75 R8 R9 680 U88 I U8C 6 ~ Dr . : : , , 74LS04 : 74LS04 vcc R1 220K R4) SOK I D1 Con il termine generatori di form.e d'onda o formatori d'onda (wave shaper) si intende una vasta categoria di circuiti in grado di produrre segnali di diversa forma: impulsiva, quadra, rettangolare, a rampa, a dente di sega, triangolare, a gradinata, ecc. Tradizionalmente vengono considerati a parte gli oscillatori sinusoidali. Tutti questi segnali trovano larga applicazione in Elettronica. l segnali impulsivi sono impiegati per il comando (trigger) o la sincronizzazione di altri circuiti. La rampa costituisce la base tempi in oscilloscopi e ricevitori TV e viene usata come tensione di confronto nei modulatori PWM. L'onda quadra o rettangolare costituisce il segnale di clock nei circuiti digitali e viene utilizzata come segnale di controllo (gating) per attivare e disattivare altri circuiti. La gradinata trova impiego negli oscilloscopi campionatori e nei tracciatori di curve per la visualizzazione delle caratteristiche dei BJT e dei FET, ecc. 12.1 Tecniche circuitali L'inventiva dei progettisti ha proposto una grande varietà di soluzioni circuitali basate sui più diversi dispositivi elettronici: transistori, amplificatori operazionali, porte logiche, integrati dedicati. Nella maggior parte dei casi il funzionamento di questi dispositivi elettronici prevede il loro brusco passaggio (commutazione) fra due stati o condizioni di funzionamento (ON-OFF, uscita alta-uscita bassa, ecc.). Per questo motivo tali circuiti vengono chiamati anche circuiti in commutazione o Circuiti a scatto. 76 Capitolo 12 12.1.1 Elementi .di temporizzaziope Per ottenere le temporizzazioni desiderate vengono solitamente sfruttate le costanti di tempo . relative ai componenti passivi ad accumulo di energia, ossia i condensatori e, più raramente gli ind uttori. Come è noto (vedi par. 2.1) il transitorio di carica e scarica di un condensatore (o di un induttore), inserito in un circuito resistivo alimentato da una tensione costante, segue un andamento esponenziale, che può essere espresso dall'equazione generale t V = Vrin - (Vrin - V;n)e ' [12.1J dove Vrin è il valore finale a cui tende l'esponenziale (per t = Ci)), V;II è il valore iniziale (per t = O), T è la costante di tempo del circuito. Quest'ultima vale RC (o LjR), dove C (o L) rappresenta il valore della capacità (o dell'induttanza) ed R è la resistenza equivalente vista dai capi dell'elemento reattivo. L'eq. [12.1J, espressa per le tensioni, è valida naturalmente anche per le correnti di transitorio .. In fig. 12.1 è illustrato l'andamento della tensione Vc ai capi di un condensatore alimentato attraverso una resistenza R da una tensione Vi' che, a partire dall'istante t = 0, assume il valore costante Vi = E. Può essere utile ricavare dall'eq. [12.1J l'espressione che fornisce il tempo T occorrente affinché l'esponenziale raggiunga un valore prefissato VT. Mediante semplici passaggi matematici si ottiene [12.2J Fig. 12.1 Transitorio di carica di un condensatore: (a) circuito e (b) forme d'onda. Vi R • E ~ t ve ---J ..- O (a) E f..... T--;- ~_ I I VT ~-/~ I I I O I T (b) Tecniche circuitali ESEMPIO 1.2.1. Si ricavi l'espressione analitica della tensione ve di carica ai capi del condensatore calcoli il tempo T che ve impiega per arrivare a Vr = 0,5 E. SOLUZIONE Usando l'eq. [12.1J con Vefin = E, Vein = t c = E - (E - O)e - Re = E (l - e - V Dall'eq. ° di fig. 12.1 e si e r = Re, si ottiene ,. RC) [12.2J, in cui VT = 0,5 E, si ricava poi T=rln E-O E-0,5 E =rln2=0,69 r 12.1.2 Multivibratori I multivibratori sono circuiti adatti a fornire onde quadre, rettangolari e impulsive. Realizzati in svariate forme, a transistori, ad amplificatori o'perazionali, a porte logiche, in circuito integrato, si distinguono in astabili, monostabili e bistabili. Astabile. È caratterizzato da due stati non stabili (uscita a livello alto, uscita a livello basso) fra i quali il multivibratore oscilla senza bisogno di comandi esterni. Il periodo dell'oscillazione è determinato dalle costanti di tempo del circuito. L'astabile è un vero e proprio generatore di onde quadre o rettangolari (vedi fig. 12.2a); una sua applicazione fondamentale è la generazione del segnale di clock nei circuiti digitali. Monostabile. Detto anche one-shot, questo multivibratore presenta uno stato stabile, in cui può rimanere indefinitamente, ed uno stato quasi-stabile. Mediante un segnale di comando in ingresso (segnale di trigger) è possibile far commutare il monostabile dallo stato stabile a quello quasi-stabile; da questo stato il circuito torna automaticamente nello stato stabile dopo un intervallo di tempo determinato dalla costante di tempo del circuito stesso. In definitiva il monostabile genera, in seguito ad un comando, un'unica onda rettangolare (impulso) di durata prestabilita T (vedi fig. 12.2b). Utilizzando i fronti dell'onda rettangolare come comando per altri dispositivi, il monostabile può essere impiegato come temporizzatore o come ritardatore. Bistabile. Questo circuito, detto anche flip-flop, presenta due stati stabili nei quali può permanere indefinitamente. Il circuito passa da uno stato all'altro solo in seguito ad un comando esterno (vedi fig. 12.2c). Il llip-llop trova largo impiego, ormai esclusivamente in forma integrata, come cella base nelle memorie a semiconduttore e nei contatori digitali. Trigger di Schmitt. È un particolare bistabile che passa da uno stato all'altro quando la tensione di ingresso Vi supera la cosiddetta tensione di soglia superiore VT+. Per tornare allo stato precedente la tensione Vi deve scendere al di sotto di un livello, detto tensione di soglia inferiore VT-, più basso del precedente come è indicato in fig. I2.2d. Questo circuito viene utilizzato per squadrare segnali di varia forma d'onda e come rivelatore di soglia; costituisce inoltre la base di molti circuiti a scatto. 77 78 Capitolo 12 (a) Astabile T V; I \j Vo t J va t : (b) .u Monostabile ~. .. ~ T I t .. 1 l1 O r-~: Bistabile J t 1_ : : I · I I 21 .1 (c) I ~ 1 Fig.12.2 Forme d'onda tipiche dei multivibratori: (a) astabile, (b) monostabile, (c) bistabile, (d) trigger di Schmitl. (d) Trigger di Schmitt 79 Tecniche circuitali 12.1.3 Generatori di rampa La tecnica più usata per generare la rampa e quindi le varie onde triangolari consiste nell'imporre ad un condensatore una carica a corrente costante, come indicato in fig. 12.3a. Allora la tensione ve sul condensatore assume l'espressione lineare e= ~fIdt= V . C L'andamento con pendenza fig. 12.3b. ~t [12.3J C di Vc è pertanto una rampa pari a l/C, come illustrato in c 12.1.4 Formatori di sinusoide Per ottenere forme d'onda sinusoidali si fa largo uso, specie nei generatori di segnale integrati, dei formatori di sinusoide (sinewave shaper). Questi circuiti sono in grado di convertire un'onda triangolare in un'onda sinusoidale avente la stessa frequenza. I formatori di sinusoide sono essenzialmente degli amplificatori il cui guadagno varia opportunamente a seconda del livello raggiunto dal segnale di ingresso. Si consideri l'amplificatore di fig. 12.4a, il cui guadagno vale AvI finché il segnale triangolare di ingresso Vi si mantiene inferiore a V;1' La tensione di uscita Vo presenta (a) l -I C • (b) Fig. 12.3 (a) Carica a corrente costante di un condensatore. (b) Andamento lineare di ve. Vi Cb) (a) A,., Fig. 12.4 (a) Formatore di sinusoide. (b) Forme d'onda. 80 Capitolo 12 allora un andamento rettilineo con pendenza proporzionale ad Avi' Se nella fascia compresa fra V;l e V;z il guadagno dell'amplificatore viene ad assumere un valore Av2 inferiore ad AvI' la va presenterà ancora un andamento rettilineo, ma varierà la sua pendenza proporzionalmente ad Av2' E cosÌ se, superato V;2' il guadagno cala ulteriormente ad Av3, la pendenza di va diventerà ancora meno accentuata. Risulta allora evidente che, scegliendo opportunamente i valori di Avei livelli di V;, è possibile ottenere in uscita una forma d'onda che approssimerà tanto più la sinusoide quando più elevato sarà il numero dei cambi di pendenza. 