IASMA NOTIZIE VITICOLTURA n. 10

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IASMA Notizie
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
VITICOLTURA
4 agosto 2010
n.
10
IASMA Notizie n. 36 - Anno IX - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002
MALATTIE DEL VIGNETO
E OPERAZIONI DI VENDEMMIA
GIALLUMI DELLA VITE
Sono comunemente denominati “giallumi della vite”
due gravi patologie causate da fitoplasmi, piccoli organismi unicellulari simili ai batteri, che si localizzano nel
floema (i vasi che trasportano la linfa elaborata) provocando sintomi caratteristici nella vite. Nei nostri ambienti le malattie della vite causate da fitoplasmi sono
due: Flavescenza Dorata (FD) e Legno Nero (LN).
SITUAZIONE
Il monitoraggio 2009 sulla diffusione delle fitoplasmosi
in Provincia di Trento conferma il quadro di questi ultimi anni.
La FD rimane circoscritta in determinati ambiti territoriali ben definiti. I comuni in cui sono stati rinvenuti casi
di piante malate e dichiarati come zone focolaio sono
Arco, Avio, Cavedine (limitatamente alle zone ricadenti
della Valle del Sarca) e Lasino (limitatamente alle fra-
zioni della Valle di Cavedine). In questi ultimi anni non
ci sono stati nuovi focolai di malattia; al contrario i comuni dichiarati zone focolaio sono diminuiti. Infatti da
quattro anni non vengono segnalate piante positive
a FD in Valsugana (Ospedaletto e Villa Agnedo) e nei
vigneti dell’Altogarda ricadenti nei comuni di Riva del
Garda e Tenno.
Per quanto riguarda il LN, l’incidenza di viti colpite nei
vigneti della provincia appare, negli ultimi due anni, in
generale diminuzione. Il numero di campioni prelevati
da viti sintomatiche e soprattutto i dati derivanti dai lavori di mappatura confermano tale tendenza. La diffusione della malattia permane comunque in tutte le zone
viticole del Trentino.
SINTOMI E TRASMISSIONE
Flavescenza dorata e Legno nero, seppure provocate
da agenti causali diversi e trasmesse con differenti modalità, presentano gli stessi sintomi.
Sintomi dei giallumi della vite (FD e LN) sui diversi organi della pianta
Foglie
Germogli
Grappoli
Ripiegamento dei lembi verso il basso Scarsa o mancata lignificazione
Disseccamento delle infiorescenze
Consistenza gommosa
(sintomi precoci)
(foto1)
Ispessimento e consistenza cartacea Germogliamento stentato (sintomi Appassimento parziale o totale dei
Ingiallimenti e/o arrossamenti setto- precoci)
grappoli dall’invaiatura (foto2)
riali o totali che possono interessare Presenza di piccole pustole nerastre
anche le nervature.
di aspetto oleoso sulla superficie del
Caduta anticipata con o senza picciolo tralcio
In Trentino le varietà che manifestano con maggiore
frequenza sintomi di giallumi sono Chardonnay e Pinot
grigio. I sintomi, visibili in questo periodo, possono interessare tutta la pianta, ma molto spesso colpiscono
solo una sua parte (una branca o pochi tralci) e possono essere più o meno gravi (quindi più o meno visibili)
a seconda della precocità di comparsa, della varietà e
della concentrazione del fitoplasma.
In campo non è possibile distinguere le due malattie,
ma sono necessarie analisi genetiche di laboratorio.
Le attuali conoscenze confermano che la trasmissione
dei fitoplasmi della vite avviene tramite gli insetti vettori (cicaline) e la propagazione di materiale infetto (innesto).
Al contrario è esclusa la propagazione attraverso attrezzi da taglio e per anastomosi (contatti) radicale. Le
modalità di diffusione di FD e LN differiscono in maniera sostanziale e ne condizionano sia la capacità di
diffusione, che le misure di prevenzione. FD è tra i due
“giallumi” la fitoplasmosi più pericolosa in quanto può
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4 agosto 2010
Foto 1
Foto 2
diffondersi velocemente all’interno del vigneto e in vigneti contigui in seguito all’alta efficienza che possiede l’insetto vettore (la cicalina Scaphoideus titanus) nel
trasmettere la malattia dalle piante malate alle piante
sane che visita durante la stagione per nutrirsi. LN è
trasmesso invece in maniera poco efficiente da Hyalesthes obsoletus, cicalina che vive nei nostri ambienti
principalmente su ortica. Per questa malattia la sorgente d’infezione sono le erbe spontanee, infatti la cicalina
non è in grado di trasmettere il fitoplasma del LN da
una vite all’altra.
LOTTA E PREVENZIONE
Per ridurre l’incidenza di Flavescenza dorata anche in
Trentino, è attivo e un decreto di lotta obbligatoria
(D.M. 31 maggio 2000, recante “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata della vite”) che
prevede, nelle zone dichiarate focolaio, l’estirpazione
delle piante sintomatiche e il controllo chimico diretto
dell’insetto vettore, la cicalina S. titanus, secondo le indicazioni impartite dal Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione E. Mach. Per quanto riguarda il LN
invece i mezzi di lotta chimica diretti contro il vettore
H. obsoletus non sono efficaci e risultano quindi fondamentali per questa malattia i mezzi di contenimento di
tipo agronomico.
