Vaccino anti-mastite… nell’attesa di un preparato efficace Da L’Abstract, Francia La ricerca dei vaccini immunizzanti contro le mastiti prosegue. Tuttavia, i vaccini proposti finora si limitano a diminuire la frequenza e la gravità delle infezioni, senza conferire una vera e propria resistenza. Si stanno però aprendo delle nuove prospettive, fra cui il vaccino al DNA. a ricerca sui vaccini progredisce e continuano gli studi sulle tre specie batteriche più spesso responsabili delle mastiti (Escherichia coli, Staphylococcus aureus e Streptococcus uberis). Il principio di un vaccino antimastite è semplice: prevenire le mastiti senza causarne di nuove, indurre una reazione immunitaria senza provocare una impennata di neutrofili nella ghiandola mammaria, che avrebbe pesanti conseguenze sulla qualità del latte (Bradley, 2002). I vaccini anti-mastite finora proposti permettono di diminuire la gravità delle infezioni, aumentano il tasso di guarigione spontanea, ma non conferiscono resi stenza alle infezioni intramam marie (Hu et al., 2003); in questo senso, non proteggono da nuove infezioni (Gilbert e Poutrel, 2000). L Vaccinare contro E. coli e S. aureus Tecnicamente, un vaccino può conferire diversi gradi di protezione: la riduzione della frequenza e della gravità delle mastiti cliniche, la prevenzione di nuove infezioni e l'eliminazione delle infezioni croniche. Nel caso delle mastiti da Staphylococcus aureus, che sono generalmente sub-cliniche e croniche, un vaccino che porta solo alla diminuzione della gravità delle infezioni non è del tutto soddisfacente (Gilbert e Poutrel, 2000). I vaccini contro le mastiti cosiddette ambientali (Escherichia coli e Streptococcus uberis) hanno lo stesso difetto: diminuiscono la gravità delle manifestazioni cliniche ma non assicurano una prevenzione completa (Lacasse 2001). Negli Stati Uniti sono disponibili sul mercato vaccini contro Escherichia coli (vaccino J5) che ottengono un certo successo, per lo meno a livello commerciale - e contro Staphylococcus aureus. Questi ultimi sono venduti meno bene poiché il loro grado di protezione resta limitato. Attualmente in Francia non è disponibile nessun vaccino contro la mastite (come in Italia, ndt). Il vaccino J5 riduce la gravità dei sintomi clinici delle mastiti coliformi, ma non sembra capace di prevenire nuove infezioni intramammarie causate da coliformi (Bradley, 2002). D'altronde, benché il vaccino J5 sia in commercio negli Stati Uniti da circa 10 anni, le basi immunologiche del suo meccanismo d'azione sono poco note. Il più delle volte la protezione indotta da questo vaccino viene attribuita ad un semplice meccanismo di stimolazione della produzione di anticorpi (Dosogne et al. 2002), ma viene anche ipotizzato che riduca la gravità della >>> 43 Il principo del vaccino al DNA Quando si ha una infezione mammaria da Staphylococcus aureus, il batterio aderisce alle cellule della ghiandola mammaria. Una volta che il batterio ha invaso la ghiandola, diventa estremamente difficile per il sistema immunitario sbarazzarsene. Di conseguenza è meglio concentrare gli sforzi sulla prima tappa dell'infezione, quella dell'adesione. Abbiamo selezionato dei geni che producono delle proteine fondamentali per l'adesione dei batteri alle cellule: una di queste è il fattore di agglutinazione A (FAA). Una parte del gene FAA è stata introdotta in un plasmide (detto pFAA) che consente la sintesi della proteina da parte dell'animale. Sono stati eseguiti esperimenti su topi: alcuni sono stati vaccinati con il nuovo plasmide, altri con un plasmide vuoto a scopo di controllo. La vaccinazione con il plasmide pFAA ha indotto la produzione di anticorpi specifici in grandi quantità. L'incubazione degli Staphylococcus aureus con siero del sangue di topi vaccinati con il pFAA blocca quasi totalmente la fissazione dei batteri, aumentando così la fagocitosi dei batteri ad opera delle cellule immunitarie dei topi. A una diluizione di 1/1000, il siero dei topi vaccinati permette un aumento della fagocitosi del 32%, mentre una diluizione di 1/258 induce un incremento del 68%. Questa immunizzazione al DNA consente quindi la produzione di anticorpi funzionali capaci di contratstare lo S. aureus. Questo vaccino induce inoltre una risposta cellulare significativa, contrariamente alla maggior parte dei vaccini tradizionali. Tale risposta potrebbe contribuire ad eliminare i batteri nascosti all'interno delle cellule delle ghiandole mammarie. Fonte: Estratto dell'intervento di Pierre Lacasse al Simposio sui bovini da latte, Quebec, 2001. mastite da coliformi inducendo uno stato di ipersensibilità della ghiandola mammaria. D'altro canto, l'idea di un vaccino contro Staphylococcus aureus esercita un forte richiamo e in passato sono