Il SIONISMO Movimento politico ebraico che, come si legge nella sua carta costitutiva, redatta a Basilea il 29 agosto 1897, «ha per scopo di creare in Palestina una sede nazionale per il popolo ebraico garantita dal diritto pubblico». Anche se il termine fu usato per la prima volta nel 1890 dallo scrittore Nathan Birnbaum, i prodromi del movimento si fanno risalire al decennio precedente, quando studenti ebrei delle università russe, polacche e romene fondarono le prime colonie ebraiche in Palestina. Nella religione ebraica il ritorno a Sion e alla terra d’Israele delle comunità disperse nella diaspora rappresenta un’aspirazione centrale, ribadita nelle preghiere quotidiane. Nel corso dei secoli quest’aspirazione non aveva mai assunto un concreto significato politico, ma la situazione cominciò a mutare negli ultimi decenni dell’Ottocento, anche in seguito all’inasprirsi delle violenze antisemite in Russia e in Polonia (pogrom) e alla rimessa in discussione delle prospettive di emancipazione e assimilazione degli ebrei nella stessa Europa occidentale dopo l’esplosione dell’affare Dreyfus in Francia (1894 al 1906). Fu il giornalista Theodor Herzl a formulare i presupposti teorici e politici del movimento. Partendo dall’assunto che l’antisemitismo da un lato e l’incapacità di assimilarsi dall’altro fossero due irriducibili La dichiarazione Balfour del 2 atteggiamenti con radici troppo profonde nelle novembre 1917 è documento vicende dei rapporti fra gli ebrei e gli altri popoli, e ufficiale della politica del governo che quello ebraico fosse un problema alla cui britannico in merito alla spartizione soluzione non erano interessati solo gli ebrei ma dell'Impero Ottomano all'indomani della prima guerra mondiale. Si tratta tutti i popoli civili. Nel suo libro Der Judenstaat di una lettera, scritta dall'allora (1896) egli prospettò come sola possibile ministro degli esteri inglese Arthur alternativa «la creazione di una patria sicura per Balfour a Lord Rothschild, coloro che non possono e non vogliono principale rappresentante della assimilarsi». comunità ebraica inglese, e referente Nel 1897 si tenne a Basilea il primo congresso del movimento sionista. Con essa il sionistico, nel quale i delegati delle comunità governo britannico affermava di ebraiche crearono le strutture dell’organizzazione e guardare con favore alla creazione di tracciarono le linee del suo futuro programma un "focolare ebraico" in Palestina, in d’azione. Era così avvenuta la fusione di tre vista della colonizzazione ebraica del tendenze: una pratica, che vedeva nella suo territorio. Tale posizione del governo emerse all'interno della colonizzazione agricola della Palestina il mezzo per riunione di gabinetto del 31 ottobre restituire agli ebrei la loro dignità e per far valere in futuro effettivi diritti sul territorio; una etico1917. La Dichiarazione Balfour sarà poi religiosa, che si batteva per un ritorno alla inserita all'interno del Trattato di tradizione e la rinascita di uno spirito nazionale e Sèvres che stabiliva la fine delle dei valori culturali e religiosi dell’ebraismo; e ostilità con la Turchia e assegnava la infine la tendenza politica, che mirava a ottenere, Palestina al Regno Unito in mandato mediante un’azione diplomatica presso le grandi di governo potenze, la autorizzazone all’immigrazione ebraica in Palestina. Allo scoppio della Prima guerra mondiale i risultati ottenuti, soprattutto in campo internazionale, erano ancora molto modesti. Un decisivo passo in avanti fu compiuto con la Dichiarazione Balfour, ministro degli esteri britannico, (nov. 1917) e la sua successiva incorporazione nello statuto del mandato sulla Palestina affidato alla Gran Bretagna dalla Società delle nazioni alla fine della Grande Guerra. Enciclopedia Treccani _ Dizionario di Storia: IL SIONISMO Fu determinante, quale organo di coordinamento delle varie iniziative aventi scopi sionistici, l'Agenzia Ebraica, originariamente istituita nel 1923, ma già attiva nell'epoca precedente il governo mandatario inglese per rappresentare la comunità ebraica in Palestina. Sotto la spinta sionista, la nuova società che si andava costituendo in Palestina assunse progressivamente la fisionomia di un’entità statale in formazione: • • • un’assemblea elettiva e un esecutivo dirigevano la politica dello yishuv, la comunità ebraica della Palestina; a tutela del lavoro ebraico era sorta un’organizzazione sindacale, la Histadrut; i problemi della difesa delle comunità erano stati affidati alla Haganah, corpo di pionieri-soldati trasformatosi poi nell’esercito d’Israele. A tale evoluzione si accompagnò un progressivo inasprimento dei contrasti fra gli immigrati ebrei e la popolazione arabo-palestinese. Negli anni successivi Londra cercò di limitare l’immigrazione ebraica nel territorio del mandato, ma la situazione creata dallo sterminio di milioni di ebrei in Europa durante la Seconda guerra mondiale rese sempre più forte la spinta verso la costituzione di uno Stato ebraico in Palestina, mentre il movimento sionista otteneva un crescente sostegno internazionale. Dopo la decisione britannica (febbr. 1947) di deferire il problema palestinese alle Nazioni unite e l’insuccesso della soluzione prospettata da queste ultime nel nov. 1947, la vittoria delle forze sioniste nel conflitto militare con quelle arabe portò infine alla costituzione dello Stato d’Israele (proclamato nel maggio 1948) in un’area pari a oltre i tre quarti del territorio del mandato inglese. Enciclopedia Treccani _ Dizionario di Storia: IL SIONISMO