12.2 I transistori in commutazione Elementi (MOS), integrati. ossia in fondamentali dei circuiti a scatto sono i transistori, sia bipolari (BJT) che unipolari utilizzati sia come componenti discreti sia, molto più spesso, all'interno di circuiti Risulta allora essenziale aver ben presente il loro comportamento in commutazione, funzionamento ON-OFF. 12.2.1 Il BJT in funzionamento ON-OFF Interdizione. Il BJT npn (vedi fig. I2.5a) può essere considerato interdetto finché la tensione ~BE ai capi della giunzione base-emettitore rimane inferiore alla tensione di soglia Vy ~ 0,5 V. E possibile allora trascurare in prima approssimazione sia la corrente di base sia la corrente di collettore (I B ~ O e I c ~ O) e considerare aperti sia il ramo base-emettitore sia il ramo collettore-emettitore. Nel BJT pnp le correnti hanno verso opposto e le tensioni VBE e VCE sono negative. Per portarlo all'interdizione è pertanto necessario far assumere a VBE valori superiori a - Vy• Riassumendo, affinché un BJT lavori nello stato OFF deve essere VBE < Vy BJT npn VBE> - Vy BJT pnp [12.4J Saturazione. Per saturare il BJT occorre portare la giunzione larizzazione diretta in modo che sia verificata la relazione base-emettitore in forte po- [12.5J In saturazione il BJT può essere rappresentato con il modello di fig. 12.5b, dove il diodo rappresenta la giunzione base-emettitore (si assume convenzionalmente VBE(sat) ~ 0,8 V) e la Fig. 12.5 (a) Il BJT npn. (b) Modello del BJT in saturazione. (c) Modello semplificato del ramo C-E in funzionamento lo l~~ C 8~)V" ON-OFF. /E~ 6 E E (a) (b) (e) I transistori 81. in commutazione batteria indica la tensione VCE(sat) (convenzionalmente ~ 0,2 V). Spesso in pratica questa tensione viene trascurata (VCE(sat) ~ O),per cui il ramo collettore-emettitore viene considerato un cortocircuito. Il BJT si comporta pertanto, nel suo ramo collettore-emettitore, come un interruttore controllato dalla base, aperto (OFF) in interdizione e chiuso (ON) in saturazione (vedi fig. 12.5e). 12.2.2 Il BJT con carico resistivo La configuraziQne circuitale più comune in cui il BJT viene impiegato come interruttore è quella illustrata in fig. 12.6a, dove il carico Rc è di tipo resistivo e la tensione di ingresso assume due livelli adatti rispettivamente a saturare e ad interdire il transistore. Prima dell'istante t = O la tensione. Vi = E provoca il passaggio nella base del BJT di una corrente IB' Se questa è sufficientemente intensa da soddisfare l'eq. [12.5J, il BJT viene a trovarsi in saturazione ed il circuito può essere rappresentato con lo schema equivalente di fig. 12.6b. La tensione di uscita vale allora Vo = VCE(sat) e le correnti IB e lc sono espresse dalle relazioni Vi [12.6J All'istante t = O, Vi scende a Oed il BJT, essendo verificata l'eq. [12.4J, passa in interdizione. Allora lc= O e Vo = Vcc. Questo stato permane finché, all'istante t = T, Vi torna ad E, portando nuovamente il BJT in saturazione e Vo a VCE(sat). L'andamento di va è riportato in fig. 12.6d, dove non si è volutamente tenuto conto dei tempi di commutazione del transistore, che tuttavia vengono ad assumere importanza sempre maggiore al crescere della frequenza del segnale Vi' -----jIE o (c) (a) Vee « RB El B 1t.EC"U) IB t II Re le ~ ~tv' ,. CE (sat) IVa o (b) o (d) T Fig. 12.6 (a) BJT in funzionamento ON-OFF con carico resistivo. (b) Schema equivalente con il BJT saturo. (c) e (d) Forme d'onda di Vi evo' 82 Capitolo 12 ESEMPIO 1.2.2 Si determinino i punti di lavoro del BJT di fig. 12.6, sapendo Re = 1 kQ, R/J = 10 kQ e che i due livelli del segnale di ingresso SOL UZ·ION Vi che la sua h/'E = 100, che Vee = 12 V, valgono rispettivamente E = 12 Ve O. E Con Vi = E il BJT è sicuramente eq. [12.6J si ricava lB= E - VBE(sat) R = in conduzione. 12 - 0,8 = 1 12 mA -1-0, Ipotizzando le = B che esso lavori in saturazione, v.cc - V, eE(sat) = 12-0,2 l Re dalle = 11,8 mA Dal momento che è verificata l'eq. [12.5J, l'ipotesi iniziale è valida ed il BJT lavora effettivamente in saturazione. Al livello basso Vi = O; allora anche VBE = O sicché, essendo veri1lcata l'eq. [12.4J, il BJT si trova in interdizione. Sarà I B ~ O e lc ~ O e pertanto Vo = VeE = Vee = 12 V. 12.2.3 Fig. 12.7 (a) BJT in funzionamento ON-OFF con canco capacitivo. Cb) Schema equivalente con il BJT OFF. (c) e (d) Forme d'onda di Vi evo· Il BJT con carico capacitivo Nella configurazione di fig. 12.7a il BJT, che lavora da interruttore, è posto in parallelo al condensatore C, controllandone così la carica e la scarica. La tensione d'ingresso Vi assume due livelli, E e O, adatti a portare rispettivamente in saturazione ed in interdizione il transistore. Inizialmente, prin1a dell'istante t = O, Vi = E. Se, come deve essere, è soddisfatta l'eq. [12.5J, il BJT si trova in saturazione e la tensione di uscita è Vo = VCE(sat). Allorché, all'istante t = O, Vi passa a O, il BJT si interdice, la corrente [c = O ed il ramo collettore-emettitore si apre. Risulta allora valido lo schema equivalente di fig. 12.7b e il condensatore si carica a Vcc con legge esponenziale e costante di tempo T = RcC. Vee Re V, C l~ I Vo ..- 01 T7T (a) E ~ t T (c) Vce Vo Re • Vee ~ -- Co :J.. I 1/ E~" Cb) r = ReC VCE(SaI) (d) I ~: f'll ',.. I transistori All'istante t = T, dopo che la carica si è conclusa, Vi sale nuovamente ad E ed il BJT torna a condurre ma, a causa di C, non entra immediatamente in saturazione. Infatti se così fosse, il condensatore, scaricandosi B c istantaneamente, immetterebbe nel collettore del BJT una corrente le così elevata (teoricamente infinita) da rendere non più valida l'eq. [12.5]. In realtà il transistore viene a lavorare in un primo tempo in zona attiva, dove può essere rappresentato con lo schema E equivalente di fig. 12.8a. (b) (a) n circuito di scarica di C diviene allora quello mostrato in fig. 12.8b. Se in prima approssimazione si trascura il contributo della corrente i R' si vede che C viene scaricato a corrente costante (i=lc=hFEIB) e pertanto va decresce linearmente secondo l'eq. [12.3]. [12.7J Allorché va' scendendo, arriva a VCE(sat), il BJT lascia la zona attiva per entrare di saturazione e qui rimane, come è indicato in fig. 12.7d. ESEMPIO 111 zona 1.2.3 Nel circuito di fig. 12.7a, Vcc = 10 V, E = S V, Rc = 1 kQ, RB = 10 kQ, hFE = 100. Calcolare il tempo impiegato da' per caricarsi e scaricarsi. e e = 100 nF; il BIT presenta SOLUZIONE Con Vi = E = IB 5 V si ottiene = E- VBE(sat) R = 420 µA B Poiché I B > Ic/hFE' il BJT è effettivamente in saturazione. Durante la fase OFF del BJT (Vi = 0), si carica con costante di tempo r = RcC = 100 µs e raggiunge la tensione Vcc = lO V dopo circa Sr = SOOµs. Dopo l'istante t = T il condensatore inizia a scaricarsi linearmente. Dall'eq. [12.7J, chiamato /',.t il tempo impiegato da Vo per scendere da Vcc a VCE(sat» si ricava e 12.2.4 83 in commutazione Il BJT con carico induttivo L'uso del BJT come interruttore elettronico con carico induttivo è piuttosto frequente; si pensi al comando di relè ed elettromagneti, al controllo di motori in continua, di motori passo-passo, ecc. In fig. 12.9a il carico induttivo è rappresentato dall'induttanza L in serie alla resistenza di avvolgimento RL. La funzione del diodo D, chiamato diodo di ricircolazione o diodo volano (damper), risulterà chiara più avanti. . Supponiamo che il valore E di Vi prima dell'istante t = O (vedi fig. 12.9c) sia in grado di mantenere in saturazione il BJT. Supponiamo inoltre che l'induttanza abbia terminato il suo transitorio e quindi possa essere considerata come un cortocircuito. La corrente l L coincide con l c ed è limitata unicamente dalla resistenza di avvolgimento RL. Fig. 12.8 (a) Schema equivalente del BIT in zona attiva. (b) Schema equivalente del circuito di scarica di C. 84 Capitolo 12 Pertanto e Fig. 12.9 (a) BH in funzionamento ON-OFF con carico induttivo. (b) Schema equivalente con il BJT OFF. (c) (d) ed (e) Forme d'onda di Vi' [12.8J Quando Vi compie la transizione negativa a O, il BJT tende ad interdirsi, provocando un rapido aumento della resistenza del ramo collettore-emettitore (nel modello semplificato di fig. I2.Se il [amo si apre e pertanto la resistenza diventa infinita). L'induttanza però, come è noto, tende ad impedire brusche variazioni della corrente (vedi par. 2.2). Pertanto subito dopo la transizione di Vi' all'istante t=O+, il valore di IL rimane immutato (c-:: Vcc/RL) e la tensione va = VCE, in assenza del diodo, tenderebbe a salire di colpo, presentando un picco tanto più alto quanto più elevata è IL" Questa 'sovratensione potrebbe facilmente superare la massin1a consentita per il BJT, danneggiandolo irreparabilmente. L'inserimento del diodo D fornisce un percorso alternativo ad iL (vedi fig. 12.9b) che si smorzerà con costante di tempo T = L/ RL. Durante la scarica dell'induttanza la tensione 'Va sarà fissata dal diodo al valore Va = Vcc + VD = Vcc + 0,7 V. Terminata la scarica (il_ = O), va si porterà a Vce' In fig. 12.9d ed e sono illustrati gli andamenti di iL e Va' Quando, all'istante t = T, Vi sale ad E, il BJT entra in saturazione e la corrente iL = ic cresce esponenzialmente, portandosi al valore finale Vcc/Rr. con costante di tempo T = L/RL. iL evo' Vce iL ~ ~ L V; lE I ~jD (e) ..