stati fatti vari tentativi. Disgraziatamente, gli esperimenti di vaccinazione delle manze contro Staphylococcus Hanno detto... aureus per ridurre le infezioni intramammarie, le mastiti cliniche e le conte cellulari, hanno avuto un successo variabile. Le tecniche classiche di vaccinazione hanno dato risultati deludenti, probabilmente perché non erano in grado di indurre reazioni immunitarie efficaci nella vacca. In Spagna, è stato sperimentato Pierre Lacasse, ricercatore a Lennoxville, Quebec "Un vaccino al DNA contro lo Staphylococcus aureus" Siamo ancora lontani dall'entrata in commercio dei vaccini al DNA: ci aspettano ancora alcuni anni di lavoro prima di arrivare a quel giorno. Il vaccino presenta effettivamente un potenziale sicuro per lottare contro le mastiti da Staphylococcus aureus. In effetti, questo batterio ha la capacità di penetrare all'interno delle cellule della vacca e, in questo modo, di mettersi al riparo dagli anticorpi e dagli antibiotici. Il vaccino al DNA è interessante in questo caso specifico poiché induce una risposta immunitaria cellulare, capace di far sloggiare questi batteri. Invece, non sarà forse indispensabile per altri batteri che non hanno altrettanta capacità di penetrazione. Prove eseguite recentemente su vacche hanno dato risultati soddisfacenti. Non sono ancora stati pubblicati, ma si può già dire che le vacche hanno reagito bene al vaccino; la risposta immu nitaria è stata di buon livello. Ovviamente l'obiettivo era di riusci44 un vaccino contro gli stafilococchi negli ovini da latte. L'incidenza di infezioni sub-cliniche intramammarie, sull'intera lattazione, non è risultata significativamente diversa fra i gruppi di pecore vaccinate e non vaccinate, ma la frequenza delle mastiti cliniche è stata minore (Bergonier et Berthelot, 2003). Non sembra che ci siano risultati probanti sugli autovaccini negli ovini. La proprietà degli adiuvanti Hu et al. (2003) deplorano lo scarso interesse finora dimostrato per gli adiuvanti nella formulazione dei vaccini. Adiuvanti che potrebbero tuttavia migliorare la risposta immunitaria dell'organismo ricevente: ad esempio, il ginsenoside purificato e il ginseng grezzo sembrano avere proprietà interessanti. Quando un batterio come Staphylococcus aureus, utilizzato per la prevenzione delle mastiti bovine, viene somministrato insieme a ginsenoside purificato, induce una produzione di anticorpi ed una proliferazione di linfociti superiori rispetto a quelle riscontrate con la somministrazione del solo batterio. Questa proliferazione viene anche migliorata dall'aggiunta di ginseng. L'attivazione delle due risposte immunitarie indotte dal ginseng è interessante, poiché entrambe hanno un ruolo importante nella protezione della ghiandola mammaria contro le infezioni. Si tratta quindi di un adiuvante interessante, da prendere in considerazione nella formulazione di nuovi vaccini. Il vaccino al DNA Un'altra possibilità futura saranno i vaccini al DNA. L'ingrediente di base di un vaccino al DNA è un frammento circolare di materiale genetico chiamato plasmide, che contiene il codice genetico di una proteina o di un peptide specifico (antigene) proveniente da un batterio o da un virus (Lacasse et al., 2001). Quando il plasmide viene iniettato nell'animale, penetra nelle sue cellule e viene prodotto l'antigene. L' antigene induce nell'animale una serie di eventi immunitari che gli conferiscono una protezione contro l'agente patogeno. Questo tipo di vaccino ha un importante vantaggio: è molto stabile, flessibile e agisce sulla risposta immunitaria così da arrivare ad una protezione effican ce; inoltre si conserva a lungo. Bisognerà però aspettare ancora qualche anno prima che venga messo in commercio. Titolo originale: "Vaccin antimammite. Dans l'atten préparation efficace" te d'une Per concessione di: s cahiers de "L'abstracLe t élevage", suppl. n. 5, maggio Copyright: Les Editions 2003 du Boisbaudry, 35577 Ce sso nSévigné Cedex L'Abstract élevage è una pubblicazione mensile della stessa casa editrice della rivista PLM (Les Editions du Boisbaudry), che si propone di informare gli allevatori sugli ultimi dati della ricerca svolta sui ruminanti; è una specie di newsletter, in cui viene riportata una selezione di notizie brevi sulle ricerche più attuali. E' corredato da un Cahier (allegato) trimestrale monografico, cioè riguardante un singolo argomento, come recentemente "Una buona alimentazione degli animali assicura una buona alimentazione dei consumatori?". Le notizie sono riportate sinteticamente e sono di facile lettura. La responsabile di questa nuova pubblicazione è Nadine Herbelin, membro della redazione di PLM e capo redattore de L'Abstract élevage. 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