❤ LA FAUNA SCHEDA F17 la formica Formica rufa L Le formiche sono piccole, sono per lo più femmine, appartengono a 5500 specie diverse rimaste invariate da 60 milioni di anni, sono forti, combattenti. Possono mordere, pungere, spandere acidi. E sono anche molto utili. Nido di Formica rufa in una radura tra i Larici. Formica rufa. Flettendo l’addome, la formica spruzza acido formico. Le mandibole sono aperte in segno di minaccia. Le formiche sono piccole, sono per lo più femmine, appartengono a 5500 specie diverse rimaste invariate da 60 milioni di anni, sono forti, combattenti. Possono mordere, pungere, spandere acidi. E sono anche molto utili. Il grande interesse verso le formiche del gruppo Formica rufa, ad esempio, ( che comprende F. lugubris, F. rufa, F. aquilonia, F. polyctena) è dovuto fondamentalmente al loro significato pratico nei confronti della protezione e conservazione delle foreste. Si tratta di insetti in grado di distruggere altri insetti che devastano i patrimoni forestali e che quindi vengono utilizzati per scopi di lotta biologica. I casi più clamorosi riguardano soprattutto Formica lugubris, di enorme importanza ecologica in quanto principale nemica naturale della processionaria del pino. Si può facilmente identificare la presenza della formica rufa, passeggiando nella Lariceta di Crissolo nel territorio del PARCO DEL PO CUNEESE, dai caratteristici nidi conici (detti acervi) alti anche un metro, ricoperti da aghi di Il grande interesse verso le formiche del gruppo Formica rufa, ad esempio, (che comprende F. lugubris, F. rufa, F. aquilonia, F. polyctena) è dovuto fondamentalmente al loro significato pratico nei confronti della protezione e conservazione delle foreste. Si tratta di insetti in grado di distruggere altri insetti che devastano i patrimoni forestali e che quindi vengono utilizzati per scopi di lotta biologica. I casi più clamorosi riguardano soprattutto Formica lugubris, di enorme importanza ecologica in quanto principale nemica naturale della processionaria del pino. Si può facilmente identificare la presenza della formica rufa, passeggiando nella Lariceta di Crissolo nel territorio del PARCO DEL PO CUNEESE, dai caratteristici nidi conici (detti acervi) alti anche un metro, ricoperti da aghi di conifere, frammenti di vegetali, granuli di resina, sassolini e terra. Con la partecipazione della Formica rufa, operaia. Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo ❤ LA FAUNA la formica rufa SCHEDA F17 SCHEDA N. 1 Così come per l’uomo anche per questi insetti - detti “eusociali” - la vita risulta più facile se vissuta in comunità. Questa organizzazione è basata sulla divisione dei compiti, sulla cooperazione nelle cure parentali – aiutata da uno scambio apparentemente continuo di informazioni chimiche (feromoni) mediante strofinio di teste e antenne – e sull’opera di individui sterili a vantaggio di altri fecondi; esistono tre classi principali di formiche: i maschi, le regine e le operaie. I maschi nascono solo in certi periodi dell’anno da uova non fecondate ed hanno un unico compito: fecondare le giovani regine durante il cosiddetto “volo di nozze” che avviene generalmente in maggio, poi muoiono. Le regine costituiscono il tipo più grande di formica; ognuna di loro diventa la madre della propria colonia, con l’unico compito di deporre le uova – migliaia o addirittura milioni – in modo che la comunità possa crescere e svilupparsi. La maggior parte delle uova dà origine a piccole formiche femmine (sterili) prive di ali, conosciute come operaie che oltre ad accudire la regina si dedicano a costruire il nido e a provvedere ai bisogni della successiva serie di larve. Inoltre le si vede continuamente pattugliare l’area circostante il nido. Quando si incontrano nei tortuosi corridoi del formicaio aprendo la bocca possono chiedere da mangiare: le formiche trasformano in liquido tutto il cibo che viene immagazzinato nel loro stomaco. Questo scambio di cibo da una formica all’altra, che si chiama trofallassi, è molto comune tra gli Imenotteri. Nelle celle dei piccoli, più calde ed asciutte perché vicine alla superficie, le “bambinaie” curano le crisalidi che aiuteranno a schiudersi una volta raggiunto lo stadio completo di sviluppo. Più sotto, dov’è più freddo e umido, le larve vengono pulite e nutrite; infine, nella parte più profonda e sicura del formicaio si trova la regina nella sua cella reale, circondata da uno stuolo di operaie. Recentemente la Formica rufa con la sua azione anti-insetti nocivi gratuita e non inquinante si è rarefatta in parecchie regioni e si è notata la stessa diminuzione presso altre specie appartenenti al genere Formica. E’ un dato senza dubbio preoccupante di cui dovremmo saper valutare con attenzione le possibili cause (distruzione o frammentazione di habitat, introduzione di specie non autoctone, effetti secondari a cascata) per riuscire ad evitare i danni enormi che ogni riduzione di biodiversità comporta. E per attuare norme di gestione territoriale che frenino i danni e che ricostituiscano le migliori condizioni ecologiche possibili. Purtroppo i nidi di F. rufa vengono non di rado distrutti per puro vandalismo. Così facendo il danno che si reca al bosco apre la via alle invasioni di insetti dannosi. Rispettiamo quindi i nidi e non accaniamoci contro questi insetti così utili e innocui per l’uomo che per difendersi possono al massimo pizzicarci la pelle e spruzzarci un po’ di acido formico! Incontro tra due Formiche rufe. La posizione è eretta e le mandibole sono aperte. Nido di Formica rufa. Nelle calde giornate estive, la superficie del nido è coperta di formiche, indaffarate al lavoro ma anche pronte a fronteggiare qualsiasi aggressore. Foto: Mario De Casa - Testi e disegni: Samantha Rosso - © Parco del Po Cuneese - Mar. 02