- I 01 T t le ... V;I Va l iL I Vee / RL I (a) V~r--1 (d) 1"'- JL; (b) ..t ~Vo El!"' I va Vee+ 1-;) (e) VCE(S:lI) L-... Vce I transistori . ESEMPIO 85 in commutazione 1.2.4 Nel circuito di fig. 12.9a l'avvolgimento presenta L = 100 mH e RL = 120 n. Sapendo che Vce = 24 V, si calcolino il valore a cui si porta ie a regime quando il BJT commuta in saturazione e il tempo impiegato per raggiungere tale valore. SOLUZIONE A regime, quando il BJT è in saturazione, l'induttanza L si comporta come un cortocircuito, perciò il valore di I c è Ic= Vcc - VCE(sat) RL Vee 24 ",,-=-=200mA RL 120 Considerando che il transitorio dura circa 5T e che L T=-= 3 100 X 10- = 0,83 ms 120 RL si può ritenere che la corrente dalla commutazione. 12.2.5 ic raggiunga il suo valore di regime dopo circa 5 x 0,83 = 4,15 ms Il MOS in funzionamento ON-OFF I tipi di MOS più diffusi sia come componenti discreti sia come componenti di circuiti integrati sono i MOS ad arricchimento (enhancement MOS) e fra questi il tipo a canale n (NMOS) è più usato di quello a canale p (PMOS). Stato OFF. Per interdire un NMOS (vedi fig. 12.lOa) è sufficiente che VGS sia inferiore alla tensione di soglia VGS(th)' il cui valore è di pochi volto Nel PMOS la corrente I D ha verso opposto rispetto all'NMOS e le tensioni sono negative sicché per lavorare all'interdizione è necessario che VGs> VGS(th)' Riassumendo le condizioni per portare un MOS nello stato OFF sono VGS < VGS VGS(th) > VGS (th) NMOS [12.9J PMOS Stato ONo Per portare un MOS in piena conduzione, ossia nella sua zona resistiva, occorre fornire una I VGS I sufficientemente elevata (una decina di volt o più). In questo modo di funzionamento il MOS può essere rappresentato con la resistenza rDS(on) del suo canale, il cui valore è compreso fra alcune decine di mQ e qualche centinaio di Q, a seconda del tipo di MOS. In definitiva per il MOS in funzionamento ON-OFF può essere utilizzato il modello di fig. 12.10b, dove l'interruttore può essere chiuso (ON) oppure aperto (OFF) dalla tensione presente sul gate. Fig. 12.10 (a) NMOS ad arricchimento. (b) Modello valido nel funzionamento ON-OFF. s s 86 Capitolo 12 ESEMPIO 1.2.5 Il MOS utilizzato nel circuito di fig. 12.11 presenta punti di lavoro quando U; = O e V; = lO V. VGS(tb) = 2V e rDS(on) = 50 n. Si determinino i suoi SOLUZIONE Per V; = VGS = O l'NMOS è sicuramente interdetto, essendo verificata l'eq. [12.9]. Di conseguenza I D = O e VDS= VDD= lO. V. Con v; = VGS = 10 V l'NMOS è in piena conduzione e può essere rappresentato con la resistenza di canale rDS(on) = 50. n. Pertanto VDD ID=-=----- + rDS(on) Rf) VDS = lO 1 +0,05 =9,5 mA I D = 0,05 x 9,5", 0,48 V rf)S(on) Fig. 12.11 12.3 Formatori d'onda ad operazionali 12.3.1 Il comparatore Il comparatore, come si è visto nel par. 8.11, è un amplificatore operazionale particolarmente adatto a lavorare nelle due zone laterali (zone di saturazione) della caratteristica di trasferimento, al di fuori cioè della zona di amplificazione o di linearità. Chiamando v + e v _ le tensioni riferite a massa dell'ingresso non invertente (+) e dell'ingresso invertente (-) (vedi fig. 12.12a), sono valide le seguenti relazioni [12.lOJ Fig. 12.12 (a) Comparatore. (b) Caratteristica di trasferimento ingresso-uscita. +v r + ti + A v- l''; vo -v (b) 1 1 -, (a) 1 Zona di saturazione ~11 Zona di amplificazione Zona di saturazione Formatori d'onda ad operazionali Nei comparatori reali il passaggio dell'uscita da uno stato di saturazione all'altro avviene per una variazione finita ~Vi dell'ingresso (vedi fig. 12.12b). Questa zona di incertezza ~Vi può scendere nei migliori comparatori fino alla decina di µV, anche se normalmente è più elèvata. Naturalmente anche un normale amplificatore operazionale può essere fatto lavorare come comparatore. I valori di v,;t e v,~t dipendono dalla configurazione interna dell'operazionale. Negli operazionali ad alimentazione duale, i due valori di saturazione di solito non raggiungono i valori delle alimentazioni, ma se ne discostano di una tensione (1 o 2 V) che sovente non è esattamente la stessa nei due casi. Nei comparatori veri e propri l'uscita è spesso a collettore aperto, per cui v,~ coincide con la tensione esterna a cui è collegato il resilitore di pull-up (in genere la tensione di alimentazione) e v,~t è circa uguale a O nel caso piuttosto comune di alimentazione singola. In questo paragrafo considereremo il caso più generale di alimentazione duale e supporremo le tensioni di saturazione simmetriche rispetto a massa (v,~ = - v,;;; = v,at). Circuiti con comparatori a singola alimentazione verranno proposti negli esercizi. La tecnica delle forme d'onda ha trovato nell'amplificazione operazionale un componente ideale. In questo paragrafo verranno trattati solo alcuni (i fondamentali) dei numerosi generatori di forme d'onda realizzati ad operazionale. 12.3.2 Trigger di Schmitt Elemento fondamentale di molti generatori d'onda è la configurazione del comparatore come trigger di Schmitt, sia di tipo invertente che non invertente (vedi par. 8.11). Trigger di Schmitt invertente. In fig. 12.13a è illustrato lo schema di un trigger di Schmitt invertente e in fig. 12.13c e d sono riportati gli andamenti del segnale di ingresso Vi e della tensione di uscita va' Dai diagrammi appare evidente l'effetto squadrante del circuito. Per determinare le espressioni della soglia superiore VT+ e della soglia inferiore VT- si può procedere nel seguente modo. Si supponga ad esempio l'uscita al livello alto v,~; la tensione all'ingresso non invertente v + vale allora VT+ = v,~ R2/(Rl + R2) = f3V,~ = f3V,at> dove 13 è il rapporto di partizione del partitore di tensione. Il trigger di Schmitt permane in questo stato finché la tensione Vi all'ingresso invertente non supera V/. A questo punto l'uscita commuta al livello negativo v,;;; sicché anche la tensione sull'ingresso non invertente v + scende al valore VT- = f3V,;;; = - f3V,at. Questo stato si mantiene finché Vi non scende al di sotto di VT-. In definitiva le due tensioni di soglia del trigger di Schmitt valgono V/ = f3V,~ = f3V,at [12.11J Trigger di Schmitt non invertente. Lo schema circuitale è illustrato in fig. 12.13b. Il suo funzionamento è del tutto analogo al precedente, ma la forma d'onda dell'uscita Va è invertita rispetto a prima (vedi fig. 12.13e). Si supponga inizialmente l'uscita bassa, ossia va = v,;;;. Allorché la tensione di ingresso Vi' salendo, porta la tensione dell'ingresso non invertente v + a superare la tensione v _ = O dell'ingresso invertente, scatta la commutazione che porta repentinamente va a v,~. Per calcolare la tensione di soglia superiore VT+ si può procedere nel seguente modo: immediatamente prima della comml,ltazione va vale ancora v,;;;, Vi è arrivata a VT+ e v + a O; essendo una sola la corrente che percorre le due resistenze, si può allora scrivere V/ /R2 = - V,;;;/Rl' da cui si ricava + R2 VT = - -R 1 _ v,at = R2 R v,at 1 [12.12aJ 87 88 Capitolo 12 + o r: , \ V,- -I-~---------.--I , , , , , ,. , , , (a) Vo \\;1: V=--l~ r' \\ ~ ' ' ' ' ' '' ' (c) ' I :, : ' ' , , ' ----}-,I : r---, : O Vo v-S31 v+ .