La chirurgia della malattia di La peyronie: esperienza sulla plicatura

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La chirurgia della malattia di La peyronie: esperienza sulla plicatura dell’albuginea e sull’incisione
di placca con innesto di nastri di gel di gore-tex rimodellati
Abstract
La malattia di La peyronie è una condizione relativamente frequente ed ha una incidenza del 3-9% ;
essa si associa spesso con il diabete e la DE.
Questa condizione determina una deformità peniena che può compromettere la penetrazione coitale
ed indurre disturbi psicologici, per la difficoltà ad accettarla.
Abbiamo trattato 45 pazienti per un recurvatum penis secondario ad IPP.
Il bilancio diagnostico prevedeva accurata anamnesi, esame obiettivo per identificare la placca,
ecografia per rilevare calcificazioni intraplacca, fotografia del pene in erezione per documentare il
recurvatum e la deformità; in caso di DE valutazione del 5IIEF ed una FIC, e nei pazienti che
dovevano essere sottoposti ad innesto, anche l’esecuzione di ECCD.
Abbiamo sempre misurato la lunghezza del pene che presentava valori compresi tra 11,5 e 14,5 cm
( m 13,25+/-1).
39 pazienti, con recurvatum di medio grado 45-60°, sono stati sottoposti a plicatura dell’albuginea
ed in 6 casi, con recurvatum >60° e con DE, abbiamo effettuato incisione di placca con innesto di
nastri di poliestere di fluoro polimero (gore-tex) rimodellate; l’innesto aveva sempre una superficie
maggiore del 30% rispetto all’area corporale esposta.
La correzione del recurvatum è stata sempre buona; fra i pazienti sottoposti a plicatura
l’accorciamento era compreso tra 05, cm ( 1 caso) e 2 cm.
I pazienti con DE, in particolare quelli sottoposti ad innesto, hanno continuato a rispondere agli
iPDE5. L’innesto non ha mai, anche nel medio periodo (5 anni), indotto flogosi o retrazioni
cicatriziali, né cedimenti pseudo aneurismatici.
Abbiamo in tutti i casi effettuato una estesa liberazione del plesso dorsale e dell’uretra.
La plicatura dell’albuginea rappresenta una valida procedura nel trattamento del recurvatum
secondario così come l’innesto con incisione di placca; il primo intervento offre buoni risultati per
recurvatum di grado medio-moderato e senza DE; in caso di recurvatum di grado elevato e con DE
si può proporre l’innesto. Negli anni 90 era stato proposto l’uso di innesti sintetici e
successivamente essi sono stati sostituiti da tessuti biologici autologhi od omologhi.
La possibilità di usare nastri di poliestere di fuoropolimero, molto più sottili dei precedenti
dispositivi di goretex, ci ha permesso di recuperare tale metodica.
Un accurato studio diagnostico dei pazienti che permetta una corretta indicazione al trattamento
chirurgico, una accurata e minuziosa informazione del paziente anche per verificarne le aspettative,
ed una estesa preparazione dei corpi cavernosi durante l’intervento, possono permettere dei buoni
risultati della chirurgia sia che si opti per la plicatura dell’albuginea sia che si decida per l’innesto di
strisce rimodellate di poliestere di fuoropolimero; quest’ultima metodica sembra scevra dal
determinare le complicanze fino ad ora attribuite agli innesti sintetici.
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