Formica rufa (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera) La formica rossa (Formica rufa LINNAEUS, 1758) è una formica abbastanza boreale. Dotata di livrea rosso ruggine, addome, zampe ed antenne di colorazione è priva di pungiglione, ma è capace di lanciare, anche a 30 centimetri di distanza, formico prodotto da un apparato addominale. Lunga fino a 8-10 millimetri, mandibole. diffusa nell'emisfero bruna, questa specie potenti getti di acido è dotata di grandi Caratteristiche La Formica rufa è un insetto sociale che vive in nidi. Le colonie, composte anche da mezzo milione di individui, sono rette da un sistema matriarcale e sono suddivise in rigide caste che assolvono compiti diversi. Al vertice del sistema si trovano le regine la cui funzione è esclusivamente quella di deporre le uova: la Formica rufa è una specie nelle cui colonie coesistono più regine, (ovvero è una specie cosiddetta poliginica). Immediatamente accanto alle regine ci sono le vergini, che sono potenzialmente fertili, ma che non si sono ancora accoppiate. Quindi vengono le operaie, femmine anch’esse, però sterili, che possiedono ovari regrediti. A loro spettano svariati compiti: dalla costruzione e manutenzione del nido alla sua difesa, dalla raccolta del cibo alla cura ed all’allevamento delle larve. Nella Formica rufa non esistono differenze morfologiche tra le operaie (in altre specie di formiche, infatti, una parte delle operaie può avere un aspetto diverso e svolgere esclusivamente compiti particolari) ed il loro ruolo varia con il progredire dell’età. Infine ci sono i maschi, che non prendono parte alla vita delle colonie, ma che servono esclusivamente per la riproduzione, al momento del cosiddetto volo nuziale: le formiche, infatti, sono imenotteri come le api e le vespe e, come tali, possiedono le ali, perlomeno i maschi e le femmine fertili; queste ultime, poi, generalmente le perdono dopo l’accoppiamento. Una volta avvenuto l’accoppiamento gli individui di sesso maschile, esaurita la loro funzione, muoiono nel giro di pochi giorni. Le femmine fecondate, che diverranno le future regine, possono vivere per diversi anni (generalmente più di cinque) e conservano lo sperma dei maschi all’interno del loro corpo, in un organo chiamato spermateca, per fecondare le uova anche molto tempo dopo l’accoppiamento. Non tutte le uova vengono fecondate, però: infatti da quelle fecondate nasceranno esclusivamente femmine, mentre, se la regina impedisce agli spermatozoi di raggiungere le uova, da queste si svilupperanno i maschi. Per quanto riguarda le femmine, poi, che andranno a costituire le varie caste della colonia, non si conosce ancora a fondo il meccanismo che ne regola la differenziazione. Si pensa, però, che non sia un fattore genetico, ma che sulla fertilità o meno delle larve influiscano elementi ambientali secondari. In parole povere, tutte le uova fecondate deposte dalle regine hanno le medesime potenzialità e quindi da esse avrebbero facoltà di svilupparsi adulti di qualsiasi casta. L’orientamento verrebbe stabilito in seguito, attraverso il cibo che viene somministrato alle larve, la temperatura del nido e anche particolari sostanze chimiche che la madre emette per inibire la formazione di nuove regine. La chimica è infatti la base della vita di un formicaio: ogni formica è fornita di numerose ghiandole (nelle antenne, sul capo, vicino alle mandibole, nel torace, nell’addome e sulle zampe), che emettono particolari sostanze, chiamate feromoni, i cui odori caratteristici trasmettono alle compagne messaggi diversi, dal semplice riconoscimento tra individui di una stessa colonia all’allarme per un’aggressione, dalla traccia di una pista che conduce al cibo a quella che invece riporta al nido. 1 Da questo punto di vista, alcuni Autori hanno paragonato una colonia di formiche ad un “superorganismo”, composto, anziché da cellule, da individui che possiedono un patrimonio genetico in parte comune, ma che sono indirizzati verso funzioni e compiti