----------J + (d) Ij o---l\/V\r-R, ... VO R, V+Sa! (b) O vs;~(e) Fig. 12.13 (a) Triggcr di Schmitt in verten te e (b) non invertente .. (c) Forma d'onda d'ingresso. (d) Uscita del trigger di Schmitt in verten te ed (e) non invertente. v,~ Avvenuta la commutazione, Vo = ed il trigger di Schmitt permane in questo stato finché Vi non scende al di sotto di V1:- . Procedendo in modo analogo al precedente si ottiene per VT_ Vi" 12.3.3 R2 =- - Rl + v,at R = - -2 Rl v,at [12.12b J Generatore d'onda quadra (astabile) Si ottiene un generatore di onda quadra (multivibratore astabile) collegando all'uscita del trigger di Schmitt invertente un ramo di temporizzazione RC e applicando la tensione del condensatore all'ingresso invertente del comparatore (vedi fig. 12.14a). Supponendo l'uscita inizialmente alta, Vo = (l'analisi può iniziare in modo ugualmente corretto con l'uscita bassa), il condensatore si carica tendendo a con costante di tempo '[ = RC. Infatti, poiché in saturazione l'operazionale presenta una resistenza di uscita molto bassa, l'uscita può essere rappresentata in prima approssimazione semplicemente con una batteria (uguale a o a seconda che si trovi al livello alto o basso) che, nella valutazione della resistenza equivalente vista dal condensatore, non fornisce alcun contributo. Quando ve, salendo, raggiunge la tensione di soglia superiore del trigger V/ = fiV,~; [dove fi = R2/(Rl + R2)], il trigger commuta portando l'uscita al livello basso (V,;;;). Il v,~t v,~t v,;;; v,~t Formatori d'onda ad operazionali 89 condensatore tende allora ad invertire la polarità della sua tensione con legge esponenziale, tendendo a con la stessa costante di tempo T. Giunta però ve alla soglia inferiore (VT- = f3V,~t), l'uscita commuta nuovamente portandosi al valore alto ed il ciclo ricomincia. In fig. 12.14b sono illustrati gli andamenti delle tensioni Ve evo' Per calcolare il periodo, e quindi la frequenza, dell'oscillazione, al solito si usa l'eq. [12.2J applicata a Vc (si trascura il transitorio di carica iniziale, di durata anomala rispetto ai successivi) e, assumendo == v,at' si ottiene v,~t v,~ v,~ Sicché T= ESEMPIO 1. f 1+f3 E12.14J = 2RCIn 1 ~ f3 1.2.6 Nel multi vibrato re astabile di fig. 12.14 Rj frequenza dell'oscillatore sia i= 10 kHz. = R2 = lO kn. Si dimensionino R e e in modo che la SOLUZIONE Con Rj = R2' il rapporto di partizione vale f3 = 0,5 e l'eq. [12.14J diviene 1 T=-=2 i Reln3 =2 2 Re ' e = lO nF Essendo T= Ili = 100 µs, si può scegliere T R=--= 2,2 e 100 X 10-6 2,2 x lO x lO Fig. 12.14 (a) Multivibratore astabile. (b) Forme ottenendo =45kn Q d'onda di Vc , evo· R + f3V,;, - - - - - - - - - - - - - - - -(b) (a) o I I 1-- ~ I --+-- I T;---I .. (c) 90 Capitolo 12 12.3.4 Monostabile Uno degli schemi più noti il circuito di comando o fig. 12.14a con l'aggiunta vertente di raggiungere la la Ve al valore superiore di multivibratore monostabile è riportato in fig. 12.15a. Escludendo di trigger (CTRTDT), la configurazione è quella dell'astabile di del diodo D. Questo, impedendo alla tensione dell'ingresso Ìntensione di soglia superiore del trÌgger di Schmitt, ovvero limitando VD ~ 0,7 V, fornisce al circuito uno stato stabile. Stato stabile (t < O). La mappa ve = v_ = 0,7 V, v+ = f3V,~ dove parallelo a R2). Affinché possa v+ >0,7 V. dei potenziali nello stato stabile presenta f3 = R2/(Rl + R2) (purché sia possibile trascurare sussistere lo stato stabile occorre Vo = v,~, RT evidentemente in che Stato quasi stabile (t> O). Il fronte negativo dell'impulso di comando deve essere in grado di portare v+ al di sotto di v_; solo in questo modo il comparatore commuta, portando va = e v + = f3 Vs~' Il condensatore tende ora a caricarsi a con T = RC, come illustrato in fig. 12.15b. Allorché Vc giunge a f3V,~, v_tende a diventare più negativa di v +, per cui il comparatore commuta nuovamente portando Vo a Il condensatore C tende ora a caricarsi a 1<~, ma quando Vc arriva a Vo ~ 0,7 V, viene bloccata a questo valore dall'entrata in conduzione del diodo D. v,~ v,~ v,:t. Durata dell'impulso. Per calcolare la durata T dell'impulso, si usa la solita applicata alla Vc; pertanto, supponendo == v,al' si ottiene v,~ Fig. 12.15 (a) Multivibratore monostabile. (b) Forme d'onda. T= RCln ~~t - J,j)+ v,at + f3V,at v,~t = RC In 1+ 0,7/1<"1 ~ RCln-. _1_ 1 - f3 1 - f3 [12.15J j-_. R eq. [12.2J ~ D o v; 0---11 i 1< I f3V,;, + j -+~~-- ---, ~~i eT T ---1-- T, ~I R, (a) o I I v;,~-II------.J (b) .. Formatori d'onda ad operazionali È importante conoscere anche il tempo di recupero 7;. ossia il tempo occorrente affinché il monostabile si riporti completamente nel suo stato stabile. Applicando ancora l'eq. [12.2J alla Vc si ottiene T, = RC In V+ [3V- sal+- sal V,at-VD = RC In· ] + [3 1-0,7/V,at ~ RC In(1 + [3) [12.16J Circuito di comando. È costituito dal derivatore c.rRro che ha la funzione di trasformare i fronti d'onda del segnale di ingresso Vi in impulsi, negativo il primo, positivo il secondo. Dei due solo l'impulso negativo può però giungere al monostabile, provocandone la commutazione; l'impulso positivo viene invece tagliato dal diodo DT. Affinché il derivatore possa lavorare correttamente, occorre che la sua costante di tempo TT risulti piccola rispetto alla durata M dell'impulso di Vi' Inoltre, se si vuole che RT non influenzi il livello di V + nello stato stabile, conviene che sia RT» Rz. ESEMPIO 1.2.7 TI multivibratorc monostabile di fig. 12.15 presenta Rl = Rz = lO kQ, R = 100 kQ, e = 100 nF. Si determinino la durata T dell'impulso generato dal circuito ed il tempo di recupero T,.. Sapendo che la durata dell'impulso di ingresso vale 8.t = 1 ms, si dimensioni il circuito di comando. SO'LUZIONE Essendo Rl = Rz, sarà {J = 0,5 sicché dalle eq. [12.15J e [12.16J si ricava Te:=; Reln-- J 3 = 100 x lO x 100 x 101 - {J T,. e:=; Re In (1 + {J) = 100 X Dovendo essere RT» Rz, si può 1: = eTRT = 100 ~lS e ricavare TT CT= - Rr 12.3.5 = 100 x 10-6 100 X 103 = 103 X 9 I ln--· - = 6,9 ms 1-0,5 100 x 1O-91n (1 + 0,5) = 4 scegLiere RT = 100 kQ. ms Infine poiché r« 8.t, si può porre lnF Generatore di rampa La tecnica più usata per ottenere un segnale a rampa consiste nell'imporre ad un condensatore una carica a corrente costante, come indicato in fig. 12.3. Un circuito molto usato per generare un segnale a rampa è l'integratore ad operazionale sottoposto ad una tensione di ingresso a gradino (vedi fig. 12.16a). Inizialmente l'operazionale lavora in zona lineare come amplificatore e quindi la tensione v _ è sostanzialmente coincidente con v+ (massa virtuale). In R scorre una corrente costante [= E/R (dove E è l'ampiezza del gradino) che va a caricare il condensatore C, sicché Vc = Et/RC. Siccome va = - vc, l'uscita cala con legge lineare v a E RC =--t [12.17J Una volta raggiunta v,;;;, ovviamente Vo si arresta. Siccome l'operaiionale è uscito dalla zona di amplificazione lineare, non è più valida la condizione di massa virtuale e quindi v_ non è più ancorata a v+. Rappresentando l'uscita dell'operazionale con una batteria pari a v.;;;, risulta valido lo schema equivalente di fig. 12.16b. Pertanto C continua la sua carica, questa volta esponenzialmente, fino a E-V,;;; con T = RC. A sua volta v_lascia il potenziale di massa e sale esponenzialmente ad E, come illustrato in fig. 12.16c. 92 Capitolo 12 -----~ 0----- E ..... :'------------t1 fJ---J\/\/\,--+-------I R + Ve E- ~~I--------------- (a) I (c) T (b) Fig. 12.16 (a) Integratore sollecitato da un gradino in ingresso. (b) Schema equivalente alla saturazione. (c) Forme d'onda di Vi' vc,voev_ o Fig. 12.17 Forma d'onda a dente di sega. Per ottenere un forma d'onda a rampa occorre pertanto interrompere la carica del condensatore prima che l'uscita arrivi a V,;;;, di solito mediante la chiusura di un interruttpre elettronico (spesso un FET) posto in parallelo a C. In questo modo C si scarica velocemente e Vo è in grado di ripartire da O. Una successione di rampe costituisce la forma d'onda comunemente detta a dente di sega (sawtooth wave). Questo segnale (vedi fig. 12.17), in cui la tensione (o la corrente) varia linearmente col tempo, è usato ad esempio per lo spostamento orizzontale del fascio elettronico nei tubi catodici (oscilloscopi e ricevitori TV), per misure di tempo nei temporizzatori, ecc. In questo tipo di applicazioni i circuiti che producono il segnale a dente di sega vengono anche detti generatori di base-tempi. "L1Lv1 I -..- Formatori d'onda 12.3.6 93 ad operazionali Generatore d'onda triangolare Un circuito per la generazione, dell'onda triangolare è quello illustrato in fig. 12.18a, costituito da un integratore alimentato da un trigger di Schmitt non invertente. L'uscita Vo dell'integratore a sua volta è riportata all'ingresso del trigger in modo da chiudere l'anello di reaZIOne. Supponendo l'uscita del trigger di Schmitt v~ inizialmente a livello alto (Y.~ = Y.at)' il condensatore C si carica a corrente costante 1= Y.at/R e l'uscita dell'integratore Vo scende linearmente secondo la relazione Vo = - Y.at t/ Re (vedi eq. [12.17J). Allorché Vo arriva alla soglia inferiore VT- del trigger di Schmitt, fa commutare l'uscita v~ al livello basso Y.~t (= - Y.at)· La corrente I inverte allora il suo verso e la rampa di Vo cambia pendenza (vo = + Y.att/RC). Quando la tensione Vo' salendo, arriva alla soglia superiore V/ del trigger di Schmitt, provoca la seconda commutazione: v~ va alta, Vo torna a scendere ed il ciclo ricomincia daccapo. I valori v,,(min) e v,,(max) della tensione triangolare vo' coincidendo rispettivamente con V/ e· VT- del trigger di Schmitt, sonC? espressi dalle eq. [12.12J e valgono - v,,(min) R2 = VT = - - + Y.at Rl R2 =- - Y.at Rl , v" (max) = + VT R2 =- - _ Y.at Rl R2 =- [12.18J Y.at Rl Il periodo dell'oscillazione può essere ricavato considerando l'andamento di Vo (fig. 12.18b). Nel semiperiodo Tl' Vo passa da v" (min) a v,,(max) secondo una rampa di pendenza Y.at/RC, descritta dalla relazione vo Per t = = Vo Tl' Tl v,,(min) = Y.at t + RC v,,(max), [12.19J per cui si ricava = v" (max) - v" (min) RC = 2 R2 RC Y.at [12.20J Rl ~(max) Trigger di Schrnitt ----l - - - - - - - - - - - - - - - Integratore 1--- r; ----1-- R v+' - Fig. 12.18 (a) Generatore d'onda triangolare. (b) Forme d'onda di Vo e v~. T,----I + + o I I I (a) (b) I .. 