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Formica rufa
FORMICA RUFA
Ceppo: Formica rufa L. Formica rossa. Formicariae. Emisfero settentrionale.
Preparazione: Animali schiacciati, acido formico
ed altri veleni organici.
Dati chimici e farmaceutici:
Sperimentazione: Si.
Diluizione minima: 3D.
Organospecificità: Relazioni patologico-anatomiche e sintomatiche vedi Acidum formicicum.
Indicazioni cliniche: vedi Acidum formicicum.
La Formica rufa è la grossa formica rossa d’America
con la quale Lippe e Hering hanno fatto sperimentazioni partendo da una tintura ricavata facendo macerare
delle formiche vive nell’alcool. La formica si difende
pizzicando con le sue potenti mandibole e iniettando
contemporaneamente un liquido nel punto morso.
Questo liquido fa virare in rosso la carta tornasole
e contiene acido formico, che trae d’altronde il suo
nome dal fatto che primitivamente lo si otteneva dalla
distillazione delle formiche. Se ne trova anche nelle
ortiche, nella dulcamara e nel ginepro.
STUDIO CHIMICO
Considerando che l’acido formico è il principale
elemento attivo di Formica, comprenderemo molto
più facilmente la sua patogenesi ricordandone la
sua formula chimica e comparandola a quella degli
altri acidi già studiati, soprattutto all’acido acetico e
all’acido lattico. È sufficiente che il lettore si riporti al
primo volume, Rimedi minerali e chimici, al capitolo
dedicato agli acidi organici, e soprattutto a quello
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dell’acido acetico, che afferma che gli acidi organici
con basso numero di carbonio sono tutti prodotti della
disintegrazione incompleta degli zuccheri, degli alcoli,
degli acidi grassi, dei lipidi, degli aminoacidi, tanto
della serie alifatica che della serie aromatica.
Normalmente, una disintegrazione termina con
una ossidazione, durante la quale gli atomi di carbonio e di idrogeno, se sono completamente ossidati, si
eliminano sotto forma di anidride carbonica (CO2) e
d’acqua (H2O). Quando le combustioni sono incomplete, alcuni atomi di carbonio e di idrogeno restano
chimicamente uniti, e i prodotti di disintegrazione
incompleta possono essere degli acidi, soprattutto
l’acido formico (un atomo di carbonio), l’acido acetico
(due atomi di carbonio), e l’acido lattico (tre atomi di
carbonio).
Comprendiamo così, che se l’acido formico è un
prodotto della combustione incompleta dei residui della nutrizione, esso corrisponderà alle malattie durante
le quali il metabolismo è rallentato e in cui i residui
della nutrizione vengono mal combusti e mal eliminati.
È per questo che Formica rufa corrisponde all’artritismo, alla gotta, alle malattie della nutrizione e a
volte anche gravi disturbi di metabolismo.
DIATESI ARTRITICA
Formica rufa sarà dunque un rimedio dell’artritismo, del reumatismo e dei disturbi generali dovuti ad
una malnutrizione dei tessuti. Troveremo anche l’intossicazione artritica del sistema nervoso e l’irritazione
cutanea. Infine,, vi ritroveremo certi sintomi propri
degli acidi e che abbiamo già studiato nel capitolo
acidi in Rimedi minerali e chimici: la diarrea, il catarro
delle mucose, la sete, l’atonia muscolare, la tendenza
alla sordità e la caduta dei capelli. Riscontriamo una
volta di più l’analogia dei sintomi per i farmaci che
presentano una analoga composizione chimica. Ciò
prova che è lo studio chimico e fisiologico a spiegare
in maniera migliore i sintomi dei rimedi omeopatici.
Come abbiamo esposto nel prendere in esame
altri rimedi, il reumatismo deve essere curato tenendo
conto del fatto che esso è provocato dai residui della
nutrizione generale, insufficientemente combusti
nell’organismo. Non bisogna dunque intossicare il
malato con medicamenti tossici come i sali d’oro o
vari cortisoni, ma ricercare a quale stadio di disintegrazione le combustioni biologiche hanno arrestato le
loro ossidazioni. Per l’insieme dei sintomi del malato
se ne avrà un’idea, a secondo che esso corrisponda a
Formic acidum, a Oxalic acidum, a Bezoic acidum ecc.
Bisogna allora sottoporre il paziente ad una dieta
alimentare appropriata, molto più a base vegetale
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che di carne, perché l’alimentazione a base animale,
produce molti più residui organici acidi, e soprattutto
aminoacidi: la dieta dovrà essere povera di cloruro di
sodio per non bloccare il rene, e il malato dovrà bere
abbondantemente per espellere i residui solubili con
l’aumento delle eliminazioni renali. Bisogna infine e
principalmente ricercare il rimedio “simillimum”.
