Diagnosi genetica, individuazione dello stato di portatrice e diagnosi prenatale Maurizio Margaglione Alberobello, 8 settembre 2012 Genetica Medica Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Foggia Quando una donna è una portatrice di emofilia? • Figlia biologica di un emofilico • Madre biologica di più di un emofilico • Madre biologica di un emofilico e con un altro familiare emofilico • Madre biologica di un emofilico • Sorella di un emofilico Cos’è cambiato nella diagnosi genetica dell’Emofilia Cos’è cambiato nella diagnosi genetica dell’Emofilia Cos’è cambiato nella diagnosi genetica dell’Emofilia Cos’è cambiato nella diagnosi genetica dell’Emofilia Cos’è cambiato nella diagnosi genetica dell’Emofilia Marker A - Marker B Marker C C - Identificazione dei carrier · · · · ? Analisi di linkage Pro Metodologia d’analisi identica in tutti Metodo sufficientemente semplice Applicazione immediata Risposta in tempi brevi Analisi di linkage Contro Necessaria eterozigosità Scarsità di polimorfismi Frequenza allelica Talvolta non informativa Possibilità di diagnosi errata (ricombinazione) Quando l’analisi di linkage non da risposta? • Famiglie non informative • Analisi non informative • Ricombinazione • Nuove mutazioni • Mosaicismi germinali Analisi di linkage Informativa in circa 85-90% delle famiglie Cos’è cambiato nella diagnosi genetica dell’Emofilia Marker A - Marker B Marker C - Approccio molecolare 1982 Identificazione del gene del FIX (Choo et al) 1983 Prima segnalazione mutazione del gene del FIX (Giannelli et al) 1984 Identificazione del gene del FVIII (Gitschier et al) 1984 Prima segnalazione mutazione del gene del FVIII (Gitschier et al, Antonarakis et al) 1991 Mappaggio del gene del FVIII (Poustka et al; Freije & Schlessinger 1992) FVIII (http://europium.csc.mrc.ac.uk) 615 sostituzioni nucleotidiche 120 grandi delezioni 152 piccole delezioni 57 inserzioni FIX (www.klc.ac.uk/ip/petergreen/hemBdatabase.htlm) 1053 differenti mutazioni Identificazione diretta della mutazione Pro Informativa in “tutti” i casi Non necessari più familiari affetti Identificazione diretta della mutazione Contro La mutazione dev’essere conosciuta Approccio differente nei diversi casi Tempi medio-lunghi per la risposta Perché eseguire un test genetico? • Identificazione dei carrier • Predizione della risposta terapeutica o dell’insorgenza delle complicanze • Diagnosi prenatale Test genetici: perché sono diversi dalle consuete analisi di laboratorio? I risultati sono permanenti per l’individuo sottoposto al test Possono essere eseguiti con finalità diagnostiche ma anche predittive per patologie future I risultati possono avere conseguenze importanti per altri membri familiari, solitamente figli, ma talvolta fratelli e genitori Occasionalmente alcune forme di test genetico possono rivelare informazioni non desiderate (paternità) “Il test genetico deve essere considerato un servizio integrato, nel senso che deve essere preceduto e seguito da una informazione specifica (consulenza genetica collegata al test genetico)” Conferenza Stato-Regioni, 15 luglio 2004, Linee-Guida per le Attività di Genetica Medica Consulenza genetica • Il “counseling” genetico fornisce informazioni pratiche alle persone sul proprio rischio di sviluppare o trasmettere una malattia ereditaria o un difetto congenito. • Il “counseling” genetico discute il meccanismo di ereditarietà della malattia, la sua incidenza, il rischio di trasmissibilità, i test per identificarne lo stato di malattia o di portatore e gli eventuali metodi di prevenzione e terapia. • Il consulente genetista ha un approccio teso a fornire informazioni alle persone e discutere con loro perchè siano in grado di prendere in autonomia una decisione “informata”. Perché eseguire un test genetico? • Identificazione dei carrier Identificazione diretta della mutazione Fenotipo <1% grave 1-5% moderato 6-25% lieve Frequenti emorragie spontanee; emorragie prolungate anche dopo lesioni minime, interventi chirugici ed estrazioni dentarie. 