Alessio e l’isola dei morti
Puntualizzazione: Questo è un disegno di Salvatore Romano che ritrae me;
osservandolo bene mi ha suscitato una poesia,
dopo, comunque, il ripetuto ascolto dell’omonimo pezzo musicale di Rachmaninov
di cui consiglio a tutti voi l’ascolto.
L’isola dei morti ha inizio con un dipinto di Bocklin ispirato al cimitero degli
inglesi qui a Firenze,
ha appassionato molti animi umani
tra cui quello di Hitler che lo ne aveva una delle tre versioni appesa.
Dei fantasmi è
verdetto:
èvoca l’isola
l’ombreggiante
forma
di colui che la
irrise.
Doppia faccia ha
la moneta
con cui paghiamo
il rosso vino,
ma doppia faccia
gridano
aleggiando
rondini:
dall’uomo Dio
create
di proprio pugno
in bianco,
volute per celeste
visione in poesia,
Rinascita!
Urlerebbero
se il di sua imago
proprietario
non le avesse
sinistramente
intorno girare
avvistate,
il mare, l’Ade, o
fuoco!
fragile di colore,
grida con tono
fioco
del macinato
Amore,
la nostalgia
richiama
alla patrizia sede
come la mamma il
figlio
che in Dio non
crede,
non èvoca pietade
il core indarno,
ma l’isola
sogguarda
contrariato,
basta soltanto il
parco, il cielo o
l’Arno
della città natia e
dimenticato
avrà di queste
assai fuggiasche
ombre
che puntano le
dita
sul suo giovine
petto
di questa meta
umana e
indefinita.
Firenze
21/12/09