differenti (come accade alle cellule che compongono i vari tessuti di un organismo) e coordinati nelle loro attività da una complessa rete di messaggi principalmente di tipo chimico. La vita delle formiche è un complesso sistema di odori ed anche la morte è un fatto di odore. Un individuo morto, infatti, mediante una sostanza chimica, l’acido oleico, emette una particolare esalazione che gli entomologi chiamano “feromone funereo”. Questo sentore fa in modo che le operaie riconoscano la loro simile come morta e che la prendano di peso per portarla in una specie di cimitero, cioè un luogo ben preciso al di fuori del formicaio, dove vengono ammassati tutti i corpi delle compagne morte. È stato dimostrato che, se una formica ancora viva e vegeta viene cosparsa di acido oleico, le altre operaie la prendono di peso e la trasportano al di fuori del nido insieme agli altri cadaveri. Accanto ai messaggi chimici, poi, ne esistono alcuni motori (tramite movimenti ritualizzati, che normalmente hanno la funzione di reclutare altri individui consimili per la ricerca di cibo o per missioni aggressive) ed, infine, messaggi sonori, prodotti da un apparato che si trova tra il torace e l’addome e che è formato da una specie di plettro su cui vengono sfregate molto velocemente delle minuscole creste muovendo il gastro (che è la parte anteriore dell’addome). Questo produce particolari stridulazioni, quasi impercettibili per il nostro orecchio, che hanno soprattutto la funzione di chiedere aiuto in quelle situazioni in cui a nulla può servire sprigionare feromoni, come ad esempio il crollo di una galleria o un’aggressione da parte di formiche avversarie. I nidi Il nido della formica rufa si presenta come una grande cupola, detta acervo, fatta di aghi e rametti, che può arrivare ad oltre un metro di altezza. Questa in realtà non è altro che una piccola parte del formicaio vero e proprio, che si estende per la maggior parte nel sottosuolo e che viene scavato dalle operaie a forza di mandibole. È una struttura alquanto complessa, composta da numerose camere e gallerie disposte su vari piani che hanno la funzione di mantenere una temperatura ed un’umidità costanti all’interno del formicaio stesso e di garantire al tempo stesso una buona aerazione di tutte le sale. Sale in cui vengono accumulate le scorte di cibo, in cui le regine depongono le uova oppure in cui le operaie nutrono e accudiscono le larve ai vari stadi del loro sviluppo. Le operaie si preoccupano anche di procacciare il cibo per tutta la colonia. La Formica rufa è carnivora e pertanto deve cacciare le sue prede. Le sue strategie di caccia sono molto complesse, elaborate e basate su una cooperazione tra individui che consente a questi insetti di catturare ed uccidere anche prede più grandi di loro. Solitamente le operaie circondano un’eventuale preda a gruppi di cinque o sei, quindi alcune di loro la immobilizzano con le mandibole mentre altre le spruzzano addosso il micidiale acido formico contenuto nel loro addome. Tutte le specie di formiche producono questa sostanza (da cui il nome), ma la Formica rufa ne possiede quantità straordinarie: nel suo addome si trova infatti un serbatoio di acido formico che può pesare un quinto del suo corpo! Si è calcolato che in questa attività venatoria un nido di Formica rufa può eliminare quotidianamente 4.000 larve di coleotteri xilofagi (che si nutrono del legno e che parassitizzano gli alberi) e circa 50.000 insetti, per un totale che può arrivare fino a 5 milioni in una sola stagione. 