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Documento esame analisi

ANALISI 15/03
FUNZIONI E RAPPRESENTAZIONE CARTESIANA. 6. Capitolo 1
Siano A e B due insiemi di numeri reali. Una funzione di A in B è una legge che ad ogni elemento di
A fa corrispondere uno ed uno solo elemento di B. Se indichiamo con f tale funzione, scriveremo
𝑓 ∢ 𝐴 → 𝐡, oppure 𝑦 = 𝑓(π‘₯), intendendo che ad ogni elemento π‘₯ ∈ 𝐴 corrisponde, tramite la
funzione f, l’elemento 𝑦 = 𝑓(π‘₯) ∈ 𝐡.
Si dice che A è il dominio o insieme di definizione di f. Il simbolo f( ) indica un complesso di
operazioni che devono attenuarsi su x (argomento di f) per ottenere y (valore di f).
FUNZIONI INVERTIBILI. FUNZIONI MONOTONE. 7. Capitolo 1
Una funzione f da A verso B si dice iniettiva se elementi distinti hanno immagini distinte, cioè,
equivalentemente, se sussiste l’implicazione:
𝑓(π‘₯! ) = 𝑓(π‘₯" ) ⟹ π‘₯! = π‘₯"
La funzione f si dice poi suriettiva se per ogni 𝑦 ∈ 𝐡 esiste almeno un π‘₯ ∈ 𝐴 tale che 𝑦 = 𝑓(π‘₯).
Una funzione f che sia contemporaneamente iniettiva e suriettiva da A verso B si dice biunivoca.
Ciò vuol dire che f non solo fa corrispondere ad ogni π‘₯ ∈ 𝐴 uno ed un solo valore 𝑦 ∈ 𝐡, ma anche
che per ogni 𝑦 ∈ 𝐡 esiste un solo π‘₯ ∈ 𝐴 tale che 𝑦 = 𝑓(π‘₯).
In tali condizioni diciamo che f è invertibile. La funzione da B ad A che ad ogni 𝑦 ∈ 𝐡 fa
corrispondere l’unico π‘₯ ∈ 𝐴 per cui 𝑓(π‘₯) = 𝑦, si chiama funzione inversa e si indica con 𝑓 #! .
Diciamo che una funzione f è monotona in un insieme A, se verifica una delle seguenti condizioni:
(∀π‘₯! , π‘₯" ∈ 𝐴)
1)
2)
3)
4)
f strettamente crescente: π‘₯! < π‘₯" ⟹ 𝑓(π‘₯! ) < 𝑓(π‘₯" )
f crescente: π‘₯! < π‘₯" ⟹ 𝑓(π‘₯! ) ≤ 𝑓(π‘₯" )
f strettamente decrescente: π‘₯! < π‘₯" ⟹ 𝑓(π‘₯! ) > 𝑓(π‘₯" )
f decrescente: π‘₯! < π‘₯" ⟹ 𝑓(π‘₯! ) ≥ 𝑓(π‘₯" )
Una funzione che verifica la 1), oppure la 3), si dice strettamente monotona.
FUNZIONI LINEARI. FUNZIONE VALORE ASSOLUTO. 8. Capitolo 1
Si chiama funzione lineare (o funzione affine) una funzione del tipo
𝑦 = π‘šπ‘₯ + π‘ž
ove m, q sono numeri reali fissati. Si verifica facilmente che il grafico di una tale funzione è una
retta, di cui il parametro m è detto coefficiente angolare. Ogni funzione lineare è monotona su R,
anzi, strettamente monotona se π‘š ≠ 0. Infatti, basta considerare π‘₯! < π‘₯" e 𝑓(π‘₯) = π‘šπ‘₯ + π‘ž, da
cui:
𝑓(π‘₯! ) = π‘šπ‘₯! + π‘ž,
𝑓(π‘₯" ) = π‘šπ‘₯" + π‘ž;
se il coefficiente angolare m è positivo, allora essendo π‘₯! < π‘₯" risulta anche π‘šπ‘₯! < π‘šπ‘₯" e quindi
𝑓(π‘₯! ) < 𝑓(π‘₯" ) ; in questo caso 𝑓(π‘₯) risulta strettamente crescente su R. Se invece m è negativo,
allora da π‘₯! < π‘₯" segue π‘šπ‘₯! > π‘šπ‘₯" e quindi 𝑓(π‘₯! ) > 𝑓(π‘₯" ); perciò, se m<0, la funzione lineare
𝑓(π‘₯) è strettamente decrescente. Infine, se m=0, allora risulta 𝑓(π‘₯) = π‘ž = π‘π‘œπ‘ π‘‘π‘Žπ‘›π‘‘π‘’; essendo
𝑓(π‘₯! ) = 𝑓(π‘₯" ) per ogni coppia di valori π‘₯! , π‘₯" , la funzione f(x) è contemporaneamente crescente e
decrescente su R; si dice brevemente che la funzione è costante su R. Il grafico di f(x) in questo
caso è una retta parallela all’asse x, costituita dai punti (x,y) con ascissa arbitraria e ordinata
costante uguale a q.
