Modelli di Patologie Neurodegenerative

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MODELLI SPERIMENTALI DI
PATOLOGIE
NEURODEGENERATIVE
PATOLOGIE
NEURODEGENERATIVE
sono tutte quelle patologie causate dalla degenerazione di
specifici neuroni e che in genere interessano gli anziani
i sintomi dipendono dal tipo di neuroni soggetti a degenerazione
si tratta in genere di patologie non curabili, per le quali esistono
solamente terapie palliative
esempi classici: malattia di Alzheimer, malattia (o corea) di
Huntington, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia di
Parkinson
MALATTIA DI ALZHEIMER
è la principale causa di disabilità cognitiva
è caratterizzata da una severa
atrofia della corteccia e dalla
perdita di neuroni subcorticali
e ippocampali
cause
ipotesi colinergica
ipotesi della b-amiloide
ipotesi della proteina tau
sebbene queste ipotesi abbiano
contribuito
notevolmente
alla
comprensione
delle
basi
patologiche
della malattia, non
sono tuttavia esaustive
MALATTIA DI ALZHEIMER
il deposito di placche di b-amiloide
innesca una serie di meccanismi
neurotossici
che
portano
alla
degenerazione dei neuroni
mutazioni della proteina tau possono
portare alla formazione di placche
all’interno dei neuroni
MALATTIA DI ALZHEIMER
i modelli di malattia di Alzheimer si basano sulla
riproduzione delle alterazioni anatomopatologiche
proprie
della
patologia
nell’animale
da
esperimento
MODELLI SPERIMENTALI DI MALATTIA DI ALZHEIMER
modelli cellulari  valutazione della tossicità della b-amiloide in
vitro
modelli transgenici in vivo  sono quelli più comuni e prevedono
l’impiego di topi geneticamente modificati che sviluppano uno o
più aspetti riconducibili alla patologia
modelli di infusione di b-amiloide in vivo  sono basati sull’ipotesi
della b-amiloide e possono impiegare topi e ratti
altri modelli utilizzano animali diversi dai roditori
MODELLI SPERIMENTALI DI MALATTIA DI ALZHEIMER
i vari modelli sperimentali possono avere implicazioni per lo studio
dell’eziologia e dei sintomi della patologia
MODELLI SPERIMENTALI DI MALATTIA DI ALZHEIMER
modelli transgenici nel topo
i vari modelli sperimentali possono avere implicazioni per lo studio
dell’eziologia e dei sintomi della patologia
MODELLI PER LA VALUTAZIONE DI FARMACI ATTIVI
SULLA MALATTIA DI ALZHEIMER
dal momento che si tratta di una patologia che affligge la memoria,
si possono utilizzare i modelli sperimentali che valutano questa
funzione
Y maze
Morris maze
ad oggi non esistono farmaci
in grado di curare la malattia
di Alzheimer, ma solo
trattamenti palliativi
Object Recognition
MALATTIA DI HUNTINGTON
è una patologia ereditaria autosomica dominante caratterizzata
dalla mutazione della proteina “huntingtina”
sebbene questa proteina sia praticamente ubiquitaria, la corea di
Huntington è caratterizzata dalla degenerazione selettiva dei
neuroni dei nuclei caudato e putamen  vulnerabilità selettiva
è caratterizzata da disturbi del movimento gravi e da sintomi
psichiatrici
non esiste un trattamento curativo, il trattamento palliativo è
insoddisfacente, quando non aggravi esso stesso i sintomi  è
necessario trovare farmaci neuroprotettivi
MALATTIA DI HUNTINGTON
MALATTIA DI HUNTINGTON
nella malattia di Huntington la proteolisi della huntingtina mutata eccede
le capacità metaboliche della cellula. si ha quindi la formazione di
aggregati intracellulari che conduce alla morte del neurone
