EVOLUZIONE DELLA RUSSIA
Un immenso paese contadino e arretrato. Privo di istituzioni rappresentative, governato in modo
autoritario, con un enorme apparato burocratico-poliziesco, responsabile solo davanti allo zar.
Assenza di una borghesia capace di sostenere la lotta politica in direzione liberale e progressista.
ALESSANDRO II (1855-1881): caute riforme. Tentativi di modernizzazione (burocrazia, scuola, sistema
giudiziario). Abolizione servitù della gleba (1861).
Permangono conflittualità e miseria: I contadini ricevono meno terra di quella che prima lavoravano, e la
pagano più del suo valore. I grandi proprietari ricevono indennizzi e tengono le terre più fertili, ma le
gestiscono senza spirito imprenditoriale e in modo arretrato.
Ripresa dell’assolutismo nell’ultima parte del regno di Alessandro II. Inasprimento con i successori:
ALESSANDRO III (1881-1894) e NICOLA II (1894-1917). Con loro le strutture politiche restano immobili e
qualunque tentativo di occidentalizzazione delle istituzioni fu decisamente accantonato.
Anni ’90: avvio processo industrializzazione. Ministro finanze SERGEJ VITTE.
1. Sostegno da parte dello stato e investimenti di capitali stranieri la cui repressione dei conflitti sociali e la
compressione dei salari garantiva loro elevati profitti. No crescita autonoma di borghesia imprenditoriale.
2. Industria si concentrò in poche zone (Mosca, Pietroburgo, Urali, distretti petroliferi di Baku).
3. Decollo industriale non cambia struttura società, né eleva tenore di vita della popolazione.
1902. PARTITO SOCIALISTA RIVOLUZIONARIO Viktor Čhernov 1. Nuova industria creazione artificiosa 2.
Socialismo come collettivismo agrario 3. Rivolta contadina e terrorismo per rovesciare zarismo. Riscuoteva
successo fra i contadini.
1898. PARTITO SOCIALDEMOCRATICO RUSSO Georgij Plechanov L’industria è fase necessaria alla
rivoluzione Classe operaia = principale forza rivoluzionaria. Nel 1903 il partito si divise in due correnti
BOLSCEVICHI (= maggioritari). Partito centralizzato; rivoluzionari di professione (avanguardia delle classi
lavoratrici), operano in clandestinità e preparano la lotta. Vladimir Il’ič Ul’janov, detto LENIN.
MENSCEVICHI (= minoritari). Partito di massa tipo occidentale, ampio movimento di opinione pubblica.
Necessaria una fase riformista; compiere evoluzione sistema capitalistico-borghese. Julij Martov.
1903. PARTITO COSTITUZIONAL-DEMOCRATICO o dei CADETTI Espressione opposizione liberal-democratica.
Borghesi, nobili progressisti. Pavel Miljukov
GUERRA RUSSO-GIAPPONESE (1905) Contrasti di interessi in Manciuria (Cina nord-est). Sconfitta russa. Crisi
del regime. Domenica di sangue (22 gennaio 1905) Corteo Palazzo d’Inverno. 150mila persone. Chiedono
fine della guerra (prezzi alle stelle), libertà politiche, legislazione sociale. Fuoco sulla folla (100 morti, 2000
feriti). Ondata di sommosse, agitazioni, ammutinamenti (corazzata Potëmkin).
Primavera e autunno in semianarchia.
Di fronte alla crisi, sorsero rappresentanze operaie eletti sui luoghi di lavoro: i soviet. Quello di Pietroburgo,
diretto da Lev Trockij, assume la direzione. Ottobre: grande sciopero generale. Lo zar promette organi
legislativi ed evoluzione verso una monarchia costituzionale (manifesto di ottobre).
Ma finita la guerra scatena repressione contro i soviet. Permette un’assemblea rappresentativa (duma), ma
le elezioni sono pilotate (il voto di un grande proprietario terriero contava 500 volte il voto di un operaio)
fino ad ottenere una composizione aristocratico-conservatrice. Fine rivoluzione del 1905: la Russia torna ad
essere un regime assolutista.
Il conte Pëtr Stolypin (primo ministro) cerca il favore dei contadini per disinnescare minaccia rivoluzionaria.
RIFORMA AGRARIA:
Abolire il sistema arcaico delle comunità (mir) e favorire piccola proprietà individuale, anche se non per
tutti. L’importante è formare una classe contadina agiata (anche modesta) per dare stabilità e ordine
sociale alle campagne.
Maggiore differenziazione sociale nelle campagne, con creazione di una piccola borghesia rurale attiva e
fattore di stabilità (Kulaki). Ma i contadini poveri restano poveri, e perdono anche l’uso di terre e pascoli
comuni. Progetto riuscito solo in parte: molti nuovi piccoli proprietari non decollano, e devono vendere. Si
crea disponibilità di manodopera, ma non si riesce ad assorbirla in industria ancora poco sviluppata.
