno Romano; K. HARTMANN, Die
marxistiche Theorie, Berlin, 1970, pp. 69 e ss.; W.PAUL, Marxistische
Rechtstheorie als Kritik des Rechts, Frankfurt am Main, 1974, p. 85 e ss.
Per una prospettiva del diritto in direzione „burocratica‟, B.ROMANO, Il
compimento del soggettivismo come prassi democratica ed estinzione del
diritto, Milano, 1981, p.101 e ss. Cfr.anche J.-P. SARTRE, Critica della
ragione dialettica, Milano, 1963, I, p. 270 e ss.
14
del diritto, in quanto si dimostra l‟incongruenza di poter
pensare il diritto come controfattuale derivato dal fattuale, che
è una conseguenza circolare e paradossale all‟interno della
catena sistemico-funzionale, costituita autopoieticamente.
Le considerazioni presentate fino a qui si cristallizzano
intorno ad un nucleo: il linguaggio dei prezzi è il linguaggio
della dimensione temporale del presente, della contingenza: il
prezzo rappresenta il corrispettivo pagabile in un determinato
momento, su un determinato mercato e per una ben definita
quantità di beni; questa dinamica appena descritta funziona
solo perché le contrattazioni di pagare o non pagare a quel
determinato prezzo e le successive decisioni in una o nell‟altra
direzione possono avvenire solo nel presente. Nella
contrattazione di mercato, un prezzo riferito al passato o al
futuro non trova un corrispondente di validità sensata: il
passato e il futuro sono dimensioni temporali slegate
dall‟operazione del pagamento in denaro; infatti, i numeri
costitutivi dei prezzi sono qualificati dal carattere principale del
prezzo e quindi dell‟intero linguaggio dei prezzi, che consiste
nella capacità di assolvere a un pagamento, di saldare con un
pagamento nella momentaneità del presente, in cui si realizza
l‟atto di pagare, che rappresenta l‟atto primo e qualificatore del
mercato, come anima biologica del sistema economia. Inoltre,
il futuro non può essere dominato in modo integrale e quindi
non può essere pagato nel presente della contingenza; il
passato, in quanto passato, non produce più i suoi effetti,
quindi non può essere pagato nel presente perché non esiste;
anche nel momento in cui si dilaziona un pagamento,
rateizzandolo nel tempo, si fa riferimento al saldo in quanto è
soltanto ciò che del passato può permanere nel presente del
pagamento; così come quando si anticipano dei pagamenti,
questi vengono comunque pagati qui e ora, per un prezzo
formatosi nel presente.
E‟ chiaro allora che il linguaggio dei prezzi rappresenta
semplicemente il linguaggio della presenzialità assoluta,
esattamente come il linguaggio del mercato che incide sul
15
diritto, esigendo una costante adeguazione sistemica; a questo
livello, che si può senz‟altro definire contingente, il risultato
sembrerebbe consistere in un‟ermeneutica che direziona il
linguaggio giuridico sulla falsariga della produzione seriale del
mercato il cui valore è misurato dai prezzi, che si affermano
nell‟assolutezza della dimensione temporale del presente, il
saldabile hic et nunc. In questo modo e secondo questa linea
interpretativa, anche il linguaggio e l‟opera dell‟interpretazione
giuridica, a causa della spinta radicale del mercato, dovrebbero
consumarsi nell‟assolutezza della presenzialità, come accade
nella dimensione temporale dei prezzi che sono solo ciò che
rappresentano nel presente in cui si formano13.
Allora, ritorna la domanda sulla temporalità del diritto: il
lavoro ermeneutico può assimilare, come attività giuridica, le
strutture temporali del presente in modo così radicale come
accade nel mercato? Se la risposta è affermativa, nel senso di
una dimensione temporale contingente che si esaurisce nel
presente e che prevede un‟attività interpretativa orientata in
modo assolutamente contingente, allora viene meno
l‟attenzione principale alla dimensione soggettiva delle
condotte, che costituiscono il materiale primario dell‟opera
dell‟interprete. Il giudizio giuridico è tale se e fino a quando si
riferisce a condotte umane, considerate nell‟interezza della
temporalità, ossia espletate in un prima, un passato, ed eseguite
in un presente, che incide su un futuro.
13
Cfr. M. HEIDEGGER, Essere e tempo, Milano, 1995, passim. Per una
visione critica della temporalità giuridica cfr. anche A. KOJEVE, idem, p.
102 “Il diritto in quanto diritto non si riconosce in una natura temporale o
comunque storicamente condizionata. Una norma è valida „per ogni epoca
(futura): essa non muta mai. Se il diritto muta, ciò significa che alcune
norme sono sostituite da altre. Ma nessuna di esse può variare in se stessa:
se si applicano a un certo caso, si applicheranno a tutti gli altri casi identici
a questo, finché restano ciò che sono, cioè norme giuridiche in vigore, e non
il mero ricordo di ciò che fu un tempo una norma giuridica. Questo ricordo
non ha nulla di giuridico, così come non ha nulla di giuridico l‟evoluzione
del diritto. Il diritto del passato (una legge abrogata) non è diritto, alla
stessa stregua del diritto futuro (un progetto di legge). E il diritto presente, il
diritto che ha una sua presenza reale nel mondo, non varia”.
16
Nel diritto, sia nei diritti sostanziali che nelle procedure,
ogni condotta dell‟uomo è giuridicamente rilevante solo nel
momento in cui risulta costitutiva la presenza integrale della
temporalità del soggetto, così che quando l‟interprete la
analizza, la valuta anche e necessariamente nel suo „essere
stato‟ come passato e nella sua intenzionalità proiettata nel
futuro, quindi nelle due dimensioni temporali del passato e del
futuro, sottratti al presente assoluto dei prezzi, rappresentante
funzionale-sistemico del linguaggio del mercato.
Questo quadro iniziale presenta il mercato simile ai
sistemi biologici: l‟elemento principale, in quanto percettore
dell‟orientamento sociale, è il prezzo che si aggiorna, nella
contingenza del presente, mediante la variazione delle
dimensioni dei tassi e dei cambi. Il diritto, invece, ha a che fare
con l‟istituzione delle leggi che presentano ogni volta un
problema di legittimazione omologabile ai numeri che
costituiscono i prezzi del mercato; la legittimazione non è
configurabile in un sistema biologico, ma esiste come
procedura creativa solo nel diritto e lo costituisce nella sua
specificità fenomenologica, oltre una specificità sistemicofunzionale.
Il mercato, il denaro, l‟economia monetaria,
trasferendosi, sotto forma di aspettative economiche cognitive,
nel diritto, rendono evanescente, fino a farlo scomparire,
l‟istituire connesso alla questione della legittimazione; si viene
formando, quale vettore mercatorio, costituito dal successo
operazionale, il successo di una terzietà - legislatore, giudice,
polizia- che non estrinseca la sua ragione operante nella
legittimazione, e nell‟istituzione, ma nella fattualità di una
gerarchia
concorrenziale,
„mercantile‟,
attualizzata
nell‟asservimento ai programmi condizionali provenienti dalla
globalità del sistema economia, che realizza nel mercato la sua
potenzialità di ambiente interno.
2. Sistema globale e sistemi parziali.
17
La prospettiva assunta da Niklas Luhmann, attraverso
l‟occhio dell‟osservatore sistemico, contribuisce a considerare
una gamma di dimensioni dei sistemi sociali permeate da senso
vitale ed emergenti con il solo scopo di sopravvivere, in
direzione di un‟inesauribile concatenazione meccanica. Risulta
utile chiarire, infatti, che Luhmann si serve di un‟architettura
generale posta su una base autopoietica in direzione evolutiva,
che ridimensiona l‟uomo come concetto classico. La crisi, nel
presentarsi come il nuovo giudizio di cui l‟uomo si rende
portatore, costringe lo stesso uomo a riflettersi come sistema,
con il risultato di osservare il presente mediante la
congiunzione di attualità e contingenza14, privo della
dimensione temporale integrale, connessa ai tre momenti di
passato, presente e futuro. L‟impossibilità di una disamina
completa dell‟opera di Luhmann è determinata dall‟ampio
spettro che abbraccia e che comprende la società, come sistema
globale, la religione, il diritto, la scienza, l‟economia,
l‟educazione, l‟amore, la famiglia, ecc., come sistemi parziali;
si consideri anche che ognuna di queste dimensioni, in cui
l‟uomo si esprime come entità sistemica, si sviluppa mediante
caratteristiche sistemico-funzionali originali. Ognuno di questi
segmenti, eccetto la società15, è parcellizzato, sezionato ed
analizzato come un sistema, o meglio, un subsistema o sistema
parziale che, in coordinazione con l‟intero arco sistemico, offre
un panorama di equilibrio funzionalista. Il singolo sistema
14
La prospettiva della contingenza non è confinabile in una definizione
semplicistica. La contingenza ordina, coordina, programma non solo le
relazioni intrasistemiche, ma anche quelle intersistemiche, questo significa
che è la stessa contingenza a programmare se stessa secondo una procedura
di autocontingenza. A tal proposito è utile riportare quanto scrive Luhmann:
“perché il sistema sia chiuso ricorsivamente, può strutturarsi internamente
per episodi e riguardo a ciò ammettere alte, ricoltivabili contingenze”
questo significa che le contingenze interne si rendono garanti dell‟unità
differenziata del sistema. N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft,
p. 72.
15
Cfr. N. LUHMANN, Die Gesellschaft der Gesellschaft, Berlin, 1997,
passim.
18
emerge dall‟atto cognitivo che costituisce l‟osservatore16 che
osserva se stesso e attualizza una differenziazione che emerge
secondo una procedura sistemica.
Prima di giungere a valutare in modo analitico la
dinamica che corrisponde alla filosofia economico-giuridicofunzionale, bisogna delineare, in modo generale e con un
respiro più ampio, di quali riferimenti si avvalga N. Luhmann
per costruire in modo complesso una teoria dei sistemi, sulla
base di un ingranaggio autopoietico. Ogni singolo sistema è
interconnesso con la globalità degli altri sistemi, ma soprattutto
esercita delle pulsioni su se stesso; ciascun sistema costituisce,
usando un‟espressione impropria, la ragione d‟essere di ogni
altro sistema, perché funge contemporaneamente da specchio,
nel senso che ogni sistema si riflette specularmente nell‟altro;
ogni sistema funge anche da polo contrapposto, poiché
possiede e si evolve secondo caratteristiche che sono proprie e
che si riferiscono agli altri sistemi solo come procedura
organizzativa ma non come funzione. Nella lettura di Luhmann
si può commettere, quindi, l‟errore di porsi, con Luhmann
stesso, come osservatore interno del sistema invece di
concepire criticamente una visuale esterna e osservarlo, allora,
come un complesso di situazioni differenziate; l‟osservazione
dei sistemi comporta una discrepanza tra il „fuori‟ e il „dentro‟;
se il sistema è osservato dall‟interno, la visibilità dei
meccanismi permette di giustificare le reazioni esterne; se lo si
osserva dall‟esterno è possibile soffermarsi soprattutto sui
meccanismi intercorrenti tra sistema e ambiente, dimensioni
rilevanti e reciprocamente dipendenti. L‟osservazione deve
16
Il panorama filosofico letterario dedicato, sia in modo esplicito che
implicito, all‟osservatore è abbastanza vasto, qui se ne danno alcuni
riferimenti attuali vd. innanzitutto N. LUHMANN, Osservazioni sul
moderno, Roma, 1995, p. 62 e ss.; poi cfr. S. TOENNIS, Reduktion von
Komplexitaet. Zur politischen Theorie Niklas Luhmanns, in W.ROEHRICH,
Neue politische Theorie, Darmstadt, 1975; H.-J.UNVERFERTH, System
und Selbstproduktion, Frankfurt am Main, 1986; A.M.ANDREW, SelfOrganizing Systems, New York, 1989; G.SCHULTE, Der blinde Fleck in
Luhmanns Systemtheorie, Frankfurt am Main, 1993.
19
essere sempre bidirezionale, mai univoca, poiché,
nell‟assunzione di un unico punto di vista, il problema è
costituito soprattutto dall‟attribuzione ai sistemi di una
capacità, di un volere o di uno scopo che il sistema non
possiede per sua natura, ma sviluppa per via degli inputs degli
altri sistemi secondo una dinamica programmatica: il sistema
non è dotato di alcuna capacità o volere intrinseco, ma produce
ogni singolo elemento in connessione con l‟ambiente e quindi
in connessione programmatica con gli altri sistemi, che
producono i loro programmi, specificati funzionalmente. Il
sistema è frutto di una semplificazione della complessità, che
mira a sua volta a creare ulteriore complessità, ipercomplessità,
da sanare mediante successive ed ulteriori differenziazioni. La
difficoltà, quando si tratta il sistema da un punto di vista
riflessivo, consiste nell‟addentrarsi talmente in esso da poter
pensare che le dinamiche di uno possano corrispondere a quelle
di un altro, seguendo una procedura di uniformità o di
concordanza che Luhmann, però, non considera neanche in
potenza, anche se non mancano molteplici similarità,
configurabili a volte in una serialità sistemica; per esempio,
tutti i sistemi sono dotati di un codice attivato dai programmi
condizionali in connessione intrasistemica, ogni sistema
emerge per differenziazione funzionale ecc.
La terminologia usuale di Luhmann, che rinvia a
concetti ormai classici della teoria sistemico-funzionale, in
particolare al segmento dei sistemi sociali come l‟economia e il
diritto, è: sistema, contingenza, ambiente, funzione,
autoriferimento, paradosso, mano invisibile17, ambiente interno
sistemico,
differenziazione
strutturante,
codice,
programmazione, codificazione; come si avrà modo di
costatare, si tratta di una terminologia poco innovativa rispetto
a quella di altri sistemi, ma è rilevante la configurazione che
17
N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 99; il termine è
mutuato dall‟inglese „invisible hand‟, significa semplicemente che al posto
della differenziazione di piani “sarebbe posta l‟invisibilizzazione del
paradosso”, garanzia di sviluppo e di evoluzione.
20
questi elementi acquistano nel sistema economia e nel sistema
diritto18. Sia nell‟uno che nell‟altro di questi sistemi, gli ordini
di osservazione sono due; un primo e un secondo grado, che
nel sistema diritto è rappresentato dal giudice, osservatore dei
materiali già osservati dall‟osservatore di primo grado, il
legislatore19; nell‟economia il secondo grado è costituito dalle
osservazioni del rischio. Questa articolazione osservativa si
radica nell‟opera di Heinz von Foerster, iniziatore dell‟analisi
del secondo ordine cibernetico, che sviluppa alcune teorie
considerate, in qualche modo, parallele alle riflessioni e alle
analisi teoriche di H.Maturana e F.Varela, in cui il ruolo
dell‟osservatore è un‟entità sistemica20, riproposto in modo
esteso anche da studiosi successivi21.
L‟approccio autopoietico di Luhmann è determinato
dunque dall‟approfondimento, direzionato, in questa fase,
verso una dimensione economica e giuridica delle prospettive
di lavoro di Maturana e Varela, per i quali l‟autopoiesi è un
prius dal quale partire per osservare il mondo22; Luhmann
18
Cfr. D. KRAUSE, Luhmann-Lexicon, Stuttgart, 1999; vd. anche
N.BRIESKORN, Rechtsphilosophie, Stuttgart-Berlin-Koeln, 1990, p.55 e
ss.
19
N. LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.237.
20
Id., Sociologia del rischio, Milano, 1996, p.251: “Si giunge ad
un‟osservazione di secondo ordine soltanto se si osserva un osservatore in
quanto tale, laddove „in quanto tale‟ significa: in riferimento al modo nel
quale egli osserva e a sua volta questo significa: in riferimento alla
distinzione che egli utilizza per indicare uno e non l‟altro lato. Oppure, nella
terminologia di Spencer Brown: in riferimento alla forma che egli pone alla
base delle sue osservazioni”.
21
Cfr. L. D.INTRONA, Management, Information and Power: a narrative
of the involved manager, London 1997. In questa opera viene messa in
discussione, per le questioni relative al moderno management, sia la
filosofia di Heidegger che quella di Habermas, e allo stesso tempo i
complessi di temi delineati da Maturana e Varela.
22
F. Varela cita, tra l‟altro, come predecessore fenomenologista M.
MERLEAU-PONTY, La structure du comportement, Paris, 1942. L‟opus
magnum di Varela sull‟autopoiesi è Priciples of Biological Autonomy, New
York, 1979 in cui espone la teoria dell‟autopoiesi direzionata al concetto più
generale di autonomia, inoltre è contenuta un‟esplorazione del concetto di
21
definisce l‟autopoiesi “Reproduktion der Elemente des Systems
durch die Elemente des Systems”23. L‟importanza del concetto
di autopoiesi risiede nella sua estrinsecazione attraverso
l‟apertura; il sistema concepito da Luhmann non è
autopoieticamente chiuso, anzi le sue possibilità sono
nell‟essere autopoieticamente aperto in quanto teso
all‟organizzazione programmatica con riferimento informativo
agli altri sistemi; la sua autopoieticità segue quindi una
tipologia strutturale, ma non organizzativa, anche se ogni
sistema ha un proprio linguaggio, attivabile tramite il proprio
codice, che rende possibile l‟attualizzazione di eventi
economici nel sistema economia, di eventi giuridici nel sistema
diritto ecc., consentendo così le loro osservazioni primarie e
secondarie. Dapprima Luhmann applica il concetto di
autopoiesi alla società -sistema globale-, in seguito, per
evoluzione diretta degli altri sistemi, l‟autopoiesi è applicata
anche a sistemi come il diritto e l‟economia -sistemi parziali. Il
sistema diritto emerge, sempre per via di osservazione
differenziante, ma con una sua specifica funzione
immunologica24, che gli permette di ergersi a sentinella dei
sistemi sociali, seguendo delle modalità di intervento che sono
necessariamente anticipatorie di fattispecie concrete.
Prima di inoltrarmi nelle riflessioni su due sistemi
parziali, come sono appunto concepiti il diritto e l‟economia,
desidero, nel tentativo di una presentazione ed una discussione
che siano libere da equivoci, delineare la caratteristica che
„distinzione‟ analizzato da G.SPENCER BROWN, Laws of Form, London
1994, come atto fondamentale della cognizione. D‟altronde, proprio sulla
base delle osservazioni fatte da Maturana e Varela si ha l‟applicazione del
concetto di autopoiesi dalla società, come sistema generale, alla famiglia,
come sistema particolare; su questo itinerario Luhmann costruisce le sue
analisi della famiglia. F. J. VARELA, Reflections on the circulation of
concepts between a biology of cognition and systemic family therapy,
„Family Process‟, vol.28, n.1, 1989, pp.15-24.
