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Archeologia Cristiana

Archeologia Cristiana (Filacchione )
1.1 Il corpo oltre la morte: incinerazione, inumazione.
La sepoltura poteva essere realizzata per inumazione ho incinerazione.
La forma più semplice di inumazione prevedeva la deposizione della salma supina dentro una fossa scavata
nel terreno, talora protetta superiormente da tegole disposte a doppio spiovente; altrimenti i corpi erano
sistemati dentro casse in terracotta ho in sarcofagi. Tali sepolture erano isolate nei terreni oppure trovavano
posto in veri e propri edifici funerari.
Il rito dell’incinerazione poteva essere Eseguito in due modi. Nel caso della “cremazione diretta” il corpo era
appoggiato sopra assi di legno all’interno della stessa fossa che, ricoperta di terra dopo il rogo, di veniva
sepolcro; talvolta si raccoglievano i resti delle ossa per inserirli dentro un cinerario, che comunque rimaneva
nella fossa.
Più complessa era la “cremazione indiretta”: eseguita in appositi spazi, prevedeva che il defunto fosse collocato
sulla sommità di una catasta di legno alla quale dava fuoco un familiare; Dopo il rogo si radunavano i resti
delle ossa per trasferirli nella tomba vere propria, all’interno di vasi o urne. Urne e vasi cinerari erano interrati
oppure venivano inseriti all’interno delle nicchie semicircolari o rettangolari dei colombari.
1.2 Tipologie sepolcrali romane: ipogei, colombari, tombe a camera, mausolei.
Le architetture funerarie utilizzate dai romani dal periodo repubblicano a quello imperiale sono numerose:
A) Le camere funerarie ipogee - sotterranee erano la forma di sepoltura privilegiata soprattutto dai ceti
aristocratici tra il quarto e il terzo secolo a.C. Uno degli esemplari più significativi è il sepolcro degli
Scipioni presso la via Appia. Caratteristiche comuni di tutti gli ipogei Pagani sono la limitata
estensione è la presenza di numerosi affreschi che spesso ricoprono interamente le pareti E questo
suggerisce la mancanza di volontà di ampliamento delle strutture da parte dei proprietari.
B) Fra la fine del I secolo a.C. e la metà del I secolo D.C. si diffonde l’utilizzo del colombario: Una
struttura destinata ad accogliere numerosissime sepolture ad incinerazione; si presenta come una
costruzione ipogea ho solo in parte interrata, Con un’articolazione anche in più stanze e a più piani,
nelle cui pareti interne si allineano numerose nicchie semicircolari o quadrangolari disposte su vari
livelli che richiamano così il tipico ricovero dei colombi. La tipologia sepolcrale del colombario,
utilizzato soprattutto da schiavi liberti, risponde perfettamente alle necessità della capitale dell’Impero
in decenni di forte incremento demografico: permette infatti di sistemare in poco spazio un elevato
numero di sepolture.
C) Nel II e nel III secolo d.C. si diffonde l’utilizzo del modello architettonico delle tombe a camera:
sono edifici a pianta rettangolare e con copertura voltata o a terrazzo. Sopra la porta d’ingresso si pone
l’iscrizione marmorea con il nome del proprietario della struttura e l’elenco di coloro che hanno diritto
ad esservi sepolti. All’interno dell’edificio sono presenti sepolture ad inumazione sistemate in
sarcofagi, e sepolture ad incinerazione in vasi o urne.
D) Veri e propri monumenti funerari sono invece i mausolei. Nel mondo romano il significato del termine
si estende ad indicare monumenti funerari di notevoli dimensioni. I più famosi: il m. di Cecilia Metella,
il m. di Augusto, Il m. di Adriano (Castel Sant’Angelo). I mausolei sono innanzitutto un’espressione
di grandezza, un omaggio al defunto principale e una forma di celebrazione delle ricchezze e del
prestigio della famiglia committente.
