Nazismo 1919-39

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NAZISMO 1919-1939
1919 Nascita della Repubblica di Weimar La Germania si era data una nuova
Costituzione repubblicana fondata sul federalismo e sul parlamentarismo. Il Parlamento era
costituito dal Reichstag (Camera dei deputati), eletto a suffragio universale maschile e
femminile, e dal Reichsrat, composto dai rappresentanti dei singoli Länder. Capo dello Stato
era il presidente della Repubblica, eletto direttamente dal popolo, mentre capo
dell’esecutivo era il cancelliere, responsabile davanti al Parlamento. La Repubblica di
Weimar nasceva però debole, a causa dell’opposizione delle forze ancora legate alla
monarchia guglielmina (alta burocrazia, industria e finanza); avversari irriducibili erano
inoltre i comunisti, che la consideravano il prodotto dell’accordo tra socialdemocratici e
borghesia per liquidare il movimento rivoluzionario, e i gruppi dell’estrema destra, che
vedevano nei suoi dirigenti i “traditori” che avevano accettato il diktat di Versailles.
Insurrezione spartachista a Berlino Riuniti nella Lega di Spartaco, i comunisti
tedeschi tentarono di instaurare un potere rivoluzionario secondo il modello sovietico.
Male organizzata, la loro insurrezione fu stroncata.
1920 Fondazione del Partito nazista Per iniziativa di Hitler si costituì il Partito
nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (NSDAP), cui aderirono i più accesi nemici del
trattato di Versailles. Pangermanesimo, razzismo, antisemitismo e radicale rifiuto del
liberalismo e della democrazia caratterizzavano l’ideologia del partito, nel cui programma
non mancavano però anche elementi di socialismo.
1923 “Anno inumano” Una devastante inflazione portò al collasso l’economia del paese,
privato dei giacimenti carboniferi della Ruhr, occupati dalle truppe franco-belghe a garanzia
del pagamento delle riparazioni di guerra. In questo stesso anno la Repubblica di Weimar si
trovò a essere minacciata dal Putsch di Hitler di Monaco (→ Mein Kampf, 1924-1925).
1924 Piano Dawes Intervenendo sul problema delle riparazioni tedesche, questo piano
stabilì un programma di pagamenti sostenuto da un prestito internazionale sottoscritto
soprattutto da banche americane. Grazie al piano Dawes si creò un flusso triangolare di
capitali dagli USA alla Germania, dalla Germania agli altri Stati europei, da questi agli USA
che rilanciò il commercio internazionale e stimolò la ripresa economica. Nel 1929 il piano
Dawes fu sostituito dal piano Young, che ridusse l’ammontare delle riparazioni di guerra a
carico della Germania. Alla fine degli anni Venti la Germania era di nuovo la prima potenza
industriale europea.
1925 Patto di Locarno Dopo la regolazione dei pagamenti delle riparazioni tedesche a
opera del piano Dawes, i rapporti tra Francia e Germania conobbero un progressivo
miglioramento, culminato in questo patto, in base al quale i due Stati, unitamente al Belgio,
riconoscevano l’intangibilità delle rispettive frontiere stabilite dal trattato di Versailles. A
questo si aggiunga che nel 1926 la Germania entrò nella Società delle Nazioni, evento che
suscitò grandi speranze di una pace durature; infine, nel 1928 il ministro degli esteri
francese firmò con il segretario di Stato americano il Patto Briand-Kellogg, cui aderirono
anche Gran Bretagna, Germania, Belgio, Italia, Giappone e URSS, che condannava il
ricorso alla guerra quale mezzo per regolare contrasti internazionali e impegnava i
contraenti a rinunciarvi.
1929 La Grande Crisi in Europa Interrompendo il flusso di capitali provenienti dagli
USA, la Grande Crisi raggiunse l’Europa, colpendo con particolare gravità la Germania:
migliaia di imprese crollarono e la disoccupazione crebbe spaventosamente. La drammatica
situazione economica favorì sul piano elettorale una rapida crescita dei partiti più ostili alla
Repubblica: alle elezioni del 1930 e del 1932 i nazisti ottennero rispettivamente 107 e 230
seggi contro i 12 del 1928; alle elezioni per la presidenza della Repubblica tenutesi nel 1932
Hitler, che si era candidato, pur non venendo eletto, ottenne il 36% dei voti.
