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CRITICA DEL GIUDIZIO

CRITICA DEL GIUDIZIO:
Nella critica del giudizio, Kant studia il
SENTIMENTO, corrisponde alla capacità di rapportarsi alle cose in modo non
gnoseologico ma empatico, rappresenta solo un'esigenza umana in quanto non
possiede alcun tipo di valore conoscitivo o teoretico. Il sentimento permette
l'incontro tra il mondo del fenomeno e del noumero ma non la conciliazione.
GIUDIZI DETERMINANTI: I giudizi determinanti sono i giudizi conoscitivi e
scientifici studiati dalla ragion pura, cioè i giudizi che determinano gli oggetti
fenomenici mediante forme a priori universali.
GIUDIZI RIFLETTENTI: Si limitano a riflettere su una natura già determinata dai
giudizi determinanti e ad apprenderla attraverso le nostre esigenze universali di
finalità e armonia. (esprimono più che altro un bisogno dell'uomo di rappresentare
in modo finalistico l'ordine delle cose)
La critica del giudizio si configura sull'analisi dei giudizi riflettenti e, con il termine
GIUDIZIO, si indica una facoltà intermedia fra intelletto e ragione. I giudizi
riflettenti sono di due tipi fondamentali:
 quello “estetico”, che verte sulla bellezza; nel giudizio estetico noi
viviamo immediatamente o intuitivamente la finalità della natura.
(davanti a un bel paesaggio, lo avvertiamo in sintonia con le nostre
esigenze spirituali, ARMONIA, BELLEZZA) (finalità soggettiva o formale)
 quello “teleologico”, che riguarda i fini della natura; nel giudizio
teleologico noi pensiamo concettualmente tale finalità mediante la
nozione di fine. (riflettendo sullo scheletro, diciamo che esso è stato
prodotto al fine di reggere il corpo) (finalità oggettiva o reale)
CONCETTO DI BELLO E BELLEZZA: Il bello non è una proprietà oggettiva delle
cose, ma nasce dal rapporto fra soggetto e oggetto; non è ciò che comunque piace
ma ciò che piace nel giudizio estetico o giudizio di gusto. Il bello o meglio la bellezza
in generale può essere spiegata attraverso le 4 classi di categorie:

Secondo la qualità: il bello è l'oggetto del piacere senza lcun interesse;
un giudizio contemplativo e disinteressato, non curante del possesso
dell'oggetto.

Secondo la quantità: il bello è ciò che piace universalmente senza
concetto; esige che il sentimento di piacere provocato da una cosa bella
sia condiviso da tutti.

Secondo la relazione: il bello è la forma della finalità di un oggetto, in
quanto questa vi è percepita senza la rappresentazione di uno scopo;
bellezza che non soggiace a uno scopo determinato, concettualmente
esprimibile.

