Cataratta
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La cataratta è una delle patologie più comuni dell'occhio e colpisce in prevalenza gli anziani (il
95% dei pazienti ha più di 65 anni). Il termine deriva dal greco katarraktês (ciò che cade
dall'alto), indicando visivamente l'impressione che il paziente lamenta, ovvero quella di avere
una tenda grigia che cade davanti all'occhio e che impedisce di vedere. Le cause della
patologia risiedono nell'opacizzazione del cristallino, una delle lenti del sistema ottico
dell'occhio. Il cristallino ha il compito di focalizzare sulla retina la luce che ha superato la
cornea. Per sua natura è trasparente ed elastico, ma se diventa opaco la luce non riesce più a
passare, riducendo o addirittura impedendo la visione. All'inizio della patologia, la visione non è
del tutto compromessa, ma i colori risultano sbiaditi e la luce intensa provoca fastidio e dolore.
L'unica cura è costituita dall'intervento chirurgico, con la moderna tecnica di
facoemulsificazione, che consiste nella frantumazione con sonde a ultrasuoni
del cristallino danneggiato, seguita dall'inserimento del cristallino artificiale,
introdotto nella sua sede naturale con un'incisione sulla parte anteriore
dell'occhio. I cristallini artificiali sono di vari tipi e la scelta dipende anche dai
difetti visivi del paziente. Nelle tecniche moderne di intervento l'anestesia
locale è sostituita da un collirio e l'uso delle microsonde a ultrasuoni permette
di ridurre l'incisione da 10 mm a circa 3 mm.
I rischi connessi all'intervento sono legati a possibili infezioni e alle condizioni generali del
paziente che, nella maggior parte dei casi, essendo anziano, potrebbe presentare anche altre
patologie importanti (diabete, ipertensione). Si può avere inoltre una temporanea riduzione
della qualità della visione (ipersensibilità alla luce, abbagliamento, sensazione di "vedere
doppio") che comunque si risolve in breve tempo. Dopo l'intervento è necessario sottoporsi a
controlli con lo scopo di escludere le infezioni e per la somministrazione di medicamenti
oftalmici locali.