94 Capitolo 12 Analogamente per T2' sicché [12.21J La massima frequenza ottenibile è limitata dallo slew-rate dell'integratore e dalla massima corrente che è in grado di erogare (che determina la velocità di carica di C). La minima frequenza è limitata dalla corrente di polarizzazione di ingresso dell'operazionale; infatti la corrente di carica di C deve mantenersi sempre molto più elevata della corrente di polarizzazione, affinché quest'ultima non influenzi la carica del condensatore. ESEMPIO 1.2.8 v::, Nel circuito di fig. 12.18 R = Rj = lO kQ, Rz = 5 kQ, C = 50 nF, = lO V, v,~,= - lO V. Si determinino la frequenza dell'onda triangolare vo' la sua ampiezza picco-picco e l'ampiezza picco-picco dell'onda quadra v~. SOLUZIONE Dall'equazione [12.21J si ricavano Rz T=4 x -RC= Rj Tramite T e quindi il periodo l /=-=1 . T 1 ms la frequenza f dell'onda kHz le eq. [12.18J si ottiene . Rz _ v;, (maxl = - R V:a, = + 5 V I Pertanto l'ampiezza picco-picco dell'onda triangolare e dell'onda quadra valgono Si noti che è indispensabile che Rz :%; R perché l'oscillatore possa funzionare. In caso contrario vo' non potendo ovviamente superare la tensione di saturazione V:al' non riesce a raggiungere la tensione di soglia deltrigger di Schmjtt, che, non potendo commutare, mantiene bloccato l'oscillatore. j 12.3.7 Formatore di sinusoide Un tipico formatore d'onda sinusoidale, adatto a convertire un'onda triangolare in una sinusoidale tramite variazioni opportune del guadagno, è illustrato in fig. 12.19a. La configurazione è quella classica dell'amplificatore operazionale invertente; la variazione del guadagno viene ottenuta mediante l'inserimento nell'anello di reazione di opportune resistenze, in seguito all'entrata in conduzione scalata di una rete di diodi. Esaminiamo in dettaglio il funzionamento tenendo presente che, a causa dell'effetto invertente dell'amplificatore, risulta visivamente più comodo considerare l'andamento di - Vi anziché quello di Vi' come è illustrato in fig. 12.l9b. Per valori bassi di - Vi i diodi sono tutti interdetti; l'unica resistenza di reazione è Ro e pertanto l'amplificazione vale Ro Al!o=-Ri [12.22J Supposto ideale, DI commuta in conduzione quando la tensione V Al del suo anodo raggiunge uella del catodo, che è ancorata dalla massa virtuale a O. Per determinare il corrispondente valore di vo' ossia v" l , conviene considerare il partitore R l RAl immediatamente prima della commutazione, quando Vo = Vol' V Al = O e la corrente circola ancora solo in Rj e R Al' Formatori d'onda ad operazionali 95 V;", -V;ef 'l ,, , , , , ,, , , , , , ,, , (b) (a) \~) l-;;3~ , , , , ,, , , , , , ··· ·, : , , :__ ~_ :A ' _J--I ~2 1'2 I. , , , , l-;;, I , , , : , , , R, + Poiché tale corrente vale lI;,tfRI = -( - V,ef)/RA1, Fig. 12.19 (a) Formatore SI ncava [12.23J Dopo l'entrata A __ vl- in conduzione di DI l'amplificazione passando da Avo ad Avi Ro//RI Ri [12.24J La tensione Vo continua allora a crescere linearmente finché non entra in conduzione D2 in corrispondenza V si abbassa, con - Vi' ma con pendenza del valore _ v'erRz R 02 - minore [12.25J A2 L'amplificazione corrispondentemente di Vo' scendendo a allora diminuisce, e con essa la pendenza del segmento [12.26J La tensione Vo viene in definitiva ad assumere l'andamento illustrato in fig. i2.19b. di sinusoide. (b) Forme d'onda in ingresso e in uscita. 96 Capitolo 12 Nella fase di discesa di - Vi i diodi tornano uno alla volta in OFF, a cominciare da D2 per passare a DI. Scegliendo opportunamente i valori delle tensioni di commutazione dei diodi e i valori delle amplificazioni, è possibile ottenere per Va un andamento sufficientemente prossimo a quello di un arco di sinusoide. Per far sÌ poi che anche nella semionda negativa va assuma un andamento sinusoidale è sufficiente che R3=Rl' R4=R2' che RA3=RA1' RA4=RA2' che le due tensioni v;.ef siano duali e che ovviamente i diodi D3 e D4 siano girati in senso opposto rispetto ai precedenti. Aumentando il numero dei diodi, l'andamento della tensione Va ovviamente si avvicinerà sempre più ad una curva sinusoidale. ESEMPIO 1.2.9 Nel formatore di sinusoide di fìg. 12.19 si supponga che Ri = lO kQ, Ro = 15 kQ, R1 = R3 = 27 kQ, R2 = R4 = 4,7 kQ, RA1 = RA3 = 82 kQ, RA2 = RA4 = Hl kQ, v"cf = 12 e - v'cf = - 12 V. Si disegni l'andamento di Vo sapendo che Vi è un'onda triangolare d'ampiezza 6 V. SOLUZIONE In base alle eq [12.22J, [12.24J e [12.26J si ottengono Avo=-1,5 Le tensioni AvI = -0,96 di uscita a cui commutano v"2 Vo1 = 3,95 V Per ottenere le corrispondenti V2 , v;,2 - = V,1 + I A v1 Infine il valore massimo Per la semionda negativa Vo1 1 i valori delle amplificazioni Av2 = - 0,32 i diodi, secondo le eq. [12.23J, [12.25J, sono = 5,64 V tensioni =4 di ingresso si può procedere come segue 39 V ' a cui perviene l'andamento va in corrispondenza di V,3 = 6 V vale è simmetrico. 12.4 Multivibratori a porte logiche Le porte logiche TTL e CMOS, oltre alloro impiego specifico come blocchi logici, vengono spesso usate per realizzare circuiti formatori d'onda, in particolare multivibratori astabili e monostabili. Mentre per le porte TTL le realizzazioni sono di fatto limitate ai generatori di clock, le porte CMOS, grazie alle loro particolari caratteristiche elettriche, vengono utilizzate per una notevole varietà di circuiti formatori. 12.4.1 La porta CMOS La struttura base delle porte CMOS è quella dell'INvERTER o NOT illustrata in fig. 12.20a. Un NMOS (Tl) e un PMOS (T2) complementari, ossia i più simili possibile sotto l'aspetto dei parametri elettrici, sono collegati in serie attraverso i terminali di drain e disposti fra l'alimentazione Vcc e la massa. L'uscita della porta è presa sui drain, mentre l'ingresso è costituito dai due gate collegati insieme. Due diodi fissatori posti sull'ingresso impediscono che la tensione V; superi Vcc + 0,7 V o scenda al di sotto di - 0,7 V, proteggendo i gate da sovratensioni accidentali. 97 Multivibratori a porte logiche La caratteristica di ingresso-uscita della porta CMOS, riferita alla serie più diffusa, la 74HC, è illustrata in fig. 12.20b. Per tensioni mferiori alla tensione di soglia VT ~ Vcc/2, TI è OFF e T2 ON, sicché v;, = Vcc- Superata la tensione di soglia, lo stato dei due MOS si inverte, ossia T l diviene ON e T2 OFF, e la tensione di uscita diviene v;, = O. Questa caratteristica è sostanzialmente valida anche per le altre famiglie CMOS ed in particolare per la serie 4000, dove l'alimentazione non è fissa a 5 V ma è compresa fra i 5 e i 15 V. Schema equivalente. L'uscita delle porte CMOS può essere correttamente rappresentata dallo schema equivalente di fig. 12.20c. l due interruttori rappresentano i MOS nel loro funzionamento ON-OFF e le resistenze sono quelle del canale in conduzione. Il loro valore (circa 50 Q per la serie 74HC, circa 500 Q per la 4000) è di solito molto più piccolo di quello delle altre resistenze presenti, per cui possono venire trascurate. L'ingresso della porta, a causa dell'elevatissima resistenza dei gate, può considerarsi praticamente fluttuante. I due diodi fissatori provvedono a collegarlo all'alimentazione e alla massa. VDD CMOS. (b) Caratteristica di ingressouscita. (c) Schema· equivalente. • vo(V) S Fig. 12.20 (a) INVERTER 5 PMOS T2 4 D (a) 11,0 t t 3 -, t--------<> I(, (b) D 21NMOS TI S 01 77T Vcc R T2 V; (c) IN ~v l" R aUT o I I l 2 I VT i I 3 4 i ..