MALATTIA DI HUNTINGTON
il cervello di un individuo colpito da corea di Huntington presenta una
distruzione caratteristica dei neuroni dei nuclei caudato e putamen
MODELLI SPERIMENTALI DI MALATTIA DI
HUNTINGTON
modelli in vitro
modelli genetici nel topo e nel ratto
modelli genetici nella drosofila
modello dell’infusione intracerebrale di acido chinolinico nel ratto
la sperimentazione sulla corea di Huntington è rivolta soprattutto
ai farmaci neuroprotettivi
MODELLI SPERIMENTALI DI MALATTIA DI
HUNTINGTON
andamento
temporale
delle
modificazioni
anatomiche e funzionali
in modelli di corea di
Huntington nel topo
Htt = huntingtina
NIIs = inclusioni intranucleari
GAA = Gene Array Analysis
MODELLI SPERIMENTALI DI MALATTIA DI
HUNTINGTON
WT
il topo WT
si dimena
quando
viene
tenuto per
la coda
transgenico
il
topo
transgenico
diventa
distonico
quando viene
tenuto per la
coda
MODELLI PER LA VALUTAZIONE DI FARMACI ATTIVI
SULLA MALATTIA DI HUNTINGTON
la
maggior
parte
degli
studi
impiega
metodiche
immunoistochimiche e/o di microdialisi per valutare la funzionalità
dei neuroni e la neuroprotezione
si possono utilizzare anche modelli per valutazioni funzionali come
rotarod, footfault test, e test per la funzione cogntiva
object recognition
MODELLI PER LA VALUTAZIONE DI FARMACI ATTIVI
SULLA MALATTIA DI HUNTINGTON
il
modello
dell’acido
chinolinico
è
molto
utilizzato e permette di
combinare
misurazioni
comportamentali
e
neurochimiche
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
patologia che interessa i motoneuroni del corno ventrale del
midollo spinale e i neuroni corticali afferenti
porta ad atrofia di tutti i muscoli striati, ad eccezione di quelli
oculari, ma non intacca le funzioni cognitive e vegetative
cause
sconosciute è stato ipotizzato un ruolo per fenomeni di
eccitotossicità, tossicità da radicali e di autoimmunità
l’unico farmaco approvato per il
trattamento della SLA è il riluzolo, la
cui efficacia è molto modesta  è
necessario
trovare
farmaci
neuroprotettivi
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
sommatio dei possibili meccanismi patogenetici della sclerosi
laterale amiotrofica
SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
la
neurodegenerazione
propria della SLA porta a una
perdita delle funzioni motorie
e bulbari
sano
atrofia
SLA
MODELLI SPERIMENTALI DI SCLEROSI
LATERALE AMIOTROFICA
modelli genetici nel topo e nel ratto  esistono anche modelli
nella drosophila
MODELLI SPERIMENTALI DI SCLEROSI
LATERALE AMIOTROFICA
i topi transgenici sviluppano una progressiva atrofia della
muscolatura
MODELLI PER LA VALUTAZIONE DI FARMACI ATTIVI
SULLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
midollo spinale in topo
normale
e
transgenico
(modello di SLA)
si eseguono soprattutto valutazioni biochimiche per la ricerca di
farmaci neuroprotettivi. è possibile anche accoppiare valutazioni
funzionali e valutazioni sulla sopravvivenza degli animali
MODELLI PER LA VALUTAZIONE DI FARMACI ATTIVI
SULLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
MALATTIA DI PARKINSON
è considerata il prototipo dei disturbi del movimento
deriva dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici della
substantia nigra pars compacta  sintomi motori
esistono numerosi farmaci efficaci per il trattamento sintomatico
della malattia, ma non esistono farmaci che ne rallentano la
progressione  necessità di farmaci neuroprotettivi
