Convegno "La Scleorsi Laterale Amiotrofica

COMUNICATO STAMPA
Congresso
La Sclerosi Laterale Amiotrofica:
verso un approccio multidisciplinare integrato
23 febbraio
Aula Magna, centro didattico
Sono ancora vive, negli occhi di tutti, le immagini di Piergiorgio Welby e della sua sofferenza
davanti alla distrofia muscolare. Stesso destino anche per chi è colpito da SLA, Sclerosi Laterale
Amiotrofica, la più grave fra le malattie ad esito fatale che colpiscono i motoneuroni, ovvero le
cellule nervose del cervello e del midollo spinale che comandano il movimento dei muscoli. Quali
le potenzialità della ricerca scientifica? Come migliorare la qualità di vita dei pazienti? Su questi
temi si confronteranno numerosi esperti del settore durante un convegno organizzato dall’AISLA –
Associazione Italiana SLA, in collaborazione con Azienda Ospedaliera Universitaria Senese,
Università di Siena, con il patrocinio dei Comuni di Siena e Arezzo e il contributo della Fondazione
Monte dei Paschi. “Il significato letterale della parola SLA– spiega il neurologo Fabio Giannini - è
il raggrinzimento della porzione laterale del midollo spinale ed il dimagrimento muscolare. E' una
malattia degenerativa dell’adulto o della terza età, a decorso progressivo, caratterizzata da deficit di
forza e atrofia muscolare agli arti e a livello del tronco, difficoltà di deglutizione e articolazione
della parola e spasticità, con sensazione di rigidità agli arti, soprattutto inferiori”. Durante il
meeting, che si terrà il 23 febbraio presso l’aula Magna del centro didattico delle Scotte, si parlerà
in particolare di clinica, genetica molecolare, terapie farmacologiche, problematiche nutrizionali e
respiratorie, tecniche di nutrizione artificiale, ventilazione assistita, fisioterapia e logopedia.
Interverrà anche Mario Melazzini, nella doppia veste di paziente e presidente AISLA. “E’
fondamentale un approccio integrato alla malattia – aggiunge la dottoressa Marilena Pirrelli,
dell’U.O.C. Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria – con forte collaborazione tra ospedale,
territorio e volontariato”. La malattia è un po’ più frequente nel sesso maschile e la maggior parte
dei pazienti ha un’aspettativa di vita di 2-3 anni. “Migliorare la qualità di vita e prolungare la
sopravvivenza di queste persone – aggiunge la pneumologa Marilena Pirrelli – è possibile. Chi
utilizza sistemi di ventilazione meccanica può vivere più a lungo e, per non affaticare i muscoli, ci
sono ad esempio i sistemi di ventilazione non invasiva, cioè ventilatori che si applicano di notte,
con una semplice mascherina. Così come è possibile, con un piccolo intervento chirurgico allo
stomaco, consentire al paziente di nutrirsi adeguatamente quando non è più in grado di deglutire”.
Le cause della SLA sono ancora sconosciute; nella maggioranza dei casi si tratta infatti di una
malattia sporadica, cioè che si verifica senza che ci siano stati casi precedenti in famiglia.
Il convegno, che ha finalità scientifiche e divulgative, affronterà anche alcuni aspetti organizzativi e
sarà rivolto a tutti gli operatori sanitari e sociali, coinvolti od interessati all’assistenza in questa
malattia, nonché ai pazienti ed ai loro familiari.