1.3 Il corredo funerario.
Il corredo funerario è sempre legato all’epoca e alle credenze religiose dei familiari del defunto, ma si
caratterizza in genere per il fatto che è mezzo per presentare il morto al meglio nell’aldilà.
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Nelle sepolture si trovano in genere: anelli, orecchini, braccialetti, fermagli per capelli, vasetti. I gioielli sono
indossati dal defunto e gli altri oggetti inseriti all’interno della sepoltura ad inumazione, ma capita di trovarli
anche nelle sepolture ad incinerazione. (Bambolina d’Avorio)
2. Usanze funerarie del mondo cristiano
Il culto dei morti, che ha come fondamento il rispetto per il corpo del defunto e la sua tomba, accomuna tutte
le religioni. La pietà cristiana assicurava una sepoltura singola e distinta per ogni persona, ricca o povera, e a
quest’ultimi la sepoltura era assicurata dalla comunità.
La necropoli ed in seguito il cimitero cristiano hanno sempre rappresentato un luogo fondamentale per la
comunità, perché legato alla memoria personale e alla celebrazione pubblica del defunto.
Rito del Refrigerium: È una celebrazione che avveniva durante il funerale e nell’anniversario del giorno della
morte ed era costituita da un’offerta simbolica di cibo e bevanda per il defunto, che in questo modo partecipava
al banchetto consumato presso la tomba.
La principale differenza tra Pagani e Cristiani è nel tipo di sepoltura utilizzata, ed è sostanziale soprattutto
perché accomuna il ricco e il povero nell’uguaglianza ricercata dalle prime comunità cristiane: è la pratica
dell’inumazione ed il divieto di compiere l’incinerazione.
2.1 cimiteri comunitari sub-divo (sotto il cielo).
Le prime sepolture dei cristiani si inseriscono necessariamente in aree funerarie già esistenti quindi a stretto
contatto e senza distinzioni con le tombe dei pagani.
L’esigenza di disporre di aree funerarie collettive ed esclusive nasce alla fine del II secolo ed è motivata da
una maggiore capacità economica, portata anche dalle donazioni di personaggi aristocratici che si convertono,
dalla sostanziale crescita numerica della comunità e dalla volontà di disporre di spazi propri per poter offrire
una sepoltura a tutti, anche per chi non poteva permettersi una tomba, e per poter celebrare in libertà e sicurezza
i propri riti per i defunti.
Vi fu certamente un intervento dei privati nella fondazione dei cimiteri comunitari; la gestione fu poi affidata
alla chiesa locale nella persona del vescovo.
Il proprietario del terreno ero un singolo o una famiglia: è, all’aperto, che sorge il cimitero subdiale.
2.2 Cimiteri comunitari sotterranei: le catacombe.
Dalle catacombe romane provengono la gran parte delle testimonianze archeologiche più antiche del
cristianesimo.
Le catacombe sono un luogo di sepoltura sotterraneo: consentiva la possibilità di una tomba economica per
tutti e la continuità di utilizzo dell’area, a differenza del sopratterra dove, una volta terminato lo spazio da
occupare, non si poteva più seppellire. A differenza dei cimiteri subdiali, il fatto di porsi al riparo dalle
intemperie del tempo, ha permesso che si conservasse la testimonianza archeologica dei primi cristiani.
Troviamo le catacombe non solo a Roma ma anche a Napoli, Siracusa e Malta.
La localizzazione sotterranea e quindi nascosta delle catacombe suggerirono la falsa opinione che le catacombe
servissero da alloggio e rifugio per i cristiani durante le persecuzioni: è invece evidente che le fonti si riferivano
sempre al coemeterium inteso come complesso e non alle cripte, e quindi alle strutture poste nelle sopratterra,
che comprendevano chiese ma anche edifici di residenza e accoglienza.
2.2.1 Elementi architettonici tipi di sepolcro nelle catacombe.
Nelle catacombe si riproducono, scavando e non costruendo, le forme architettoniche e le tipologie delle tombe
usate in superficie.