- 5 v,(V) 98 Capitolo 12 R o Fig.12.21 (a) Porta NOT polarizzata In zona di transizione. (b) Funzionamento come amplificatore invertente. v, (a) (b) La porta NOT come amplificatore. Fra i due stati alto e basso dell'uscita, nell'intorno della tensione di soglia VT, la caratteristica presenta una brusca zona di transizione, dove a piccole variazioni della tensione di ingresso li; corrispondono ampie variazioni della tensjone si uscita lI;,. In questa zona la porta presenta il comportamento di un amplifìcator~ invertente, come è illustrato in fig. 12.21b, dove la caratteristica è stata appositamente espansa. Il modo più semplice per portare una porta NOT a lavorare nella sua zona di transizione è illustrato in fig. 12.21a, dove ingresso e uscita della porta sono collegati insieme dalla resistenza R in modo da realizzare un anello di reazione negativa. Poiché in R non può scorrere corrente a causa dell'elevatissima impedenza d'ingresso della porta, le tensioni di ingresso e di uscita vengonO sostanzialmente a coincidere. Pertanto il punto di funzionamento Q, determinato dall'intersezione della retta Vo = li; con la caratteristica di ingressouscita della porta, viene a cadere proprio nella zona di transizione, come è mostrato in fig. 12.21b. Blocco di commutazione. Se si collega ingresso con uscita di un blocco costituito da un numero pari di porte NOT, ad esempio due, si ottiene una reazione positiva, come è illustrato in fig. 12.22. In questo caso il punto di lavoro non può permanere in zona di transizione, ma viene sospinto energicamente al livello alto o a quello basso della caratteristica. Per questo comportamento la configurazione costituita da due porte reazionate viene utilizzata come blocco di commutazione nei circuiti a scatto. Fig.12.22 Due porte NOT reazionate costituiscono un blocco di comunicazione. R Vi o • 99 Multivibratori a porte logiche 12.4.2 Monostabile a porte CMOS Uno degli schemi di multivibratore monostabile (one-shot) a porte CMOS più usati è quello a porte NOR illustrato in fig. 12.23. L'uscita può essere V1 o v3, che presentano forme d'onda complementari (vedi fig. 12.24c). Come in tutti i illonostabili, conviene iniziare l'analisi dello stato stabile. Stato stabile (t < O). Il segnale di ingresso Vi è a O. Il condensatore C è orillai a regime e pertanto si comporta come un circuito aperto. In R non scorre corrente e quindi V2 = Vcc; di conseguenza U3 = O e Gl, avendo i due ingressi bassi, manterrà V1 = Vcc. Il condensatore, avendo le due armature allo stesso potenziale Vcc, è scarico. All'istante t = O si presenta il fronte di salita dell'impulso Vi di comando (impulso di trigger), che provoca la commutazione. Stato quasi stabile (t> O). Poiché G1 è una porta NOR con un ingresso alto (vJ, l'uscita VI si porta a O. Risulta utile lo schema equivalente parziale di fig. 12.24a, dove la porta G1 è rappresentata con i due interruttori d'uscita posizionati per indicare lo stato basso e la porta G2 con i due diodi di ingresso. Poiché C è scarico, anche V2 scende istantaneamente a O, tendendo successivamente a portarsi a Vcc con legge esponenziale e costante di tempo T = RC (vedi fig. 12.24c). L'uscita v3, all'istante 0+; sale istantaneamente a Vnn, mantenendo, v, l Vee (a) Vi I:~' ? GIH~ ~ t 1-, ,,1 v" G2 C (c) v2 IVec Vee IVce Vec • Vcel2 , ~ (b) Gl ttJ~ ì L V,,/2 v3 G2 j Vee • I T Fig. 12.23 Multivibratore monostabile (one-shot) a CMOS. Fig. 12.24 (a) Schema equivalente dall'istante t= 0+ e (b) dall'istante t=T+ (c) Forme d'onda significative. 1.00 Capitolo 12 per l'inversione operata da Gl, VI bassa anche quando l'impulso Vi finisce. Infatti è sufficiente che uno degli ingressi di G1 sia a livello alto, affinché l'uscita sia bassa. Quando V2, all'istante T, giunge a Vee/2, provoca l'innesco di una seconda commutazione con il conseguente scatto di V3 a O e di VI a Vce. Si fa ora riferimento allo schema equivalente di fig. 12.24b. Il condensatore C, che all'istante T- si era caricato a Vee/2 con le polarità indicate in figura, tenderebbe a portare V2 a Vee +. Vee/2 = 3/2 Vec' Invece il diodo fissatore superiore blocca V2 a Vee + 0,7 V e provoca l~ scarica pressoché istantanea del condensatore. Durata dell'impulso. Per il calcolo della durata T dell'impulso si usa al solito l'eq. [12.2J, riferita a V2• Il valore iniziale è O, quello finale Vee e quello di interruzione Vce/2. Pertanto T= RCln v, -O cc / Vee - Vee 2 = 0,7 Re [12.27J Un importante parametro dei monostabili è il tempo di recupero T,. (recovery time), cioè il tempo che il circuito (sostanzialmente il condensatore) impiega per ritornare in piena condizione stabile. Con questa configurazione il tempo di recupero è breve, visto che C si scarica quasi istantaneamente attraverso il diodo. 12.4.3 Astabile a porte CMOS Lo schema di un multivibratore astabile a porte CMOS è illustrato in fig. 12.25a. Le due porte NAND, con gli ingressi collegati insieme, si comportano come NOT (INVERTER). Il ramo di temporizzazione, costituito da R e C, viene percorso dalla corrente in un senso o nell'altro a seconda che V4 sia alta e V3 bassa o viceversa. La tensione v2, che segue V1, al passaggio per la tensione di soglia VT (= Vce/2) dèl CMOS provoca l'entrata in zona di amplificazione del blocco G1 G2 e l'innesco della commutazione, grazie al ramo di reazione (CR') che collega l'uscita con l'ingresso del bloccO. Iniziamo l'analisi subito prima della commutazione (t = 0-) con V2 che sta giungendo a VT, ad esempio da valori più bassi, come illustrato in fig. 12.25b. Istante t = 0-. La porta G1 sente al suo ingresso un livello ancora basso (v2 sta raggiungendo Vcc/2), per cui V3 è alto (v3 = Vccl e di conseguenza V4 basso (v4 = O). Risulta valido lo schema di fig. 12.26a, in cui le porte sono rappresentate con le parti del loro circuito equivalente strettamente necessarie (non sono stati disegnati, per maggior chiarezza grafica, gli interruttori aperti dei circuiti d'uscita). Non passando corrente in R', VI = v2 = Vee/2. Il condens~tore C è carico alla tensione Vc = VI = Vee/2. All'istante t = O avviene la commutazione, che inverte i livelli delle uscite; v3 va bassa, mentre v4 va alta. Istante t = 0+. Il condensatore non ha fatto in tempo a variare il suo potenziale, sicché Ve = Vec/2. Vale lo schema di fig. 12.26b, per cui V3 =0 e V4 = Vec' La tensione VI presenta un picco, poiché VI = Ve + Vee = 3/2 Vec' A causa del diodo fissatore superiore posto sull'ingresso di Gl, v2 non può seguire VI' ma rimane fissa a Vce + 0,7 V ed R' viene percorsa da corrente. Per rendere trascurabile questa corrente rispetto a quella che interessa il ramo di temporizzazione, solitamente si sceglie R'» R. Dallo schema di fig. l2.26b si vede che C tende ad invertire la sua polarità con costante di tempo T = RC (trascurando la corrente in R') e VI tende a scendere esponenzialmente a O. Istante TI' All'istante t = TI' quando VI passa nuovamente per VT, avviene la seconda commutazione, che riporta l'uscita di Gl alta e quella di G2 bassa. 1.01. Multivibratori a porte logiche Fig. 12.25 (a) Astabile CMOS a due porte e (b) relative forme d'onda. VI %v,,~~ e - Vee ~ r=Re I~ 2 (a) V2 Vee+ 0,7V Vce 2 (b) v3 Vee- I Vee j----- I o Fig. 12.26 Circuiti equivalenti dell'astabile. V2 lo' .I 4 'W Gl i---1I --l- V + R R' I le ;----J VI ______ Ve G2 ,h, J Gl ,h. R ,_ e -V e 1.02 Capitolo 12 Più precisamente all'istante t = T1- il condensatore (vedi fig. 12.26b) è carico a ve = VI - Vee = Vecl2 - Vec = - Vec/2. Pertanto subito dopo la commutazione (t = Tt), quando è nuovamente valido lo schema di fig. 12.26a, la tensione su C non cambia e VI presenta un picco negativo VI = Ve = - Vec/2. La tensione V2 non segue VI a causa del diodo fissatore inferiore sull'ingresso di Gl e rimane bloccata a - 0,7 V. Negli istanti successivi VI sale, tendendo esponenzialmente a Vcc con costante di tempo T = RC, ma, arrivata a VT, provoca l'innesco di una nuova commutazione. Lo stato dell'astabile torna ad essere quello iniziale ed un nuovo ciclo incomincia. Si noti che V2 riprende· a seguire V1 solo quando i diodi si interdicono, cioè quando V2 scende sotto Vcc + Vy o sale sopra - ~. Periodo. Per calcolare i due semiperiodi 0-3/2 Vcc 0- V cl2 c TI = RCln per cUI il periodo T= l,l RC T2 = RCln v:cc - (- v:cc /2) = 1,1 Vcc - Vccl2 V1 e si ottiene RC [12.28J vale 7l = TI + T 2 ESEMPIO = si usa l'eq. [12.2J riferita alla tensione = 2,2 RC [12.29J 1.2.1.0 Si dimensioni il generatore freq uenza f = 2 kHz. d'onda quadra a CMOS di fig. 12.25 in modo da avere un segnale di SOLUZIONE Dall'eq. [12.29J si ricava Re = -- l 2,2f Scelto per la capacità R = Dovendo 12.4.4 1 = il valore, 227 x 10lO x lO 2,2 x 2 x 103 = 227 ad esempio, X 10-6 s e = lO nF, si ricava 6 = 22 7 kQ 9 essere R'» R, ' SI può scegliere R' = 220 kQ. Astabile a trigger di Schmitt Un altro schema molto usato come astabile fa uso, come mostra la fig. 12.27a, di un trigger di Sthmitt invertente CMOS (74HCI4). Le forme d'onda sono mostrate in fig. 12.27b. Funzionamento. Supponendo il condensatore inizialmente scarico, sarà Vc = O e quindi Vo = Vcc. L'uscita alta della porta provvede allora a caricare il condensatore e li tensione Ve cresce esponenzialmente tendendo a Vcc con costante di tempo T = Re. Allorché Vi arriva alla tensione di soglia superiore V/ del trigger si Schmitt, Vo commuta al livello basso (massa) dando inizio alla scarica di e. Questa prosegue finché Vi non arriva alla soglia inferiore Vy-, allorché l'uscìta, commutando nuovamente allivello alto, provvede a ricaricare nuovamente il condensatore. L'alternarsi di carica e di scarica prosegue sicché l'uscita viene ad assumere l'andamento ad onda quadra mostrato in fig. 12.27b. Il temporizzatore V/ R I--~--/-_--//, Vr- 1.03 integrato 555 !