19/03/2009 ETICA E BIOETICA D3 Perché diversi attori in questo setting? ETICA E BIOETICA ETICA MORALE BIOETICA ETICA e MORALE Da éthos = comportamento o costume Da mos = morale 1 19/03/2009 ETICA Scienza normativa del comportamento quindi una valutazione ed o ientamento della condotta umana orientamento mana secondo criteri di valore MORALE Semplice rilevazione del comportamento così come si esprime nel vissuto conc eto di un concreto n gruppo g ppo Nel 1971 POTTER: “ Bioetichs : a bridge to the future” Prevedeva una stretta collaborazione tra scienza ed etica: la bioetica quale espressione della ricerca di questa collaborazione 2 19/03/2009 BIOETICA Una disciplina che appartiene al campo dell’etica e si propone di affrontare le g andi grandi q estioni questioni riguardanti ig a danti la vita(bios) ed il suo sviluppo BIOETICA Corretto comportamento di fronte alle varie forme di manipolazione della vita umana oggi possibili, ma anche la determinazione delle regole concernenti la tutela e la promozione della salute, ed in generale, il rispetto e la preservazione dell’ambiente naturale ETICA E BIOETICA La differenza riguarda il metodo adottato: la ricerca di ciò che è giusto o corretto non è lasciata alla determinazione del filosofo ma è frutto di un’attività multidisciplinare che coinvolge più soggetti con competenze diverse 3 19/03/2009 ETICA E BIOETICA La questione di fondo è quindi etica ma la risposta che ad essa si dà è l’esito di un n confronto conf onto allargato alla gato che esige sia nella fase dell’analisi sia in quella della proposta il concorso di più discipline ETICA E BIOETICA L’incontro tra studiosi delle scienze mediche, infermieristiche, biologiche, giuridiche, filosofiche e teologiche, proietta la discussione verso una sintesi tra modi diversi di intendere una questione ETICA E BIOETICA Dal dialogo/scontro tra diversi modi di interpretare la questione potrà scaturire uno scambio reciproco di informazioni. informazioni 4 19/03/2009 ETICA E RICERCA:cenni storici AVICENNA(980-1037) medico,filosofo,matematico,fisico persiano “ il libro della guarigione “ la prova dell’efficacia di un medicamento va ricercata nell’uomo e non ci si può accontentare (e fidare)di prove fatte sugli animali ETICA E RICERCA:cenni storici MOSE’ MAIMONIDE(1138-1204) filosofo, rabbino, medico non considerare l’uomo come mero strumento per accertare le conoscenze ETICA E RICERCA:cenni storici Ruggero BACONE( 1214-1294) Filosofo, scienziato, teologo, ed alchimista inglese “doctor mirabilis” giustifica l’incertezza del sapere con la difficoltà di usare il corpo umano come fonte di conoscenza e terreno di prove empiriche 5 19/03/2009 ETICA E RICERCA:cenni storici JENNER 1789: vaccinazione antivaiolo …la nascita della medicina sperimentale moderna è collocabile nella seconda metà dell’800… ETICA E RICERCA:cenni storici … progressi nella microbiologia per la scoperta del bacillo del carbonchio e della tubercolosi ad opera di Koch … Poi Pasteur per la rabbia ETICA E RICERCA:cenni storici Claude BERNARD( 1813-1878) metodo scientifico basato su esperimenti dove il limite della sperimentazione è nell’esigenza di non provocare danni 6 19/03/2009 NORIMBERGA Processo fatto in nome universali dell’uomo dei diritti Studi sul congelamento, assideramento, resistenza dell’organismo alle atmosfere rarefatte : per aviazione militare CODICE DI NORIMBERGA Fondamentali ed irrinunciabili principi di orientamento per la ricerca sull’uomo Decreto prussiano inizio 800 Germania 1931 (prima di Hitler) prevedevano la regolamentazione delle procedure sperimentali sull’uomo MAIMONIDE : no strumento uomo BERNARD: metodo scientifico FORSMAN 1929: primo cateterismo cardiaco 7 19/03/2009 Inoculazione di germi della febbre gialla, gonorrea, sifilide SENZA AVVISARE Interruzione della fornitura di succo d’arancia in asilo infantile per lo studio dei sintomi dello scorbuto Disabili per testare vaccini