COSA SONO? Sono un gruppo di disturbi accomunati da un’errata rappresentazione della realtà. I sintomi che possono comparire nelle psicosi sono: - sintomi legati alla distorsione della realtà: deliri (idee irrazionali di cui il soggetto è fermamente convinto mentre agli altri la loro assurdità è palese. Es. convinzione di essere vittima di un complotto ad opera dei Servizi Segreti, convinzione che i propri pensieri vengano trasmessi alla televisione); allucinazioni (percezioni senza oggetto, possono essere uditive, olfattive, cenestesiche, visive. Es. il soggetto sente delle voci che commentano il suo comportamento, il soggetto percepisce di avere un serpente dentro la pancia che lo morde). - sintomi legati alla disorganizzazione: disorganizzazione del pensiero (il discorso del soggetto è illogico, difficile da comprendere, le frasi non sono articolate tra di loro), incongruità affettiva (il soggetto appare fatuo o si mette a ridere in una situazione di dolore), comportamenti bizzarri (il soggetto si comporta in modo strano, si veste in maniera bizzarra…) - sintomi legati all’impoverimento ideoaffettivo e motorio: la persona è abulica, apatica, priva di iniziativa, trascorre molto tempo in stato di inattività. Spesso evita il contatto sociale fino ad isolarsi in casa (ritiro sociale). QUALI SONO? I disturbi psicotici rappresentano un gruppo eterogeneo per sitomatologia, modalità di esordio e decorso. Si distinguono: - schizofrenia: rappresenta il disturbo più severo all’interno del gruppo dei disturbi psicotici ed anche il più diffuso (1% della popolazione generale). Ne esistono vari sottotipi : schizofrenia paranoide (con deliri e allucinazioni), disorganizzata (eloquio, affettività e comportamento disorganizzati), catatonica (sintomi di blocco motorio, stereotipie verbali e motorie), residuale (con sintomi di impoverimento: apatia, abulia, inattività). - disturbo schizoaffettivo: ai sintomi presenti nella schizofrenia si accompagnano alterazioni dell’umore (depressione, mania, episodio misto) - disturbo delirante: il soggetto manifesta una convinzione delirante la cui tematica può variare (grandiosità, gelosia, erotomania, persecutorietà, somatizzazione) senza altri sintomi psicotici. QUALI SONO LE CAUSE? Tra i fattori di rischio accertati per lo sviluppo delle psicosi ricordiamo: - ereditarietà: avere un famigliare affetto da psicosi aumenta il rischio di ammalarsi - complicazioni perinatali o infezioni - separazione precoce dalla madre - abuso di sostanze - eventi vita stressanti agirebbero da fattori precipitanti (eventi che accadono immediatamente prima dell’esordio) Per quanto riguarda la schizofrenia l’ipotesi del neurosviluppo teorizza che questa malattia è il risultato di alterazioni nello sviluppo dei neuroni, le cellule del cervello, che cominciano già in epoca prenatale per l’interazione di fattori genetico-ereditari con fattori ambientali (infezioni in gravidanza, ipossia fetale..). ESORDIO E DECORSO Il disturbo schizofrenico e schizoaffettivo esordiscono tipicamente in adolescenza e nella prima età adulta. L’esordio può essere acuto ed evidente (con allucinazioni e deliri) o insidioso (progressivo isolamento, abbandono della scuola). Il decorso è caratterizzato da riesacerbazioni e remissioni. Questi disturbi determinano una significativa compromissione del funzionamento generale ( impoverimento delle relazioni sociali, perdita dell’abilità lavorativa) del soggetto ed ogni ricaduta può accompagnarsi ad ulteriore deterioramento. Il disturbo delirante esordisce in piena età adulta o in età avanzata, in genere lentamente. Il decorso è cronico con possibili periodi di intervalli liberi da sintomi. La compromissione del funzionamento è in genere minore rispetto a quella che si osserva negli altri disturbi psicotici. COME SI CURA? La terapia dei disturbi psicotici prevede innanzitutto un trattamento psicofarmacologico a cui può essere associato un intervento riabilitativo e psicoterapico. Nella fase acuta del disturbo può essere necessario il ricovero ospedaliero. I farmaci che si utilizzano sono gli antipsicotici classici (i neurolettici) e gli antipsicotici di nuova generazione. Possono essere di aiuto anche le benzodiazepine e in casi specifici gli antidepressivi e gli stabilizzatori dell’umore (nei disturbi schizoaffettivi). La riabilitazione ha lo scopo di aiutare soggetto a recuperare le abilità perse a causa del disturbo (risocializzazione, borse lavoro). Gli approcci psicoterapici studiati per la psicosi includono le terapie comportamentali (addestramento delle capacità comportamentali, la token economy), terapie cognitive, terapie familiari, terapie di gruppo, terapie di sostegno introspettive.