MALATTIA DI PARKINSON
motori
dopaminergici sensibili alla terapia
SINTOMI
non motori
non dopaminergici  poco sensibili alla
terapia
MALATTIA DI PARKINSON
sintomi motori
rigidità muscolare  ruota dentata
bradicinesia  difficoltà a iniziare
ed eseguire il movimento
tremore delle estremità a riposo
esordio asimmetrico
MALATTIA DI PARKINSON
sintomi non motori
sintomi cognitivi  rallentamento ideo-motorio
deficit dell’esplorazione visuo-spaziale,
declino cognitivo di grado variabile
sintomi vegetativi  ipotensione ortostatica
seborrea
stipsi
anomalie di sudorazione e salivazione
ipoosmia/anosmia
sintomi psichiatrici  depressione, apatia
disturbi del sonno  alterazioni del sonno REM
DEGENERAZIONE DOPAMINERGICA NELLA MALATTIA DI
PARKINSON
• Sistema Nigro-striatale: striato
• Sistema Mesolimbico: Setto, Tubercolo olfattorio, Amigdala centrale
• Sistema Mesocorticale: Corteccia Prefrontale, Cingolata ed Entorinale
DEGENERAZIONE DOPAMINERGICA NELLA MALATTIA DI
PARKINSON
FARMACI PER IL TRATTAMENTO SINTOMATICO DELLA
MALATTIA DI PARKINSON
utilizzati





precursori della dopamina
agonisti dei recettori della dopamina
inibitori delle COMT o delle MAO-B
anticolinergici
antagonisti del glutammato
in sperimentazione




precursori della dopamina modificati
agonisti dei recettori della dopamina ad azione duplice
agonisti/antagonisti non dopaminergici
farmaci ad azione neuroprotettiva
FARMACI PER IL TRATTAMENTO SINTOMATICO DELLA
MALATTIA DI PARKINSON
COOH
L-DOPA
H3C
H2C
CH2
S
CH2
N
CH
CH3
CH2
pergolide
pramipexolo
H
H2C
H3C
NH2
HN
H2C
S
NH2
H
N
HO
NH
OH
entacapone
selegilina
amantadina
triesifenidile
numerosissime molecole sono in
sperimentazione per i loro effetti
neuroprotettivi e sintomatici
FARMACI PER IL TRATTAMENTO SINTOMATICO DELLA
MALATTIA DI PARKINSON
METABOLISMO DELLA DOPAMINA
COOH
CH2
CH
NH2
COOH
BEE
3-O-METIL-DOPA
HO
OCH3
CH2
CH
NH2
HO
TIROSINA
COMT
COOH
TH
CH2
CH
NH2
L-DOPA
L-DOPA
HO
OH
DDC
DDC
selegilina
rasagilina
MAO-B
DOPAMINA
CH2
NH2
CH2
DOPAMINA
CH2
DAT
DOPAC
HO
DA
OH
NH2
CH2
CH2
HO
OH
agonisti DA
DA
COMT
3 METOSSI
TIRAMINA
HO
OCH3
DAR
NH2
CH2
COMPLICANZE DELLA TERAPIA CON L-DOPA
 Fluttuazioni motorie
‘wearing-off’ o deterioramento risposta di fine dose
fenomeno ‘on-off’, deterioramento risposta ‘on’, no risposta ‘on’
 Movimenti involontari
discinesia da picco dose o bifasica
distonia da picco dose
 Complicanze neuropsichiatriche
psicosi, allucinazioni, stato confusionale,
depressione
 Complicanze non motorie
funzioni autonomiche
COMPLICANZE DELLA TERAPIA CON L-DOPA
progressione degenerazione neuroni
dopaminergici
DISCINESIA
limita fortemente
il
potenziale
terapeutico
intervento terapeutico
stimolazione pulsatile dei recettori
dopaminergici
intenso studio sperimentale
aggiustamento dose L-DOPA
introduzione agonisti DA
amantadina
Deep Brain Stimulation
PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI
ANTIPARKINSONIANI
FARMACO
L-DOPA
EFFETTI COLLATERALI
Intolleranza gastrica
Ipotensione ortostatica
Discinesie
Sintomi psicotici
Edemi declivi
Sintomi cardiologici
DOPAMINO-AGONISTI
Nausea e vomito
Ipotensione ortostatica
Sintomi psicotici
FARMACO
ANTICOLINERGICI
EFFETTI COLLATERALI
Secchezza delle fauci
Ritenzione urinaria
Sintomi visivi
Stipsi
Tachicardia
Sintomi psicotici
Confusione mentale ed amnesia
DEPRENIL (selegilina)
Irrequietezza
Ipotensione e astenia
Intolleranza gastrica
AMANTADINA
