DISPENSE DI BIOCHIMICA CLINICA PROF.SSA ELENA ZOCCHI 1-SANGUE 1. 2. 3. 4. 5. Esame emocromocitometrico Profilo elettroforetico delle proteine del siero e suo significato diagnostico Enzimi plasmatici di interesse diagnostico Non-protein nitrogen Elettroliti Parametro Nome Valori di riferimento Cause di anormalità WBC White Blood Cells infezioni; leucemie; processi infiamm. RBC Red Blood Cells HGB Hemoglobin 6-12x103 /µl; 50% neutr.; 35% linf.; 4% mono; 1%eosino.; 0.5% basof. 4.5-5.5x106 /µl (m) 4-5x106 /µl (f) reticolociti 0,5-1,5% 12-15 g/100ml HCT Hematocrit 35-45% anemie; emoconcentrazione MCV Mean Corpuscular Volume 80-100 µm3 MCHC Mean Corpuscular Hemogl. Conc. Red Cell Distribution Width Platelets 32-36 g/dl β-talassemia; Sidero penia (microcitemia) deficit B12/folato (macrocitemia) Anemie ipocromiche Mean Platelet Vol. RDW PLT MPV anemie; leucemie anemie 11-16% Anemia sideropenica e megaloblastica 150-400x103 /µl Aplasia, leucemie, CID 7-10 fL Plt grandi=+giovani e funzionali Elettroforesi pro teine del siero Proteine tot. siero: 6,5-8,3 g/dL Migrazione Proteine Funzione Pre-albumina Pre-albumina Indicatore nutrizionale Lega retinolo e ormoni tiroidei Albumina Albumina α1-globuline α1-antitripsina (90% del totale!) Maggiore contributo alla pressione oncotica (3,5-5g/100ml) Trasporta bilirubina, steroidi, ac.grassi, farmaci… Inibitore proteasi. Aumenta nell’infiammaz.; deficit congenito causa cirrosi e enfisema giovanili α2-globuline β-globuline α1-lipoproteine (HDL) Trasporto lipidi (colesterolo) α1-antichimotripsina Inibisce serin-proteasi. Aumenta nell’infiammaz. α1-glicoproteina acida Fase acuta infiammaz. Aptoglobine Legano emoglobina. Aumentano nell’infiammaz. Ceruloplasmina Inibitore perossidasi α2-macroglobulina Inibitore trombina, pepsina, tripsina. Aumenta nella nefrosi. Pre-β lipoproteine (VLDL) Trasporto lipidi (trigliceridi) Transferrina Trasporto ferro. Aumenta nell’anemia sideropenica. Emopexina Lega l’eme. Diminuisce nelle anemie emolitiche. β-lipoproteine (LDL) Trasporto lipidi (colesterolo) β2-microglobulina Componente antigene HLA I. Aumenta nell’infiammaz. e diminuita clearance renale fibrinogeno Precursore fibrina Complemento (C1,3,4) Risposta immune. Aumenta nell’infiammaz. Proteina C reattiva (CRP) Norm. assente, compare in fase acuta infiammaz. Opsonizza batteri e funghi, chemoattrattore. γ-globuline Ig G-A-M-D-E Alcuni profili elettroforetici tipici: Anticorpi. Picco monoclonale nel mieloma. Aumento policlonale nelle infezioni/infiammaz. croniche Principali enzimi di interesse diagnostico presenti nel siero Enzima Fosfatasi acida (ACP) pH 5 Patologia Carcinoma prostatico (ACP tartrato-sensibile) Valori di riferimento 2.5-12 U/L (m) 0.2-5 T.S. 0.3-9 U/L (f) Alanina transaminasi (ALT Danno epatocellulare o GPT) (+ specif. della AST) enzima citosolico 5-35 U/L Fosfatasi alcalina (ALP) pH 9-10 Danno epatobiliare ostruttivo, danno osseo (riparaz. fratture, accrescimento, osteosarcoma) 30-90 U/L Amilasi (AMS) Pancreatite acuta; parotite 90-280 U/L Aspartico transaminasi (AST o GOT) Danno epatocellulare o muscolare (cardiaco!); enzima mitocondriale 5-35 U/L AST/ALT<1 epatite acuta AST/ALT>1 cirrosi (alcolica) Creatina cinasi (CK) Isoenzimi: CK-MM, -MB, BB Danno muscolare (trauma, 15-160 U/L distrofia)/miocardio/cerebrale γ-glutamil transferasi (γ-GT) Patologie epatobiliari ostruttive; alcolismo; pancreatite 5-30 U/L Lattico deidrogenasi (LDH) Infarto miocardio, danno epatocellulare, carcinoma Isoenzimi: LDH-1 → 5 L → P 100-225 U/L P → L 80-280 U/L Lipasi (LPS) 0-1 U/L Pancreatite acuta Dosaggio enzimatico richiede: eccesso di substrato/coenzima (cinetica di ordine zero → misura nella fase di linearità d. reazione!) q pH e temp. costanti q ev. uso di reazioni accoppiate q dosaggio “a tempo” o in cinetica q q attività enzimatica espressa in unità internaz. (U) = quantità di enzima che trasforma 1 µMole di substrato al min in condizioni specifiche (temp, pH, [S], ecc.); di solito U/L q importante: standardizzazione metodo in laboratori di analisi diversi q dosaggi spettrofotometrici con sistemi automatizzati Isoenzimi di interesse diagnostico Isoenzima Tessuto Patologia CK-MM Cuore e muscolo schel. Infarto mioc.; traumi muscol CK-MB Cuore e muscolo schel. Infarto mioc.; distrofia muscol CK-BB Cervello Separaz. elettroforetica; RIA Accidenti cerebrovascolari, shock, tumori cerebrali LDH-1 Cuore; RBC (emolisi rende campione inidoneo!) Infarto mioc.; emolisi (LD1>LD2) LDH-2 (norm. maggioritario) Rene Infarto renale LDH-3 Polmone, linfociti, pancreas Danno polmonare (embolia, polmonite), linfocitosi, pancreatite LDH-4 e -5 Fegato e muscolo Separaz. elettroforetica Danno epatocell./muscolare Quasi sempre si analizza un pannello di enzimi e non un enzima solo! Es. Time-course attività enzimatica nell’infarto del miocardio (VEDI ANCHE CUORE) Inizio Picco di Aumento Durata Enzima aumento attività rispetto al dell’elevazione (h) basale (gg.) CK 4-8 12-24 5-10 3-4 CK-MB 4-8 24-38 5-15 2-3 AST 8-12 24 2-3 5 LDH 12-24 72 2-3 10 LDH1>LDH2 (flipped pattern) 12-24 5 Principali componenti dell’azoto non proteico del plasma Composto % del totale Concentrazione Patologie con aumento plasmatica della conc. plasm. Urea (BUN) filtrata dal glom. e non riassorbita dal tubulo (riassorb. passivo → ricircolo entero-epatico) Aminoacidi 45 7-18 mg/100 ml (2-6 mM) dosaggio enzimatico (ureasi/GluDH) Acido urico filtrato dal glom, riassorbito dal tubulo prox. e secreto dal tubulo dist. 20 Creatinina filtrata dal glom. 5 Creatina 1-2 Danno muscolare (distrofia, traumi) Ammoniaca 0.2 20-60 µg/100 ml Insufficienza epatica, sindr. di Reye, deficit genetico enzimi ciclo urea (30 µM) Pre-renali: shock, emorragia, insuff. cardiaca Renali: insuff. renale acuta e cronica Post-renali: ostruzione vie urinarie 20 3.5-7 mg/100 ml Dieta, gotta, terapia antiblastica, glicogenosi* * acido lattico e corpi chetonici competono per escrezione tubulare con ac. urico 0.5-1 mg/100 ml Danno renale glomerulare (clearance cr.); conc. plasm. aumenta solo se >50% funzione deteriorata! METABOLISMO DEL FERRO q è un metabolismo “a circuito chiuso” q contenuto totale c.a. 4g (“un chiodo”) q fabbisogno dietetico c.a. 10 mg/die (assorbimento solo 10%!) q Fe2+/3+ è presente in : eme (Hb, Mb, citocromi); centri Fe/S; mieloperossidasi (PMN → ROS → killing); perossidasi e catalasi (radical scavengers); ossidasi cit. P450-dip. (metab. steroidi, eicosanoidi, ac. biliari, farmaci) Valori di riferimento (siero): no citrato/EDTA, no emolisi! Fe µg/dl Transferrina mg/dl % saturazione Ferritina µg/L maschi 65-170 200-400 20-55 20-250 femmine 50-170 200-400 10-50 10-120 Carenza di Fe: gravidanza, allattamento, emorragie (occulte!) Eccesso di Fe (emocromatosi) : idiopatica, da eccessivo assorbim. ⇓ sec. a trasfusioni ripetute (anemie emol.) generazione radicali O2 → danno tissutale (epatico, cardiaco, pancreatico) Modificazioni dei valori rel. al Fe sierico in alcune patologie Patologia Fe Transferrina % Ferritina siero saturaz. Sideropenia ↓ ↑ ↓ ↓ Emocromatosi ↑ ↓ ↑ ↑ Malnutrizione Neoplasie Infez. croniche ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↑ EMOGLOBINA Embionale : Gower 1 (zeta2epsilon2) Gower 2 (alfa2epsilon2) a Dopo 8 settimana: Portland (zeta2gamma2) Alla nascita: 60-70% HbF (alfa2gamma2) e 30% A1 HbF ha maggiore affinità per O2 dell’HbA perché lega meno saldamente 2,3BPG Entro 9 mesi HbF diventa <1% Adulto: HbA1 (alfa2beta2) 95% HbA2 (alfa2delta2) <3% HbF (alfa2gamma2) <1% Le diverse emoglobine normali e patologiche si separano per elettroforesi di emolisato fresco su: a) acetato di cellulosa a pH 8,4 (screening) [origine (-)…A2/C/E… S/D/G… F… A1 (+)] “Accelerated - Fast - Slow - Crawl” or “A Fat Santa Claus” b) agar-citrato a pH 6,0 (conferma diagnosi; separa C da A) [ (+) HbC…S… origine... A/D/G/E…..F (-)] Emoglobinopatie: difetti qualitativi catene globiniche Geni catene alfa: 4, 2 su ciascun cr. 16 Geni catene beta/gamma/delta: 2, 1 per ciascun cr. 11 Emoglobinopatia Mutazione Meccanismo Sintomatologia Anemia falciforme (HbS) Mutazione non estinta perché eterozigosi protegge da infezione da Plasmodium falciparum aa. n°6 catene beta Glu →Val africani e afroamericani (1/500 nati HbSS; 10% popolazione HbAS) Possibile diagnosi prenatale su DNA villi coriali deossi HbS trombosi piccoli forma polimeri vasi e infarti che distorcono il multipli (crisi GR (falciforme, dolorose) “sickle cells”) autosplenectomia Esami lab: (omozigote) anemia normocitica e normocromica, reticolocitosi HbC aa. n°6 catene beta (Glu → Lys Prevalenza: ovest Africa (18-28%) (anche in Italia) HbC deossigenata forma pseudocristalli esagonali nei GR (a bersaglio, “target cells”) Elettroforesi Hb Omozigote: 80% HbS (tra HbA1 e A2) test solubilità Na-ditionito (tamp fosfato) positivo 2-20% HbF 2-4% HbA2 (solo omozigote): (agar citrato) 90%HbC anemia lieve, migra con A2 su acetato splenomegalia e cell. dolori addominali HbSC Entrambi geni beta mutati: uno codifica x HbS, l’altro x HbC→ no Hb A simile a HbS (agar citrato) 50%HbC e 50%HbS (no HbA) HbE aa. n°26 catene beta (Glu→Lys) sud-est Asia (20 milioni individui!), spesso associata a talassemia (solo su acetato cell. HbE migra omozigote): con A2; su agar citrato anemia lieve e migra con A microcitemia, presenza di cell. bersaglio Talassemie: difetti quantitativi catene globiniche Talassemia Alfatalassemie Africa, India, MedioOriente Mutazione Forme cliniche di solito, delezione genica α-Thal 1 2 geni mutati sullo stesso cromosoma omozigote→no sintesi catene alfa α-Thal 1 omozigote: 4 geni mutati→morte intrauterina: HbBart(γ4) (alta affinità per O2 →ipossia tessuti) 100% HbBart α-Thal 2 1 gene mutato su un cromosoma omozigote→rimangono 2 geni “buoni” doppia eterozigosi α-Thal 1 / α-Thal 2: 3 geni mutati → malattia da HbH (β4) anemia emolitica moderata 5-30% HbH 10-20% Hb Bart alla nascita doppia eterozigosi α -Thal 1 / α -Thal 2 3geni mutati 2 geni mutati (sullo stesso su 2 cromosomi →rimane o su 2 cr.)→ α-talassemia 1 gene “buono” minor (moderata anemia microcitica ipocromica) BetaTalassemie area Mediterraneo Elettro. Hb varie (trascrizione, maturazione, traduzione mRNA) β1 ridotta sintesi catene betaβ 0 nessuna sintesi catene beta 1 gene mutato→asintom Talassemia minor: eterozigosi β1 o β0 asintomatica: anemia microcitica, ipocromica (diagnosi diff. con anemia sideropenica); Talassemia major (morbo di Cooley): omozigosi β1 o β0 anemia grave, espansione midollo emopoietico con deformità ossee, epato-spleno- megalia, col tempo sovraccarico di Fe da trasfusioni ripetute 2-10% Hb Bart alla nascita 1-2% Hb Bart alla nascita 2-8% HbA2 ; >2%HbF (variabile), il resto HbA 95% HbF; 1-6% HbA2, no HbA (β0) CATABOLISMO DELL’EMOGLOBINA (vedi anche fegato) ELETTROLITI La misura della concentrazione di soluti nel plasma (urine) è l’osmolalità (Moli di soluto/Kg di soluzione). Talvolta si usa l’osmolarità (Moli soluto/L soluz.). Si misura con l’osmolarimetro (misura l’abbassamento della T di congelamento). L’osmolarità del plasma è il parametro cui risponde l’ipotalamo con la produzione di ADH (riassorbimento acqua dai dotti collettori renali) e con il senso di sete (aumentata introduzione di acqua). Siero: 275-295 mOsml/Kg Urine (24h) : 300-900 mOsmol/Kg Elettrolita Concentrazione siero Na+ (il catione + 135-145 mEq/L abbondante nei fluidi extracell) K+ (il catione + 3.4-5 mEq/L abbondante nei fluidi intracell) Cl- (l’anione + abbondante 98-106 mEq/L nei fluidi extracell) Concentrazione urine (24h) 40-200 mEq 25-125 mEq 110-250 mEq HCO3 - 22-26 mM (sangue intero) riassorbito ~ tutto Ca2+ 4.5-5.5 mg/100ml (1.1-1.3 mM) 1.2-3 mEq Mg2+ 1.2-2 mEq/L (0.6-1 mM) 6-10 mEq PO43- 2.7-4.5 mg/100 ml (0.9-1.4 mM) 13-42 mMoli 0.4-1.3 g 2-TEST DI FUNZIONALITA’ EPATICA 1. 2. 3. cenni di fisiologia e anatomia enzimi (AST, ALT, GGT, AP), Bilirubina, prot. siero, fatt. coagul. alcuni quadri diagnostici (epatiti virali, alcolismo, malattie da accumulo) Principali funzioni del fegato q q q q q Ruolo centrale metabolismo glucidico, lipidico, proteico Metabolismo bilirubina e produzione bile Detossificazione di composti endogeni (bilirubina, ormoni) ed esogeni (farmaci) Sintesi di proteine del plasma (trasporto) Sintesi di tutti i fattori della coagulazione (tranne VIII-vWF): vit K dipendenti (2°, 7°, 9°, 10°) q Deposito di glicogeno, vit. B12, vit. A,D,E,K Circolazione epatica Il fegato riceve sangue dall’arteria epatica e dalla vena porta (= sangue refluo dall’intestino) Quindi: il fegato è il primo organo a ricevere il sangue che contiene i prodotti dell’assorbimento digestivo. Enzimi di interesse diagnostico per patologie epatocellulari Enzima Valori di riferimento Significato diagnostico AST (SGOT) mitocondriale 5-35 U/L Anche in muscolo/cuore Aumenta in cirrosi, alcolismo, danno epatico cronico in malattie da accumulo ALT (SGPT) citosolica 5-35 U/L + specifica per danno epatico acuto (aumenta anche di 100 volte!) screening epatite AST/ALT ≅1 <1 epatite acuta 3-4 cirrosi (alcolica!) 5-30 U/L γGT trasporto aa. polo biliare Epatopatie biliari ostruttive ; neoplasie epatiche prim. o metast. Aumenta in parallelo con ALP Screening alcolismo (con MCV) ALP fosfatasi alcalina Epatopatie biliari ostruttive (aumenta fino a 10 volte); accrescimento, fratture ossee, osteosarcoma, metastasi ossee 30-90 U/L Alcolismo cronico L’abuso di alcol (50 g etanolo al giorno per 10 anni) compromette la funzione epatica (steatosi → epatite → cirrosi). Danno cellulare è dovuto a ossidazione etanolo ad acetaldeide e formazione di addotti acetaldeide-proteine (base di Schiff). Indicatori di laboratorio di abuso di alcol: γGT (aumenta prima di altri segni di sofferenza epatica) AST (aumento indica danno epatico in atto) AST/ALT >2 HDL elevate MCV aumentato Bilirubina q q q q prodotto di degradazione dell’emoglobina (200-300 mg/die) principale pigmento della bile si forma nei macrofagi di milza e midollo dalla emoglobina (Fe riciclato!) bilirubina (insolubile!) veicolata dall’albumina raggiunge il fegato, viene coniugata con ac. glucuronico (bil. diretta) ed escreta nella bile → intestino → feci q batteri intestinali ossidano bil. a urobilinogeno q urobilinogeno è in parte riassorbito dal circolo entero-epatico e finisce nelle urine (urobilina) Valori di riferimento bilirubina tot. 0.2-1 mg/100ml siero (3-17 µM); assente nelle urine indiretta (= non coniugata) 0.7-0.8 mg/100ml (3-14 µM) diretta (= coniugata) 0-0.2 mg/100ml (0-3 µM) Catabolismo dell’emoglobina Escrezione della bilirubina Sintesi e coniugazione della bilirubina Quando bil >2 mg/dl compare ittero (ingl. jaundice) Tipo di ittero Pre-epatico Cause e tipo di bil. aumentata Emolisi ( ↑ produzione bilirubina) ↑ bil non coniugata (indiretta) Epatico Deficit cong. Glucuronil- transferasi; insufficienza epatica; necrosi (difetto captazione, epatica; epatopatie acute e croniche; neoplasie primitive e secondarie coniugazione o ↑ bil non coniugata (indiretta) escrezione) Post-epatico Ostruzione biliare ↑ bil coniugata (diretta) Neonatale Fisiologico x ↑demoliz. eritrociti e insufficiente coniugaz. epatica (1% dell’attività enzimatica dell’adulto) ↑ bil non coniugata (indiretta) transitorio (3-5 gg) con bil ≤ 6-7 mg% fototerapia se bil >15 mg/dl (isomerizzaz. e ciclizzaz. ↑ solubilità) (ev. exanguinotrasfusione) Aumenta in malattie emolitiche (incompatibilità Rh/AB0, deficit G6PD), epatopatie, pre-termine. Gravi