ISTITUTO PER LA STORIA E L’ARCHEOLOGIA DELLA MAGNA GRECIA COMUNICATO STAMPA N. 3 (03.10.2010) TARANTO- Dopo un intenso pomeriggio di lavori, con serrate relazioni ed animato dibattito svoltosi al Castello di Leporano, il Convegno ha ripreso la sua collocazione tarantina. La mattinata odierna ha dato spazio alle Relazioni di Soprintendenza, succedutesi nell’illustrazione rispettivamente di Campania e Calabria. Ancora una volta i funzionari hanno manifestato il disagio per l’incertezza di futuro della salvaguardia e della ricerca, denunciando la penuria di risorse umane ma in particolar modo economiche . A Valeria Sampaolo è toccata la presentazione della zona di Napoli e Pompei, soffermandosi soprattutto sulle aree flegrea e napoletana. A Cuma, infatti, sono proseguite le campagne di scavo del Centre Jean Bérard e dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Sono emersi nuovi edifici funerari nella necropoli nord occidentale, in particolare un mausoleo con letti, rivestito di intonaco bianco, e quattro tombe a cippo con cremazioni; mentre della città bassa sono proseguite le indagini relative al quartiere abitativo intorno alle Terme, con attestazioni che partono dalla metà dell’VIII sec. a.C. fino al VI sec. d.C. A Pozzuoli, presso lo Stadio Antonino Pio, è stato individuato un complesso residenziale affacciato sul mare, costruito in due fasi risalenti al I sec. a.C. ed al I dopo Cristo, con affreschi la cui decorazione è ascrivibile al III stile. Laura Rota per la Camapnia ha segnalato, fra gli altri ritrovamenti, quello di numerose tombe, a Paestum. Si tratta di un gruppo di fine V - inizi IV secolo a.C., pertinenti a sepolture di bambini (morti tra i sei mesi ed i quattro anni di età) e solo in un caso di un maschio adulto quarantenne. I ricchi corredi di accompagno presentano segni di distinzione di genere (le sepolture femminili hanno ceramica, ornamenti e statuine in terracotta, nelle maschili, invece, compaiono, oltre al vasellame, cinturoni in bronzo). Per la Soprintendenza Archeologica della Calabria Simonetta Bonomi ha messo in evidenza i ritrovamenti di Grimaldi, nella provincia di Catanzaro, importante snodo tra la Valle del Crati ed il versante Tirreno. In questo sito è emersa una successione stratigrafica complessa, a testimonianza di un abitato di età romana, sovrapposto a vari livelli archeologici che risalgono fino al bronzo antico, cui appartengono varie capanne con focolare domestico. A Lamezia Terme, inoltre, è venuta alla luce una sepoltura di III secolo a.C. con inumazione a fossa terragna, le cui lastre presentano lettere in maiuscolo in alfabeto greco, impresse per l’assemblaggio della tomba. La seduta è, dunque, proseguita con la descrizione delle forme e dei processi di urbanizzazione sia a Taranto (Teresa Cinquantaquattro) che nella zona ionico-salentina (Gert Jan Burgers e Francesco D’Andria). I materiali presentati per Taranto, per la città vecchia come per la zona dell’acropoli, rivelano una loro omogeneità attestando un’occupazione che va dal Neolitico all’età Protostorica, particolarmente estesa nell’VIII sec. a.C., e caratterizzata da reperti ceramici (del Protogeometrico e del Geometrico) anche precedenti l’impianto coloniale. Per il territorio dell’abitato tarantino l’analisi è stata incentrata sul sito di Amastuola. In effetti, si è potuta ricostruire attraverso tale contesto la graduale trasformazione di abitati di popolazioni indigene che accolgono a poco a poco elementi di cultura materiale di tipo greco, in un intreccio complesso che fa di siti come questo centri di frontiera e di ibridizzazione tra mondo anellenico e mondo greco. Una non dissimile condivisione di elementi culturali si registra nel Salento meridionale, mentre più specifiche caratteristiche di migrazioni e scambi interesserebbero gli insediamenti della costa, sorti in prossimità delle sorgenti costiere.