-~-----;;:- +- ---------~--------: V cc o ~~vo (a) (h) 1/674HC14 Fig. 12.27 (a) Astabile a trigger di Schmitt e (b) forme d'onda. Periodo. Per calcolare il periodo al solito l'eq. [12.2J alla tensione T dell'oscillazione e quindi la frequenza f si applica come Vc nei due semiperiodi TI e T2. Si ottiene allora O-V+ V+ TI = RC In-O T_ = RCln~ - VI' I/r Pertanto il periodo T= -l f complessivo = RCln , T2 = RCln [12.30J vale [V/ Vcc - V1:-] -'---'-'._---,VT- Vcc- 12.5 Il temporizzatore TI: -Vcc T+ Vcc - Vr V/ [12.31J integrato 555 Esistono in commercio diversi tipi di circuiti integrati appositamente costruiti per lavorare come generatori di forme d'onda o come temporizzatori. Il classico ICL8038 o il più recente ~AX038 sono in grado di fornire su tre uscite differenti onde quadra, triangolare, sinusoidale. Il timer XR2240 a sua volta è espressamente progettato per lavorare come temporizzatore anche per tempi molto lunghi. Il più diffuso e versatile circuito integrato è tuttavia il timer 555, in grado di funzionare egregiamente sia come generatore d'onda quadra sia come temporizzatore. Le sue applicazioni sono numerosissime; qui ci limiteremo ad indicare le due fondamentali. 12.5.1 Struttura e funzionamento del 555 Lo schema funzionale del timer 555 è illustrato in fig. 12.28. L'alimentazione è compresa fra 5 V e 15 V e va applicata al terminale 8 (Vcc); il terminale 1 è quello di massa (GNU). TI 555 è provvisto di due ingressi: trigger (2) e soglia (threshold, 6). L'uscita, che con alimentazione a 5 V è TTL compatibile, è costituita dal terminale 3. Il terminale 7 (scarica o discharge) fa capo internamente ad un BJT che, lavorando come interruttore, lo collega a massa (ON) o lo lascia fluttuante (OFF). La funzione dei terminali di reset (4) e tensione di controllo (5) verrà spiegata più avanti. Il funzionamento del 555 è piuttosto semplice. Se la tensione v2 all'ingresso di trigger è inferiore a 1/3 Vcc e contemporaneamente la tensione V6 all'ingresso di soglia è inferiore a 2/3 Vcc, il 555 presenta l'uscita (3) allo stato alto (c::; Vccl ed il BJT interno TI è interdetto (OFF). Viceversa, se v6 > 2/3 Vcc e contemporaneamente v2> 1/3 Vcc, l'uscita scende allo stato basso (c::; O V) e TI va ONo 1.04 Capitolo 12 La terza combinazione degli ingressi, v2> 1/3 Vee e contemporaneamente v6 < 2/3 Vee, non produce effetto, lasciando il timer nella condizione precedente (stato di memoria). L'ultima combinazione, v2 < 1/3 Vec e V6 > 2/3 Vee, non è operativa e quindi da evitare. Quanto detto è più sinteticamente espresso dalla tab. 12.1 limitatamente ai due casi attivi. In altre parole, il trigger viene attivato portandolò sotto 1/3 Vec, purché la soglia sia inattiva « 2/3 Vecl. Viceversa la.soglia viene attivata portandola sopra 2/3 Vec, purché il trigger sia inattivo (> 1/3 Vecl. Trigger -- ........ Tab.12.1 I attivo Soglia attiva Trigger v2 Soglia v6 Uscita v3 TI OFF I < 1/3 Vcc <2/3 Vcc Alta (H) I > 1/3 Vcc >2/3 Vcc Bassa (L) I ON L'uscita, in configurazione totem-pole, è in grado di erogare o assorbire, secondo i dati tecnici, una corrente di 200 mA (corrente di source e corrente di sink) anche se un valore più realistico è 40 mA. La tensione al livello alto è inferiore di circa 0,5 V rispetto a Vec, mentre a livello basso è di circa 0,1 V, per una corrente di sink inferiore a 25 mA. Anche se non è strettamente necessario in fase applicativa, può risultare utile conoscere la struttura a blocchi del timer, illustrata in fig. 12.28. Un partitore molto preciso costituito da tre resistenze da 5 kQ fornisce ai due comparatori le tensioni di riferimento, rispettivamente 2/3 Vee e 1/3 Vec' Quando V2 all'ingresso di trigger scende sotto 1/3 Vee, il comparatore 2 fornisce un'uscita alta che attiva l'ingresso di set del flip-flop SR. Pertanto l'uscita (2 va bassa, interdicendo TI e portando il buffer invertente ad avere l'uscita alta. Quando V6 a sua volta supera 2/3 Vec, viene attivato l'ingresso di reset del flip-flop, quindi (2 va alta portando TI in ON e abbassando l'uscita del buffer. Il piedino 4 di rese t, Fig. 12.28 Schema funzionale del 555. Reset 4 5kQ Tensione di controllo 5 Uscita >0--:-03 I I I I I I Soglia 6 o Tnggo. 2 Buffer ~F""'"'" 1+/ I lt Il? ,---L , - I I I I F.F. r------+-o + Comparatore CND Q l 2 TI Scarica 7 Il temporizzatore integrato 1.05 555 quando è basso (:;( 0,4 V), azzera il timer portando l'uscita 3 a livello basso e T 1 in conduzione. Il terminale 5 (tensione di controllo) è collegato direttamente al partitore e viene usato in alcune applicazioni per variare dall'esterno la tensione sul partitore e quindi i riferimenti dei comparatori. Quando non è usato, non deve essere lasciato fluttuante, bensi collegato a massa tramite un condensatore da 10 nF il quale, mentre cortocircuita a massa eventuali disturbi captati dal terminale, isola in continua il partitore dalla massa. 12.5.2 Il 555 come astabile In fig. 12.29a è riportato lo schema circuitale che consente di impiegare il 555 come multivibratore astabile. Il ramo di temporizzazione è costituito da R A RB C, a cui sono collegati sia gli ingressi (2 e 6) del timer (in modo da sentire la tensione sul condensatore), sia il terminale di scarica (7). Il BJT interno è rappresentato con !'interruttore Tl. All'accensione il condensatore è scarico e Vc = O. Essendo la tensione del trigger e della soglia al di sotto di 1/3 Vcc, l'uscita (3) è alta e T1è OFF; allora il condensatore si carica tendendo a Vcc con costante di tempo T = (RA + RB) C. Quando però Ve arriva a 2/3 Vcc, si attiva l'ingresso di soglia, che porta l'uscita bassa e T l ONo C si viene a scaricare su RH e su Tl (che essendo ON presenta resistenza trascurabile) con costante di tempo RIJC più breve della precedente. Allorché ve, scendendo, giunge a 1/3 Vcc, il trigger, attivandosi, riporta il 555 nella condizione iniziale, C ricomincia a caricarsi e il ciclo riprende daccapo. In fig. 12.29b sono riportati gli andamenti delle tensioni Vc e va' Per calcolare il periodo (e la frequenza) dell'oscillazione si fa riferimento all'andamento esponenziale di ve, escludendo il primo semiperiodo di transitorio. Si ha, usando l'eq. [12.2J TI = RBC In 0-2/3 0-1/3 T2=(RA+RB)Cln Vcc = 0,7 CRB Vcc Vcc -1/3 V ce -2/3 [12.32J Vcc V =0,7C(RA+RB) cc [12.33J Fig. 12.29 (a) Configurazione astabile. (b) Forme d'onda di ve e v Q> ~Cl R,~ Vee 2 "3Vee l 4 '"' R.~ , "3Vee in555 3~., 1--- T, -~I-"~-I (b) Vo o: 2 r C I I·, 6 1 1 5 r lOoF O l 1.06 Capitolo 12 Si noti che, non potendo essere eliminata RA senza daneggiare il BJT di scarica per l'eccessiva corrente, i due semi periodi non possono essere uguali; perciò teoricamente il duty cycle risulta sempre superiore al 50 %. ESEMPIO 1.2.1.1. Si determinino i valori dei componenti passivi presenti nell'astabile a 555 di fig. 12.29 affinché l'onda quadra di uscita presenti frequenza.f = 5 kHz e duty cycle prossimo al 50 %. SOLUZIONE Poiché la carica di e avviene attraverso RA + RB mentre la scarica i due semiperiodi siano per quanto possibile uguali è necessario l'eq. [12.33J diviene attraverso la sola RB, affinché che RA« RB. In questo caso l T=7~1,4RBC Questa relazione, RB = ponendo l e = lO nF, fornisce = 1,4x.fxe l 1,4x5xl03xl0xlO-9 = 143 kO ' Per RAsi può allora scegliere il valore RA = 1 kO. Valori più bassi non sono consigliabili caricare eccessivamente il transistore di scarica TI. 12.5.3 Fig.12.30 (a) Configurazione monostabile. (b) Forme d'onda dj Vj, ve evo· Il 555 come monostabile Modificando il circuito come indicato in fig. 12.30a, si ottiene un multivibratore monostabile il cui ingresso coincide con l'ingresso di trigger (2) del 555. In fig. 12.30b sono riportati gli andamenti della tensione di comando Vi e delle tensioni sul condensatore e sull'uscita. , Vce Vi R"~ 1 4 7 3 b 3Vee- 1~ - O 1 T1 555 V )" - - 3Vce per non ve 2 (b) l CI F, 1 I 3Vce - lA O lO"' \~ Vee (a) 01 T 1.07 Generatori di clock a quarzo Lo stato stabile (per t < O) vede TI ON (e di conseguenza il condensatore C scarico) e l'uscita bassa. Infatti, se così non fosse, C si caricherebbe e, allorché Vc = 2/3 Vee, verrebbe attivato l'ingresso di soglia, con conseguente conduzione di T1 e uscita bassa. Quando, all'istante t = O, Vi scende sotto di 1/3 Vee, il jrigger si attiva portando l'uscita alta e TI OFF. Il condensatore si carica tendendo a Vee con costante di tempo T = RA C. Allorché Ve arriva a 2/3 Vee, la soglia viene attivata e TI va ON, scaricando a massa molto rapidamente il condensatore. Applicando la solita eq. [12.2J alla Ve si ricava la durata T dell'impulso [12.34J Il tempo di recupero, essendo molto rapida la scarica di C su TI, è praticamente trascurabile. 