QUALE POLICY? difendere l’alunno o difendere la scuola? COMPORTAMENTI DI BULLI, GREGARI, VITTIME Se si manifestano fenomeni di bullismo e/o cyberbullismo, il grosso del danno è fatto I ragazzi si rivolgono a Telefono Azzurro quando sono in difficoltà. Non hanno consapevolezza dei rischi quando postano delle foto o danno il numero di cellulare su whatsapp BULLI E VITTIME SI ASSOMIGLIANO La loro configurazione sociale è molto simile, la differenza sta nel temperamento. La vittima è più fragile, ma la condizione di superiorità del bullo è in relazione solo al gruppo Silvia Vegetti Finzi, professoressa di Psicologia dinamica a Pavia Si tratta di bambini «che prevaricano gli altri con la loro vitalità corporea. Le vittime soffrono, vivono nel terrore e gli educatori devono stare attenti». «In certi casi occorre intervenire in modo mirato anche con la famiglia. L'intervento più efficace è la prevenzione, magari anche attraverso i pediatri» (Caffo) OCCORRE DISTINGUERE: IL BULLO È QUALCUNO CHE FA QUALCOSA DI VIOLENTO, NON È UN VIOLENTO. OCCORRE LAVORARE SULLE SUE POSITIVITÀ QUALCHE DEFINIZIONE II bullismo è un fenomeno definito come il reiterarsi di comportamenti e atteggiamenti diretti o indiretti volti a prevaricare un altro con l’intenzione di nuocere, con l‘uso della forza fisica o della prevaricazione psicologica” (Farrington, 1993) Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamene nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni (Olweus, 1993); (Il bullismo) comprende azioni aggressive o comportamenti di esclusione sociale perpetrati in modo intenzionale e sistematico da una o più persone ai danni di una vittima che spesso ne è sconvolta e non sa come reagire (Menesini, 2004). il cyberbullismo è la manifestazione in rete del fenomeno del bullismo. La sua specificità consiste nel fatto che “la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case e nella vita delle vittime, di materializzarsi in ogni momento, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite diversi device, o pubblicati sui siti web tramite Internet” In Italia anni ’90-2001, Fonzi (1997), UniFi DOVE??? Corridoi Cortile Classe QUALI??? Offese verbali Offese fisiche Minacce Esclusione Malignità Furti Scuola Elementare 19,9% 41,3% 57,2% Scuola Elementare 51% 42% 19,2% 17,2% 27,8% 24,4% Scuola Media 19,6% 12,3% 51,9% Scuola Media 45% 20,7% 13% 6,4% 24,6% 9,3% CHI??? Scuola Elementare Scuola Media Vittime 41,6% 21,4% Bulli 28% 20% QUANDO??? Intervallo, cambi d’ora, lezione I pochi che ne parlano lo fanno maggiormente a casa che a scuola. Tutto deve essere organizzato in modo tale da rendere il più difficoltoso possibile a ciascuno di noi il disimpegno sul piano morale ed umano. OLWEUS (1993) BULLI - circa il 60% dei soggetti individuati come bulli in età adolescenziale ha provato l’esperienza del carcere entro i 24 anni. Tendenziale si ha una stabilità del comportamento aggressivo!!! VITTIME - in età adulta maggior presenza di sintomatologia ansiosodepressiva. Nei casi più drammatici suicidio. Rischio di irrigidimento nel ruolo per i protagonisti FREQUENZA degli atti di bullismo: - diminuiscono con la crescita dei ragazzi - aumentano di contro le entità dei danni Tutto deve essere organizzato in modo tale da rendere il più difficoltoso possibile a ciascuno di noi il disimpegno sul piano morale ed umano. QUALI SEGNALI Rispetto ai normali conflitti fra coetanei, il bullismo è caratterizzato da alcuni fattori specifici: il bullo intende fare del male all’altro e lo fa ripetutamente nel tempo, senza alcuna compassione. La sua è una presunta superiorità per un maggior potere dovuto all'età, alla forza, alla statura, al sesso o alla popolarità di cui gode nel gruppo di coetanei. Di contro, la vittima è vulnerabile, si sente isolata, ha paura di raccontare cosa è accaduto perché teme rappresaglie e vendette Generalmente, quando un bambino fa di tutto per trovare delle scuse per non andare a scuola oppure quando ci va con modalità diverse per evitare di incontrare i propri aguzzini, allora bisogna approfondire la situazione. La vittima di bullismo è spesso molto tesa e infelice e parla manifestando odio per la scuola. Spesso presenta lividi o graffi, dice di non avere alcun amico o si rifiuta di raccontare la sua giornata scolastica. LE FORME DI BULLISMO Il bullismo si manifesta in tre forme principali: DIRETTO quando si manifesta con attacchi sia fisici sia verbali nei confronti della vittima INDIRETTO quando si consuma più sul piano psicologico, ad esempio, con l’isolamento sociale e intenzionale di un minore dal gruppo ELETTRONICO, quando dal piano reale si sposta su quello digitale, con la diffusione di sms, e-mail, messaggi in chat, immagini, mms, video