DALLO «STRUTTURALISMO FUNZIONALE» DI PARSONS AL «FUNZIONALISMO STRUTTURALE» DI LUHMANN Corso Monografico di Sociologia della Devianza Eb1230 AA. 2014-2015 IL FUNZIONALISMO Si sviluppa tra il 1929 e 1940 in USA, per rispondere all’esigenza di operare una sintesi generale, dopo anni di ricerche sul campo; Si basa, più che altro, su preoccupazioni di tipo economico e assume, come punto di partenza, la riflessione sul problema sociale. La priorità è messa sul problema dell’ordine sociale e non del cambio. Di qui la prevalente preoccupazione di assicurare attraverso la riflessione sociologica gli strumenti cognitivi per capire e sostenere i processi di integrazione della società. Spunti di riflessione: FUNZIONALISMO SOCIETA’ CENTRATA – Teoria di Parsons ORGANISMO = funzione dell’adattamento; PERSONALITA’ = è quella che ha degli obiettivi (goal attainment); TALCOTT PARSONS The social system (1951), Toward a general theory of action (1951) La teoria di Parsons fa riferimento ad un paradigma “tutto/parte”, nel senso che l'individuo è considerato parte del “tutto-società”: ciò significa che le caratteristiche fondamentali della personalità individuale sono delineabili a partire dall’appartenenza sociale. Tale rapporto è possibile laddove, in un determinato sistema sociale, si registra una relazione “organica” tra tre elementi fondamentali: l'individuo, la cultura (i valori) e il sistema sociale. Società “organica”, come già in Durkheim, vuol dire una società integrata in se stessa, che, attraverso funzioni diverse, specificate in “ruoli” e “status”, riesce ad integrare i suoi membri in maniera da consentire sia la felicità privata che il bene pubblico. I 3 POSTULATI DI PARSONS 1. il postulato dell’unità funzionale della società, secondo cui la società è un tutto funzionale e tutte le sue parti sono integrate e ben bilanciate; 2. il postulato del funzionalismo universale, per cui tutte le pratiche culturali e sociali sono funzionali; 3. il postulato dell’indispensabilità, per cui esistono prerequisiti funzionali universali per ogni società e solo specifici elementi socioculturali possono soddisfare tali funzioni. LE 4 FUNZIONI FONDAMENTALI DEL SISTEMA SOCIALE (AGIL) ADAPTATION = capacità di affrontare gli squilibri e di gestirli in ordine all’integrazione. La società è un organismo. I diversi organismi della società sanno adattarsi per raggiungere i propri scopi, con le diverse attribuzioni loro attribuite (ruoli). GOAL ATTAINMENT = capacità di motivare il raggiungimento delle méte; ogni membro della società persegue la méta della società stessa; idea di profitto = ciò che attira ogni persona ad impegnarsi INTEGRATION = collaborazione convergente di ogni elemento del sistema per un funzionamento ottimale. PATTERN MANTENANCE (LATENCE) = capacità di conservare il quadro normativo e di legittimarlo in continuità; SCHEMA AGIL E SISTEMA GENERALE D’AZIONE (PARSONS) SISTEMA SOCIALE = quelle che fornisce l’integrazione (che si raggiunge quando c’è corrispondenza tra obiettivi personali e norme sociali) SISTEMA D’AZIONE = del soggetto e della società; sono convergenti e congruenti. Questo assicura l’integrazione. Se non c’è una cultura comune (attraverso la socializzazione) l’integrazione non è possibile. Il CONSENSO, in una società di questo tipo, è ciò che permette alla società stessa di rimanere integrata e di sentirsi un corpo unico. Il CONTROLLO DELLA DEVIANZA è una funzione molto importante, che permette di evitare che alcune personalità escano fuori dal sistema. CONSENSO: meccanismi per ottenerlo 1. socializzazione, 2. profitto, 3. persuasione. 4. coercizione (se le prime non funzionano): misure preventive o repressive INTEGRAZIONE Per la complementarietà tra produzione e riproduzione sociale non ci dovrebbero essere discrepanze tra gli obiettivi e i valori della società e quelli dell’individuo. Attraverso le aspettative e l’agire di ruolo si realizza l’integrazione tra sistema di personalità e sistema sociale e tale integrazione è costitutiva del sistema della personalità (“co-costitutiva”). L’identità è ciò che permette la conservazione di tale struttura psichica SOCIALIZZAZIONE I processi di socializzazione dovrebbero essere orientati ad inserire “funzionalmente” il soggetto nella società. Le varie parti della società condividono tutti la stessa finalità, per cui si dà un unico “sistema di fini” (telic system) che presiede tutta la società e che tutti, attraverso la