LA CHIRURGIA DELLA MALATTIA DI LA PEYRONIE: ESPERIENZA SULLA PLICATURA DELL’ALBUGINEA E SULL’INCISIONE DI PLACCA CON INNESTO DI NASTRI DI GEL DI GORE-TEX RIMODELLATI G. Passavanti, A. Bragaglia, F. Costantini, F. Mengoni, R. Nucciotti, F. Viggiani, M. Gnech, V. Pizzuti (Grosseto) Scopo del lavoro La malattia di La peyronie è una condizione relativamente frequente ed ha una incidenza del 39% ; essa si associa spesso con il diabete e la DE. Questa condizione determina una deformità peniena che può compromettere la penetrazione coitale ed indurre disturbi psicologici, per la difficoltà ad accettarla. Materiali e metodi Abbiamo trattato 45 pazienti per un recurvatum penis secondario ad IPP. Il bilancio diagnostico prevedeva accurata anamnesi, esame obiettivo per identificare la placca, ecografia per rilevare calcificazioni intraplacca, fotografia del pene in erezione per documentare il recurvatum e la deformità; in caso di DE valutazione del 5IIEF ed una FIC, e nei pazienti che dovevano essere sottoposti ad innesto, anche l’esecuzione di ECCD. Abbiamo sempre misurato la lunghezza del pene che presentava valori compresi tra 11,5 e 14,5 cm ( m 13,25+/-1). Risultati 39 pazienti, con recurvatum di medio grado 45-60°, sono stati sottoposti a plicatura dell’albuginea ed in 6 casi, con recurvatum >60° e con DE, abbiamo effettuato incisione di placca con innesto di nastri di poliestere di fluoro polimero (gore-tex) rimodellate; l’innesto aveva sempre una superficie maggiore del 30% rispetto all’area corporale esposta. La correzione del recurvatum è stata sempre buona; fra i pazienti sottoposti a plicatura l’accorciamento era compreso tra 05, cm ( 1 caso) e 2 cm. I pazienti con DE, in particolare quelli sottoposti ad innesto, hanno continuato a rispondere agli iPDE5. L’innesto non ha mai, anche nel medio periodo (5 anni), indotto flogosi o retrazioni cicatriziali, né cedimenti pseudo aneurismatici. Abbiamo in tutti i casi effettuato una estesa liberazione del plesso dorsale e dell’uretra. Discussione La plicatura dell’albuginea rappresenta una valida procedura nel trattamento del recurvatum secondario così come l’innesto con incisione di placca; il primo intervento offre buoni risultati per recurvatum di grado medio-moderato e senza DE; in caso di recurvatum di grado elevato e con DE si può proporre l’innesto. Negli anni 90 era stato proposto l’uso di innesti sintetici e successivamente essi sono stati sostituiti da tessuti biologici autologhi od omologhi. La possibilità di usare nastri di poliestere di fuoropolimero, molto più sottili dei precedenti dispositivi di goretex, ci ha permesso di recuperare tale metodica Conclusioni Un accurato studio diagnostico dei pazienti che permetta una corretta indicazione al trattamento chirurgico, una accurata e minuziosa informazione del paziente anche per verificarne le aspettative, ed una estesa preparazione dei corpi cavernosi durante l’intervento, possono permettere dei buoni risultati della chirurgia sia che si opti per la plicatura dell’albuginea sia che si decida per l’innesto di strisce rimodellate di poliestere di fuoropolimero; quest’ultima metodica sembra scevra dal determinare le complicanze fino ad ora attribuite agli innesti sintetici