che sono offensivi o non rispettosi della riservatezza e della dignità altrui Alcune peculiarità del cyberbullismo: • la difficoltà per la vittima di risalire al molestatore; • l’indebolimento delle remore morali, agevolato dalla possibilità di celarsi dietro un nickname; • l’assenza di limiti spazio temporali nel senso che il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che questa si collega alla Rete. La domanda non è “adesso cosa faccio?” La domanda è “cosa non ho fatto o non ho fatto abbastanza bene?” Il bullismo è manifestazione di un disturbo dell’identità nel BULLO nella VITTIMA nel GREGARIO LIMITE DEGLI EDUCATORI: quali ragazzi? Risorse educative indirizzate verso interlocutori inesistenti Ragazzi e ragazze non abitano più là dove ci si illude di raggiungerli Altri soggetti attraverso i social con capacità di penetrazione immensamente superiore. E non sono neutri LIMITE DEGLI EDUCATORI: quali identità? Dopo Nietzche e Freud crolla la monoliticità dell’IO ottocentesco Le persone si muovono all’interno di ambienti circoscritti e modelli comportamentali definiti di status, di genere MODELLI SOCIALI MORALISTICI per mezzo secolo l’educazione cambia poco L’ EDUCAZIONE delimita e comprime REAZIONE DI RIGETTO RICERCA DELLA AUTENTICITA’ DELL’IO LIMITE DEGLI EDUCATORI: quali identità? OGGI la personalità di ognuno è sollecitata da una miriade di scambi, continuamente mutevoli la famiglia non svolge più l’azione centripeta sull’IO mass media e social premono in modo dirompente l’IO non è in grado di operare una sintesi disgregazione della personalità LIMITE DEGLI EDUCATORI: quali identità? DISGREGAZIONE DELLA PERSONALITÀ il tutto si riduce ad abbandonarsi agli stati d’animo azzeramento della capacità di desiderare “discorso sociale” centrato sul PERCHE’ NO? appagamento senza differimenti rende insensata l’esperienza del limite TUTTO E’ POSSIBILE emotività incontrollata eccesso emozionale e raffreddamento riflessivo conducono a: gesto violento (scaricare le emozioni e superare l’assuefazione) stordimento dell’apparato emotivo (pratiche rituali delle notti in discoteca, percorsi dell’alcool e della droga) disinteresse per tutto (assopire le emozioni con ignavia e non partecipazione) Quando commettiamo un atto che riteniamo "sbagliato", la mente mette in atto una serie di meccanismi, che tentano di farci capire che ciò che si sta facendo non è giusto Fortunatamente o sfortunatamente siamo stati dotati di una serie di barriere soglia dai più grossi crimini (violenze, furti, ecc) alle inezie (cartaccia gettata per terra, biglietti del bus non acquistati, ecc). È per questo che non sempre ci sentiamo contriti e fustigati dal senso di colpa ogniqualvolta il nostro comportamento non è perfettamente in linea coi nostri valori morali. Disponiamo di 8 meccanismi di difesa che la nostra mente attiva inconsciamente per farci da scudo, e permetterci di non essere aggrediti dalle emozioni negative allegate ai gesti immorali. DISIMPEGNO MORALE ovvero come contravvenire ai nostri principi morali senza troppi noiosi sensi di colpa Sono noti come meccanismi di disimpegno morale e possono essere suddivisi in otto tipologie IL DISIMPEGNO: UN PROCEDIMENTO INDIVIDUALE E SOCIALE Il processo di disimpegno morale che trasforma gli individui in carnefici richiede tempo. Il mutamento avviene attraverso una progressiva cancellazione del sentimento di autocensura. 1 - misfatti abbastanza limitati, messi in atto con qualche difficoltà di tipo morale. 2 - la ripetitività degli atti di natura violenta smussa il sentimento di colpevolezza 3 - le azioni diventano via via più odiose, finché azioni considerate all’inizio come ripugnanti, vengono perpetrate quotidianamente senza suscitare angoscia né disgusto. 4 - Il comportamento disumano diviene a questo punto una routine. A - non è un meccanismo puramente interiore B - gli individui non sono insensibili alle realtà sociali nelle quali sono immersi C - le azioni morali sono il prodotto di una interazione incrociata tra le influenze personali e quelle sociostrutturali. Tutto deve essere organizzato in modo tale da rendere il più difficoltoso possibile a ciascuno di noi il disimpegno sul piano morale ed umano. TIPO DI MECCANISMO MECCANISMO PSICOLOGICO ATTIVATO SLOGAN etichettamento eufemistico In fondo non è che ho fracassato la testa di quel poverino, gli ho solo dato qualche amichevole pacca sulla spalla. si attenuano i toni del proprio gesto, cercando di renderlo più accettabile (spesso usando l'ironia). giustificazione morale Io non lo faccio per me stesso, ma per scopi morali ben più elevati, che voi umani non potete ancora comprendere. si fa appello a scopi etici e morali superiori (in realtà