Il valore assoluto (o modulo) di x, indicato con il simbolo |π‘₯|, è definito da
|π‘₯| = C π‘₯ 𝑠𝑒 x ≥ 0
−x se x < 0
Il grafico della funzione valore assoluto 𝑓(π‘₯) = |π‘₯| è composto da due semirette per l’origine, di
equazione rispettivamente 𝑦 = π‘₯ e 𝑦 = −π‘₯.
Ci sono alcune proprietà che sono diretta conseguenza della definizione di valore assoluto:
1)
2)
3)
4)
5)
|π‘₯| ≥ 0, ∀π‘₯ ∈ 𝑅;
|π‘₯| = 0 ⟺ π‘₯ = 0;
|−π‘₯| = |π‘₯|, ∀π‘₯ ∈ 𝑅;
|x! βˆ™ x" | = |x! | βˆ™ |x" |, ∀x! , x" ∈ 𝑅;
|x! /x" | = |x! |/|x" |, ∀x! , x" ∈ 𝑅, x" ≠ 0.
La seguente proprietà del valore assoluto, detta disuguaglianza triangolare, è di grande
importanza.
DISUGUAGLIANZA TRIANGOLARE. – Per ogni coppia di numeri reali x! , x" vale la disuguaglianza
|x! + x" | ≤ |x! | + |x" |.
Dimostrazione:
Per ogni numero reale x la relazione |π‘₯| ≤ |π‘₯| è ovvia (anzi, vale con il segno =); indicando con r il
secondo membro di tale ovvia relazione, per l’equivalenza (|π‘₯| ≤ π‘Ÿ ⟺ −π‘Ÿ ≤ π‘₯ ≤ π‘Ÿ) abbiamo
anche −|π‘₯| ≤ π‘₯ ≤ |π‘₯|; in particolare, per π‘₯ = x! e π‘₯ = x" :
−|x! | ≤ x! ≤ |x! |,
−|x" | ≤ x" ≤ |x" |
e, sommando membro a membro:
−(|x! | + |x" |) ≤ x! + x" ≤ (|x! | + |x" |).
La conclusione segue da una nuova applicazione dell’equivalenza (|π‘₯| ≤ π‘Ÿ ⟺ −π‘Ÿ ≤ π‘₯ ≤ π‘Ÿ) con
π‘Ÿ = |x! | + |x" |.
LA FUNZIONE POTENZA, ESPONENZIALE, LOGARITMO. 9. Capitolo 1
Consideriamo la funzione potenza con esponente 𝑛 ∈ 𝑁:
𝑓(π‘₯) = x $
che è definita, per ogni π‘₯ ∈ 𝑅, moltiplicando il numero x per se stesso n volte. La funzione f è
strettamente crescente per π‘₯ ≥ 0, cioè:
0 ≤ x! < x" ⟹ x!$ < x"$ .
Per mezzo del teorema dell’esistenza degli zeri, dimostreremo che ad ogni 𝑦 ≥ 0 corrisponde
almeno un numero reale π‘₯ ≥ 0 per cui 𝑓(π‘₯) = x $ = 𝑦. La condizione di stretta monotonia (0 ≤
x! < x" ⟹ x!$ < x"$ ) implica, come osservato nel paragrafo 7, che la funzione è invertibile. Perciò
è definita la funzione inversa di 𝑓(π‘₯) = x $ (π‘₯ ≥ 0), che si chiama funzione radice n-esima, e si
indica con
!
f #! (π‘₯) = √x = x!/& ,
(π‘₯ ≥ 0)
Per mezzo delle prime due funzioni citate si può definire l’elevazione ad esponente razionale
(π‘š, 𝑛 ∈ 𝑁, π‘₯ ∈ 𝑅, π‘₯ > 0):
!
x '/& = √x ( ,
x #'/& =
1
!
√x (
,
x) = 1
Elenchiamo alcune proprietà:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
a* βˆ™ a+ = a*βˆ™+ ; (a* )+ = a*βˆ™+
a* > 0
π‘Ž < 𝑏, 𝑐 > 0 ⟹ a+ < b+
π‘Ž < 𝑏, 𝑐 < 0 ⟹ a+ > b+
π‘Ž > 1, 𝑏 < 𝑐 ⟹ a* < a+
π‘Ž < 1, 𝑏 < 𝑐 ⟹ a* > a+
Dall’espressione a* derivano due diversi tipi di funzione, a seconda che si faccia variare la base a o
l’esponente b. Nel primo caso consideriamo la funzione potenza 𝑓(π‘₯) = x * , con 𝑏 ∈ 𝑅 fissato. Nel
secondo caso abbiamo la funzione esponenziale 𝑓(π‘₯) = a- , con un numero reale positivo fissato.