23
N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.71.
24
Id., Das Recht der Gesellscahft, p.125 e ss., cfr. anche F.J. VARELA, A.
COUTINHO, Immune networks: getting onto the real thing,
„Res.Immunol.‟, vol.140, 1989, pp.837-845.
22
differenzia i sistemi parziali dal sistema globale. La società, in
quanto sistema totale, integra le comunicazioni, solo essa può
costituirsi come unità, intesa come “autopoiesi di
comunicazione”; questo significa che i sistemi parziali della
società non hanno la forza per attualizzare le
intercomunicazioni, in quanto operano nell‟ambiente
all‟interno della società stessa, comunicano con i sistemi nel
loro ambiente, ma non vanno oltre25. D‟altronde il concetto di
economia può essere espresso solo autopoieticamente e l‟atto
unitivo, quello che formula il sistema economia, è costituito dal
pagamento (Zahlung)26, questo indica che la base
dell‟economia è rappresentata dal pagamento, centro anche
della chiusura ricorsiva. Se l‟unità del sistema economia è
caratterizzata dal pagamento, la successione delle sue
operazioni non può essere che in direzione dello schema a due
versanti pagare/non pagare e poiché il sistema si regge sul
pagamento, di conseguenza le decisioni inerenti l‟uno o l‟altro
dei due versanti necessitano del denaro come valore di
scambio; se ne concluderà che ogni operazione economica è
connessa al denaro in quanto mezzo di pagamento27; in questa
dimensione acquistano una luce diversa tutti i singoli elementi
che compongono questo sistema e che tornano ricorsivamente,
nella connessione appunto dei singoli elementi come il denaro,
la penuria, il mercato, la concorrenza, il rischio, la tassazione,
all‟unità differenziata costituita dal pagamento. L‟affermazione
di Luhmann “l‟autopoiesi dell‟economia trascende però ogni
scopo economico e lo rende perciò sensato” significa che
l‟autopoiesi governa ogni singolo episodio sia esso economico,
giuridico, religioso superandolo in quanto è essa stessa
25
N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 50: “solo la società
può essere compresa come sistema comunicativamente chiuso”; cfr. anche
Das Recht der Gesellschaft, p. 55.
26
Cfr. N. LUHMANN, idem, p.52.
27
Infatti il denaro viene reso fisso, viene confinato, dal prezzo che
rappresenta sostanzialmente una serie di informazioni puntuali su
avvenimenti determinati, cfr. N. LUHMANN, idem, p. 18.
23
“accadimento senza fine”, ateleologico28. La definizione di
autopoiesi del sistema economia, come anche di altri sistemi, è
determinata dalla ricorsività nella produzione di operazioni
tramite elementi che lo stesso sistema produce in
interconnessione con altre operazioni sistemico-funzionali,
secondo l‟apertura informativa verso il suo esterno, che il
sistema traduce in chiusura operativa.
3. Aspettative, tra mercato e diritto.
In questo studio, come ho già anticipato, intendo
sviluppare un confronto tra sistema economia e sistema diritto
assumendo argomentazioni economico-giuridiche, supportate
da alcune considerazioni intese contemporaneamente come
centripete e centrifughe, rispetto al sistema diritto e al sistema
economia; nel caso „centrifugo‟ perché spingono
l‟osservazione verso l‟esterno, in direzione di nuove
differenziazioni, e nel caso „centripeto‟ perché, mediante una
differenziazione, definita da Luhmann “strutturante”,
costringono all‟autoosservazione. La prospettiva proposta da
questo lavoro si avvale quindi di un obiettivo principale
costituito sì dall‟analisi dei sistemi economia e diritto, ma
attraverso la lente della funzione del mercato e della penuria; il
mercato perché permette al denaro di circolare, producendo
altro denaro, e la penuria perché si caratterizza come la
funzione stessa del sistema economia, connessa alla funzione
giuridica, in un costante equilibrio con il polo opposto
costituito dall‟abbondanza29.
Lo scritto di Niklas Luhmann Die Wirtschaft der
Gesellschaft è del 1987, come precisa lo stesso Luhmann nella
28
N. LUHMANN, idem, p.58-59.
È utile ricordare, ancora una volta, che il sistema economia è costituito da
un atto unitario, il pagamento, che dà vita all‟unità-opposizione di capacità
di pagare e incapacità di pagare, penuria e abbondanza. N. LUHMANN,
idem, p.54.
29
24
prefazione, quindi precede, anche se di poco, Das Recht der
Gesellschaft del 1993, ed è peraltro successivo alla
teorizzazione del sistema economia così come delineata in
Soziologische Aufklaerung (1970); anche se la cronologia non
ha un peso determinante, è utile sottolineare che lo studio
dell‟economia nelle forme sistemiche influenzerà poi, in
maniera significativa, l‟analisi del diritto come sistema; si può
affermare che si è di fronte ad un‟influenza sia di tipo
terminologico che di tipo strutturale. Lo studio e le riflessioni
sull‟economia sono un riferimento costante nell‟opera di
Niklas Luhmann; il rinvio non può che essere a uno dei suoi
primi lavori appunto Soziologische Aufklaerung, ma anche a
Soziologie des Risikos (1991) e a Beobachtungen der Moderne
(1992), tradotti in italiano rispettivamente con Illuminismo
sociologico, Osservazioni sul moderno e Sociologia del
rischio. In questi studi l‟economia acquista una valenza
sistemico-funzionale in una prospettiva globale dei sistemi su
base autopoietica, anche se con forme più attenuate rispetto poi
allo scritto specifico, che viene qui considerato.
Proprio a partire da tali premesse, intendo discutere,
lungo le pagine di questo lavoro, in modo analitico la posizione
di Luhmann rispetto alla questione del diritto e dell‟economia,
che acquistano una loro evidenza, nel suo laboratorio
scientifico-sperimentale, solo nella forma e nella procedura dei
sistemi. Data l‟articolazione complessa e sempre coordinata
dell‟opera di Luhmann, ho ritenuto di restringere, come ho già
accennato, il campo delle mie riflessioni attuali al sistema
diritto con riferimento particolare alla discussione della
posizione del diritto nell‟ambito sistemico-funzionale e con
attenzione alla sua funzione e, in modo corrispondente, alla
posizione della penuria30, centrale nel sistema economia; in
30
Id., Illuminismo sociologico, Milano, 1983, p. 239: “La scarsità non è
sinonimo di rarità o di mancanza di oggetti, di fenomeni di penuria, di
situazioni di emergenza o di pericoli. Essa non è una qualità della natura e
neppure una relazione naturale fra bisogni e possibilità di soddisfarli che
dovrebbe essere data per scontata. Si tratta piuttosto di un criterio di
raffronto astratto, in riferimento al quale i bisogni possono essere trattati
25
questa prospettiva, è rilevante la connessione con quel micromacrosistema che è il mercato, indicato da Luhmann come
ambiente interno sistemico del sistema economia31. E‟ chiaro
che l‟ambito di discussione affrontato permette anche di
analizzare e di osservare le trasformazioni della questione
centrale della terzietà del diritto; infatti, gli esiti attuali della
cosiddetta metamorfosi del terzo attengono all‟affermazione
dominante di una prospettiva finanziaria della terzietà, che
conduce a chiedersi quale nuova conformazione abbia
raggiunto il terzo giuridico e soprattutto quali siano gli effetti
delle sue operazioni nei diversi sistemi che sono in rapporto
con il sistema diritto32.
Ogni riferimento ad una terzietà classica diviene qui
inessenziale; Luhmann qualifica il lavoro „terzo‟ esclusoincluso, ma al di là di questa figura di terzietà, plasmata sugli
studi di M. Sèrres, è possibile intravederne una arcaica quasi
quanto l‟uomo: il denaro, che, da mezzo di scambio, diventa
medium universale di comunicazione dell‟economia, proprio in
ragione dell‟atto unitivo economico, costituito dal pagamento,
si presenta come paradossalmente e funzionalmente super
partes33; il denaro rappresenta se stesso come terzo, in un
indipendentemente dalla situazione. Conferendo loro la forma della scarsità,
i bisogni vengono espressi in modo stabile nel tempo e parificati attraverso
la trasposizione del meccanismo monetario.”
31
N. LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.178 e ss.
32
N. LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p. 297. Nel sistema diritto, è
utile precisarlo, il giudice è considerato terzo portatore di funzioni, dove per
funzioni si intende un ruolo, una Stellung, determinata all‟interno del
sistema stesso; il giudice diventa un sostituto del tribunale, infatti il luogo
giuridico per eccellenza è il tribunale come luogo seriale in cui si
amministra una giustizia che è serialmente „uguale per tutti‟; il giudice
come terzo escluso-incluso è un elemento della connessione programmatica
che emette decisioni risolvibili con un‟argomentazione giuridica confinata
nella dimensione temporale dello Zeitpunkt.
33
Per Luhmann i mezzi di comunicazione non sono “conseguenze della
differenziazione sistemico-funzionale, bensì catalizzatori per la
differenziazione dei sistemi funzionali” N. LUHMANN, Die Wirtschaft der
Gesellschaft, p. 101. Per la figura della terzietà cfr. L.LOMBARDI
VALLAURI, La scienza giuridica come politica del diritto, Firenze, 1974;
26
conflitto permanente ingaggiato dal paradosso della penuria,
che mostra come nel trattamento di una condizione di scarsità
di beni si producono altre forme di scarsità34 legate
all‟emersione di situazioni giuridiche economiche.
Il problema di fondo rimane l‟influenza che il mercato,
come ambiente sistemico interno dell‟economia, esercita sul
diritto e sulle sue interconnessioni operazionali; proprio a causa
di queste connessioni, si può discutere di una funzione del
mercato nel diritto e non del contrario, nel senso che la
riconversione da aspettative normative in aspettative cognitive
è conseguenza del condizionamento mercatorio sul diritto35. La
funzione del mercato nel diritto consiste, quindi, nell‟apporto
di contributi sistemici di tipo finanziario che includono una
visione virtuale priva di materialità tangibile36; inoltre, la
funzione mercatoria incide sui contenuti di quelle aspettative
cognitive divenute normative, riconvertendole da normative in
cognitive: è il caso, per esempio, della privatizzazione di
imprese pubbliche o il caso della partecipazione pubblica che
incrementa il mercato pubblico37 ecc. La conversione può però
J.CLAM, Phénoménologie du droit chez Niklas Luhmann: de la
déphénoménologisation de la sociologie à la dépolémisation du droit,
„Archives de philosophie du droit‟, 39, 1999, p.335; K. SEIDEL,
Rechtsphilosophische Aspekte der „Mauerschuetzen‟-Prozesse, Berlin 1999;
N. IRTI, Teoria generale del diritto e problema del mercato in AA.VV,
Diritto e economia, Padova, 1999, p.278; B. ROMANO, Terzietà del diritto
e società complessa, Roma, 1998.
34
L‟argomentazione giuridica tipica del terzo sistemico è diretta, non alla
costruzione del futuro, bensì a corrispondere ad una struttura
programmatica. N. LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet,
p.246.
35
Come è noto la funzione del diritto, tramite il suo codice diritto/non
diritto, attivato dai programmi condizionali, è di convertire apettative
cognitive, che possono essere deluse dai fatti, in aspettative normative che
una volta proposte al giudizio del giudice devono essere risolte o con un
rigetto o con un accoglimento.
36
Cfr. Le droit et l‟immatériél, „Archives de philosophie du droit‟, n.43,
1999.
37
Cfr. P. SCHULTZ, Eléménts du droit des marchés publics, Paris, 1996, in
cui viene messo in rilievo il quadro giuridico del mercato pubblico che si
27
risolversi anche in senso inverso: le aspettative cognitive
diventano normative in seguito ad una pretesa giuridica che si
forma e proviene dal mercato, è, per esempio, il caso di un
regolamento antitrust. Luhmann rende evidente in modo
costante che paradigma procedurale di ogni sistema è la disparadossizzazione; questo significa evitare che si possano
verificare degli squilibri pericolosi (=disfunzionali) nella vita
inter-intrasistemica; in effetti dalla „costrizione‟ ad un
equilibrio costante, possono derivare dei problemi nell‟ambito
delle aspettative. L‟equazione mercato-diritto indica una
pretesa confinabile nella normativizzazione, questo significa
che un‟aspettativa normativizzata è resa più forte rispetto ad
un‟aspettativa cognitiva economica; l‟esito negativo sarebbe
costituito dalla circostanza che, divenendo il mercato sempre
più forte attraverso la circolazione monetaria, è possibile che
pretenda la normativizzazione di aspettative che non
condividono nulla con il concetto di giuridicità nella sua
specificità fenomenologica, non riducibile alla sua specificità
funzionale; la trasformazione rileva anche per il giudizio
giuridico che può risolversi nell‟attualizzare il calcolo
mercatorio, mediante un terzo „finanziario‟.
Nel sistema diritto Luhmann argomenta questa direzione
discutendo del paradosso dell‟indecidibilità; innanzitutto, il
giudice è tenuto sempre a decidere, la sua è una necessità
dettata dalla funzione del ruolo, dall‟impossibilità di potersi
rifiutare, il giudice deve (muss) decidere, ma la sua decisione
nel post-moderno prescinde da un‟argomentazione giuridica
classica38, quindi decide sull‟indecidibile, su ciò che non può
essere trattato con i canoni classici dell‟argomentazione logicobasa su diritto generale di contratti amministrativi, l‟evoluzione recente del
mercato ha contribuito alla sua analisi in una prospettiva vettoriale di
corruzione: il problema relativo al mercato pubblico viene trattato da
Luhmann come “richiesta di beni pubblici (...) determinata dalla
concorrenza della politica”, N.LUHMANN, Die Wirtschaft der
Gesellschaft, p. 110. Cfr. anche H.-G.HUBRECHT, Droit public
économique, Paris, 1997.
38
N.LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.338.
28
giuridica che forma la decisione classica. A questa idea di
decisione indecidibile si accosta l‟idea di un giudizio emesso
come eco sistemica di un calcolo economico, diretto dai
mercati, dalla dimensione del „finanziario‟ che incide in modo
inequivocabile sulla giuridicità della decisione stessa39.
Nei progetti iniziali di Luhmann, l‟economia sarebbe
dovuta essere un sistema parziale della catena dei sistemi
sociali; alla lettura di Die Wirtschaft der Gesellschaft ci si
accorge, invece, della forza invadente di un tale sistema
parziale e se ne traggono conclusioni proprie, invece, di un
sistema che ha un‟incidenza globale. Il sistema economia
partecipa, per differenziazione interna strutturante, a una serie
di subsistemi interni, quali ad esempio i diversi mercati,
raggruppati sotto la definizione di ambiente sistemico interno
che altri sistemi non posseggono o fanno emergere in una
forma così ridotta da non poter quasi vantare la presenza
specifica di un ambiente interno al loro sistema40. Questa vita
così intensa e polidimensionale del sistema economia, poiché,
secondo Luhmann, quando si discute di economia si discute
soprattutto di polimorfia dei mercati, è all‟origine delle
motivazioni che mi hanno spinto a chiedermi quali possano
essere gli effetti dell‟economia, del mercato in modo più
intenso e più radicale, sul diritto e se questi effetti siano in
grado di modificare, in qualche modo, le aspettative normative,
di contenuti normativizzati, considerato che è impossibile che
possano modificare la funzione del diritto che è e rimane
sempre quella immunitaria dei sistemi sociali41.
Le connessioni di ordine teorico tra mercato e diritto si
deducono anche nell‟ambito economico-giuridico di quella che
Luhmann definisce vetero-Europa; si pensi ai reati contro la
proprietà, ai cosiddetti reati economici in generale e ai
collegamenti tra diritto e proprietà che conducono sulla via
39
N.LUHMANN, idem, p.308.
Id., idem, p.189.
41
Id., idem,, p. 137.
40
29
della discussione generale dei diritti di proprietà42. Alle opere
di Luhmann ho accostato criticamente J.-P. Sartre, per una
sorta
di
comunanza
filosofico-sperimentale
non
immediatamente appariscente, e ho tentato peraltro di
analizzare sia Die Wirtschaft der Gesellschaft che Das Recht
der Gesellschaft con l‟aiuto della Critica della ragione
dialettica, che diviene quasi propedeutica per comprendere in
modo globale le tesi sostenute da Luhmann; non potevano
neppure mancare alcuni, pochi, riferimenti a Linee di una
fenomenologia del diritto di A. Kojève, che rappresenta, questa
volta per una vera e propria successione cronologica, per
entrambi l‟ispiratore filosofico e, in qualche modo, il
„maestro‟43.
4. Policontestualità e dimensioni del sistema economia.
4.1 Linee introduttive.
Le analisi e le riflessioni di Luhmann, sempre con
riferimento ai sistemi dell‟economia e del diritto, rinviano ad
alcune considerazioni relative ai caratteri di ipercomplessità e
gerarchia, estranei ed assenti negli altri sistemi; questo non
significa che i sistemi diritto ed economia siano dotati di una
loro gerarchia interna che manca o è resa invisibile negli altri
sistemi, a mo‟ di files invisibilizzati da un particolare sistema
di programmazione informatica, ma indica che il sistema
economia è più complesso dal punto di vista
dell‟interconnesione su base sistemico-programmatica;
paradossalmente possiede innanzitutto una sua binarietà
codicistica, ma allo stesso tempo non ne ha nessuna, perché si
trova a rappresentarsi come diffuso nella molteplicità dei codici
interni dei suoi sistemi/ambienti, mercato, denaro, penuria,
42
A. KOJEVE, idem, p. 488.
Cfr. A. KOJEVE, idem, passim; cfr. J.-P.SARTRE, Critica della ragione
dialettica, passim.
43
30
lavoro, proprietà, ecc.; questa circostanza lo rende
particolarmente forte e radicato nel suo costituirsi ed emergere
forse come il sistema dei sistemi, acumen acuminis, in
concorrenza con il sistema diritto, che, a causa del suo sistema
decisionale interno, i tribunali, può essere considerato, in
misura ridotta, con le stesse caratteristiche del sistema
economia.
Se in Illuminismo sociologico Luhmann rinvia ad un‟idea
di economia come sistema parziale della società44, accanto ad
altri sistemi parziali, in Die Wirtschaft der Gesellschaft è già
più difficile sostenere linearmente e per intero una simile tesi;
indubbiamente se si analizzano l‟economia e il diritto come
sistemi parziali, l‟idea che ne deriva è che questa parzialità
valga molto di più per il secondo che per il primo, in
considerazione del fatto che l‟economia ha uno sviluppo
maggiore della differenziazione rispetto agli altri sistemi, e ciò
consente un livello di autonomia, di autoregolazione che per gli
altri sistemi, come il diritto, è impensabile.