socializzazione, hanno la possibilità di interiorizzare. DEVIANZA = mancata integrazione Percepire le norme in contrasto con i propri fini. Secondo Parson la devianza non dovrebbe esistere in una società concepita in questo modo, ovvero in una società dove tutto è ben integrato e funzionale, autocentrata e che, quindi, esercita una funzione di controllo molto forte. L’anticonformismo che caratterizza i giovani interpretato come una forma di “irresponsabilità”, una riluttanza ad entrare nei ruoli adulti. NIKLAS LUHMANN (19271998) Uno dei maggiori esponenti della sociologia tedesca del XX secolo La sua formazione teorica fu influenzata tanto da letture di filosofi e sociologi, quanto dal prendere parte, in qualità di funzionario dell’amministrazione pubblica, alle attività di ricostruzione della Germania dopo il periodo post-bellico. Dopo un anno di studi (1960-1961) negli Stati Uniti ad Harvard con Talcott Parsons, al suo ritorno in Germania iniziò la sua attività accademica. In quegli anni Luhmann inizia a riflettere sul perfezionamento della teoria di Talcott Parsons alla luce degli sviluppi intercorsi nel frattempo nei settori della cibernetica e della biologia. Nel 1966, dopo aver seguito per un semestre i corsi di sociologia, conseguì un dottorato di ricerca presso l’Università di Münster. Nel 1968 inizia la sua attività didattica presso la Facoltà di Sociologia della neonata Università di Bielefeld Nei suoi quaranta anni di carriera ha scritto circa 40 libri e 350 articoli scientifici IL SISTEMA SOCIALE DI LUHMANN La creazione intellettuale di Luhmann consiste nell'aver applicato alla società la teoria generale dei sistemi di Von Bertalanffy. Luhmann parte dalla premessa, che gli elementi primari ed unici di un qualsiasi sistema sociale non siano gli agenti principali, ovvero gli uomini, ma gli effetti della comunicazione, ovvero comunicazioni che producono altra comunicazione. Senza comunicazione non esiste nessuna forma di sistema sociale, anzi la chiusura operativa del sistema sociale è operata proprio sul concetto di comunicazione. Tutto ciò che c'è nel sistema sociale è solo ed esclusivamente comunicazione. Un sistema sociale (sistema chiuso) è in grado di costituirsi, ricostituirsi, ma soprattutto di autogestirsi (autoreferenzialità e autopoiesi). Questo è possibile solo mediante una perenne comunicazione. Luhmann precisa che l'uomo non può essere considerato un sistema di questo tipo, perché in realtà rappresenta un altro tipo di sistema più complesso; il sistema psicologico (coscienza), che a differenza del primo è in grado di pensare. I sistemi sociali invece non pensano, ma agiscono, sotto forma di: interazione; organizzazione; società. SISTEMI E SISTEMI SOCIALI Un sistema è un insieme di elementi o di sottosistemi interconnessi tra di loro o con l'ambiente esterno tramite reciproche relazioni, ma che si comporta come un tutt'uno, secondo proprie regole generali, per raggiungere determinati obiettivi prefissati (comuni e individuali). Un sistema può essere definito come l'unità fisica e funzionale, costituita da più parti o sottosistemi (tessuti, organi od elementi ecc.) interagenti (od in relazione funzionale) tra loro (e con altri sistemi), formando un tutt'uno in cui, ogni parte, dà un contributo per una finalità comune od un obiettivo identificativo di quel sistema. Un sistema è un insieme di operazioni o elementi collegati fra di loro in base a criteri prestabiliti o in base a programmi dotati di una qualche autonomia. TIPOLOGIE DI SISTEMI sistemi biologici, o organici, sono costituiti dalla sintesi di determinate sostanze chimiche (es. proteine); I sistemi psichici sono costituiti dalla riproduzione dei processi cognitivi; I sistemi sociali sono costituiti dalla comunicazione. Possono essere singole interazioni comunicative, organizzazioni o addirittura società. Uno degli assunti principali della teoria dei sistemi sociali è che i sistemi conservano la propria autonomia rispetto all'ambiente in cui operano. SISTEMA E AMBIENTE Secondo Luhmann tutti i sistemi sociali si situano in un «ambiente» (Umwelt): esso è tutto ciò che non fa parte del sistema. Di questo ambiente fanno parte l’ambiente naturale, ma anche l’uomo, dal momento che il suo sistema psichico e il suo organismo sono entità autonome e differenziate dai sistemi sociali. Rispetto all'ambiente esterno i sistemi sociali hanno ottenuto una loro autonomia (Ausdifferenzierung, «differenziazione