DAL “MATTINO” 14.09.1988
“I difetti di bellezza”
Ogni epoca ha un suo canone della bellezza fisica. La donna di trenta-quaranta anni fa doveva
essere formosa e provocante e l’uomo muscoloso e virile. Ma già negli anni Sessanta e Settanta
andava di moda la donna grissino e il maschio un po’ emaciato perché così più rispondente alla
figura dell’intellettuale allora in voga.
I gusti estetici cambiano, ma ci sono tuttavia delle convinzioni inossidabili e molto diffuse, che
però si modellano in base alle evoluzioni culturali e ai mutamenti dei rapporti sociali.
Si può dire che l’individuo per sua natura sia portato alla ricerca del bello e del piacere, nelle loro
varie accezioni. Si afferma che la nostra sia una cultura edonistica. Ed è certamente vero che
viviamo la civiltà dell’immagine, in cui la gradevolezza estetica è una formidabile componente del
successo. Eppure nell’opinione corrente la bellezza non viene considerata l’attrattiva primaria di
un rapporto interpersonale, in aperta contraddizione con ricerche ed esperimenti che hanno
dimostrato il contrario.
La condizione vantaggiosa di chi è bello si manifesta già nell’infanzia come scrive K L. Dion, nel
“Journal of Personality and Social Psychology”.
Nello stesso giornale, D. Landy e H. Sigall nel 1974 pubblicano i risultati di una ricerca, la cui ipotesi
era che la bellezza influenza il giudizio. Ed infatti gli scritti attribuiti ad una donna attraente erano
stati valutati più positivamente. E’ da rilevare inoltre che il modo in cui la gente considera il bello
influenza importanti tratti della personalità, quali la sicurezza, la fiducia in se stessi e la gentilezza.
La bellezza fisica non incide sui due sessi allo stesso modo. Gli uomini sono più sensibili alla
bellezza fisica, come le donne all’affinità di interessi., al potere ed al prestigio. Ciò deriva dal
tradizionale percepire dei ruoli. Al maschio si chiede esperienza di vita, capacità di guadagno,
prestigio e potere. La donna appare ancora come una sua appendice e la sua avvenenza può anche
accrescere lo status sociale del compagno. Alcune ricerche hanno evidenziato che può addirittura
aumentare il rispetto degli altri quando ci si accompagna ad una donna attraente. Ma
fortunatamente il movimento di liberazione della donna sta cambiando questa percezione della
donna oggetto.
Di converso, l’essere o l’apparire attraenti non comporta esclusivamente vantaggi, ma anche
notevoli danni. Spesso chi è bello viene considerato poco intelligente, incapace di grosse
realizzazioni, egocentrico, superbo, tendente alle esperienze extraconiugali. Si infliggono pene più
severe ai belli che non ai brutti quando la riuscita del reato dipende dall’attrazione fisica. Ed è
superfluo notare che in tali giudizi fuorviati incorrono soprattutto le donne.
L’aspetto fisico piacevole può suscitare infine invidia e acredine nei soggetti dello stesso sesso,
può far sentire gli altri in posizione d’inferiorità, può persino paralizzare l’approccio dell’altro sesso.