1933 Hitler cancelliere Nel clima di tensione sociale determinatosi a seguito della Grande
Crisi e nel timore di una conquista del potere da parte dei comunisti, Hitler, appoggiato
dalla grande industria e della finanza e forte di un ampio consenso elettorale, giunse
legalmente al potere, assumendo la carica di cancelliere (30 gennaio) e dando vita a un
governo di coalizione. L’incendio del Reichstag (febbraio 1933), compiuto da un militante
comunista, fornì a Hitler l’occasione per accelerare la realizzazione dei suoi obiettivi (una
brutale repressione si abbatté sui comunisti). Hitler chiese dunque al presidente della
Repubblica di indire nuove elezioni, che diedero al partito nazista il 44% dei voti. Il 23
marzo il Reichstag votò la legge dei pieni poteri, che attribuiva al governo, per un periodo
di 4 anni, la facoltà dio promulgare leggi e modificare la Costituzione senza il consenso del
Parlamento: nasceva il Terzo Reich. Ottenuti i pieni poteri, Hitler fece sciogliere i partiti
politici e i sindacati ed emanò una legge che sanciva l’unità di Stato e Partito
nazionalsocialista. Hitler inoltre abbandonò la politica di cooperazione internazionale
intrapresa dalla Germania e, come primo atto, decise di ritirare il paese dalla Società delle
Nazioni, manifestando in questo modo la sua netta opposizione all’ordine europeo
scaturito dal trattato di Versailles.
1934 “Notte dei lunghi coltelli” Preoccupato per il crescente peso politico assunto
all’interno del partito dall’ala delle SA, che premeva per realizzare gli obiettivi di ispirazione
socialista (contro dunque la grande industria), Hitler ordinò l’eliminazione di tutti i suoi
capi. Poco dopo, morto Hindenburg, Hitler, oltre alla carica di cancelliere, assunse anche
quella di Führer del Reich.
1935 Riarmo della Germania Violando il trattato di Versailles, Hitler proclamò il riarmo
della Germania e strinse con la Gran Bretagna un patto navale in cui quest’ultima, che
riteneva l’Unione Sovietica comunista un pericolo ben maggiore per gli Stato occidentali
della Germania nazista, acconsentì a un parziale riarmo della marina tedesca al fine di
inserire la Germania in un sistema di protezione collettiva.
Leggi di Norimberga Con queste leggi il regime, che intendeva utilizzare
l’antisemitismo per rafforzare la coesione della società tedesca, privò gli ebrei della
cittadinanza, del diritto di accedere a cariche pubbliche e di sposare ariani.
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1936 Piano quadriennale Dopo una prima fase di investimenti in opere pubbliche, il
regime si impegnò con decisione a trasformare l’economia della Germania in un’economia
di guerra sotto la direzione dello Stato. Fu quindi varato un piano quadriennale imperniato
sul potenziamento militare accelerato del paese, con l’obiettivo di renderlo autarchico in
vista della guerra che Hitler aveva progettato.
1938 Annessione dell’Austria Contando sulla passività delle democrazie occidentali
(politica inglese di appeasement), Hitler costrinse il cancelliere austriaco a cedere il potere ai
nazisti locali, i quali aprirono le frontiere alle truppe tedesche; poco dopo, un plebiscito
sancì l’annessione dell’Austria alla Germania.
Conferenza di Monaco Questa conferenza, cui parteciparono i rappresentanti di
Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia, riconobbe le richieste di Hitler sui Sudeti
(regione che, pur essendo abitata in prevalenza da tedeschi, era stata inclusa alla fine della
Prima guerra mondiale nello Stato cecoslovacco). Lungi dal porre un freno alla politica
espansionistica di Hitler, l’esito della conferenza convinse quest’ultimo che anche per il
futuro le democrazie occidentali si sarebbero piegate a qualsiasi concessione nei suoi
confronti. Dal canto suo l’Unione Sovietica, temendo che le potenze occidentali avessero
intenzione di lasciare mano libera a Hitler a oriente (→ “spazio vitale”), giunsero l’anno
dopo a stipulare con la Germania un patto di non-aggressione.
“Notte dei cristalli” Nella notte tra il 9 e il 10 novembre in Germania migliaia di
ebrei furono arrestati e le loro abitazioni e botteghe distrutte. Questo evento segnò l’inizio
della persecuzione antisemita su vasta scala da parte del nazismo.
1939 Assalto alla Cecoslovacchia Abbandonato a se stesso di fronte alle mire
espansionistiche di Hitler, lo Stato cecoslovacco sparì dalla carta geo-politica europea.
Colpendo al cuore l’ordine europeo scaturito dai trattati di pace che avevano posto fine alla
Prima guerra mondiale, Hitler aveva dato il via ai suoi piani di conquista nel continente.
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