Consiglio di strategia - Istituto Baccelli Tivoli

SALADINO
Saladino (1138-1193) è il nome
con il quale è conosciuto in
Occidente
Salah
al-Din
(«integrità della religione»),
sultano di Egitto e Siria negli
ultimi decenni del XII secolo.
Fu
il
conquistatore
di
Gerusalemme nel 1187 e il più
valoroso e pericoloso nemico
delle forze cristiane durante la
terza crociata in Terra Santa.
Cristofano dell’Altissimo, Saladino, ante 1568,
Uffizi, Firenze
Nella Commedia
Dante Alighieri porrà, oltre un
secolo dopo la sua morte,
Saladino tra i valorosi non
cristiani del Limbo (“...e solo,
in parte, vidi l' Saladino”), a
testimoniare la sua duratura
fama di uomo retto ed
esempio di virtù cavalleresca.
G. Stradano, Il Limbo,1587, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze
Gli spiriti magni,
Codex Altonensis
Solitario e in disparte, unico maomettano nel Limbo, Saladino
infatti, nonostante sia stato il più fiero protagonista delle lotte
dell’Islam contro i Crociati, venne ammirato in tutto
l’Occidente per le sue virtù cavalleresche e cortesi.
I primi anni
Bandiera curda
Nato nel 1138 a Tikrit, in Mesopotamia,
Saladino era figlio di un emiro di stirpe
curda. Crebbe in Siria alla corte di
Norandino, governatore di Damasco.
Norandino
La battaglia di Damietta
Il primo esordio militare di Saladino fu contro i cristiani
guidati dal re Amalrico I di Gerusalemme,
mentre assediavano Damietta nel
1169. Fin dalla sua prima battaglia egli
dimostrò grandi doti di condottiero.
Il matrimonio di Amalrico I
di Gerusalemme con Maria
Comnena a Tiro nel 1167,
come illustrato in una
miniatura realizzata tra il
XIII ed il XIV secolo.
La dinastia ayyubita
Stemma ayyubita
Attuale distribuzione Sunniti
e Sciiti
Dopo la vittoria sui cristiani a Damietta il Califfo di
Baghdad nominò Saladino suo visir.
Poi Saladino nel 1171 fondò la sua dinastia, quella degli
Ayyubiti, e divenne il campione dell’ortodossia sunnita.
I primi territori
Tre anni dopo, nel 1174, Norandino morì, forse avvelenato.
In seguito il califfo di Baghdad gli assegnò delle terre: Egitto,
Palestina, Siria centrale, Yemen e Maghreb. Quei territori
sotto il suo dominio conobbero una splendida stagione
architettonica e monumentale.
La lotta prosegue
Saladino continuò a lottare
contro i Cristiani puntando,
nel 1177, a riconquistare
Gerusalemme. Così decise di
sconfiggere prima il nemico
fuori
da
Gerusalemme,
assediando ad Ascalona il re
Baldovino IV di Gerusalemme
(re lebbroso) e a Gaza i
templari, e conquistò altre tre
piazzeforti tra cui Ramla.
La battaglia di Montgisard
Nel 1177, Baldovino IV di
Gerusalemme (1161-1185),
dopo essere scampato dagli
assedi di Gaza ed Ascalona, si
mosse con le sue truppe
lungo la costa per fermare
Saladino
prima
che
raggiungesse Gerusalemme. Il
re
lebbroso
riuscì
a
sconfiggerlo a Montgisard,
costringendolo a ripiegare in
Egitto.
Baldovino (figura centrale)
Altre conquiste
Saladino, dopo l'imbarazzante sconfitta a Montgisard,
decise di concentrarsi su altri obbiettivi: nel 1183 sconfisse
Rinaldo de Châtillon, cavaliere cristiano e principe dell'
Antiochia e l' anno dopo conquistò Aleppo.
Rinaldo de Châtillon
La battaglia di Hattin
Il 4 luglio del 1187 Saladino si scontrò direttamente con
il re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, presso
Tiberiade, sconfiggendolo con una mossa astuta, ossia
bruciando il campo nemico di notte. Subito dopo
decapitò Guido e i suoi generali.
La riconquista di Gerusalemme
Il 2 ottobre 1187 Saladino
entrò a Gerusalemme
dopo due mesi di assedio,
ma si mostrò clemente
con i Cristiani, ai quali fu
concesso di allontanarsi
incolumi.
Questo evento causò la
terza crociata, partita nel
1188, sotto la guida del re
d' Inghilterra Riccardo I
Cuor di Leone.
Re Riccardo Cuor di Leone
La Terza crociata
L' esercito cristiano nel 1191
riconquistò San Giovanni d' Acri
e sconfisse Saladino ad Arsuf,
ma la Città Santa restava in
mano musulmana. Le lotte
terminarono con gli accordi tra
Saladino e Riccardo, che
stabilivano che Saladino avrebbe
riconsentito i pellegrinaggi, ma
avrebbe mantenuto comunque
il controllo della Terra Santa.
Arsuf
La morte
Saladino morì il 4 marzo del 1193 a Damasco.
Secondo il suo biografo, mentre i figli si spartivano i suoi
domini, si accorsero di non avere soldi a sufficienza per
la sepoltura, perché il padre li aveva donati in
beneficenza. Saladino, perciò, venne inumato tre mesi
dopo in un sarcofago di legno decorato, mentre nel 1898
fu offerto in dono da Guglielmo II
un sarcofago di marmo bianco,
entrambi
conservati
nel
mausoleo del Saladino, fatto
costruire dal fratello.
Chiunque gli fece visita lo
onorò, mentre Henri
Gouraud,
generale
francese della Grande
Guerra, prese a calci il suo
sarcofago
dicendo:
“Svegliati, siamo tornati.
La mia presenza in questo
luogo consacra la vittoria
della Croce sulla Mezza
Luna!”.
Henri Gouraud
La fortuna
Molti cronisti contemporanei lo
definirono un mostro, per due
motivi: era musulmano e aveva
riconquistato Gerusalemme.
Esempi di quest'odio sono in
 la Passio Reginaldi, di Pietro di Blois,
che
martirizzava
Rinaldo
e
demonizzava Saladino
 il Carmen de Saladino, anonimo,
che raccontava di come Saladino
Il sultano, titubante, si accinge ad
avesse ucciso tutti quelli che stavano
affettare un melograno miniatura di un antico libro di
tra lui e la moglie di Norandino,
ricette.
persino Norandino, per ereditarne i beni.
Nei secoli successivi la figura del Saladino venne invece
rivalutata: in Italia, oltre che nella Commedia di Dante,
sarà menzionato in una novella del Decameron di
Boccaccio come valentissimo signore e allora soldano di
Babilonia e nel Novellino, come esempio di rettitudine,
di saggezza e di buon governo.
Negli anni Trenta
anche la Perugina
ricordò il Saladino,
dedicandogli una
rarissima figurina
nell’album
“I 4 Moschettieri”.