Nell‟analisi dell‟architettura di un sistema giuridico e di
un sistema economico, per Luhmann, la tesi di fondo rimane,
comunque, delineata dall‟analisi della funzione dei due sistemi;
in particolare per l‟economia, e di conseguenza per il mercato,
inteso come fattore di incremento, o meglio, di produzione e
mantenimento paradossale della penuria e di limitazione delle
comunicazioni; questa analisi consente di avere, in tal modo, la
possibilità di fronteggiare le questioni e le eventuali
incongruenze legate all‟allocazione e redistribuzione dei beni.
Inoltre, la circostanza che permette al sistema economia, con il
suo apparato di mercati, di attualizzarsi, attraverso una serie di
programmi decisionali, determinati dal medium denaro,
giustifica la sua autonomia e motiva soprattutto lo sgravio di
responsabilità che dovrebbe essere assunto dalla società; in
questo modo la società, strutturata dall‟economia, si lascia
pervadere da una sorta di innocenza, di decentramento delle
responsabilità perché costituita come luogo centrale senza
44
Vd. anche A.KOJEVE, idem, p. 467 e ss.
31
circonferenza, secondo il lessico di Sartre. E‟ utile sottolineare
ulteriormente che le decisioni condizionali assunte sul piano
economico e in particolare nell‟ambito del mercato non
influenzano direttamente, così come potrebbe sembrare ad una
prima lettura, le altre dimensioni sociali, perché queste
decisioni attivano un „sistema‟ di adattamento della società,
che si vede „costretta‟ ad assimilarle per non rischiare la perdita
di un elemento della catena dei sistemi sociali e, allo stesso
tempo, assume su di sé una situazione i cui parametri
decisionali sono sempre altrove45, mai in un‟entità definibile.
4.2 Dinamiche sistemico-funzionali.
Abbandonate le teorie borghesi e marxiste, nel senso di
una qualificazione certa e definita relativamente alla
distribuzione dei beni, senza lasciare però il punto di vista di un
materialismo storico che acquista ora connotati sistemici,
Luhmann pone in evidenza e chiarisce alcune caratteristiche
intrinseche al sistema economia, come sistema parziale della
società, necessario e contingente in una prospettiva
funzionale46 e di conseguenza al sistema diritto, referente
immunitario dei sistemi sociali. E‟ in gioco e in discussione il
concetto classico di sistema, la sua coerenza logica interna, la
funzionalità e il funzionamento attraverso l‟interconnessione di
programmi condizionali.
Nella prospettiva sistemico-funzionale appena delineata,
l‟osservazione più immediata è quella relativa alla forma dei
sistemi, in particolare dei due sistemi del diritto e
dell‟economia, analizzata nella polimorfia dei mercati; le
considerazioni e le analisi svolte da Luhmann non offrono la
possibilità di definire, da un punto di vista formale, il sistema,
anche se il formalismo sistemico-funzionale è uno degli
45
La costrizione è puramente sistemica e corrisponde al calcolo rischi
vantaggi del Servo di Kojève, secondo il principio numerico
dell‟equivalenza.
46
N.LUHMANN, Illuminismo sociologico, p. 236.
32
elementi strutturali per la connessione intrasistemica; è utile
chiarire anche, a tal proposito, che il sistema non rappresenta
un oggetto nello spazio, tanto meno sistemi complessi come
quello dell‟economia e quello del diritto. Viene così a cadere,
con l‟analisi di N. Luhmann, la consueta contrapposizione di
oggetto/soggetto, perché, mediante l‟affermazione che il
sistema non può essere considerato un oggetto alla stregua di
altri oggetti sulla base del nesso interiorità-esteriorità di Sartre,
viene a decadere non solo la possibilità, ma soprattutto il
motivo di una simile contrapposizione soggettivo-oggettiva. E‟
scontato che accanto ad un oggetto vi sia un soggetto; l‟io per
poter qualificare un oggetto „casa‟ deve avere un‟idea o
rappresentazione soggettiva di ciò che si intende con la
definizione di casa e deve astrarsene in maniera tale da poterla
osservare come oggetto.
J.-P. Sartre, con il suo „monismo della materialità‟,
incrementa, secondo una modalità completamente negativa, la
discussione sull‟uomo, nelle forme della disumanità; Sartre
indica, traccia l‟esistenza di un uomo, che non è più tale nel
senso tradizionale, ma costituisce la base per tre forme di
socialità: a) disgregazione di un collettivo, b) formazione dei
gruppi, c) ricostituzione della serialità circolare. Luhmann si
spinge oltre l‟orizzonte di Sartre e rende chiaro che non intende
muovere dall‟uomo in quanto contrapposto all‟oggettività nella
sua dimensione di soggetto, sempre disumanizzato, ma da un
sistema così come può essere descritto da un neurologo che
osserva l‟uomo secondo la neurologia; questo sistema -l‟uomonon può più essere considerato sia da un punto di vista
economico, che da uno giuridico, secondo i criteri dell‟uomo
della vetero-Europa, latore di una tradizione basata su
dimensioni classiche dell‟economia e del diritto, ma è l‟uomo
Beobachter, un uomo che osserva e che progressivamente si
trasforma da uomo osservatore in osservatore puro47, fino a
47
Le domande critiche che investono quello che qui ho definito
l‟osservatore puro sono anticipate e sviluppate nella configurazione di un
uomo cosiddetto macchina, un semplice elemento dell‟universo al pari di
33
raggiungere un doppio livello, quello acquisito dall‟osservatore
di secondo grado; quest‟ultima qualificazione dell‟uomo si
configura, nel sistema diritto, con il ruolo del terzo-giudice e
nel sistema economia, nei mercati, come l‟osservatore dei
rischi di investimento.
La contrapposizione soggetto\oggetto è permeata di un
significato definito, poiché nell‟ambito dei sistemi economia e
diritto, i rispettivi schemi di „economico‟ e „giuridico‟ si
basano, secondo il pensiero classico, sulla visibilità dei soggetti
e sulla loro contrapposizione con l‟oggetto di scambio e di
contesa; nel caso dell‟economia sulla visibilità dell‟acquirente
e dell‟offerente, come dell‟investitore; nel caso del diritto, sulla
visibilità dell‟attore e del convenuto, dell‟imputato e della
persona offesa, e in seguito del terzo imparziale e disinteressato
- secondo il lessico di Kojève - che interviene per dirimere la
controversia o per annullare l‟azione controgiuridica di uno dei
due soggetti. Nella cosiddetta società post-moderna, ipercomplessa, differenziata dall‟emersione dei sistemi, il mercato,
come piazza visibile, è sostituito dal mercato virtuale,
finanziario. Nel sistema diritto, di conseguenza, il terzo giudice
è escluso-incluso attraverso il dinamismo operazionale della
programmazione attivatrice della binarietà codicistica, si trova
quindi a dover decidere seguendo una linea programmatica che
non è quella dell‟argomentazione giuridica.
altri cfr. OFFROY DE LA METTRIE J., L‟homme-machine, Paris, 1999;
cfr. anche MORILHAT C., La Mettrie. Un matérialisme radical, Paris,
1997; T.PARSONS, Il sistema sociale, Milano, 1965; G.SPENCER
BROWN, The Laws of Form, London, 1994; H. MATURANA F.VARELA,
L‟albero della conoscenza, trad. di G.Melone, Milano, 1992; Autopoiesi e
cognizione, Venezia, 1992.; E.MAYR, Storia del pensiero biologico,
Torino, 1999; E.BONCINELLI, Il cervello, la mente e l‟anima, Milano,
1991, passim; J.-P. CHANGEAUX-P.RICOEUR, La natura e la regola.
Alle radici del pensiero, Milano, 1999, passim; per una completezza del
pensiero di Changeaux si veda anche J.-P.CHANGEAUX, Ragione e
piacere. Dalla scienza all‟arte, Milano, 1995. Cfr. inoltre A.SERRA, Le
origini biologiche dell‟uomo, „La Civiltà Cattolica‟vol.IV, 3559 (1998).
Cfr. anche, in una prospettiva che si discosta da simili posizioni,
K.JASPERS, Psicopatologia generale, Roma, 1964, 1965.
34
Il punto di convergenza tra le teorie sistemiche e quelle
cibernetiche è costituito proprio dalla dimensione osservativa,
negatrice della classica contrapposizione oggettivo\soggettiva,
che Luhmann assume come punto di partenza per discutere di
osservazione, non solo di osservazione passiva, ma soprattutto
di osservazione attiva: “chiameremo „persone‟ quei sistemi
psichici che vengono osservati da altri sistemi psichici o da
sistemi sociali”48; attraverso questa definizione Luhmann
configura una situazione pervasa da un dinamismo statico che
solo il continuo entrare e uscire dei programmi condizionali dai
sistemi rende inutilmente dinamico; statico non è inteso nel
senso di passivo; infatti, l‟attivazione dell‟osservazione
produce la differenza e di conseguenza l‟emersione del
sistema49, d‟altronde se si presentasse solo un osservatore
passivo non emergerebbero altri sistemi per differenziazione
funzionale, non emergerebbero né economia, né diritto.
4.3 Scopo e volontà del sistema.
La definizione di sistema non nasce con Luhmann, né si
può immaginare nelle opere di Luhmann una sorta di
propensione al sistema ideale o a quello reale nella
delineazione dei sistemi economia e diritto; proprio questi
concetti acquistano un significato diverso che non
performativizza però un significato deformato, mette in
evidenza piuttosto una valenza post-moderna, con le
contraddizioni che questo modo di procedere presenta in
relazione alla filosofia classica, seppur con una procedura di
negazione50.
E‟ indubbio che Luhmann riconosca l‟esistenza di alcuni
a priori da ascrivere direttamente alla filosofia di Hegel,
48
N.LUHMANN, Sistemi sociali, Bologna, 1991, p. 211; cfr. anche
Osservazioni sul moderno, p.63. Cfr. J.-P.SARTRE, La trascendenza
dell‟Ego, Milano, 1992, p.44 e ss.; N. LUHMANN, Das Recht der
Gesellschaft, p.175 e ss.
49
N. LUHMANN, Osservazioni sul moderno, p. 68.
50
Sul concetto di moderno vd. N. LUHMANN, idem, p.9 e ss.
35
Schelling o Fichte, ma abbandona la pretesa della reductio ad
unum, affermando proprio il contrario, (i prodromi sono da
vedere in Sartre con la sua serialità circolare) e cioè che la
funzionalità organica può avere una sua concretizzazione in
forme diversificate come quelle economiche e di mercato e
quelle giuridiche. I modelli di diversificazione sono molteplici,
e la restrizione di questo studio a soli due modelli ne è una
prova, si pensi appunto ai sistemi del diritto e dell‟economia
che possono concretizzarsi, attualizzarsi in forme molteplici,
come i diversi mercati, le banche, i tribunali (non das Gericht
scrive Luhmann ma die Gerichte).
Così, in relazione al diritto e all‟economia, è inutile
affermare che la conservazione del sistema economico o
giuridico o la riduzione della loro complessità costituiscono
una sorta di reductio ad unum, per esempio all‟idea di
economia o a quella di giustizia che, una volta compiuta,
assolverebbe il sistema da altri compiti; il fattore Dio nella
religione è stato ritenuto una semplice forma di contingenza,
così come lo è il denaro nell‟economia e il fattore giustizia nel
diritto; non è la riduzione tradizionale che conduce Luhmann a
discutere di sistema regionalizzato nelle forme economiche o
giuridiche, anzi si tratta dell‟esatto contrario. Il sistema è
custode delle forme della molteplicità economica nella forma
dei mercati e della molteplicità giuridica, nella forma dei
tribunali e dei gradi di giudizio ed è una condizione, questa
della molteplicità, senza la quale questi due sistemi non
avrebbero una ragione per esistere, per emergere e per
evolversi su basi vitalistiche, secondo il modello dei sistemi
biologici. La molteplicità dell‟economia, come è stato detto,
consiste nelle diverse dinamiche mercantili, quella del diritto
coincide con la pluralità dei tribunali, che costituiscono l‟area
decisionale; la spinta economica di soddisfare alcune
aspettative piuttosto che altre è basata sul binomio pagare/non
pagare e sull‟equilibrio di scarsità e sufficienza, ma queste
spinte sono polimorfe in quanto provengono da un luogo di
continue contrattazioni come i mercati e soprattutto dal
36
mercato monetario, che essendo mercato di se stesso, imprime
sui beni una doppia semantica: è esso stesso bene e mezzo di
scambio.
Ogni sistema, è noto, ha una sua funzione che lo
differenzia dagli altri; ogni sistema può, in un arco temporale
imprecisato, ma sempre definito e mai infinito, scomparire in
quanto vive sotto la costante minaccia dell‟ambiente che può
re-inglobarlo; se ci fosse una convergenza verso l‟unità, ogni
elemento del sistema coordinerebbe le sue operazioni per
evitare la re-immersione di qualsiasi sistema nell‟ambiente, ma
così non è: ogni sistema adotta una procedura da Zeitpunkt,
ossia il sistema economia adotta, tramite il mercato, operazioni
contingenti, valide nell‟hic et nunc; così come il sistema diritto
emette decisioni che non si avvalgono pienamente della terzietà
giuridica temporale, primo grado, appello e cassazione, ma di
una decisione che permette di conservarsi momentaneamente
in attesa di altre operazioni. La riduzione della complessità è
una semplificazione della realtà complessa, non è un motivo
teleologico per giungere ad un obiettivo; la minaccia che
sovrasta un sistema, come una spada di Damocle, non è la
scomparsa nell‟ambiente, ma la con-fusione con gli altri
sistemi, l‟assimilazione agli altri sistemi, la rassegnazione
all‟anonimato funzionalista degli altri sistemi. Così, il sistema
economia coordinerà, attraverso le attività del mercato, le sue
operazioni in modo tale da farle corrispondere alla funzione
dell‟economia, rappresentata dal costante equilibrio tra
abbondanza e penuria e fondata autopoieticamente sul
pagamento; il sistema diritto emetterà, nell‟ambito dell‟area
decisionale, sentenze che siano in armonia con la funzione
immunologica del diritto nei confronti degli altri sistemi
sociali. Immaginare una scomparsa dell‟economia è
inverosimile; significherebbe la scomparsa dell‟uomo, non solo
come sistema, ma come entità dotata di capacità di interazione
che si concretizza inevitabilmente nei beni disponibili sempre
nel medio della penuria. E‟ più argomentabile una fusione del
diritto con il sistema economia, tramite forme molteplici e
37
differenziate, adottate da un sistema che solo formalmente si
costituisce come sistema diritto, mentre fattualmente può
consistere in una serie di pretese provenienti dai mercati e
quindi dall‟economia.
L‟attenzione di Luhmann, relativamente alla vita dei
sistemi diritto ed economia, si sposta dalla coerenza interna dei
sistemi, all‟analisi dell‟ambiente; i sistemi sono collocati ed
emergono da un ambiente, per cui, per quella che Sartre
definisce „serialità d‟impotenza‟, si può affermare che
l‟ambiente influenza i sistemi, compresa la loro formazione51;
il problema dell‟esistenza di un sistema è determinato non
dall‟impotenza che coglierebbe i sistemi una volta dissolti
nell‟ambiente, ma più semplicisticamente dalla „paura‟ del
vuoto, del nulla che coglie il sistema rifluente nell‟ambiente e
che però è impossibile reperire nella dimensione sistemica, a
causa della continua evoluzione e trasformazione di ogni
elemento della catena sistemico-funzionale. In realtà in
Luhmann la questione del vuoto non si pone, perché non può
esistere una dimensione di nullità: ogni operazione è
coordinata, ogni sistema è connesso, ma può accadere che nel
momento precedente l‟osservazione in direzione della
differenziazione, ci sia un momento di assenza di un
movimento direzionato in modo marcato; la differenza con le
tematiche sviluppate da Sartre sta proprio nella negazione di
questa serialità d‟impotenza da parte di Luhmann: essere
seriali, per Luhmann, non significa essere impotenti, se la
serialità è eterarchica, mentre per Sartre il gruppo rappresenta
la forza, la potenza che la serie, impotente, non è in grado di
conseguire.
Nell‟arco delle molteplici operazioni organizzate dal
sistema non compare la domanda perché il sistema non voglia
scomparire. Il sistema si muove su base vitale e la sua
negazione comporta semplicemente una riconversione, che
51
N. LUHMANN, Illuminismo sociologico, p.236. Per il concetto di
economia in Sartre cfr. anche Quaderni per una morale, Roma, 1991, p. 77
e ss.
38
costituisce anche il senso della sua autoconservazione e
fondamentalmente della sua ratio. Il sistema, in quanto
sistema, non si proietta in uno scopo che implichi una volontà
intrinseca, secondo la procedura scopo-volontà-azione; la
volontà del sistema è in direzione di una autoconservazione che
non si pone nella prospettiva delle progettualità propria ed
esclusiva di soggetti progettanti: il sistema non vuole, perché
non può volere, non è nella sua essenza sistemica
l‟estrinsecazione e l‟attualizzazione di una volontà52. Il sistema
procede, in un‟armonia sistemico-funzionale con gli altri
sistemi, all‟attuazione di operazioni puntistiche che siano
positive e non fallimentari, ossia che diano esito positivo per la
continuazione e la riuscita delle successive operazioni
intrasistemiche. E‟ utile però porre in risalto che il sistema
economia, così come il sistema diritto, „vogliono‟ continuare a
vivere, „vogliono‟ continuare ad operazionalizzare sulla base di
un programma, non di un progetto esistenziale, altrimenti si
avrebbe un‟antropomorfizzazione dei sistemi economia e
diritto; è anche chiaro che quest‟uomo -il sistema- non vuole
estinguersi, ma mira alla sopravvivenza, attraverso la
sopravvivenza dei sistemi che concorrono alla sua
continuazione, quindi mediante la continuazione operativa
soprattutto dei sistemi economia e diritto.
Il senso e la direzione dell‟autoconservazione di un
sistema è determinato senza dubbio dalla sua funzione. La
funzione specifica del sistema diritto, è una funzione
immunitaria, come la definisce Luhmann: il sistema diritto
funziona esattamente sulla base paradigmatica della condotta
del sistema immunitario per il corpo umano, che
fisiologicamente tutela gli organi da cui promana; così il
52
Cfr. R. von JEHRING, Lo scopo della legge, Torino, 1972, p.309:
“L‟esattezza del contenuto della volontà è racchiusa nel suo scopo. È con
riferimento a questo „rapporto‟ con lo scopo, contenuto in ogni volontà, cioè
con il fine del volere, che il linguaggio comune definisce un‟azione come
„esatta‟ o „non esatta‟”. Il sistema non è orientato allo scopo classicamente
inteso, anela programmaticamente a far confluire le proprie energie
operazionali abuliche verso l‟autoconservazione autopoietica.