esterna») e, contemporaneamente, sono riusciti a differenziarsi anche al loro interno (Differenzierung, «differenziazione interna»). LA DIFFERENZIAZIONE INTERNA DEI SISTEMI SOCIALI La differenziazione segmentaria, tipica delle società preistoriche, consiste nel fatto che la società sia divisa in tante tribù o in tanti villaggi che però hanno struttura simile, se messe in rapporto tra loro. La differenziazione centro/periferia, tipica dei grandi imperi (es. impero romano), consiste nella diversificazione tra due parti della società: una zona dell'impero più importante politicamente ed economicamente, detta «centro», ed un'altra zona, detta «periferia», che è di rango inferiore ed è controllata dal «centro». La differenziazione stratificata, tipica del Medioevo e della prima modernità, consiste nella divisione della società in classi organizzate gerarchicamente tra loro. La differenziazione funzionale, che costituisce ancora oggi la struttura portante della società contemporanea, consiste nella diversificazione degli elementi della società in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere. DOPPIA CONTINGENZA La doppia contingenza è uno dei concetti di base della Teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann, fondamentale per comprendere la sua visione dei sistemi sociali, il loro carattere di sistemi "emergenti”. Egli assume il termine da Parsons, ma se ne differenzia nell’interpretazione. Per doppia contingenza Parsons intendeva una circostanza in cui almeno due attori si trovano a cercare di interagire avendo aspettative riflessivamente reciproche di comportamenti differenti. Per Luhmann non si tratta soltanto di una interdipendenza tra aspettative, ma di un'interdipendenza tra aspettative riflessive (l'uno sa che anche l'altro sa che lui sa....) che possono sempre essere differenti. DOPPIA CONTINGENZA E SISTEMI SOCIALI La doppia contingenza si costituisce effettivamente non appena un sistema incontra un altro sistema a cui sia in grado di attribuire scelte contingenti. Se ciò si realizza in modo persistente e cogente, allora il problema della doppia contingenza diventa sufficientemente motivante per dar vita a sistemi sociali. Tali sistemi possono essere denominati come Ego e Alter. In tale prospettiva la dimensione sociale si pone, nel contesto di differenti orizzonti di senso, come problema relativo alla concordanza o divergenza delle interpretazioni di un Ego e di un Alter. Si deve partire dal presupposto che essi sono l'uno per l'altro delle "scatole nere", assolutamente impenetrabili nelle rispettive complessità. Essi tuttavia vivono entrambi l'esperienza della doppia contingenza, ed è proprio questa condizione strutturale che assegna a ogni evento che accada in tale contesto un significato strutturante. Ego e Alter sono due sistemi autoreferenziali che si osservano reciprocamente sulla base dell'esperienza della doppia contingenza. Ciascuno di essi, però, può cercare di condizionare ciò che osserva nell'ambiente e quindi imparare da una tale esperienza. In tal modo è possibile iniziare, d'ambo i lati, a ridurre l'incertezza riguardo al comportamento proprio e in questo modo è possibile che si formi un ordine di senso emergente, precisamente come aspettative sociali stabilizzate a cui, ora, i comportamenti reciproci possono orientarsi. IL SISTEMA SOCIALE COME "TERZO INCLUSO” Si deve comprendere che la possibilità dell'emersione di un sistema sociale sta tutta nella particolare "pressione" che la doppia contingenza esercita su Ego e Alter. Da un lato, Ego vede Alter come Alter ego (e viceversa), dall'altro lato e contemporaneamente Ego vive la non-identità delle prospettive come esperienza vissuta da entrambe le parti (e viceversa). Poiché tutto ciò è vissuto riflessivamente anche da Alter, sorge un "interesse alla determinazione" della situazione d'ambo i lati. L'eccesso d'indeterminatezza spinge alla determinatezza. Il sistema sociale sorge allora come "terzo incluso" non appena, anche per caso, si sia formato un qualche senso determinato che sia utilizzabile d'ambo i lati per coordinare comportamenti determinati. È sufficiente insomma che ciascuno possa osservare che riferendosi ad un elemento "terzo" assunto come proprio ci si può lasciar condizionare dall'altro perché anche l'altro, alla stessa maniera, si lascia condizionare da lui. L'interesse, per così dire, alla determinatezza, è vissuto riflessivamente d'ambo i lati e questo