Nel caso di LN, inoltre, la remissione temporanea dei
sintomi e il risanamento naturale sono fenomeni relativamente diffusi e le viti malate non costituiscono una
fonte di inoculo per le altre piante. Alla luce di queste
conoscenze, al di fuori delle zone dichiarate focolaio, si
danno le seguenti indicazioni:
• negli impianti giovani non ancora in produzione si
consiglia in questo periodo di segnare le viti sintomatiche per poi estirparle durante l’inverno e rimpiazzarle nella primavera successiva;
• nei vigneti in produzione con alte percentuali di piante colpite da LN e situati in zone indenni da FD, si consigliano tagli di ritorno o capitozzature da eseguire
alla comparsa dei sintomi.
Mezzi di contenimento per il Legno nero
• Inerbire con miscugli specifici i nuovi impianti per
evitare lo sviluppo di piante erbacee ospiti del vettore;
• Effettuare il diserbo autunnale e/o primaverile mirato contro ortica e convolvolo;
• Porre particolare attenzione ai bordi degli appezzamenti in quanto pericolosi serbatoi di insetti e piante ospiti vettori;
• Sospendere lo sfalcio dell’erba nei vigneti durante
la fase di volo dell’insetto vettore H. obsoletus (fine
giugno-inizio agosto);
• Estirpare le piante sintomatiche nei giovani impianti;
• Capitozzare o eliminare le parti colpite della pianta
in impianti adulti (in zone indenni da FD).
L’obiettivo di queste misure è quello di ridurre la malattia diminuendo la concentrazione del fitoplasma
all’interno delle piante sintomatiche. L’eliminazione
della parte sintomatica può corrispondere sulle pergole all’asportazione della branca malata e sulle spalliere ad un taglio di ritorno sul primo tralcio sano. La
capitozzatura si rende necessaria solo se l’intera pianta
risulta colpita, in questo caso l’operazione va eseguita
in corrispondenza della potatura secca. In ogni caso è
fondamentale, prima di procedere con tali operazioni,
segnalare ai tecnici del Centro Trasferimento Tecnologico la presenza di viti che manifestano sintomi di Giallumi per consentire una precisa diagnosi della malattia e
per pianificare gli interventi da eseguire.
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Forma cronica
4 agosto 2010
Colpo apoplettico
MAL DELL’ESCA
Come di consueto, nel periodo più caldo dell’anno, sono
comparsi nel vigneto i primi sintomi di mal dell’esca sui ceppi di vite. Il Mal dell’Esca della vite è una malattia fungina che
sta destando non poche preoccupazioni nelle più importanti aree viticole mondiali.
Essa non è causata da un solo tipo di fungo, ma da un
complesso di funghi che interagendo nel legno della
vite danno origine all’esca.
In campo è possibile vedere due forme in cui si manifesta la malattia, una cronica ed una acuta chiamata anche
colpo apoplettico.
Come si può vedere nelle foto riportate qui sopra, la
malattia nella forma cronica presenta le tipiche tigrature sulle foglie molto spesso associate con punteggiature nero-brunastre sugli acini del grappolo. Al contrario
nella forma acuta chiamata apoplessia, vi è un vero e
proprio collasso della pianta che si disidrata ed essicca
in pochi giorni.
La situazione in Trentino della presenza di mal dell’esca è
stabile a parte nel 2008 ove c’è stato un certo incremento (grafico).
Le varietà maggiormente sensibili alla malattia sono:
Nosiola, Sauvignon blanc, Cabernet e Muller Thurgau;
quelle mediamente sensibili sono: Traminer, Marzemino, Chardonnay, Pinot Nero, Schiava; le meno sensibili
all’esca sono: Merlot, Lagrein, Pinot grigio. Fino ad oggi
la varietà che risulta indenne dalla malattia è il Teroldego.
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Sintomi a danno dei grappoli
LOTTA
Non esiste una lotta diretta con prodotti specifici.
L’unico modo di difendersi è quello di prevenire l’espansione della malattia e quindi adottare una lotta preventiva.
Subito prima della vendemmia, periodo in cui si notano
maggiormente i sintomi, è opportuno segnare le piante
colpite dall’esca per eliminarle successivamente durante
le operazioni di potatura. Inoltre è importante asportare
le viti malate dal vigneto, per non lasciare residui di legno infetto in pieno campo.
Nelle operazioni di potatura fin dalla fase di allevamento, è necessario limitare i tagli di ritorno troppo invasivi
che consentirebbero la facile penetrazione dei patogeni
nella pianta.
Laddove si debba intervenire con tagli su legno di
grosse dimensioni si consiglia di ricoprire la ferita con
mastici attivanti (es. quelli per innesti) oppure preparare un mastice a base di colla vinilica aggiunta ad
acqua e un prodotto a base di rame ad alta concentrazione.
