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Corso di formazione ecumenica
2016 - Terni
Ortodossia II
Cenni di storia dell’Ortodossia di Placide Deseille
Dispensa di Padre Vasile Andreca
ORTODOSSIA 2
Sommario
La Chiesa indivisa del primo millennio................................................................................................4
Lo scisma tra Oriente e Occidente........................................................................................................5
L’Ortodossia dopo lo scisma................................................................................................................6
L’incontro dell’Ortodossia con l’Occidente.........................................................................................7
Appendice.............................................................................................................................................9
Panorama delle Chiese Ortodosse....................................................................................................9
Chiese autocefale........................................................................................................................9
Diaspora....................................................................................................................................10
Indice delle tabelle
Tabella 1: Chiese Ortodosse autocefale..............................................................................................11
Tabella 2: Chiese Ortodosse autonome..............................................................................................12
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Cenni di storia dell’Ortodossia di Placide Deseille
Traduzione dal francese del prof. G. M. – Palermo 2005
La Chiesa indivisa del primo millennio
I primi tre secoli della Chiesa sono stati contrassegnati da fatti importanti: la notevole
espansione del cristianesimo nell’Impero romano, e la feroce persecuzione dei cristiani in
determinati periodi, fino alla proclamazione dell’Editto di Milano nell’anno 313.
Gli apostoli e i loro primi successori fondarono molte chiese nelle città principali
dell’Impero romano. In ogni città c’era una comunità cristiana di base, presieduta da un
vescovo che, nominato originariamente dagli apostoli, era aiutato da presbiteri e diaconi.
Questo tipo di organizzazione dal triplo ministero già verso la fine del I secolo era ben
consolidato; se ne fa menzione nelle lettere scritte verso il 107 da Sant’Ignazio, vescovo di
Antiochia, mentre si recava a Roma dove sarebbe stato martirizzato. Sant’Ignazio fu il
primo ad esprimere chiaramente che la comunità cristiana locale è Chiesa, idea che rimane il
cuore della concezione ortodossa della Chiesa.
La preoccupazione principale dei cristiani, durante questo primo periodo, era
innanzitutto la celebrazione della fede e la testimonianza di questa fede in un ambiente
sovente ostile.
I primi discorsi esplicativi della fede cristiana sono stati scritti a partire dal II secolo –
sono quelli di Ireneo di Lione, di Giustino, di Clemente di Alessandria, di Origene, di
Tertulliano, scritti spesso per necessità di spiegare la fede di fronte al paganesimo e ai
filosofi ellenisti all’esterno della Chiesa, e di precisarla di fronte agli insegnamenti erronei
che la minacciavano dall’interno. Ma dopo l’Editto di Milano dell’Imperatore Costantino,
nell’anno 313, le grandi controversie dottrinali hanno scosso e per secoli la Chiesa. Come
notato, accennando alle principali dottrine elaborate dai sette Concili ecumenici, la Chiesa
ha conservato “la vera fede” ponendo e difendendo i dogmi necessari alla fede. Ciò però
non è avvenuto senza problemi, perché certe parti della Chiesa non hanno accettato tutte le
decisioni dei Concili.
La prima frattura importante della Chiesa è avvenuta tra il IV e il V secolo, a seguito
delle controversie cristologiche. La Chiesa di Persia divenne nestoriana e fu rotta la
comunione tra le Chiese “calcedonensi” (Roma e Bisanzio) – che accettarono le decisioni
del Concilio di Calcedonia nel 451 – e le Chiese “non (o pre-) calcedoniche”: le Chiese di
Armenia, di Siria (la Chiesa giacobita), di Egitto ( la Chiesa copta), di Etiopia e dell’India.
Nei primi secoli, il Cristianesimo, universale nella sua missione, si espresse in tre
culture maggiori: semitica o “orientale”, greca e latina. La prima grande scissione della
Chiesa spaccò quasi completamente i Semiti e gli altri Orientali, lasciando i Greci e i Latini.
In questo periodo, Greci e Latini formavano una sola Chiesa, testimoniando nelle loro
rispettive sfere il messaggio evangelico e lottando contro le eresie – la maggior parte delle
quali sono sorte nel mondo greco, fortemente influenzato dai filosofi ellenisti. È notevole,
ad esempio, che i papi di Roma, nella lunga e talora sanguinosa disputa delle icone che non
toccava affatto l’Occidente, abbiano sostenuto la dottrina ortodossa.
