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FILOSOFIA ISLAMICA - Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione sulla filosofia islamica
dai tempi di Averroè ad oggi
Tra l’VIII e il XVI secolo d.C., durante la cosiddetta Epoca d’oro islamica, l’intero mondo
musulmano attraversò un fiorente periodo di progresso che avrebbe nel tempo influenzato le
varie scienze moderne tra cui la filosofia. E fu proprio in questi anni che il filosofo arabo alKindi diede inizio a quel che oggi chiamiamo filosofia islamica classica, nel senso di antica,
mediante un pensiero basato su dottrine circa l’universo, la vita, la società, l’etica e altre
questioni riguardanti l’Islam e il suo mondo.
La filosofia islamica può essere descritta in due parole: Kalam e Falsafah. Letteralmente la
prima, Kalam, indica una filosofia scolastica, una scienza cioè che si occupa a comprendere e
a spiegare con la ragione i dogmi religiosi, concetti che, nella visione della religione,
dovrebbero essere semplicemente accettati e presi come veri senza prove o interpretazioni. La
seconda invece, Falsafah, ha il significato di scienza ragionata, di filosofia intesa come logica,
matematica e fisica su esempio dell’aristotelismo e del neoplatonismo. Perché la filosofia
islamica concentrerà il suo sguardo oltre che sulla filosofia indiano-persiana, su quella greca,
prevalentemente seguendo le dottrine di Platone e di Aristotele. E infatti sarà merito degli
Arabi la diffusione delle traduzioni e dei commenti dei testi greci in Arabo e poi in Latino nel
mondo cristiano del Medioevo, mondo ormai diventato ignaro della lingua greca.
Questo splendente periodo filosofico fu dominato da filosofi come Ibn-Sina, meglio
conosciuto con il nome di Avicenna, o come Ibn-Rashid, chiamato anche Averroè.
Ibn-Rashid fu un filosofo nato a Cordova e morto in esilio a Marrakesh per le sue idee
filosofiche.
La filosofia di Averroè comprende come tutta la filosofia islamica a venire ciò che
Avicenna, suo predecessore, considerava essere la vera essenza della filosofia araba, la
necessità di esistere. Secondo Ibn-Sina, infatti:
“Se una cosa non è necessaria in rapporto a se stessa, bisogna che sia possibile in rapporto a
se stessa, ma necessaria in rapporto a una cosa diversa.” (Avicenna, Metafisica, II, 1, 2)
Tutto ha la necessità di esistere e di accadere perché tutto è frutto di un processo a catena
infrangibile basato sulla necessità di esistere o di accadere: le cose esistono e dunque sono
necessarie, perché derivanti da Dio, essere necessario; ciò che accade lo fa perché è
necessario e non potrebbe essere diversamente, in quanto è l’ordine del mondo a guidare le
azioni dell’uomo che non ci si può ribellare.
Anche sulla tematica della creazione e dell’eternità del mondo ci sono somiglianze tra i
pensieri filosofici dei due. Tuttavia, a differenza di Ibn-Sina, Ibn-Rashid considera il mondo
come una creazione dovuta non alla volontà divina ma alla manifestazione necessaria della
perfezione divina.
Averroè ebbe sempre una forte inclinazione verso Aristotele, le cui dottrine venivano da
lui considerate come la Verità stessa, quasi un metodo scientifico con cui esprimere e spiegare
la religione musulmana.
Nella sua concezione però esistevano due tipi di verità, la verità religiosa e quella
filosofica, e nonostante gli opposti metodi d’approccio usati rispettivamente dall’Islam e dalla
filosofia islamica, egli non le considerava ad essere in conflitto, perché entrambe, sia la
religione che la filosofia usavano due vie differenti per arrivare alla stessa Verità.
Infine, Ibn-Rashid apportò qualche modifica a una dottrina circa l’intelletto di al-Kindi e di
Ibn-Sina: mentre gli ultimi due parlavano di tre tipi di intelletto, attivo (cioè divino),
potenziale (ovvero materiale, di base, proprio dell’essere umano) e acquisito (ossia quello che
produce le conoscenze tramite i sensi, e dunque anche esso materiale), Averroè riprende
questi concetti considerando però l’intelletto potenziale più vicino a quello divino.
Con la morte di Averroè finirà anche la filosofia islamica classica, alla quale seguiranno
correnti di pensiero comunque molto simili a ciò che rappresentava la filosofia di Averroè e
dei suoi coevi.
Tra i più importanti pensatori della filosofia islamica moderna possiamo ricordare Mulla
Sadra, rappresentante degli Illuministi. Tra le sue dottrine più rilevanti c’è quella
dell’esistenzialismo: l’esistenza, wujud, che precede l’essenza mahiyya.
FONTI:
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Con-filosofare 1B – ISBN 9788839528025 – Aspetti della filosofia islamica;
Avicenna; Averroè (pag. 227, 228, 229)
http://www.treccani.it/enciclopedia/averroe/
http://www3.unisi.it/ricerca/prog/fil-med-online/autori/htm/averroe.htm
http://www.filosofico.net/averroe.htm
https://en.wikipedia.org/wiki/Islamic_philosophy
https://es.wikipedia.org/wiki/Filosof%C3%ADa_isl%C3%A1mica
https://fr.wikipedia.org/wiki/Philosophie_islamique
https://en.wikipedia.org/wiki/Early_Islamic_philosophy
https://es.wikipedia.org/wiki/Filosof%C3%ADa_isl%C3%A1mica_antigua
https://ro.wikipedia.org/wiki/Curente_ale_g%C3%A2ndirii_filosofice_arabo-islamice
https://it.wikipedia.org/wiki/Averro%C3%A8
https://en.wikipedia.org/wiki/Contemporary_Islamic_philosophy
Roma, 28.10.2019
Isabella Tokos, III A