Casi particolari della funzione potenza 𝑓(π‘₯) = x * sono quelli con 𝑏 = 𝑛 ∈ 𝑁, oppure 𝑏 = 1Un, già
esaminati in precedenza. Inoltre, x $ è una funzione strettamente crescente se 𝑏 > 0 e
strettamente decrescente se 𝑏 < 0, in base alle formule 3) e 4).
La funzione esponenziale 𝑓(π‘₯) = a- , con un numero reale positivo, è una funzione positiva, è
strettamente crescente se π‘Ž > 1 e strettamente decrescente se π‘Ž < 1, in base alle formule 2), 5) e
6).
Un caso notevolmente importante si ha quando la base è uguale al numero di Nepero e=2,7… . In
tal caso ovviamente si indica la funzione esponenziale con 𝑓(π‘₯) = e- ; dato che 𝑒 > 1, la
funzione e- è crescente.
Se π‘Ž = 1, la funzione a- è identicamente uguale a 1. Si dice in tal caso che la funzione è costante.
Naturalmente una funzione costante non è invertibile. Se invece π‘Ž ≠ 1, allora la funzione
esponenziale a- è invertibile. La funzione inversa è definita sui numeri reali positivi; si chiama
funzione logaritmo e si scrive 𝑓(π‘₯) = log . x.
Quindi la funzione logaritmo è definita da:
𝑦 = log . x ⟺ a/ = π‘₯
Si suole omettere l’indicazione esplicita della base, se tale base è il numero e. Quindi:
𝑦 = log x ⟺ e/ = π‘₯
Le formule sopra citate sono molto usate anche nella forma seguente:
a012" - = π‘₯ ; e012 Se la base è maggiore di 1, il logaritmo è una funzione strettamente crescente.
Infatti, siano x! < x" e y! = log x! , y" = log x" . Se fosse y" < y! per la 5) avremmo x" = e/# <
e/$ = x! , contrariamente alle ipotesi.
Analogamente è assurdo che y! = y" , perché avremmo x! = x" . Quindi deve risultare y! < y" .
Con dimostrazione analoga si verifica che il logaritmo è una funzione strettamente decrescente se
la base è minore di 1.
Elenchiamo alcune proprietà dei logaritmi:
1)
2)
3)
4)
log . (x! x" ) = log . x! + log . x" ,
∀x! , x" > 0
log . (x! ⁄x" ) = log . x! − log . x" , ∀x! , x" > 0
log . x * = 𝑏 log . x,
∀π‘₯ > 0
log * x = log . x / log . b,
∀π‘₯ > 0
IL PRINCIPIO DI INDUZIONE
Abbiamo utilizzato nel paragrafo 9 la seguente affermazione sulla crescenza della funzione
potenza x $ :
0 ≤ x! < x" ⟹ x!$ < x"$ , ∀𝑛 ∈ 𝑁
Vogliamo dimostrare questa proposizione per mezzo del principio di induzione. Supponiamo
preliminarmente che essa valga per un certo indice n. Perciò supponiamo che valgano le
disuguaglianze 0 ≤ x! < x" , x!$ < x"$ . Otteniamo:
x!$3! = x! x!$ ≤ x" x!$ < x" x"$ = x"$3!
Cioè abbiamo provato che, se vale 0 ≤ x! < x" ⟹ x!$ < x"$ , ∀𝑛 ∈ 𝑁 per un certo indice n, allora
essa vale anche per l’indice successivo n+1. Ma allora la formula 0 ≤ x! < x" ⟹ x!$ < x"$ , ∀𝑛 ∈
𝑁 vale sempre, perché: sappiamo che la proposizione vale per n=1; per quanto sopra detto essa
vale anche per l’indice successivo, cioè n=2; ancora, sempre per lo stesso motivo la formula vale
per il successivo n=3, e così via... Possiamo raggiungere con questo argomento qualsiasi naturale
n.
Formuliamo in generale il seguente teorema:
PRINCIPIO DI INDUZIONE. – Supponiamo che una proposizione dipendente da un indice 𝑛 ∈ 𝑁 sia
vera per 𝑛 = 1 e che inoltre, supposta vera per n, sia vera anche per il successivo n+1. Allora la
proposizione è vera per ogni 𝑛 ∈ 𝑁. (DIMOSTRAZIONE CON ARGOMENTI DEL 2 CAPITOLO).