conseguenze neurologiche ittero non trattato (precipitaz. bil. nei nuclei della base cranica!) Modificazione delle proteine del siero in alcune epatopatie Patologia Albumina α-globuline β-globuline γ-globuline Epatite acuta N o poco ↓ N o poco ↑ Poco ↑ ↑ ↓↓ N ↑ ↑↑ ↓ ↑ ↑↑ ↑ N N o poco ↑ ↑ N Epatite cronica attiva (autoimmune) Cirrosi Ostruzione biliare extraepatica Patologia epatica Colestasi Test Bilirubina ALP γGT Colesterolo Danno epatocellulare Risultato ↑ ↑ ↑ ↑ ALT AST ↑ ↑ Albumina Colesterolo ↓ ↓ PT ↑ 3-TEST METABOLISMO GLUCIDICO q q q q riassunto ormoni che regolano glicemia cause di iper- e ipo-glicemia criteri diagnostici diabete mellito esami di lab. nella chetoacidosi diabetica; test di tolleranza al glucosio; emoglobina glicosilata; corpi che tonici Fabbisogno giornaliero di glucoso Il glucoso è introdotto con la dieta come saccaroso (glucoso + fruttoso). q Tessuti che dipendono dalla glicolisi anaerobia per produrre ATP: (40 g/die) eritrociti, cristallino, cornea, midollare rene, leucociti, fibre muscolari bianche q Cervello (120 g/die) Fabbisogno totale : 160 g/die (60-80g dalla dieta; 100g dal fegato attraverso glicogenolisi e gluconeogenesi) Profilo glicemico giornaliero normale ~ costante, nonostante la discontinuità di introduzione del glucosio con l’alimentazione, per la capacità del fegato di utilizzare glucosio nei periodi di glicemia elevata e produrre glucosio quando viene meno l’apporto alimentare. Glicemia normale 70-110 mg/100 ml siero (~5 mM) Ormoni che controllano la glicemia Organo Ormone Pancreas Insulina 2-16 µU/ml (~40 pM) raggiunge un piccodi 6-10 volte il basale dopo 30 o 60 min da carico di glucosio Glucagone 50 pg/ml (~ 2pM) Somatostatina Surrene ↑ Ingresso glucosio (tranne fegato, cervello, RBC) ↑ glicolisi, glicogenosintesi epatica e sintesi ac. grassi ↓ Lipolisi e gluconeogenesi Effetto su glicemia ↓ ↑ glicogenolisi e gluconeogenesi epatiche ↑ Lipolisi ↓ rilascio di insulina, glucagone e ormoni ipofisari (impedisce oversecrezione) ↑ Glicogenolisi muscolare e lipolisi ↑ ↑ ACTH ↑ Gluconeogenesi da aa. Antagonista dell’insulina ↑ Rilascio di cortisolo e lipolisi GH Antagonista dell’insulina ↑ Adrenalina Cortisolo Ipofisi Azione ↑ ↑ Tiroide Tiroxina ↑ Glicogenolisi e gluconeogenesi epatica ↑ Assorbimento intestinale di zuccheri ↑ Principali cause di iper- (>120 mg%) e ipo-glicemia (<50 mg%) Iperglicemia Transitoria Stress emotivo/fisico acuto Shock Infarto miocardio Convulsioni Epatopatia grave Feocromocitoma Ipoglicemia Farmaci (salicilati, β bloccanti) Alcolismo Sepsi Epatopatia grave Glicogenosi Persistente Diabete mellito Insulinoma Sindrome di Cushing Glicogenosi tipo I (iperattività surrene) Acromegalia (ipersecrez. GH) Ipertiroidismo Obesità Il diabete mellito è la causa + frequente di iperglicemia persistente ! Tipo di diabete InsulinoDipendente (IDDM) o Tipo I Patogenesi Distruzione autoimmune cellule β (autoanticorpi anti- insulina/cell. β nel 95% dei casi) Deficit insulinico assoluto (risp. a glucagone): ↑↑ Gluconeogenesi e lipolisi → chetosi InsulinoInsulino-resistenza indipendente associata (NIDDM) a ridotta secrez. insulinica o Tipo II Deficit insulinico relativo (no chetoacidosi) Manifestaz. cliniche Trattamento Poliuria polidipsia polifagia dimagrimento chetosi → acidosi Coma chetoacidosico Insulina, dieta, attività fisica, monitoraggio glicemia: auto-test 3xdie glicemia a digiuno Hb glicosilata ogni 4-6 mesi Asintomatico, esordio graduale (faticabilità, infezioni ricorrenti, storia di diabete gestazionale) No chetosi Coma iperosmolare non acidosico Ipoglicemizzanti orali o insulina; dieta, regolare attività fisica, monitoraggio: auto-test glicemia a digiuno Hb glicosilata ogni 4-6 mesi Criteri di diagnosi del diabete mellito 1- sintomi del diabete + glicemia random ≥ 200 mg/dl 2- glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl 3- glicemia dopo test tolleranza al glucosio (~75g orali) ≥ 200 mg/dl dopo 2 ore 2 su 3 di questi criteri per fare diagnosi di diabete Valori borderline: impaired fasting levels (110-130 mg/dl) impaired GTT (2 h) (140-200 mg/dl) Glicemia a digiuno: dosaggio nel plasma/siero dopo 12 ore di digiuno (70-110 mg/dl) (princ. test screening diabete) Glicemia “Random”: 130-140 mg/dl Glicemia 2 ore dopo il pasto: usata per monitoraggio, non utile ai fini diagnostici (dipende dall’apporto di carboidrati nel pasto!) deve essere tornata normale dopo un aumento tra 60-90 min Test di tolleranza al glucosio*: standardizzato! q q q q q q Dieta: deve includere 150g/die di carboidrati nei 3 giorni precedenti l’esame (induzione enzimatica) Farmaci: salicilati, diuretici, anticonvulsivanti riducono secrez insulina; contraccettivi orali → resistenza all’insulina Alcol: no alcol per 3 giorni pre-esame Malattie: no febbre, no malattie (2 sett.), no infarto mioc. (6 sett.), traumi, infez., ecc. Attività fisica: no degenza a letto (altera GTT) Digiuno: per 12 ore prima del test (no fumo, alcol, esercizio fisico) Test: al mattino introduz. di 1.75g glucosio/Kg di peso (bevanda) e prelievi di sangue ogni h per 3 h Valori normali: picco glicemico dopo 30 min, ritorno alla normalità dopo 2 ore *Glucose tolerance test (GGT) Metodi di dosaggio glicemia/glicosuria metodo chimico (non specifico per glucosio; zuccheri riducenti riducono Cu3+ a Cu2+ in alcali; cartine!) metodo enzimatico (glucosio ossidasi o esocinasi; specifico!) emoglobina glicosilata (di elezione per monitoraggio di lungo termine) una frazione dell’HbA si lega al glucosio stabilmente (HbA1A/B/C) attraverso base di Schiff tra NH2 -term catene β e C1 del glucoso è espressione della glicemia delle ultime 6-8 settimane (dosare ogni 4-6 mesi) dosaggio elettroforetico o cromatografico; valori normali <6-7% Metodi di dosaggio corpi chetonici (acetone, acetoacetato, β-idrossibutirrato) metodo chimico: acetoacetato (solo lui!) reagisce con nitroprussiato di sodio dando composto di colore viola (cartine urine) metodo enzimatico per acetoacetato e β-idrossibutirrato Chetogenesi epatica nel diabete q molto maggiore nel diabete che nel digiuno q dovuta a elevato rapporto glucagone/insulina Valori ematochimici nella chetoacidosi diabetica e nel coma ipoglicemico Test di laboratorio Siero glucosio Corpi chetonici (1.5 mg/dl) pH (7.43) HCO3 (iperventilaz.) Na+ Osmolalità 295 mOsm/Kg BUN (disidrataz.) Urine glucosio (norm. assente) Corpi chetonici (norm. assenti) Chetoacidosi diabetica Overdose di insulina ↑↑ ↓↓ ↑↑ (100x) ↓↓ (7.05) ↓↓ assenti Coma iperosmolare non acidosico ↑↑↑ (>500 mg/dl) assenti N N N N ↓ (poliuria) ↑↑ (350 mOsm/Kg) ↑ N N N ↑↑↑ N ↑ ↑↑ assente ↑↑↑ ↑↑ assenti assenti Segni chimico-clinici del diabete di tipo I Vasculopatia diabetica (tipo I e tipo II) La macroangiopatia diabetica (arteriosclerosi accelerata) è la causa di: q arteriopatie periferiche (claudicatio intermittens ) q cardiopatia ischemica (angina; infarto) q malattie cerebrovascolari (attacchi ischemici transitori (TIA), emorragie cerebrali; ictus ) La microangiopatia diabe tica è causata dalla iperglicemia cronica che danneggia l’endotelio vasale: q retinopatia q nefropatia (microalbuminuria predittiva!) q neuropatia (sensitivo/motoria) Diabete gestazionale q è una forma di diabete che insorge in gravidanza e termina, generalmente, con la fine di questa q una fra le complicanze più frequenti della gravidanza (2-5%), seconda solo all'ipertensione (5-10%) q dovuto a produzione di ormoni (Lattogeno Placentare, cortisolo e prolattina) che interferiscono con l'azione dell'insulina. In donne predisposte questa interferenza è molto accentuata e determina l'insorgenza del diabete gestazionale q è un fattore di rischio per sviluppare negli anni un diabete di