2 Quando arriva la stagione riproduttiva, dai nidi si alzano in volo sciami di regine vergini e di maschi che cercano di accoppiarsi. Molte femmine moriranno in questo tentativo (ed i maschi periranno tutti, sia che riescano ad accoppiarsi sia che no ce la facciano), ma quelle che sopravvivranno andranno a fondare una nuova colonia. Cercheranno un sito adatto dove iniziare la costruzione del nido, quindi si staccheranno le ali e scaveranno piccole cavità dove deporranno le prime uova fecondate dallo sperma dei maschi, che verrà conservato per molti anni all’interno della spermateca, dalla quale mediante una speciale valvola, controllata dalla regina stessa, gli spermatozoi possono raggiungere l’apparato riproduttore e qui fecondare le uova. Dalle prime deposte nasceranno le nuove operaie che andranno a costruire il nido vero e proprio ed il suo caratteristico acervo e a prendersi cura della regina. Finché le nuove operaie non saranno adulte, la regina dovrà nutrirsi delle riserve derivanti dal riassorbimento dei muscoli alari (ora per lei inutili) e di una parte delle uova che essa stessa depone. Tutto questo può apparire crudele e violento, ma la vita delle formiche è tutt’altro che quieta. Forse perché questi insetti discendono dalle vespe (sembra che le più antiche risalgano a circa 92 milioni di anni fa), ma di certo sono creature tutt’altro che pacifiche, sebbene le favole di Esopo e La Fontaine le descrivano come creature operose, da cui gli uomini dovrebbero trarre esempio. L’entomologo Edward O. Wilson scrive che “Se le formiche possedessero armi distruggerebbero il mondo in una settimana”. Infatti questi animaletti combattono spesso con i loro simili per il cibo e per il territorio. E nelle loro guerre non esiste il concetto della pietà per i vinti: il nemico va annientato! Sicuramente i grandi favolisti del passato, se avessero conosciuto in maniera più approfondita questi insetti, non li avrebbero scelti quali esempio di virtù, ma certamente il loro mondo e la loro vita sono senza dubbio ricchi di interesse e di fascino. La Formica rufa è un insetto diffusamente poligino (un maschio può avere più femmine) e spesso, subito dopo la fecondazione, riammette le regine nella colonia madre, con l'effetto di produrre vecchi nidi con una fitta rete di gallerie e oltre un centinaio di femmine fecondate, che non possono sopravvivere al di fuori di un formicaio già avviato. Nuove colonie possono crearsi quando una colonia ha un certo numero di individui, allora la colonia si divide in più sottosciami o sciami secondari, che se abbastanza grandi si dividono a loro volta in sciami terziari, e molto più raramente in sciami quaternari; ogni sciame dà poi origine ad un nuovo formicaio del tutto autonomo che crescerà anch'esso di numero e produrrà femmine fertili e maschi a tempo debito. 3 Difende con aggressività il territorio, e spesso attacca altre specie di formiche presenti nella zona del proprio dominio per eliminarle. I voli nuziali hanno luogo durante la primavera e spesso coincidono con dure battaglie fra colonie vicine per la riorganizzazione dei confini territoriali. Questa specie può anche far nascere nidi con il meccanismo del parassitismo sociale temporaneo: ad ospitare le formiche rosse sono in genere specie del gruppo Formica fusca, in particolare la Formica fusca e la Formica lemani, sebbene siano state trovate colonie nascenti di Formica rufa anche nei nidi di Formica glebaria, Formica cunicularia e altre specie, anche del genere Lasius. Alimentazione La formica si nutre comunemente di invertebrati trovati intorno al nido, e in particolare afidi trovati sugli alberi che si trovano nei paraggi, sebbene siano anche voraci saprofagi. Diffusa nei boschi europei di conifere, soprattutto di abeti e larici, costruisce nidi giganteschi, alti sino a 2 metri, che vengono trapiantati anche in altri boschi per la lotta contro gli insetti dannosi; si rinvengono in genere nelle aree di bosco meno fitto, dove possono essere raggiunti dai raggi del sole. Bibliografia: Giuseppe Brillante: “Le formiche senza segreti”. Airone N. 255, Luglio 2002. Editoriale Giorgio Mondadori. “Campigna. L’abete bianco e le abetine”. Sentiero Natura N. 1. Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Riferimenti : L'immagine della Formica rufa proviene dal sito: http://www.bdp.it/parco/percorsi/sentiero1/nodo6.htm L’immagine del nido (schema) proviene dal sito : http://www.rigocamerano.it/bbosco4.htm 4