39
sistema diritto è custode del codice diritto/non diritto, che serve
alla vita degli altri sistemi, istituendo alcune aspettative
cognitive come aspettative normative.
Immaginiamo la scomparsa del sistema diritto
nell‟ambiente, la sua con-fusione con altri sistemi, la
dispersione integrale in altri sistemi, in altri codici, il suo
amalgamarsi con le funzioni di altri sistemi e immaginiamo
anche che, per effetto di una successiva differenziazione,
questo sistema possa riemergere, sempre sulla base di una
procedura evolutiva: chi si rende garante che riemerga con la
stessa funzione precedente? Potrebbe, per esempio, emergere
per funzione distruttiva di alcuni sistemi sociali a vantaggio di
altri; potrebbe articolare dei rinvii eteroreferenziali in direzione
di alcuni sistemi piuttosto che di altri. A queste domande si
potrebbe dare forse una risposta à la Sartre: il sistema, per
quella condanna alla ripetitività che invade l‟uomo e che si
concretizza nella serialià circolare, è destinato a ri-emergere
anche se non con la stessa funzione perlomeno con le stesse
programmazioni decisionali sistemico-funzionali. Questa
ipotesi può diventare un motivo di discussione per una nuova
forma di terzietà, come terzietà seriale, destinata ad essere tale
nell‟immanenza della contingenza che si specifica nel mercato,
come „anima‟ dell‟economia.
5. Analisi del concetto di sistema.
5.1 Interconnessioni etero-ambientali del sistema.
Il nucleo costitutivo e fondamentale della teoria
sistemico-funzionale è quindi che sia l‟individuo che la società
sono osservati da Luhmann come sistemi, così come il diritto e
l‟economia, cioè entità dotate di senso, di differenziazione di
senso, regioni di senso confinate rispetto ad altre distinte
regioni di senso. Sia il sistema diritto che il sistema economia
si basano sull‟autoreferenza; autoriferimento indica, secondo
40
Luhmann, “l‟unità che un elemento, un processo, un sistema
rappresenta per se stesso”; il per se stesso designa qui
l‟indipendenza dalla “impostazione data dall‟osservazione
altrui”53.
I sistemi economia e diritto sono allo stesso tempo,
similmente agli altri sistemi, auto ed eteroreferenziali,
costituiscono una chiusura ed un‟apertura ricorsive e in questo
sono indipendenti l‟uno dall‟altro, sono indipendenti per quello
che attiene alle procedure. Autoriferimento non significa
necessariamente tautologia, né isolamento autistico; è
indubbiamente una chiusura circolare e ricorsiva, ma questa
dimensione di chiusura non è una forma di garanzia del
successo delle operazioni nel mercato per quel che attiene
all‟economia, di sicurezza o di autoconservazione della
funzione immunologica dei sistemi sociali, per quel che attiene
al diritto. La chiusura è condicio di apertura: senza la chiusura
non ci sarebbe apertura; infatti, nella discussione di una
cosiddetta funzione teleologica del sistema economia e del
sistema diritto, non è la chiusura ciò che il sistema si propone,
anzi le operazioni autoreferenziali non adottano l‟attività
totalizzatrice di Sartre, non hanno intenzione di assimilare la
globalità sistemico-funzionale: con le loro operazioni, i sistemi
dell‟economia e del diritto non fanno altro che compiere
un‟apertura in direzione della totalità dei sistemi; il sistema
economia, in particolare, non intende inglobare, sia pure
astrattamente, la catena degli altri sistemi sociali.
Tale autoriferimento è possibile solo in una condizione in
cui si attualizza la differenziazione o differenza; tale differenza
viene prodotta e conservata e utilizza, inoltre, i propri limiti per
costituirsi come differenza; proprio la conservazione del
confine, del limite suggella la conservazione del sistema; nel
caso dell‟economia i limiti interni sono imposti dalla
differenziazione dei mercati54. Ne deriva, allora, che questa
differenziazione implica una direzione del sistema, ma anche
53
54
N.LUHMANN, Stato di diritto e sistema sociale, Napoli, 1978, p.7.
Id., Sistemi sociali, p.60.
41
una comprensibilità di quali siano i limiti del sistema e quali
quelli dell‟ambiente, anche se nel caso del sistema economia i
limiti sono duplici, sia interni, i mercati, sia esterni, quelli dati
dal funzionamento vitale di altri sistemi, poiché l‟economia
agisce in un doppio ambiente, interno ed esterno. Che il
sistema si sviluppi tramite differenziazione attualizza una serie
di rinvii universali e trattare il senso diviene un‟operazione di
differenziazione, ossia denota il ritorno della differenza; il
senso rappresenta propriamente una differenza, vale a dire la
differenza tra “l‟attualità e l‟orizzonte della possibilità”.
Allora, la questione dell‟apparato sistemico-funzionale, e
specificamente dell‟economia e del diritto, ruota intorno al
problema della necessità della differenziazione, in altre parole,
in che cosa consiste la necessità della differenziazione e quali
sono gli elementi che ne causano la produzione?
Per la discussione relativa a tale questione, Luhmann
assume una posizione critica rispetto a una determinata
filosofia classica. Le locuzioni differenza di senso e senso della
differenza indicano due procedure diverse nella loro
sostanzialità; mentre nel primo caso si tratta, come in
Luhmann, di una differenza che emerge solo ed unicamente per
osservazione e che attiva immediatamente i due poli
dell‟osservazione attiva e passiva, solo in direzione della
differenziazione funzionale; il senso della differenza discute,
invece, un criterio differenziatore che non si evolva
semplicisticamente dalla differenza, ma dal senso in quanto
domanda sulla qualità esistenziale della comunicazione e della
possibilità, in direzione della differenziazione fenomenologica.
Questa distinzione necessita di un‟argomentazione bipartita;
l‟attenzione è rispettivamente nella prospettiva di un miglior
funzionamento dei mercati, per il sistema economia, mentre per
il sistema diritto riguarda l‟attività legislativa e giurisdizionale.
La seconda interpretazione del senso, la domanda sul senso
della differenza, è argomentabile nella prospettiva
42
dell‟esistenza intesa come coesistenza55 che attinge senso dalla
specificità fenomenologica dell‟uomo, non riducibile ad altri
fenomeni vitali, come i vegetali e gli animali.
In Luhmann, il carattere predominante e prioritario è
costituito dal senso come differenza di senso -specificità
funzionale del diritto-, attività di selezione funzionale che
interdice l‟accesso al senso della differenza, alla specificità
fenomenologica del diritto; vi è un momento in cui ogni
elemento non può essere più messo in condizione di
comunicare con altri elementi; in questo modo si forma una
specie di crocevia per cui si configura una differenza di senso
che seleziona la complessità scaturita da questa organizzazione,
adottando un procedimento di adattamento che sopravvive solo
per dirigersi verso la dissoluzione; il fenomeno della
complessità induce a una precisazione della definizione di
„insieme complesso‟ che Luhmann delinea, descrivendolo
come “un insieme di elementi fra loro connessi se, a causa di
limitazioni intrinseche della capacità di collegamento tra gli
elementi, risulta impossibile collegare ogni elemento in
qualsiasi momento con ognuno degli altri”56. Il concetto di
„limitazione intrinseca‟, per il paradosso che caratterizza il
procedere speculativo funzionale luhmanniano, rinvia al
fenomeno della complessità, fattore interno degli elementi.
Nell‟insieme dei sistemi costruiti da Luhmann, la
complessità è un elemento giustificatorio per il rinvio alla
necessità di selezione, che necessita di una dimensione
temporale contingente (la contingenza) e di una situazione di
rischio57. La circostanza dell‟incidenza della selezione nella
55
Il paradigma coesistenziale non è quello di Sartre, ma ad esempio quello
di Jaspers così come lo stesso lo delinea e lo descrive nei tre volumi di
Filosofia.
56
N. LUHMANN, Sistemi sociali, p.95.
57
“Contingente ciò che non è né necessario, né impossibile, ciò che, di
conseguenza, può essere come effettivamente è, era, sarà, ma è possibile
anche diversamente”, id., Sistemi sociali, p.208; id., N.LUHMANN,
Osservazioni sul moderno, p.59: Luhmann ricava deduttivamente il concetto
43
complessità o nella ipercomplessità rende comprensibili le
molteplici forme del reale, ma questo non significa
minimamente che le possa rendere dominabili. Infatti,
Luhmann lascia sempre un ampio spettro di eventualità, un
cosiddetto surplus di rimandi difficile da incanalare. Ad
esempio, nel sistema economia ogni operazione ha
indubbiamente un proprio itinerario determinato: le operazioni
bancarie possono incidere sui mercati e, di converso, le
contrattazioni di Borsa influenzano l‟andamento dell‟economia
nei singoli Paesi ecc. Resta quindi impossibile marcare con una
certa esattezza quale sia il fine ultimo di un‟operazione,
indubbiamente per fine ultimo si intende l‟autoconservazione
che non è uniformabile al concetto di dominio.
5.2 Comparazione con la definizione classica di sistema.
In questa prospettiva appena delineata la questione
centrale ruota intorno ad un probabile tentativo di
comparazione tra l‟opera di N. Luhmann e il concetto o le
definizioni classiche di sistema. Il quesito non richiede
necessariamente una risposta completamente negativa o
completamente positiva; ma criticamente si può affermare che
in Luhmann permangono „tracce‟ di sistema classico, senza per
questo conservare o riproporre l‟architettura di un sistema
classico come ad esempio quello „idealista‟.
Quando si argomenta di sistema e metodi sistemici, si
indica, con questa locuzione, la costruzione, l‟architettura
appunto di un‟unitarietà mediante la composizione di elementi
molteplici: gli elementi non sono da intravedere
semplicisticamente come somma che costituisce il tutto, al
contrario ogni elemento ha una sua propria, particolare
funzione che acquista importanza e validità nel momento in cui
è coordinata all‟incidenza della funzione degli altri. Nel caso
del sistema economia, un‟operazione nel mercato monetario
di contingenza dalla definizione di osservazione di primo e di secondo
ordine; cfr. anche Sociologia del rischio, passim.
44
non avrebbe senso se non esistesse il coordinamento con gli
altri mercati. Si tralascia di discutere che ciò che può comporre
un sistema possono essere sia oggetti sensibili, e naturalmente
il rapporto in tal caso si dirà reale, che relazioni puramente
ideali, nel qual caso il rapporto si dirà proprio del sistema
ideale. E‟ chiaro però anche che sia la qualificazione
nell‟ordine dell‟ideale che quella nell‟ordine del reale devono
essere necessariamente relative ad elementi congiunti in un
sistema. Questo assunto è determinato dalla considerazione che
vuole a priori una cosiddetta „progettualità‟ sistemica, per cui
poi dalla progettualità ideale nasce o deriva deduttivamente
quel rapporto reale alla base del sistema. Un esempio di tale
costruzione è quella del sistema matematico legato da un
vincolo di coerenza interna che lo costituisce come sistema
ideale. Ma anche questo particolare tipo di sistema, il sistema
matematico, trova nell‟esperimento una forma oggettiva e
quindi una forma reale che lo fa passare da sistema puramente
ideale a sistema reale.
Superando queste qualificazioni di ideale e reale, si può
esplicitare che in Luhmann ogni elemento „nuovo‟ è destinato
ad essere trattato dal sistema, senza che vi sia la presenza di
una progettualità che non sia quella programmatica e
funzionale, estranea quindi al bene, al vero, al giusto ecc.; in
Schelling, per fare solo un cenno esemplificativo di
comparazione, che pur argomenta, discute, e propone una
filosofia basata sul sistema, quello dell‟idealismo
trascendentale, ogni elemento arricchisce il sistema di
un‟ulteriore chiarificazione per l‟approdo all‟autocoscienza58,
che costituisce il nucleo di formazione, misura e coordinazione
tra una molteplicità di elementi.
58
F.G. SCHELLING, Sistema dell‟idealismo trascendentale, Bari, 1990,
p.27: “l‟autocoscienza è il punto luminoso in tutto il sistema del sapere”;
N.LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.171 e ss, p. 240 e
ss.
45
6. L‟„anima‟ dell‟economia: aspettative normative
economiche e mercato.
Le considerazioni presentate fino a qui consentono di
compiere un‟esplorazione all‟interno del sistema economia.
L‟economia, infatti, seguendo il percorso di Luhmann,
sembrerebbe avere una sorta di „anima biologica‟ che
costituisce la „novità‟ differenziante rispetto ad altri sistemi:
l‟anima dell‟economia è rappresentata dal mercato e il mercato
non è più quel luogo dell‟economia elementare -si pensi ai
fisiocrati- in cui si baratta, si scambia, si combinano affari di
varia natura59, si pensi anche all‟applicazione lessicale
mercatoria a fenomeni di criminalità più o meno diffusa
(mercato dei bambini, mercato della prostituzione, mercato
nero, mercato degli organi ecc.). Attualmente, nella società
complessa, il mercato è un‟appendice diretta, funzionale e
significativa della cosiddetta catena dei sistemi sociali;
impropriamente lo si potrebbe definire un particolare sistema
sociale, che si differenzia per una sua funzione, ma che rimane
ambiente interno sistemico dell‟economia.
Una delle varianti rilevanti all‟interno del sistema
economia è la metamorfosi temporale dovuta al credito e al
capitale; ne derivano un futuro contingente e un presente come
punto temporale in cui decidere il futuro, punto in cui può
essere „deciso‟ o meno il passato più idoneo a una tipologia di
futuro60. E‟ chiaro che in questa prospettiva temporale mutano
gli elementi, per esempio, del quadro giuridico, in cui la
temporalità è misurata in relazione alle aspettative cognitive e
alle aspettative normative; nell‟ambito economico, invece,
proprio a causa della radicale astrattezza del diritto, vi è una
conversione da situazioni normative a situazioni cognitive,
59
Si pensi a quel piccolo classico della letteratura jugoslava in cui la vita
dei personaggi ruota intorno al mercato che ha “un innato e acuto senso
delle cose essenziali” cfr. I.ANDRIC‟, La storia dell‟elefante del visir, in
Racconti di Bosnia, Roma, 1995.
60
Cfr. N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 151 e ss.
46
relativa alle aspettative economiche61; questo significa che la
pretesa normativa viene sostituita da un processo di
adattamento, l‟esempio classico -come si è già discusso- è
quello del prezzo: se il prezzo sale si paga di più e tutto si
esaurisce in quell‟atto del pagamento, o più semplicemente si
sceglie di non pagare e quindi di non comprare a quel prezzo
determinato62; ma niente di più, non vi è l‟esperire proprio di
una pretesa giuridica, qualificata come giuridica perché è
un‟azione per la tutela giurisdizionale dei propri diritti da parte
del venditore o da parte del compratore; in questo caso la
funzione del diritto è quella di una “copertura astratta”63, per
quel che riguarda le aspettative cognitive selezionate ed
istituite come normative.
Nell‟ambito della diversa valenza delle aspettative
economiche rispetto alle aspettative normative, si potrebbe
realizzare l‟ipotesi che i sistemi sociali, in seguito a vari
adattamenti, acquisiscano preventivamente, come percettori, la
posizione da assumere per una determinata situazione e la
assumano prima che la fattispecie si realizzi concretamente
secondo l‟incidenza del sistema diritto. Bisogna anche
precisare che non sempre i sistemi sociali funzionano tutti
come sistemi adattivi; nel caso del sistema diritto, ad esempio,
reperiscono una funzione risolutiva e anticipatoria di conflitti.
La dinamica è relativa alle interconnessioni tra sistema diritto e
sistema economia; se il prezzo di alcuni beni primari (pane,
acqua ecc.) aumenta, il consumatore si trova davanti
61
N.LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, p.77 e ss.; Die Wirtschaft der
Gesellschaft, p.278 e ss. Aspettativa è un termine che acquista una valenza
economica nel sistema economia; “la pressione dell‟aspettativa -scrive
Luhmann- può essere rafforzata dalla qualificazione normativa
dell‟aspettativa; però già la semplice attesa , se diventa nota, conduce a che
colui al quale è indirizzata, per ottiene la possibilità per questa ragione di
corrispondere oppure deviare dall‟aspettativa, e deve quindi decidersi”. Cfr.
anche N. LUHMANN, Illuminismo sociologico, p.246.
62
A.KOJEVE, idem, p. 473: “il prezzo (...) è determinato dalla produzione e
dal mercato”.
63
N.LUHMANN, Illuminismo sociologico, p. 247.
47
all‟alternativa pagare/non pagare, che rappresenta in effetti il
codice del denaro, ma anche la base equilibrante del sistema
economia; se il consumatore, oltre a rifiutarsi di pagare,
oppone anche una contestazione diffusa dai toni piuttosto
decisi, la soluzione potrebbe essere rappresentata -dopo vari
tentativi privati, non giuridici, eseguiti con la forzadall‟istituzione di una norma ad hoc. Viene anche da
considerare la capacità chiarificatrice di un fenomeno diffuso
come quello delle assicurazioni, che scaturisce dalla
configurazione preventiva di un eventuale incidente; la gamma
incidentale ha in effetti configurato il suo quadro di riferimento
nelle assicurazioni; ormai, anche nel lessico comune, non si
parla di incidente se non per chiedersi quale sia la copertura
assicurativa per quella determinata tipologia; la procedura
standard è basata sullo schema assicurazione-incidenterisarcimento. Da una casualità che apre la strada ad una
problematica economica, come la perdita, si passa a una
responsabilità e a un‟imputazione prevedibile da parte di una
struttura come quella assicurativa. Si pensi anche all‟ambito
medico-ospedaliero: un‟operazione chirurgica non riuscita
menoma permanentemente il paziente, che esperisce un‟azione
di risarcimento il cui equivalente monetario è coperto in caso
di assicurazione del medico chirurgo imputato, qualora sia
siano verificate determinate condizioni.
Il diritto, garante dell‟immunità dei sistemi sociali,
anticipatore oltre che risolutore dei conflitti, prevede quindi la
formulazione di fattispecie astratte, di conflitti disciplinati
giuridicamente; per la visione sistemico-funzionale del diritto,
in questa sua anticipazione non è presente però alcun elemento
creativo, ovvero proprio della soggettività progettante, ma solo
elementi adattivi e conservativi, nel senso che il diritto si
adatta, sia pure non costantemente, al pari della società che
deve tutelare, alle sollecitazioni del sistema economico e della
sua „anima‟, il mercato. Un adattamento può essere considerata
la creazione della figura dell‟arbitrato64, derivante proprio da
64
C. PUNZI, L‟arbitrato, Milano, 1973, passim.
48
una situazione di litigiosità che non viene affidata ad un terzo
in quanto tale, ma ad un arbitro, terzo convenzionale, che
decide sulla base di un calcolo ecomico standardizzato sulle
aspettative di mercato.