La Prima guerra mondiale
Intervento in guerra. Lo zar si aspettava: 1. Espansione imperialistica 2. Rafforzamento rapporti con
capitalismo occidentale 3. Patriottismo: compattare paese contro rivolte
Appoggio all’intervento: Cadetti, molti menscevichi, socialrivoluzionari.
Convinzione che l’alleanza con i sistemi occidentali avrebbe favorito l’evoluzione del sistema zarista. Ma lo
zarismo non era riformabile. La guerra portò perdite, disastri militari, crisi.
In opposizione alla linea ufficiale (pro guerra) dei maggiori partiti socialisti nazionali, emerse una linea
pacifista di parte del movimento socialista internazionale, a sua volta divisa: (a) pacifismo dei riformisti
(pace «senza annessioni né indennità: né aderire né sabotare») (b) posizione dei bolscevichi: la pace è
impossibile senza rovesciare il capitalismo imperialista. Trasformare la guerra in rivoluzione sociale.
La rivolta operaia e militare costringe lo zar ad abdicare. Si forma un governo provvisorio, in attesa di
un’assemblea costituente.
Presieduto dal principe L’vov, è formato da: Ottobristi (monarchico-costituzionali) Cadetti Per la sinistra,
Kerenskij (socialrivoluzionario)
Scopi: Costruire regime monarchico liberal-parlamentare Continuare guerra con Intesa, contro la Germania
Secondo centro di potere: soviet, formato per lo piú da menscevichi e socialrivoluzionari.
Posizione: Russia non è matura per socialismo; rivoluzione deve restare democratico-borghese.
Il soviet cerca di sostenere il governo senza perdere l’appoggio popolare, puntando a:
1. Modernizzazione istituzionale (parlamentarismo, allargamento del suffragio)
2. Ridistribuzione delle terre
Rottura con il governo sul tema della guerra: il ministro degli esteri, il cadetto Miljukov, conferma la politica
di guerra e gli obiettivi zaristi (Dardanelli e Bosforo). Nelle campagne rivolta dei contadini poveri, che
insorgono contro i proprietari attuando di fatto la ridistribuzione delle terre.
Inizio aprile: Lenin e i bolscevichi rientrano in Russia. Svolta di Lenin: La rivoluzione non riguarda solo i
paesi del capitalismo avanzato: il governo provvisorio russo esprime una classe borghese e di proprietari
fondiari capitalisti che reggeva di fatto il paese, e che nel 1917 erano già «quasi» al potere, sicché lo
zarismo era facilmente caduto ai primi colpi. Ma accanto vi era un governo operaio, che esprimeva interessi
del tutto diversi. Lenin rifiuta di collaborare con il governo. TESI DI APRILE Il 4 aprile formula le Tesi di
aprile:
-
togliere l’appoggio al governo
tutto il potere ai soviet
confisca delle terre ai proprietari
nazionalizzazione delle banche
ritiro dalla guerra
creazione di una nuova Internazionale
I bolscevichi sono messi fuori legge: ancora esilio.
Agosto 1917 Kerenskij, diventato primo ministro, incarica il generale Kornilov di riportare ordine
nell’esercito (i soldati fraternizzano col nemico e disertano). Tentativo di colpo di stato promosso da
Kornilov sventato dal governo con l’aiuto dei bolscevichi.
I bolscevichi conquistarono la maggiornaza nei soviet di Pietrogrado e Mosca. Trotzkij presidente del soviet
di Pietrogrado.
10 ottobre 1917: il comitato centrale bolscevico decide l’insurrezione armata. Notte tra il 24 e il 25 ottobre
(= 6/7 novembre): i bolscevichi conquistano i punti chiave di Pietrogrado, e la mattina del 25 il Palazzo
d’Inverno. Kerenskij fugge. Il congresso dei soviet costituisce un governo rivoluzionario, chiamato Consiglio
dei commissari del popolo, tutti bolscevichi, presieduto da Lenin, con Trockij agli esteri e Stalin alle
nazionalità.
25 novembre: eletta a suffragio universale Assemblea ncostituente panrussa. Quattro liste: socialisti
rivoluzionari (58%, soprattutto nelle campagne); bolscevichi (25%, soprattutto tra gli operai); cadetti (14%);
menscevichi (4%). Socialrivoluzionari di sinistra si uniscono a bolscevichi. La costituente sarà sciolta di forza
dai bolscevichi, su proposta di Lenin, il 18 gennaio 1918. Timore per la revoca dei loro provvedimenti e per
una Costituzione diversa da quella voluta.