Intolleranza gastrica
Livedo reticularis
MODELLI SPERIMENTALI DI
MALATTIA DI PARKINSON
MODELLI UTILIZZATI PER RIPRODURRE LA MALATTIA DI
PARKINSON A LIVELLO SPERIMENTALE
modelli cellulari
modelli farmacologici
modelli con neurotossine
modelli genetici
MODELLI CELLULARI DI MALATTIA DI PARKINSON
i modelli cellulari sono
molto utilizzati per lo
studio
di
agenti
neuroprotettivi
MODELLI FARMACOLOGICI DI MALATTIA DI
PARKINSON
questi modelli si basano su un’ipofunzionalità della trasmissione
dopaminergica indotta da un trattamento farmacologico  il
parkinsonismo indotto cessa con l’attenuazione dell’effetto del
farmaco
modello dell’ipomotilità indotta dalla reserpina
modello della catalessia e della rigidità muscolare indotta da
aloperidolo
modello del tremore periorale indotto da colinomimetici
MODELLO DELLA RESERPINA
reserpina blocca il trasportatore vescicolare delle monoammine
(VMAT) e causa il loro rilascio con conseguente ridotto tono
monoamminergico
i
farmaci
antiparkinson
contrastano i deficit motori
indotti dalla reserpina
MODELLO DELLA RESERPINA
la misurazione dei deficit può essere fatta utilizzando arene con il
pavimento suddiviso in quadranti, oppure contatori della motilità
MODELLO DEL PARKINSONISMO INDOTTO
DA ALOPERIDOLO
quando questo modello viene
applicato allo studio della malattia di
Parkinson si possono valutare due
parametri:
-riduzione dell’intensità
durata della catalessia
e
della
-rigidità muscolare
catalessia e rigidità muscolare possono essere
indotte anche da farmaci diversi dall’aloperidolo
(es: morfina, reserpina)
MODELLO DELLA CATALESSIA INDOTTA
DA ALOPERIDOLO
severità
durata
il trattamento con L-DOPA (o altri farmaci utilizzati nel trattamento della malattia
di Parkinson) riduce severità e durata della catalessia
MODELLO DELLA RIGIDITA’ MUSCOLARE
INDOTTA DA ALOPERIDOLO
questo sistema permette di
misurare la resistenza che il
muscolo di ratto oppone alla
trazione, e quindi di valutare la
rigidità muscolare
MODELLO DELLA RIGIDITA’ MUSCOLARE
INDOTTA DA ALOPERIDOLO
questo valore indica il momento meccanico
della forza che si oppone al movimento
passivo della zampa
attività meccanografica  resistenza al movimento passivo
MODELLO DELLA RIGIDITA’ MUSCOLARE
INDOTTA DA ALOPERIDOLO
attività elettromiografica  attività del muscolo
MODELLO DEL TREMORE PERIORALE INDOTTO
DA COLINOMIMETICI
induzione di deflessioni ritmiche della mandibola simili ad un
movimento masticatorio, ma non dirette ad alcuno stimolo
è un modello che riproduce il tremore parkinsoniano con il quale
condivide
caratteristiche elettromiografiche
caratteristiche di frequenza  caratteristica di 3-7 Hz
è indotto da vari farmaci colinomimetici (tacrina, pilocarpina) ma
anche da neurolettici  proposto modello di discinesia tardiva
MODELLO DEL TREMORE PERIORALE INDOTTO
DA COLINOMIMETICI
la maggior parte dei tremori è
in un intervallo di frequenza di
3-7 Hz
EMG
compatibile
con frequenza di 3-7
Hz
muscoli coinvolti
M = massetere
D = digastrico
T = temporale
MODELLO DEL TREMORE PERIORALE INDOTTO
DA COLINOMIMETICI
i farmaci antiparkinson sono
in grado di attenuare il
tremore periorale indotto dai
colinomimetici
MODELLI DI MALATTIA DI PARKINSON CHE
IMPIEGANO NEUROTOSSINE
sono accomunati dal fatto di utilizzare sostanze tossiche verso i neuroni
dopaminergici
possono essere eseguiti in vivo o in vitro
ciascuno di questi presente vantaggi e svantaggi e differente rilevanza clinica
