DICHIARAZIONE DI BALFOUR E MANDATO PER LA PALESTINA Prima di accennare alla Dichiarazione di Balfour, bisogna considerare che il Sionismo moderno nacque nel 1897 a Basilea con il primo Congresso Sionista ad opera di Theodor Herzl (giornalista ebreo 1860-1904). Esso ebbe l’intento di “creare per il popolo ebraico una patria pubblicamente e legalmente garantita in Terra d'Israele". L’idea e la convinzione nacquero dal crescente antisemitismo in Europa (vedi il caso Dreyfus). Perciò si volle dare un posto sicuro al popolo ebraico disperso fra le nazioni. Con questo progetto l’animo ebraico si risveglia e con esso la consapevolezza di tornare ad essere nazione e non semplicemente popolo disperso (“ebrei erranti” come definito dai cristiani antisemiti). Con la fine della prima guerra mondiale troviamo la sconfitta dell’Impero Ottomano (Turchia) nel 1918 ad opera degli inglesi in primo luogo, con il supporto di truppe di soldati ebrei. E’ in questo contesto che si inserisce la Dichiarazione di Balfour (2 novembre 1917), un documento politico non giuridicamente vincolante. Lord Balfour, Segretario di Stato per gli Affari Esteri del Regno Unito, invia a Lord Rothschild, referente del movimento sionista, una lettera il cui contenuto è stato il seguente: Egregio Lord Rothschild, è mio piacere farle presente, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell’ebraismo sionista che è stata presentata e approvata dal governo: Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, beninteso che nulla sarà fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina, né i diritti e lo status politico degli Ebrei nelle altre nazioni. Questo è il punto di partenza da un punto di vista politico. Abbiamo l’evidenza di una terra, l’antica Terra d’Israele (Galilea, Giudea e Samaria), l’evidenza di uno scopo con la costituzione della nazione ebraica e l’evidenza di un supporto politico-giuridico e il rispetto delle minoranze etniche e religiose presenti sul territorio dell’epoca. Il supporto ideologico continuava ad essere portato avanti dal movimento sionista. Gran Bretagna e Francia, con la disfatta dell’Impero Ottomano, ridisegnarono i confini del Medio Oriente. Il 28 giugno del 1919 nasce la Società delle Nazioni, quella che poi diventerà Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Fu istituita dalle potenze vincitrici della prima guerra con lo scopo di mantenere la pace e favorire la cooperazione internazionale. La Società delle Nazioni (o Lega delle Nazioni) diede vita a quattro mandati per riorganizzare il Medio Oriente e dare supporto e autonomia alle nazioni arabe che lì si sarebbero costituite e un mandato per quella ebraica: Israele, Libano, Siria, Iraq e in seguito Giordania (allora chiamata col nome di Transgiordania). Alla Francia fu affidato il mandato sulla Siria e Libano, mentre alla Gran Bretagna quello sulla Palestina (Israele) e Iraq. Col nome di Palestina si identificava un’area geografica che faceva riferimento esclusivamente al progetto di costituzione della nazione d’Israele. La Gran Bretagna, a seguito di pressioni politicoeconomiche, divise successivamente questo territorio creando lo stato della Giordania. Questo ha significato una riduzione del territorio del 77% assegnato inizialmente alla comunità ebraica (vedi figura). Torniamo ora a dare qualche dettaglio sulla nascita del Mandato per la Palestina. Esso fu discusso alla Conferenza di Sanremo il 24 aprile 1920 e furono stabiliti i confini dell’area geografica avente il nome di Palestina che comprendeva l’antica Galilea, Giudea, Samaria e il Neghev, l’attuale Giordania e le alture del Golan. Torniamo a precisare che è su questi territori che doveva svilupparsi il focolaio nazionale per il popolo ebraico. Ma nel marzo del 1921 la Gran Bretagna decise di spartire questo territorio sottraendolo a Israele e creando la Giordania, un ulteriore stato arabo. Si avvalse dell’art. 25 del Mandato della Palestina che dava la possibilità di rivedere il territorio oltre il fiume Giordano. In questo modo il 24 luglio del 1922 la Lega delle Nazioni con i suoi 51 membri approvò in via definitiva i cinque mandati per la ricostruzione del Medio Oriente, vincolanti a livello internazionale. Per tutelare il Mandato della Palestina, l’art. 27 dello stesso definì quanto segue: Per modificare un qualsiasi termine di questo mandato è necessario il consenso del Consiglio della Società delle Nazioni. Nonostante ciò, quando nel 1923 il Mandato divenne operativo, furono ceduti alla Francia, che aveva il Mandato sulla Siria, le alture del Golan, privando per l’ennesima volta una parte di territorio al nascente Israele. Quando la Lega fu sciolta nel 19 aprile 1946, l’ONU ebbe l’obbligo di mantenere gli impegni giuridici del suo predecessore, la Società delle Nazioni per l’appunto. Ultimo aspetto da considerare è il “riconoscimento del legame storico del popolo ebraico con la Palestina e alle basi per ricostruire la loro patria nazionale in quel paese”. Questo è quanto emerse durante l’approvazione del Mandato nel 1922 da parte dei paesi membri della Lega. Ricapitolando: - 29 agosto 1897 nascita del Sionismo moderno - 2 novembre 1917 Dichiarazione di Balfour - 28 giugno 1919 nascita della Società delle Nazioni - 24 aprile 1920 Mandato per la Palestina discusso a San Remo - 10 agosto 1920 Mandato per la Palestina definito a Sèvres - 24 luglio 1922 Mandato per la Palestina approvato - 29 settembre 1923 Mandato per la Palestina diventa operativo Queste note storiche serviranno per essere “vaccinati” dall’informazione attuale che purtroppo è antiebraica. Lo Stato d’Israele è tutelato legalmente dal diritto internazionale sulla base del Mandato della Palestina. Lo stato ebraico non ha “occupato” la Palestina perché di diritto appartiene interamente ad esso. Ciò che ha fatto durante gli anni successivi è aver ceduto parte del suo territorio ad una ulteriore comunità di arabi, tenendo presente che gli arabi nel territorio geografico della Palestina avevano già ricevuto il diritto ad essere nazione con la creazione degli stati arabi della Siria, Libano, Iraq e soprattutto Giordania. Inoltre il legame storico d’Israele con la sua terra è comprovato dalle fonti bibliche, storiche e archeologiche. Difatti il Mandato fu considerato un affido sacro, riconoscendo l’importanza e il diritto d’Israele di ristabilirsi nella sua terra. Purtroppo, lungo il corso dei decenni, questa sacralità è stata calpestata dagli stessi paesi membri della Lega prima (vedi la diminuzione del territorio iniziale, i tre libri bianchi della Gran Bretagna - provvedimenti che hanno ostacolato il ritorno degli ebrei, ecc.) e dall’ONU poi (influenze dei poteri arabi). La visione iniziale del Mandato della Palestina non ha più trovato piena applicazione nella realtà dei fatti, a dimostrazione che il problema è ideologico per non usare il termine “spirituale”. Da un lato le antiche profezie sul ristabilimento d’Israele si stanno adempiendo, dall’altro il mondo musulmano, contrario al popolo di Dio e al suo Messia, fa di tutto per ostacolare e cancellare l’esistenza del popolo stesso. È l’eterno combattimento fra il regno della luce e quello delle tenebre sul grande palco della storia, la cui trama è da lungo tempo scritta nella Parola di Dio.