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A) La galleria consente di raggiungere tutte le sepolture; di solito è alta intorno ai 2 m, ma sono numerosi
casi in cui per consentire nuove sepolture nelle pareti fu abbassato più volte il piano del pavimento,
fino a raggiungere oltre i 5 metri.
B) Nelle gallerie vengono scavati loculi, tombe di forma rettangolare con un lato aperto poi chiuso da una
lastra di marmo e che occupano le pareti in file parallele.
Un particolare tipo di loculo è la “tomba a mensa”, scavata nella parete e sormontata da una cavità
quadrangolare.
C) Il cubicolo è un ambiente chiuso dalle pareti di tufo su tre lati con una porta d’accesso. E’ la camera
sepolcrale esclusiva di una famiglia o di un gruppo di famiglie, ben distinta dalle sepolture delle
gallerie. Caratteristiche sono le decorazioni interne.
Nei cubicoli la tomba più comune è l’arcosolio, una sorta di nicchia scavata nella parete a forma di
arco nella parte superiore, e la cui parte inferiore nella forma più comune è costituita dalla tomba.
D) Nelle catacombe sono presenti sarcofagi anche se a causa della difficoltà di trasporto il loro uso era
limitato ai cubicoli vicini ad una scala o ad un lucernario.
E) Il lucernario è un pozzo che fuoriesce all’esterno consentendo il passaggio di luce ed aria.
F) La scala d’accesso è sempre presente con i primi gradini in muratura e poi tutti gli altri ricavati nel
tufo. Si pensa che l’accesso dovesse avere una sorta di vestibolo, chiuso e coperto.
2.2.2 Origine e sviluppo delle catacombe.
L’origine delle catacombe è stato in passato oggetto di dibattito tra studiosi. Si è pensato ad un riutilizzo per
necessità delle cavità artificiali presenti al di fuori della città, come le cave di estrazione del tufo o come i
cunicoli idraulici sotterranei.
La cava sotterranea (arenario) Si apre quasi sempre sul fianco di colline, presenta gallerie ampie e non regolari
ed è spesso soggetta a frane. (Es. troviamo l’arenario nelle catacombe di S Sebastiano, Priscilla e Comodilla).
I cunicoli idraulici furono sempre scavati a poca profondità ed erano stretti, disagevoli quindi per un loro
riutilizzo; I casi attestati comportarono lavori di allargamento e approfondimento nello scavo. (Priscilla)
L’origine delle catacombe come cimiteri comunitari organizzati si deve ricercare in un intervento centrale e
generalizzato da parte della Chiesa, che si compì nel corso del III sec., regolando ambienti funerari sotterranei
già esistenti di diversa tipologia e pianificandone di nuovi. La presenza di uno più martiri attraggono le
sepolture dei fedeli. Sono aree che divengono proprietà della Chiesa grazie alla beneficenza privata.
L’esigenza di ricavare sepolture nel sottosuolo aveva avuto una decisiva spinta dall’incremento demografico
del secondo secolo e dal diffondersi della pratica dell’inumazione che comportava una sempre maggiore
richiesta di aree nel suburbio (periferia) da adibire a uso funerario, con lievitazione dei costi dei terreni e
saturazione degli spazi.
Questo tipo di cimitero sotterraneo rientra nella categoria degli ipogei detti “chiusi”: la loro caratteristica
principale è che al momento della costruzione hanno una pianta nella quale non sono previsti possibili
ampliamenti. Sono ipogei che hanno una scala di accesso, un numero determinato di tombe, con sepolture
anche nelle gallerie e con il proprietario che si riserva la collocazione principale al termine dell’ipogeo.
Dagli ipogei detti “aperti” sono nati invece quasi tutti i nuclei primitivi delle catacombe comunitarie. I limiti
di estensione iniziali di questi ipogei sono condizionati dai vincoli di proprietà del suolo.