tipo II. Screening con Test di Carpenter o "Mini-curva della gravidanza“: di routine in tutte le gravide (26a settimana). Glicemia prima e 1 ora dopo carico orale (50 g) di glucosio. Se 2° dosaggio ≥ 140 mg/dl, test positivo: allora fare curva da carico orale di glucosio che è il vero test diagnostico. E’ utile associare alla curva da carico il dosaggio dell’emoglobina glicosilata (HbA1c). Complicanze Il diabete gestazionale, se non correttamente trattato, può comportare infezioni urinarie, aborto, morte tardiva del feto (3o trimestre), parto pretermine, eccessivo sviluppo del feto (macrosomia). Terapia La prima terapia è la terapia dietetica (dieta normocalorica a ridotto contenuto di zuccheri) associata ad attività fisica. Il buon funzionamento della terapia viene valutato effettuando l’autovalutazione della glicemia con stick glicemici (su sangue prelevato da un polpastrello previa "scalfitura" con ago): al risveglio e 1 ora dopo colazione pranzo e cena. Il medico valuterà sulla base dei risultati (che la paziente annoterà) se modificare o meno la dieta. Periodicamente si effettueranno nuovamente il dosaggio della emoglobina glicosilata (HbA1C). In caso di insuccesso della sola terapia dietetica si procederà all'aggiunta di insulina. 4-TEST METABOLISMO LIPIDICO q q q q Classificazione lipoproteine e loro metabolismo Classificazione apolipoproteine Valori di riferimento Vari fenotipi dislipidemie Lipoproteine Complessi lipoproteici circolanti, formati da trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi e proteine. Funzioni proteine (apo ): strutturali (“guscio” polare ↑ solubilità), attività enizmatiche e regolatorie (cofattori) di enzimi correlati al metabolismo lipidico, ligandi per recettori (consentono endocitosi). Si classificano: - in base alla migrazione elettroforetica, in α -lipoproteine (HDL), preβ -lipoproteine (VLDL) e β lipoproteine (LDL) - in base alla densità, in chilomicroni (origine), VLDL (pre- β), LDL (β)e HDL (α) Classificazione apolipoproteine Apo Origine Conc.plasm (mg/dl) PM x103 Princ. Apo nelle HDL Attiva LCAT (con Apo D) (lecitina-colesterolo acil transferasi) Ligando per recettore HDL Attiva LCAT Attiva trigl. lipasi epatica Princ. Apo nelle VLDL, LDL Ligando per recettore LDL (LDL-R) Fegato intestino 100-200 27 fegato 20-50 17 fegato 70-125 540 B-48 Strutturale nei chilomicroni intestino <5 260 C-1 fegato 5-8 7 C-2 Attiva LPL (trigliceride lipasi) Attiva LPL e LCAT fegato 3-7 9 C-3 Inibisce LPL fegato 10-12 10 fegato 3-15 34 A-1 A-2 B-100 Funzioni E-2,3,4 VLDL, LDL e HDL isoforme Ligando per LDL-R (E2 difettiva!) Classificazione lipoproteine Classe di lipoproteine Costituenti Chilomicroni (100-1200 nm) mobilità elettr.: origine Trigliceridi (90-95%) e colesterolo ester. dieta; ApoB48 (“nascenti”) Poi ApoC1-2 e apoE super-petroliere: Nel sangue per ~ 6 ore trasportano trigliceridi dopo il pasto, assenti alimentari ai tessuti e dopo digiuno 12 ore. infine al fegato VLDL (30-80 nm) mobilità elettr.: pre-β Origine Prodotti dagli enterociti e rilasciati nel circolo linfatico → dotto toracico → sangue (siero lattescente dopo i pasti). Ricevono apoC2 e apoE da HDL apoC2 attiva LPL endotelio → cedono trigliceridi ai tessuti cedono col. libero e triglic. alle HDL e ricevono col.esterif. (via apoD) captazione epatica x endocitosi recettore- mediata via apoE (chi.“residui”) Epatica. Circolando, ricevono apoC2, apoE e col est. ester. da HDL e diventano “mature” (↓ trigl. e ↑col. ester.) → IDL Trigliceridi (50-65%)+ col. libero e esterif. endogeni + fosfolipidi Apo B100 (“nascenti”) Aumentano con dieta autobotti: trasportano trigliceridi ricca di glucidi (torbidità siero) sintetizzati nel fegato IDL (dalle VLDL) ↑ contenuto colesterolo 50% endocitosi epatica recettore- mediata (via ester. Apo B100 apoE) e 50% attaccate da LPL epatica (↓ trigl) → LDL LDL (18-30 nm) mobilità elettr.: β autobotti “vuote” (di trigliceridi) HDL (5-12 nm) mobilità elettr.: α “clean-up crew” raccolgono colesterolo libero da sangue e tessuti e lo portano al fegato Princ. colesterolo e suoi esteri (50%) e Apo B100 Trasporto colest. ai tessuti (aterogeniche!) Principale fonte di colesterolo x tessuti extraepatici. Captazione attraverso endocitosi recettoremediata via apo B100 30% captate dal fegato e 70% dai tessuti extraepatici Colesterolo endogeno, fosfolipidi, proteine (60%); rimuovono colesterolo libero e dai tessuti e lo veicolano al fegato (Apo A1-A2, C e D) Fegato unico organo che può liberare col. nella bile (ac. biliari ) Epatica e intestinale: apoA1 + apoC2, apoE e col. non ester. (dai tessuti) → HDL “nascenti” (HDL3) col. libero viene esterif da LCAT (necess. apo A1 e D) Tramite attività CETP* scambiano col. ester. con VLDL e IDL e ricevono trigliceridiCaptaz. epatica via recettore x apoA/E *CETP = cholesteryl esther transfer protein Ruolo delle lipoproteine nel metabolismo dei trigliceridi Ruolo delle lipoproteine nel metabolismo del colesterolo Ruolo delle HDL nel metabolismo del colesterolo Le HDL veicolano il colesterolo “in eccesso” dai tessuti al fegato, che è l’unico organo deputato all’escrezione. Effetti dell’insulina sul metabolismo delle lipoproteine q inibisce trigliceride lipasi (glucagone stimola) q stimola sintesi di acidi grassi e trigliceridi q è necessaria per espressione LPL endoteliale (FFA ai tessuti) ê Deficit insulina → lipasi tessuto adiposo ATTIVA → FFA al fegato → VLDL ↓ ipertrigliceridemia ß deficit clearance tessuti Valori di riferimento (siero): trigliceridi (VLDL) colesterolo HDL colesterolo LDL colesterolo totale colesterolo totale/HDL 70-140 mg/100 ml 30-75 mg/100ml 60-130 mg/100 ml 140-200 mg/100ml ≤5 Metodi di dosaggio Colesterolo esterif (60% del tot) e col. libero : metodo enzimatico (col. ossidasi) Trigliceridi: idrolisi enzimatica (lipasi) → ac. grassi e glicerolo e dosaggio glicerolo con metodo enzimatico (deidrogenasi) Apolipoproteine: immunoassay (ELISA/RIA) HDL/LDL: ultracentrifugazione, precipitaz e dosaggio colesterolo Iperlipoproteinemie q q primitive secondarie ad altra patologia: diabete, ipotiroidismo, obesità, alcolismo, contraccettivi orali, malattie epatiche Fenotipo Incidenza Col. tot Rara Trigl. HDL LDL VLDL CM Commenti I Ipertrigliceridemia q Familiare ↑↑↑ (deficit N (>1000 LPL o Comune mg/dl) apoC2) q Sec. a IDDM IIa Ipercolesterolemia Omozigote ↑↑ N qFamiliare (deficit (rara) o 300recett. x eterozigote 600 apoB/E)Sec. a mg/dl dieta (poligenica) Comune ↓ ↓ ↓ No rischio coronarico; rischio ↑↑↑ pancreatite Xantomi eruttivi N ↑↑ N 0 Rischio coronarico 20-50aa. Xantomi cutanei IIb comune Iperlipidem. Combinata (trigl+col) Familiare o sec. a dieta III Rara Dis-β Lipoprotein. (omozigosi apoE2 o Deficit apoE) ↑↑ ↑ ↑ ↑↑ 200-300 300-600 mg/dl N ↑↑ ↑↑ N ↑ ↑ Elevato rischio 0 coronarico Lipoprot. ↑ Anomala (β-VLDL, Larga banda β) xantomi 5-ESAME DELLE URINE E TEST FUNZIONALITA’ RENALE q q q diagramma funzionale nefrone e sue funzioni l’esame fisico-chimico delle urine test di funzionalità renale (clearance creatinina, BUN, capacità di concentrazione) Principali funzioni del rene q rimozione metaboliti tossici dal sangue q regolazione del volume ematico q mantenimento equil. acido-base (escrez. H+ e riassorb. HCO3-) q mantenimento pressione sanguigna (sistema renina-angiotensina) q regolaz. eritropoiesi (eritropoietina) Unità funzionale renale: nefrone § Arteriola afferente al glom. → efferente → capillari peritubulari → venula § Glomerulo con capsula di Bowman (corticale) § Tubulo convoluto prossimale § Ansa di Henle (attr. midollare) § Tubulo convoluto distale § Tubulo collettore Funzioni delle varie parti del nefrone Glomerulo ultrafiltrazione del plasma: NON passano macromolecole (cutoff <66 kDa) e cellule (GFR glom. filtration rate 130 ml/min) cellule iuxtaglomerulari rispondono a ↓ volume ematico producendo renina (trasforma angiotensinogeno → angiotensina) che induce vasocostrizione (↑pressione sang.) Tubulo riassorbimento: attivo (Na+, aminoacidi, glucoso, vitamine, fosfato, HCO3 -, ioni); passivo (acqua, urea, Cl-) cellule vicino al tubulo prox. producono eritropoietina in risposta a ipossia (→ stimolazione eritropoiesi) escrezione (H+, farmaci, ac. urico) concentrazione : ansa di Henle discendente → rimozione acqua; ansa di Henle ascendente → rimozione Na+ e Clsoglia renale = conc. plasmatica al di sopra della quale una sostanza compare nelle urine es. soglia renale glucosio 200 mg/dl L’esame chimico delle urine Parametro Colore Valori di riferimento giallo paglierino Commenti Aspetto limpido torbidità da eccesso fosfati (urine alcaline), urati (urine acide), batteri, cellule (WBC) pH 4.5-8 acidità delle urine princ. dovuta a fosfato (norm.); ↓ acidosi, diabete (corpi chetonici); ↑ contaminaz. batterica (ureasi batt. producono NH3) Peso specifico 1005-1030 (peso urina/peso acqua) ↓ diabete insipido (deficit ADH), danno renale (glomerulonefrite, danno tubuluare renale); ↑ eccessiva perdita di liquidi (sudore, vomito, diarrea), insuff. cardiaca congestizia; si misura con densitometro Glucosio norm assente glicosuria quando [gluc] nel filtrato glom. supera capacità riassorb. tubulo (glicemia > 200 mg/dl) dosaggio enzimatico o per riduzione Cu Corpi chetonici norm. assenti chetonuria nel diabete mellito, febbre (lattante!), digiuno (anoressia), vomito; dosaggio con nitroprussiato che reagisce con acetoacetato per dare coloraz. viola; dosaggio enzimatico Proteine norm assenti (non dosabili con cartine) 40-60 mg/die (α1-2 globuline) Eritrociti norm. assenti micro-albuminuria (30-300 mg/die) screening diagnostico progressione glomerulonefritica nel diabetico (!) proteinuria minima (<0.5g/die) febbre, ipertensione, glomerulonefrite, rene policistico, infezioni renali; prot.moderata 0.5-3g/die nefropatie, mieloma, glomerulonefrite cronica, nefropatia diabetica, infezioni, calcolosi; prot. marcata (>3g/die) sindrome nefrosica, insuff. cardiaca congestizia ematuria da infezione, calcolosi, neoplasia, trauma, contaminaz. mestruale; emoglobinuria da emolisi intravascolare Bilirubina norm assente farmaci, urobilinuria, emoglobinuria bilirubinuria in condiz. di ↑ bilirubina diretta nel sangue (emolisi, colestasi) bilirubina molto sensibile alla luce! Urobilinoge Tracce, non rilev. no con cartine ↑ emolisi, epatopatie acute e croniche, cirrosi (ridotta ricaptazione epatica urobilinogeno riassorbito dal circolo entero-epatico) Nitriti indicatore indiretto di batteriuria (enzimi di molti batteri riducono nitrati urinari a nitriti) Norm. assenti Esterasi Norm. assente leucocitaria Rilasciata da granulociti → infezione vie urinarie L’urobilinogeno può aiutare nella diagnosi differenziale tra malattia epatica, emolisi e ostruzione biliare. Emolisi Danno epatico* moderato Ostruzione biliare severo Urobilinogeno ↑ ↑ ↑ ↓ o assente Bilirubina urinaria = = + + Bilirubina siero Dir. N Indir. ↑ Dir. N/poco↑ Indir. N Dir. ↑ Indir. ↑ Dir. ↑ * Danno epatico può essere a carico dell’uptake, coniugazione o escrezione biliare della bilirubina. L’esame microscopico del sedimento urinario su campione fresco (urine della mattina = non diluite) Cilindri (ingl. “casts”) Norm assenti. Si formano nel tubulo convoluto distale in presenza di pH acido, elevata conc. salina, basso flusso, ↑ proteine. Indicatori di diffuso danno renale. Cristalli Identificati sulla base di aspetto microscopico, pH urinario, solubilità. Possono essere di aiuto nella diagnosi della natura dei calcoli renali. Tipo di cilindri Ialini Cerei Ematici Cell. epiteliali tubulari Leucocitari Misti Descrizione Significato clinico Matrice mucoproteica secreta Febbre, esercizio fisico, scompenso cardiaco dai tubuli cong., glomerulopatie Proteine sieriche, si formano Insufficienza renale avanzata nel nefrone distale (larghi!) (ingl. “broad casts”) Matrice proteica con eritrociti Patognomonici di glomerulonefrite acuta (rossi!) proliferativa Matrice proteica con cellule Necrosi tubulare (tossici), rigetto trapianto tubulari Matrice proteica con leucociti Pielonefrite acuta e glomerulonefrite proliferativa Cilindri ialini con cellule Glomerulonefrite proliferativa varie Cristalli pH urine Solubilità e commenti Ossalato di calcio acido e neutro Forma di “busta”; comuni, solubili in HCl dil. Fosfato amorfo alcalino Granuli incolori solubili in ac. acetico o HCL dil.; comuni, se abbondanti → infezione Urati acido e neutro alcalino Varie forme, giallini, sol. in alcali dil.; se abbondanti (con ac. urico) → gotta o esaltato catab. nucleico Granuli incolori a coppie e tetrameri; sol. in ac. acetico con effervescenza Carbonato di calcio Aminoacidi (cistina, tirosina, leucina) Aminoaciduria in corso di malattie del metabolismo di specif. aa. Test di funzionalità renale La funziona lità renale dipende da: q flusso ematico renale q filtrazione glomerulare q funzione tubulare q no ostruzione al deflusso urinario Clearance creatinina Lo studio della clearance renale di una sostanza (funzione glomerulare) richiede che si tratti di una sostanza solubile (non legata all’albumina), filtrata dal glom. e NON riassorbita dal tubulo. La sostanza endogena + comunemente usata è la creatinina (anche β2-microglobulina!). Prodotto di degradaz. della creatina, formata nel muscolo a velocità costante, indip. dalla dieta; filtrata dal glom. e (poco) escreta dal tubulo (GFR glom. filtr. rate semmai sovrastimato!) Richiede: raccolta urine 24 ore (refrigerate!) + dosaggio creatinina nel siero Clearance cr. (ml/min) = [urine] mg/dl / [siero] mg/dl x V ml/min x 1.73/A V = volume urine / 1440 min (24 h) 1.73 = superf. corp. standard A = superf. corp. del pazie nte estrap. da tabelle sulla base di peso e altezza Valori di riferimento: 60-115 ml/min (f); 70-135 ml/min (m) [Creatinina] siero Aumenta : nefropatie con ↓ GFR ; ↓ flusso renale (scomp. card. cong); ostruzioni vie urin.; shock; disidrataz.; traumi Diminuisce : ridotta massa muscol.; denutrizione Aumenta in modo significativo quando 50% dei nefroni non funzionano! Valori di rif. : 0.5-1.3 mg/dl BUN [urea] siero (azotemia) Urea è prodotto dell’organicazione epatica dell’NH3 (catabolismo aa.) Filtrata dal glomerulo e riassorbita in parte (40%) dal tubulo Aumenta: cause pre-renali ( ↑produzione, shock, insuff. cardiaca cong, disidratazione), rena li (insuff. renale acuta e cronica) o post-renali (ostruzione vie urinarie) Diminuisce: gravidanza ( ↑GFR), ridotto apporto proteico dieta, emodiluizione, insuff. epatica Valori rif. 8-23 mg/dl Rapporto BUN/Creatinina Calcolo del rapporto [BUN] / [Creatinina] nel siero può aiutare nella diagnosi differenziale della causa (pre- o post-renale) dell’aumentata azotemia ↑ BUN/Creatinina con Creatinina ~ norm: cause pre-renali (scompenso cardiaco) ↑ BUN/Creatinina con Creatinina elevata: cause post-renali (ostruzione) ↓ BUN/Creatinina: dieta ipoproteica, necrosi tubulare, epatopatia grave Al contrario di creatinina e BUN, la [ac. urico] nel siero NON è un buon indicatore di funzionalità renale [Ac. urico] siero Prodotto dal catabolismo purinico. Filtrato dal glomerulo, in gran parte (90%) riassorbito dal tubulo prox. e secreto dal tubulo distale. Solubile (dissociato) a pH > 5.75 (rischio urolitiasi a pH urin. < 5.75) Aumenta: aumentato catabolismo nucleico (terapia antiblastica); gotta; Valori di riferimento: 3.5-7 mg/dl Microalbuminuria (30-300 mg/24 ore) al di sotto del limite di sensibilità delle cartine richiede raccolta urine 24 ore