inesistenti o ben miseri). confronto vantaggioso Si ok, io ho fatto tutto questo, ma c'è chi fa molto di peggio! azioni riprovevoli sono ridimensionate confrontandole con altre ben peggiori. dislocamento della responsabilità Non è colpa mia! Mi hanno detto di fare così. diffusione della responsabilità Beh, in fondo lo fanno tutti … distorsione delle conseguenze Massì, cosa vuoi che sia, non sarà mica grave. deumanizzazione della vittima Quella non è una persona, è una bestia! attribuzione di colpa alla vittima Non è giusto, ha cominciato lui! si rinvia ad altri la propria responsabilità, spesso a persone potenti (governo ladro!). la colpa di tutti non è colpa di nessuno, la responsabilità viene distribuita per un grosso numero di persone, quindi il peso che grava su ogni singolo individuo è notevolmente ridotto. i danni arrecati a una persona, alla comunità o a se stessi vengono minimizzati. le vittime vengono private della propria dignità umana e ridotti al rango di oggetti. la responsabilità di un'azione viene rimandata sulla vittima, magari giustificando il proprio gesto dicendo: “era inevitabile”. MASS MEDIA, e oggi i SOCIAL TEORIA DEL MODELLAMENTO: fasi del processo I mass media presentano moltissime descrizioni della vita sociale 1 - un singolo membro di un pubblico osserva nel contenuto mediale un modello (una persona) che esplica un certo tipo di azione; 2 - l’osservatore si identifica col modello, che ritiene quindi degno di imitazione; 3 - l’osservatore riconosce che il comportamento osservato è funzionale, ovvero produce effetti desiderabili, se imitato in una certa situazione; 4 - l’individuo ricorda e riproduce il comportamento del modello (risposta) quando si trova in circostanze pertinenti (stimolo); 5 - in questo modo, l’individuo trae delle gratificazioni, così il legame stimolo – risposta (suggerita dal modello) è rinforzato positivamente; questo rinforzo aumenta le probabilità che l’individuo dia ripetutamente la medesima risposta a stimoli simili. Questa teoria riguarda l’influenza indiretta e a lungo termine sull’azione individuale; Due teorie rendono conto di come i mass media interverrebbero nel processo di socializzazione. influenza indiretta e a lungo termine sull’azione individuale influenza indiretta e a lungo termine sull’azione collettiva (cioè sulla società) TEORIA DELLE ASPETTATIVE SOCIALI 1 - I mass media danno delle rappresentazioni affidabili o meno dei modelli consolidati di vita di gruppo 2 - le rappresentazioni diventano l’insieme appreso di aspettative sociali circa il modo in cui ci si aspetta che agiscano i membri dei vari gruppi che compongono la società 2 - queste aspettative forniscono delle indicazioni sul comportamento da tenere verso gli altri membri del proprio gruppo, 3 – forniscono delle conoscenze sul comportamento dei membri degli altri gruppi. EFFETTI DEL PROCESSO DI ETICHETTATTURA (attribuzione di livello di intelligenza) - innesca le pessimistiche attese di insegnanti, - condiziona la bassa motivazione scolastica per lo - bassi livelli di autostima negli alunni ‘intellettualmente meno dotati’ che spesso si possono solo percepire come individui incapaci. Tra questi individui nasce spesso il ‘leader negativo’ che reagisce ai presunti insuccessi a lui attribuiti, ricercando altre forme di riconoscimento da parte del gruppo o di realizzazione narcisistica AUTOEFFICACIA come dimensione della personalità permette di migliorare l'autocontrollo nell'azione intenzionale: - nei processi - di apprendimento e studio - di gestione dello stress - nella modificazione di comportamenti rilevanti per la salute. A parità di intelligenza e abilità specifiche, la persona con un forte senso di autoefficacia - sceglie obiettivi più elevati, - è più motivata, - usa le proprie capacità con maggiore efficienza, - è meno ansiosa, - gestisce meglio i fallimenti, - è più tenace, - ottiene risultati più soddisfacenti di chi ha invece una percezione negativa delle proprie possibilità. TECNICA in 4 modalità: 1 - esperienze di padroneggiamento attraverso l’azione diretta: superare gli ostacoli attraverso un impegno tenace e trasformare gli insuccessi in successi. 2 - esperienza vicaria, ossia l'apprendimento attraverso l'uso di modelli influenti: vedo una persona simile a me che riesce a fare qualcosa e attraverso l’osservazione di questo modello vi riesco a mia volta. 3 - persuasione verbale: una persona significativa mi convince realisticamente che sono in grado di fare qualcosa e trovo così la forza per dedicarmici. 4 - gli stati fisiologici e affettivi: neutralizzando l’attivazione e gli stati d’animo negativi traggo da me stesso informazioni che mi incoraggiano a impegnarmi nel compito che mi sono prefisso.