antinfluenzali detenuti … che la disinvoltura etico-deontologica, sia uno scotto da pagare ad un’attività n’atti ità di inte esse interesse p bblico pubblico presentandosi solo di recente alla coscienza sociale … … il bene ricerca e progresso scientifico fosse prioritario rispetto al bene dignità e libertà libe tà individuale indi id ale … 8 19/03/2009 IL CASO TUSKEGEE Anni 70 IL CASO TUSKEGEE Fa nascere l’attuale ordinamento etico, deontologico e giuridico della ricerca scientifica con la necessità di considerare gli aspetti organizzativi e le procedure di controllo efficaci per una ricerca eticamente corretta USA 1974 Commissione Nazionale per la protezione del soggetto umano coinvolto nella ricerca Nascita di : International Inte national Review Re ie Board (i nostri comitati etici) 9 19/03/2009 ETICA DELLA RICERCA CONTEMPORANEA Consenso del soggetto passivo della ricerca L’analisi del rapporto costo benefici DICHIARAZIONE HELSINKI I^ ED.1964 Sperimentazione terapeutica Sperimentazione terapeutica rivolta a scopi puramente scientifici tradotta oggi in : Ricerca terapeutica Ricerca non terapeutica DICHIARAZIONE HELSINKI II^ ED.1975 (Tokyo) Comparsa dei comitati etici: organismi indipendenti dai ricercatori e chiamati a valutare la corretta etica del loro operato 10 19/03/2009 DICHIARAZIONE HELSINKI III^ ED.1983 (Venezia) Consenso della ricerca da richiedere, anche ai minori in grado, di fatto anche se non di diritto, ad esprimerlo IL COMITATO ETICO/BIOETICA Circ. n.6 del 02.09.06 :attività dei comitati etici istituiti ai sensi del D.M. 18.03.1988 D.M. D M 12.05.06 12 05 06 :requisiti eq isiti minimi per pe l’istituzione, l’organizzazione ed il funzionamento dei C.E. per la sperimentazione dei medicinali COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA Istituito con decreto del Presidente del consiglio nel 1992 Fornisce orientamenti e risolve le cont o e sie controversie 11 19/03/2009 COMITATI ETICI REGIONALI Svolgono funzioni di Comitato etico unico o di comitato di riferimento e supervisione COMITATI ETICI LOCALI E’ demandato a livello locale (DM del 98) la responsabilità di approvare la maggior parte delle sperimentazioni cliniche. gg la ricerca è valutata nelle sedi in cui Oggi viene condotta e non più da comitati e commissioni governative a livello centrale I C.E. prendono oggi il nome di Bioetici visto l’ampliamento della riflessione sulla fondazione biologica I COMITATI DI BIOETICA Spazi in cui si possono incentrare, in un contesto pluralistico e con una metodologia interdisciplinare, le diverse componenti dei vari settori di attività connessi con la vita e la salute dell’uomo E’ organo di consultazione e di riferimento per qualsiasi problema di natura etica e bioetica che si possa presentare in una struttura sanitaria sia per la pratica clinica/assistenziale, sia per la ricerca 12 19/03/2009 I COMITATI DI BIOETICA: l’obiettivo L’obiettivo principale è la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti che partecipano a sperimentazioni cliniche I COMITATI DI BIOETICA: definizione E’ un organismo indipendente fornato da personale sanitario e non che tutela e garantisce pubblicamente i diritti la sicurezza ed il benessere dei diritti,la soggetti partecipanti alle sperimentazioni cliniche I COMITATI DI BIOETICA: definizione Deve essere formato da esperti in materie scientifiche, cliniche, mediche, legislative, etico morali, provenienti da diversi ambiti sia tecnici che laici, comprendendo anche il campo infermieristico e quello dell’assistenza e del volontariato 13 19/03/2009 I COMITATI DI BIOETICA: la composizione Si compone di circa 12-15 membri nominati per il 50% dalla Direzione dell’Ospedale di appartenenza ed il rimanente 50% da personale esterno ed in esito alla recente normativa (DM 12.05.06) le figure presenti sono: I COMITATI DI BIOETICA: la composizione 2 clinici 1 medico di medicina generale 1 biostatistico 1 farmacologo 1 esperto