MERTON E L’ANOMIA
L'obiettivo di Merton è di scoprire in quali modi determinate strutture sociali
possano esercitare una influenza su certi individui, tanto da favorire dei
comportamenti devianti, anziché conformisti. l'avvio e il fondamento
dell'analisi mertoniana è la distinzione tra le mete culturali e i mezzi
istituzionalizzati.
Le prime sono gli scopi, gli interessi che si presentano come obiettivi
legittimi per tutti i membri della società. Sono le cose per cui vale la pena di
lottare: ricchezza, successo, prestigio, consumi.
I secondi sono i modi legittimi per il raggiungimento delle mete.
Nelle società in cui le due componenti non sono fortemente integrate,
l'esaltazione eccessiva delle mete produce la demoralizzazione, cioè la deistituzionalizzazione dei mezzi. «Via via che questo processo di
attenuazione continua la società diventa instabile; e si sviluppa in essa ciò
che Durkheim ha chiamato "anomia" (o mancanza di norme)».
L'anomia mertoniana è perciò la condizione nella quale è presente la
dissociazione tra valori finali e valori strumentali, al punto che prevale
solamente la valutazione dell'efficacia, anziché quella della legittimità dei
mezzi. Ci sono infatti mete e mezzi leciti e mete e mezzi illeciti.
Gli americani sono bombardati da ogni parte da parole d'ordine che
sanciscono il diritto e il dovere di tener duro nel lottare per conseguire le
mete del "sogno americano", nonostante si debbano affrontare ripetuti
fallimenti, e nonostante che sulla strada di questa competizione non esista
un punto finale di arrivo.
A questa accentuazione positiva del dover tener fede alle mete ambiziose si
accompagna la condanna per quanti rinunciano alle loro ambizioni.
La cultura americana contemporanea impone tre principali assiomi
culturali:
a) tutti devono tendere alle stesse mete ambiziose, con la convinzione che
esse sono alla portata di tutti;
b) l'eventuale insuccesso deve essere considerato momentaneo e prelude
al successo finale;
c) l'unico reale insuccesso consiste nell'abbassare le proprie aspirazioni.
Merton elabora una tipologia costituita da cinque adattamenti individuali.
Il contesto della tipologia è riferito a una sola meta culturale, anche se la
più importante: il successo economico.
TIPOLOGIA DELLA DEVIANZA IN MERTON
conformismo
innovazione
ritualismo
fuga/rinuncia
ribellione
fini
+
+
±
mezzi
+
+
±
1. Conformismo: comprende gli individui che si conformano tanto al
criterio del successo quanto ai mezzi legittimi atti a conseguirlo. Non
deviante.
2. Innovazione: adattamento che rifiuta i mezzi legittimi per il
conseguimento del successo e si rivolge a mezzi devianti, in
particolare al crimine. Rappresentano questa soluzione soprattutto
quanti appartengono agli strati sociali inferiori e hanno poche
possibilità legittime di successo.
3. Ritualismo: coloro che hanno abbandonato in gran parte le mete
del successo economico e della rapida mobilità sociale, ma
continuano a rimanere vincolati alle norme istituzionali. La sindrome
del ritualista sociale è compresa in una serie di clichés culturali: «lo
non faccio il passo più lungo della gamba», «Mi accontento di quello
che ho», «Non mirare in alto e non rimarrai deluso». Le ambizioni
elevate provocano frustrazione e pericolo; un mezzo per mitigare
questa ansietà è quello di abbassare il proprio livello di aspirazione. Il
ritualista è deviante perché rifiuta le mete del successo proprie della
maggior parte dei membri della società.
4. Rinuncia sia ai mezzi che ai fini. Ne fanno parte gli individui
che vivono nella società, ma non sono della società. Non condividendo
l'insieme dei valori comuni essi sono, sociologicamente, dei veri e
propri estranei. Sono i vagabondi, i mendicanti, i diseredati sociali, i
drogati, gli etilisti cronici, gli psicotici, i visionari e quanti hanno
abbandonato le mete culturali e i comportamenti prescritti. La
rinuncia deriva dall'aver accolto e caricato di valore affettivo le mete e
le norme, nonostante le difficoltà di realizzarle. Ne risulta un conflitto
che produce senso di sconfitta, rassegnazione, quietismo e, alla fine,
evasione dalla società.
5. Ribellione: rifiuta tanto delle mete che dei mezzi e le sostituisce con
altre mete e mezzi diversi. Essa porta gli individui fuori dalla struttura
sociale che li circonda e li spinge a cercarne una nuova attraverso un
vero e proprio trascendimento dei valori. Nella ribellione, come
progetto teorico e come prassi, emergono nuovi valori, che da un lato
individuano la funzione alienante della presente struttura sociale,
dall'altro ne prefigurano un'altra, alternativa e tutta positiva. Sono
perlopiù membri di una classe dominante…