Pace di Brest-Litovsk (3 marzo 1918) La Russia perde Polonia e repubbliche baltiche; deve riconoscere
indipendenza Ucraina. Rottura con socialisti-rivoluzionari. Russia cede 32% del territorio, 56 milioni di
abitanti, 1/3 delle ferrovie, 70% dei minerali ferrosi, 90% del carbone, 5000 fabbriche. Ma, tranne Ucraina,
gli altri territori erano stati a loro volta oggetto di conquista, ed erano abitati da popolazioni che non
parlavano russo.
Si costituirono Armate bianche, guidate da generali zaristi e sostenute dagli ex-alleati (anglo-francesi,
americani, italiani, giapponesi), alle quali Trockij oppose una Armata rossa.
Tra il 16 e il 17 luglio, a Ekaterinburg, dove erano detenuti, fu consumato l’eccidio dei Romanov, per evitare
che si ponessero alla guida del movimento controrivoluzionario.
Successi dell’Armata rossa, anche per lo scarso appoggio del popolo ai Bianchi. Ribellioni delle nazionalità,
duramente represse.
Nella primavera 1920, superata la fase piú acuta, la Polonia (nata a Versailles) sferra attacco al regime. Alla
guida del generale Piłsudski arriva alle porte di Kiev. Obiettivo: ricreare grande Stato polacco. Offensive e
controffensive. Trattato di Riga (marzo 1921): Polonia ottiene alcuni territori russi; Russia recupera gran
parte Ucraina.
L’Intesa, abbandonati i tentativi di scalzare Lenin con la forza, ripiegarono sul cordone sanitario: sostegno
militare, politico ed economico a governi vicini anticomunisti, nati da Prima guerra mondiale (Paesi baltici,
Finlandia, Polonia, Turchia): isolare la Russia per evitare diffusione bolscevica.
Guerra civile (1918-1921): 7 milioni di morti.
Durante la guerra civile, per l’approvvigionamento agricolo delle città e il sostegno all’Armata rossa, venne
varato il COMUNISMO DI GUERRA. Nel complesso peggiora le condizioni della gente.
Dopo la carestia del 1921 e i movimenti di protesta, dal marzo 1921 (e fino al 1928) fu varata la NEP (nuova
politica economica) ideata da Lenin. Fu una sorta di economia mista, legata anche all’esigenza di sviluppare
la grande industria, per produrre le macchine necessarie al progetto di collettivizzare l’agricoltura. Solo
allora ci sarebbe stato il passaggio completo alla società comunista. Nel complesso, la NEP diede buoni
risultati.
I bolscevichi costituiscono nel marzo 1918 il PARTITO COMUNISTA RUSSO Nel giugno vengono messi fuori
legge i partiti di opposizione. La guerra civile e l’isolamento interno ed esterno dei bolscevichi avvia
processo di accentramento del potere e accentua tratti autoritari del regime.
La classe operaia è sovrana, e ai contadini sono garantiti uguali diritti (falce e martello: simboli scelti dal
Congresso dei Soviet, giugno 1918). Il potere di governo è formalmente nelle mani del congresso dei soviet,
diretto a sua volta da un comitato esecutivo. Il consiglio dei commissari del popolo si occupa invece
dell’amministrazione dello Stato.
Di fatto tutte le strutture statali sono subordinate al Partito e ai suoi organi direttivi: il comitato centrale e il
politburo (ufficio politico esecutivo). Il partito, oltre che il Congresso dei Soviet, controlla anche il potere
giudiziario (nomina i giudici del popolo)e la polizia politica (ČEKA: commissione panrussa per la lotta alla
controrivoluzione e al sabotaggio).
Si trattava, in sostanza, di una dittatura: piú che del proletariato, del Partito bolscevico. Nel luglio 1920
(vittoria sui Bianchi e avanzata in Polonia) si tenne il 2° Congresso della terza internazionale (Internazionale
Comunista, o COMINTERN), voluta da Lenin nel 1919. Lenin propose i VENTUNO PUNTI.
L’Internazione richiede ai partiti che intendano farne parte l’adozione del nome Partito comunista (di
questo o quel paese). Dibattiti e scissioni nei partiti operai di tutto il mondo.
Il Comintern segna la differenziazione tra sinistra rivoluzionaria e destra riformista nel socialismo
internazionale: i rivoluzionari si distaccano dai partiti socialisti, e in molti paesi nascono partiti comunisti.
Non ci sono però progetti di conquista immediata del potere. Trockij al 3° congresso del Comintern (1921):
«nel 1919 ci eravamo detti: è questione di mesi oggi diciamo che forse è questione di anni...».
Nell’aprile 1922 segretario generale del Partito comunista fu eletto il georgiano Josip Djugasvili, detto
STALIN (uomo d’acciaio). Nel dicembre 1922 nacque l’URSS.
Il 21 gennaio 1924, già gravemente malato dadue anni, morì Lenin.