è indicativa della progressione del danno glomerulare nel paziente diabetico: nefropatia nel 45% dei casi di IDDM (tipo I) e nel 30% dei casi di NIDDM (tipo II) dosaggio indicato annualmente nel paziente diabetico (dalla diagnosi) Valori di riferimento: <15 mg/24 ore Test funzionalità tubulare Si può diagnosticare danno tubulare dal confronto tra conc. plasmatica e conc. urinaria di elettroliti, glucosio (soglia renale < 200 mg/dl) , H+, HCO3 - e dalla conoscenza delle funzioni dei vari segmenti tubulari. Tubulo prox. riassorbim. glucosio, aminoacidi, vitamine, proteine, Ca2+, K+, Na+ e Cl-, HCO3 - e PO43Escrez. H+, farmaci Ansa di Henle riassorbim. acqua, Na+, Cl-, Mg2+ (ansa ascendente escrez. Na+ e Cl- , crea iperosmolarità midollare → ansa discendente perm. all’acqua riassorbimento acqua) Tubulo distale riassorbim. Na+ (sotto controllo aldosterone) e escrez. K+, H+ (soprattutto come NH4 + e NaH2 PO4 ), ac. urico Dotto collettore riassorbe Cl-, urea (40%! contribuisce all’alta osmolarità midollare renale) e acqua (sotto controllo ADH) Controllo renale dell’equilibrio idrico Rene è principale organo di controllo equilibrio idrico (filtrato glom. è ~150 L/die !!) ADH (ipofisi post.) secreto in condiz. deficit idrico ( ↑osmolarità) stimola riassorbimento acqua da tubulo collettore Renina (cell.iuxtaglomerulari) secreta in risposta a ↓ volume/pressione sang converte angiotensinogeno ad angiotensina (I → II) , che induce vasocostrizione (↑ pressione) e secrezione di aldosterone (surrene), che induce ritenzione di Na+ (e di acqua). Indicatori di malfunzionamento tubulare ↓ Capacità di concentrazione dell’urina (osmolalità): ↓ peso specifico (norm 1005-1030) e ↑ vol. urinario (norm 1-5 L/24h); poliuria in diabete mellito, diabete insipido (deficit ADH), insuff. renale cronica, ipotiroidismo. Oliguria/Anuria (<200 ml/24h) in nefrite e insuff. renale terminale, ostruzione vie urin. ↓ Clearance β2-microglobulina: shedding costante da cell., ↑ nel siero e si ritrova nelle urine in corso di patologie mielo- linfo proliferative oppure per insuff. riassorbim. tubulare (marker migliore d. creatinina) Controllo renale del pH del sangue Il princ. tampone del sangue è rappresentato dalla coppia HCO3 -/H2 CO3 Sec. l’equaz. di H-H, perché il pH sia 7,4 il rapporto HCO3 -/H2 CO3 deve essere 20:1 La diminuzione del pH del sangue (acidosi) può essere di origine respiratoria o metabolica (non resp.): HCO3 -/H2 CO3 < 20:1 Acidosi respiratoria: ipoventilazione, enfisema, broncopolmonite, scompenso card. cong. Acidosi metabolica: chetoacidosi diabetica, digiuno, insuff. escrez. renale H+, perdita HCO3 (diarrea, fistole biliari o intest.). Compenso renale dell’acidosi resp: rene ↑ escrez. H+ e ↑ riassorbim. HCO3 Compenso resp. dell’acidosi metab: iperventilazione (seguita nel tempo da compenso renale con ritenzione HCO3 -). L’aumento del pH del sangue (alcalosi) può essere di origine respiratoria o metabolica (non resp.): HCO3-/H2CO3 > 20:1 Alcalosi respiratoria: iperventilazione, febbre, embolia polmonare Alcalosi metabolica: eccessiva introd. HCO3 -, perdita di H+ (vomito, sondino naso-gastrico), diuretici Compenso renale alcalosi resp: ↑ escrez. renale HCO3 - e ritenzione H+ Compenso resp. alcalosi metab: ipoventilazione Valori di riferimento (sangue arterioso): pH 7,35-7,45 Anion gap (Na+ + K+) – (Cl- + HCO3 -) 12-18 mEq/L pCO2 35-45 mmHg HCO3 - 22-26 mM pO2 80-110 mmHg % sat O2 >95 6-ENDOCRINOLOGIA Gli ormoni sono segnali chimici prodotti da cellule specializzate, secreti nel sangue e che si legano a specifici recettori sulle cellule bersaglio lontane dalla ghiandola endocrina, inducendo risposte funzionali attraverso secondi messaggeri: q segnali endocrini → long distance; segnali autocrini/paracrini → short distance q bassa concentrazione (nM) → metodi di dosaggio molto sensibili (ELISA, RIA); spesso dosaggi multipli in condiz. stimolaz/inibiz q natura chimica: steroidi, proteine, derivati di amminoacidi Steroidi: sintesi dal colesterolo in gh. surrenale, ovaio, testicoli, placenta; appena prodotti attraversano membrana (no accumulo) → sangue → veicolati da proteine carrier → organo bersaglio → recettore nucleare → effetti trascrizionali (lenti); lunga emivita (60-100 min). Carrierbound, long half- life, nuclear receptor. Ormoni peptidici: insulina, glucagone, PTH, GH, PRL; sintetizzati come pro-ormoni (taglio proteolitico → ormone); accumulati in granuli secretori. Ormoni glicoproteici: FSH, LH, TSH, hCG (subunità α uguale x tutti, subunità β diversa). Solubili (no carrier). Breve emivita (<60 min). Recettore sulla plasmamembrana → secondi messaggeri (effetto rapido). Carrier-unbound, short half- life, membrane receptor. Derivati di amminoacidi: adrenalina, noradrenalina, tiroxina (T4), triiodotironina (T3); adrenalina e noradrenalina si comportano similmente agli ormoni proteici (carrier-unbound, short half- life, membrane receptor); T3 e T4 si comportano similmente agli steroidi (carrier-bound, long half- life, nuclear receptor). Gli ormoni steroidi derivano tutti dal colesterolo Gli ormoni derivati da amminoacidi: ormoni tiroidei e midollare surrene. Ormoni tiroidei tri- iodo-tironina Ormoni midollare surrene tiroxina Meccanismi di trasduzione del segnale ormonale Metodologie di dosaggio Bioassay: basato su risposta biologica in animali o tessuti/organi in coltura (superato!) Protein binding assay: basato sul legame tra ormone e proteina legante specifica: recettore (receptor assay, estrogeni e progesterone), anticorpo anti-ormone (immunoassay, il + usato), proteina carrier (thyroid binding globulin). Può essere marcato l’ormone oppure la proteina legante (marcatura radioattiva, fluorescente o luminescente) e il dosaggio può essere di tipo competitivo o non competitivo. Assay Marcatura Rivelazione 3 RIA H scintill. liquida 125 I contatore gamma EIA o ELISAHRP spettrofotometro AP β-galattosidasi CLA isoluminolo luminometro (600 molecole!) esteri acridina FIA fluorescina, rodamina fluorimetro IPOTALAMO E IPOFISI Ipotalamo : pareti e pavimento 3° ventricolo; connette sistema nervoso e sistema endocrino; è collegato direttamente alla neuroipofisi (ipof. post) mediante neuroni che attraversano il peduncolo ipofisario e mediante il circolo portale ipofisario all’adenoipofisi (ipof. ant). Produce PRF, TRH, Gn-RH, GHRH, CRH Ipofisi: nella sella turcica, soprachiasmatica, collegata all’ipotalamo mediante peduncolo ipofisario; ipof. anteriore (tess. ghiandolare) produce GH, ACTH, PRL (proteine), TSH, LH e FSH (glicoproteine); ipofisi posteriore (tessuto nervoso), deposito degli ormoni prodotti da neuroni ipotalamici (ADH e ossitocina), rilasciati per stimol. osmocettori ipotal. o contraz. utero. Feed-back negativo Una disfunzione ipotalamica (cause tumorali, infiammatorie, degenerative, congenite) si deduce dalla valutazione della risposta ipofisaria alla somministrazione di RH ipotalamici sintetici. Una eccessiva produzione ormonale ipofisaria è di solito causata da tumore e riguarda un solo ormone (es. iperproduzione GH, gigantismo ipofisario/acromegalia a seconda che l’iperproduz. inizi prima o dopo fusione epifisi). Una insufficiente produzione ormonale ipofisaria può essere dovuta a tumore o ischemia (es. ischemia/shock da travaglio - sindr. di Sheehan) e di solito comporta pan- ipopituitarismo (sintomi da insuff. ormoni sessuali, tiroidei e surrenalici). IPOFISI POSTERIORE ADH (vasopressina) q nonapeptide ciclico prodotto da neuroni ipotalamici (nucleo sopraottico) e depositato nell’ipofisi post. q rilascio stimolato da osmocettori ipotalamici (suff. variaz. 