CARATTERISTICHE DI VARI MODELLI USATI PER
RIPRODURRE LA MALATTIA DI PARKINSON
DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA MODELLI CHE USANO
NEUROTOSSINE E LA MALATTIA DI PARKINSON
 la degenerazione avviene in tempi relativamente
rapidi
 si ha una remissione parziale dei sintomi
 in genere si modellano i sintomi motori, ma non quelli
della sfera non-motoria
con opportuni accorgimenti sperimentali è comunque possibile intervenire su
questi fattori per migliorare le caratteristiche dei modelli
MODELLO DELLA 6-IDROSSIDOPAMINA (6-OHDA)
la 6-idrossidopamina va in contro a
una serie di reazioni di ossidazione
che portano alla formazione del
chinone e alla generazione di specie
reattive dell’O2, aumento dei livelli di
stress ossidativo e morte cellulare
il processo avviene in tempi rapidi, in
quanto richiede ore o al massimo
alcuni giorni a seconda delle
condizioni
MODELLO DELLA 6-IDROSSIDOPAMINA (6-OHDA)
diagramma esemplificativo dei meccanismi di neurotossicità indotti dalla 6-OHDA
MODELLO DELLA (6-OHDA): EFFETTO DELLO
STRESS OSSIDATIVO
bersaglio
effetti
Lipidi
Perossidazione
di
acidi
grassi
e
colesterolo, alterazione della permeabilità e
della fluidità delle membrane
Proteine
Ossidazione dei gruppi SH, stimolazione
delle
Fosfolipasi, inibizione dell’ ATPase Na/K,
dell’adenilil ciclasi, e dell’ATPase al Ca
DNA
Rottura della catena, attivazione di poli
(ADP-ribosio) polimerasi
MODELLO DELLA (6-OHDA): APPLICABILITA’
MODELLO DELLA (6-OHDA): APPLICABILITA’
MODELLO DELLA (6-OHDA): APPLICABILITA’
il modello della 6-OHDA è applicabile a numerose
specie animali e può essere utilizzato per riprodurre
sintomi di tipo motorio e non motorio
è uno dei modelli di malattia di Parkinson più utilizzati
MODELLO DELLA (6-OHDA): VALUTAZIONE DEL
DEFICIT E DEL SUO RECUPERO
 test del comportamento rotatorio (turning)
 modello degli AIMs (abnormal involuntary movements)
 test del cilindro
 test delle vibrisse (placing test)
 test del rotarod
 test dello stepping
impiegati
per
eliminare i limiti
del modello del
turning
 test dell’adjusting steps
 test del footfault
 test cognitivi di vario tipo
questi test possono essere utilizzati sia per una stima del deficit funzionale che
per una valutazione degli effetti dei trattamenti farmacologici
MODELLO DEL TURNING
la denervazione dopaminergica
provocata dalla 6-OHDA causa
lo sviluppo di supersensibilità
dei recettori dopaminergici nel
corpo striato
agonisti
dopaminergici
diretti

inducono un comportamento rotatorio
diretto verso il lato sano del cervello
(turning controlaterale)
agonisti dopaminergici indiretti 
inducono un comportamento rotatorio
diretto verso il lato leso del cervello
(turning omolaterale o ipsilaterale)
MODELLO DEL TURNING
il turning si misura con uno strumento computerizzato connesso ad un
contatore  rotametro
MODELLO DEL TURNING
farmaci dotati di attività antiparkinson
stimolano il turning controlaterale e
potenziano quello indotto da altri farmaci
antiparkinson
MODELLO DEL TURNING
alto potenziale discinetico
basso potenziale discinetico
trattamento cronico con L-DOPA
tuttavia: poiché il modello del
turning utilizza una lesione
terminale
e
misura
un
comportamento
incoercibile,
questo non indica solo il
potenziale
antiparkinson
dei
farmaci ma anche la loro
propensità a indurre discinesie
MODELLO DEGLI AIMs
fornisce una misura per valutare l’insorgenza e la persistenza di movimenti
