528 Formica rufa FORMICA RUFA Ceppo: Formica rufa L. Formica rossa. Formicariae. Emisfero settentrionale. Preparazione: Animali schiacciati, acido formico ed altri veleni organici. Dati chimici e farmaceutici: Sperimentazione: Si. Diluizione minima: 3D. Organospecificità: Relazioni patologico-anatomiche e sintomatiche vedi Acidum formicicum. Indicazioni cliniche: vedi Acidum formicicum. La Formica rufa è la grossa formica rossa d’America con la quale Lippe e Hering hanno fatto sperimentazioni partendo da una tintura ricavata facendo macerare delle formiche vive nell’alcool. La formica si difende pizzicando con le sue potenti mandibole e iniettando contemporaneamente un liquido nel punto morso. Questo liquido fa virare in rosso la carta tornasole e contiene acido formico, che trae d’altronde il suo nome dal fatto che primitivamente lo si otteneva dalla distillazione delle formiche. Se ne trova anche nelle ortiche, nella dulcamara e nel ginepro. STUDIO CHIMICO Considerando che l’acido formico è il principale elemento attivo di Formica, comprenderemo molto più facilmente la sua patogenesi ricordandone la sua formula chimica e comparandola a quella degli altri acidi già studiati, soprattutto all’acido acetico e all’acido lattico. È sufficiente che il lettore si riporti al primo volume, Rimedi minerali e chimici, al capitolo dedicato agli acidi organici, e soprattutto a quello hodiamont_secondaparte.indd 528 dell’acido acetico, che afferma che gli acidi organici con basso numero di carbonio sono tutti prodotti della disintegrazione incompleta degli zuccheri, degli alcoli, degli acidi grassi, dei lipidi, degli aminoacidi, tanto della serie alifatica che della serie aromatica. Normalmente, una disintegrazione termina con una ossidazione, durante la quale gli atomi di carbonio e di idrogeno, se sono completamente ossidati, si eliminano sotto forma di anidride carbonica (CO2) e d’acqua (H2O). Quando le combustioni sono incomplete, alcuni atomi di carbonio e di idrogeno restano chimicamente uniti, e i prodotti di disintegrazione incompleta possono essere degli acidi, soprattutto l’acido formico (un atomo di carbonio), l’acido acetico (due atomi di carbonio), e l’acido lattico (tre atomi di carbonio). Comprendiamo così, che se l’acido formico è un prodotto della combustione incompleta dei residui della nutrizione, esso corrisponderà alle malattie durante le quali il metabolismo è rallentato e in cui i residui della nutrizione vengono mal combusti e mal eliminati. È per questo che Formica rufa corrisponde all’artritismo, alla gotta, alle malattie della nutrizione e a volte anche gravi disturbi di metabolismo. DIATESI ARTRITICA Formica rufa sarà dunque un rimedio dell’artritismo, del reumatismo e dei disturbi generali dovuti ad una malnutrizione dei tessuti. Troveremo anche l’intossicazione artritica del sistema nervoso e l’irritazione cutanea. Infine,, vi ritroveremo certi sintomi propri degli acidi e che abbiamo già studiato nel capitolo acidi in Rimedi minerali e chimici: la diarrea, il catarro delle mucose, la sete, l’atonia muscolare, la tendenza alla sordità e la caduta dei capelli. Riscontriamo una volta di più l’analogia dei sintomi per i farmaci che presentano una analoga composizione chimica. Ciò prova che è lo studio chimico e fisiologico a spiegare in maniera migliore i sintomi dei rimedi omeopatici. Come abbiamo esposto nel prendere in esame altri rimedi, il reumatismo deve essere curato tenendo conto del fatto che esso è provocato dai residui della nutrizione generale, insufficientemente combusti nell’organismo. Non bisogna dunque intossicare il malato con medicamenti tossici come i sali d’oro o vari cortisoni, ma ricercare a quale stadio di disintegrazione le combustioni biologiche hanno arrestato le loro ossidazioni. Per l’insieme dei sintomi del malato se ne avrà un’idea, a secondo che esso corrisponda a Formic acidum, a Oxalic acidum, a Bezoic acidum ecc. Bisogna allora sottoporre il paziente ad una dieta alimentare appropriata, molto più a base vegetale 01/03/2015 19.16.17 Formica rufa che di carne, perché l’alimentazione a base animale, produce molti più residui organici acidi, e soprattutto aminoacidi: la dieta dovrà essere povera di cloruro di sodio per non bloccare il rene, e il malato dovrà bere abbondantemente per espellere i residui solubili con l’aumento delle eliminazioni