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ORTODOSSIA 2
Nel primo millennio dell’era cristiana, la Chiesa intera era essenzialmente
“ortodossa”. Certamente c’erano importanti differenze tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa
d’Occidente, ma per lunghi secoli furono in comunione. La concezione ortodossa della
struttura della Chiesa, fondata sui vescovi in quanto capi delle chiese locali, era, e rimane,
una collegialità delle teste delle cinque Chiese principali: Roma, Costantinopoli,
Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, la “pentarchia” il cui ordine di precedenza rifletteva
l’importanza delle Chiese. In pratica, le Chiese erano molto autonome le une di fronte alle
altre, ma la Chiesa di Roma, per ragioni insieme politiche ed ecclesiali, consolidò poco a
poco la sua autorità sulla Chiesa d’Occidente, affermando la supremazia del papa, in quanto
vescovo di Roma e successore di San Pietro, a scapito dell’autorità e dell’autonomia dei
vescovi in Occidente.
Lo scisma tra Oriente e Occidente
Alle differenze linguistiche, politiche e sociali delle parti orientale e occidentale del
vecchio Impero romano vennero ad aggiungersi differenze teologiche ed ecclesiali. Le
ragioni profonde della separazione delle due parti di Chiesa, le sole che ne spiegano la
durata, sono propriamente religiose. Innanzitutto la questione della processione dello Spirito
Santo, il Filioque. Tuttavia, la causa principale dello scisma fu di fatto la questione
dell’autorità del papa. I papi dell’epoca (IX e X secolo) tentarono di trasformare un primato
d’onore, una “presidenza d’amore” in seno alle Chiese locali, in un potere giuridico diretto
su tutte le Chiese, nonostante i diritti tradizionali dei vescovi e dei patriarchi delle altre
Chiese. Nel secolo XI, la riforma gregoriana, con l’intento di liberare il papato dagli
imperatori franchi e la Chiesa dai feudatari, volle sottomettere direttamente al papa non
solamente i vescovi, ma anche i re – e in quel contesto rivendicò l’infallibilità del sovrano
pontefice, dottrina occidentale che sarà elevata a dogma dal Concilio Vaticano I nel 1870.
Nel 1054, una delegazione del Papa Leone IX, mandata a Costantinopoli per
negoziare un’alleanza politica ed una unione delle Chiese, depose sull’altare di Santa Sofia,
la Chiesa imperiale di Costantinopoli, una sentenza di scomunica del Patriarca Michele
Cerulario, il quale a sua volta scomunicò il Papa. Le reciproche scomuniche saranno tolte
soltanto nel 1965 dal Papa Paolo VI e dal Patriarca Atenagora I, durante uno storico
incontro a Gerusalemme.
L’irreparabile era stato consumato nel 1204: la IV crociata, deviata dalla Terra Santa
per ragioni commerciali e politiche dai Veneziani, si diresse su Costantinopoli; la città fu
saccheggiata, le icone e le reliquie furono profanate o rubate, sul trono patriarcale fu
piazzata una prostituta, un Veneziano fu nominato Patriarca di Costantinopoli e un Latino
divenne imperatore di Bisanzio. Nel 1261 gli imperatori latini furono allontanati da
Bisanzio, che ridivenne Impero bizantino, erede della civiltà greca e guardiano della fede
ortodossa. Quell’ingerenza latina nell’Impero bizantino, però, gli diede un colpo mortale, ed
esso lentamente crollò di fronte al potere sempre più grande dei musulmani turchi venuti
dall’Asia.
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Cenni di storia dell’Ortodossia di Placide Deseille
L’Ortodossia dopo lo scisma
Già nel IX e X secolo, Bisanzio fu missionario in Europa orientale, dal Caucaso ai
Carpazi e sino al circolo polare. I santi Cirillo e Metodio tradussero la Bibbia e la liturgia in
slavo per i Moravi, dando ai popoli slavi una lingua scritta, che costituisce ancora oggi la
lingua liturgica di parecchi popoli slavi. I Bulgari e i Serbi furono battezzati nel IX secolo e
i Russi del principato di Kiev nell’anno 988 . Bisanzio organizzò le nuove Chiese in
metropoli ampiamente decentralizzate, ma il loro vescovo principale o metropolita viene
consacrato dal patriarca di Costantinopoli.
