L’impedenza RIASSUNTO • Richiamo: algebra dei numeri complessi • I FASORI • Derivate e integrali • Esempio: circuito RC – Transiente – Soluzione stazionaria • Il concetto di impedenza : – Resistenza: ZR = R – Induttanza: ZL = j ω L – Capacita’: ZC = 1/(j ω C) • • • • Sfasamento Impedenze in serie e parallero Potenza in a.c. Esempio: la sonda 1 I numeri complessi • Ricordare: z = a + jb = z e jα z = a +b 2 e jα 2 z = a − jb = z e − jα tgα = b / a = cos(α ) + j sin(α ) z1 ⋅ z 2 = z1 z 2 e j (α1 +α 2 ) z⋅z = z 2 1 − jα z = e z −1 2 Rappresentazione grafica • Un numero complesso si può rappresentare come un vettore nel piano xy. • La componente x del vettore è uguale alla parte reale, la componente y a quella immaginaria. • In questo modo la lunghezza del vettore è proporzionale al modulo • l’angolo formato dal vettore con l’asse x è uguale alla fase. 3 Fasori • Un fasore è un numero complesso della forma: ~ V = V e jωt = V0 eφ e jωt • Il numero V~ è un numero complesso, con modulo V0 e fase φ 2π φ + ω t ( con ω = 2 π f = ) • L’angolo formato con l’asse reale è pari a : T e quindi aumenta linearmente col tempo: il vettore V ruota in senso antiorario nel piano complesso. • La parte reale di V è pari a: Re(V ) = V0 cos(ωt + φ ) • Se moltiplico un fasore per un numero complesso z trovo un nuovo fasore, che ruota con la stessa velocità, sfasato rispetto a V di un angolo pari alla fase di z. 4 Derivate e integrali • La derivata di un fasore V è uguale a: dV = jωV = ωVe jπ / 2 dt • Ovvero: per calcolare la derivata di un fasore si moltiplica per jω, ottenendo un nuovo fasore sfasato di π/2 rispetto a quello originario. • Analogamente si calcola l’integrale come inverso della derivata: ∫ Vdt = V V =−j jω ω • Per ottenere l’integrale si divide per jω, ovvero si divide per ω e si sfasa di -π/2 rispetto a V. 5 Iniziamo da un esempio • Si consideri il circuito in figura: • L’equazione del circuito è: V0 cos(ωt ) = R dq 1 + q dt C • Sappiamo che la soluzione più generale di questa equazione è data dalla somma di una soluzione particolare più la soluzione dell’equazione omogenea. 6 Il transiente • Abbiamo già risolto l’equazione omogenea: t − dq 1 R + q = 0 q = q0 e RC dt C • Il parametro q0 dipende dalle condizioni iniziali. • Si può notare come la soluzione dell’equazione omogenea va a zero rapidamente a causa dell’andamento esponenziale decrescente: costituisce quello che nel linguaggio dell’elettronica si chiama “transiente” 7 La soluzione a regime • La soluzione particolare può essere quella che si ottiene lasciando il sistema in funzionamento per molto tempo: per questo è detta anche soluzione a regime. Per ottenerla, si può cercare una soluzione oscillante con la stessa pulsazione ω: q (t ) = Q0 cos(ωt + φ ) = Q0 [cos(ωt ) cos φ − sin(ωt ) sin φ ] dq = −ωQ0 [sin(ωt ) cos φ + cos(ωt ) sin φ ] dt Sostituendo : i (t ) = V0 cos(ωt ) = − RQ0ωt sin(ωt ) cos φ − RQ0ωt cos(ωt ) sin φ + Q0 Q cos(ωt ) cos φ − 0 sin(ωt ) sin φ C C • Eguagliando i termini in seno e coseno, si