Laurea Magistrale in Letteratura italiana, Filologia moderna e Linguistica Esercitazione di Storia della lingua italiana La lingua del Decameron di Boccaccio e la riscrittura in italiano moderno di Busi Il confronto campione su una novella del Decameron prenderà in esame alcuni tratti significativi della sintassi e del lessico. Ciascuna novella potrà essere analizzata per intero o solo in parte. L’indagine sarà condotta sulle parti direttamente confrontabili, escludendo quindi i preamboli soppressi da Busi. In particolare, si terrà conto dei seguenti aspetti: 1. alleggerimento dei periodi ampi e complessi; riduzione dell’ipotassi a favore della paratassi; trattamento delle frequenti proposizioni gerundive e di altri costrutti latineggianti (come il verbo in fine di frase o l’accusativo con l’infinito); eliminazione della cosiddetta “paraipotassi”; adozione di strutture tipiche del parlato; 2. procedimenti impiegati per eliminare le ripetizioni (frequenti in Boccaccio e, più in generale, nella prosa antica), come il ricorso a sinonimi o a sostituenti pronominali, i mutamenti nell’impostazione della frase, l’omissione (ellissi) di elementi ricavabili dal contesto; 3. nominalizzazione, ovvero sostituzione di strutture verbali con strutture nominali; 4. eliminazione ed eventuale sostituzione di arcaismi lessicali; 5. adozione di parole, locuzioni, modi di dire moderni o espressivi, nonché di eventuali neologismi creati dallo stesso Busi. L’esercitazione dovrà essere condotta con l’ausilio del GDLI (S. Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, Torino, UTET, 1961-2002) e del GRADIT (T. De Mauro, Grande dizionario italiano dell’uso, 6 voll. Torino, UTET, 1999). Questi repertori dovranno essere utilizzati, in particolare, per decifrare il significato di parole antiche o rare (anche le congiunzioni come avvegna che ‘sebbene’) e per rilevare la data di prima attestazione di una parola introdotta da Busi. Novelle da analizzare I, 1 (Ser Ciappelletto); I, 2 (Abraam giudeo); I, 3 (Melchisedec e il Saladino); II, 4 (Landolfo Rufolo); II, 5 (Andreuccio da Perugia); III, 3 (Una bella donna beffa un frate); IV, 1 (Tancredi e Ghismonda); IV, 2 (Frate Alberto); IV, 4 (Gerbino); IV, 5 (Lisabetta da Messina); IV, 7 (Simona e Pasquino); IV, 9 (Guglielmo Rossiglione); V, 1 (Cimone); V, 3 (Pietro Boccamazza e l’Agnolella) V, 4 (Caterina e l’usignolo); V, 8 (Nastagio degli Onesti); V, 9 (Federico degli Alberighi); VI, 1 (Madonna Oretta); VI, 2 (Cisti fornaio); VI, 4 (Chichibìo e le gru); VI, 9 (Guido Cavalcanti); VI, 10 (Frate Cipolla); VIII, 2 (Il prete da Varlungo e Monna Belcolore); VIII, 3 (Calandrino e l’elitropia); VIII, 6 (Calandrino e il porco); X, 2 (Ghino di Tacco e l’abate di Clignì); X, 6 (Re Carlo); X, 7 (Lisa e il re Piero); X, 9 (Torello e il Saladino).