t iin materie t i giuridicoi idi amministrative (o medico legale) 1 infermiere 1 rappresentante del volontariato 1 farmacista(ex officio) 1direttore sanitario(ex officio)(dir. Scientifico in caso di IRCCS) I COMITATI DI BIOETICA: la indipendenza I membri per esperienza e provenienza devono garantire l’indipendenza sia dagli interessi dell’istituzione dell istituzione in cui la sperimentazione verrà condotta sia nei confronti di chi propone la sperimentazione 14 19/03/2009 I COMITATI DI BIOETICA: la indipendenza Assenza di subordinazione o vincoli gerrchici dei membri nell’ambito del comitato Assenza di conflitti di interesse dei membri rispetto alla sperimentazione da valutare Volontarietà della partecipazione Almeno il 50% dei membri non deve avere alcun tipo di rapporto con la struttura sede del comitato I COMITATI DI BIOETICA: ruolo Valutare i protocolli di ogni sperimentazione in termini di scientificità,etica e fattibilità Monitorare l’andamento degli studi Fornire pareri ed orientamento individuali sia per politiche e pratiche generali(decisioni per gruppi di pz) Verificare la copertura economica Verificare il diritto alla pubblicazione indipendentemente dal parere dello sponsor I COMITATI DI BIOETICA: la funzione Prima che il paziente venga coinvolto: Scientificità ed importanza clinica del protocollo Fattibilità à della sperimentazione Rispetto delle leggi e normative nazionali ed europee Tutela etica per il pz. (….) 15 19/03/2009 I COMITATI DI BIOETICA Si riunisce 10-15 volte durante l’anno Senza l’approvazione del comitato di bioetica non è possibile nessuna spe imenta ione sperimentazione RECENTI NORMATIVE Direttive etiche internazionali elaborate dal CIOMS : consiglio per organizzazioni internazionali di scienze mediche p sui diritti umani e la Convenzione europea biomedicina che vieta la sponsorizzazione o finanziamento di ricerche nei Paesi del 3° mondo che poi siano di beneficio per i Paesi ricchi. L’Italia vi ha aderito nel 1997 per settori specifici di ricerca (farmaci orfani) GLOBAL BURDEN DISEASES STUDY ( da The Lancet) Commissionato dall’OMS per individuare le cause di morte più rilevanti Nel 1990 al 1° posto sono risultate: , , mentre solo al 30° incidenti,suicidi,malaria compariva l’HIV Secondo voi i finanziamenti verso quale di queste cause si sono sbilanciati? E perché? 16 19/03/2009 RICERCA Qualsiasi procedimento induttivodeduttivo, inteso a promuovere l’osservazione sistematica di un dato fenomeno in campo umano o a verificare un’ipotesi emersa da precedenti osservazioni SPERIMENTAZIONE Qualsiasi ricerca in cui l’essere umano (nei diversi stadi della sua esistenza:embrione, feto, bambino, rappresenta pp l’oggetto gg adulto)) mediante il quale o sul quale s’intende verificare l’effetto, al momento sconosciuto o ancora non ben conosciuto, di un dato trattamento (farmacologico, chirurgico, assistenziale …) SIGNIFICATO DELLA SPERIMENTAZIONE Per quale scopo (terapeutico o non) Su quali soggetti (malati,feti, prigionieri) A quali condizioni(libertà, à consenso informato o presunto) viene condotta la sperimentazione 17 19/03/2009 MODALITA’ DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA Le prime fasi della ricerca sono date da sperimentazioni di laboratorio ed animale, successivamente può essere intrapresa la sperimentazione sull’uomo che prevede 4 fasi 1^ FASE E’ la forma più sperimentale eseguita in particolari e qualificati centri di ricerca sotto rigoroso controllo. Esaurita la ricerca sull’animale e rilevata una sufficiente garanzia di innocuità o di rischio accettabile si prova per la prima volta sull’uomo. I soggetti sottoposti sono volontari sani o pz. per i quali non esistano altre possibilità terapeutiche 2^ FASE Le modalità di somministrazione vanno “ottimizzate” (max beneficio min danno) su un numero ristretto di malati 18 19/03/2009 3^ FASE E’ la più delicata ed importante. Appurata l’accettabilità del farmaco,bisogna