trova: Q0 tan φ = −ωRC ω φ − RQ cos = sin φ 0 1 C CV 0 φ cos = Q0 = 2 Q0 2 φ 1 + tg V0 = − RQ0ω sin φ + cos φ 1 + (ωRC ) C • Si nota che: – La soluzione a regime non dipende dalle condizioni iniziali – La mole di conti da effettuare risulta notevole anche per un problema semplice.8 Una via alternativa... • Si scriva V e q nella forma: ~ V (t ) = Re(V0 e jωt ) = V0 Re(e jωt ), q (t ) = Re(Q0 e jωt ) = Q0 Re(e jφ e jωt ) = Q0 cos(ωt + φ ) • Sostituendo nell’equazione del circuito si ha: ~ ~ j ωt Q j ωt jωRQe + e = V0 e jωt C C C CV0 (1 − jωRC ) ~ Q= V0 = V0 = (1 − jωRC ) 2 1 + jωRC (1 + jωRC ) (1 − jωRC ) 1 + (ωRC ) • ...ed infine, separando modulo e fase: ~ Q0 = Q = CV0 1 + (ωRC ) 2 ~ Im(Q ) tan(φ ) = ~ = −ωRC Re(Q ) • Utilizzando i fasori, si esegue un semplice calcolo algebrico. 9 Impedenza • In generale, dato un circuito contenente elementi lineari, come resistenze, condensatori, impedenze, se si applica ad esso una tensione V sinusoidale di pulsazione ω, la corrente che vi scorre ha le seguenti proprietà: – E’ anch’essa sinusoidale di pulsazione ω. – Risulta sfasata rispetto alla tensione di un angolo ϕ che dipende da ω. – L’ampiezza della corrente è proporzionale all’ampiezza della tensione e il rapporto dipende da ω. V • Si definisce impedenza del circuito la quantità: Z = 0 e jφ =| Z | e jφ I0 • Nella rappresentazione complessa: ~ V = Ve jω t ~ I = Ie jω t V = ZI ~ V Z = ~ I • L’impedenza è una grandezza complessa. Il modulo si misura in Ohm e la fase in gradi (o radianti). 10 Resistenza • Nel caso della resistenza, lo sfasamento è zero, e l’impedenza è un numero reale. ~ ~ V = RI V = RI Z=R • Si possono rappresentare le relazioni di fase in un diagramma: i 2 vettori I e V ruotano rimanendo paralleli, mentre il vettore Z è fisso. • Si tratta di una rappresentazione arbitraria, in quanto I,V e Z hanno dimensioni diverse. 11 Induttanza • Nel caso dell’induttanza ideale, l’impedenza è immaginaria. dI ~ ~ V = L V = jωLI Z = jωL dt • Il modulo di Z cresce linearmente con la frequenza, mentre lo sfasamento è fisso: la corrente è in RITARDO rispetto alla tensione di 90 gradi. 12 Capacità • Anche nel caso del condensatore, l’impedenza è puramente immaginaria: ∫ Idt Q V= = C C ~ I ~ V = jω C j 1 Z= =− jω C ωC • Stavolta il modulo di Z decresce con la frequenza mentre la corrente è in ANTICIPO sulla tensione di 90 gradi. 13 Lo sfasamento • Due sinusoidi sfasate presentano il seguente aspetto: • In questo esempio, la tensione è in anticipo rispetto alla corrente, ovvero la corrente è in ritardo rispetto alla tensione. Una sinusoide in ritardo presenta uno sfasamento negativo. • La distanza temporale tra le due sinusoidi è legata allo sfasamento dalla formula: ∆T ∆T = φ / ω φ = ω∆T = 2π T 14 Combinazione di impedenze • E’ facile verificare che: – Impedenze in serie di sommano: Z tot = Z1 + Z 2 – L’inverso dell’impedenza equivalente a due impedenze in parallelo è uguale alla somma degli inversi delle singole impedenze: 1 1 1 = + Z tot Z1 Z 2 • Tutto