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Nuova Zelanda

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NUOVA ZELANDA
Identikit
La bandiera come per l’Australia, la bandiera riproduce in alto a sinistra quella della
madrepatria britannica; le quattro stelle rosse bordate di bianco nella metà di destra
rappresentano la costellazione della Croce del Sud
Nome il nome deriva dall’omonima provincia della Zelanda, nei Paesi Bassi: furono
infatti gli Olandesi i primi Europei a scoprire questa terra con Abel Tasman nel 1642. Il
nome fu poi tradotto in Inglese (New Zealand) dall’esploratore britannico James Cook
(1728-1779). Il nome in lingua maori è Aotearoa e significa “(terra della) lunga nuvola
bianca”.
Capitale Wellington
Forma di governo Monarchia costituzionale
Moneta dollaro neozelandese
Lingua inglese e maori
La posizione, la morfologia e il clima
La Nuova Zelanda si trova a sud-est dell’Australia, tra l’Oceano Pacifico e il Mar di
Tasman. Consiste in un arcipelago composto da due grandi isole − l’Isola del Nord
e l’Isola del Sud, divise dallo Stretto di Cook – e da numerose isole minori. Il
territorio è prevalentemente montuoso; proprio i ghiacciai delle Alpi Meridionali
dell’Isola del Sud e le precipitazioni alimentano i numerosi fiumi del territorio.
Le coste hanno una lunghezza complessiva di oltre 15 000 km: sono frastagliate
nell’Isola del Nord e più regolari in quella del Sud. Grazie all’influsso dei venti e delle
acque oceaniche il clima è temperato oceanico. Ciò favorisce lo sviluppo di foreste
di latifoglie e di conifere: tra queste vi è il kauri, una pianta che può raggiungere anche
i 50 m di altezza.
La popolazione vive nelle città costiere dell’Isola del Nord
Scoperta dagli Olandesi e colonizzata dagli Inglesi, la Nuova Zelanda ha ottenuto
l’indipendenza nell’ambito del Commonwealth nel 1931 e oggi è legata culturalmente
alla Gran Bretagna.
La popolazione è composta per la maggior parte da Neozelandesi di origine europea,
seguiti da Polinesiani e da Maori, la popolazione nativa concentrata soprattutto
nell’Isola del Nord.
Buona parte dei Neozelandesi vive lungo le coste e specialmente nell’Isola del Nord, che
ospita anche le città più importanti.
La capitale Wellington ha un attivissimo porto sullo Stretto di Cook.
Auckland è la città più popolosa del Paese e la vera capitale economica. Nell’Isola
del Sud il centro urbano principale è Christchurch, progettata con l’intento di
riprodurre un “angolo di Inghilterra”.
Agricoltura e allevamento per un’economia avanzata
La Nuova Zelanda possiede un’economia molto avanzata, nonostante lo svantaggio
della posizione isolata e la scarsità di risorse naturali, se si eccettuano quelle
energetiche, come l’energia idroelettrica e geotermica.
I settori principali sono quelli dell’agricoltura, dell’allevamento, soprattutto di ovini
di razza merino, e della pesca
Nuova Zelanda, l’Italia rivoltata come uno….stivale: Italia e Nuova Zelanda
hanno molto in comune, pur nella totale e rovesciata diversità
È inevitabile, se si va in Nuova Zelanda, ripassare la favoletta secondo cui siamo agli
antipodi perfetti dell’Italia: la forma delle due isole messe assieme assomiglia
allo stivale rovesciato, siamo esattamente dall’altra parte del mondo ecc. Ma
in effetti Italia e Nuova Zelanda hanno molto in comune, pur nella totale e
rovesciata diversità.
Io-Patrizio: nell’Isola del nord, ho visto paesaggi e colture neo-toscane (viti,
ulivo) che si rifacevano, non solo climaticamente, ma anche consapevolmente,
alle nostre colline dell’Italia centrale. Al contrario, ho incontrato giovani artisti
italiani che si erano rifugiati in Nuova Zelanda proprio per sfuggire al peso della nostra
tradizione: in particolare Simona mi diceva che qui ha potuto re-inventarsi una sua
estetica, in un luogo nuovo, vergine, in cui il confronto col passato non fosse così
stringente come in Italia.
Per anni la Nuova Zelanda ha rappresentato per noi la Nuova Frontiera: molti
giovani italiani ci sono andati a vivere, attratti dalle tante opportunità. Ora non sembra
più così aperta, ma il sapore di Nuovo Mondo certamente rimane. Resta nella natura,
nella scarsa densità di abitanti, nel misto di razze in cui prevale lo spirito
anglosassone, ma che la fa sembrare un adolescente la cui identità si sta
ancora formando, in cui molte cose sono ancora possibili.
Un aspetto che mi ha colpito è la fisicità dei suoi abitanti, appassionatissimi di
tutto e in particolare di sport estremi. Mi è capitato di arrampicarmi su salite
incredibili (e soprattutto di venire giù per discese da capogiro) con le moto fuoristrada
a quattro ruote, poi di infilarmi dentro grotte allagate sotterranee armato di salvagente.
Oppure di buttarmi giù da una collina dentro una palla di plastica, tipo Attilio Regolo. Mi
ha molto colpito Auckland, una città che allora era ancora la regina della vela e delle
barche, con la sua baia piene di isole e isolette davvero accoglienti.
Lo spirito dei neozelandesi poi pare sia caratterizzato da una grande
disponibilità: hanno fama di essere molto alla mano, ancor più aperti dei vicini
australiani.
Tutta da scoprire è la cultura maori, con tutte le sue contraddizioni.
Ad esempio, la riscoperta caparbia delle loro antiche radici culturali e tutta la diatriba
legale sulla restituzione della terra ai loro discendenti.
La presenza degli italiani in Nuova Zelanda, anche se poco importante per quanto
riguarda il numero di emigranti, vanta una storia antica che risale al viaggio
dell’esploratore Cook e sussiste ancora oggigiorno pur avendo caratteristiche molto
diverse.
La comunità italiana per eccellenza, la Little Italy di Island Bay a Wellington,
è ancora culturalmente molto vivace anche se da anni ormai il flusso
migratorio si è spento.
I contatti con l’Italia sono ancora attivi e i figli degli ultimi arrivati, gli italiani
della seconda generazione, hanno cercato di mantenere i contatti con la regione
italiana di provenienza e si sono integrati al meglio nella società neozelandese.
Lo dimostra l’interesse della popolazione neozelandese per la cultura italiana in
generale: festival del cinema italiano, corsi di lingua italiana presso le varie università
del paese e nei circoli di cultura italiana. Tra le varie manifestazioni da ricordare è la
ricchissima mostra “Qui tutto bene- Gli Italiani in Nuova Zelanda” (inaugurata nel 2004
e aperta al pubblico fino a marzo del 2007) dal Museo Nazionale di Wellington “Te Papa”.
La mostra ricostruisce la storia dell’emigrazione italiana in Nuova Zelanda fino
ai giorni nostri, offrendo un percorso storico e antropologico attraverso
testimonianze, oggetti e video.
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