li induce a usare il proprio comportamento per ridurre l'incertezza. La riflessività delle prospettive porta all'emergere di un elemento che può essere trattato come punto di convergenza, per quanto minimale. Le aspettative sociali che su questa base si sviluppano come complessità propria del sistema sociale possono sollecitare (tramite socializzazione) la formazione di aspettative psichiche correlate. Queste ultime non sono mai la copia delle prime nelle menti delle coscienze, e ciò non soltanto perché le aspettative psichiche sono in ogni caso elaborazioni specifiche (autosocializzazioni) delle singole coscienze, ma anche perché le aspettative sociali contengono sempre molte altre possibilità ed hanno una loro peculiare e indipendente dinamica. LA COMUNICAZIONE PER LUHMANN Una lunga tradizione di pensiero interpreta la comunicazione come il trasferimento di un’informazione da un soggetto verso un altro soggetto. È realmente possibile un tale trasferimento d'informazione? Luhmann ritiene che un tale processo non sia possibile. Secondo lui la Comunicazione è costituita da tre processi: 1. Emissione: L'atto comunicativo, o azione, da parte di un soggetto. 2. Un'informazione riguardante un contenuto di senso che l'atto comunicativo ha trasmesso, intenzionalmente, a chi l'ha osservato. 3. Comprensione: L'osservazione di questo atto da parte di un altro soggetto (=osservazione della differenza delle due precedenti selezioni). Se ego ha compreso la differenza tra emissione e informazione, la comunicazione emerge come sintesi di queste tre selezioni e allora, ma solo allora, ego deve a sua volta rispondere e la comunicazione procede realizzando le connessioni richieste dalla circostanza. SENSO E COMUNICAZIONE Dall'altro lato, si sono realizzati dei cambiamenti di stato concomitanti ma separati nei due sistemi psichici coinvolti. Questi, per altro, restano reciprocamente intrasparenti nonostante la comunicazione: essi possono soltanto osservarsi reciprocamente e su questa base fare inferenze sui rispettivi comportamenti (tramite imputazioni di intenzioni, motivi ecc.). Rispetto a questi stati di coscienza, che nonostante tutto restano comunque reciprocamente intrasparenti, la comunicazione prosegue come un "terzo escluso", separato dai processi di coscienza, perché ciò che è detto "è detto", indipendentemente da motivi, intenzioni, fraintendimenti, differenze interpretative, livelli di attenzione, differenze culturali ecc. Anche quando siamo abbastanza sicuri di aver compreso proprio il senso intenzionato da alter e quale che sia la decisione riguardo a dissentire o concordare, tutto ciò costituisce necessariamente solo un insieme di stati della nostra coscienza. Certo, comunicazione e coscienza si alimentano reciprocamente, si "perturbano", ma, nonostante le apparenze, non si confondono mai. La coscienza percepisce la comunicazione, ma non è "istruita" da essa. COSCIENZA E COMUNICAZIONE La coscienza è necessaria perché vi sia comunicazione, ma non può attraverso la comunicazione "trasferire" i suoi pensieri in un'altra coscienza, né la comunicazione può sostituirsi come tale ai pensieri. Per questo ego e alter sono in una condizione di doppia contingenza, che la comunicazione riduce (tramite aspettative o strutture sociali) ma non elimina mai, e che però alimenta in ogni circostanza in cui si riproponga. E proprio per questo ego e alter possono riferirsi a strutture sociali (generalizzate simbolicamente) per coordinare i propri comportamenti e riprodurre nel contempo le proprie rispettive autonomie soggettive. La reciproca impenetrabilità sia dei sistemi psichici tra loro, sia di questi rispetto ai sistemi sociali introduce al concetto di sistema autopoietico autoreferenziale. AUTOPOIESIS "Autopoiesis" (dal greco “auto” e “poiesis”, cioè "creazione, produzione") si riferisce ad un sistema capace di riprodursi e auto-mantenersi. Il termine fu introdotto nel 1972 dai biologi cileni Humberto Maturana and Francisco Varela per definire le capacità di auto-mantenimento di una cellula vivente. Un sistema autopoietico può quindi essere rappresentato come una rete di processi di creazione, trasformazione e distruzione di componenti che, interagendo fra loro, sostengono e rigenerano in continuazione lo stesso sistema. Inoltre il sistema si autodefinisce, di fatto, ovvero il dominio di esistenza di un sistema autopoietico coincide con il dominio topologico delle sue componenti. Rapresentazione