questo ovviamente nel caso in cui non esistano effetti di accoppiamento tra elementi del circuito, cosa quasi mai vera quando nel circuito sono presenti due induttanze vicine. • Nel caso delle resistenze e dei condensatori queste formule portano ai risultati già noti. 15 Esempio • Nel caso dell’induttanza reale, dotata di una sua resistenza, si ha: Z = j ωL + r Z = (ωL) + r = r 1 + ( 2 tan(ϕ ) = ωL r 2 = ωL r )2 2πfL f = r fC • Il modulo dell’impedenza non si azzera mai, ma ha un valore minimo. – Lo sfasamento cresce con la frequenza. • La frequenza critica è data da: fc = r 2πL – Per f<fc prevale il comportamento resistivo – per f>fc prevale il comportamento induttivo. – Nel nostro caso, fc è di circa 140 Hz. 16 Somma di tensioni • Torniamo al circuito proposto all’inizio: – La corrente è la stessa nella resistenza e nel condensatore. – La tensione ai capi della resistenza è in fase con la corrente. – La tensione ai capi del condensatore è un quarto di periodo in ritardo rispetto alla corrente e quindi anche rispetto alla tensione ai capi della resistenza. – La tensione V0 di alimentazione sarà la somma vettoriale di VR e VC • Deve valere la relazione: V02 = VR2 + VC2 17 Somma di correnti • Un altro circuito è il seguente: – Stavolta le tensioni V1 ai capi della resistenza R1 e Vc ai capi del del condensatore sono uguali. – La tensione V1 e la corrente in R1 hanno la stessa fase. – La corrente I2 in C è un quarto di periodo in anticipo rispetto alla tensione. – La corrente I è la somma vettoriale di I1 e I2. • Si ha: I 2 = I12 + I 22 18 Potenza in a.c. • La potenza dissipata da un elemento di circuito, ai capi del quale cade una ddp V(t) ed e’ attraversato da una corrente I(t) risulta: P (t ) = V (t ) ⋅ I (t ) • La potenza media dissipata risulta: T 1 1 < P (t ) > T = V ( t ) ⋅ I ( t ) dt = ∫ T 0 T T ∫V 0 cos( ω t + φ V ) ⋅ I 0 cos( ω t + φ I ) dt 0 1 [cos( 2 ω t + φ V + φ I ) + cos( φ V − φ I )] 2 1 1 1 1 ~ ~ ~* ~ ~ ~* < P ( t ) > T = V 0 I 0 cos( φ V − φ I ) = Re[ V ⋅ I ] = Re[ V ⋅ I ] = V • I 2 2 2 2 cos( ω t + φ V ) ⋅ cos( ω t + φ I ) = prodotto scalare • Come si vede il condensatore e l’induttanza NON dissipano in media potenza (fasori sono ortogonali). • Per la resistenza <P>T = ½ V0 I0 (V0 e I0 moduli dei fasori) • Dato un circuito in alternata, lo sfasamento φV - φI tra corrente e tensione ai capi di un suo elemento NON ATTIVO deve essere sempre compreso tra [-90o,90o] 19 La sonda dell’oscillosopio Schema circuito: Rs Cavo Vin Vo coassiale Ccavo Il cavo: una capacita’ C o connessa a massa in // con Co: Cadj Valori tipici: Co = 20 pF Ro = 1 MΩ Ccavo = 30 pF Oscilloscopio Ro Ceq = Ccavo + Co Z1 Z2 Vo = 1 1 = + jωCadj Z1 Rs Rs Z1 = 1 + jωRs Cadj 1 1 = + jωCeq Z 2 Ro Z2 = Ro 1 + jωRoCeq A= Z2 Vin Z1 + Z 2 Vo = Vin Se scegliamo: Rs= 9 Ro Cadj =1/9 Ceq Ro 1 + jωRoCeq Rs Ro + 1 + jωRs Cadj 1 + jωRo Ceq = 1 = 0. 1 9 +1 Abbiamo realizzato un partitore x 10 (indip. da ω) ed aumentato di una fattore 10 l’impedenza di 20 ingresso dello strumento di misura.