I grandi sintomi di Formica saranno dunque prima
di tutto i sintomi reumatici. Il reumatismo tocca particolarmente i tessuti fibrosi, soprattutto i legamenti. Ne
risulta che il malato ha rigidità articolare, sensazione
che i tendini siano accorciati, fitte e crampi ai tendini.
Anche le aponevrosi muscolari e i tendini dei muscoli
sono dolorosi e retratti.
Il malato presenta un netto aggravamento con
il freddo, a causa del rallentamento delle sue combustioni; si aggrava con il movimento a causa della
rigidità; è aggravato dall’umidità e soprattutto quando
nevica, perché questo aggrava la sua rigidità e le sue
contrazioni. Il reumatismo di Formica colpisce particolarmente i gomiti, i polsi, le anche e le ginocchia.
I dolori provocano fitte e si aggrava nella prima parte
della notte, il che gli impedisce di dormire, ma diminuiscono dopo mezzanotte.
Il paziente prova il bisogno di muoversi, ma il
movimento lo aggrava.
La frizione momentaneamente lo solleva, ma
non è consigliabile perché rischia di far spostare il
reumatismo e di inviarlo in un’altra parte del corpo,
talvolta al cuore. Infine,, un sintomo particolare di
questo tipo di reumatismo è che una traspirazione,
anche abbondante, non allevia il malato. Colpendo i
tessuti tendinei, il rimedio potrà corrispondere a dolori
reumatici nei tessuti fibrosi dell’occhio, nei muscoli
del cuoio capelluto, nella nuca e nella schiena; nei
tessuti fibrosi della mano che possono essere ritratti
come nel morbo di Dupuytren; e nei tessuti dei piedi
e della pianta dei piedi. Tutti questi dolori presentano
le modalità generali del rimedio.
DISTURBI DELLA NUTRIZIONE DEI TESSUTI
I disturbi della nutrizione dei tessuti possono
manifestarsi sulla superficie dell’occhio. La cornea,
questo tessuto sottile e fragile, nutrito per endosmosi,
subisce le ripercussioni di questo metabolismo artritico; una cattiva nutrizione vi produce lesioni a lenta
degenerazione: ulcere cornee, macchie cicatriziali,
macule, leucomi, pterigo. Possono aggiungersi dolori
nevralgici e dolori reumatici nei tessuti fibrosi dell’occhio. Disturbi visivi; fosfeni, mosche luminose o nere,
velo davanti agli occhi, sensazione di guardare nella
nebbia, irite reumatica.
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Anche l’orecchio è toccato. Nello studio degli
acidi compiuto anteriormente, abbiamo visto che la
sintomatologia degli acidi comporta spesso un indebolimento dell’orecchio e un’evoluzione verso la sordità.
L’intossicazione acida dell’organismo ne è la principale causa, la malnutrizione dei tessuti nobili di questo
organo fragile e complicato dell’orecchio interno fa
il resto. Il suo funzionamento rallenta e si paralizza,
e l’individuo diventa sordo dopo aver attraversato un
periodo di indebolimento uditivo, accompagnato da
ronzii e scricchiolii nelle orecchie.
Il rene soffre a causa dell’intossicazione acida e dei
residui artritici che ingombrano l’organismo. Talvolta si
sforza di eliminarli, e secerne un’urina chiara e abbondante, mentre il malato ha molta sete: questa è la fase
reattiva di eliminazione. Talvolta il rene è sovraccarico
per la massa dei residui che dovrebbe evacuare, senza
riuscirci: l’urina è allora scarsa, carica, abbondante in
urati e in altri residui, può contenere anche albumina.
Questo può portare alla nefrite cronica e a stati idropici.
La pelle subirà gli effetti della malnutrizione dei
tessuti, e fungerà nello stesso tempo, se l’organismo
si presta, da via di eliminazione. Ricordiamo prima di
tutto l’irritazione della pelle provocata dal morso di
formica. Il malato sarà soggetto all’orticaria e al prurito.
Il malato perderà i capelli, il che costituisce un disturbo
della nutrizione delle fanere e si ritrova negli altri acidi.
La malnutrizione della pelle permetterà la comparsa di
eruzioni eczematose o in forma di psoriasi. Attraverso
questo derivativo, l’organismo si sforza di eliminare le
tossine del malato. Si osserverà spesso, esaminando e
interrogando un malato colpito da psoriasi, “che non
ha sintomi”.
Ad eccepire della sua eruzione il malato elimina
tutte le tossine per mezzo della pelle. Ma se gli si
fa “rientrare” la sua eruzione con pomate o raggi, il
soggetto comincia a manifestare numerosi disturbi!