Le gallerie non terminano con cubicoli, ma vengono appunto lasciate aperte, in modo che lo scavo possa
proseguire, e si possano continuare ad allungare, generando nuove diramazioni e raccordandosi ad altre.
Sono due gli schemi più utilizzati per questo tipo di ipogei. Lo schema “a graticola” o “a pettine” che prevede
due gallerie principali, tra loro parallele, entrambe servite da scale, e raccordate Da una serie di gallerie
secondarie. Questo schema rispecchia i limiti superiori della proprietà del terreno.
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L’altro schema è detto “a spina di pesce” è proiettato ad uno sviluppo estensivo dell’area cimiteriale. Prevede
una galleria principale, in asse con la scala d’accesso, e dalla quale si dipartono a distanza fissa gallerie
perpendicolari e simmetriche.
2.3 L’espansione dei cimiteri cristiani dopo Costantino.
La libertà di culto e la successiva egemonia della religione cristiana su tutte le altre religioni segnò un passaggio
fondamentale nello sviluppo delle catacombe. La gestione diretta di tutti i cimiteri da parte della Chiesa venne
consolidata con la restituzione delle proprietà alla Chiesa e con la donazione di nuovi terreni, sia da privati che
dallo stesso Stato.
Il saturarsi degli spazi nel sopratterra provocò la grande espansione dei cimiteri comunitari. Ciò provocò un
utilizzo sempre più serrato e talvolta disordinato. In molti casi vennero ricavati nuovi piani: ciò dovette
provocare in numerosi casi crolli e dissesti, e comunque la necessità di interventi di manutenzione continua.
2.3.1 Il culto dei martiri e le sepolture ad sanctos.
Nella seconda metà del IV sec le sepolture cristiane iniziano quel progressivo accentramento e addensamento
in zone del cimitero precisamente distinte e delimitate: è il potere di attrazione delle sepolture dei martiri,
perché si pensava che la vicinanza con il sepolcro di un martire, grazie alla sua intercessione, assicurasse
benefici per la ricompensa eterna: divenne ora più importante l’ubicazione che l’aspetto esterno.
Con Costantino nei primi decenni del IV secolo le aree sotterranee furono oggetto di una cura monumentale
discreta. Le tombe dei martiri furono distinte dalle altre tombe e valorizzate per mezzo di decorazioni in
marmo. Fu invece data importanza al sopratterra con la costruzione di basiliche cimiteriali.
2.3.2 Gli “itinerari damasiani” nelle catacombe.
La svolta fondamentale nella vita delle catacombe avviene a Roma con Papa Damaso. Egli promosso una
ricerca sistematica di tutte le tombe dei martiri romani e provvide alla loro monumentalizzazione. Pur di
permettere l’accesso agevole alle tombe dei martiri, gli interventi di Damaso provocarono la distruzione delle
altre sepolture vicine: a lui si deve l’organizzazione di percorsi di visita.
2.3.3 L’ultima fase delle catacombe.
Nel V e VI sec le catacombe furono frequentate essenzialmente per scopo devozionale: si visitavano seguendo
gli itinera ad sanctos e le catacombe mutarono di funzione, fino a cessare il loro scopo originario, quello di
cimitero comunitario. Le aree Sante vennero valorizzate con nicchie dipinte con immagini venerate, e ricoperte
da numerosi graffiti dei pellegrini. Si effettuarono interventi come il rinforzo delle pareti, delle gallerie e la
chiusura delle gallerie non pertinenti al percorso. Si crearono basiliche ipogee ad corpus, la cui realizzazione
è curata dai pontefici, secondo la prassi di far coincidere l’altare della celebrazione eucaristica con la tomba
del martire.
In seguito ai numerosi episodi di scorrerie e saccheggi da parte dei Longobardi, i Papi decisero di traslare le
ossa dei martiri in città, decretando la fine della frequentazione devozionale e quindi l’abbandono definitivo
dei cimiteri.