Inoltre si consiglia di eseguire la spollonatura prima che
i succhioni lignifichino e nel caso si usino le spollonatrici
a flagelli, è importante dosare l’attività degli stessi agendo sulla velocità di avanzamento della trattrice per non
causare ferite sui ceppi.
Grafico: Evoluzione della malattia nei vigneti trentini
oggetti di monitoraggio
Legno intaccato da Esca
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4 agosto 2010
Le operazioni colturali atte ad indebolire eccessivamente la pianta come potature lunghe con conseguenti eccessi di produzione, possono essere un’ulteriore causa
del manifestarsi della malattia in quanto la pianta è soggetta a stress.
Anche la capitozzatura invernale delle piante malate può
essere una soluzione di parziale risanamento dei ceppi.
Per essere più sicuri che la pianta emetta un ricaccio
sano, tagliare la pianta colpita da esca sino al punto in
cui il legno sia esente da qualsiasi tipo di carie o necrosi
e poi coprire la ferita con mastici.
Inoltre qualsiasi operazione invernale di risanamento
fatta su viti sintomatiche segnate in autunno va fatta
con forbici che successivamente per essere utilizzate
sulle viti sane dovranno essere sanificate.
OPERAZIONI DI VENDEMMIA
La vendemmia è un momento centrale nella produzione
del vino.
Con il distacco dei grappoli dalla pianta si conclude il
processo di produzione dell’uva e con il loro conferimento inizia il processo di vinificazione.
E’ importante che l’uva conferita sia matura, pulita e fragrante e per questo sono utili alcuni accorgimenti per
evitare di danneggiare delle uve di qualità con modalità
di vendemmia e conferimento inadeguate.
UVA MATURA
La fase di maturazione inizia con l’invaiatura che si manifesta con il cambio di colore e consistenza degli acini.
La scelta del momento vendemmiale dipende dalla destinazione delle uve, ma i criteri che si osservano sono
l’accumulo degli zuccheri e la degradazione della componente acidica.
Per le uve destinate a produrre vini rossi viene tenuto in
considerazione anche la componente fenolica, responsabile del colore e del corpo di questi vini.
Per questo si osserva la maturità dei vinaccioli e delle
bucce, cercando di individuare il giusto momento di
vendemmia in funzione della tipologia e della quantità
di polifenoli presenti nelle diversi parti della bacca.
La componente aromatica, parametro importante e
caratterizzante per tutti i nostri vini, dipende in buona
parte dalle escursioni termiche in fase di maturazione; i
vigneti di collina o di montagna potenzialmente sviluppano vini più aromatici.
Un ultimo parametro osservato dall’enologo è la frazione azotata presente nei mosti che dipende dalla vigoria
del vigneto e dall’andamento climatico; in annate calde
e siccitose l’APA (azoto prontamente assimilabile) è più
contenuto.
In fase di maturazione si evidenziano tutte le operazioni
colturali che si sono svolte nell’arco dell’anno principalmente la gestione della chioma e l’ottenimento di un
giusto rapporto tra la produzione presente e la parte di
vegetazione fotosinteticamente attiva.
Il diradamento dei grappoli all’invaiatura, eliminando la
produzione in eccesso, e la scelta di non vendemmiare
grappoli non perfettamente maturi, sono le ultime rifiniture per poter ulteriormente migliorare la qualità complessiva della partita di uva conferita.
UVA PULITA
L’uva deve giungere in cantina senza la presenza di corpi estranei come foglie, residui di vegetazione o, peggio, residui di terra sui fondi delle casse usate in vendemmia.
I grappoli conferiti devono essere perfettamente sani perché la presenza di peronospora, oidio, botrite o marciume
acido compromette la qualità dei vini che si ottengono.
La presenza di batteri e lieviti sulle attrezzature di vendemmia come imbuti, casse, cassoni, teli, è riconoscibile
dall’odore acre che emanano e pregiudicano la possibilità di indirizzare correttamente le fermentazioni
I residui si antiparassitari devono essere contenuti il più
possibile nella quantità di ogni singolo principio attivo
e nel loro numero totale; vanno adottate tutte le accortezze necessarie, evitando di bagnare i grappoli durante
i trattamenti dopo l’invaiatura (contro peronospora e oidio) e valutando l’effettiva necessità dell’intervento antibotritico di pre-raccolta.
UVA FRAGRANTE
L’uva deve essere conferita fresca ed il più rapidamente
possibile in modo che mantenga integre tutte le sue caratteristiche così da trasferirle nei vini.
La permanenza in casse, cassoni o in telo stimola lo sviluppo di batteri e di lieviti indesiderati presenti prevalentemente nel caso di attrezzature non perfettamente
pulite.
L’esposizione diretta al sole di grappoli appena raccolti
può indurre a fenomeni di ossidazione e modificazione
del profilo aromatico delle uve e dei vini.
Nel caso di uve raccolte a macchina è fondamentale
prevedere una selezione accurata dei grappoli appena
prima della vendemmia per evitare di lavorare uve con
problemi fitosanitari.
Inoltre è importante conferire rapidamente il raccolto
per evitare il prolificare di batteri e lieviti indigeni.
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