12.6 Generatori di clock a quarzo I generatori di clock di precIsIOne utilizzano come elemento stabilizzante in frequenza il cristallo piezoelettrico (quarzo) e possono essere realizzati sia con porte TTL sia con porte CMOS. 12.6.1 Fig. 12.31 Schema generale di un oscillatore. Principio di funzionamento Lo schema di principio, illustrato in fig. 12.31, è quello classico degli oscillatori. Un amplificatore con guadagno A viene reazionato positivamente mediante una rete caratterizzata da una attenuazione f3. Come noto (vedi par. 11.1), affinché l'oscillazione possa innescare e mantenersi occorre che per una ben determinata frequenzafo (frequenza di oscillazione) siano rispettate le condizioni di Barkhausen, ossia che I Af31 ?1 [12.35J Perché ciò possa avvenire occorre innanzi tutto far lavorare le porte come amplificatori polarizzandole nella loro zona di transizione, come si è visto nel par. 12.4.1. Si deve poi tener presente il comportamento elettrico del quarzo. Come si è visto nel par. 11.5, il quarzo può essere rappresentato mediante il circuito equivalente di fig. 11.19b, che può facilmente essere ricondotto allo schema di fig. 11.19c, dove Rs ed Xs rappresentano parte reale e immaginaria dell'impedenza equivalente del quarzo. È essenziale tener presente gli andamenti di questi due parametri al variare della frequenza; in fig. Il.20a e b sono c riportati come esempio quelli relativi ad un quarzo con frequenza lo = 280 kHz. Fig. 12.32 Generatore di dock porte TTL. ~---------II~----------~ 680Q 12.6.2 Oscillatore TTL Lo schema del generatore di clock a porte TTL è riportato in fig. 12.32. Le porte Gl e G2, polarizzate tramite le resistenze in zona di transizione, lavorano come amplificatori invertenti. Fra le due porte è inserito il cristallo, generalmente in serie ad un condensatore di compensazione. L'anello di reazio- l+lOnF 680Q 1/67404 2,2kQ 1.08 Capitolo 12 ne viene chiuso tramite il condensatore C, che ha la funzione di accoppiamento in alternata e di blocco .per la componente continua di polarizzazione. Poiché i due amplificatori producono uno sfasamento complessivo di 180° + 180° = 360°, il circuito può oscillare solo in corrispondenza di frequenze per le quali il quarzo non introduce ulteriore sfasamento, cioè per le quali si comporta in maniera puramente resistiva (Xs = O). Dall'esame di fig. 11.20a si vede che due sono le frequenze per le quali Xs si annulla: la frequenza di risonanza serie f, e la frequenza di risonanza parallelo Ip' In corrispondenza di quest'ultima però Rs assume un valore assai elevato (vedi fig. 11.20b), sicché il segnale fornito da G 1 viene fortemente attenuato e non risulta rispettata la condizione di Barkhausen relativa al modulo. Viceversa in corrispondenza di f, il valore di Rs è molto più basso e la condizione relativa al modulo può facilmente essere verificata. L'oscillatore pertanto può oscillare nel cosiddetto tipo di funzionamento risonante serie. 12.6.3 Oscillatore CMOS Lo schema di funzionamento è illustrato in fig. 12.33. La porta, polarizzata come amplificatore invertente tramite la resistenza R' (solitamente 1 -7- lO MQ), introduce uno sfasamento di 180°. La rete passiva a n in corrispondenza ad una ben determinata frequenza introduce a sua volta un ulteriore sfasamento di 180°. Per questo valore di frequenza, leggermente inferiore alla frequenza di risonanza parallelo Ip del quarzo, viene pertanto soddisfatta la relazione relativa alla fase del criterio di Barkhausen e il circuito può oscillare purché l'amplificazione della porta sia sufficientemente elevata da soddisfare la condizione del modulo, come normalmente avviene. Questo tipo di funzionamento viene detto risonante parallelo. Fig. 12.33 Generatore di dock CMOS. R' 10MQ 1.09 Sommario CAP. 12 • I formatori d'onda sono circuiti in grado di generare onde di varia forma: quadre, rettangolari, impulsive, a rampa, triangolari, a dente di ega, sinusoidali, a gradinata, ecc. Si basano sulla commutazione degli elementi attivi (BJT, MOS, operazionali, porte logiche) fra due stati o condizioni di funzionamento (ON-OFF, uscita altauscita bassa). • Le temporizzazioni vengono ottenute sfruttando il transitorio di carica e scarica di un condensatore. L'andamento esponenziale del transitorio e il tempo T impiegato per raggiungere un valore VT sono espressi rispettivamente da T= rln m: astabile: non possedendo stati stabili, questo circuito oscilla generando onde quadre o rettangolari; monostabile: è caratterizzato da un solo stato stabile, dal quale può essere rimosso mediante un segnale di comando e al quale ritorna automaticamente dopo un tempo prestabilito, generando un impulso; bistabile: possiede due stati stabili, da ciascuno dei quali può essere rimosso solo mediante impulsi di comando; trigger di Schmitt: è sostanzialmente un bistabile che trasforma un segnale di ingresso di forma d'onda qualsiasi in onda quadra in uscita. • I generatori di rampa e di onda triangolare si basano sulla carica di un condensatore e a corrente costante I. Si ha VC= MOS < ~, IB > Ic/hFE, OFF VBE VGS VGS ON < VGS(th» » VGS(th)' OFF ON dove ~ e VGS(th) sono le tensioni di soglia rispef- .. tivamente del BJT e del MOS. • eomparatore: il funzionamento dalle seguenti relazioni è sintetizzato T dove Vrin è il valore a cui tende l'esponenziale (t = Cf)), V;n è' il valore iniziale (t = O +), T = Re è la costante di tempo. si distinguono BJT Vrin - V;n V,. _ V fm • I multivibratori • BJT (npn) e MOS (canale n): per la commutazione valgono le seguenti relazioni etI • Trigger di Schmitt invertente ad operazionale: indicando con{3 = Rz/(Rl + Rz), le tensioni di soglia valgono V/ = {3v,:, = {3v,at ; VT- = {3v,;, = - {3v,at • Trigger di Sehmitt non invertente ad operazionaie: le tensioni di soglia sono espresse dalle relazioni • Astabile ad operazionale: il periodo quenza f di oscillazione valgono 71 = T e la fre- T= 2Reln 1 + {3 1-{3' • Monostabile ad operazionale: la durata T dell'impulso e il tempo T,. di recupero valgono T=Reln • Generatore 1 _{3 l d'onda triangolare + {3) T,. = Reln(l ad operazionale: è costituito da un trigger di Schmitt non inver• I formatori di sinusoide trasformano un'onda triangolare in onda sinusoidale. Sono sostanzialmente amplificatori il cui guadagno diminuisce progressivamente all'aumentare del livello del segnale di ingresso. tente e da un integratore. Il periodo T dell'oscillazione e l'ampiezza dell'onda triangolare (max) valgono rispettivamente v;, v;, (max) = Rz li: v,at . 1 1.1.0 Capitolo 12 • Astabile a porte logiehe CMOS: frequenza di oscillazione valgono 1 '- f = il periodo e la T=2 2 Re ' • Monostabile a porte NOR CMOS: sia l'impulso di comando sia l'impulso d'uscita sono positivi. La durata di quest'ultimo è T=0,7 Re • Il timer 555 è un integrato adatto a lavorare sia come astabile sia come monostabile. Possiede un ingresso di trigger (pin 2) e un ingresso di soglia (pin 6). Il suo comportamento è sintetizzato dalle relazioni • Astabile a 555: un partitore R A RE e, disposto fra Vce e massa, fissa le temporizzazioni. e è col- legato agli ingressi 2 e 6, mentre il nodo fra le resistenze è collegato al pin 7 di scarica. Il periodo e la frequenza di oscillazione valgono 1 f = T= O,7(RA + 2Ru) C • Monostabile a 555: il partito re di temporizzazione comprende RA e e; il loro nodo comune è collegato all'ingresso 6 e al pin 7; l'ingresso di trigger (2) costituisce l'ingresso del monostabile. La durata dell'impulso d'uscita vale • Nei generatori di clock di precisione a porte logiche, queste ultime, siano TTL oppure CMOS, vengono fatte lavorare mediante un'opportuna polarizzazione come amplificatori di amplificazione A. Il circuito del cristallo piezoelettrico (quarzo) viene a costituire a sua volta la rete di reazione con attenuazione fJ. Il cristallo fornisce la frequenza di oscillazione, in corrispondenza della quale vengono soddisfatte le condizioni di Barkhausen IAIlI > l