Diagnosi di portatrice e diagnosi prenatale: counselling genetico Emofilia L’emofilia è una malattia autosomica recessiva legata al cromosoma X Meccanismo ereditario dell’ Emofilia A e B 50% 100% 50% • 25% 25% 25% 25% 100% Maschio sano • Femmina sana • Maschio Emofilico • Femmina portatrice • Femmina Emofilica Consulenza genetica • Gli aspetti psicologici sono importanti durante tutto il processo di consulenza genetica. E’ consigliato il supporto al paziente di personale professionale qualificato. Consulenza genetica (1) • La diagnosi dovrebbe essere effettuata prima della gravidanza ad un’età relativamente giovane • La consulenza dovrebbe essere effettuata prima dei test di laboratorio per fornire alla donna gli elementi necessari per un consenso informato • Disponibilità dei dati clinici dell’emofilico presente in famiglia (grado della malattia, presenza di inibitore) • Analisi del pedigree della famiglia a rischio per stabilire se la probanda è una possibile portatrice Consulenza genetica (2) • Il partner deve essere coinvolto (usualmente poco informato sull’emofilia) • Fornire informazioni riguardanti la trasmissione genetica ed i test disponibili • Valutare i dati molecolari a disposizione (analisi diretta o indiretta) • Sottolineare che i risultati dei test potrebbero essere non informativi a causa dei limiti delle tecniche disponibili. (RFLP) Consulenza genetica (3) • Possibilità di effettuare la diagnosi prenatale spiegando i diversi metodi disponibili secondo l’età gestazionale: - Prelievo di villi coriali a 8-12 settimane - Amniocentesi a 12-16 settimane Diagnosi di portatrice in emofilia Quando una donna è portatrice obbligata? - Il padre è emofilico - Ha più di un figlio emofilico o un figlio emofilico ed una figlia portatrice - Ha un figlio emofilico e ci sono più maschi emofilici nella linea materna del pedigree. Diagnosi fenotipica di portatrice • Le concentrazioni plasmatiche di FVIII o FIX:C e FVIII o FIX:Ag sono circa il 50% del normale. • Il fenomeno della Lyonizzazione (solo metà delle cellule si esprimono a causa della inattivazione casuale di uno dei due cromosomi X) causa variazione dei livelli di FVIII o FIX, con valori di concentrazione sovrapponibili tra portatrici e non portatrici. Cosa e’ necessario per la diagnosi di portatrice e la diagnosi prenatale? Disponibilita’ del DNA del paziente emofilico Diagnosi Prenatale Premesse • La diagnosi prenatale dovrebbe essere pianificata prima del concepimento per ottenere i migliori risultati. • L’ecografia è importante per conoscere la vitalità del feto, l’età gestazionale e controllare che non siano in corso gravidanze multiple. • Se la donna gravida chiede consulenza durante il secondo trimestre, l’ecografia è necessaria per stabilire il sesso del feto ed evitare procedure di diagnosi invasive nel caso il feto sia femmina. Le donne gravide a rischio di emofilia dovrebbero essere informate su: - i differenti approcci diagnostici relativamente all’età gestazionale. - test disponibili per la diagnosi prenatale (analisi del DNA, test della coagulazione). - accuratezza della diagnosi. - tempo necessario per l’effettuazione della diagnosi. - limitazioni e potenziali complicanze. Diagnosi prenatale (1) • Divenne possibile alla fine degli anni 70 attraverso l’uso della fetoscopia e la cordocentesi ad ultrasuoni nelle settimane 18-20. • Sesso del feto: ultrasonografia o analisi delle cellule del liquido amniotico. • Analisi fenotipica: su plasma di feto maschio (stress emozionale e psicologico) Diagnosi prenatale (2) • Negli anni 80 sono stati clonati i geni del FVIII e del FIX. • Questo rese possibile identificare i marker genetici associati alla patologia o la mutazione responsabile della malattia attraverso la biopsia dei villi coriali in 10a-12a settimana. Tecniche di diagnosi prenatale (I trimestre) Prelievo dei villi coriali (CVS) • L’età gestazionale: 10-12a settimana. • Il CVS effettuato prima della 10a settimana si associa ad alto rischio di anormalità degli arti fetali (focomelia). • Il primo test da effettuare sul villo è la determinazione del sesso del feto. • In caso di feto maschio l’analisi genetica continua mediante analisi diretta od indiretta. Tecniche di diagnosi prenatale (II trimestre) Amniocentesi • Gli amniociti in coltura vengono utilizzati per estrazione di DNA, PCR, RFLPs e sequenziamento diretto. Tutte le tecniche che hanno lo scopo di ottenere campioni per la diagnosi prenatale sono invasive e non sono prive di rischi per feto e gravida Emostasi e gravidanza Ø I livelli di FVIII e vWF aumentano in gravidanza, marcatamente nel III trimestre, ritornando ai valori basali alcuni giorni dopo il parto. Ø Il livello di FIX non si modifica in gravidanza Ø Livelli di FVIII/IX > 40% consentono il parto vaginale. Ø Livelli di FVIII/IX > 50% consentono procedure invasive in gravidanza, anestesia epidurale e parto cesareo. Supporto emostatico in gravidanza • Non necessario nella maggiorparte delle portatrici • DDAVP (desmopressina): prescrivibile dall’ematologo nelle portatrici di emofilia A sia durante la gravidanza che nel post-partum (non controindicazioni relative all’allattamento) • Concentrati di FVIII o FIX ricombinante Monitoraggio delle portatrici • Vaccinazione contro l’epatite B, preferenzialmente prima della gravidanza. • Controllo del livello di FVIII/IX prima di procedure invasive. • Controllo del livello di FVIII nel III trimestre (34° sett.) • Controllo del livello di FVIII nel post-partum Nascituro Determinazione del sesso del feto: ultrasonografia o analisi delle cellule del liquido amniotico. Analisi fenotipica: - su plasma di feto maschio (raramente necessaria) - prelievo da cordone ombelicale alla nascita • FVIII o FIX ricombinante: non necessario per il neonato dopo parto vaginale non complicato o parto cesareo Ø Non somministrare vitamina K intramuscolare ü Vaccinazioni: nessun rischio emorragico se somministrate sottocute Conclusioni • E’ di primaria importanza che in un centro emofilia siano disponibili gli ematologi, i genetisti, gli psicologi e gli ostetrici. • Lo scopo del centro deve essere quindi quello di provvedere ad un supporto alle famiglie a rischio che sia più ampio e completo possibile, che comprenda l’aspetto clinico, l’approccio terapeutico e la consulenza genetica, ma anche il supporto psicologico.