3. Le catacombe di Roma.
Roma è la città delle catacombe con più di 100 km di rete sotterranea. Questa abbondanza è data anche dalla
particolare conformazione del terreno, unità all’attrazione prodotta dall’essere la metropoli più importante del
Mediterraneo e la sede della comunità più importante del cristianesimo.
3.1 Alcuni esempi di catacombe romane.
A) San Sebastiano (Orante e il Cristogramma): Sorse in un’area già occupata da una cava di pozzolana e da
una necropoli pagana, con mausolei, colombari e con strutture annesse per la gestione della necropoli.
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B) Priscilla: Si è ipotizzato che il nome derivi dal privato che donò l’area alla comunità cristiana. Nasce da 5
nuclei diversi ognuno con una propria scala d’accesso. Successivamente fu scavato un secondo piano, dove
venne creata una nuova regione pianificata con gallerie a spina di pesce. Fu tra le più visitate nei pellegrinaggi
altomedievali.
C) Callisto: Prende il nome dal diacono Callisto, futuro papa, che sotto Papa Zefirino fu incaricato della
gestione della prima area cimiteriale proprietà della Chiesa di Roma. (Schema a graticola)
3.1.4 Le catacombe ebraiche.
Anche la cospicua comunità ebraica di Roma, fra la fine del II e l’inizio del III sec , organizza le sepolture dei
propri membri all’interno delle catacombe. A Roma (6). Venosa in Basilicata. Sant’Antioco Sardegna.
Caratteristiche:
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Maggiore larghezza delle gallerie; loculi nelle pareti delle gallerie e tombe a pavimento;
La decorazione degli ambienti con simboli della religione ebraica: menorah, aron, shofar, ecc
4. La decorazione dei cimiteri cristiani: derivazioni e innovazione.
4.1 I Simboli
Nelle lingue moderne il termine simbolo indica un elemento (oggetto materiale, immagine, persona)
considerato rappresentativo di un’idea astratta. La capacità di connettere un simbolo con l’idea che esso
esprime è indispensabile per poter comunicare all’interno di un gruppo di persone che condividono un
patrimonio culturale.
I simboli più usati sono la colomba, l’ancora e il pesce. I simboli costituiscono la prima sperimentazione di un
linguaggio visivo cristiano, che si farà via via sempre più complesso.
La Colomba:
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La colomba che si abbevera rimanda al refrigerio eterno raggiunto dall’anima grazie alla fede in
Cristo.
Le colombe che becchettano i frutti della corona del Cristogramma contengono anche un simbolo
eucaristico, con il riferimento al corpo e al sangue di Cristo.
La colomba con il ramoscello d’ulivo assume un significato di pace e alleanza tra Dio e l’uomo.
L’Ancora: È lo strumento che durante le tempeste può salvare dal naufragio in alto mare e che tiene salda la
nave nel porto. I cristiani associano questa immagine non solo alla salvezza ma anche alla speranza di salvezza.
L’Ancora come simbolo della fede in Cristo e della speranza nella risurrezione dei morti.
Il Pesce:
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Indica il cristiano stesso (pescatori di uomini);
Indica Cristo quando si trova da solo o associato alla parola ICTUS (acrostico di “Gesù Cristo, Figlio
di Dio, Salvatore”);
Al pesce è anche associato un significato eucaristico: Cristo sfama 5000 uomini. “Io sono il pane vivo
disceso dal cielo. Chi mangerà di questo pane vivrà in eterno “.
4.2 Temi dell’Antico Testamento: Giona
Ciclo di Giona. La preghiera di Giona è l’espressione del pentimento accolto da Dio: per questo e per
l’evidente annuncio di risurrezione (3 giorni e 3 notti nel ventre del pesce), il ciclo di Giona si trova sia scolpito
sui sarcofagi che nelle catacombe. (pag 190)
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