1-2% osmolalità sangue) oppure da barocettori (atrio sin, arco aortico e carotide, sensibili a ↓ pressione sang.) (inibizione da freddo) q stimola riassorbimento H2 O nel tubulo convoluto dist. e collettore rene q ipo-secrezione di ADH (tumori, traumi, interventi chir) provoca diabete insipido: poliuria (10-12 L/die) e polidipsia; q diagnosi mediante confronto osmolalità siero e urine e test disidratazione: deprivazione acqua e misura Osm siero/urine dopo iniezione ADH (Osm urine ↑ >5% nel DI) Ossitocina q nonapeptide ciclico prodotto da neuroni ipotalamici (nucleo paraventricolare) e depositato nell’ipofisi post. q differisce per soli 2 aa da ADH q rilascio stimolato da distensione uterina e stimol. mammaria q stimola contraz. utero gravido e miocellule gh. mammaria q ossitocina sintetica è utilizzata per ↑ contrazioni uterine e stimolare secrez. latte ORMONI TIROIDEI Sintesi e rilascio controllati da TRH ipotalamico e TSH ipofisario (feed-back neg. di T3 e T4) q Uptake conc. di Iodio nella tiroide (anche di 99mTc, usato per imaging) q Iodinazione delle tirosine della proteina precursore tireoglobulina (nel lume follicolare) → monoiodotirosina (MIT) e diiodotirosina (DIT). q Coniugazione enzimatica (perossidasi): MIT+DIT → T3 e DIT+DIT → T4 q Secrezione: riassorbimento tireoglobulina e proteolisi: T3 e T4 → sangue ; MIT e DIT riciclate. q 80% del T3 circolante deriva dalla de- iodinazione di T4 (fegato e rene); T4 è pro-ormone di T3 (meno attivo, ma + conc. nel sangue) q T3 e T4 nel sangue sono veicolati da proteine: TBG (thyroxine-binding globulin) e TBA (thyroxine-binding albumin); solo T3/T4 liberi (FT3 e FT4) sono attivi. q recettore T3 nucleare → effetti trascrizionali q screening diagnostico iper/ipo-tiroidismo: dosaggio FT4 e TSH Gozzo (ingl. goiter) semplice (es. da deficit I): aumento volume ghiandolare (in assenza di processi infiamm./neopl.) supplisce a moderata insuff. ormonale; TSH/T4 anche normali; terapia: L-tiroxina (inibisce produz. TSH) Ipotiroidismo : primitivo (es. autoimmune, tiroidite cronica di Hashimoto) o secondario a insuff. ipotal. o ipofisaria Sintomatologia: faticabilità, rallentamento facoltà fisiche e mentali (memoria, apprendimento, attenzione), dispnea da sforzo, intolleranza al freddo, crampi muscolari, secchezza cute e capelli, gozzo (non sempre), iperlipidemia (↑colesterolo e trigliceridi) → mixedema (evoluzione dell’ipotiroidismo grave) ispessimento sottocute da infiltrazione mucopolisaccaridi. Può evolvere nel coma: ipotermia, depressione respiratoria, insuff. cardiaca con cardiomegalia e versamento pericardico. Ipotiroidismo congenito (cretinismo ): incidenza 1:5000 nati; screening diagnostico: dosaggio TSH/TT4; letargia, ritardo sviluppo scheletrico e mentale (irreversibile), fenotipo caratteristico. Test di laboratorio nell’ipotiroidismo Ipertiroidismo: primitivo o secondario a tumore ipotal. o ipofisario Sintomatologia (tireotossicosi: nervosismo, ansia, irritabilità, insonnia, tremore, sudorazione eccessiva, intolleranza al caldo, prurito, tachicardia e aritmie (atriali), dimagrimento (perdita di massa muscolare e adiposa), amenorrea, ↓colesterolo e trigliceridi, faticabilità e dispnea da sforzo. Può esitare nella crisi tireotossica (a seguito di stress: infezione, anestesia): ipertermia (>40°C), tachicardia, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco congestizio, delirio, coma. Test captazione 123 I o 99m Tc nella diagnosi differenziale dell’ ipertiroidismo: ↑captazione in morbo di Grave’s (Basedow), adenoma tossico, tumore ipofisario; ↓captazione in tiroidite cronica Ipertiroidismo primitivo o Morbo di Basedow: incidenza 0.4%; 6 volte + frequente nelle donne (pubertà, menopausa, gravidanza). Base autoimmune (Ab anti recettore FSH causano stimolaz. continua cell follicolare, rilascio T3/T4 e inibiz. rilascio TSH). Sintomatologia: gozzo tireotossico, esoftalmo (da depositi mucopolisaccaridi spazio retro-orbitale), mixedema pre-tibiale. Test di laboratorio nell’ipertiroidismo ORMONI CORTECCIA SURRENALICA Famiglia Princ. ormone Androgeni DHEA Mineralcorticoidi Glucocorticoidi Controllo rilascio CRF ipotal e ACTH aldosterone Sist. reninaangiotensina e [K +] plasma cortisolo CRF ipotal (ritmo circadiano stress) e ACTH ipofisi ant Princ. effetti Mascolinizzanti: irsutismo, amenorrea, ↑massa muscol. ↑ Riassorb Na+ e escrezione K+ rene Metabolici (anti- insulina): ↑gluconeogenesi, glicogeno-sintesi, catab. proteico e lipolisi Anti- infiammatori e immunosoppressivi Debole attività mineral-corticoide (vedi strutture) Catabolismo epatico x glucuronazione → dosaggio nelle urine delle 24 ore (creatinina totale come controllo interno) Il sistema renina-angiotensina -aldosterone regola volume del sangue e pressione arteriosa: IPERALDOSTERONISMO PRIMARIO da adenoma surrenalico (Morbo di Conn) o iperplasia nodulare bilaterale ↑ [aldosterone] nel siero, che non varia con restrizione/carico Na+ orale SECONDARIO (Sindrome di Conn) da eccessiva produzione renina (es. stenosi arteria renale) ↑ [renina] nel siero, che non varia con restrizione/carico Na+ orale Segni e esami clinici: ipertensione diastolica (>95), ↓[K +] siero (e poss. ↑[Na+]) →debolezza muscolare, alcalosi da ↑escrez. H+ (gradiente elettrico + favorevole) IPOALDOSTERONISMO PRIMARIO da insuff. surrenalica: acquisita (di solito associato a deficit gluco-corticoidi) o congenita (deficit enzimi biosintesi) SECONDARIO a malattia renale cronica Sintomatologia: ↑[K +] siero, acidosi Il sistema CRF-ipotalamico/ACTH regola la secrezione di cortisolo (e di androgeni surrenalici): Feed-back negativo *L’ipersecrezione di ACTH induce iperpigmentazione da MSH IPERCORTISOLISMO PRIMARIO (Morbo di Cushing) da adenoma/carcinoma surrenalico SECONDARIO (Sindrome di Cushing) da ipersecrez. ACTH da adenoma ipofisario da produzione ectopica di ACTH (carcinoma polm) IATROGENO da somm. cortisolo (secrez. cortisolo endogeno soppressa → riduzione graduale terapia!) Segni clinici e sintomi: adiposità tronco (fenotipo e facies caratt.), faticabilità, iperglicemia e glicosuria, ipertensione diastolica, ↓massa muscolare, osteoporosi, suscettibilità infezioni, linfopenia, irsutismo, amenorrea, alterazioni personalità. Iperpigmentazione solo nel Cushing secondario! Esami lab: ↑cortisolo plasma (e cortisolo e 17-OH corticoidi urinari), resistente a carico di desametasone ; possibile ↓[K +] siero e alcalosi Manifestazioni cliniche della sindr. di Cushing IPOCORTISOLISMO PRIMARIO (Morbo di Addison) atrofia idiopatica surrene (su base autoimmune), da infezione (TBC), emorragia o tumore; ↓ cortisolo e aldosterone SECONDARIO (Sindrome di Addison) a insuff. secrezione ACTH ipofisi; aldosterone normale! Segni clinici e sintomi: astenia grave, anoressia, perdita di peso, ipotensione (sincope), iperpigmentazione cute e mucose esposte e non, nausea/vomito, mutamento personalità (irritabilità, irrequietezza). Evoluzione fatale se non curata! Esami lab: ↓ cortisolo plasma (e ↓ cortisolo e 17-OH corticoidi urinari) basale e resistente a carico di ACTH (primario); ↓[Na+] e ↑[K +] siero e acidosi ORMONI MIDOLLARE SURRENE Cellule cromaffini midollare surrene e gangli sistema simpatico derivano da cresta neurale (come tessuto nervoso!). Producono dopamina, adrenalina (ingl. epinephrine) [→ nel sangue] e noradrenalina (ingl. norepinephrine) [neurotrasmettitore locale] da tirosina. Rilascio ↑ in condizioni stress (ansia, dolore, febbre). Effetti: metabolici anti- insulina (↑catabolismo glucidi e lipidi) e cardiovascolari (↑pressione sanguigna e frequenza cardiaca) Catabolismo : catecol-O-metil transferasi (COMT) e monoamino ossidasi (MAO) trasformano adr. e noradr. in normetadrenalina e metadrenalina e queste in ac. vanillilmandelico (VMA) → escrezione urinaria FEOCROMOCITOMA Tumore midollare