Giuseppe Toffoli, nanotecnologie avanzate per lo sviluppo di

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GIUSEPPE TOFFOLI
Intervento
Nanotecnologie avanzate per lo sviluppo di dispositivi diagnostici innovativi (Application of Advanced Nanotechnology in the
Development of Innovative Cancer Diagnostics Tools)
La nano medicina, cioè l’applicazione delle nanotecnologie alla medicina, è una delle vie più stimolanti e promettenti della ricerca biomedica. Il suo
sviluppo può avere importanti ricadute economico/produttive per l’industria biomedicale del territorio.
Il progetto scaturisce dall’incontro tra competenze diversificate in campo tecnologico, fisico, ingegneristico e medico. Un modello innovativo di
ricerca multidisciplinare che sta caratterizzando la ricerca biomedica nei paesi tecnologicamente più avanzati.
Il progetto ha come scopo la ricerca di innovative nanotecnologie in ambito diagnostico e terapeutico per lo sviluppo di moderni dispositivi medici
per una diagnosi più semplice e precisa in ambito oncologico. È un progetto che ha una valenza applicativa, vuole cioè portare al letto del paziente
conoscenze tecnologicamente avanzate in un’ottica di ricerca traslazionale con concrete ricadute per il paziente stesso.
Il futuro della diagnostica oncologica sarà il Point of care, dispositivi portatili e miniaturizzati in grado di determinare il monitoraggio di biomarcatori
tumorali ed il dosaggio dei farmaci in modo semplice e pratico direttamente a casa del paziente, analogamente a quanto avviene nella diagnostica
di alcune malattie metaboliche come il diabete, dove è possibile monitorare i livelli di glicemia nei pazienti senza l’ausilio del medico. Forse basterà
una goccia di sangue per fare questi esami.
Uno dei primi obiettivi del progetto è lo sviluppo di nuovi dispositivi che permettano di identificare l’andamento di marcatori tumorali anche in
concentrazioni molto basse e partendo da campioni incredibilmente piccoli di sangue in modo da consentire la possibilità di diagnosticare i tumori
ad uno stadio precoce. Lo studio riguarda sia biomarcatori classici come il PSA nel tumore della prostata, del CEA nel tumore del colon,
dell’alfafetoproteina nell’epatocarcinoma; sia quelli più recentemente scoperti come le cellule tumorali circolanti presenti nel sangue, del VEGF e
della caderina. Oltre che alla diagnosi il progetto, fa notare Toffoli, guarda anche alla terapia: grazie a queste nuove tecnologie si vuole infatti
mettere a punto un sistema per tenere sotto controllo, in modo semplice ed innovativo, la concentrazione dei farmaci nel sangue dei pazienti per
seguire in tempo reale la loro livello, riducendo gli effetti indesiderati della terapia ed aumentando l’efficacia.
Le probabilità di successo dell’intero progetto, continua Toffoli, sono molto elevate, perché alcune tecniche analitiche inventate nei laboratori delle
Unità che partecipano al progetto, sono state già messe a punto ma, ovviamente, manca ancora la loro applicazione a casi di malattie reali: da qui
parte proprio il programma di ricerca, che si avvarrà della consulenza di un “blue ribbon panel” di esperti internazionali, tra i quali fanno spicco: il
professor Massimo Cristofanilli, chief oncologist al FOX-CHASE Cancer Center di Filadelfia, il prof. Robert H. Austin del Department of Physics
della Princeton University di Princeton, ed il prof. Mauro Ferrari, presidente e CEO del Methodist Hospital Research Institute e dell’Alliance for
NanoHealth di Houston – Texas.
Fondamentale sarà, infine, il “rientro dei cervelli” che i finanziamenti del 5 per mille ha permesso: giovani ma già importanti ricercatori italiani sono
rientrati per partecipare a questo progetto e ricercatori esperti nel nanotech stanno arrivando dagli USA, dall’India e dalla Cina.
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