Con la distruzione della Rus-Kiev ad opera dei Mongoli ed il ripiegamento delle
popolazioni nelle foreste del nord-est, la Chiesa russa divenne la guardiana dell’anima
nazionale.
Nel XIV secolo, san Sergio di Radonesh restaurò il monachesimo in uno spirito di
servizio evangelico. I monasteri si moltiplicarono, ciascuno divenne un centro di cultura
cristiana e l’iconografia ortodossa conobbe uno dei suoi apogei, in particolare nel XVI
secolo, con i grandi centri di Novgorod, Mosca e Puskov.
La Chiesa russa a sua volta divenne missionaria, convertendo molti Mongoli e le
tribù finniche del Nord. I missionari ortodossi raggiunsero Pechino nel 1714, poi, alla fine
del XVIII secolo, le Isole Aleutine e l’Alaska – origine dell’Ortodossia nell’America del
Nord.
Dal XIII secolo, per ragioni politiche, al fine di ottenere dall’Occidente aiuto militare
contro il potere turco che minacciava l’Impero, gli imperatori bizantini cercarono di
riavvicinarsi a Roma. Fu in tale contesto che, nei Concili di Lione (1274) e di FerraraFirenze (1438-39), i rappresentanti ortodossi, spinti dall’imperatore, capitolarono di fronte
alle pretese romane riguardo all’autorità del papa e al filioque. Ma le conclusioni di quei
Concili furono respinte dal popolo e dal clero, che rimasero fedeli alla fede ortodossa.
Nel 1453 i Turchi s’impadronirono di Costantinopoli, fu la fine dell’Impero bizantino
e la Russia divenne il baluardo dell’Ortodossia. Sotto l’Impero ottomano, la Chiesa fu ora
perseguitata e ora tollerata; i quattro patriarcati tradizionali di Costantinopoli, Alessandria,
Antiochia e Gerusalemme, ebbero per secoli un’esistenza precaria. Nello stesso tempo però,
i grandi centri di spiritualità ortodossa, in particolare i monasteri di Santa Caterina sul Sinai
e quelli del “Santo Monte”, il Monte Athos in Grecia, continuarono a splendere anche sotto
la dominazione musulmana.
La Grecia fu liberata dal giogo ottomano nel 1832, la Bulgaria e la Serbia nel 1878 e
le loro Chiese divennero autocefale.
Nel XX secolo, la Chiesa di Grecia conosce una vera rinascita spirituale, con
movimenti religiosi come Zoè e Soter ed eminenti teologi, quali Christos Yannaras,
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ORTODOSSIA 2
Panayotis Nellas e Giovanni Zizoulias.
Dal Santo Monte è partito quello che si chiama il “rinnovamento filocalico” della
spiritualità ortodossa nel XIX e XX secolo. Nel 1872 un monaco del Monte Athos, san
Nicodemo l’Agiorita, e il vescovo di Corinto Macario, pubblicano a Venezia una
monumentale Filocalia (“amore della bellezza”), un florilegio di testi spirituali nella grande
tradizione esicasta risalente ai Padri del Deserto del IV e V secolo, passando attraverso i
grandi spirituali della Chiesa d’Oriente fino al XIV secolo. Tradotta da un monaco ucraino
stabilitosi in Moldavia, san Païssi Velitchkovsky, la Philocalia slava, poi russa, diventa la
fonte della rinascita spirituale della Chiesa russa nel XIX e secolo. Questa rinascita attinge le
sue radici nell’esicasmo, segnatamente la preghiera di Gesù, e raggiunge il suo apogeo in
personaggi come san Séraphim di Sarov e i santi starcy del monastero di Optino. Questo
rinnovamento filocalico è l’ispirazione del famoso “pellegrino russo” e continua ad
influenzare non soltanto il mondo ortodosso, ma anche l’Occidente.