Il mercato, pur distinguendosi come ambiente sistemico
interno dell‟economia emerge, come qualunque sistema, per
differenziazione; anche qui la differenziazione indica e
significa “ripetizione della differenziazione di sistema e
ambiente entro i sistemi”65; quindi anche il mercato è un
sistema, infatti la locuzione „ambiente interno sistemico‟ indica
che all‟interno del sistema si verifica una differenziazione,
emergente nel momento in cui l‟osservatore distingue che, nel
quadro del sistema economia, non si producono solo operazioni
economiche, ma è presente una serie di operazioni relativa a
forme di produzione diversificata, costituita da articoli di
generi diversi, dall‟alimento base fino all‟informazione. Si può
affermare, quindi, che l‟economia presenta due lati; da una
parte è osservata come sistema globale e dall‟altra come
ambiente dei suoi sistemi parziali e che il sistema economia, in
quanto sistema globale, si lascia osservare allo stesso tempo
dall‟esterno e dall‟interno. Dal punto di vista del sistema
parziale, l‟economia si presenta come ambiente particolare dal
quale si differenzia il sistema parziale; dall‟osservazione del
sistema parziale deriva che l‟economia è un‟unità che “invade
la differenza del sistema partecipante e l‟ambiente
specificamente economico; è l‟unità che consiste nel sistema
partecipante e nel suo ambiente economico-sistemico
interno”66 .
Da queste premesse scaturisce l‟idea stessa di mercato
che è “l‟ambiente economico interno dei sistemi partecipanti
del sistema economico, che per ciascuno è un altro e nello
stesso tempo però è per tutti lo stesso”67, nel mercato agisce
dunque una polimorfia di mercati. Dal continuo evolversi delle
65
N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 93.
Id., idem, p. 94.
67
Id., idem, p.95.
66
49
singole operazioni, si può affermare che il sistema economia è
un sistema che osserva se stesso, nel modo più assoluto, e il
mercato è l‟ambiente interno del sistema economia che, nel
momento in cui si differenzia, diventa un sistema appartenente
alla stessa economia. Il mercato presenta quindi le stesse
caratteristiche degli altri sistemi, ma l‟osservazione del mercato
è resa possibile in modo specifico, a differenza degli altri
sistemi, soltanto dal medium prezzo, nel senso che il prezzo
„istituisce‟ il mercato, lo rende un‟istituzione agli occhi degli
altri sistemi68.
Il dinamismo interno al sistema economico si propone
come un meccanismo circolarmente autoreferenziale, in quanto
si differenzia per permettere che si possano effettuare quelle
riduzioni che lo portano a potersi osservare, così da
istituzionalizzare se stesso attraverso l‟osservazione. Il nucleo
non risulta essere l‟autoosservazione dell‟economia, quanto la
sua trasformazione mediante la consueta differenziazione
dall‟ambiente per causa di sistemi partecipanti-parziali che
possono, a loro volta, osservare l‟ambiente che loro appartiene.
E‟ possibile affermare, arrivati a questo punto della
discussione, una antropomorfizzazione sistemico-funzionale del
sistema economia; la situazione descritta ed elaborata da
Luhmann
appartiene
in
effetti
allo
schematismo
antropomorfico: il sistema economia possiede addirittura
un‟egoità rappresentata dal sistema bancario, non solo, ma
sviluppa anche un ambiente sistemico interno differenziato
attraverso l‟istituzione dei mercati, che costituisce un „anima‟
che straripa dalla corporeità generale alla quale appartiene.
Queste considerazioni, valide fra l‟altro per ogni tipo di
economia sia essa capitalista o socialista, visibili però solo
nell‟economia complessa, riconducono dalla differenziazione
interna dell‟ambiente alle osservazioni proprie della penuria; il
paradosso della penuria viene dis-paradossizzato proprio
tramite una differenziazione che rappresenta una
68
Id., idem, p.13 e ss. Luhmann pone in risalto come il denaro debba essere
considerato “autoreferenza istituita”, p.16.
50
differenziazione ulteriore rispetto a quella che istituisce il
sistema mediante la sua emersione69.
La differenziazione acquista in Luhmann la
caratteristiche dell‟istituire70, ciò che viene inteso come
istituzione in Luhmann è però rappresentato e fatto emergere in
realtà dall‟osservazione di una differenziazione; l‟istituire
diventa un‟operazione sistemica e non l‟opera scelta dalla
soggettività coesistenziale. L‟istituzione, intessuta di una logica
combinatoria funzionale, non fondazionale, si compie su base
evolutiva sistemico-funzionale con implicazioni di carattere
vitalistico; si tratta di un istituire che non prende distanza
dall‟accadere contingente, ma che, al contrario, costituisce
l‟accadere, il fatto contingente privo della sua funzione
teleologica, senza fine71, privo di qualunque orientamento
come esige lo svolgimento di un‟antropologia costruita sul
primato della differenziazione funzionale, rispetto alla
specificità fenomenologica.
7. Il paradosso della penuria e la dis-paradossizzazione
come paradigma sistemico.
7.1 La penuria sartriana e la Knappheit sistemica.
In un quadro filosofico d‟insieme, la lettura di Luhmann
può essere compiuta considerando anche le intense riflessioni
di J.-P. Sartre sulla penuria, intesa come un conflitto
permanente che caratterizza l‟avventura umana. Nella Critica
della ragione dialettica, Sartre definisce la penuria “prima
unità che sorge nella materia per opera degli uomini e che si
ritorce sugli uomini tramite la materia”72. Lo schema di lavoro
69
J.-P.SARTRE, Critica della ragione dialettica, I, p.248.
Cfr. la visione integrale dell‟istituire, con riferimento al lessico del diritto
romano, in P.LEGENDRE, Les enfants du texte. Etude sur la fontion
parentale des Etats, Paris, 1992, p. 65 e ss.
71
N.LUHMANN, Zweckbegriff und Systemrationalitaet, p.146-147.
72
J.-P. SARTRE, Critica della ragione dialettica, I, p.249.
70
51
per Sartre è il monismo della materialità basato sul nesso
interiorità-esteriorità; la penuria viene rappresentata come unità
che, dalla materia, influenza la praxis dell‟uomo fino a
configurarlo come una minaccia per gli altri uomini. Con la
locuzione „monismo della materialità‟ Sartre intende una sorta
di riduzione dell‟„avventura umana‟ alla materia; in effetti,
questa materialità influenza ogni azione dell‟uomo inteso come
praxis, tale da poter esperire su ogni oggetto l‟esteriorizzazione
della materialità interiorizzata, la dinamica interioritàesteriorità.
Nel quadro generale delle sue riflessioni, Sartre, come in
seguito Luhmann, pone al centro della Critica la contingenza,
in quanto materialità pratico-inerte; nella specificazione di
alcune connessioni teoriche, le riflessioni di Sartre sono
ancorate ad un concetto di uomo e di lavoro dai quali scaturisce
la riflessione sulla penuria. Se vi fosse -scrive Sartre- la
possibilità di immaginare un mondo privo di penuria, si
sarebbe costretti a vedere in esso la scomparsa del carattere di
uomo, così come lo si è concepito lungo la Storia. La penuria
rappresenta in realtà la relazione fondamentale dell‟uomo e
“rende la Storia possibile”, ma non ancora reale, in quanto si
costituisce come equilibrio storico, sempre in trasformazione,
dell‟uomo stesso.
La penuria è analizzata nella Critica come relazione
fondamentale, perché basa la propria dimensione filosofica
sulla coesistenza, secondo il modulo paradigmatico della
disumanità; il conflitto determinato dalla penuria è radicato
nell‟insufficienza di beni per tutti e questa scarsità di beni è
collocata sia nel quadro degli eventi naturali che nella
dimensione prodotta dall‟uomo73. Sartre costruisce l‟attività
totalizzante dell‟uomo in una dimensione di dislocazione
73
Si tratta evidentemente della versione „laica‟ della finitezza, sulla
questione della finitezza intesa come partecipazione all‟essere e non come
essere pienamente cfr. S.TOMMASO, Summae contra Gentiles, L.II. Cfr.
anche J. DE FINANCE, Essai sur l‟agir humain, Roma, 1962; Etre et agir
dans la philosophie de S.Thomas, Roma, 1965.
52
spazio-temporale rinviante, che mette in discussione gli a
priori kantiani; questa direzione viene ripresa da Luhmann in
direzione di una crisi dell‟uomo post-moderno: i trascendentali
kantiani, spazio e tempo, sono completamente messi in
discussione, per l‟uomo post-moderno, diventato uomo della
penuria, l‟uniformità dello spazio e del tempo è determinata
appunto dalla penuria. La condizione di penuria non ingloba
totalmente la condizione di povertà, anche se nella situazione
despazializzata e detemporalizzata il povero si trova ai margini
a Taiwan come a Roma, a Parigi o a Londra; la questione della
privazione spazio-temporale non va connessa alla persona,
bensì alla funzione: un povero a Parigi è l‟equivalente di un
povero a Taipei, cioè la sua capacità economica è la stessa, non
può pagare e quindi chi non può pagare -afferma Luhmannviene dimenticato dal sistema, la funzione del sistema
economia lo esclude e lo espelle, dimenticandolo.
La penuria è costitutiva di due poli: l‟io e l‟altro, dove
entrambi vivono e fungono da reciproca minaccia. Il fenomeno
della penuria (rarété) presenta caratteristiche che non sono
vincolate a oggetti o individui. Un esempio è costituito dalla
sovraproduzione, che indica eccesso di beni; la penuria
colpisce l‟uomo in quanto fruitore: troppi beni, pochi individui
economicamente rilevanti, quindi ne deriva che eccedenza di
beni può significare difettività di persone che possono accedere
a tali beni, e viceversa74; la penuria li definisce, li qualifica e li
caratterizza anche dal punto di vista giuridico. L‟Altro
rappresenta comunque un rischio, una minaccia costante, che
Luhmann archivia sotto forma di sistema psichico, o di un
insieme di sistemi sociali. Nella reciprocità prodotta dalla
penuria, anche l‟Io rappresenta specularmente il rischio
costante di cancellazione e di annientamento fisico dell‟Altro.
Questo rapporto minaccioso forma la penuria, in quanto
74
Sartre descrive la situazione di una nazione in cui si programma una
“riduzione numerica” attraverso il controllo delle nascite.
53
impone all‟uomo di interiorizzare un rapporto che lo trasforma
in “uomo della penuria”75.
L‟idea di fondo dello studio sartriano non è la medesima
di quella che appartiene e guida lo schematismo funzionalista
di Luhmann, anche se in Sartre si rilevano elementi prodromici
rispetto alla teoria sistemico-funzionale. L‟uomo della Critica è
un uomo del 1957, ma questo ha un‟importanza relativa se si
pensa che lo schema adottato poi da Luhmann è, per alcuni
versi, lo stesso di quello adottato da Sartre. L‟uomo di Sartre è
indubbiamente un individuo totalizzante e tale azione
totalizzatrice o totalità prassistica assume forme ponderali nel
bisogno: il bisogno rappresenta la relazione totalizzante
primaria, univoca e interiore; il bisogno trasferito nella materia
costituisce “la prima negazione di negazione e la prima
totalizzazione”76; nega l‟essere mancante e totalizza
l‟intervento della prassi.
In Sartre, la spiegazione del bisogno come doppia
negazione è data dal suo costituirsi come una mancanza
all‟interno dell‟organismo che l‟uomo tenta di combattere;
esso, al pari del paradosso della penuria, è una contraddizione
in quanto rende dipendente l‟organico dalla penuria, “l‟uomo
mosso dal bisogno è una totalità organica che si rende di
continuo suo proprio utensile nell‟ambito dell‟esteriorità”77.
Per fare questo, l‟uomo ha bisogno di lavorare, quindi il lavoro
si origina innanzitutto come “totalizzazione e contraddizione
superata”, cioè l‟uomo cerca di unificare il campo praticoinerte attraverso la totalizzazione.
Sartre afferma però anche un‟“unità di differenziazione”
e per aversi questa unità di differenziazione è necessaria una
subordinazione delle parti alla globalità, al tutto e un
coordinamento tra le parti stesse. Nella Critica, Sartre pone
gerarchicamente l‟uomo come elemento totalizzante che
diviene poi fautore dell‟unità di differenziazione, ossia della
75
J.-P. SARTRE, Critica della ragione dialettica, I, p.257.
Id., idem, I, p.206.
77
Id., idem, I, p. 208.
76
54
differenziazione dei singoli elementi parziali nella prospettiva
totalizzante;
Luhmann,
invece,
accentuando
la
desoggettivizzazione attraverso le sue analisi, nega l‟azione
totalizzante del sistema, in quanto presuppone l‟eterarchia
sistemico-funzionale.
7.2 La disparadossizzazione della penuria.
La penuria (Knappheit), in quanto scarsità, è in generale
una limitazione e per essere tale non deve necessariamente
appartenere ad un campo determinato costituito dai sistemi; la
penuria è quindi, e non può essere altrimenti, una restrizione. A
differenza però di qualunque condizione di limitatezza e di
limite inteso diversamente a seconda degli autori considerati78,
la limitatezza o il limite sono intesi da Luhmann come sistema
decisionale che riguarda, all‟interno s‟intende della struttura
sistemico-funzionale
della
società,
la
distribuzione,
l‟allocazione o l‟accesso stesso a determinati beni. Questo
sistema decisionale alimenta e formalizza, dal punto di vista
programmatico-organizzativo, l‟intero cosmo della penuria,
creando il già citato paradosso della penuria; questo paradosso
consiste semplicemente nel circolo vizioso che però non
diviene mai tautologico e che la penuria alimenta attraverso la
possibilità al suo accesso; questo significa che invece di
aumentare i beni, una volta che si sia proceduto all‟accesso di
quelli scarsi, se ne produce nuovamente la scarsità e
parallelamente si riducono le possibilità di accesso dei beni a
causa della fruizione che provoca l‟accesso e che riduce i beni.
Si tratta di un paradosso, ma è proprio questo paradosso che
permette ad un limite come la penuria di tracciare una
distinzione tra tutto ciò che si classifica come naturale e tutto
78
Si pensi a Jaspers e al suo concetto di limite o di situazione-limite, cfr.
Filosofia, II, p. 678-679: “Limite significa che c‟è qualcos‟altro che però
sfugge alla coscienza del nostro esserci. (...) Il limite svolge così la sua
autentica funzione, e cioè quella di essere nell‟immanenza, un rinvio alla
trascendenza”.
55
ciò che si classifica come culturale. Non si tratta della
distinzione classica di prodotti naturali e prodotti culturali79,
ma di una differenza prodotta dall‟attività osservativa, da
utilizzare nell‟ambito sistemico-funzionale, che realizza
l‟emersione dei sistemi mediante l‟ormai noto paradosso della
penuria, sviluppandola attraverso la limitazione della loro
autoreferenza; nella trattazione dell‟economia, Luhmann
introduce proprio il concetto di biforcazione, o meglio, di
codificazione80. Poiché proprio attraverso l‟impiego di tale
concetto è impossibile che la paradossia si costituisca come
unità. Per inciso, si vuole ricordare quale importanza assuma
nella teoria generale dei sistemi il concetto di unità: i sistemi,
afferma Luhmann, “sono costituiti sulla base di un contesto
unitario (autoreferenziale) di comunicazione”81, ora se questo
contesto unitario viene meno il sistema rimane bloccato, a
causa del paradosso che si potrebbe costituire come unità; la
binarietà codicistica impedisce questo blocco e lo sostituisce
con una differenza o, meglio, con un processo di
differenziazione che permette le interconnessioni.
La scena del paradosso della penuria può essere
rappresentata dalle oscillazioni di una bilancia; su un piatto
sono posti i beni scarsi, sull‟altro le possibilità di accesso; la
scena che si presenta è la seguente: diminuendo la penuria,
aumenta il peso sul piatto dell‟accesso, così diventano
numerosi coloro che possono accedere ai beni scarsi; è chiaro
però che, se la penuria diminuisce per alcuni, i fruitori,
79
G. CARCATERRA, Lezioni di filosofia del diritto, Roma, 1995, p.218 e
ss.
80
Se il denaro è la codificazione delle operazioni economiche, la
codificazione viene assunta come penuria duplicata, in quanto penuria di
beni e penuria di denaro. N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft,
p. 46.
81
“La comunicazione è un processo totalmente autonomo, chiuso in termini
autoreferenziali, di trattamento di selezioni che non perdono mai il loro
carattere di selezioni; un processo di continuo mutamento formale di
materiali partitori di senso, un processo di conversione di libertà in libertà,
accompagnata dal mutare dei condizionamenti”. N.LUHMANN, Sistemi
sociali, p. 264.
56
aumenta per tutti gli altri, quindi per i rimanenti, che non hanno
ancora avuto accesso a quella quantità limitata di beni,
ulteriormente limitata dall‟accesso di alcuni, così che il piatto
della penuria penderà sempre meno, ad indicare che sempre
meno è la quantità dei beni ai quali accedere. Il viso della
penuria presenta un‟ambiguità che si duplica per ogni
situazione considerata; la penuria non si estingue mai, lì dove
sembra scomparire da una parte, riemerge da un‟altra. Per
esempio, si sopperisce alla penuria di informazioni attraverso
le reti informatiche, Internet ne è un esempio,
contemporaneamente, però, si presenta un problema di
regolamentazione e controllo giuridici nell‟utilizzo delle vie
telematiche. Decresciuta la penuria di informazioni, accessibili
ormai a tutti, cresce però sia la penuria legislativa, la penuria
nella regolamentazione dei reati commessi nelle reti di
informazioni, sia la penuria degli accessi a simili sistemi o a
simili ambienti. Lo stesso accade, per esempio, in relazione al
fattore lavoro: cresce l‟occupazione, quindi si fa fronte alla
penuria lavorativa, decrescono però i posti di lavoro offerti per
l‟occupazione; la penuria si presenta sempre in questo modo,
con un‟ambiguità di fondo che permette il superamento della
complessità iniziale, ma ripristina, attraverso questo
superamento, una successiva situazione di complessità. Ne
deriva quindi che lì dove un fenomeno penurioso viene a
mancare, attua semplicemente un‟osmosi sul suo
corrispondente; nel caso di Internet, ad esempio, il problema è
attualmente nella penuria di norme, di leggi giuridiche che
disciplinino gli effetti di una rete così complessa. La penuria
diviene motivo di istituzioni normative, che costituiscono però
un istituire differenziale82, nel senso che solo l‟istituzione
attraverso la differenziazione osservativa è un‟„istituzione‟,
ancora una volta Luhmann si avvale di un linguaggio che
reputa appartenente ormai agli schemi della vetero-Europa,
declassato dalla nuova condizione dell‟uomo delineata dalle
trasformazioni del post-moderno. E‟ utile precisare ancora una
82
Cfr. anche N.IRTI, L‟età della decodificazione, Milano, 19893 .
