Cataratta Copyright by THEA 2003 La cataratta è una delle patologie più comuni dell'occhio e colpisce in prevalenza gli anziani (il 95% dei pazienti ha più di 65 anni). Il termine deriva dal greco katarraktês (ciò che cade dall'alto), indicando visivamente l'impressione che il paziente lamenta, ovvero quella di avere una tenda grigia che cade davanti all'occhio e che impedisce di vedere. Le cause della patologia risiedono nell'opacizzazione del cristallino, una delle lenti del sistema ottico dell'occhio. Il cristallino ha il compito di focalizzare sulla retina la luce che ha superato la cornea. Per sua natura è trasparente ed elastico, ma se diventa opaco la luce non riesce più a passare, riducendo o addirittura impedendo la visione. All'inizio della patologia, la visione non è del tutto compromessa, ma i colori risultano sbiaditi e la luce intensa provoca fastidio e dolore. L'unica cura è costituita dall'intervento chirurgico, con la moderna tecnica di facoemulsificazione, che consiste nella frantumazione con sonde a ultrasuoni del cristallino danneggiato, seguita dall'inserimento del cristallino artificiale, introdotto nella sua sede naturale con un'incisione sulla parte anteriore dell'occhio. I cristallini artificiali sono di vari tipi e la scelta dipende anche dai difetti visivi del paziente. Nelle tecniche moderne di intervento l'anestesia locale è sostituita da un collirio e l'uso delle microsonde a ultrasuoni permette di ridurre l'incisione da 10 mm a circa 3 mm. I rischi connessi all'intervento sono legati a possibili infezioni e alle condizioni generali del paziente che, nella maggior parte dei casi, essendo anziano, potrebbe presentare anche altre patologie importanti (diabete, ipertensione). Si può avere inoltre una temporanea riduzione della qualità della visione (ipersensibilità alla luce, abbagliamento, sensazione di "vedere doppio") che comunque si risolve in breve tempo. Dopo l'intervento è necessario sottoporsi a controlli con lo scopo di escludere le infezioni e per la somministrazione di medicamenti oftalmici locali.