Secondo la modalità: il bello è ciò che, senza concetto, è riconosciuto
come oggetto di un piacere necessario; bello che ognuno percepisce
intuitivamente, ma che nessuno riesce a spiegare.
UNIVERSALITA' DEL GIUDIZIO ESTETICO: Kant intende che nel giudizio estetico,
la bellezza è vissuta come un qualcosa che deve essere condiviso da tutti. Distingue
il campo del piacevole dal campo del piacere estetico. IL PIACEVOLE è
strettamente legato alle inclinazioni individuali e dunque è privo di universalità. IL
PIACERE ESTETICO è invece qualcosa di puro, il sentimento provocato
dall'immagine o dalla forma della cosa di diciamo bella; solo questi hanno la pretesa
dell'universalità.
RIVOLUZIONE COPERNICANA ESTETICA: Il bello non è una proprietà oggettiva o
ontologica delle cose ma il frutto di un incontro del nostro spirito con esse, cioè
qualcosa che nasce solo in rapporto con la mente, mente come baricentro del
giudizio estetico. (cambio di prospettiva---> il bello è nel soggetto, l'armonia che
costituisce la forma dell'oggetto bello non è una qualità della cosa stessa bensì
consiste nell'inconsapevole proiezione dell'armonia interiore del soggetto
sull'oggetto).
CONTRO GLI EMPIRISTI E I RAZIONALISTI: Kant, a differenza degli empiristi
che avevano ricondotto l'apprensione del bello ai sensi, vedevano il bello
nell'oggetto e la bellezza rappresentava una realtà esistente, rivendica l'universalità
dei giudizi estetici; a differenza dei razionalisti, che consideravano la bellezza
come una conoscenza confusa degli oggetti, Kant sostiene che l'esperienza estetica
è fondata sui sentimenti e sulla spontaneità, non sulla conoscenza.
SUBLIME: Kant distingue due tipi di sublime:
•
sublime matematico: stato d'animo che proviamo davanti a entità naturali
smisuratamente grandi; davanti a questi oggetti nasce uno stato d'animo
ambivalente: da un lato proviamo dispiacere perché la nostra
immaginazione non riesce ad abbracciarne le incommensurabili grandezze,
dall'altro lato proviamo piacere poiché la nostra ragione è portata da tali
spettacoi ad elevarsi verso l'idea di infinito.
elevarsi verso l'idea di infinito.
Il dispiacere dell'immaginazione si converte in piacere della ragione che
risveglia in noi l'idea di infinito e ci riconosce la nostra essenza di esseri
superiori alla natura stessa, trasformando liiniziale senso della nostra
piccolezza fisica in una finale consapevolezza della nostra grandezza
spirituale. Dunque, il vero sublime non risiede tanto nella realtà che ci
sta di fronte, quanto in noi medesimi.
•
Sublime dinamico: stato d'animo che proviamo davanti a delle poderose
forze naturali; anche in questa situazione avvertiamo inizialmente la nostra
piccolezza materiale e la nostra impotenza nei confronti della natura, ma in
seguito, proviamo un vivo sentimento di piacere per la nostra grandezza
spirituale.
Il sublime estetico ci rende consapevoli della nostra destinazione
soprasensibile; per Kant, il giudizio del sublime non riguarda gli oggetti sensibili
ma la loro corrispondenza alle esigenze della morale. Kant afferma che il sublime
per eccellenza è la legge morale.
DIFFERENZA FRA SUBLIME E BELLO: Il sublime si differenzia dal bello: mentre
quest'ultimo si realizza dall'equilibrio dell'immaginazione e dell'intelletto
provocandoci serenità davanti ad una forma armonica, il sublime si nutre del
contrasto fra immaginazione e intelletto provocandoci commozione.
IL BELLO NELL'ARTE: E' necessario distinguere il “bello di natura” di cui ha
parlato Kant fino ad ora, dal bello artistico che resta comunque strettamente
legato al concetto di bello di natura.
Per Kant, la natura è
bella quando ha l'apparenza dell'arte e l'arte è bella quando ha l'apparenza o la
spontaneità della natura. l'arte è bella quando ha l'apparenza o la spontaneità
della
natura.
Definisce l'arte come un tipo di agire che produce opere e la suddivide in: arte
meccanica e arte estetica L'arte estetica si suddivide a sua volta in: arte
piacevole che è generalemente indirizzata verso uno scopo secondario come
l'intrattenimento degli spettatori; e l'arte bella che trova il proprio scopo in sé
stessa, un piacere disinteressato. La spontaneità dell'arte bella deriva dal genio, il
quale:
•
è in grado tramite creatività, originalità di produrre gli oggetti e rende
impossibile la dimostrazione scientifica delle sue opere esemplari. Date
queste caratteristiche, il genio è inimitabile nel settore delle arti belle.
Kant individua una differenza fondamentale fra l'arte e la scienza: in quest'ultima
operano senz'altro degli ingegni ma non dei geni.
GIUDIZIO TEOLOGICO: Secondo Kant, la visione scientifica del mondo è quella
meccanicistica; nella nostra mente si sviluppa una tendenza irresistibile a pensare
finalisicamente, cioè a scoregere nelal natura l'esistenza di cause finali. Di fronte a
un organismo vivente, non possiamo fare a meno di ritenere che vi sia un fine o un
progetto, che spiega la reciproca subordinazione delle parti al tutto.
Per
evitare però l'antinomia del giudizio teleologico, che deriva dal voler
considerare i principi del giudizio riflettente come principi costituitivi degli oggetti,
è opportuno considerare il finalismo come un promemoria critico che ci ricorda i
limiti della visione meccanicistica.