AVERROÈ
Isabella Tokos 3A
FILOSOFIA ISLAMICA
La filosofia islamica, che influenzò fortemente il pensiero occidentale del XII
secolo, aveva nel tempo assorbito le dottrine filosofiche greche, principalmente il
neoplatonismo e l’aristotelismo, a cui l’Occidente aveva accesso solo attraverso le
parole e le interpretazioni degli autori latini e dei Padri della Chiesa.
Proprio come la filosofia occidentale medievale, anche la filosofia islamica era
una filosofia scolastica (Kalam), cioè un tipo di filosofia che tenta di comprendere
e spiegare con l’uso della ragione i dogmi religiosi, che, secondo il credo
religioso, dovrebbero essere accettati per fede, senza necessitare di una qualsiasi
prova o interpretazione.
Tra i filosofi arabi più noti ricordiamo al-Kindi (morto nel 873), al-Farabi
(morto nel 905), Avicenna (980-1037, il massimo rappresentante del
neoplatonismo arabo) e Averroè (1126-1198, il massimo esponente arabo delle
dottrine aristoteliche).
AVERROÈ - Biografia
Averroè nacque a Cordova, nella Spagna
musulmana, nel 1126, da una famigli di giuristi
(il nonno paterno e il padre erano entrambi
qāḍī, una figura amministrativa equivalente
all’odierno giudice). Il suo vero nome fu IbnRushd.
Dopo aver studiato il ḥadīth, la
giurisprudenza e la teologia, divenne medico,
giurista e filosofo, ricoprendo per qualche anno
anche il ruolo di qāḍī.
A causa delle sue concezioni filosofiche
venne esiliato a Marrakesh, dove divenne uomo
di corte del califfo e un medico all’ospedale
(maristan) Dār al-Faraj.
Morì a Marrakesh nel 1198.
AVERROÈ – Opere
Averroè venne considerato, tra il 1200 e il 1600, il commentatore per eccellenza di
Aristotele; egli scrisse, infatti, molti commenti («Commento grande», «Commento medio») e
anche una parafrasi della dottrina di Aristotele, che Averroè considerava «la verità stessa»; in
particolare della Metafisica, della Fisica e dell’Etica Nicomachea.
Oltre alle opere aristoteliche, si dedicò anche a:

un’enciclopedia di medicina;

alcuni trattati teologici (in cui Averroè sostiene che la religione islamica è perfetta e risulta
la più adatta a governare l’umanità, mentre il Corano, che dal popolo viene letto in senso
letterale, può essere interpretato dagli intellettuali in chiave poetica simbolica);

il «Tahāfut al-tahāfut»*
* «L’incoerenza dell’incoerenza», o, più conosciuta come la «Distruzione della distruzione dei filosofi di
al-Ghazali», fu la principale opera di Averroè, scritta in difesa della filosofia araba, contro l’attacco
intellettuale sferrato da al-Ghazali con la sua «Distruzione dei filososfi». Averroè andava quindi contro la
libera creazione divina del mondo e contro la non necessità del mondo, sancendo, inoltre, che verità
filosofica e verità religiosa non possono essere tra loro in contrasto, nonostante siano diverse quanto a
forma, in quanto esistono più modi per raggiungere la stessa verità (quest’ultima concezione verrà
interpretata in modo erroneo come teoria della doppia verità).
FILOSOFIA
L’ORDINE NECESSARIO DEL MONDO

Per Averroè il mondo è gerarchico. Al suo
vertice c’è Dio, il quale, però, non ha creato
il mondo con un atto libero. Per questa
ragione, ogni cosa che accade nel mondo, in
quanto parte del mondo, perfetto e
necessario, lo fa proprio come deve e non
altrimenti. Dunque, l’uomo non ha la
possibilità di mutare o infrangere l’ordine
che si viene a creare, ma viene guidato a sua
volta da forze necessarie, forze, cioè,
governate da un ciclo di causa-effetto.
L’ETERNITÀ DEL MONDO

Dio è perfetto, così come il
mondo che è una
manifestazione necessaria
della perfezione divina. In
quanto perfetto, poi, Dio non
può aver avuto un inizio nel
tempo, è eterno: dunque
anche il mondo, in quanto
necessaria manifestazione di
Dio, esiste ab aeterno.
Religione
Uno tra i principali libri di teologia di Averroè fu «L'esposizione dei tipi di
prove nelle dottrine della religione». Con questo libro, il filosofo si proponeva di
esaminare in profondità le varie dottrine religiose, stabilendone l’autenticità, in
particolare delle quattro dottrine più diffuse della sua epoca: Mutazilismo,
Asharismo, Sufismo e una corrente, sua contemporanea, vicina al
fondamentalismo.
Per confermare poi l’esistenza di Dio, trova due argomentazioni principali:

La provvidenza, che aiuta gli uomini offrendo al loro servizio qualsiasi
oggetto dell’universo;