abnormi che riproducono le discinesie umane in roditori trattati cronicamente
con farmaci dopaminomimetici, in genere L-DOPA
MODELLO DEGLI AIMs
farmaci in grado di attenuare l’intensità degli AIMs e/o di ritardarne l’insorgenza
potrebbero essere farmaci dotati di effetto antidiscinetico o di un ridotto
potenziale discinetico rispetto alle terapie in uso  naturalmente questo non
dovrà essere associato a deterioramento motorio
TEST DEL CILINDRO
quando posto in un cilindro, un ratto lo esplora toccando le pareti con
entrambe le zampe
nel modello della 6-OHDA questo test viene usato in genere per lo
screening del livello di lesione, ma si può usare anche per valutare
farmaci e/o recupero funzionale
TEST DELLE VIBRISSE (“PLACING TEST”)
ratti lesi sul lato sinistro
lo sfregamento delicato delle
vibrisse contro una superficie rigida
fa si che il ratto risponda
appoggiando
la
zampa
corrispondente sulla superficie
stessa
questa risposta è attenuata dalla
lesione con 6-OHDA e ripristinata
da farmaci dotati di attività
antiparkinson
TEST DEL ROTAROD
lesione con 6-OHDA riduce la capacità di stare
sul rullo
farmaci antiparkinsonripristinano la capacità di
stare sul rullo
TEST DELLO STEPPING
un ratto viene addestrato a percorrere una rampa che termina
all’interno della sua gabbia di stabulazione
TEST DELLO STEPPING
parametri misurati




tempo di inizio  acinesia
numero dei passi
lunghezza media dei passi
tempo di percorrenza della rampa
farmaci antiparkinsonriducono il
tempo di inizio
ratti lesi sul lato sinistro
TEST DELL’ADJUSTING STEPS
un ratto viene trascinato delicatamente lungo una superficie
piana e si misura la sua capacità di mantenere l’equilibrio
aiutandosi con la zampa
TEST DELL’ADJUSTING STEPS




parametri misurati
numero di passi avanti
numero dei passi indietro
numero dei passi zampa omo
numero dei passi zampa contro
potenziamento di una
dose inefficace di LDOPA da parte del
buspirone
lesione con 6-OHDA riduce il numero di
adjusting steps
farmaci antiparkinsonripristinano
l’adjusting steps
TEST DELLA RAMPA (“FOOTFAULT TEST”)
lesione con 6-OHDA aumenta il
numero di errori compiuti con la
zampa anteriore controlaterale
farmaci antiparkinsonriducono il
numero di errori compiuti con la zampa
anteriore controlaterale
il ratto viene fatto camminare su una griglia (le cui
caratteristiche possono variare) e si valuta la capacità
dell’animale di appoggiare la zampa sulla griglia senza
inciampare
TEST COGNITIVI
si possono impiegare test cognitivi di vario tipo per valutare i
deficit di memoria e apprendimento presenti nella malattia di
parkinson  in questo caso si usano in genere lesioni parziali
dello striato effettuate bilateralmente, anziché lesioni unilaterali
esempio degli effetti della
lesione con 6-OHDA sul tempo
necessario per localizzare la
piattaforma nel labirinto di
Morris
MODELLO DELLA 1-METIL-4-FENIL-1,2,3,6TETRAIDROPIRIDINA (MPTP)
MPTP è convertito nel suo
metabolita tossico MPP+ che è
il vero responsabile della
degenerazione dei neuroni
dopaminergici
si tratta di un modello di
estrema rilevanza per l’uomo, in
quanto
MPTP
induce
parkinsonismo negli uomini
MODELLO DELLA 1-METIL-4-FENIL-1,2,3,6TETRAIDROPIRIDINA (MPTP)
meperidina
DESTINO DI MPTP ALL’INTERNO DEI
NEURONI DOPAMINERGICI
tossico
protettivo
DESTINO DI MPTP ALL’INTERNO DEI
NEURONI DOPAMINERGICI
MPP+
INIBIZIONE DELLA CATENA RESPIRATORIA MITOCONDRIALE,