testarlo su vasta Quindi si ricorre al TRIAL scala. Q CONTROLLATO. La premessa etica è che il farmaco in sperimentazione possa essere migliore (efficacia,effetti collaterali,costo,somministrazione) 3^fASE Si identificano 2 gruppi di malati: i casi (viene somministrato il farmaco in sperimentazione) ed i controlli ((viene somministrato il p placebo o un farmaco se esite già, di provata efficacia) Il processo di assegnazione è assolutamente casuale e viene detto randomizzazione 3^ FASE Il malato partecipa liberamente allo studio ed adeguatamente informato ma non sa a quale gruppo appartiene: studio singolo cieco Quando neanche l’operatore sanitario sa a quale gruppo appartiene il malato lo studio è in doppio cieco. In seguito alla valutazione che normalmente è policentrica , si avvia la registrazione al Ministero della salute 19 19/03/2009 4^ FASE Anche dopo la commercializzazione la ricerca può continuare per valutare gli effetti a lungo termine, nuove vie di somministrazione somministrazione, modifiche di posologia. ORGANIZZAZIONE DELLA RICERCA SPONSOR: finanzia la ricerca COMITATO GUIDA: stering commitee, dirige e pianifica lo studio ed è presieduto da un capo ricerca CO COMITATO O DI CONTROLLO:data CO O O d monitoring commitee, garantisce lo svolgimento e l’affidabilità della ricerca COMITATO DI BIOETICA CENTRI CLINICI: reclutano,trattano,seguono i pz. e rilevano i dati emersi dallo studio GOOD CLINICAL PRACTICE Linee guida sulla sperimentazione emanate nel 1991 dall’U.E. Recepite in Italia con DM 27.04.1992 Aggiornate successivamente dall’ICH con estensione agli USA e Giappone 20 19/03/2009 GOOD CLINICAL PRACTICE Nelle GCP sono previsti i requisiti a cui la sperimentazione deve ottemperare e che devono comunque essere oggetto di valutazione da parte dei Comitati di Bioetica: se non sono rispettati detti requisiti la sperimentazione diventa scientificamente ed eticamente inaccettabile GOOD CLINICAL PRACTICE Plausibilità razionale della ricerca Obiettivi della sperimentazione Disegno dello studio Criteri di reclutamento Protocollo di trattamento Valutazione dei risultati IL CONSENSO INFORMATO Offre una concreta attuazione alla libera decisione del paziente che presuppone una corretta informazione Il C.I. CI è dunque d nq e espressione esp essione di un’azione convergente di collaborazione tra sanitari e paziente dove l’ultima parola è lasciata al pz. 21 19/03/2009 IL CONSENSO INFORMATO L’informazione è essenziale alla costruzione di un rapporto paritetico ed il libero consenso della persona è ll’espressione espressione di un processo dialogico IL CONSENSO INFORMATO La pratica del C.I. è un momento di positiva applicazione del concetto di alleanza terapeutica che non prevede soltanto il rispetto del principio di autonomia ma comporta anche la ricerca del bene del malato, nel quale è incluso come elemento determinante, il suo libero consenso alla cura IL CONSENSO INFORMATO: le caratteristiche Liceità Valido (competence) Libero Informato 22 19/03/2009 IL CONSENSO INFORMATO 1.12.99: convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano rispetto all’utilizzazione all utilizzazione della biologia e della medicina Convenzione di Oviedo : comitato direttivo per la Bioetica (CDBI) IL CONSENSO INFORMATO IN BIOETICA Designa un atto che possiede una certa rilevanza giuridica che va praticato in alcune situazioni, a certe condizioni secondo un preciso protocollo IL CONSENSO INFORMATO IN BIOETICA : le caratteristiche Scopo della sperimentazione Benefici attesi per il sogg/altri in termini di guarnigione e anche di migliore qualità di vita Modalità di controllo Descrizione di p prevedibili e p principali p effetti collaterali anche a distanza Alternative al trattamento in sperimentazione Possibilità di ritirarsi dallo studio senza obbligo di motivazione Conoscenza dei benefici Attestazione della chiara comprensione di tutti i punti esposti per iscritto 23