Nel XX secolo, dopo la rivoluzione bolscevica, tutta la violenza dell’ateismo e del
materialismo moderni si è rovesciata sulla Chiesa russa, poi a partire dal 1945 sulle Chiese
ortodosse di parecchi paesi dell’Europa dell’Est. Dal 1918 al 1941, la Chiesa Russa ha
subito una delle persecuzioni più terribili che il mondo cristiano abbia conosciuto, con
martiri a dozzine se non addirittura a centinaia di migliaia. La maggior parte delle chiese, i
monasteri e i seminari furono chiusi, fu vietata ogni forma di catechesi, nel 1925 fu sospeso
il patriarcato ed una buona parte della gerarchia si sottomise allo stato comunista. Durante la
seconda guerra mondiale, Stalin “normalizzò” le relazioni con la Chiesa, molte chiese
furono riaperte, ed anche monasteri, seminari e accademie di teologia. Un nuovo periodo di
persecuzione, non sanguinosa ma asfissiante, si abbatté sulla Chiesa tra il 1960 e il 1964 e
poi ancora tra il 1979 e il 1985. Soltanto con la caduta del regime comunista, mentre era al
potere Gorbaciov, alla fine degli anni ottanta, la Chiesa russa è uscita dall’ombra in cui era
vissuta per 70 anni.
L’incontro dell’Ortodossia con l’Occidente
Rimaste isolate per molto tempo dai movimenti religiosi dell’ Occidente – lo scisma
occidentale della Riforma fu considerato a lungo come questione che non le riguardasse –
solo a cominciare dagli anni cinquanta le Chiese ortodosse si sono aggiunte alla
globalizzazione delle discussioni religiose. La presenza di numerose comunità ortodosse in
Occidente, il formarsi del Consiglio ecumenico delle Chiese nel 1948, lo svolgimento del
Concilio Vaticano II nel 1964-68, il ripristino della libertà religiosa nei vecchi paesi
comunisti, per il mondo ortodosso sono state altrettante occasioni per prendere coscienza di
sé e definirsi di fronte alle altre confessioni cristiane. Le principali Chiese ortodosse per
esempio hanno partecipato al Consiglio ecumenico delle Chiese, pur avendo delle riserve
riguardo alle tendenze spirituali e sociali – riserve che recentemente hanno obbligato alcune
Chiese a rivedere la propria adesione al Consiglio ecumenico.
Uno dei grandi avvenimenti spirituali del XX secolo è stato l’incontro dell’Ortodossia
con l’Occidente, grazie soprattutto alla presenza in Occidente della diaspora ortodossa,
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Cenni di storia dell’Ortodossia di Placide Deseille
ucraina, russa e greca soprattutto, ma anche rumena, serba ed araba. Già alla fine del XIX
secolo c’era in Europa occidentale e in America settentrionale un’importante presenza di
immigrati ortodossi. La prima guerra mondiale scatenò l’arrivo massiccio di rifugiati greci
cacciati dalla Turchia. A partire dal 1920 dilagarono ondate di emigrati russi, cacciati dalla
patria a causa della rivoluzione bolscevica. Fra questi, l’élite dell’intellighenzia russa si
stabilì principalmente in Francia. L’indomani della seconda guerra mondiale, ad una
seconda ondata di emigrati russi si aggiunsero Rumeni, Bulgari e Serbi. Dopo la crisi
libanese, molti arabi cristiani provenienti dal Libano e dalla Siria sono stabiliti in Europa ed
in America del Nord. Ai nostri giorni, una terza ondata di immigrazione russa, a seguito del
crollo dell’Unione Sovietica, sta aumentando nei paesi occidentali la presenza di
popolazioni venute dalla tradizione ortodossa.
Gli immigrati dei paesi di tradizione ortodossa portano con loro non solo la fede e la
pratica ortodosse, ma anche le loro Chiese nazionali, che si trovano impiantate nei paesi di
accoglienza. Importanti scuole teologiche sono state fondate, in particolare a Parigi,
l’Istituto di teologia San Sergio, e a New-York, il Seminario San Vladimiro. Fra i
rappresentanti eminenti della “scuola di Parigi” figurano i teologi Vladimir Lossky, Georges
Florovsky, Léonide Ouspensky, Paul Evdokimov, Jean Meyendorff e Alexandre
Schmemann. Questi ultimi due si sono stabiliti a New-York nel Seminario San Vladimiro.