Possono manifestarsi disturbi molto più profondi, la
malnutrizione può assumere la forma degenerativa
grave ed evolvere verso il lupus, la tubercolosi o il
cancro. L’individuo arriva progressivamente ad uno
stato di debilità generale molto profonda, cessa d’avere reazioni, e subisce allora le peggiori evoluzioni
degenerative.
CATARRO DELLE MUCOSE
Poiché le mucose sono in generale irritate dagli
acidi e poiché costituiscono anch’esse una via di eliminazione, l’individuo Formica presenterà uno stato
catarrale al loro livello.
Catarro nasale, corizza artritica con molti starnuti;
sensazione di ostruzione e formazione di polipi e
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anche una lenta degenerazione della mucosa nasale.
Irritazione delle mucose della gola con secrezione di
muco; raucedine e catarro laringeo; catarro delle vie
respiratorie con tosse persistente. Catarro gastrico con
nausee, bruciore e vomiti. Ma è soprattutto il catarro
intestinale che qui, come in tutti gli altri acidi, si ritroverà in modo marcato. L’intossicazione acida irrita
l’intestino e provoca la diarrea, che è un buon metodo
per eliminare le tossine artritiche.
In generale dunque, aumentando le sue eliminazioni per mezzo della pelle, delle urine e dell’intestino,
Formica è un soggetto che si difende bene contro la
sua intossicazione.
La diarrea aumenta la sete del malato e può accompagnarsi a coliche, sopraggiungere immediatamente
dopo i pasti, solo di giorno; a volte invece l’attacco si
presenta la sera o nella prima parte della notte. L’intestino malato sarà a volte un luogo di soggiorno ideale
per la tenia, che non si installa in generale nei soggetti
in buona salute. Solamente quando il soggetto si indebolirà e mancherà di reazione, il soggetto Formica
potrà diventare stitico.
contrariamente a quanto accade negli altri artritici. A
causa di questo sintomi, come dell’indebolimento del
sistema nervoso, Formica si riavvicina a Mercurius.
RIASSUNTO CLINICO
Riassumendo, se vogliamo individuare Formica
in un paziente, dovremo ricordarci che si tratta di un
artritico freddoloso aggravato dall’umidità, il cui stato
si aggrava durante la prima parte della notte e migliora
dopo mezzanotte; ha disturbi visivi ed evolve verso la
sordità; perde i capelli, è soggetto a catarri mucosi e a
diarrea, può presentare orticaria e varie affezioni cutanee, il suo sistema nervoso si indebolisce lentamente.
Le sue modalità sono essenzialmente quelle di un
idrogenoide: aggravamento con il freddo, con i bagni
freddi, con l’umidità e soprattutto quando sta per nevicare; grazie a quest’ultimo punto egli è un “pazientebarometro”. Ha infine un netto aggravamento con il
movimento, soprattutto del dolore alla schiena, alla
nuca e al sacro.
Ricordiamo per finire il miglioramento di tutti i suoi
sintomi dopo mezzanotte, e l’assenza di miglioramento
con la traspirazione.
INTOSSICAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO
L’intossicazione artritica colpirà il sistema nervoso
nel suo insieme, inizialmente in superficie, quindi
in profondità. Abbiamo visto prima come gli organi
sensoriali, visivi e uditivi, possano venire colpiti. Il
paziente potrà soffrire di frequenti mal di testa, cefalee artritiche a volte molto intense. Sensazione di
ribollimento o di fitte nella testa, nevralgie temporali
e oculari, pesantezza, sensazione di pienezza o di
aumento del volume del cervello; emicranie, vertigini.
Il paziente in generale migliora nella seconda parte
della notte; tutti i suoi sintomi emicranici, reumatici,
diarroici o altri ancora migliorano dopo la mezzanotte. Nevralgie reumatiche in diversi punti; debolezza
nervosa e stanchezza.
Debolezza generale del sistema muscolare e nervoso, in particolare agli arti inferiori. Debolezza del
midollo spinale: pesantezza, dolori e senso di orripilazione lungo la colonna vertebrale. Gli arti sono
pesanti paretici e ciò nei casi estremi può arrivare fino
alla paraplegia. Altri casi evolvono verso un’irritazione
nervosa e possono presentare spasmi, una tendenza
convulsiva che può spingersi fino all’epilessia o alla
corea. Un caso di corea conseguente alla soppressione della sudorazione dei piedi è stato guarito da
questo rimedio. A questo proposito, è bene ricordare
che il paziente Formica è soggetto alle traspirazioni,
soprattutto notturne; si risveglia con la pelle madida,
ma questa traspirazione non gli procura alcun sollievo,
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