in 3D di un processo di mitosi di una cellula: un esempio di autopoiesi AUTOPOIESIS (continua ) Ciò che caratterizza l'autopoiesi è la produzione dei suoi elementi di base che riproducono ricorsivamente gli elementi che li producono. L'innovazione teorica sta proprio in questo: il sistema produce continuamente se stesso e per questo si sottolinea -soprattutto da parte di Maturana e Varela, con la loro tesi epistemologica differente da quella riduzionistica- che una tale "chiusura operativa" non ha né input né output e quindi un sistema omeostatico identificato dall'autonomia dell'ambiente esterno. Ciò nel senso che il sistema è, a partire dai suoi elementi di base (non ulteriormente scomponibili), totalmente determinato dalle sue proprie strutture. Ciò non significa che il sistema abbia in se stesso tutte le sue proprie cause. Il sistema è pur sempre un sistema in un ambiente, con il quale è accoppiato strutturalmente. Significa, piuttosto, che il sistema è in grado di discriminare tra cause interne e cause esterne e di condizionare le cause esterne, che lascia filtrare, in modo che queste possano proseguire diversamente, cioè secondo le esigenze autoprodotte della propria autopoiesi. I confini interni ed esterni del sistema sono allora proprio ciò che separa il sistema dal suo ambiente e lo mette in relazione con esso. Il sistema può dunque aprirsi selettivamente all'ambiente proprio perché condiziona questa apertura alla sua chiusura. Su questa base esso può sviluppare una complessità propria e farla evolvere in relazione alla complessità esterna, mantenendo tale dislivello di complessità se e finché ne è capace. AUTOPOIESI IN SENSO LATO In senso lato si parla di sistema autopoietico quando un sistema si autodefinisce e tende a sostenere se stesso. Quando i principi di indipendenza di un sistema all'interno di un'organizzazione statale superano una certa soglia, il sistema diventa a tutti gli effetti autopoietico. Questo riguarda in maniera particolare i campi della teoria dei sistemi e alla sociologia. Luhmann ha utilizzato i concetti biologici e cibernetici di Maturana e Varena, come di altri sistemisti, come Bateson, per elaborare il suo concetto di sistema sociale, complesso, a doppia contingenza, in coppia strutturale.. ACCOPPIAMENTO STRUTTURALE La relazione tra un sistema e i presupposti ambientali che devono essere dati perché esso possa proseguire nella propria autopoiesi. Il sistema realizza le proprie operazioni in condizioni di assoluta autonomia: accoppiamento strutturale e autodeterminazione del sistema si trovano in una «relazione ortogonale», nel senso che pur presupponendosi non possono determinarsi reciprocamente. L’ambiente può incidere sul sistema solo in quanto suscita «irritazione», «disturbi», «perturbazione», che vengono rielaborate internamente. Anche le irritazioni sono costruzioni interne, risultanti da un confronto degli eventi con le strutture proprie del sistema. Non ci sono quindi irritazione nell’ambiente del sistema: ogni irritazione è una «autoirritazione» AUTO-ORGANIZZAZIONE I SISTEMI AUTO-ORGANIZZATI POSSIEDONO QUATTRO CARATTERISTICHE PRINCIPALI: Complessità: sono complessi i sistemi le cui parti si intrecciano l'una all'altra tramite relazioni mutuali in permanente cambiamento. Le parti possono cambiare similmente ogni volta. La complessità rende più difficile la descrizione e la previsione del comportamento dei sistemi nella loro interezza. Autoreferenza: i sistemi auto-organizzanti sono autoreferenti e mostrano una unanimità operativa. Vale a dire che "ogni comportamento del sistema retroagisce su se stesso e diviene il punto di partenza per un nuovo comportamento". I sistemi operativi chiusi non agiscono a seguito di influenze dell'ambiente esterno, ma sono responsabili in modo indipendente e autonomo di loro stessi. L'autoreferenza è un concetto valido anche nel caso dei sistemi aperti. Ridondanza: nei sistemi auto-organizzanti non vi è alcuna separazione di principio tra le parti organizzanti, ordinanti o che guidano l'evoluzione del sistema stesso. Tutte queste parti rappresentano potenziali artefici. Autonomia: i sistemi auto-organizzanti sono autonomi se le relazioni e interazioni che definiscono il sistema come un tutt'uno sono determinate solamente dal sistema stesso. L'autonomia si riferisce solamente a certi criteri, dato che esiste sempre la possibilità di scambiare materia ed energia con l'ambiente.