TRASPORTO e-, OSSIDAZIONE NADH
DIMINUZIONE CONCENTRAZIONE DI ATP
MORTE CELLULARE
FATTORI CHE INFLUENZANO LA TOSSICITA’
DA MPTP
•Metabolismo MPTP
•Disponibilità MPP+
il ratto non è sensibile agli
effetti tossici di MPTP
•Accumulo di MPP+
•Concentrazione nei mitocondri
EFFETTI DI MPTP NEGLI ANIMALI E NELL’UOMO
animale
uomo
Contenuto neostriatale di dopamina
Ridotto
Ridotto
Contenuto neostriatale
omovanillico
Ridotto
Ridotto
Uptake neostriatale della dopamina
Ridotto
Ridotto
Binding dei ligandi per i trasportatori
della dopamina nel neostriato
Ridotto
Ridotto
Attività della
neostriatale
idrossilasi
Ridotto
Ridotto
Numero di cellule nella pars
compacta dellla substantia nigra
Ridotto
Ridotto
Recettori dopaminergici neostriatali
Invariato
Invariato
Deficit comportamentale
Marcato
Marcato
tirosina
Risposta alla L-DOPA
di
acido
 Movimento
 Movimento
EFFETTI DI MPTP NEGLI ANIMALI
effetto sui livelli di neuroni dopaminergici nella substantia nigra compacta e sulla TH
nello striato
effetto su dopamina e metaboliti
MODELLO DEL MPTP: VALUTAZIONE DEL DEFICIT E
DEL SUO RECUPERO
 test del comportamento motorio topo e primati
 test del rotarod
 test del footfault
 test del palo (pole test)
topo
 test della grata capovolta (inverted grid)
 valutazione delle discinesie  primati
questi test possono essere utilizzati sia per una stima del deficit funzionale che
per una valutazione degli effetti dei trattamenti farmacologici
VALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ MOTORIA
MPTP riduce numerosi aspetti
della funzione motoria, tuttavia
gli effetti della tossina sono
soggetti ad un certo grado di
recupero funzionale spontaneo
VALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ MOTORIA
topi
scimmie
il trattamento con L-DOPA ripristina i deficit motori indotti da MPTP in topi e
scimmie
TEST DEL ROTAROD
il
trattamento
con
L-DOPA
ripristina i deficit nel test del
rotarod indotti da MPTP
TEST DEL PALO (POLE TEST)
un topo viene posto alla sommità di un palo con il muso rivolto verso l’altro e si
valutano:
-il tempo che questi impiega a girarsi con il muso rivolto verso la base del palo
-il tempo necessario a percorrere la lunghezza del palo
il test valuta la bradicinesia e la coordinazione motoria
TEST DEL PALO (POLE TEST)
MPTP incrementa il tempo che l’animale impiega a girarsi e a scendere dal
palo. farmaci antiparkinson ripristinano il comportamento dell’animale,
riportandolo ad un livello simile a quello degli animali di controllo
TEST DELLA RAMPA (“FOOTFAULT TEST”)
le modalità di esecuzione e i parametri misurati sono identici alle altre
applicazioni di questo test
TEST DELLA RAMPA (“FOOTFAULT TEST”)
MPTP incrementa il numero di errori commesso dall’animale. farmaci
antiparkinson ripristinano la capacità di camminare correttamente e riducono il
numero di errori, riportandolo ad un livello simile a quello degli animali di
controllo
TEST DELLA GRIGLIA CAPOVOLTA
(“INVERTED GRID TEST”)
valuta la forza muscolare e la performance motoria
TEST DELLA GRIGLIA CAPOVOLTA
(“INVERTED GRID TEST”)
MPTP riduce l’ampiezza del passo ed aumenta il numero di errori
durante la camminata. farmaci antiparkinson attenuano questi
deficit
TEST PER LA VALUTAZIONE DELLE
DISCINESIE
i primati resi parkinsoniani con MPTP e successivamente trattati
cronicamente con farmaci dopaminomimetici (L-DOPA o agonisti)