L’invenzione di tutti gli oggetti della natura e dell'universo, per la loro
complessità progettati certamente da Dio e non dal caso.
Religione
Nel libro segue una descrizione della natura e degli attributi
divini e una ripresa del concetto espresso dagli Ashariti secondo
cui non può esistere una doppia divinità, tantomeno una
onnipotente: e, anche se Averroè afferma che può esistere una
doppia divinità, in quanto entrambe sarebbero caratterizzate dagli
stessi attributi che permetterebbero loro di agire in sincronia, il
filosofo insiste che la ragione e i sensi spingono a credere nella
presenza di una singola divinità.
Infine, Averroè nega l’uguaglianza degli attributi divini e umani, prendendo
come esempio la conoscenza: la conoscenza umana, infatti, è il frutto
dell’effetto della conoscenza divina (= emanazione), che però, a differenza di
quella umana, comprende anche la cognizione della causa dell’essere e
dell’esistenza, in quanto Dio stesso è la causa dell’universo.
Cosmologia
Per Averroè, il lavoro divino non conosce soste,
attimi di riflessione o titubanze, come accade invece
con il lavoro umano. Nel momento della creazione, la
scelta primaria non è quella fra due opportunità, ma
quella fra l’essere e il non essere.
Averroè ritiene che esistano più categorie di esistenza (in tutto tre), tra cui
quella del mondo e quella divina, e che per ciascuna esistenza c’è una causa
agente che guida la vita. Prima dell’esistenza del mondo, poi, come dice anche
il Corano, non ci può essere stata alcuna preesistenza. Nel cosmo Averroè
rilevò due classi di oggetti eterni, che costituiscono la divisione tra il mondo
celeste e quello fisico sublunare, e sono le essenze eterne e le cose eterne.
Cosmologia
Dunque, la triplice visione del cosmo
di Averroè comprende:
Per spiegare la sua concezione, il filosofo si avvale di una
similitudine: il cosmo è come una nazione alla cui base c’è una forte
struttura gerarchica dove ciascun membro è guidato da un capo, come
accade con le stelle e i pianeti.
Psicologia
L’intelletto di Averroè ha i seguenti attributi: è
eterno, incorporeo, scomponibile a sua volta in due
categorie di intelletti: quello attivo, o agente, e quello
potenziale, o possibile, entrambi distinti dall’anima
individuale.
L’intelletto agente è originario e pure eterno, come d’altronde è anche
l’intelletto potenziale, il quale permette di giungere alla scienza universale tramite
la conoscenza sensibile; l’anima, invece, è mortale e viene distinta in anima
vegetativa, sensitiva e intellettiva (definizioni che si ritrovano anche nelle tre
funzioni dell’anima aristotelica: quella vegetativa, cioè la capacità di nutrirsi e di
riprodursi tipica di ogni essere vivente; quella sensitiva, cioè la sensibilità e la
capacità di movimento, propria degli animali e dell’uomo; e, infine, quella
intellettiva dell’uomo).
L’intelletto cerca la perfezione, direttamente proporzionale alla vastità
dell’oggetto d’indagine.
Astronomia
Averroè si distingue anche nel campo astronomico con alcune novità
interessanti per l’epoca, tra cui:

Il modello dell’universo concentrico;

L’obiezione allo sbagliato annoverare tra le stelle della Luna che, in quanto non
emette luce, venne descritta da Averroè come «opaca e oscura»;

L’individuazione della presenza di parti della Luna più dense e spesse;

Il riconoscimento dell’esposizione maggiore di una faccia della Luna al sole
rispetto all’altra.
Medicina
Averroè fu l’autore della
«Medicina generale», altrimenti
chiamata anche, nel mondo
occidentale, «Colliget».
Il «Colliget» e la «Medicina
specialistica» di Abū Marwān
Ibn Zuhr, furono i testi medici
più seguiti in ogni parte del
mondo allora conosciuto, da
cristiani a musulmani ed ebrei.
Medicina
Con il «Colliget», Averroè autorizzò la pratica della
dissezione e dell’autopsia, contraddicendo religiosi
come al-Ghazali che condannavano pratiche del
genere. Averroè, infatti, spiegò che: «chiunque si sia
occupato di anatomia e dissezione a scopo scientifico,
ha incrementato la sua fede in Dio».
I suoi progressi riguardarono anche l’urologia, la
neurologia e l’oftalmologia: nel primo caso, riuscì a
identificare le cause e a trovare le cure per le
disfunzioni sessuali; nel secondo caso studiò una
malattia che, per i sintomi, risulta essere simile al
Parkinson; nel terzo, poi, scoprì per primo le proprietà
fotorecettive della retina.
Fisica
Averroè, infine, contribuì sensibilmente anche allo sviluppo della
meccanica e della fisica:

fu il primo a dare la definizione della forza come: «il valore del
lavoro necessario per cambiare lo stato di un materiale solido»;

per primo comprese che l’attrito presente fa variare sia l’effetto
che il valore della forza applicata;

anticipò la nozione che Isaac Newton (1643-1727) avrebbe
chiamato inerzia.
“Chi pensa è immortale, chi non
pensa muore.
”
Averroè
FONTI
• Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero, Con-Filosofare 1B, Pearson, ISBN
9788839528025
• Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero, Protagonisti e testi della filosofia 1B,
ISBN 8839510117
• Tutto filosofia, DeAgostini, ISBN 9788841566954
• http://www.treccani.it/enciclopedia/averroe/
• http://www3.unisi.it/ricerca/prog/fil-med-online/autori/htm/averroe.htm
• http://www.filosofico.net/averroe.htm
• https://www.riflessioni.it/enciclopedia/averroe.htm
• https://it.wikipedia.org/wiki/Averro%C3%A8
• https://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia_islamica