renali. Bisogna infine e principalmente ricercare il rimedio “simillimum”. I grandi sintomi di Formica saranno dunque prima di tutto i sintomi reumatici. Il reumatismo tocca particolarmente i tessuti fibrosi, soprattutto i legamenti. Ne risulta che il malato ha rigidità articolare, sensazione che i tendini siano accorciati, fitte e crampi ai tendini. Anche le aponevrosi muscolari e i tendini dei muscoli sono dolorosi e retratti. Il malato presenta un netto aggravamento con il freddo, a causa del rallentamento delle sue combustioni; si aggrava con il movimento a causa della rigidità; è aggravato dall’umidità e soprattutto quando nevica, perché questo aggrava la sua rigidità e le sue contrazioni. Il reumatismo di Formica colpisce particolarmente i gomiti, i polsi, le anche e le ginocchia. I dolori provocano fitte e si aggrava nella prima parte della notte, il che gli impedisce di dormire, ma diminuiscono dopo mezzanotte. Il paziente prova il bisogno di muoversi, ma il movimento lo aggrava. La frizione momentaneamente lo solleva, ma non è consigliabile perché rischia di far spostare il reumatismo e di inviarlo in un’altra parte del corpo, talvolta al cuore. Infine,, un sintomo particolare di questo tipo di reumatismo è che una traspirazione, anche abbondante, non allevia il malato. Colpendo i tessuti tendinei, il rimedio potrà corrispondere a dolori reumatici nei tessuti fibrosi dell’occhio, nei muscoli del cuoio capelluto, nella nuca e nella schiena; nei tessuti fibrosi della mano che possono essere ritratti come nel morbo di Dupuytren; e nei tessuti dei piedi e della pianta dei piedi. Tutti questi dolori presentano le modalità generali del rimedio. DISTURBI DELLA NUTRIZIONE DEI TESSUTI I disturbi della nutrizione dei tessuti possono manifestarsi sulla superficie dell’occhio. La cornea, questo tessuto sottile e fragile, nutrito per endosmosi, subisce le ripercussioni di questo metabolismo artritico; una cattiva nutrizione vi produce lesioni a lenta degenerazione: ulcere cornee, macchie cicatriziali, macule, leucomi, pterigo. Possono aggiungersi dolori nevralgici e dolori reumatici nei tessuti fibrosi dell’occhio. Disturbi visivi; fosfeni, mosche luminose o nere, velo davanti agli occhi, sensazione di guardare nella nebbia, irite reumatica. hodiamont_secondaparte.indd 529 529 Anche l’orecchio è toccato. Nello studio degli acidi compiuto anteriormente, abbiamo visto che la sintomatologia degli acidi comporta spesso un indebolimento dell’orecchio e un’evoluzione verso la sordità. L’intossicazione acida dell’organismo ne è la principale causa, la malnutrizione dei tessuti nobili di questo organo fragile e complicato dell’orecchio interno fa il resto. Il suo funzionamento rallenta e si paralizza, e l’individuo diventa sordo dopo aver attraversato un periodo di indebolimento uditivo, accompagnato da ronzii e scricchiolii nelle orecchie. Il rene soffre a causa dell’intossicazione acida e dei residui artritici che ingombrano l’organismo. Talvolta si sforza di eliminarli, e secerne un’urina chiara e abbondante, mentre il malato ha molta sete: questa è la fase reattiva di eliminazione. Talvolta il rene è sovraccarico per la massa dei residui che dovrebbe evacuare, senza riuscirci: l’urina è allora scarsa, carica, abbondante in urati e in altri residui, può contenere anche albumina. Questo può portare alla nefrite cronica e a stati idropici. La pelle subirà gli effetti della malnutrizione dei tessuti, e fungerà nello stesso tempo, se l’organismo si presta, da via di eliminazione. Ricordiamo prima di tutto l’irritazione della pelle provocata dal morso di formica. Il malato sarà soggetto all’orticaria e al prurito. Il malato perderà i capelli, il che costituisce un disturbo della nutrizione delle fanere e si ritrova negli altri acidi. La malnutrizione della pelle permetterà la comparsa di eruzioni eczematose o in forma di psoriasi. Attraverso questo derivativo, l’organismo si sforza di eliminare le tossine del malato. Si osserverà spesso, esaminando e interrogando un malato colpito da psoriasi, “che non ha sintomi”. Ad eccepire della sua eruzione il malato elimina tutte le tossine per mezzo della pelle. Ma se gli si fa “rientrare” la sua eruzione con pomate o raggi, il soggetto comincia a manifestare numerosi disturbi! Possono manifestarsi disturbi molto più profondi, la malnutrizione può assumere