Alla fine degli anni venti appaiono alcune “Ortodossie occidentali”, parrocchie che
utilizzano come lingue liturgiche le lingue occidentali. Esse sono scaturite sia dall’
insediamento progressivo degli immigrati e dei loro discendenti nei paesi di accoglienza e
sia dalla conversione di Occidentali “di matrice”. La prima liturgia celebrata in francese
risale al 1927 e la prima parrocchia francofona fu fondata a Parigi nel 1928. Così si sono
formate parrocchie e diocesi che utilizzano il francese, l’inglese, il tedesco etc. come lingue
liturgiche. La maggior parte di queste diocesi restano sotto la giurisdizione dei Patriarcati e
delle Chiese da dove sono venute (Costantinopoli, Antiochia, Romania, Serbia …).
Nel 1970, tuttavia, il Patriarcato di Mosca ha accordato l’autocefalia alle sue diocesi
di America del Nord, che sono divenute Chiesa Ortodossa d’America.
La presenza delle popolazioni di immigrati di tradizione ortodossa in Occidente
consente da più di un secolo un contatto vero tra le due grandi tradizioni del cristianesimo. I
cristiani occidentali possono scoprire le tradizioni spirituali accuratamente trasmesse ed
arricchite per secoli nella Chiesa ortodossa, la Liturgia bizantina, le icone, la spiritualità
esicasta, la preghiera di Gesù, ed una teologia rimasta fedele agli insegnamenti dei Padri e
dei Concili ecumenici.
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ORTODOSSIA 2
Appendice
Panorama delle Chiese Ortodosse
La Chiesa ortodossa non ha una struttura unitaria, osserva Andrea Pacini, essendo
ogni Chiesa autonoma amministrativamente unita nella condivisione della fede e della
tradizione. Ogni patriarcato fin dall’antichità godeva di una autonomia completa per la
gestione degli affari interni. Solo le questioni dogmatiche o disciplinari erano regolate dai
concili. Il primato d’onore spettava a Roma, seguita da Costantinopoli, Alessandria,
Antiochia e Gerusalemme.
La Chiesa ortodossa oggi è la Chiesa cristiana che riconosce il primato d’onore al
Patriarca di Costantinopoli. La Chiesa ortodossa si articola in una serie di Chiese autocefale,
di norma erette al rango di patriarcati. Il nome deriva dal fatto che la Chiesa ortodossa
ritiene sussistere in sé la Chiesa universale fondata da Gesù Cristo, a cui appartengono tutti i
battezzati, ritenendosi custode dell’originale cristianità efesina, rispetto alla Chiesa cattolica,
della quale non riconosce in particolare le dottrine del primato papale, del purgatorio e della
processione dello Spirito Santo dal Figlio. La Chiesa ortodossa inoltre differisce dalla
Chiesa cattolica in quanto non ammette la grazia creata ma, piuttosto, crede che l’uomo sia
reso partecipe delle energie divine increate.
Diversa fu, secondo A. Pacini, l’evoluzione fra Oriente ed Occidente dopo il 1000. In
Occidente tutto si concentrò sul papato, fino al Vaticano I (1861) che sanzionò il primato e
l’infallibilità. In Oriente è continuata l’articolazione delle Chiese patriarcali. La Chiesa
ortodossa è una comunità di Chiese autonome. L’autonomia è chiamata “autocefalia”. Non
c’è una autorità personale di governo. Solo i concili sono universali, mentre si tengono
sinodi provinciali o generali nei patriarcati. Nei Patriarcati, accanto al Patriarca ci sono i
Santi sinodi.
Chiese autocefale
Le Chiese autocefale hanno il diritto di gestire gli affari interni di loro autorità, di
eleggere i vescovi e il primate. In genere il primate è eletto dal sinodo o dal concilio
generale della Chiesa. Ora le Chiese autocefale sono 13, di cui 9 sono patriarcati. Ad esse si
aggiungono due, la cui autocefalia è stata data dal patriarcato di Mosca: cecoslovacca e in
America. Le Chiese ortodosse autonome sono cinque e si distinguono per dipendere da
un’altra Chiesa ortodossa per la conferma del metropolita. Esse sono: Monte Sinai,
Finlandia, Estonia, Giappone, Cina. Il Patriarca di Costantinopoli è insignito del primato
d’onore, che non implica autorità diretta, ma è ministero di servizio alla comunione delle
Chiese ortodosse.