57
volta, che l‟osservazione è determinata da una combinazione di
elementi contingenti, diretti al successo per la vita del sistema,
che rende a sua volta possibile l‟osservazione in una direzione,
su un versante, piuttosto che sull‟altro; quindi l‟istituire è
costituito da elementi seriali, Gehaeuse, nel lessico di Jaspers,
privi di un senso che sia quello della relazione riconoscitiva
nella comunicazione; l‟istituzione giuridica non è la cifra
jaspersiana rappresentata dal trascendimento del Selbst in
direzione della terzietà giuridica, legislativa e di polizia.
La soluzione del paradosso penurioso, per evitare che il
sistema si blocchi a causa dell‟unità del paradosso, è possibile
in realtà attraverso l‟introduzione di un‟articolazione
codicistica e per quanto riguarda la penuria è lo stesso della
proprietà, che si basa sul binomio avere/non avere83.
L‟accesso a quantità ritenute scarse cristallizza alcune
situazioni legate all‟avere e al non-avere, nel senso che
propone una ripetizione della situazione di chi ha, destinato
inevitabilmente a possedere sempre qualcosa, e di chi non ha,
destinato di conseguenza a non possedere questo qualcosa.
Queste due posizioni opposte costituiscono la codificazione
della proprietà, basata sulla produzione di non-proprietà da
parte della proprietà; la codificazione binaria si trasferisce dalla
proprietà alla penuria che, diventando così formula di
contingenza, rende decidibile, perché definibile, la
indefinibilità. In sintesi, la proprietà si adatta al sistema
monetario sotto forma di denaro vincolato; il passaggio dalla
proprietà reale al denaro si ha, secondo Luhmann, nel corso del
17. secolo come effetto, appunto, della penuria. Accanto a una
penuria di beni, vi è anche, non bisogna dimenticarlo, una
produzione di penuria di denaro. Il contesto unitario di
comunicazione
è
fissato,
attraverso
questa
disparadossizzazione della penuria, nell‟ambito di un medium che
è appunto la proprietà, misurata dal denaro.
83
A. KOJEVE, idem, p.477; è noto che il concetto di proprietà in A. Kojève
sorge da un‟interazione, alla base della quale vi è la lotta per il
riconoscimento.
58
Il fondamento economico è costituito proprio dalla
proprietà: la base dell‟economia è la proprietà; Luhmann
afferma che “il codice della proprietà indica (...) che in
relazione a tutti i beni capaci di proprietà ciascuno è
proprietario o non proprietario e che sono escluse terze
possibilità”84. Questa affermazione è possibile solo in
considerazione dello schematismo funzionale, perché Luhmann
subito dopo afferma anche che la circostanza che qualcuno sia
incluso è determinata soltanto dalla differenza e non di certo
dal polo positivo del codice. In effetti se qualcuno esiste come
proprietario, è perché qualcun altro esiste come nonproprietario ed è questa differenza che formula la codificazione
binaria. L‟accettazione da parte del non-proprietario della sua
condizione, che potrebbe sembrare inutile è paradossale, ha una
sua logica se si pensa che il non-proprietario, accettando la
propria condizione, permette a se stesso l‟accesso alla società,
quindi l‟esclusione dalla proprietà provoca e garantisce, in
senso pieno, l‟inclusione nella società.
La differenza sostanziale tra denaro e proprietà è che
l‟unica circostanza in cui il denaro può essere utilizzato è il
pagamento, a differenza della proprietà. Questa sorta di
procedura trova una sua giustificazione perché solo in questo
modo è possibile il trasferimento della proprietà e quindi le
rispettive trasformazioni di proprietà in non-proprietà e di
conseguenza lo scambio, vera e propria ratio della proprietà.
7.3 La doppia penuria.
Le questioni relative alle motivazioni della codificazione
binaria sono molteplici. La prima domanda richiede una
giustificazione basale della codificazione. Perché la
codificazione? E, se è possibile esprimersi in questi termini, c‟è
e qual è il fine ultimo al quale vuole arrivare la codificazione
della penuria? Luhmann si avvia dalla penuria per analizzare
84
N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.189.
59
l‟economia, o meglio, fa della penuria il nodo centrale, il fulcro
del sistema economico.
Innanzitutto bisogna chiarire che vi è un‟osmosi tra
penuria e proprietà; la proprietà cede, trasferisce la propria
binarietà codicistica alla penuria in modo da trasformarla,
come si è accennato, da fenomeno in formula di contingenza;
la binarietà codicistica costituisce una sorta di salto di qualità
della penuria, diviene “ambito limitato di altre possibilità”85.
La formula di contingenza rende, come si è detto, delimitata
l‟indefinibilità; questa operazione è fondamentale per dare una
base alla teoria sistemico-funzionale, e soprattutto per darle il
senso dello Zeitpunkt; la penuria è resa limitata, quindi da una
parte necessaria per il sistema e dall‟altra contingente,
esattamente -si dice- come Dio per la religione, la libertà per la
morale, il bene pubblico per la politica.
L‟operazione che Luhmann fa è quella di svecchiare il
concetto di proprietà dai presupposti della filosofia classica e
del diritto, per indirizzarlo verso la teoria dei sistemi, e questa
operazione è possibile solo se in primo luogo si adatta la
proprietà al sistema dell‟economia e non viceversa, diventando
denaro vincolato nell‟economia di mercato; si afferma una
nuova economia quindi, senza spazio e senza tempo, invisibile
nell‟immediatezza, perché nella nuova economia, -il
„finanziario‟-, il ricco e il povero non hanno una loro visibilità.
Si pensi al fenomeno dei day-trader, investitori on line che
giocano in Borsa attraverso la finanza telematica; si tratta di un
sistema virtuale che è stato ipervirtualizzato dal momento in
cui anche i brokers finanziari si sono trasferiti on line;
mancano strumenti giuridici per tutelare l‟investitore
sprovveduto, non solo, ma il problema sussiste proprio lì dove
la virtualizzazione non permette l‟apparire, la materialità, la
fenomenologizzazione di comportamenti economici.
La questione della penuria subisce delle sostanziali
modifiche, l‟asse equilibratore si sviluppa e ha un suo apice nel
post-moderno, acquistando un posto nell‟ambito del denaro,
85
Id., idem, p.191.
60
del „finanziario‟ e non più nella dimensione della proprietà
reale. La ragione per cui si sposta questo asse è determinata dal
fatto che „tutto è vendibile‟; la locuzione tutto è vendibile ha un
significato e un‟importanza particolari per il predominio del
denaro86; è come se la proprietà si fosse consegnata mani e
piedi al denaro, che ormai misura la qualità della vita, la salute,
la personalità, la posizione sociale, i sentimenti, ecc.
Storicamente il primo pensatore ad essersi accorto della
valenza, della priorità e dell‟importanza del denaro è stato John
Locke che, secondo Luhmann, ha individuato il nesso tra
denaro e penuria. Nel post-moderno, la priorità che si dava al
lavoro per la produzione di proprietà87, è stata declassata dal
denaro, subordinato anch‟esso alla penuria, scrive Luhmann:
“accanto alla penuria dei beni viene collocata una penuria del
denaro”; in questo punto si costituisce una codificazione della
penuria stessa, ne deriva che, essendo una delle differenze
fondamentali tra la proprietà e il denaro costituita dal
pagamento, è chiaro anche che poiché il denaro è mantenuto
scarso, il pagamento diviene allora una decisione, che è una
selezione; si tratta di una decisione priva dell‟identità
dell‟enunciatore, quindi priva dell‟identità del soggetto
enunciante.
La penuria di denaro solidifica una biforcazione
codicistica: una duplicazione della penuria come penuria di
beni e penuria del denaro. Luhmann afferma, in effetti, che tutti
i beni hanno una duplice esistenza, dapprima come beni e poi
come denaro; il denaro totale è allora “la penuria duplicata
artificialmente”. La questione e il nucleo fondamentale che
privilegiano la posizione attribuita al denaro sono rappresentati
dalla particolare funzione della penuria come latrice di una
garanzia che è quella del valore monetario; l‟obbiettivo, anzi la
funzione di tutto il sistema economico è allora riuscire a
86
Cfr. L‟argent et le droit, „Archives de philosophie du droit‟, 42, 1998.
F.M. DE SANCTIS, Problemi e figure della filosofia giuridica e politica,
Roma, 1998, p.123. A.KOJEVE, idem, p.467.
87
61
mantenere la penuria nello stato di equilibrio capace di poter
garantire il valore del denaro.
Vi è una doppia codificazione dell‟economia che
Luhmann nomina “codificazione secondaria mediante il
medium denaro”88; mediante questa codificazione secondaria
emergono diverse possibilità per non rendere paradossale la
penuria. Innanzitutto si modifica sì l‟economia, ma insieme
all‟economia viene trasformato anche il concetto stesso di
bene, per cui, in conclusione, il bene non è più legato al
concetto di quantità o di povertà, ma piuttosto all‟astrazione
monetaria che cristallizza, ancora una volta ed in un modo
inequivoco, il circolo o meglio il legame indissolubile che
collega il bene e quindi il bisogno al pagamento. Questo
significa che chiunque può comprare o soddisfare qualunque
bisogno a patto che possa pagare! Ci sono naturalmente dei
rimedi al circolo paradossale della penuria e tali rimedi,
modificandosi storicamente, acquistano la forma per esempio
del credito pubblico che moltiplica la quantità di denaro.
Poiché il denaro non può essere moltiplicato all‟infinito,
Luhmann introduce una nuova differenza prodotta dalla
Summenkostanz che conserva la complessità, si tratta della
costanza addizionale, l‟invarianza di somme, l‟invarianza
numerica; l‟unica via d‟uscita dal paradosso della penuria è
ancora una volta una differenziazione, indubbiamente interna
all‟economia, costituita dalla differenziazione tra domanda e
offerta nell‟ambito del mercato; se questa differenza diviene
stabile, allora si può affermare anche che il paradosso
dell‟unità può riemergere sotto forma di „equilibrio‟ tra
domanda e offerta. Questa differenza è “una differenziazione
strutturante che interrompe l‟autoreferenza del sistema e che
dunque può essere offerta nel sistema come un ordine naturale
inevitabile in ogni caso dei rapporti”89, la differenza in
questione si realizza peraltro anche in altri sistemi; il fenomeno
del paradosso è una costante della teoria sistemico-funzionale,
88
89
N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.202.
Id., idem, p. 203.
62
per il diritto si concretizza, per esempio, nella differenziazione
tra diritto positivo e applicazione del diritto positivo per cui ne
deriva che ogni decisione ha come base una legge, ma
quest‟ultima non può decidere fattispecie concrete particolari;
vale anche per genesi e validità del sapere nel sistema
conoscenza; e ancora in economia nella differenziazione tra
decisione allocativa e decisione quantitativa, per cui una
determinata quantità può essere distribuita e assegnata, ma
queste operazioni non modificano di certo la quantità
subordinata a tali operazioni.
7.4 La nozione di contingenza nel sistema economia.
La discussione, tutt‟altro che chiusa, sulla contingenza,
pone alcune domande: innanzitutto, come è noto, essa
scaturisce da una particolare e inusuale definizione di
osservazione, ma bisogna anche rilevare che essendo composta
da una doppia negazione “né impossibile né necessario” si
evolve, nell‟ambito dell‟economia, in modo tale da non essere
più costituita dai poli contingente e necessario; Luhmann
argomenta intorno a tre distinzioni: una riguarda la decisione
quantitativa, un‟altra quella allocativa e l‟ultima è in relazione
a una concettualizzazione teoretica della distribuzione. Per
quest‟ultimo caso vi è “la premessa che solo una data quantità
può essere divisa e associata a scopi, mentre di converso questa
ripartizione non modifica la quantità. Così la quantità di denaro
deve essere innanzitutto fissata neutralmente per le spese. Essa
può modificarsi perché ciascuno decide dove vuole spendere
una somma di denaro. In queste condizioni la penuria
monetaria serve quindi come formula di contingenza
dell‟economia, senza che l‟unità della quantità sia legata
all‟unità di un proprietario, di un soggetto giuridicamente
capace”90 Per Luhmann, tutte e tre le distinzioni sono da
considerare contingenti, in quanto “pongono entrambi i lati
della decisione contingentemente”, quindi si afferma “l‟ordine
90
Id., idem, p. 206.
63
del valore (...) nel postulato di una relazione non contingente
tra le contingenze” che esercita la sua funzione nella
distinzione. Allora, se ne può dedurre che la differenziazione
strutturante pone una “relazione tra le contingenze”, che però
non è essa stessa contingente; questo significa che le
distinzioni possono avere effetti di ordine circolare, ma allo
stesso tempo “adempiono alla loro funzione solo
limitatamente”; si tratta di una vera e propria finzione e “solo
l‟osservatore vede più effetti di quelli che il sistema stesso
mette in conto”91.
La differenziazione strutturante diviene indubbiamente
uno dei capisaldi nel sistema economia; Luhmann stesso invece
di soffermarsi sui vari esempi di differenziazione strutturante si
ferma solo a quello relativo alla determinazione di quantità e
decisioni di ripartizione. La ragione che procede dalla
differenziazione strutturante è in prospettiva di una definizione
e di un incremento dell‟ipercomplessità, cioè Luhmann afferma
che “l‟interdipendenza dei diversi utilizzi della proprietà
aumenta talmente che la regolazione sociale delle relazioni tra
diversi proprietari diviene inevitabile e richiede perciò nuovi
criteri”92; è chiaro che questi nuovi criteri proposti da
Luhmann non sono altro che quelli per la selezione della
complessità. A questo reagisce, poiché abbiamo parlato di
regolazione sociale, il sistema giuridico tramite l‟opera
legislativa e quella giudiziaria, per cui si verifica che sono
queste due tipologie giuridiche a fornire adattandovisi i criteri
per regolamentare le conseguenze e gli effetti di una simile
evoluzione della proprietà.
Il sistema diritto può adottare nuovi criteri e nuove
misure solo nel momento in cui il sistema economia „osserva‟,
produce e si responsabilizza di fronte a questo nuovo
cambiamento di caratteristiche intrinseche ed estrinseche della
proprietà. Luhmann arriva allora alla conclusione che le
differenze strutturanti non sono più costituite dalla base tipica
91
92
Ibidem.
Id., idem, p.208.
64
necessario-contingente, ma si basano su due poli, entrambi
contingenti, costituiti proprio da questa „nuova‟ forma di
differenza-differenziazione che “subentra -scrive Luhmann- al
posto della sua origine problematica”93; d‟altronde questo è
possibile anche all‟occhio dell‟osservatore profano che coglie,
come si è accennato, il paradosso nella legittimazione alla
legge che deriva appunto dalle leggi e quindi dal sistema
diritto; la determinazione delle quantità monetarie consegue
dallo stesso sistema monetario e di riflesso dal sistema
economico e così anche per la teoria della conoscenza che fa
derivare dalla produzione della stessa conoscenza i criteri di
Geltungsbegruendung. Quindi, accanto ai codici e alle
biforcazioni emergono anche le differenze strutturanti che
permettono un processo di disparadossizzazione.
Le riflessioni e l‟analisi di Luhmann contenute nel
capitolo sulla penuria di Die Wirtschaft der Gesellschaft, fino
al paragrafo VI escluso, considerano in modo evolutivo la disparadossizzazione, mentre lungo le restanti pagine viene
evidenziato l‟elemento „lavoro‟ che si costituisce mediante la
funzione diretta all‟eliminazione del paradosso della penuria.
Muovendo dall‟interpretazione della penuria, Luhmann
dimostra l‟interconnessione di lavoro e proprietà, nel senso che
anche se si sostituissero tutti i codici proprietà/non proprietà
con i codici lavoro/non lavoro, questo non eliminerebbe le
connessioni dirette con la proprietà e quindi con il denaro.
Anche il lavoro, sebbene con il nesso costitutivo della proprietà
basato sulla stratificazione, assume il ruolo, secondo Luhmann,
di una dis-paradossizzazione.
L‟analisi che ne deriva è che, se dis-paradossizzare è
possibile mediante la codificazione, la codificazione, nel
quadro di un‟armonia globale dei sistemi, deve essere
necessariamente binaria, ossia lì dove un polo è costituito,
nello schema di Luhmann, da un valore positivo corrisponde
nell‟altro polo un valore negativo (avere/non avere, pagare/non
pagare, diritto/non diritto, vero/falso ecc.); la dinamica della
93
Id., idem, p.209.
65
binarietà codicistica è tale da non permettere né un terzo polo
né un terzo elemento, poiché è solo mediante la
semplificazione e la riduzione a due, né a più né a meno di due,
che è possibile procedere con la semplificazione della
complessità.
La scelta della diade, invece della triade, viene motivata
con l‟assunzione del concetto stesso di riduzione della
complessità e della semplificazione di essa attraverso il
ridimensionamento della stessa problematicità che scaturisce
dalla complessità. Non si tratta di un problema solo
schematico, ma diventa una questione terminologica,
linguistica: in sintesi, la scelta della binarietà è una scelta
semplificatoria che non esclude, da un punto di vista
argomentativo, tutti gli altri elementi; anzi, li rimette in
discussione come è il caso del lavoro, che risulta terzo esclusoincluso, nel sistema economia, il giudice nel sistema diritto,
poiché è in una relazione di immediatezza con la penuria, che
lo renderebbe pericoloso per la riattivazione del paradosso
della stessa penuria; d‟altra parte rimane “una categoria
diffusa” della quale si deve avere considerazione o, meglio,
della quale non si può fare a meno di argomentare.