la forma degenerativa grave ed evolvere verso il lupus, la tubercolosi o il cancro. L’individuo arriva progressivamente ad uno stato di debilità generale molto profonda, cessa d’avere reazioni, e subisce allora le peggiori evoluzioni degenerative. CATARRO DELLE MUCOSE Poiché le mucose sono in generale irritate dagli acidi e poiché costituiscono anch’esse una via di eliminazione, l’individuo Formica presenterà uno stato catarrale al loro livello. Catarro nasale, corizza artritica con molti starnuti; sensazione di ostruzione e formazione di polipi e 01/03/2015 19.16.17 530 Formica rufa anche una lenta degenerazione della mucosa nasale. Irritazione delle mucose della gola con secrezione di muco; raucedine e catarro laringeo; catarro delle vie respiratorie con tosse persistente. Catarro gastrico con nausee, bruciore e vomiti. Ma è soprattutto il catarro intestinale che qui, come in tutti gli altri acidi, si ritroverà in modo marcato. L’intossicazione acida irrita l’intestino e provoca la diarrea, che è un buon metodo per eliminare le tossine artritiche. In generale dunque, aumentando le sue eliminazioni per mezzo della pelle, delle urine e dell’intestino, Formica è un soggetto che si difende bene contro la sua intossicazione. La diarrea aumenta la sete del malato e può accompagnarsi a coliche, sopraggiungere immediatamente dopo i pasti, solo di giorno; a volte invece l’attacco si presenta la sera o nella prima parte della notte. L’intestino malato sarà a volte un luogo di soggiorno ideale per la tenia, che non si installa in generale nei soggetti in buona salute. Solamente quando il soggetto si indebolirà e mancherà di reazione, il soggetto Formica potrà diventare stitico. contrariamente a quanto accade negli altri artritici. A causa di questo sintomi, come dell’indebolimento del sistema nervoso, Formica si riavvicina a Mercurius. RIASSUNTO CLINICO Riassumendo, se vogliamo individuare Formica in un paziente, dovremo ricordarci che si tratta di un artritico freddoloso aggravato dall’umidità, il cui stato si aggrava durante la prima parte della notte e migliora dopo mezzanotte; ha disturbi visivi ed evolve verso la sordità; perde i capelli, è soggetto a catarri mucosi e a diarrea, può presentare orticaria e varie affezioni cutanee, il suo sistema nervoso si indebolisce lentamente. Le sue modalità sono essenzialmente quelle di un idrogenoide: aggravamento con il freddo, con i bagni freddi, con l’umidità e soprattutto quando sta per nevicare; grazie a quest’ultimo punto egli è un “pazientebarometro”. Ha infine un netto aggravamento con il movimento, soprattutto del dolore alla schiena, alla nuca e al sacro. Ricordiamo per finire il miglioramento di tutti i suoi sintomi dopo mezzanotte, e l’assenza di miglioramento con la traspirazione. INTOSSICAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO L’intossicazione artritica colpirà il sistema nervoso nel suo insieme, inizialmente in superficie, quindi in profondità. Abbiamo visto prima come gli organi sensoriali, visivi e uditivi, possano venire colpiti. Il paziente potrà soffrire di frequenti mal di testa, cefalee artritiche a volte molto intense. Sensazione di ribollimento o di fitte nella testa, nevralgie temporali e oculari, pesantezza, sensazione di pienezza o di aumento del volume del cervello; emicranie, vertigini. Il paziente in generale migliora nella seconda parte della notte; tutti i suoi sintomi emicranici, reumatici, diarroici o altri ancora migliorano dopo la mezzanotte. Nevralgie reumatiche in diversi punti; debolezza nervosa e stanchezza. Debolezza generale del sistema muscolare e nervoso, in particolare agli arti inferiori. Debolezza del midollo spinale: pesantezza, dolori e senso di orripilazione lungo la colonna vertebrale. Gli arti sono pesanti paretici e ciò nei casi estremi può arrivare fino alla paraplegia. Altri casi evolvono verso un’irritazione nervosa e possono presentare spasmi, una tendenza convulsiva che può spingersi fino all’epilessia o alla corea. Un caso di corea conseguente alla soppressione della sudorazione dei piedi è stato guarito da questo rimedio. A questo proposito, è bene ricordare che il paziente Formica è soggetto alle traspirazioni, soprattutto notturne; si risveglia con la pelle madida, ma questa traspirazione non gli procura alcun sollievo, hodiamont_secondaparte.indd 530 01/03/2015 19.16.17