surrene iperproducente catecolamine. Segni clinici e sintomi: episodi ricorrenti di ipertensione sistolo-diastolica (>160/95), cefalea, sudorazione e pallore, palpitazioni, tremito. Dosaggio catecolamine plasma e dosaggio metanefrina e VMA nelle urine (24 ore). Dosaggio VMA e omovanillico (HVA, catabolismo dopamina) urinari nella diagnosi neuroblastoma (tumore pediatrico midoll. surrene)! ORMONI SESSUALI Ormoni sessuali femminili Rilascio ciclico: fase follicolare e fase luteale (c.a. 14 gg. ciascuna); regolaz. a feed-back negativo ovaio-ipofisi Fase follicolare: Gn-RH ipotalamico stimola rilascio FSH ipofisario → stimolaz accrescimento follicolo ovarico (ovocita e cell. follicolari) → follicolo maturo. Cell. follicolari (tecali) producono estrogeni → proliferaz. mucosa uterina → inibizione secrez. FSH e stimolaz. secrez. LH → picco LH → ovulazione Fase luteale: follicolo (espulso uovo) diventa corpo luteo → cell. follicolari (granulosa) producono progesterone. In assenza di hCG dall’uovo fecondato, corpo luteo degenera in c.a. 14 gg. → cessa produz. progesterone → mestruazione. Ormoni sessuali maschili Regolaz. a feed-back negativo testicolo- ipofisi Gn-RH ipotalamico stimola rilascio LH ipofisario → testosterone e estradiolo da cell. interstiziali (Leydig) testicolo. Bambini Femmina Fase foll Fase luteale Post-menop. Maschio Testosterone ng/dl <3-10 20-75 300-1000 Estrogeni pg/ml <25 60-200 160-400 8-30 20-80 Progesterone ng/dl 7-52 15-70 200-2500 <130 13-97 FSH mU/ml <1-3 1-9 → 26 1-9 30-120 1-7 LH mU/ml <1-5 1-12 → 104 1-12 16-60 1-8 Ormone Origine Azione ↑ Rilascio cortisolo e androgeni surrene Aldosterone Cortic. surrene ↑ riass. renale Na+ e escrez. K+/H+ ADH Ipofisi post ↑ Riass. H2 O tubulo renale Catecolamine Midoll. surrene ↑Catabolismo gluc./lip. Effetti cardiocirc. ACTH Ipofisi ant Conc. plasma a.m. 8-80 pg/ml p.m. 7-30 pg/ml 6-30 ng/dl 2-4 µU/ml adr. <140 pg/ml nor. <1700 pg/ml Cortisolo Cortic. surrene ↑catabolismo lipidico e proteico immunosoppressivo a.m. 9-25 µg/dl p.m. 3-16 µg/dl (5-25 mg/die) Estradiolo Ovaio Fase foll.60-200pg/ml Fase lut. 160-400pg/ml FSH Ipofisi ant GH Glucagone Insulina Caratteri sessuali femm. Accresc. follicolare; spermatogenesi Fase foll./lut. 1-9 ovul. 6-26 mU/ml Ipofisi ant Mobilizza grassi e conserva 2-7 ng/ml glucoso (anti- insulina), prolif. osso, cartil., muscolo 50 pg/ml (~2 pM) Cell. αpancreas Metab. zuccheri e grassi Cell. βpancreas Metab. zuccheri e grassi 2-16 µU/ml (~40 pM); raggiunge un picco di 6-10 volte il valore basale dopo 30 o 60 minuti da carico di glucosio LH Ipofisi ant. Ovulazione; sintesi testosterone ossitocina progesterone PTH testosterone Ipofisi post. Corpo luteo Gh. paratiroidi testicolo TSH T3 Ipofisi ant. Tiroide T4 Tiroide Contraz. utero e gh. mamm. Prepara utero a gestaz. Aumenta [Ca2+] plasma Spermatogenesi, caratt. sessuali masch. ↑Rilascio ormoni tiroidei ↑termogenesi; ↑catab. glucidico e proteico; sviluppo pre- e post-natale SNC, cuore, scheletro. Pro-ormone di T3 Fase foll.16-100 mU/ml Fase lut. 1-12 mU/ml 1.5 pg/ml Fase lut.200-2500 ng/dl 0.3-0.8 ng/ml 300-1000 ng/dl 0.5-5 µU/ml TT3 60-200 ng/dl FT3 0.1-0.4 ng/dl TT4 5-15 µg/dl FT4 1.5-2.5 ng/dl Alcuni fattori simil-ormonali (proteici) con effetti autocrino/paracrini : citochine Fattore di crescita Abbreviazione Azione principale Vascular endothelial GF VEGF Proliferazione cell. endoteliali Granulocyte macrophagestimulating factor GM-CSF Proliferazione precursori mielo. Interferon α, β, γ IFN- α, -β, -γ Antivirale, anti-proliferativa immuno-soppressiva Insulin- like growth factor I IGF-I e-II e II Media effetto GH (IGF-I) Stimola proliferazione cell. Monocyte chemoattractant MCP-1 protein-1 Chemoattrattore per monociti Stimola proliferaz. miociti vascol. Nerve growth factor NGF Proliferazione neuronale Platelet-derived growth factor PDGF Chemiotassi mono.; Stimola proliferazione cell. Transforming growth factor-α, -β TGF-α, -β Stimola proliferazione cell. Tumor necrosis factor-α, -β TNF-α, -β Inibiz. proliferaz. cell., stimola attivazione cell. infiammatorie Esempi di approcci terapeutici innovativi indirizzati verso citochine : q Prevenzione degenerazione maculare con aptamers anti-VEGF q Prevenzione lesioni aterosclerotiche con peptidi anti-MCP-1 Aptamers : brevi sequenze (30-70mers) aminoacidiche o nucleotidiche (DNA o RNA) che riconoscono specificamente e con grande affinità piccole molecole (es. farmaci), siti attivi di enzimi o proteine, acidi nucleici. Gli aptamers si comportano come “mini-anticorpi” in grado di legare molecole di varia natura chimica. Ormoni eicosanoidi Prostanoidi (prostaglandine e trombossani) e leucotrieni Ormoni locali (effetto autocrino/paracrino) a breve emivita, a struttura lipidica. Derivano da acidi grassi essenziali (no sintesi animale): linoleico (18:2 ∆9,12) e α-linolenico (18:3 ∆9,12,15). Due famiglie: ω-6 (pro-infiammatori) e ω-6 (anti- infiammatori). Due vie enzimatiche: COX e LOX NSAID cortisone COX-1 e -2 trombossani prostaglandine Metabolismo acidi grassi essenziali Prodotti dell’attività COX e LOX sull’acido arachidonico Effetti funzionali di alcuni ormoni eicosanoidi Ormone PGD2 PGE2 Cellula produttrice Effetto funzionale mast cellule ↓ aggregaz. piastrinica e proliferaz. linf. T, vasodilatazione rene, cuore, milza ↑aggregaz. piastrinica e contraz. uterina, vasodilatazione ↓ proliferaz. linf. T PGF 2a PGI2 rene, cuore, milza cellule endoteliali vaso- e bronco-costrizione ↓aggregaz. Piastrinica, vasodilatazione, ↓ proliferaz. linf. T TXA2 piastrine vaso- e bronco-costrizione, ↑aggregaz. piastrinica LTB4 mono- e granulociti chemiotassi leucocitaria mast cellule ↑ permeabilità vascolare ↑ proliferaz. linf. T e secrez. IFN- γ, IL-1 and IL-2 7- Cuore Diagnosi di laboratorio dell’infarto del miocardio Non esiste al momento un singolo marcatore di danno miocardico con le seguenti caratteristiche: specifico x miocardio, sensibile, reversibile, proporzionale al danno tessutale, semplice da dosare. Quindi: la diagnosi di cardiopatia richiede una combinazione di marcatori: enzimi e proteine Creatina fosfo-cinasi (CPK o CK) Catalizza reazione: Creatina-P + ADP ↔ Creatina + ATP formata da 2 subunità (B o M): 3 forme isoenzimatiche CK1 (CK-BB) cervello aumenta nel siero in seguito a danno barriera emato-encefalica CK2 (CK-MB) la + specifica x miocardio, ma solo 20% della CK cardiaca CK3 (CK-MM) muscolo scheletrico CK2 (immunoassay) aumenta entro 3 ore (nel 50% dei pazienti) e entro 6 ore (80% dei pazienti) dall’infarto mioc (AMI). Valori normali entro 6-8 ore da sospetta ischemia escludono infarto. Lattico deidrogenasi (LDH o LD) Catalizza reazione: lattato + NAD+ ↔ piruvato + NADH + H+ Formata da 4 subunità (H e M): 5 forme isoenzimatiche LD1 e LD2 sono le forme + specifiche x miocardio (importante il rapporto: LD1>LD2) Inizia ad aumentare dopo 6-12 ore dall’infarto, picco dopo 1-3 giorni, torna normale dopo 8-14 giorni. Di scarso interesse diagnostico, a meno che CK già tornata normale Mioglobina (Mb) Aumenta dopo 2-4 ore dall’MI e torna normale dopo 24 ore. Valori normali entro 6-8 ore da sospetta ischemia escludono MI. Utile come indicatore di recidiva (24-36 ore). Troponina T (TnT) Aumenta dopo 2-4 ore (come CK-MB e Mb), picco dopo 48 ore, seguito da plateau x 5-10 giorni. Diagnostica di MI fino a 6 giorni dopo infarto (utile nei casi che giungono tardi alla diagnosi). Troponina I (TnI) Aumenta dopo 3-8 ore, picco dopo 12-24 ore, seguito da plateau x 5-7 giorni aumento rispetto vaori normali Profilo valori plasmatici dei tipici marcatori cardiaci 7 6 5 CK-MB 4 Mb 3 TnI/TnT 2 1 0 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 ore dopo infarto acuto miocardio 40 44 48