Lo schema proposto da Luhmann formula sempre la
binarietà codicistica: la penuria ha un proprio codice
trasferitole dalla proprietà, come si è detto, avere/non avere. E‟
proprio qui però che si inserisce l‟argomentazione del concetto
di lavoro: il codice eccita il lavoro che diviene tale solo nella
prospettiva del conseguimento della proprietà: quindi, per quel
circolo che si ripropone sempre in Luhmann, il lavoro trova il
suo a priori nella proprietà, la sua ragione d‟essere nella
contingenza, produce un profitto che può, e nella teoria
sistemico-funzionale non può che essere così, essere depositato
in qualità di denaro, diventando dunque una variabile
dipendente dal mercato; tralasciando questo punto, il lavoro
può divenire, da terzo escluso, terzo incluso solo se lo si rende
scarso: con il crescere della prosperità, decresce la penuria e
quindi il lavoro che agisce per superarla. Decrescendo la
66
penuria, diminuiscono di conseguenza anche le possibilità
lavorative, quindi comincia a moltiplicarsi la penuria
lavorativa: la disoccupazione che rende rilevante la distinzione
con/senza posto di lavoro, attribuendo così un nuovo
significato alla differenza tra lavoro e tempo libero.
7.5 I prezzi: percettori dell‟orientamento sociale.
Questi elementi, nell‟interpretazione della Critica di
Sartre, conducono ad un‟analisi del mercato come struttura di
un ambiente e non di un sistema, cioè il mercato è parte della
struttura dell‟ambiente e non di un sistema, anche se si
configura, con la differenziazione, sulla base paradigmatica di
un sistema parziale o partecipante del sistema globale. Da
questo dato si deve partire -insiste Luhmann- per riformulare
anche il concetto di concorrenza, ossia uno dei principi cardine
del mercato. La concorrenza manca, nell‟ordine sistemicofunzionale, dell‟interazione sociale, anche se sente
l‟orientamento sociale attraverso il prezzo che costituisce una
riformulazione del paradosso generale della differenziazione;
che un prezzo sia valido per una determinata serie di beni rende
alta la probabilità che vi sia l‟accesso a quei beni, la diversità
consiste nella circostanza di dover valutare quanti pagheranno
quel determinato prezzo, quanti acquisteranno quei determinati
beni, quali produttori produrranno a quel determinato prezzo.
Tutto ciò giustifica l‟enunciato the Same is Different.
Nel quadro di insieme del sistema economia si è potuto
costatare che i versanti rilevanti sono quello interno e quello
esterno; in base a questi due versanti è possibile argomentare
una dinamica di prezzi, bisogni e denaro, rappresentabile
secondo due linee essenziali:
a) sul versante interno, vale a dire quello dei bisogni: la
dialettica intercorrente tra prezzi e bisogni esige una
differenziazione degli uni e degli altri sulla base di una
divisione diseguale dei bisogni; questa ineguaglianza comporta
in apparenza un‟uguaglianza dei prezzi dei beni. In realtà ciò
67
che appare non è l‟uguaglianza dei prezzi dei beni, ma
l‟uniformità che il prezzo trasmette alla qualità del bene: il
prezzo, in questo caso, si conforma linguisticamente al bene
acquistato o da acquistare, è in pratica l‟espressione di un
linguaggio puramente numerico, teso alla differenza calcolabile
ma non è caratterizzato da nessuna differenza intrinseca. Si
pensi alla potenzialità uniformante del prezzo come linguaggio:
con 100 si può acquistare un biglietto per il cinema, mezzo
chilo di caffé, un biglietto del treno ecc. Se acquisto un bene
spendendo cento, non avrò pagato né più né meno di cento. Si
pensi d‟altro canto alla potenzialità comunicativa del
linguaggio non numerico, del linguaggio come inter-detto94,
ovvero intervallo nel continuismo di un dire solo numerico,
come è quello dei prezzi nel mercato;
b) sul versante del medium universale di comunicazione,
che si potrebbe affermare come versante esterno, si verifica una
ripartizione diseguale del denaro, sempre nell‟ambito del
sistema; la conseguenza logica è che un determinato bene, a un
prezzo, sarà accessibile per alcuni, inaccessibile per altri, una
via di mezzo per altri ancora. L‟argomentazione e la
suddivisione in esame portano a considerare che, in caso di
aumento del prezzo di un bene, alcuni lo percepiranno di poco,
altri, invece, in modo eccessivo; significa anche che
determinati beni hanno qualità intrinseche diverse, alle quali è
permesso accedere solo a chi può pagare quel prezzo,
escludendo gli altri e costringendoli a scegliere qualità
minori95.
Inseriti in un contesto economico-sistemico i prezzi
fanno parte di quelle aree definite programmi decisionali,
direzionati alla decisione di pagare o di non pagare, quindi il
prezzo è latore di una caratteristica intrinseca, che è quella del
94
K. JASPERS, Von der Wahrheit, München, 1958; M. HEIDEGGER,
Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, Pisa, 1997; P. LEGENDRE,
La 901e conclusion. Etude sur le théatre de la Raison, Paris, 1998, p.233 e
ss.
95
N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 14 e ss.
68
piano strategico, programmato al fine di far emergere le
connessioni dei bisogni, di conseguenza, i beni che
corrisponderanno a quei bisogni, e le possibilità monetarie di
investimento di ogni singolo che si esprimerà attraverso la
scelta di un bene ad un determinato prezzo96. Il denaro,
attraverso il percettore prezzo, assolve, in questo caso, ad una
duplice funzione; da un lato, tramite appunto il prezzo, sonda
lo stato d‟animo dell‟investitore, del compratore ecc., dall‟altro
lato ne direziona espressamente, in qualità di strumento di
risparmio, le scelte decisionali.
Questa continua dialettica evolutiva tra prezzi e denaro
rappresenta un gioco costante di rinvii, che escludono la
considerazione e la valutazione di una dimensione temporale
classica: i prezzi rinviano necessariamente al denaro, sia perché
sono denaro sia perché costringono a spendere denaro; il
denaro rinvia, a sua volta, ad una dimensione temporale che lo
detemporalizza e lo despazializza: il denaro non ha tempo, non
possiede una memoria, che sia riciclato, frutto di una vita di
lavoro, che provenga dalla raffinazione delle droghe o dalle
piantagioni biologicamente controllate, resta comunque la
smemoratezza del denaro. La possibilità di „ricordo‟ del denaro
è offerta dalle dimensioni dell‟investimento e del credito, di
conseguenza dal sistema bancario centrale e periferico; in
questa direzione l‟eventualità è che si incrementi la
concorrenza, connessa al rischio dell‟investimento intrinseco
alla concorrenza stessa. La concorrenza sembrerebbe essere
l‟unico elemento del sistema economia connesso al rischio; in
realtà l‟economia non è un sistema che rischia, si può dire che,
essendo permeato dalla comunicazione tramite denaro, che è
per antonomasia privo di memoria, scarica gli eventuali rischi
su altri elementi che le appartengono, li scarica quindi nel
mercato, attraverso un sistema immunitario costituito da
deflazione e inflazione, a livello delle imprese e quindi
dell‟investimento; se l‟imprenditore non vuole rischiare a causa
della concorrenza non ha alcuna alternativa, se non ridurre il
96
Id., idem, p. 68 e ss, p. 194 e ss.
69
volume degli affari o uscire dal mercato97: rinunciare così ad
operare nel sistema economia. Da queste analisi si può
affermare che il sistema economia è costituito anche dai rischi,
ma questi non lasciano un imprinting a livello economicosistemico, perché vengono trasmessi ad altre strutture del
sistema, emerse per sanare l‟eventualità del rischio all‟interno
del sistema economia.
Essendo la concorrenza una delle strutture dirette ad
assorbire il rischio, diviene anche una sorta di limitazione
comunicativa che, attingendo materiali dal mercato,
contribuisce alla formazione di osservazioni di secondo grado;
è chiaro che la concorrenza, per definizione, non può essere
considerata un sistema: che sia struttura di un ambiente e non
di un sistema è lapalissiano considerato che il mercato è
ambiente interno sistemico dell‟economia e non istituzione
sistemica, inoltre “si tratta di una struttura della dimensione
sociale (...) e non di un genere particolare di sistema sociale”;
ed ancora, la concorrenza, così come lo scambio e la
cooperazione, non costituisce nessun tipo di conflitto poiché il
singolo concorrente tenderà ad evitare le conflittualità, non
certo a porle in atto98. Si tratta di una semplice specificazione,
non interessata alla comunicazione tra concorrenti, infatti la
concorrenza non si comunica al concorrente e il concorrente
non comunica nulla al suo simile, ma nella concorrenza i
concorrenti agiscono tutti solo per raggiungere un determinato
obiettivo; né la concorrenza comunica al mercato o, per vie
dirette ed indirette, all‟economia, che reagiscono solo agli
eventi e non alle comunicazioni. Non essendo latrice di nessun
tipo di conflitto, di comunicazione e di qualunque forma di
interazione con l‟altro, compresa l‟esclusione, la concorrenza
nega la relazione instaurata da alter ed ego nella dinamica della
doppia contingenza.
97
98
Id., Sociologia del rischio, p. 200 e ss.
Id., Die Wirtschaft der Gesellschaft, p.101 e ss.
70
8. Il mercato monetario: dinamiche del sistema bancario.
8.1 Il sistema bancario.
La globalità della prospettiva sistemico-economica
induce a chiedersi quali forme di mercati emergano con il
moltiplicarsi e l‟incedere della differenziazione; i mercati sono
molteplici e polimorfi, la peculiarità mercatoria è affidata a un
particolare mercato, rappresentato dal mercato monetario,
Eigenmarkt del sistema economia. In questo tipo di mercato la
merce di scambio è il denaro stesso: si cambia, si compra, si
vende, si dà denaro, si investe denaro in denaro; questo
conferisce al mercato monetario un più alto tasso di
autoreferenzialità e particolarità rispetto agli altri mercati e lo
costringe ad una costante autoosservazione, perché non ha
referenze estranee o esterne come altri mercati quali ad
esempio -come precisa Luhmann- il mercato delle bevande o
quello dei viveri in cui si può stabilire chi ha fame o sete,
quando e perché da cosa possa dipendere una determinata fame
o una determinata sete, come estinguerla ecc. Il denaro
possiede unicamente un referente interno: si vende denaro per
denaro, si compra denaro per denaro, si produce, si scambia,
si deposita, si trasferisce ecc. insomma non ha modelli
paradigmatici all‟infuori di se stesso.
Il mercato monetario introduce così una nuova forma di
doppia contingenza, alter ed ego contrattano entrambi la stessa,
medesima cosa. Per far fronte a questa doppia contingenza,
questo tipo di mercato crea al suo interno una serie di banche 99,
a struttura gerarchica che sono punti di appoggio per
99
Id., idem, p.145 “Il sistema bancario si basa sul paradosso
dell‟autoreferenza, sull‟unità di capacità di pagamento e incapacità di
pagamento, di abbondanza e penuria, ed ha la funzione nonostante le
operazioni di rendere possibile disparadossizzare il paradosso”. Il sistema
bancario costituisce l‟unità che invisibilizza il paradosso, si crea un doppio
circolo, quello interno rappresenta “la trasmissione della capacità di
pagamento in direzione del pagamento. Il circolo „esterno‟ rappresenta la
trasmissione dell‟incapacità di pagare in direzione opposta”, p. 137.
71
l‟orientamento e le operazioni; le banche costituiscono il
nucleo del sistema economia, sono al centro del sistema
economia, così come i tribunali sono al centro del sistema
diritto, non solo sono centrali ma addirittura il sistema bancario
è strutturato gerarchicamente mediante una combinazione di
accentramento e decentramento, l‟accentramento è direzionato
al mezzo di comunicazione universale, il denaro, mentre il
decentramento ha ad oggetto l‟apparato decisivo delle
operazioni che hanno sempre ad oggetto il denaro. E‟ chiaro
che se vi è una struttura gerarchica, questa deve fondarsi, per
definizione, su una banca centrale e via via si costituiscono le
altre banche: la banca centrale rappresenta l‟egoità del sistema,
che accompagna ogni singolo pagamento.
Il denaro, anche nella sua caratteristica di mezzo di
comunicazione, non è uniformabile ad altri mezzi di
comunicazione quali il potere, la verità, l‟amore ecc. Luhmann
applica al denaro la possibilità di libertà, l‟esercizio della
libertà trova il suo culmine propria nelle operazioni del
mercato monetario, nel senso di “complessità permanente di
determinate possibilità di scelta”100. Il meccanismo di questa
libertà di scelta va inteso secondo una terminologia sistemicofunzionale, si tratta, infatti, del libero accesso ai bisogni: ogni
cliente, venditore, compratore, fruitore può scegliere tra varie
possibilità disponibili e la condizione è che queste chances o
possibilità rimangano sempre dello stesso numero, cioè non si
riducano, né si accrescano; la conseguenza consiste in una
mancata riduzione coatta della complessità tipica solo del
mercato monetario e proprio per realizzare questa condizione,
secondo Luhmann, si introduce, come si è già accennato, la
Summenkostanz, cioè l‟invarianza di somma.
La temporalità si inserisce nella struttura del mercato
monetario invisibilizzata dalla contingenza, il denaro, inoltre,
ha la caratteristica di poter sopperire alla condizione temporale:
il tempo, inteso come l‟oscuro e incerto futuro in altri sistemi,
nell‟ambito del sistema economia diventa, tramite il
100
Id., Illuminismo sociologico, p. 249.
72
meccanismo monetario, copertura del rischio, strategia mirante
a soddisfare determinati bisogni, considerata la smemoratezza
del denaro.
In sintesi, il denaro diviene “mezzo di comunicazione
universale dell‟economia” che invade il sistema diritto nella
qualificazione di pretese giuridiche, che corrispondono ad una
determinata tipologia operante sempre come apparato
immunitario, adesso al servizio di un‟efficace circolazione del
denaro. Bisogna precisare anche che il denaro incrementa la
proliferazione di determinati rischi, che in sua assenza non si
verificherebbero101. Il rischio si può affrontare seguendo tre
diverse strategie:
a) copertura del denaro; questa è una soluzione governata
sia dalle banche centrali che da quelle periferiche, mediante
una serie di operazioni che riguardano la variazione dei tassi, le
possibilità di investimento, i fattori di rischio, la fiducia
bancaria ecc.; è chiaro che se il denaro viene coperto, in
previsione di rischi, con altro denaro amministrato dal sistema
bancario, egoità del sistema economia, quest‟ultimo non può
non caratterizzarsi come fulcro determinante per la richiesta di
denaro necessario per fronteggiare determinate situazioni;
b) distribuzione del rischio nei mercati, nelle aziende e
nelle famiglie; con un adattamento immunitario quindi del
sistema diritto; l‟economia non è un sistema che rischia, ma
scarica i rischi sugli altri sistemi che si vedono costretti ad
investire per non uscire dal mercato, questo può accadere nella
dimensione aziendale, ma anche in quella sociale (comprare
una casa è considerato un investimento, così come investire in
titoli di borsa ecc.), Luhmann archivia, tra l‟altro, tutti quei
fattori dell‟economia domestica e li consolida in una
dimensione mercatoria che cristallizza anche situazioni di
dolore (es. perdita monetaria in investimenti); di solidarietà
(es. donare roba usata per il Terzo o il Quarto mondo); di gioia
(es. vincita all‟Enalotto);
101
Cfr. F. EWALD, L‟Etat providence, Paris, 1986, passim.
73
c) discarico del rischio sul sistema politico. Il discarico
del rischio sul sistema politico indica una forte coalizione tra
economia e politica che però non riconduce al tradizionale
collegamento, infatti, questo terzo momento non riporta il
discorso di Luhmann indietro, a quando si pensava, secondo le
teorie sociologiche della vetero-Europa, a una con-fusione
catacretica tra politica ed economia, prima della
differenziazione sistemico-funzionale. La teoria dei sistemi si è
spinta oltre l‟orizzonte di una fusione tra politica ed economia,
trasformando ogni sistema, del sistema globale società, in un
sistema adeguativo delle proprie pretese finanziarie. Anche
nell‟ambito dell‟investimento nei mercati, sia in quello
monetario che in altri, la spinta non è sulla falsariga delle
affermazioni politiche, ma sulla base di quelle finanziarie: non
è più il premier di un governo a modificare il flusso degli
investimenti in Borsa, quanto piuttosto le operazioni e gli
effetti di queste operazioni a spingere un governo a
ufficializzare determinate proposte politiche.
Il mercato monetario, semantica del denaro, induce
all‟investimento che a sua volta costringe, per poter permanere
nel mercato, a un rischio. Ne deriva che il rischio102 in
economia è affrontato attraverso una serie di strategie miranti a
confondere il concorrente; la stessa struttura della concorrenza
è formata da una gabbia di affermazioni e condotte -scrive
Luhmann- attraverso la costante che “una strategia mirante al
profitto può essere giusta solo se quella dei concorrenti è falsa
(...) Una strategia è rischiosa se è giusta, se la strategia
dell‟altro è falsa, ed è falsa se la strategia dell‟altro è giusta”. In
questo passo il riferimento di Luhmann è G. Guenther e al suo
„Rejektionswert‟: l‟addizionale è in funzione di un terzo valore
tra giusto e falso che è rischioso e che ritorna al punto d‟avvio
e cioè alla concorrenza; la questione si basa sulla bipartizione
del valore del rischio in rischio accettabile e rischio
102
“„Rischioso‟ – scrive Luhmann – è un terzo valore, che riflette la
differenza di entrambi gli altri”, entrambi gli altri sono i valori giusto e
falso. N. LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 120.
74
inaccettabile e Luhmann stesso afferma la soggettività della
decisione che attiene ad una simile bipartizione, evidenziando
che si può rischiare attraverso l‟investimento solo se si
possiede una certa robustezza (Robustheit) economica di tipo
finanziario103, una resistenza che il fattore rischio possiede
intrinsecamente è costituita appunto dalla concorrenza e che è a
sua volta una strutturazione dello stesso rischio.
8.2 Il mercato, criterio unificatore mediante la penuria.
La costruzione di un sistema come quello dell‟economia
implica uno sviluppo, su base evolutiva di ordine vitale e
sistemico-funzionale, del mercato monetario che contiene gli
elementi adatti all‟economia come sistema globale e li
amplifica con un medium universale di comunicazione, il
denaro, ma anche con la penuria come strumento limitativo di
qualsiasi bene, compreso l‟uomo.
L‟essere umano, che sia un sistema o un individuo o un
soggetto, è limitato e costretto dalla penuria (Knappheit), che
acquista, come è stato precisato, un rilievo così predominante
in Die Wirtschaft der Gesellschaft da portare a chiedersi della
sua responsabilità in relazione ad alcuni atteggiamenti
giuridici. Abbandonata l‟idea di penuria come mancanza di un
altro soggetto104, dando per scontate le tesi di Sartre, Luhmann
avvia il suo discorso interamente teoretico sui risvolti
economici di una situazione come la penuria.
In un quadro di considerazioni di insieme della teoria dei
sistemi secondo una prospettiva economica, vanno delineati
103
“La robustezza di un sistema viene riferita dunque alla resistenza della
sua autopoiesi e non consiste così tanto nell‟abilità del suo impiego di
chances di mercato oppure nella razionalità del calcolo dei rischi” N.
LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellscahft,p.123
104
Cfr. K. JASPERS, Philosophie, II, Berlin, 1932; M.HEIDEGGER,
Essere e tempo; J. LACAN, Le seminaire. L‟éthique de la psychanalyse.
1959-1960, Paris, 1986; M. BUBER, Il principio dialogico e altri saggi,
Cinisello Balsamo, 1993; J. HABERMAS, L‟inclusione dell‟altro, Milano,
1998.
75
alcuni aspetti stabilizzanti dell‟equilibrio penuria-abbondanza.
Innanzitutto, chi è il creatore, o meglio il sostenitore o
portatore della penuria? Ma anche, quanto incide la penuria su
un delicato processo come quello normativo? Vi è un‟origine
ben determinata della penuria? Quali sono le interconnessioni
tra la penuria, elemento strutturale del sistema economia, e gli
altri sistemi? E ancora, la penuria è caratteristica di un solo
sistema o è possibile scoprirla nelle pieghe strutturali degli altri
sistemi e se è così, viene avviata dall‟attività rotatoria dei
programmi condizionali?
Per quel panorama che si è ricostruito fino a qui e che
vuole, secondo la teoria generale di sistemi, che ogni sistema
sia concatenato a tutti gli altri sulla base di un equilibrio
funzionale, si afferma una tesi principale, determinata dalla
costatazione che l‟azione economica è istituita in modo
autopoietico-funzionale, in direzione di un‟azione sociale;
questo significa che solo lì dove sono stati istituiti, tramite
differenziazione funzionale, una serie di sistemi sociali è
possibile, non certo gerarchicamente, affermare un sistema
economico; entrambi, sia ogni sistema sociale che il sistema
economia sono ricompresi nella catena di sistemi sociali, in
un‟inesauribile „costellazione di reciprocità‟, secondo il lessico
di Sartre, che trova spazio in quello strumentario adottato dalla
differenziazione sistemico-funzionale.
Nella descrizione di una tale azione programmatica
coordinata da una serie di sistemi, Luhmann adotta
indubbiamente una terminologia scandita da chiari e netti
riferimenti neurologici e meccanici, tuttavia l‟accostamento
alla biologia impedisce di considerare i sistemi secondo
un‟ermeneutica classica che li porrebbe in un ambito
oggettuale o oggettivo: la motivazione è da ascrivere alla
riflessione che i sistemi non possono essere assegnati al campo
spaziale degli oggetti; nel mondo sistemico solo la
differenziazione può essere studiata e valutata come „oggetto‟
non oggettivabile dell‟osservazione, essa è in grado di produrre
76
le funzioni che rappresentano un sistema che si interconnette
con altri sistemi, condizionandoli.
Per via dell‟interconnessione dell‟osservazione per ogni
sistema, ne deriva che il sistema economia è il sistema che in
assoluto osserva se stesso attraverso l‟introduzione di alcuni
limiti che rappresentano le condizioni riflessive e che la
giustificazione della sua autoosservazione è determinata dal
fatto che il sistema economia può trattare, scrive Luhmann, se
stesso, può mettere quindi mano a se stesso, può operare in sé.
Mediante questa differenziazione dal resto del sociale,
dall‟Umwelt, l‟economia si evolve e si trasforma. La premessa
per questa serie di riflessione deriva dalla circostanza che il
sistema economia possiede un suo ambiente interno: il
mercato, e tale affermazione è valida sia per le cosiddette
economie capitaliste che per quelle socialiste.
Il mercato, luogo delle trattative, dello scambio, delle
transazioni non è considerato da Luhmann un sistema, bensì,
come si è detto, un ambiente interno e questo ambiente interno
può essere compreso pienamente soltanto se si comprende il
cosiddetto paradosso della penuria; qualunque regime o forma
di governo tende a far diminuire la penuria, cioè la scarsità di
beni prodotti, proprio questa volontà di riduzione della penuria
innesca il meccanismo della sua moltiplicazione. L‟equazione
è: più cresce l‟accesso a beni scarsi, più aumenta la penuria. In
effetti, l‟accesso a quantità scarse produce penuria, che, a sua
volta, motiva l‟accesso a beni scarsi; essendo scarsi i beni si
tenderà ad accedervi, ma questo rialimenta in maniera continua
la penuria; questo accesso è autoreferenza; il paradosso
corrisponde alla circostanza che l‟accesso alimenta proprio ciò
che vuole eliminare cioè la penuria, in quanto desiderando
garantire una quantità numerosa crea scarsità che a sua volta
incita a procurarsi una quantità numerosa. L‟accesso diviene
quindi un elemento, la chiave di volta in quanto riduce,
moltiplica o produce la penuria; il blocco prodotto da questo
paradosso può essere ovviato soltanto nel momento in cui si
lascia il posto alla differenziazione; al mercato è affidata la
77
funzione di trasformare “il paradosso della penuria in un
paradosso della differenza”105 “mediante la differenziazione e
la differenziazione interiore nasce un ambiente interno”.
Luhmann attribuisce al prezzo la formulazione di questa
differenziazione, equilibratore, misuratore della capacità di
coloro che concorrono nel mercato: si può produrre a un
determinato prezzo, si può o meno pagare un determinato
prezzo ecc. La locuzione the Same is Different, alla quale si è
già accennato, significa che la medesimità differente del
prezzo, il fatto che ci siano prezzi diversi per beni diversi offre
la garanzia di una selezione accurata per l‟accesso a quel
determinato prezzo. L‟identità del prezzo permette, d‟altra
parte, la diversità e quindi la differenza: il prezzo è un medium,
ma è soprattutto un calcolo mercatorio, incita a porre in
evidenza non solo determinati bisogni, ma la qualità dei
bisogni, l‟ammontare delle somme di denaro, la capacità di
investimento e di rischio di ciascuno, ma anche determinati
desideri o frustrazioni, vuoti di produzione, induce ad
acquistare e crea bisogni indotti.
Il termine prezzo rinvia al termine moneta o denaro e
quindi al prezzo del denaro costitutivo del mercato monetario
che rappresenta un particolare mercato del sistema di cui fa
parte il sistema economia ed ha delle caratteristiche particolari,
ma è il significante dell‟intero complesso mercatorio: si
compra e si vende denaro, si scambia denaro, si incrementa
denaro, insomma, il denaro diviene medium di se stesso; ciò
che viene detto prezzo e corrisposto in denaro rappresenta, nel
mercato monetario, un infinito, complesso, paradossale gioco
di specchi che rimanda all‟ambiente sistemico interno
dell‟economia, ma anche ad altre dimensioni dei sistemi
sociali. Si pensi all‟arte e in particolare all‟intuizione di alcuni
pittori di tradurre la propria opera in valore mercatorio;
l‟esempio più calzante sembrerebbe essere la figura di Theo
van Gogh, fratello di Vincent, e alla sua consapevolezza che
105
All‟intera questione della penuria Luhmann dedica un intero capitolo
N.LUHMANN, Die Wirtschaft der Gesellschaft, p. 177 e ss.
78
l‟opera d‟arte deve essere necessariamente resa visibile dal suo
ingresso in un mercato, in questo caso il mercato dell‟arte, che
rinvia poi al mercato monetario. Il gioco di specchi della
polimorfia mercatoria ha un suo referente dominante che è e
rimane il mercato monetario.
9.Alcune conclusioni.
Le analisi e le riflessioni condotte sino a qui lasciano
aperte una serie di considerazioni critiche rivolte alla teoria dei
sistemi e in particolare ai rapporti tra i due sistemi
dell‟economia e del diritto, considerati nella prospettiva
autopoietica di N.Luhmann.
Secondo una direzione critica proiettata verso un futuro,
inteso come praxis individuale, di un uomo che si trova
immerso nella società complessa, frazionata, differenziata da
una serie di sistemi, è utile chiedersi se quest‟uomo abbia gli
strumenti necessari per la tutela giurisdizionale dei propri
diritti. Lo strumentario, seppure inserito in un quadro
funzional-sistemico, lo riguarda come soggetto a rischio, ossia
come soggetto non consapevole dei limiti della propria agibilità
sociale nelle dimensioni dell‟economia e del diritto.
L‟impressione che se ne ha è di un osservatore, sistema, uomomacchina o più semplicemente uomo che ignora lo spettro di
azione, che non riesce più a misurare la distanza tra se stesso e
le istituzioni cosiddette differenziate, allo stesso tempo viene
privilegiato un uomo -sistema- „scaltro‟ perché riesce a
misurare questa distanza attraverso il successo operazionale e
la validità economica.
Per una visione globale di questo sistema -l‟uomo-, un
ulteriore elemento di confronto e di analisi deriva dalle
considerazioni circa la complessa articolazione dei
massenmedien, che Luhmann ritiene sistemi autoreferenziali
che riescono a penetrare nella società sistemico-funzionale
79
sulla base dell‟interconnessione intrasistemica106. Così come
nel sistema economia è il denaro ad evidenziare la
differenziazione funzionale, nei mezzi di comunicazione di
massa la differenziazione è determinata dallo sviluppo e dal
cristallizzarsi delle tecnologie di divulgazione: sono queste in
effetti le condizioni per l‟attualizzarsi della differenziazione
funzionale del sistema informazione. I mass-media sono
portatori di una realtà costituita dalla stampa, dalla televisione,
dalla radio ecc. come mezzi di divulgazione, ma anche mezzi
di manipolazione a loro volta manipolati. Il compito specifico
dei mass-media dovrebbe essere quello di divulgare
informazioni; è comprensibile la responsabilità che si
assumano nell‟espletamento di un tale compito consistente, in
primo luogo, nella selezione di materiali della divulgazione o
della amplificazione di alcune informazioni piuttosto che di
altre; tuttavia, la questione, gli interrogativi non riposano sul
fondamento informativo, ma sul nesso costitutivo tra l‟uomo
sistemico e il flusso di informazioni che costituiscono, anche se
in minima parte, lo strumentario informativo idoneo o non, per
esempio, a fornire indicazioni per esperire un‟azione a difesa
dei propri diritti. Le aspettative del sistema, come quelle di un
soggetto intenzionato esistenzialmente, sono in direzione del
riconoscimento del torto o della ragione; posto che la funzione
di un uomo come sistema è quella di sopravvivere, di vivere in
armonia funzionale con gli altri sistemi ai quali egli stesso
partecipa e dai quali è composto in quanto entità sistemica
(cervello, sistema nervoso, sistema linfatico, ecc.), se il sistema
-l‟uomo come sistema- adisce le vie legali per sopravvivere, la
sopravvivenza dovrà essere realizzata nel migliore dei modi,
cioè nella massima realizzazione del sistema stesso e se al
sistema conviene scegliere la via del non-diritto per avere
ragione lo farà, e viceversa. La questione investe la
responsabilità di chi emette un giudizio diretto a modificare la
condizione dell‟attore o del convenuto, nel diritto civile,
dell‟imputato e della persona offesa, nel diritto penale; nella
106
Cfr. N. LUHMANN, Die Massenmdien, Wiesbaden, 1996, passim.
80
realizzazione del successo operazionale dei sistemi è compresa
anche quell‟area decisionale del sistema diritto, tesa a
modificare condotte rilevanti e controgiuridiche, la decisione
verrà emessa in considerazione della prospettiva, peraltro già
accaduta, che il sistema economia, mediante l‟opera rischiosa
dei mercati, esige il riconoscimento delle proprie aspettative
attraverso la loro normativizzazione107.
Questa considerazione induce a concludere che il
successo di un‟operazione in un Zeitpunkt, che altro non è se
non la contingenza, significa successo del sistema nella sua
interezza della catena dei sistemi: il singolo sistema non ha una
vita autonoma confinata, ma condiziona ed è condizionata dal
flusso dei programmi condizionali degli altri sistemi. La
questione, considerate le analisi precedenti, permane questa: la
spinta economica può modificare il concetto del diritto così
come è stato concepito dalle civiltà greca e romana ad oggi,
con le successive modifiche determinate da eventi storici come
la Rivoluzione francese, la Rivoluzione americana ecc. Le
situazioni del sistema economia sono emblematiche, a
prescindere dalle interpretazioni telematiche dell‟economia;
l‟economia esiste a prescindere dal diritto, la moneta, base
dello scambio, posteriore al baratto, esiste anche per popoli che
non hanno una forma giuridica. Non è necessario essere
soggetti di diritto per acquistare qualcosa, solo
successivamente si formalizza giuridicamente la posizione
dell‟acquirente o dell‟offerente, ma al momento dello scambio
vi è un‟esigenza vitale, materiale, detta economica; solo in un
107
Cfr. E.ZEMMOUR, Le coup d‟Etat des juges, Paris, 1997, passim.
L‟autore si chiede appunto a quando il colpo di Stato da parte dei giudici; i
diritti personali sono costantemente violati proprio da parte di coloro che
dovrebbero a priori tutelarli, si pensi, l‟esempio è riportato dallo stesso
autore, al segreto d‟istruzione che ormai non è più un segreto per nessuno a
causa dell‟interposizione dei mass-media poiché “non passa un giorno senza
che la stampa citi questi nuovi Cavalieri, che ci salveranno - si dice - dalla
corruzione assoluta delle élites”, si è alla berlina di una nuova, libera
interpretazione della legge rivestita dal mercato e svestita dal diritto. Cfr.
anche W.SCHWEIDLER, Geistesmacht und Menschenrecht, 1994.
81
secondo momento vi è una formulazione giuridica, il diritto,
normativizzando la spinta economica, la rende più forte.
Sembrerebbe che il diritto acquisti una funzione puramente
strumentale, vi è quindi una spinta economica a „servirsi‟ del
diritto, a divenire essa stessa diritto: considerato che è questa la
prassi, è chiaro che le preoccupazioni del diritto non possono
combinarsi con quelle della funzionalistica dell‟economia, ma
neanche con quelle della funzionalità dell‟etica come
manicheismo intrinseco all‟agire umano. Il problema è, e
rimane, e Luhmann lo pone in rilievo in Die Wirtschaft der
Gesellschatf, che alla base dell‟agire umano vi è un bisogno
che conduce l‟uomo a misurarsi con una realtà di cui non è più
creatore, produttore, ma solo contribuente parziale e
secondario; nei termini di Sartre, l‟uomo si manifesta sempre
come fatto altrimenti da ciò che fa.
Queste considerazioni sono il luogo per iniziare a
presentare delle conclusioni di natura critica e non solo
espositiva dei due sistemi del diritto e dell‟economia:
l‟economia ha un suo rilievo dal punto di vista del mercato,
un‟economia sistemica senza mercato è nulla, quindi quando si
è discusso di mercato si è voluto discutere di economia e
viceversa. E‟ la spinta del mercato che rende l‟economia
sistema altamente autoreferenziale e complesso; se il mercato
non fosse un ambiente sistemico interno, l‟economia lo
osserverebbe ponendo lo sguardo fuori da se stessa, non lo
avrebbe come la sua „anima‟; l‟incremento della complessità
economica deriva proprio da questa autoosservazione
dell‟autoosservazione: non solo l‟economia osserva i mercati,
ma osserva le banche, fulcro dell‟intera dinamica economicamercatoria, che vengono osservate anche dal mercato e che a
loro volta osservano il campo di investimento del mercato e le
reazioni del sistema economia nel medium essenziale della
moneta.
Davanti alle questioni poste dalla funzione del mercato
sul diritto, il nucleo del problema non consiste nella spinta
economica sul diritto, perché se dal sistema bancario nasce il
82
diritto bancario, dagli scambi via mare, nasce il diritto della
navigazione ecc., poiché ogni volta il diritto regola una serie di
attività che hanno origine dall‟agire umano, il problema
fondamentale rimane, come si è ribadito più volte, la spinta
economica in direzione di riconoscimenti che non sono
giuridici e che vengono giuridicizzati nel processo adeguativo
del sistema diritto verso il mercato, in quanto „anima‟ del
sistema economia. L‟esempio noto è quello riferibile al censo:
coloro che contribuiscono in misura minore al fisco, potrebbero
perdere il diritto sia all‟elettorato attivo che passivo; la
prospettiva occupazionale femminile potrebbe dare adito ad un
provvedimento legislativo limitativo, ad esempio, del diritto al
lavoro e di conseguenza del diritto di voto; potrebbe essere
anche il caso di adulti con menomazioni fisiche e psichiche, o
solo con le limitazioni produttive dovute all‟età che, essendo
elementi scarsamente rilevanti delle operazioni produttive del
mercato, potrebbero essere trattati adattivamente da un sistema
diritto che li riconosce come appartenenti ad un‟umanità di
confine.
Poiché il sistema reagisce solo ai fatti, agli avvenimento
e non alle idee, alle astrazioni o ai pensieri concettuali, ex ante
è necessaria una valutazione del profilo economico che poi
accede a quello giuridico; in ogni condizione fattuale, il singolo
fatto è costituito da un‟eventuale perdita economica e di potere
della cosiddetta city finanziaria, costituita da un paradigma
umano corrispondente a determinati requisiti economici
emergenti come „più‟ funzionali. Si lede quella che nella
vetero-Europa di Luhmann era definita la dignità umana, i
diritti dell‟uomo. Si deve prendere atto che l‟uomo è al servizio
di un sistema che non è più il sistema uomo, un‟entità sistemica
biologica, poiché a volerlo definire così si rischia
un‟antropomorfizzazione inutile e prolissa. Uno degli esempi
inquietanti calzanti a proposito delle spinte economiche di
direzioni e di sfere che non attengono al diritto e che si
sviluppano attualmente in modo globale sono le cosiddette
83
economie di mafia108 o di altre forme alte di criminalità
organizzata,
che
appartengono,
nella
prospettiva
dell‟osservatore, o del codice, al polo non diritto, possano
convertirsi funzionalmente e senza resistenza „giuridica‟ come
polo diritto a causa del potente flusso economico-finanziario di
cui sono portatrici. Questa eventualità è coerente con la
differenziazione funzionale del diritto e della corrispondente
antropologia, ma è in contraddizione con la differenziazione
fenomenologica, che è costituita, dunque, da una chiara critica
dei dinamismi della teoria dei sistemi che impone al diritto di
rappresentare se stesso come apparato servile dei mercati.
108
La regionalizzazione della mafia (mafia americana, mafia russa, mafia
cinese ecc.) tramonta nel tempo, ormai si discute di mafie internazionali, lo
spettro di una mafia confinata in Sicilia, in Puglia, in Calabria, nel Brenta o
semplicemente regionalizzata, è destinato a rimanere un sogno di legislatori
ottimisti.