LA CATARATTA
Cos'è la cataratta?
E’ una progressiva opacizzazione del cristallino, che è una piccola lente posta dietro l'iride, al
centro della pupilla.
Quali sono i soggetti a rischio?
La cataratta può interessare qualsiasi età, ma la cataratta senile, come i capelli grigi, è parte normale
del processo di invecchiamento. Si manifesta perlopiù solo dopo i 60 anni, ma non è esclusiva di
questo periodo della vita. Essa può insorgere anche:
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nei pazienti diabetici;
in persone che hanno fatto uso prolungato di farmaci (cortisone, cordarone, chemioterapici);
in seguito a ferite o a traumi oculari gravi;
in persone affette da altre malattie oculari;
in seguito ad una eccessiva esposizione ai raggi solari.
Come si manifesta?
Generalmente la cataratta si sviluppa lentamente e senza causare dolore. Il sintomo più comune è
l’annebbiamento della vista. (Fig.1: a sinistra, immagine reale; a destra immagine vista da un occhio
affetto da cataratta). Inoltre sono frequenti sono l’ abbagliamento ed elevata ipersensibilità alla luce,
la comparsa o l’aggravamento della miopia. Anche una variazione della gradazione degli occhiali in
tempi molto brevi può indicare un aumento dell'opacizzazione del cristallino.
Quando la cataratta diventa molto avanzata, si può avere la perdita anche totale della vista che però
potrà essere recuperata dopo l’intervento chirurgico.
Qual è la terapia?
Ad oggi non esistono farmaci (colliri, compresse) che possono eliminare la cataratta. Pertanto
quando la cataratta causa una visione insufficiente l'unico trattamento efficace è l'intervento
chirurgico.
In cosa consiste l’intervento?
Nella maggior parte dei casi viene utilizzata la tecnica della "Facoemulsificazione", che consiste
nella frantumazione con ultrasuoni del cristallino naturale, seguita poi dall'impianto del cristallino
artificiale. L'intervento dura 20-30 minuti circa.
Quando si dovrebbe operare la cataratta?
Il momento ideale per l'intervento è quando il paziente ritiene di non avere una visione sufficiente
in rapporto alle proprie necessità.
Ci sono degli esami preoperatori da eseguire?
-Esami di routine preoperatoria: Rx torace, elettrocardiogramma, esami del sangue.
-Esami di pertinenza oculistica: visita completa e biometria (che consente di calcolare con buona
precisione il potere della lente intraoculare che il chirurgo inserirà al posto del cristallino opaco).
L’intervento necessita di ricovero?
No, l’intervento si esegue ambulatorialmente.
Che tipo di anestesia viene praticata?
Generalmente viene impiegata l'anestesia "topica" (con dei colliri) o "locale" (piccola iniezione
all'esterno dell'occhio).
Quali sono le precauzioni da seguire dopo l’intervento?
Una volta tornato a casa, il paziente dovrà istillare dei colliri nell'occhio operato per 2/4 settimane.
Si dovranno indossare degli occhiali preferibilmente scuri per una settimana a scopo protettivo.
Durante il sonno dovrà essere applicata un'apposita protezione in plastica per una settimana. Il
paziente appena dimesso può camminare, chinarsi con una certa prudenza, non sollevare pesi
eccessivi, usare scale, vedere la televisione. Sono invece da evitare per i primi tempi quelle
situazioni che possono irritare l'occhio (vento, contatto diretto con l'acqua, strofinamenti, ecc.).
Il paziente potrà avvertire diversi sintomi del tutto normali che spariranno in breve tempo: un lieve
fastidio con un certo grado di arrossamento e lacrimazione.
Quanti sono i controlli da effettuare dall’oculista?
Solitamente il paziente viene controllato il primo giorno dopo l'intervento, poi a distanza di due-tre
settimane, e di tre mesi.
Qual è il risultato dell’intervento?
Con la facoemulsificazione il risultato è ottimo e stabile precocemente.
Dopo aver eseguito l’intervento, il cristallino artificiale può dare origine ad una nuova
cataratta?
A distanza di tempo dall'intervento, in una percentuale limitata di casi, la capsula su cui poggia il
cristallino artificiale può opacizzarsi, annebbiando di nuovo la visione. In questo caso, si effettua
con il laser un piccolo foro nella capsula stessa (capsulotomia YAG laser); il trattamento, che non è
un secondo intervento chirurgico, viene eseguito ambulatorialmente in pochi minuti.