sono il miglior modello esistente per lo studio delle discinesie, in
quanto riproducono una condizione molto simile a quella umana
nelle scimmie si possono utilizzare
scale di valutazione della discinesia
equivalenti a quelle umane, e si
possono effettuare studi molto
complessi per valutare il potenziale
discinetico dei farmaci e/o l’effetto di
farmaci sullo sviluppo e severità
delle discinesie
ALTRI MODELLI DI NEUROTOSSICITA’
CHE RIPRODUCONO LA MALATTIA DI
PARKINSON
 metamfetamina
 ferro
rotenone
pesticidi
lipopolisaccaride
MODELLO DELLA METAMFETAMINA
CARATTERSITICHE  tossicità neuroni dopaminergici
(non superiore al 70%) ma assenza di alterazioni
comportamentali
MECCANISMO  liberazione di dopamina 
trasformazione non enzimatica in 6-OHDA  accumulo
nei terminali dopaminergici
PARAMETRI DI TOSSICITA’  Durata, dose, via di
somministrazione ed età dei soggetti. I neuroni striatali
sono i più sensibili. non interessa i neuroni non
dopaminergici
NEUROTOSSICITA’ INDOTTA DAL FERRO
RCH2 – NH2 + O2 + H2O
MAO-B
reazione di Fenton
H2O2 +
Fe2+
reazione di Haber-Weiss
H2O2 + O2
Fe3+
RCHO + NH3 + H2O2
.
HO + OH - + Fe3+
.
HO + OH- + O2
Reazione a cascata che parte dalle monoamino ossidasi (MAO)B
portando alla formazione di radicali ossidrili dal perossido
d’idrogeno. Queste specie reattive possono avere potenzialmente
effetti dannosi nell’ SNC ed essere coinvolte nell’eziologia della
malattia di Parkinson  i neuroni della substantia nigra compacta
contengono molto Fe.
NEUROTOSSICITA’ INDOTTA DAL FERRO
H2O Glutathione
DA
O2
**
MAO
DOPAC
SOD H O
2 2
O 2-
peroxidase,
GSH,Vit-E
catalase
Fe2+
DA
Fe2+Fenton
reaction
Quinones
Site-specific
Oxidative stress
Progressive nigral
lesion
Cysteine
OH
DA SO4
Fe2+
5-S-Cys-DA
** Transition metal ions
Fe2+, Cu++, Mn2+, Ti3+, Al3+
Neuromelanin
polymerization
Fe3+
MODELLO DEL ROTENONE
impiega la somministrazione prolungata di rotenone, che agisce
come inibitore del complesso I mitocondriale e provoca
degenerazione dei neuroni dopaminergici  danni non sempre
selettivi, elevata mortalità
è un modello che può avere rilevanza per l’uomo
MODELLO DEI PESTICIDI
impiega la somministrazione prolungata di pesticidi, in genere si
usano il diserbante paraquat e il fungicida maneb in associazione
 danni non sempre selettivi, elevata mortalità
è un modello che può avere rilevanza per l’uomo
MODELLO DEL LIPOPOLISACCARIDE
impiega la somministrazione sistemica o intracranica di
lipopolisaccaride riproduce la componente neuroinfiammatoria
della degenerazione neuronale
è un modello che può avere rilevanza per l’uomo
MODELLI GENETICI
impiegano
animali
geneticamente
modificati che presentano un’alterata
espressione delle proteine presenti nei
corpi di Lewy o presenti nel sistema
ubiquitina-proteosoma:
α-sinucleina,
parkina o ubiquitina
gli animali più utilizzati sono i topi e la drosofila
MODELLI GENETICI NEL TOPO
MODELLI GENETICI NELLA DROSOFILA
CORPI DI LEWY
Aggregati di:
Alfa-sinucleina modificata (misfolded)
mantenimento omeostasi sinaptica
Ubiquitina (degradazione proteosomiale)
sono un tratto anatomopatologico distintivo della malattia di
Parkinson, ma non sono in genere riprodotti nei modelli
sperimentali  complessità dei meccanismi eziologici
CARATTERISTICHE DEI MODELLI SPERIMENTALI DI
MALATTIA DI PARKINSON
MOLTEPLICITA’ DEI MECCANISMI DI
NEUROTOSSICITA’ NELLA MALATTIA DI PARKINSON
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