50% dei casi. Numero medio di emorragie/anno: 52 Emorragie spontanee rare; emorragie prolungate dopo lesioni minime, interventi chirugici ed estrazioni dentarie. 15% dei casi. Numero medio di emorragie/anno: 12 Emorragie spontanee assenti; emorragie prolungate dopo traumi maggiori, interventi chirugici ed estrazioni dentarie. 35% dei casi. Numero medio di emorragie/anno: 0-1 The Italian AICE-Genetic Hemophilia A database Type of mutations Severe Moderate/Mild Inv IVS-22 Nonsense Small ins Missense Small del Splice site Inv IVS-1 Large del Perché eseguire un test genetico? • Identificazione dei carrier • Predizione della risposta terapeutica o dell’insorgenza delle complicanze • Diagnosi prenatale Presenza di anticorpi inibenti: caratteristiche Emofilia A Prevalenza 25% “High responders” Risposta alla ITI + 60-80% B 1-5% ++ 50% Gravi effetti collaterali con somministrazione fattore carente -- ++ Correlazione con il tipo di mutazione + ++ The Italian AICE-Genetic Hemophilia A database Inhibitors in severe Hemophiliacs Large deletions 71 % 46 % 41 % Nonsense mutations 40 % 35 % 31 % IVS-1 inversions 35 % / 17 % 26 %^ IVS-22 inversions 27 % / 21 % 21 %° Splicing-site mutations 28 % 8% 17 % Small deletions 16 % 17 % Small insertions 13 % 19 % Missense mutations 5% Italy Margaglione M, Haematologica, 2008 16 % 5% Germany* Hamster 10 % *Oldenburg J, Haematologica, 2000 ^Oldenburg J, J Thromb Haemost 2006 ° Saint-Remy JM, Haemophilia 2004 Emofilia B Database internazionale (Green, 2004) 2891 gravi Pazienti con inibitore 54 (1.9%) Mutazioni nonsense 14 (26%) Grandi delezioni 13 (24%) Delezione completa del gene 17 (31%) Mutazioni missense 10 (19%) Pazienti italiani con (Tagariello, modificato) Pazienti con inibitore 277 gravi 10 (3,6%) Mutazioni nonsense 6 Delezione esoni A-H 2 Delezione completa del gene 2 Mutation type Success Partial Response Failure Large deletions (n=6) 1 (17%) 1 4 Splice site mutations (n=3) 1 (33%) 1 1 Translocations (n=50) 25 (47%) 9 18 Nonsense (n=11) 6 (60%) 1 3 “High-risk” mutations 33/71 (47%) Small deletions (n=6) 5 (71%) 1 Small insertions (n=6) 5 (87%) 1 Missense (n=1) 3 (100%) “Low-risk” mutations 13/15 (87%) Coppola A et al. J Thromb Haemost. 2009 OR (95% CI) 7.5 (1.7-31.6) p=0.005 Time to success Low-risk vs high-risk Low-risk mutations High-risk mutations RR (95% CI) 2.4 (1.2-4.9) p=0.01 Coppola A et al. J Thromb Haemost. 2009 Perché eseguire un test genetico? • Identificazione dei carrier • Predizione della risposta terapeutica o dell’insorgenza delle complicanze • Diagnosi prenatale ANALISI MOLECOLARE DEL GENE: QUANDO? In epoca preconcezionale, nelle coppie a rischio di avere un feto con la malattia. In questi casi, lo studio del DNA e’ la premessa indispensabile per poter eseguire tempestivamente la diagnosi prenatale. Diagnosi prenatale: prelievo DIAGNOSI PRENATALE: RISCHI Tutte le tecniche attualmente in uso, che hanno lo scopo di ottenere campioni di DNA fetale per la diagnosi prenatale, sono invasive e non prive di rischi per il feto e la donna. Un centro per la diagnosi di portatrice e per la diagnosi prenatale di emofilia necessita della collaborazione delle seguenti strutture: - Centro per la diagnosi e terapia dell’emofilia. - Laboratorio di biologia molecolare per lo studio del DNA. - Reparto di ostetricia per il prelievo dei villi coriali, del liquido amniotico, del sangue fetale. - Laboratorio di citogenetica per lo studio del cariotipo e la determinazione del sesso nel feto.