Resta aperto, scrive A. Pacini, il problema su quale autorità ecclesiastica può
concedere lo status di autocefalia. Di per sé i canoni ortodossi riconoscono tale autorità alla
“Chiesa madre”, ma le interpretazioni sono diverse: la Chiesa di Costantinopoli riferisce a
sé questo titolo, il patriarcato di Mosca riferisce il titolo alla Chiesa di evangelizzazione. C’è
una competizione latente, con tensione nel 1997 per la chiesa di Estonia (Costantinopoli ha
riconosciuto l’autonomia con le rimostranze di Mosca). Si è arrivati al compromesso
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Cenni di storia dell’Ortodossia di Placide Deseille
lasciando libera scelta alle parrocchie. Le Chiese ortodosse preferiscono il riferimento a
Costantinopoli che però numericamente è poverissima per fedeli. Ci sono dichiarazioni
unilaterali, con la creazione di Chiese scismatiche come quelle macedone e ucraina.
Diaspora
Più complesso è il problema della diaspora. Il patriarcato di Costantinopoli sostiene
un concetto strettamente territoriale di giurisdizione canonica, mentre il resto compete al
patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Il problema si è accentuato con l’emigrazione. I
vari patriarcati seguono i loro fedeli, mentre nel 1917 è stato creato l’esarcato russo del
patriarcato ecumenico dei Russi della diaspora. Oggi i Russi in Europa occidentale fanno
capo a due giurisdizioni: la maggioranza è inclusa nell’esarcato russo di Costantinopoli,
mentre una minoranza appartiene alla diocesi del Chersoneso del patriarcato di Mosca. La
situazione è provvisoria, in attesa di una definizione pan-ortodossa.
Chiese ortodosse autocefale
Numero dei fedeli
Patriarcato di Costantinopoli
7.000.000
(3.000 a Istanbul)
Patriarcato di Alessandria
Patriarcato di Antiochia
Patriarcato di Gerusalemme
350.000
1.500.000
156.000
Chiesa ortodossa russa o
Patriarcato di Mosca
160.000.000 (circa)
Chiesa ortodossa serba o
Patriarcato di Serbia
Chiesa ortodossa o Patriarcato di
Romania
Chiesa ortodossa bulgara o
Patriarcato di Bulgaria
Chiesa ortodossa di Georgia o
Patriarcato di Georgia
Chiesa ortodossa di Cipro
Chiesa ortodossa di Grecia
Chiesa ortodossa di Polonia
Chiesa ortodossa di Albania
Chiesa ortodossa cecoslovacca
Chiesa ortodossa in America
Tabella 1: Chiese Ortodosse autocefale
10
8.000.000
Giurisdizione
Turchia, alcune isole dell’Egeo,
parte della Tracia, parte della
diaspora
Egitto e tutta l’Africa
Siria, Libano, Iraq, diaspora
Palestina, Israele, Giordania
F. Russa, Bielorussia, Ucraina,
Paesi baltici, Rep. Asia Centrale,
Rep. di Moldavia
Repubblica Iugoslava, Slovenia,
Croazia
20.000.000
Romania, Bessarabia (in parte)
8.000.000
Bulgaria
3.000.000
Georgia
500.000
10.000.000
1.000.000
700.000
74.000
1.000.000
Cipro
Grecia
Polonia
Albania
Boemia e Slovacchia
Stati Uniti
ORTODOSSIA 2
Chiese ortodosse autonome
Numero dei fedeli
Giurisdizione
Chiesa ortodossa del Monte Sinai
Chiesa ortodossa di Estonia
Chiesa ortodossa di Finlandia
Chiesa ortodossa del Giappone
Chiesa ortodossa di Cina
Chiesa ortodossa serba o
Patriarcato di Serbia
Chiesa ortodossa o Patriarcato di
Romania
800
10.000
53.000
25.000
---
Monte Sinai
Estonia (in parte)
Finlandia
Giappone
Cina
Repubblica Iugoslava, Slovenia,
Croazia
8.000.000
20.000.000
Romania, Bessarabia (in parte)
Tabella 2: Chiese Ortodosse autonome
11
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